O Socrate, perché perdi tempo con i sordi?
di Carlo Fracasso
Non mi pare casuale. Due "esche"
lanciate per catturare pesci assai difficili
da pescare, ed anche due diverse strategie,
assai poco compatibili l'una con l'altra.
Cosa voglio dire?
Grassano e Marenco smaniano per un dialogo
"culturale" con la destra. In particolare
con il suo "popolo".
Ma poichè di questo popolo ce ne sono diversi
tipi, anche se al momento mimetizzati in
quel casino che è la "casa delle libertà",
ecco che l'uno si incarica di stuzzicare
la componente liberal-democratica attraverso
la rilettura critica di un von Hajek, il
quale avrebbe da insegnare qualcosa anche
alla sinistra (ma guarda!), e l'altro, con
ineguagliabile "faccia tosta",
si lascia tentare da un confronto persino
con la Tradizione con la T egizia. Poco ci
manca che arriviamo a Guenon, alla dottrina
delle caste, a Evola, e quasi siamo alla
svastica buddhista!
Sono perplesso.
Concedo a Grassano quell'attenzione al "centro"
moderato e liberale che tanto serve per vincere
le elezioni. Anch'io sono convinto che o
si conquista il centro o si perde.
Però, tengo a ribadirlo, senza smarrire l'identità
ed i connotati, e senza rinunciare ad una
politica di sinistra. Il contrario di quel
che ha fatto Blair.
Non concedo a Marenco "l'attraversamento"
di un abisso così ampio e profondo. Noi e
loro non abbiamo nulla, o quasi, in comune,
se non il fatto di essere "uomini",
non elfi, non hobbit, ed eventualmente di
tifare Inter, quindi destinati ad essere
perdenti ma non magnifici. Perdenti e basta.
Perdenti perché le cause estreme sono fatalmente
riserva di gente rigida ed orgogliosa, attaccata
ai suoi principi come l'edera al muro, poco
disposta al compromesso ed allo scivolamento
verso la palude del moderatismo e del tiriamo
a campà.
Tra noi e loro può esserci armistizio, ma
non fine delle ostilità. Sarà una mia impressione
sbagliata, può darsi, ma quel popolo di destra,
un'infima minoranza di idealisti con idee
del tutto sbagliate, che cerca Marenco, è
più vicino a Rauti ed alla Mussolini che
a Fini e Fisichella. Mi chiedo a cosa serva,
o Socrate, il dialogo con chi non sa dialogare
e nemmeno vuole provarci.
cf - 30 gennaio 2004