Forse il motivo più profondo dell'attrazione che questo Paese esercita sul visitatore sta nell'accostamento vertiginoso di due dimensioni apparentemente inconciliabili: il senso dell'infinito e quello del particolare; due aspetti antitetici eppure complementari.
Infinito e finito, inquietudine e limpidezza, magia del silenzio e calore della musica e delle voci che si levano dai pub sempre affollati; cieli trasparenti e cieli percorsi da nubi tempestose, tratti di verde racchiusi da muretti e steccati e paesaggi così sconfinati da sembrare proiettati nel nulla.
Questo Paese che appare come l'incarnazione di un terrestre paradiso può diventare il teatro dell'inferno ogni volta che i suoi figli si affrontano sulle barricate di una guerra anch'essa senza fine.
Eppure ci affascinano i cottages con il tetto di paglia spiovente o i castelli di pietra immersi nel verde dei parchi, e mi sembra che niente possa eguagliare la bellezza delle scogliere a strapiombo che cingono l'isola, immagini bibliche, il mare e l'orizzonte fuori dal tempo e dallo spazio.
Un Paese a tinte così forti non consente l'indifferenza: al visitatore attento tocca il privilegio di poterla incondizionatamente ammirare e amare.
L'amore per gli spazi sconfinati è una delle caratteristiche più spiccate del carattere irlandese.
In questi immensi spazi verdi, dove il silenzio è rotto solo dal vento e dal respiro del mare, il tempo riacquista cadenze altrove perdute.
Un viaggio in Irlanda significa approdare a un luogo dove si compiono incontri straordinari, anche con se stessi.
Scenari e atmosfere intatte ricostruiscono quello che è "il Paese dei desideri del cuore", valli color di smeraldo, spiagge, scogliere, infiniti silenzi, per meno di 4 milioni di persone, raccolte in villaggi fatti di grappoli di case coloratissime e in piccole città a misura d'uomo, dove la natura domina e la presenza umana è solo un ricamo, una traccia lieve e senza drammi, purificata di tutto il peso della storia.
Poi la storia.
Un passato antico, raccontato oggi da un microcosmo di castelli, fortezze, antiche abbazie, villaggi preistorici, monumenti celtici, che si materializzano nel verde della campagna, in perfetta sintonia con la natura.
Un passato scandito anche da profondi momenti di crisi: la grande carestia del secolo scorso, lotte per l'indipendenza dagli inglesi.
E infine, la gente.
L'Irlanda della birra, della musica, delle fiere e delle corse dei cavalli.
E del pub, una vera filosofia di vita, fatta del gusto di stare insieme e di praticare "l'irlandesità", quasi una categoria dello spirito, che attinge a un immaginario collettivo popolato di gnomi e di folletti, di bardi, di eroi e di poeti.
Oggi c'è però una "nuova" Irlanda di tendenza, giovane, vitale, dai tratti e dalle aspirazioni prepotentemente europei: ma che convive in perfetta armonia con gli scenari e le atmosfere di un'Irlanda fuori dal tempo, dove le cose che contano sul serio rimangono di una disarmante quotidianità, dove le proporzioni cambiano e le cose non sono mai come sembrano.
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