Le storie di Motta Baluffi: Francesco Venturati 26 dicembre 1944
26 dicembre 1944 i segni prodotti dai proiettili di mitragliatrice aerea su un muro in via Roma
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Il 26 dicembre 1944, giorno di Santo Stefano era una bella giornata di sole malgrado la stagione invernale. Nel primo pomeriggio l’argine maestro pullulava di gente che si godeva il sole. In piazza c’erano alcune camionette di soldati tedeschi che a quel tempo avevano occupato diverse case del paese. Intento a passeggiare c’era anche Francesco Venturati, anziano padre del prete del paese, (Don Gottardo Venturati), col sigaro in bocca andava all’osteria per trascorrere un po’ di tempo con gli amici in festa. Arrivarono all’orizzonte alcuni caccia alleati. Probabilmente videro le camionette tedesche e fecero la virata per mettersi in posizione di tiro. La gente che era sull’argine si buttò a terra nelle buche scavate appositamente per difendersi dagli aerei. Qualcuno urlò a Francesco di correre anche lui, ma egli imperterrito disse che di un vecchio come lui non sapevano che farsene i soldati alleati e continuò a camminare verso l’osteria. Alcune bambine corsero in chiesa, un carrettiere tirò il cavallo a terra e vi ci si nascose sotto. Partirono le raffiche che non colpirono i soldati tedeschi, ma falciarono il povero Francesco all’altezza della macelleria che allora era poco distante dall’osteria di Cec. Alcuni proiettili si conficcarono in un muro di una casa di Via Roma, dove ancora oggi sono visibili i fori. Di seguito si riporta lo stralcio del diario di guerra della 12° US AF a cura della Air Force Historical Studies Office 12/26/44 12/27/44
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