| home | novecento | Marx |


Ateismo di stato e marxismo
breve storia di una tragica degenerazione

di Carlo Fracasso
Tra i grandi ed imperdonabili errori della rivoluzione russa ce ne fu uno che non solo urtò contro le coscienze di diversi marxisti e liberali del tempo, ma provocò danni inenarrabili, oltre che una vera tragedia per milioni di russi deportati in Siberia. L'errore fu quello di proclamare l'ateismo di stato, dando vita a campagne contro la superstizione religiosa che degenerarono in vere e proprie persecuzioni.
Tutto ciò non si spiega affatto con la tiritera che la chiesa ortodossa era reazionaria ed oscurantista, che stava dall'altra parte, o che addirittura complottava con le potenze straniere per far cadere il governo. Son scuse magre. Se le accuse fossero state vere, sarebbe bastato processare i responsabili per tradimento dello stato sovietico, in maniera del tutto laica, ricorrendo a giudici imparziali. Al contrario, si diede vita ad intense campagne per sradicare la credenza religiosa dalla coscienza e persino dalla sensibilità della gente, a partire dai bambini nelle scuole elementari.
Il tutto rispondeva ad una precisa direttiva formulata da Lenin, il quale si era reso, del resto, perfettamente conto di essere andato ben oltre la posizione di Marx e quella ancora più interessante di Engels.
Il luogo in cui Marx aveva usato le parole più dure nei confronti del cristianesimo era stato un articolo apparso sulla Deutsche Brüsseler Zeitung il 12 settembre 1847, dove aveva criticato i principi sociali cristiani.
Vale la pena di riportare il passo principale: «I principi sociali cristiani hanno giustificato la schiavitù antica, esaltato la servitù della gleba medioevale e si dichiarano disposti a difendere l'oppressione del proletariato, in caso di urgente bisogno, se anche con espressione in qualche modo pietosa.
I principi sociali del cristianesimo predicano la necessità di una classe dominante e di una oppressa e hanno per l'ultima solo il pio desiderio che la prima voglia essere caritatevole.
I principi sociali del cristianesimo trasferiscono in cielo la compensazione di tutte le infamie, come la intendono i consiglieri concistoriali, e giustificano così la continuazione di queste infamie sulla terra.
I principi sociali del cristianesimo dichiarano che tutte le nefandezze commesse dagli oppressori sono o giuste punizioni del peccato originale e di altri peccati, oppure prove che il Signore impone ai redenti nella sua infinita saggezza.»
Come si vede dal tono, oltre che dal contenuto, la requisitoria non esprimeva nulla di minaccioso e violento: si limitava a denunciare quelli che erano i limiti e gli errori delle chiese del tempo di Marx, acquiescienti con i potenti e al più pietose con gli umili e i diseredati. Altro che "beati i poveri!"

Engels fu molto più moderato di Marx nella critica alla religione, e nell'Anti-Dühring criticò severamente il filosofo positivista tedesco per il suo invito a perseguitare la religione. In un certo senso, Engels era convinto che la religione si sarebbe spenta da sé, con il progresso e la rivoluzione sociale. La miglior cosa era forse ignorarla, dando per scontato che era del tutto inutile disputare con i credenti su questioni non empiriche, quindi non risolvibili in alcun modo sul piano razionale e dialettico.

Possiamo dire, pertanto, che nel marxismo originario non era contenuto né implicitamente, né esplicitamente alcun invito alla lotta senza quartiere contro le religioni, anche se si dava per scontato, forse troppo, che un rivoluzionario comunista non potesse che abbracciare l'ateismo e la critica fondamentale rivolta da Feuerbach alle credenze religiose.
Con Lenin siamo ad una svolta. Era diventato ateo a sedici anni, leggendo Cernyscevskij, che era un materialista. Presto si convinse che la religione nasce dalla personificazione di forze che sovrastano l'umanità. Scriveva: "Come l'impotenza dei primitivi che lottano contro le potenze della natura determina la credenza in Dio, diavolo e miracoli, così l'impotenza delle classi sfruttate che lottano contro lo sfruttatore determina irrimediabilmente la loro fede in una vita migliore nell'al di là. A chi lavora e tribola per tutta la vita, la religione insegna l'umiltà e la pazienza nella vita terrena, promettendogli una ricompensa in cielo." (1)

Al contrario di Feuerbach, Lenin non riconosceva alla religione alcun ruolo positivo. "Non è affatto vero che Dio rappresenti un insieme di idee che suscita e organizza sentimenti sociali... L'idea di Dio ha sempre addormentato e smorzato i sentimenti sociali, in quanto sostituiva sempre il vivo con la carogna e fu sempre un'idea di schiavitù." (ibidem)
Per Lenin si imponeva allora il compito di eliminare la religione considerata nociva sul piano sociale.e totalmente antiscientifica.
I suoi scritti sono chiari: "Dobbiamo combattere la religione, ecco l'ABC del marxismo integrale." "Il marxismo è il materialismo e perciò è inesorabilmente ostile alla religione" "Dietro ogni icona di Cristo, ogni immagine di Buddha, si scorge la violenza del capitale." (1)
Ma come ordinò di condurre la lotta Lenin?
Non con metodi polizieschi, cioè i metodi della borghesia, e non facendo inquisizione come i teologi medioevali.
Per Lenin il primo compito era quello di lottare contro la paura che crea la divinità. Paura delle grandi piaghe umane, quali la miseria e la disoccupazione, semplice paura di vivere e morire. Dalla titanica volontà di rimettere l'umanità in posizione eretta può però sorgere un fanatismo indegno, e questo, purtroppo accadde.

In effetti, i primi momenti della lotta alla religione furono esclusivamente caratterizzati da una martellante propaganda, e finché fu vivo Lenin gli eventi realmente persecutori si possono contare sulla punta delle dita. Ma, ormai il gigantesco apparato ideologico, burocratico e poliziesco si era messo in moto come in una crociata.
Fermarlo era pressoché impossibile.
Se la Costituzione del 1918 separava nettamente Chiesa e Stato e riconosceva "a tutti i cittadini la libertà di propaganda religiosa ed antireligiosa", già nel 1924 le Chiese vennero tassate in misura esagerata. Il movimento Novaja-Zizn diffondeva come programma "la volontà di combattere ogni abbruttimento religioso degli operai."
Nel 1923 il il XII Congresso del partito decise di avviare una lotta sistematica contro i pregiudizi religiosi. Nacquero due giornali, Il senza Dio, e Il Senza Dio al lavoro, aventi il solo scopo di diffondere l'ateismo.
Sotto Stalin, che era stato seminarista, la battaglia divenne più aggressiva e nacque un'associazione, l'Unione dei senza Dio, che si diffuse a macchia d'olio, organizzandosi in cellule molto attive.
Ma già nel 1923 uno dei massimi dirigenti bolscevichi, Stepanov, aveva dichiarato: "Dobbiamo agire in maniera che ogni colpo inferto alla struttura tradizionale della Chiesa, ogni colpo inferto al clero, attacchi la religione in generale... I meno convinti osservino a che punto diventi indispensabile la lotta decisiva contro il pope, si chiami pastore o abate, rabbino, patriarca, mullah o papa; questa lotta deve svilupparsi in maniera altrettanto necessaria 'contro Dio', si chiami Geova, Gesù, Buddha o Allah."
Stalin stesso si schierò apertamente nella campagna antireligiosa, ma il suo pensiero fu espresso in modo lapidario: "Sono contro la religione perché sono per la scienza"
Era in nome della scienza il decreto varato l'8 aprile del 1929 dal commissario agl Interni con il quale si proibiva alle organizzazioni religiose di organizzare casse di soccorso, riunioni di lettura biblica, la gestione di ambulatori e biblioteche?
Agghiacciante.
Non solo. I preti, considerati come "parassiti", vennero privati dei diritti civili e delle tessere alimentari. Molti vennero deportati o perfino giustiziati.

Ciò che inquieta, tuttavia, è che anche tra i partiti comunisti e socialisti dell'Europa occidentale si fece strada la direttiva leninista, soprattutto tra i comunisti francesi, i quali poi fecero una clamorosa retromarcia quando divenne evidente che occorreva realizzare un'unità con i cattolici ed in generale tutti i credenti per combattere il nazifascismo. Si assistette così ad uno dei più imbarazzanti fenomeni di finta amnesia della storia. Nessun comunista ricordava più di aver militato attivamente in associazioni atee contro la religione. Anzi, "quella roba" non era mai esistita.
Il segretario dei comunisti francesi Maurice Thorez tendeva la mano al "fratello cattolico" per combattere insieme il nazismo. Sarebbe stato davvero commovente se il tutto non fosse puzzato di idiozia pregressa e di opportunismo disgustoso.

Esemplare, per dimostrare come il virus antireligioso leniniano si fosse impadronito della mentalità comunista francese fu Aragon, che nel gennaio del 1932 scrisse un articolo su La Lutte, intitolato Atei o liberi pensatori?
"L'ateismo - scriveva Aragon - in realtà, è compatibile solo con la teoria rivoluzionaria propria del proletariato. La credenza nell'esistenza di un Dio è una credenza controrivoluzionaria, in quanto le divinità non sono in cielo ma in terra, e non sono altro che strumenti intellettuali per la conservazione dello Stato capitalista... Non c'è bisogno di dire che il Libero Pensiero, perdendo il suo valore di parola d'ordine ... ha smesso di essere, sotto questa forma, un segnale chiaro di aggregazione per i rivoluzionari. Riprendiamo il nome di atei che i curati ci gettano in faccia con un orrore sacro e grazie a questo distinguiamoci in particolare dai socialdemocratici che hanno abbandonato i fondamenti materialisti dell'analisi del capitalismo e che pretendono chesi possa al contempo essere socialista e spiritualista o idealista, ossia cristiano."
Parole inutili, vergognose, che mostrano fino a che punto il comunismo dogmatico si fosse impregnato di valori infantili e quindi estremistici (secondo Lenin le stesse parole di Lenin).
Diversamente, il marxismo italiano nelle sue correnti principali, non fu mai così dogmatico ed antireligioso, anche se non mancarono, specie tra i vecchi socialisti le macchiette dei "mangiapreti". Ma questa è tutta un'altra storia. Da Gramsci, da Togliatti, soprattutto da Berlinguer venne una lezione del tutto nuova in ambito marxista.
Da riprendere o da gettare insieme all'acqua sporca dopo il bagno che ci hanno fatto prendere Occhetto, D'Alema e Fassino?
note:
1) la citazione è tratta da Storia dell'ateismo di Georges Minois - Editori Riuniti 2003
Molto del materiale qui presentato viene dal libro citato

CF - 29 gennaio 2005