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Jean Bodin (1530 - 1596)

Six livres de la République
Non facciamoci ingannare dal titolo: Bodin chiama Repubblica lo stato generico, quindi anche la forma monarchica.
Ogni repubblica, cioè ogni stato, per Bodin, deve avere un requisito essenziale e necessario: la sovranità. La sovranità non può riconoscere alcuna altra e diversa autorità sopra di sé. O meglio, come vedremo, riconosce solo Dio.
Perché questo accada, la sovranità deve risultare illimitata, indivisibile, ed eterna, indipendentemente da chi la eserciti, sia un sovrano solo nella figura del re, sia un consiglio ristretto, sia un'assemblea.
Secondo Bodin, che non conosceva mezzi termini, il sovrano riceve questi poteri unici ed esclusivi direttamente da Dio. Il popolo non c'entra per niente, all'origine dello stato non vi è alcun contratto, ma solo una storia, la quale riporta comunque a Dio. Lo stato è una realtà voluta da Dio ed è indispensabile all'uomo, non per la sua felicità, ma per la sua sicurezza e la sua sopravvivenza.
Modello del sovrano è il padre di famiglia, il quale appunto, nella famiglia non risponde ad altro.
Bodin attinge quindi ad un modello patriarcale e forte della sovranità, dichiarando persino che il sovrano è l'immagine di Dio sulla terra.
Non ricevendo alcuna legittimazione dal basso, il sovrano non può essere limitato nelle sue decisioni dai diritti dei cittadini. E' il padrone assoluto. Inoltre, essendo la fonte delle leggi, non è obbligato a rispettarle egli stesso. Può fare quel che vuole, insomma. Secondo Bodin, che pure tira ancora a filosofare dopo queste dichiarazioni, è proprio della sovranità l'essere superiore alla legge stessa.

Appare evidente che con Bodin siamo alla teorizzazione dell'assolutismo politico in una forma spinta e straordinariamente inaccettabile perfino per i suoi tempi. In questa concezione il sovrano è legibus solutus, fa quel che gli pare.
C'è solo da notare che per Bodin non ha molta importanza la forma su cui si regge lo stato, che può quindi essere repubblicano o monarchico, anche se questa concezione para tagliata su misura della monarchia, ed in particolare l'allora regnante in Francia, Enrico IV di Borbone.
L'essenziale, per Bodin, è che chi esercita la sovranità sia l'unico a detenerla, essa deve anche risultare indivisibile.
In quest'ottica si capisce perché Bodin criticò Machiavelli e la sua idea di costituzione mista. (vedi) Vi scorse, infatti, una divisione ed una riduzione dei poteri nociva alla stabilità ed alla sicurezza dello stato.

In parziale contraddizione con quanto abbiamo visto Bodin affermare finora, troviamo un'acquisizione molto importante, anche se dettata dalla situazione politica francese particolare, ovvero che compito del sovrano è quello di tutelare la libertà dei cittadini, soprattutto in materia religiosa, favorendo quindi la tolleranza reciproca e persino la concordia. Se si pensa che gli ugonotti, ovvero i calvinisti francesi, avevano idee del tutto diverse circa il diritto divino dei sovrani, si comprende come l'idea di Bodin che non tollera critiche alla sovranità, faccia ruvidamente a pugni col principio di tollerare idee politico-religiose che in qualche modo giustificano il diritto alla resistenza ed alla contestazione della tirannia.

In un'opera ulteriore, Methodus ad facilem historiarum cognitionem , Bodin polemizzò direttamente con Machiavelli e la sua interpretazione della storia. Seguendo Guicciardini, di cui fu anche amico, asserì che le vicende umane seguono vie del tutto diverse dalla storia della natura. Se qui sono rinvenibili ripetizioni ed eventi ciclici (a quei tempi non circolavano idee evolutive), nella storia umana le cose vanno diversamente, essendo ogni sviluppo qualcosa di unico che avviene in una situazione irripetibile. Cose che aveva già detto Guicciardini. Bodin dice che oggetto di studio della storia umana, tuttavia, non sono le azioni degli individui, ma quelle degli stati, le loro leggi, i costumi e la vita dei popoli. In particolare, secondo Bodin, occorrerebbe guardare alle influenze ed ai condizionamenti che le caratteristiche fisiche e geografiche di un determinato territorio ebbero sulla storia degli stati e dei popoli.
moses - 6 novembre 2004