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Arthur Schopenhauer: brevi cenni biografici
Arthur Schopenhauer nacque a Danzica il 22 febbraio 1788. Il padre, come la madre Johanna Henriette Trosiener, era di origine olandese. Ricco mercante, usuraio e banchiere che, quando la città di Danzica, nel 1793, passò sotto il dominio della Prussia, preferì trasferirsi nella libera città di Amburgo. La madre Johanna (poi amica di Goethe) era scrittrice di romanzi. Il padre di Arthur avrebbe desiderato che il figlio proseguisse la professione di famiglia, quindi lo mandò all'estero affinchè imparasse le lingue, in particolare il francese.
Dopo la morte del padre, per suicidio (certo un'esperienza traumatica, qualsiasi fosse il rapporto tra genitore e figlio) il giovane Arthur, che poteva vivere di rendita, si dedicò agli studi, frequentando il ginnasio di Gotha, poi quello di Weimar, dove si era trasferita la madre con la sorella Adele.
Weimar era a quel tempo il centro culturale più imporatante del mondo germanico, anche per la presenza di Goethe, che frequentava il salotto letterario della signora Schopenhauer e qui il giovane Arthur entrò in rapporto con lui, facendosi apprezzare per la sua viva intelligenza.
Nel 1813 Schopenhauer si laureò a Jena con una tesi intitolata Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente, lavoro in cui pose le basi di tutto il suo sistema di conoscenza della natura, delle scienze e del mondo.
Dopo di che, Schopenhauer, entrò in conflitto con la madre, della quale non approvava la condotta, e si trasferì a Dresda dove rimase per quattro anni. Fu qui che compose dapprima un trattato sulla vista ed i colori e quindi il suo testo più famoso e significativo, Il mondo come volontà e rappresentazione, che uscì per la prima volta nel 1819.
Dopo un viaggio in Italia nel 1818-19, ottenne la libera docenza a Berlino, non senza scontrarsi con Hegel che era membro della commissione esaminatrice.
Osò tenere le sue lezioni nello stesso orario seguito da Hegel e ben presto conobbe l'onta di parlare davanti ad un'aula pressoché deserta. Tuttavia rimase all'università di Berlino, tra alti e bassi, soprattutto bassi, fino al 1831, quando decise di salvarsi da un'epidemia di colera, la stessa che fulminò Hegel, trasferendosi a Francoforte, dove rimase fino alla morte.
Nel 1836 pubblicò il trattato Sulla volontà nella natura. Nel 1837 riuscì a convicere gli editori delle opere complete di Kant a pubblicare la prima edizione della Critica della ragion pura in luogo della seconda. Nel 1839 compose Sulla libertà del volere umano per un concorso indetto dalla Reale Società delle scienze di Norvegia, che fu premiata. Nel 1840, tentò un'analoga operazione partecipando ad un concorso indetto dalla Reale Società delle scienze di Danimarca che però non diede luogo ad alcun riconoscimento. Titolo dell'opera era Sul fondamento della morale.
Nel 1851 fu pubblicata la raccolta di saggi Parerga und Paralipomena. In essa il famoso saggio Aforismi sulla saggezza della vita, che finalmente gli procurarono grande fama anche al di fuori del mondo accademico.
Tirò le cuoia il 21 settembre 1860 per una polmonite.
moses - 2 febbraio 2005