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James Mill (1773-1836)
All'utilitarismo di Bentham si collega direttamente James Mill, padre di John Stuart Mill. Egli fu sia
discepolo che amico di Bentham, ed in certo
senso, ne sviluppò il pensiero.
Nato il 6 aprile 1773, lavorò alla Compagnia
delle Indie come funzionario, ma fu attivo
come giornalista, columnist, e svolse una
importante attività politica.
Egli stesso si definì liberal radicale, cioè liberale di sinistra, sensibile
ed attento non solo ai problemi della borghesia,
ma anche a quelli dei lavoratori.
Nell'opera Analisi della mente umana Mill riprende alcuni dei temi di Bentham
e cerca di riverificarli. Si può notare una
maggiore profondità di analisi ed il sorgere
di una psicologia più raffinata.
Lo scopo di Mill è un'analisi completa dei
fenomeni mentali. Il tentativo tiene conto
della lezione di Hume e di Hartley, ma presenta
un forte carattere positivistico in quanto
cerca gli elementi primitivi in modo analogo
al metodo con cui la scienza studia i fenomeni
della natura. Tuttavia egli si muove nell'ambito
dell'empirismo. Il pensiero è il prodotto
di un'esperienza.
Anche per Mill la natura umana è semplice.
Dolore e piacere sono i fattori che qualificano
ogni esperienza. Gli uomini cercano il piacere
e la felicità e vorrebbero evitare il dolore.
La mente umana è il risultato di come avviene
il fenomeno dell'associazione psicologica,
o associazione di idee. Per capire come si
formino determinate mentalità e convinzioni,
occorre esaminare l'associazione di idee
che determina la costruzione psicologica
di nozioni e di propensioni.
L'associazione di idee dipende in misura
determinante dall'ordine temporale delle
esperienze. Se le esperienze sono sincrone,
le associazioni sono sincrone, se le esperienze
sono successive, le idee si associano succedendosi.
Ne viene che la contiguità nello spazio e
nel tempo è l'unica legge possibile dell'associazione
mentale. Quando due entità vengono percepite insieme la prima volta, come ad esempio due sorelle,
o marito e moglie, o due soci di uno studio
legale, noi non possiamo pensare all'uno
senza pensare istantaneamente anche all'altro.
Mill, tuttavia, non registra alcuna differenza
tra associazioni vere, quale quella di due
sorelle che escono abitualmente a passeggio
nel pomeriggio, e associazioni casuali, quale
quella di due individui che casualmente fanno
colazione nello stesso locale, seduti allo
stesso tavolo, ma non si conoscono.
Egli segue un procedimento statistico a posteriori fondato sulla frequenza con la quale un
dato evento si realizza.
Inoltre tutta l'inferenza è ridotta alla
constatazione del fatto e dell'associazione
di idee in base al fatto.
Ciò consente a Mill di rilanciare l'empirismo
come metodo valido di conoscenza dopo che
Hume lo aveva unilateralmente ristretto,
ma non determina immediatamente un trampolino
per l'ipotesi, cioè per la congettura fondata
sull'esperienza e quindi fondata su qualcosa
di concreto e non su una presunta creatività
della mente.
In Mill, pertanto, viene anche sminuito il
ruolo della ricerca attiva, la quale cerca
eventuali associazioni inerenti ad un tema
studiando lo stesso sia in estensione (tutti
i libri sull'argomento) che in intensione
(a cosa si potrebbe estendere il significato
di "mente").
La legge dell'associazione è usata da Mill
anche per spiegare la vita morale e l'agire
umano.
Se si agisce in vista di un fine, il fine
stesso non è altro che un agognato piacere.
In questa prospettiva non esiste, secondo
Mill una libertà del volere, una volontà
autonoma del soggetto. Come a dire che qualsiasi
motivazione particolare esclude la libertà.
Il soggetto che desidera è "preso"
dall'oggetto.
Scrisse: « L'idea di un piacere ecciterà
l'idea dell'azione che è causa di esso; e
quando l'idea esiste, l'azione deve seguire.»
(Analisi della mente, II, p.351)
Inizialmente l'azione umana è determinata
da un sentimento egoistico di ricerca del
piacere per sè stessi. Ma nel tempo è inevitabile
che, anche per continuare ad avere piacere
solo per se stessi, si desideri il piacere
altrui, considerato come necessario al proprio
benessere. Il primo momento dell'altruismo
concerne la sfera privata. Si desidera il
piacere del partner, dei figli, degli amici.
E' quindi per motivi egoistici, secondo Mill,
che si comincia ad essere altruisti. La vista
della sofferenza altrui fa soffrire anche
noi.
Tuttavia, secondo Mill, con ciò non si vuol
togliere il valore morale all'altruismo.
Questa posizione si spiega facilmente anche
col fatto che Mill desidera una maggiore
generosità da parte dei capitalisti nei confronti
dei lavoratori, essendo ben cosciente che
l'egoismo del capitalista alimenta i conflitti
sociali e quindi diviene un ostacolo per
lo stesso capitalista. Indubbiamente si tratta
di una lezione politico-morale di grande
interesse centrata sulla moderazione e sulla
convinzione che il progresso e le riforme
devono venire dall'alto onde evitare che
vengano, spesso malamente, imposte dal basso.
Nel campo della teoria politica Mill scrisse
un Saggio sul governo nel 1820 nel quale affermò la necessità
politica di un governo "rappresentativo",
espressione della classe media, l'unica,
a suo avviso in grado di interpretare i bisogni
della società, ed anche l'unica a possedere
la forza per "controllare" il governo.
Siamo, come si vede, ad un ritorno della
teoria politica di Aristotele.
9 luglio 2001