Sigmund Freud

Il primo approccio all'isteria e l'ipnosi


Proseguendo nell'esame dei sintomi isterici, Freud descrive ancora i disturbi visivi ("il fenomeno non si accorda ad alcuna teoria sul daltonismo") la sordità isterica, i disturbi isterici del tatto e dell'olfatto. Scrive che « è possibile trovare un'anestesia delle regioni della pelle e della mucosa che appartengono a quegli organi di senso. »

Nel parlare di paralisi e contratture muscolari afferma che non esistono paralisi che possano venire paragonate alla paralisi periferica del facciale, del radiale, e del serrato, che comprendano quindi gruppi di muscoli combinati in modo da avere un impulso nervoso anatomico comune.
« Le paralisi isteriche sono paragonabili solo a quelle corticali, ma si distinguono da queste per diverse caratteristiche. Infatti esiste l'emiplegia isterica in cui però sono interessati solo il braccio e la gamba dello stesso lato, ma non esiste una paralisi facciale isterica.
Al massimo, insieme alla paralisi delle estremità, può esserci una contrazione dei muscoli facciali e della lingua che si manifesta a volte sul lato della paralisi, ed a volte su quello opposto, e viene rivelata, tra l'altro, da una deviazione eccessiva della lingua. Un'altra caratteristica propria dell'emiplegia isterica consiste nel fatto che la gamba paralizzata non viene mossa con movimento circolare rotatorio, ma viene trascinata come appendice priva di vita.»

Di notevole interesse è che in questi casi di paralisi isterica i fenomeni di degenerazione progressiva sono assenti, per quanto a lungo possa durare la paralisi. Spesso si registra flaccidità muscolare, il comportamento dei riflessi è incostante. Le estremità paralizzate possono atrofizzarsi.

«Alla paralisi degli arti - scrive Freud - bisogna aggiungere l'afasia isterica, o meglio il mutismo, che consiste nell'incapacità ad emettere qualsiasi suono articolato oppure ad affettuare in silenzio i movimenti che si compiono per parlare. Essa è sempre accompagnata dall'afonia, che si presenta anche da sola; in questi casi la capacità di scrivere perdura, e si accresce persino. Le rimanenti paralisi motorie proprie dell'isteria non riguardano le parti del corpo, ma solo delle funzioni: esempi di questo tipo sono l'astasia e l'abasia (incapacità di tenere la posizione eretta e di camminare); quando si presenta la prima, le gambe conservano la loro sensibilità, la loro forza ordinaria e la capacità di compiere qualsiasi movimento, purchè in posizione orizzontale - una separazione delle funzioni degli stessi muscoli che non si riscontra nelle lesioni organiche.»

Esaurita e sintetizzata la parte descrittiva delle manifestazioni fisiche, Freud espone una serie di caratteristiche generali dell'isteria.
« Le manifestazioni isteriche hanno, di preferenza, la caratteristica di essere esasperate al massimo; una sofferenza isterica viene descritta dai pazienti come estremamente dolorosa, un'anestesia o una paralisi possono facilmente diventare totali, una contrattura isterica causa la massima retrazione possibile di un muscolo. Contemporaneamente, un qualunque sintomo particolare può presentarsi, per così dire, isolato: l'anestesia e la paralisi non sono accompagnate da fenomeni generali che, nel caso delle lesioni organiche, mettono in evidenza un disturbo cerebrale e che di solito mettono in ombra, con la loro importanza, i sintomi localizzati.
Vicino ad un lembo di pelle completamente insensibile potrà essercene uno che possiede una sensibilità del tutto normale. Insieme ad un braccio completamente paralizzato potrà esserci, dallo stesso lato, una gamba perfettamente sana.
Una caratteristica particolare dell'isteria è che un disturbo è nello stesso tempo sviluppato al massimo e limitato. Inoltre i sintomi isterici variano in modo tale da escludere fin dal principio ogni sospetto di lesione materiale. Il mutamento dei sintomi avviene spontaneamente (per esempio, dopo dopo gli attacchi convulsivi che cambiano spesso la distribuzione della paralisi e dell'anestesia o le fanno cessare) o può essere provocato artificialmente con i cosidetti metodi estesiogeni: elettricità, applicazione di metalli, uso di irritanti cutanei, magneti, ecc...Quest'ultimo metodo appare tanto più notevole se si tiene presente che un sistema nervoso isterico oppone di solito una forte resistenza all'influenza chimica esercitata da cure interne e reagisce in modo errato a narcotici come la morfina e l'idrato di cloralio.»

A questo punto Freud comincia ad accennare alla capacità dell'eccitazione emotiva e della suggestione ipnotica per eliminare i sintomi isterici. « Con il mutamento dei sintomi isterici, acquistano importanza delle circostanze sorprendenti. Con l'uso dei metodi estesiogeni è possibile trasferire un'anestesia, una paralisi, una contrattura, un tremito, ecc. alla zona simmetrica nell'altra metà del corpo (transfert), mentre la la zona inizialmente malata ritorna normale.
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Un'altra caratteristica estremamente importante dei disturbi isterici consiste nel fatto che essi non tengono affatto conto delle condizioni anatomiche del sistema nervoso. Si può dire che l'isteria nei confronti della scienza della struttura del sistema nervoso sia ignorante quanto lo eravamo noi prima di studiarla. I sintomi delle malattie organiche, come si sa, rispecchiano l'anatomia dell'organo centrale e sono le sorgenti più attendibili della nostra conoscenza di esso. Per questa ragione dobbiamo respingere l'idea che alla base dell'isteria esista qualche disturbo organico, e non dobbiamo vedere neppure nelle influenze vaso-motorie (spasmi vascolari) la causa dei disturbi isterici. Uno spasmo vascolare è per sua stessa natura un'alterazione organica, il cui effetto è determinato da condizioni anatomiche, ed esso si differenzia da un'embolia, per esempio, solo per il fatto che non porta un'alterazione permanente.»

Abbiamo fin qui volutamente riportato ampi estratti di questo articolo di Freud per evidenziare lo sconcerto del medico-scienziato di fronte a fenomeni inspiegabili con il metodo tradizionale della ricerca di disfunzioni e malformazioni organiche.
Nello stesso saggio, tuttavia, Freud non trova motivazioni sufficienti per saltare a nuove conclusioni. Infatti scriverà più avanti che « L'etiologia dello status hystericus va interamente ricercata nell'ereditarietà; gli isterici sono sempre predisposti ereditariamente ai disturbi dell'attività nervosa e tra i loro parenti si possono trovare epilettici, malati di mente, tabetici, ecc. Si osserva anche la trasmissione ereditaria diretta dell'isteria, ed essa è alla base, per esempio, dell'apparizione dell'isteria nei ragazzi (da parte di madre). Paragonati al fattore dell'ereditarietà tutti gli altri fattori passano in second'ordine ed hanno il ruolo di cause accidentali, la cui importanza viene di regola sopravvalutata. »
Qui si trova per la prima volta la constatazione che vi è una forma di isteria maschile, unita all'osservazione che nella medicina tradizionale le varie forme di nevrosi non sono state fino ad allora sufficientemente distinte.
Tutto questo provocherà reazioni negative negli ambienti accademici.

Non solo: Freud in questo periodo è ancora piuttosto reticente nell'ammettere la responsabilità delle anomalie sessuali nei casi di isteria. Cita in proposito esempi di isterici ed isteriche sessualmente immaturi (nel senso di organicamente non ancora sviluppati), senza arrivare a pensare al ruolo dell'immaginario sessuale negli individui che non hanno mai avuto reali rapporti sessuali.
Rispetto alla terapia egli si limita a prescrivere ciò che potrebbe benissimo essere prescritto da un qualsiasi medico condotto della Moravia come del Piemonte o della Francia, ovvero: riposo assoluto, cambiamento d'aria e d'ambiente, un periodo di vacanza e di evasione.
Scrive che « Negli ultimi anni la cosiddetta cura del riposo di Weir Mitchell (conosciuta anche come trattamento del Playfair) ha meritatamente acquistato larga reputazione come metodo per trattare l'isteria nelle case di cura. Consiste nell'abbinare l'isolamento nella quiete più assoluta alla applicazione di massaggi e faradizzazione generale; la presenza di una esperta infermiera è essenziale quanto la costante influenza del medico. Questo tipo di trattamento è estremamente valido per l'isteria, in quanto si tratta di una felice combinazione di trattamento morale e di miglioramento dello stato nutritivo del paziente. »

Escluso perentoriamente il ricorso all'uso di narcotici, descritto come un grave errore tecnico, senz'altra motivazione, Freud prescrive il miglioramento del sangue (isteria e anemia sono prossimi l'una all'altra) con cure a base di ferro e di arsenico.
E' curioso che su questo punto la riflessione non venga particolarmente approfondita, come se l'anemia fosse un fatto quasi trascurabile e non una pista da seguire.
Dopo di che comincia a parlare di trattamento diretto consistente nell'eliminazione delle sorgenti psichiche dello stimolo dei sintomi isterici, comprensibile "se cerchiamo le cause dell'isteria nella vita ideazionale inconscia".
Ecco che qui appare, per la prima volta, l'ipotesi su cui lavorerà accanitamente negli anni successivi.

Il trattamento diretto, per Freud, in quel momento, consiste nel « dare al paziente sotto ipnosi un suggerimento, che include la cura del disturbo in questione. Così per esempio, curiamo una tussis nervosa hysterica esercitando una pressione sulla laringe del paziente ipnotizzato, ed assicurandolo che l'impulso a tossire è stato eliminato, oppure curiamo la paralisi isterica del braccio costringendo il paziente a muovere l'arto paralizzato poco alla volta. Si ottengono effetti anche migliori adottando il metodo praticato per la prima volta da Joseph Breuer a Vienna, che riconduce il paziente sotto ipnosi a fatti psichici che costituiscono il fondamento preistorico del disturbo in questione. »

Come si vede da queste lunghe citazioni, Freud è in questo periodo già consapevole che esiste una sfera inconscia, e che attraverso l'ipnosi si possono introdurre dei comandi che il paziente eseguirà, rimuovendo un ricordo, oppure attuando un'azione.
Ma il rapporto tra Freud e l'ipnosi come terapia rimane problematico.
Gay nel suo libro parla di insoddisfazione accompagnata da sporadici e clamorosi successi. Ma a prescindere dal fatto che probabilmente Freud non era bravissimo come "incantatore" ipnotico, rimane che dietro ad ogni intervento di questo genere permane un residuo critico del quale non si può avere ragione: l'ipnosi, nella migliore delle ipotesi concorre a promuovere ciò che in seguito la psicoanalisi combatterà, cioè la rimozione stessa, la dimenticanza coperta da altri ricordi che inibiscono l'accesso alla storia completa del soggetto isterico.

Nel prossimo capitolo vedremo di comprendere meglio l'ipnosi e la tortuosa via seguita da Freud in merito al trattamento ipnotico.