Motta Baluffi: al Boodri dal Mòta

Il nome boodri deriva dal greco Bòthros e significa "buco, fossa dalle pareti ripide". 

La dislocazione dei boodri è un utile elemento per tracciare l'antico corso del fiume Po. 

Molti di questi infatti sono quello che rimane dell'antico alveo fluviale, mentre altri si sono formati grazie alla azione erosiva e devastante delle acque in piena che travolgono un argine. 

La distanza dei boodri dall'attuale letto del fiume è proporzionale all'età di formazione. Più sono lontani infatti, più sono antichi.

Generalmente sono poco profondi, fino a 4 metri, ed alimentati dalla falda idrica sottostante.  

I boodri non sono destinati a  lunga vita, col passare del tempo sono destinati a ricoprirsi di detriti, e lentamente ad asciugarsi, (quando l'uomo non interviene prima). 

La vita di un boodri in genere non supera i 400 anni. 

Alcuni proprietari li tengono in vita artificialmente, dragando il fondo ed assicurando così il ricambio e l'ossigenazione delle acque. 

Negli ultimi anni però il preoccupante fenomeno dell'abbassamento delle falde acquifere superficiali mette in serio pericolo la sopravvivenza di tutti i boodri..

Il boodri d'estate

Per quanto riguarda al Boodri dla Mòta si può ritenere con sufficiente certezza che si sia formato in seguito ad una alluvione nel 1777 (vedi sezione documenti), che distrusse anche il ponte sul Dugale Riolo di Mezzo. 

La verifica si può effettuare anche per via cartografica, ottenendo un intervallo di tempo compatibile.

Nel Catasto Teresiano infatti, datato 1723, nel mappale 328  non compare alcun boodri, mentre è già presente in una mappa del 1806.

Fino agli anni '70 era utilizzato come discarica del paese, secondo una consuetudine sicuramente tramandata dalla data della sua formazione. Nel dialetto infatti si usa ancora dire "casèl in dal boodri", per indicare un rifiuto da gettare.

Nei primi anni '90 è stato dragato e bonificato, con l'auspicio che gli venga garantita una futura sopravvivenza. 

Nei suoi dintorni il terreno circostante è stato piantumato con essenze autoctone, con l'intenzione di creare una sorta di bosco didattico fruibile in modo particolare dagli alunni delle scuole elementari. 

Attualmente presenta le seguenti caratteristiche:

Superficie 2230 m2 Perimetro 181 m Profondità 4 m

Il Boodri in una tipica giornata autunnale

La leggenda del boodri

Si racconta che un tempo una carrozza o una biga che trasportava cavalli, (na carèta) proveniente dal porto sul Po,  transitasse nei suoi pressi.

Per un motivo sconosciuto l’intera carrozza, i cavalli e gli occupanti finirono nell’acqua che li inghiottì e di loro nonostante le ricerche non rimase alcuna traccia.

Corrisponde al vero invece un fatto insolito accaduto nell'immediato dopoguerra:

Era una fredda giornata d'inverno ed alcuni bambini come al solito usavano il boodri come pista di pattinaggio sul ghiaccio. Uno di loro, si avvicinò troppo al centro, dove il ghiaccio era più sottile e vi finì dentro. Fu subito ripescato, e per riscaldarlo fu portato nel panificio del paese ed infilato nel forno del pane, che a quell'ora era spento ma ancora tiepido.

il boodri ghiacciato 

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