MOVIMENTO MARIANO - AUSILIARIE DELLA MADONNA


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III Puntata

La formazione > Lucia racconta

Madre mia, fiducia mia!

I RACCONTI DI LUCIA
1 a. Memoria: GIACINTA 3



Parla Giacinta: “Un giorno mio padre e mio zio furono intimati di portare i tre pastorelli in
Municipio. Ma lo zio disse: Non c’è motivo di presentare in tribunale 2
Bambini, che non sono responsabili dei loro atti; e oltre a ciò non ce la fanno a piedi fino a Villa
Nova di Ourèm! Vedremo che cosa vogliono! Il padre di Lucia, invece disse: “La mia invece, la porto con me; che se la sbrighi lei con loro, perché io di queste cose non me ne intendo proprio
niente!”
In questa occasione approfittarono in tutti i modi per spaventarli al fine di far rinnegare l’apparizione della Madonna. Intanto, il padre di Lucia si fermò un minuto dal fratello prima di avviarsi al Municipio con la figlia e Lucia ne approfittò per salutare Giacinta, caso mai non la dovesse più rivedere. La povera bambina disse piangendo: “Se loro ti vogliono ammazzare, di loro che io e Francesco siamo con te e anche noi vogliamo morire” (E’ bello vedere questo legame fra loro, quanta solidarietà spirituale così forte e profonda per cui erano disposti a rimanere uniti pure nella morte. Non so quanto noi saremmo così capaci di associarci al martirio di un’altra/o, a cominciare da me).

La sera Lucia tornò e corse al pozzo dove i due cuginetti stavano là, in ginocchio, appoggiati al parapetto del pozzo con la testolina fra le mani a piangere, anche perché era andata la loro sorella più grande a prendere l’acqua e disse loro che la cugina era stata ammazzata, secondo le dicerie della gente. Quando invece se la videro innanzi, esclamarono: “Ma sei proprio tu? Abbiamo tanto pregato e pianto per te!”

Passato qualche tempo, messi in prigione tutti e tre e la cosa più dura per Giacinta era l’abbandono dei genitori. (Vediamo come i legami umani e affettivi quanto erano ben consolidati) E, diceva con le lacrime che le scorrevano sulle gote: “Né i tuoi, né i miei son venuti a vederci, non gli importa più di noi!” (Quando si è piccoli si sente più forte la mancanza della sicurezza dei genitori) E, Francesco a Giacinta: “Non piangere, offriamo a Gesù per i peccatori!” E alzando gli occhi e le manine al cielo fece lui l’offerta: “E’ per amor vostro e per la conversione dei peccatori! E anche per il Santo Padre e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”, aggiunse Giacinta. (Eh sì, perché le offese fatte al Figlio, feriscono direttamente il Cuore di Maria, perché è Mamma. Così è stato pure nella Passione: Gesù l’ha patita tutta nel corpo e nell’anima; non di meno Maria nell’anima, nel cuore e con riflessi fisici. Non è così pure per le mamme di sempre, quando le ammazzano un figlio?!).

I bambini furono prima separati, interrogati e minacciati per cui ognuno pensava che l’altro o l’altra fosse stato ucciso/a. Poi si ritrovarono di nuovo insieme in una stanza della prigione e dissero loro che sarebbero tornati da lì a poco per metterli in padella nell’olio bollente. Giacinta voltatasi alla finestra piangeva. (Povera piccola, mettiamoci nei suoi panni…)
Lucia la prese accanto a sé e le domandò perché piangeva, rispose: “Perché, con i lacrimoni grossi, che scorrevano sul viso, moriremo senza rivedere i nostri papà e le nostre mamme e io volevo almeno rivedere la mamma!” (Sarebbe bastato solo questo alla Misericordia di Dio ad intenerire più d’un peccatore per convertirsi, ma questo lo sapremo lassù)
E Lucia: “Allora, tu non vuoi offrire questo sacrificio per la conversione dei peccatori? E Giacinta: “Sì, sì e con le lacrime che le bagnavano il viso, con le mani e gli occhi levati al cielo, fece l’offerta: “O mio Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori, per il Santo Padre e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria!”
I detenuti presenti a questa scena, tentarono di consolarli (financo le pietre si sarebbero spaccate a tale scena, così che pure i malviventi così duri di cuore, a quelle scene, arrivarono alla commozione) e dissero: “Ma dite questo benedetto segreto al signor Sindaco. Che vi importa se quella Signora non vuole?!” – Allora Giacinta rispose con vivacità: “Piuttosto voglio morire!” (Aveva il dono dello Spirito Santo della Fortezza). I bambini decisero così di dire il Rosario, Giacinta si toglie una medaglia della Santa Vergine dal collo e chiede a un detenuto il favore di attaccarla a un chiodo sulla parete e in ginocchio davanti a quella medaglia, cominciarono a pregare. (Che spettacolo stupendo!) I detenuti (Già cambiati), pregavano con loro, senza sapere neanche come si prega, ma stavano in ginocchio anch’essi. Finito il Rosario, Giacinta tornò di nuovo alla finestra a piangere!

E Lucia di nuovo: “Giacinta, allora non vuoi offrire questo sacrificio a nostro Signore?” – “Sì, ma mi viene in mente la mamma e piango senza volere!” Poi siccome la Madonna aveva detto loro le diverse intenzioni per cui pregare e offrire, i tre, decisero di prendersi ognuna un’intenzione in particolare. Ma Giacinta disse: “ A me piacciono molto tutte e offro per tutte!” : 1 per i peccatori; 2 per il Santo Padre; 3 per riparare i peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria.
C’era tra i detenuti uno che sapeva suonare la fisarmonica. Cominciarono dunque a suonare e a cantare per distrarli. Quegli uomini domandarono se sapevano ballare e risposero che conoscevano il fandango e la vira. Giacinta allora fu la dama di un povero ladro, che a vederla così piccina, finì col ballare con lei prendendola in braccio. A Giacinta piaceva troppo ballare, per cui prima di tutto questo aveva deciso di non farlo più, sempre per far piacere alla Santa Vergine e per le intenzioni di cui sopra e a questo si unirono pure gli altri, così che nei giochi fu eliminato il ballo. (Notiamo come la Madonna li ha protetti in prigione perché ai detenuti di quel momento non passò proprio per la testa la pedofilia, che oggi sarebbe stato un pericolo certo. Inoltre i piccoli pensavano di essere strumenti di salvezza nelle mani di Maria anche per quei poveracci e in quel modo pensavano di consolare pure i Cuori tanto offesi di G Gesù e di Maria).

Andiamo ora ad un periodo successivo: la mamma di Giacinta, stanca di dover mandare a chiamare sempre la figlia dal pascolo, decise di tenerla a casa a disposizione dei visitatori e farla sostituire dalla sorella. La cosa non piacque molto alla piccola, che preferiva la solitudine dei campi e quindi la madre la rimise di nuovo, ma a pascoli più vicino casa in modo che fosse più facile chiamarla ogni volta che la gente le voleva parlare. In questo modo poi la sorella era costretta più volte al giorno ad andare avanti e indietro per chiamarla ogni volta. La madre annoiata di questa storia, decise di vendere tutto e di mandare i figli a scuola. Nell’ora di spacco Giacinta voleva andare a far visita al Santissimo Sacramento, ma proprio in quel momento arrivava tanta gente per farle domande. A Giacinta sarebbe piaciuto molto più starsene tutta sola con Gesù nascosto, ma non erano mai lasciati in pace.

La gente raccontava di tutto: bisogni, afflizioni e Giacinta mostrava di partecipare con molta pena specie quando si trattava di qualche peccatore e allora diceva: “Dobbiamo pregare e offrire sacrifici perché il Signore lo converta e non vada all’inferno, poverino!” – Giacinta, comunque, non ci teneva ad esser vista, ma come fare per poter sfuggire a tanta pubblicità?! – Un giorno stavano andando a Fatima tutti e tre quando vedono un gruppo misto di uomini e donne che scesi dalla macchina, andavano loro incontro per chiedere informazioni su di essi. Dove abitavano, se li conoscevano e loro dettero tutte le informazioni, senza dire che erano loro, appena soddisfatta la loro curiosità, corsero a nascondersi nei campi. Giacinta disse: Dobbiamo fare sempre così quando non ci conoscono.

(Ammiriamo la loro modestia e umiltà)

I N S E G N A M E N T O

Giacinta ci insegna il valore e la potenza della preghiera, specie in certe situazioni critiche attraversate dai tre. Senza di essa, la piccola, non ce l’avrebbe fatta a superare quella tremenda sofferenza tanto sensibile per il suo cuoricino. Inoltre anche la semplicità a volte fa più che grandi discorsi e i bambini, vediamo che possono molto sul cuore degli adulti, anche dei più duri e indifferenti.
Poi, se nelle famiglie fosse più radicato lo spirito di preghiera, di ricorso a Dio, al Cuore di Cristo e della Santa Madre di Dio non si arriverebbe certo a così frequenti decisioni estreme, quali suicidi, omicidi tra coniugi e figli e di questi verso i genitori, verso gli anziani parenti malati, come separazioni di matrimoni da poco istituiti, di divorzi, tradimenti e così via!
La preghiera fa miracoli, riesce a raccogliere tutti i cocci e li fa riunire per la Grazia di Dio che si diffonde nei membri che la praticano e perché Dio ci tiene più di noi a sanare, a guarire, a unire, a volere il bene di ognuno e di tutti insieme. Giacinta invita a prendere questa via specie con la recita del Rosario in famiglia. Coraggio, si riprenda questa pratica e la Madonna con la sua presenza terrà lontano il nemico della divisione. Si vedrà come nella famiglia ci si vorrà più bene, si avrà più pazienza, più spirito di sopportazione, più disponibilità all’ascolto, all’aiuto scambievole, all’altruismo, all’educazione e all’ordine, perché tutto questo fa pure parte del reciproco rispetto.
Auguri per questo cammino luminoso e pieno di pace e di gioia.


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