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La pedagogia di Aristotele
Il sillogismo fu individuato e segnalato
da Aristotele come strumento o modo per dimostrare
qualcosa. Molti sono convinti che nelle intenzioni dell'autore sarebbe dovuto diventare un luminoso esempio del "modo perfetto di ragionare", mentre, nel tempo, e per certi aspetti, si è rivelato come una "bufala" della quale, come scrisse Sesto Empirico, si poteva anche fare a meno...o quasi. Lo stesso Aristotele ricorre pochissimo al sillogismo. Tuttavia affermare l'inutilità del sillogismo non è esatto in molti sensi. Fosser chiari il significato di sostanza e successivamente di regno, genere, specie, singolo (in una parola di classe, o gruppo, o "insieme" di appartenenza) da un lato, e dall'altro fosse anche chiaro il significato di inerenza, scopriremmo che il sillogismo è un modo coerente di ragionare. Lo usiamo anche se non sappiamo che si tratta di sillogismo. Ogni nostra inconscia deduzione del tipo "se è un uomo, saprà cavarsela" è un sillogismo fondato sulla premessa "tutti i veri uomini sanno cavarsela". E' evidente che il sillogismo si può spiegare, di fatto costituisce una forma di ragionamento corrente e molti lo usano e lo usavano già ai tempi di Aristotele, probabilmente senza nemmeno sapere che si tratta appunto di sillogismo. Può essere discutibile che esso, di per sè, produca nuova conoscenza, tuttavia esso dimostra come che se, poniamo A, sia un y, A godrà di molte delle proprietà degli appartenenti al gruppo y. La logica formale contemporanea afferma invece che godrà di tutte le proprietà appartenenti a y. Ma questa formalizzazione è rigida e dunque cercando un eccesso di precisione, induce al contrario a sbagliare. Infatti essa può essere applicata ad una classe di oggetti prodotti, poniamo tutti i cd contenenti windows 98. Ma non può essere applicata ai componenti un battaglione di paracadutisti. Infatti anche se tutti gli appartenenti al battaglione fossero "coraggiosi", sarà comunque probabile che ci sia una pecora nera, cioè almeno uno che, in un dato momento, o si comporterà da vile o da temerario. In altre parole l'appartenenza formale ad una classe non ci autorizza affatto a dedurre certezze su un determinato individuo rispetto a tutte le proprietà che abbiamo posto come caratteristiche della classe stessa. Il sillogismo di base consiste di tre giudizi concatenati. I primi due sono detti premesse, il terzo è la conclusione. Per avere un sillogismo occorre che le due premesse abbiano in comune un termine detto medio. Il medio dovrebbe essere nella prima premessa il soggetto,nella seconda fungere da predicato. Esempio di prima premessa: tutti gli uomini hanno un cuore. Seconda premessa: Bill Clinton è un uomo. Dunque il termine medio e "uomo". Conclusione: Bill Clinton ha un cuore. Come si vede, niente di più logico, in apparenza. Ma la realtà è che qui si tratta di uno dei rari casi nel quale il sillogismo viene applicato correttamente. Infatti un esempio di sillogismo scorretto potrebbe essere il seguente. Prima premessa: tutti i filosofi sono di "dubbio orientamento sessuale. (lo era Socrate, si dice, forse non lo era Platone, certo non lo era Aristotele, sappiamo che alcuni lo sono anche attualmente). Seconda premessa: Aristotele era filosofo. Come si vede, se il primo giudizio è falso e non ha inerenza, tutto il meccanismo sillogistico va a farsi friggere. L'entimema. Nei procedimenti rettorici e dialettici in molte circostanze si utilizza l'entimema in luogo del sillogismo. L'entimema è una sorta di giudizio sillogistico nel quale, tuttavia, vengono omesse sia la premessa che il medio. L'asserzione "Clinton ha un cuore" è dunque un entimema se, per ovvie ragioni dialogiche, si trascura di enunciare sia la premessa che il medio. Un entimema può dunque risultare "scorretto" alla stessa stregua di un sillogismo. Ma, venendo a mancare l'evidenza della premessa e del medio (che è la chiave di volta che legittima l'associazione tra premessa e conclusione e, quindi ne certifica l'inerenza) è spesso difficile contestare la validità di qualsiasi asserzione. L'induzione. Aristotele illustrò anche un secondo tipo di ragionamento, chiamato induzione. In questo tipo di ragionamento si procede da constatazioni particolari e si giunge a conclusioni più generali. Esempio: Clinton, Milosevic e Saddam Hussein sono capi di stato. Clinton, Milosevic e Saddam Hussein hanno la testa dura. Dunque i capi di Stato hanno la testa dura. Come si vede questo tipo di ragionamento evidenzia qualcosa, cioè un carattere particolare comune a tre capi di stato. Il fatto che questa induzione sia vera, comunque, non porta a delle conclusioni logiche accettabili nel senso che tra i tre esistono comunque delle differenze abissali, la prima delle quali che Clinton non è un criminale irresponsabile, se non in parte, e secondo un giudizio relativo mentre gli altri due si, lo sono totalmente, in quanto non solo mettono a repentaglio la vita dei "nemici", ma si ostinano a mettere a repentaglio anche la vita dei loro concittadini. La seconda cosa da evidenziare è che: se i capi di stato hanno perlopiù la testa dura, non è comunque certo che tutti i capi di stato abbiano la testa dura. L'induzione pertanto non ci rende mai del tutto sicuri che la conclusione sia vera in generale. Riguarderà sempre e solo i tre esempi fatti, o tutti gli esempi che vogliamo fare. Esempi di questo tipo possono solo dimostrare una cosa: le tecniche di ragionamento sono di fatto neutrali, ma sono molto simili ad armi da guerra e tutto dipende da chi le usa. Se la persona è onesta e mediamente intelligente le userà correttamente, in base ad intenzioni di verità. Se la persona è disonesta o con un'intelligenza al di sotto della media, li userà male, o per costruire un castello di falsità o per dimostrare sciocchezze. In questo caso il merito di Aristotele non consiste nell'aver mostrato che si può ragionare così, tramite sillogismo od induzione, per dimostrare qualcosa. Il merito di Aristotele, che personalmente gli riconosco a posteriori, è quello di aver scoperto come ragiona la gente in generale e la gente in generale spesso ragioni per sillogismi inconsci. Ad esempio molti uomini pensano che "tutte le donne siano uguali...in un certo snso". Anna è una donna, pertanto Anna è uguale...in un certo senso. Analogamente ragionano molte donne rispetto agli uomini...in un certo senso. In questo contesto credo sia ancora utile far notare che il sillogismo scorretto, che Aristotele deifinì eristico, era usato soprattutto dai sofisti ed in generale dai demagoghi di ogni risma, quelli che voglion sempre fare di ogni erba un fascio per il proprio tornaconto o per dimostrare teorie balzane. Smascherare un sillogismo eristico è facile come bere un bicchiere d'acqua perchè le premesse son sempre false, o le conclusioni forzate. |