Romania:
Un viaggio avventuroso

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Il diario 

Premessa


Questo breve viaggio era già nelle intenzioni da tempo, ma è stato favorito da .... Internet, perché tramite le mie pagine personali sono stato contattato da un Banfi residente a Bucarest, quindi la data della partenza è stata fissata per sabato 1/09/01.
Eravamo consci che sarebbe stato un viaggio diverso dai soliti, ma certamente non immaginavamo quello che avremmo vissuto.

 

Sabato 1/09/01

Partenza da casa con tempo fresco e nuvoloso fino a Venezia.
Quindi in sosta pranzo su un'area dell'autostrada nei pressi di Udine abbiamo un incontro occasionale con uno dei frequentatori di questo sito: Alessandro Comin.
Una serena chiacchierata e poi un saluto, ma entrambi contenti di aver associato il volto al nome.
La coda alla barriera di Coccau viene superata velocemente grazie al Telepass, attraversiamo l'Austria entrando in Ungheria e sostando nel paesino di Vasvar nell'immenso parcheggio posto all'ingresso del paese proprio a fianco del campeggio che è chiuso.
Sul parcheggio si fermano anche due camper francesi e una roulotte tedesca.
La nota più caratteristica di questo primo tratto di Ungheria è la quantità di Trabant ancora in circolazione.

 

Domenica 2/09/01

Al mattino siamo svegliati dalla campane della chiesa che visiteremo per assistere alla Messa.
Il tempo è abbastanza uggioso con una pioggia che nei pressi di Budapest diventa insistente, per cessare nel pomeriggio.
Transitiamo anche da alcune località in cui si stanno svolgendo delle sagre paesane, con giochi bimbi, concorsi ippici e le immancabili bancarelle.
Alle 17,30 siamo al confine con la Romania.
I controlli ungheresi sono abbastanza solleciti.
Gli edifici di frontiera rumeni sono nuovissimi, impiegheremo però 40 minuti per i controlli.
Il funzionario mastica anche un po' di italiano e poi notato il mio cognome mi fa sapere che è abbastanza diffuso in Romania; alla mia risposta che sto andando a trovare appunto un Banfi sorride e ci augura buon viaggio.
L'ingresso nella città di Oradea è uno di quelli che lascia il segno, la strada attraversa la parte industriale dove tutto è cadente e versa in uno stato di pietoso abbandono, anche se i complessi industriali sembrano essere in funzione.
Certo nemmeno aiutano la strada e il traffico, quindi usciamo in direzione di Cluj Napoca, perché vorremmo sostare in un campeggio segnalato dalla guida Touring posto a circa 18 km in questa direzione.
Cominciamo anche a scoprire i lati negativi del traffico rumeno, carretti e camion obsoleti, mezzi che guastatisi sono fermi ai lati delle strade senza la ben che minima segnalazione mentre i proprietari si cimentano in riparazioni di fortuna. Le strade in città sono un susseguirsi di buche, e a volte i tombini sono anche senza coperchio, lo stato dei palazzi è anch'esso fatiscente.
Notiamo poi in alcuni campi incolti a fianco della strada degli accampamenti dove nomadi vivono in misere tende o sui carri.
Non troviamo il campeggio quindi sosteremo per la notte a Alesd su un parcheggio per Tir.

 

Lunedì 3/09/01

Ripartiamo verso Cluj.
Durante il tragitto la strada per un buon tratto è in buone condizioni, tuttavia abbiamo modo di intuire che il mezzo di trasporto che va per la maggiore è .... il Cavallo di San Francesco oppure chiedere l'autostop.
Certamente per noi non più abituati a vedere così tante persone muoversi a piedi è quasi una situazione irreale, spesso poi la strada è invasa anche da oche o altri animali da cortile.
Nei paesini il maggior movimento è concentrato presso il mercato dove i contadini mettono in vendita i loro pochi prodotti trasportati lì coi carri.
Ci fermeremo per acquistare il pane in un minuscolo negozietto, paghiamo per 1kg di pane poco meno di 1.000 Lire.
La strada si snoda attraverso dolci colline, dove i lavori nei campi sono ancora svolti con metodi e strumenti antichi quali la falce e l'aratro trainato dai cavalli.
In alcuni paesi ai lati delle strade sono posti in vendita assieme a pizzi e merletti anche enormi cesti di funghi, si nota un minimo di movimento turistico.
Nel paesino di Gilau, quasi a conferma di ciò, individuiamo il "Camping Eldorado" nuovissimo con piazzuole erbose dotate di acqua, luce, sembra quasi un miraggio, ne prendiamo quindi immediatamente nota.
La strada peggiora decisamente con buche che procurano scossoni poco gradevoli, all'ennesima buca si accende la spia basso livello acqua raffreddamento, penso ad un falso contatto invece sarà l'inizio dell'avventura.
Effettivamente il serbatoio è al minino, lo riempio ma alcuni spruzzi bianchi all'interno del motore mi fanno supporre una perdita che però non riesco ad individuare, procediamo con un occhio più attento alle varie spie.
Entreremo in Cluj che attraverseremo con notevole difficoltà causa i lavori di asfaltatura che bloccano l'arteria principale, usciamo in direzione di Sighisoara.
L'impressione avuta attraversando Cluj è la medesima percepita ad Oradea.
Nel pomeriggio dirigiamo verso Sighisoara, la nostra marcia è comunque rallentata da altri lavori stradali e dai ai soliti camion decrepiti e fumosi.
In prossimità dei lavori un discreto numero di ragazzi chiede insistentemente la carità, possiamo comunque notare che molti di loro hanno lo sguardo perso nel vuoto.
A Sighisoara visiteremo la cittadella ponendo particolare attenzione nella ricerca della casa natale del Conte Dracula.
Ci mettiamo quindi alla ricerca del campeggio che troviamo sulla sommità della collina sovrastante la stazione ferrovia, non è un vero campeggio, ma si può sostare sul piccolo campo di calcio pagando circa 10.000 Lire, non è nemmeno dotato dei servizi.
Verifico il livello dell'acqua in quanto la vaschetta è nuovamente vuota, controllo con molta attenzione il radiatore e noto una perdita piccola nella parte inferiore, domani cercheremo un sistema per la riparazione.

 

Martedì 4/09/01

Comincia la ricerca.
A Sighisoara facciamo inutili tentativi per trovare qualcuno che tenti la ben che minima riparazione, nel contempo la perdita aumenta.
Siamo indecisi se tornare indietro o se proseguire visto che a Brasov (115 km) c'è sicuramente una officina autorizzata IVECO.
Giungiamo prima di mezzogiorno all'ingresso della città e come un miraggio nel deserto la prima cosa che incontriamo è una nuovissima concessionaria officina IVECO, tra noi pensiamo che il problema sia ormai risolto.
Il gentilissimo capo meccanico sentenzia però che l'unica cosa fattibile è la sostituzione del radiatore, purtroppo non lo ha disponibile, quindi ci indirizza a Bucarest (km 180).
Nel pomeriggio, avendo cura di mantenere, con un piccolo artifizio, bassa pressione all'interno del radiatore ci incamminiamo verso Bucarest.
Transitiamo dapprima dalla località turistica di Sinaia dove è visibile un certo movimento turistico e quindi giungiamo nella piana di Bucarest dove ai lati della strada sono in funzione piccoli pozzi di petrolio.
Per via dell'inconveniente meccanico tralasciamo di fare la deviazione in programma verso Snagov dove in un castello sul lago c'è la tomba del Conte Dracula.
Prima di recarci al campeggio facciamo la spesa in un grosso centro commerciale che è decisamente rifornito ma sembra però più un fortino a causa delle recinzioni di filo spinato, delle garitte e degli innumerevoli sceriffi.
Quella degli sceriffi sarà una costante che ritroveremo spesso.
Giungiamo quindi in serata al campeggio nel complesso turistico di Casa Alba.
Nel campeggio c'è un tour organizzato di 11 roulotte olandesi, ci sistemiamo chiedendo informazioni al ragazzo della Reception, che parla un discreto italiano, notizie su come raggiungere l'indomani l'officina IVECO.
Scopriamo che è nella stessa zona di quel Banfi che avremmo dovuto incontrare.
Il campeggio, anch'esso presidiato da uno sceriffo, costa 45.000 Lire, comprensivo di allacciamento elettrico e uso delle docce calde.

 

Mercoledì 5/09/01

Partiamo alla ricerca dell'officina, che troviamo dopo aver attraversato Bucarest con una certa facilità, aiutati sia dalla piantina della città in nostro possesso sia dal fatto che trovandosi proprio di fronte al supermercato METRO, su molti incroci era appunto riportata l'indicazione per raggiungere tale supermercato.
Durante il nostro tragitto abbiamo comunque potuto vedere seppur solo di sfuggita alcuni luoghi quali la Casa della Stampa Libera, il Palazzo della Repubblica e l'immensa mole del Palazzo del Parlamento, nel contempo notiamo che la manutenzione dei giardini è affidata ad un considerevole numero di donne armate di falce e rastrello.
Giungiamo all'officina, anche questa è presidiata da sceriffi.
Il capo meccanico dice che dovremmo aspettare in quanto per questioni organizzative lavorano solo su ... appuntamento, però vista la nostra provenienza spera in giornata di provvedere alla sostituzione.
Tuttavia con molta disponibilità, un meccanico, saltando anche la pausa pranzo provvederà alla sostituzione, nel contempo sorge il problema del pagamento, i Lei che abbiamo sono insufficienti e non accettano né altre valute né la carta di credito.
Veniamo indirizzati alla Banca Nazionale Rumena che si trova a circa 500m, ma neppure qui effettuano cambio e lo sportello VISA inspiegabilmente non accetta la nostra VISA, pertanto siamo invitati a rivolgerci alla Banca Commerciale Rumena che si trova in un altro quartiere.
Il problema è come raggiungerla, visto che ci erano stati sconsigliati i taxi, quindi confidiamo ancora sulla gentilezza del personale IVECO che mette a disposizione una loro auto e ci fa accompagnare fino alla sede della Banca, abbiamo finalmente risolto il problema.
In questo attraversamento di Bucarest abbiamo comunque visione della periferia della città dove in stradine laterali ci sono dei ragazzi con dei carretti e capiamo ora lo sguardo perso, aspirano la micidiale colla, è per noi un pugno allo stomaco.
Tuttavia le sorprese di questa giornata non sono ancora finite.
Risolto il nostro problema è orami tardo pomeriggio, ci muoviamo su quella che vorrebbe essere la tangenziale di Bucarest per andare alla ricerca del nostro omonimo.
Veniamo fermati da una macchina che ci espone un distintivo della polizia.
L'atteggiamento comunque del poliziotto che si spaccia per essere del nucleo antidroga ed alcuni suoi comportamenti ci insospettiscono, dopo una breve ispezione al frigorifero vorrebbe verificare tutti i soldi che abbiamo per ricercare quelli falsi, ma notate le mie rimostranze desiste, sembra comunque voler scovare chissà che all'interno del mezzo.
Continua a spacciarsi per poliziotto e verifica anche gli astucci degli occhiali ed alcune caramelle che Tiziana ha con se.
Gli mostro nel contempo la piantina di Bucarest e gli chiedo se conosce il quartiere dove devo andare io (siamo distanti non più di un km), cade dal pero e dice di non conoscere la città, però penso capisca che ho dei seri sospetti sulla sua vera identità.
Quindi con un ultimo colpo di teatro chiede a tutti noi di mostrare le braccia per vedere i segni dei buchi, al nostro sorriso di commiserazione scende dal mezzo e si allontana.
Ormai è tardi, facciamo comunque un ultimo tentativo per rintracciare Banfi, ma non ci riusciamo anche perché vista la situazione, lasciare abbandonato il mezzo non ci sembra la migliore soluzione.
Ritorniamo quindi al campeggio che è saturo in quanto sono arrivati anche 14 camper tedeschi, riusciamo però a sistemarci nel bosco tra due bungalows.
É stata una giornata veramente particolare.

 

Giovedì 6/09/01

Siamo indecisi se ritentare la ricerca del nostro omonimo o se ripartire, vorremmo rintracciare almeno il numero di telefono, ma anche questa ricerca si rivela impossibile, quindi a malincuore lasciamo Bucarest, percorrendo l'autostrada in direzione di Pitesti.
Lungo l'autostrada c'è un mare di polizia inoltre bisogna prestare attenzione poiché mancando in diversi tratti la rete vi sono persone che tranquillamente attraversano per chiedere un passaggio e non è pure remoto il caso lo facciano anche grossi animali.
Questo centinaio di km è stato l'unico tratto che ci ha permesso di mantenere una discreta media.
Giungiamo a Pitesti, grossa città industriale, dove causa lavori ed un mercato è il caos, tuttavia l'attraversiamo in direzione dei Carpazi.
Appena fuori del centro abitato tutto cambia, ricompaiono i soliti paesini, dove ai lati delle strade è normale vedere donne che curano il loro gruppo di oche o tengono al guinzaglio la loro mucca.
Lungo la strada possiamo ammirare delle piccole cappelle finemente decorate che possono far intuire quale sia la bellezza dei monasteri, sia della Valacchia che della Bucovina.
Il paesaggio diventa montano con aspetti anche nelle abitazioni molto simili ai nostri alpini.
Poco prima di mezzogiorno ci coglie un violentissimo temporale che trasformerà le strade in fiumi di fango, la strada sale fino al passo dove sul piazzale di un grande mausoleo sosteremo per il pranzo godendo del panorama sottostante.
Ripartendo acquistiamo per poche lire un secchiello di ottimi lamponi che alcuni bimbi vendevano ai lati della strada, arriviamo così a Bran, dove vi è il castello ritenuto essere quello di Dracula.
Questo fatto porta del turismo con un po' di benessere per i locali, sostiamo quindi di fronte ai giardini, facendo acquisiti al mercatino e una breve visita al castello.
Riprendiamo la marcia verso Sibiu, dove vi giungiamo a sera passando in paesini in cui era facile incrociare persone che, sui carretti o su vecchi trattori, tornavano a casa dopo i lavori nei campi.
Sosteremo al campeggio di Sibiu, i cui standard non sono dei migliori.

 

Venerdì 7/09/01

Durante la notte inizia a piovere a dirotto, e questa pioggia ci accompagnerà per buona parte della giornata.
Lungo la strada visiteremo il castello di Hunedoara.
Il castello, in parziale fase di ristrutturazione, è circondato dalla parte industriale di questa città, che contrasta notevolmente con la sua bellezza. Anche in questa città le industrie versano in uno stato di notevole degrado.
Nel primo pomeriggio, l'uscita del sole e la sosta ad un Santuario dove è in corso una festa magiara, ravviva la giornata, abbiamo così modo di osservare anche i pregevoli copricapo indossati dalle donne.
Lo stato della strada è decisamente buono e nonostante i rallentamenti causati dai soliti fumosi camion, dopo aver attraversato Arad, e non avendo trovato il campeggio, giungiamo alla dogana verso le ore 18,30, dove, come ci mettiamo in fila, un funzionario fa pagare, solo a noi, una non ben specificata tassa per questioni sanitarie!
Siamo però felici perché la coda non supera qualche centinaio di metri, pensiamo quindi di sbrigarcela in poco tempo, la previsione si rivelerà errata, infatti impiegheremo ben 3,5 ore.
Ad un certo punto, avevamo solo 20 macchine davanti a noi, la frontiera viene CHIUSA, non capiamo il perché.
Nel frattempo si materializzano venditori di paccottaglie varie, cambia valute ecc., riesco però ad intuire che la frontiera rimarrà chiusa per molto tempo, quindi mentre siamo in coda ad aspettare impieghiamo il tempo per cucinare e cenare.
Scopriremo poi che la frontiera è stata chiusa perché una banda musicale è stata posizionata proprio sulla frontiera per suonare qualche musica di benvenuto a non so chi.
Finalmente la frontiera riapre, al controllo passaporti rumeno il mio ha qualche problema, ma dopo 10 minuti me lo restituiscono e passiamo.
Al controllo del finanziere (10 m dopo quello dei passaporti), dapprima vengo redarguito e fatto arretrare di 30 cm perché con le ruote anteriori ero sopra la linea bianca di arresto, poi il camper viene guardato in ogni angolo perché secondo loro io "Trasportavo bambino piccolo", quasi volevano che aprissi il serbatoio dell'acqua potabile che è posto nella cassapanca!
Mi lasciano alla fine passare.
Il controllo ungherese non porta via più di cinque minuti.
Ci fermiamo a dormire nel primo paesino che incontriamo.

 

Sabato-Domenica 8-9/09/01

Saranno impiegati per il viaggio di rientro, con una breve sosta per visitare nei pressi di Codroipo la splendida Villa Manin.

Note finali


Abbiamo potuto notare in questa brevissima visita la notevole difficoltà in cui versa la Romania, si intravedono alcuni cenni di sviluppo, ma la fatica nella ripresa è visibile dal fatto che la forza delle braccia è ancora quella più usata per compiere qualsiasi lavoro.
Forse l'incremento del turismo, ora favorito dal fatto che non servono più i visti, può dar fiato ad una povera economia, spero che i rumeni sappiano mettere quindi a frutto le bellezze dei monasteri o la storia racchiusa in molti siti.
Arrivederci Romania

Famiglia Banfi

 

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