Seniade di Corinto
di Daniele Lo Giudice
Non ho trovato molti particolari sulla vita
ed il pensiero di questo filosofo: probabilmente
era di Corinto e fu allievo di Protagora.
Potrebbe essere stato sofista egli stesso,
almeno nel senso di maestro di cultura e virtù a pagamento, ma le due proposizioni fondamentali
della sua filosofia lo collocano in area
del tutto diversa, ovvero in quella della
ricerca ontologica.
In chiara antitesi all'eleatismo, egli affermò
la realtà indiscutibile del divenire, ed
in antitesi a tutti i pensatori precedenti,
non solo gli eleati, egli affermò ancora
che tutto quello che esiste, viene dal non-essere
e che "nel non-essere si distrugge tutto
quello che si distrugge, ovvero che cessa
di esistere."
Secondo l'Untersteiner, Seniade derivò da
questa impostazione la conseguenza che non
esistano cause, o più precisamente, una causa.
Ciò che di nuovo si presenta ai nostri occhi
è senza causa, perchè, se questa esistesse,
"sarebbe uguale al suo effetto."
Nel mondo del pensiero greco antico, e non
solo, giacchè anche presso gli alti popoli,
pur non essendovi ricerca filosofica in senso
stretto, vi erano miti che raccontavano la
creazione e spiegavano la nascita del mondo
con la volontà di un dio pre-esistente, non
si era mai data un'impostazione così radicale
e rivoluzionaria.
In generale era per così dire riconosciuto
come assiomatico che dal nulla non può venire qualcosa.
La seconda importante affermazione di Seniade
è che, dunque, non esiste l'essere. Tutto
non ha spiegazione, tutto è falso, ed anche
i nostri pensieri sono falsi, pertanto non
esiste il criterio per conoscere.
Cercando di confutare il dogma parmenideo
dell'essere, probabilmente, Seniade voleva
affermare che non esiste alcun pensiero dell'essere
che garantisca la verità; pertanto se solo
il pensiero dell'essere significa la verità,
non esistendo l'essere, non esiste alcuna
verità, ma solo il "falso".
Con Seniade siamo quindi a quello che, per
la prima volta, si potrebbe definire come
un fenomenismo assoluto e la predicazione
di una radicale impotenza dell'uomo a capire
qualcosa del mondo in cui vive.
La critica di Seniade alle filosofie preesistenti,
non risparmia nemmeno, quindi, i naturalisti
di scuola ionica, i pitagorici, i poeti quali
Esiodo e Ferecide.
Qualche studioso ha visto in questa posizione
rivoluzionaria un'anticipazione di alcune
tematiche dell'esistenzialismo moderno. In
realtà Seniade precorse strade poi battute
dallo scetticismo antico.
Letture consigliate:
Mario Untersteiner - I sofisti - Bruno Mondadori
-Milano 1996
dlg - 27 luglio 2002