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razionalismo, termine che, come si vedrà, ormai dice ben poco. Si possono definire razionalisti tutti coloro che privilegiano il metodo dell'indagine razionale in astratto rispetto al metodo dell'osservazione empirica. Ma non è detto che chi contesta l'empirismo ed il metodo induttivo sia anche un razionalista. Feyerabend, ad esempio, nel suo primo scritto contro l'empirismo cercò di demolire il presunto metodo degli empiristi, centrando qualche bersaglio secondario, ma fallendo sostanzialmente, perché il metodo dell'osservazione è il più ovvio e naturale, e certamente il più antico. E senza l'osservazione di dati di realtà non si capisce mai su cosa si possano elaborare teorie. Ma Feyerabend fu l'antitesi anche del razionalismo popperiano ed in generale di tutte le pretese raziocinanti, asserendo provocatoriamente che everythings goes, che qualche bello spirito tradusse con tutto fa brodo.
Il termine razionalismo ha un'origine oscura. Kant lo impiegò per definire persino la sua filosofia trascendentale, ma il termine criticismo pare più appropriato, anche perché Kant diede ampissimo spazio all'esperienza, limitandosi a segnalare ciò che secondo lui stava a priori di qualsiasi esperienza nella furiosa battaglia per adattare l'oggetto della conoscenza al soggetto conoscente.
In verità, se c'è da trovare un padre al razionalismo moderno, questo è certamente Descartes, mentre per quello antico si possono fare soprattutto i nomi di Socrate e Platone. Sotto questo profilo potremmo dire che la prima vera forma di razionalismo fu quella etica. Socrate cercò infatti di dimostrare che gli uomini agiscono male per ignoranza, perché non conoscono razionalmente il vero bene e la virtù, mentre Platone diede un'ulteriore impulso alla tematica razionale elaborando una dottrina delle idee come causa delle cose del mondo.
Attualmente si potrebbero definire razionalisti tutti coloro che, in filosofia, continuano ad appellarsi alla ragione di contro ad altri strumenti quali l'istinto, la vita, la fede, la natura umana e così via. Quando le definizioni diventano così generiche, rischiano di perdere del tutto la loro efficacia descrittiva e connotativa.