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Husserl: Logica formale e trascendentale
Dopo aver formalizzato la propria posizione in merito alla fenomenologia come "scienza di essenze", ontologia del mondo naturale, Husserl ritorna nuovamente alla "logica" con lo studio Logica formale e trascendentale del 1929. In questa sede sembra acquisire centralità il progetto di una LOGICA PURA intesa come teoria delle teorie che, come formula normativa che regola le strutture generali del giudizio, porta a realizzare una MORFOLOGIA PURA DEL GIUDIZIO.
Si tratta di un'ampia riflessione sul come le strutture logiche siano o meno adeguate alla dimensione della realtà oggettiva.
Su questo piano emerge dapprima una critica alla logica formale tradizionale che ha ignorato la propria genesi, presupponendo come ovvia la validità delle proprie leggi. Successivamente l'accento cade su una critica generale della ragione.
Al centro dello studio vi è la constatazione che un giudizio logico deve essere valutato come un atto soggettivo di conoscenza che si impadronisce del suo contenuto.
Leggi logiche formali che siano normative del giudizio senza che tengano conto che sono anche normative del suo contenuto, oggetto intenzionale di una soggettività correlato dell'oggettività naturale, fanno sorgere interrogativi sulla validità dei giudizi sul mondo naturale e sulla verità ed evidenza dei loro contenuti.
Dunque è qui che Husserl sviluppa pienamente il tema della logica in rapporto alla verità ed al significato.
La logica è qui la teoria delle teorie. Non è solo un discorso logico sulla logica, condotto con i mezzi della logica, ma un metadiscorso sulla logica, che tuttavia non si presenta come una sovrastruttura ed in forma speculativa. E' un ritorno, o per dirla in termini più psicologici, una regressione. Come scrisse Enzo Paci (1): «Se la logica come tale è davanti a noi, come logica apofantica, il parlare della logica significa tornare ai fondamenti che l'hanno costituita nelle sue operazioni originarie, anche storiche, nonché nelle sue operazioni attuali (fenomenologia genetica o diacronica e fenomenologia attuale o sincronica).
Le ricerche fenomenologiche risultano necessarie alla logica pura. Ne rappresentano la sua fondazione intuitiva e precategoriale. In quanto la logica è da ricercare nelle operazioni costitutive diventa logica filosofica, filosofia prima, teoria della teoria.» (1)
Costituisce il punto di partenza di una ricerca infinita, una ricerca che però torna frequentemente su sé stessa.
Ciò non è in contraddizione con la fondazione precategoriale: è solo l'altra faccia della questione. «La fondazione - scriveva ancora Paci - deve sempre essere ristabilita nella presenza e nelle modalità temporali (e quindi genetiche e storiche).» (1)

E' così evidente che Husserl sembra mettere al massimo profitto le critiche rivoltegli., critiche che formalmente erano indirizzate allo psicologismo e che in realtà guardavano alla fenomenologia. «L'accusa di psicologismo - scrive Husserl - in riferimento alle Ricerche logiche... [...] ci era stata rivolta proprio per il fatto che quelle ricerche, che nei Prolegomena combattevano lo psicologismo, nonostante ciò trascorrevano, nella seconda parte a indagini sulla soggettività fenomenologica, sulle strutture intenzionali dell'esperienza e del significare, della rappresentazione e del contenuto rappresentativo, della percezione e del senso della percezione, dei giudizi e degli stati di cose intenzionati, degli atti categoriali e della costituzione delle oggettività categoriali per rapporto a quelle sensibili, della coscienza simbolica vuota rispetto a quella intuitiva, dei rapporti intenzionali della semplice intenzione e del riempimento, della costituzione dell'essere vero e della veirtà predicativa, ecc.» (2)
Svolto tale riassunto, Husserl prosegue: «Si è detto che simili ricerche "psicologico-descrittive" della psicologia della conoscenza, sarebbero prevaricazioni psicologistiche di una logica pura. Questa obiezione viene avanzata senza che tuttavia si ritenesse di dover rifiutare le ricerche critico-consocitive riferentesi ad ogni scienza ( e quindi in grande considerazione).» (2)

Husserl è quindi consapevole che le critiche avevano per obiettivo di valorizzare le ricerche sulla logica isolandole da quelle sulla genesi della logica. I sostenitori della logica, ovvero gli avversari della fenomenologia volevano, in sostanza, separare la scienza dalla critica della ragione; la scienza aveva una sua legittimità e la critica della ragione non toccava la scienza. Husserl era evidentemente d'accordo con la critica allo psicologismo, «ma essa non esclude che diventi tematico anche ciò che non appartiene al campo, ma sta con esso in relazione essenziale.» (2)

Evidentemente, c'è nei critici del presunto o reale psicologismo husserliano una certa miopia, la quale impedisce di cogliere che la logica è la logica dei fondamenti, ed è in seno ad essa che si costituisce la logica come scienza formale. Comunque sia, Husserl si trova nella necessità di spiegare perchè una psicologia trascendentale.
Sicché: «Se questo si rendesse chiaro e si riuscisse a dispiegare il grande campo di lavoro di quest'ultima e più profonda critica, si servirebbe con ciò naturalmente la causa della logica: giacché quest'ultima, in quanto dottrina universale, e non soltanto quale dottrina analitica della scienza (quale semplice mathesis universalis), come si riferisce alle scienze autentiche in generale quanto alle loro possibilità essenziali, così si riferisce a qualsiasi critica concernente le scienze stesse e la loro autenticità e, anche qui, in conformità alle generalità essenziali di quelle scienze. La teoria generale della scienza è eo ipso teoria generale della scienza autentica intesa appunto come scienza di una critica delle proprie essenze, sia come critica dei giudizi quali formazioni, elementi ideali costitutivi della rispettiva teoria ideale, sia come critica della vita intenzionale, che costituisce l'ambito e la teoria.» (2)

Logica formale e trascendentale fu quindi una critica alla logica formale, che ha ignorato la propria genesi, presupponendo come ovvia la validità e l'adeguatezza delle proprie leggi.
note:
(1) Enzo Paci - Per lo studio della logica in Husserl in cit. Bompiani, 1973)
(2) Edmund Husserl - Logica formale e trascendentale - Laterza 1966)
moses - 28 novembre 2004