Storia del Cane dei Pirenei

Il Cane da Montagna dei Pirenei, cane da compagnia, guardiano 

impareggiabile delle greggi, contro ogni predatore, custode dei castelli,

 tenero compagno di giochi dei bambini, esso ha svolto tutti i mestieri.

Inoltre è incantevole. Un vero signore!

 

Bisogna immaginarlo nel suo ambiente d'elezione, i Pirenei,

e nel suo ruolo ancestrale, la protezione delle greggi.

Caduta la notte, ricoperto dalla sua pelliccia bianca e folta, 

facendo la sua ronda con un passo leggero e sicuro,

non lontano dalle greggi dormienti, tutti i sensi in allerta, 

facendo risuonare la sua voce profonda e potente al minimo rumore,

 esso è pronto ad ingaggiare battaglia contro l'intruso, 

che sia un orso, un lupo o un ladro.

Insomma, l'immagine di un accordo perfetto tra cane e il suo mestiere.

 

Per scoprire e comprendere un po’ meglio la personalità del Montagna dei Pirenei,

occorre risalire alle sue origini che tutti i cinofili concordano nel situare 

sugli altipiani dell'Asia centrale, "il tetto del mondo", nei tempi lontani

  dove i popoli migravano verso l'ovest, alla ricerca di condizioni di vita migliori.

Accanto agli uomini, alle donne, ai bambini, alle greggi, 

l'antenato del Cane dei Pirenei era là.

Seguiamo le sua tracce.

Il Montagna dei Pirenei, questo grande cane e bel cane, dalla statura imponente, 

come tutti i cani detti "da Montagna", è ai giorni nostri il più popolare

 della sua specie, nella quale si posizionano ugualmente il San Bernardo e il Leonberg,

per non citare che i suoi due cugini i più diffusi.

Precisiamo tuttavia, che si tratta di una grande famiglia, e che a queste tre razze

 si unisce un numero importante di altri "montanari".

Essi si sono stabiliti ed hanno sviluppato le loro particolarità nei paesi che segnano

 la strada delle migrazioni dalla Preistoria al Medio Evo.

Si può citare il Maremmano Abruzzese (Italia), il Bovaro Svizzero, 

il Mastino dei Pirenei (Spagna), il Pastore di Tatra (Polonia)….

 

Questi Cani da Montagna sarebbero tutti più o meno dei lontani cugini e sarebbero derivati, 

secondo l'ipotesi più diffusa, da un antenato comune: il quasi leggendario Molosso del Tibet, 

animale feroce che sembrava a Marco Polo "grande quanto un asino".

Verso il V° secolo, le migrazioni massive dei popoli asiatici ebbero luogo.

Prendendo la strada dell'ovest, essi irruppero in Europa.

Lungo il percorso delle loro peregrinazioni, che è facile da seguire,

 si trovano le tracce dei loro preziosi ausiliari: i loro grandi cani.

Essi si stabilirono nelle regioni montagnose, vicine al clima 

delle loro condizioni di esistenza originali: i loro cani vi trovarono 

un contesto favorevole al loro sviluppo.

Il ceppo francese, quello del Montagna dei Pirenei, si stabilì negli Alti Pirenei.

 

 

La prima testimonianza che ci informa sulla presenza e le attività del 

Montagna dei Pirenei in Francia, data dell'inizio del XV° secolo.

Si scopre che esso era il difensore delle Roccaforti di Lourdes, di Foix e di Carcassonne.

In verità, esso era entrato nelle sue funzioni con il Conte di Foix; il celebre Gaston Phoebus, a partire dal 1350.

I signori di quell'epoca, avevano necessità, per la protezione dei loro beni e quella degli abitanti del Castello,

contro i predatori e i saccheggiatori, di robusti e feroci animali abili e coraggiosi che, 

costituiti in mute, erano pronti ad affrontare ogni pericolo.

Poiché essi, facevano la ronda, di notte non era consigliato avventurarsi sul loro cammino.

A partire dal XVII° secolo, esso divenne molto di moda 

negli ambienti aristocratici: un nobile sguardo si era posato su di lui.

 

Nel 1675, Madame de Maintenon accompagnò il Duca di Maine,

figlio del Re e di Madame de Montespan alle acque di Barèges, sui Pirenei.

Durante una passeggiata salutare, in montagna, il ragazzino si invaghì fortemente

di un giovane "Patou" (è il nome regionale del Montagna dei Pirenei) di otto mesi.

Come ciò accade spesso tra cane e bambino, essi si legarono di una vera amicizia.

Giunto il momento del ritorno, il giovane Duca volle sicuramente portare il suo compagno di giochi a Parigi.

Naturalmente Madame de Maintenon cedette al capriccio del bambino.

Il Patou lasciò la sua montagna e le sue pecore per integrarsi a Versailles, dove fece scalpore.  

La moda di questo cane si diffuse rapidamente. Chiunque possedeva un Castello o un parco, ne volle uno.

Il Montagna dei Pirenei aveva acquisito i suoi caratteri di nobiltà 

tanto da essere conosciuto anche oltremanica.

Infatti la stessa Regina Vittoria nel 1848 possedeva un tipico esemplare dal nome "Cabas",

che divenne un cane tanto popolare a corte che fu onorato con un suo ritratto 

esistente ancora oggi nel Castello di Windsor.

Il XIX° secolo è un grande momento per la cinofilia.

La maggior parte delle Razze che noi ammiriamo oggigiorno furono importate, 

migliorate, fissate, studiate in quest'epoca.

Gli scrittori e i pittori si fecero portavoce di questa passione crescente.

All'inizio di questo secolo, i Romantici percorrevano le strade di campagna.

Nei Pirenei, essi scoprirono il Cane dei Pirenei, grande, maestoso,

 indipendente e così bello che esso divenne per loro un nuovo soggetto di ispirazione.

E quando accadeva di incontrare un pastore, egli raccontava a loro che, 

 una domenica aveva fatto l'acquisto del suo Patou al mercato di Cauteret.

In questo celebre mercato di cani e di cuccioli di questa Razza, tutti i pastori della regione

venivano per acquistare o per vendere, "sicuri, come racconta Commettant nel 1808,

di non tornare alle loro abitazioni con le tasche vuote, 

se i cani che essi portavano erano di razza pura".

Testimonianze, documenti, iconografie si moltiplicano.

Il turismo e le terme si sviluppano a passi da gigante.

 

La Razza si fa rapidamente conoscere dal grande pubblico, in Francia come all'Estero,

aiutata in ciò, alla fine del secolo, da allevatori che contribuirono efficacemente alla sua diffusione.

Ma parallelamente, altre tendenze concorrevano ad ostacolare questa felice evoluzione.

In effetti, la dispersione di cani di pura Razza in zone mancanti di riproduttori,

ha favorito cattivi accoppiamenti, e dunque l'imbastardimento della Razza.

In più, la scomparsa progressiva e sensibile dei lupi e degli orsi sui Pirenei,

incita i pastori ad essere meno vigilanti riguardo la preservazione 

delle sue qualità ancestrali, e a disinteressarsi di lui.

Alla fine del secolo scorso, finalmente germogliò l'idea da parte di alcuni appassionati 

di creare un Club avente per vocazione non il miglioramento della Razza, 

la Razza pura non ne aveva affatto bisogno, ma la sua salvaguardia.

Il tutto si realizzò nel 1907 e la prima mansione fu di redigere uno standard.

Era in effetti urgente determinare le caratteristiche della Razza.

Un altro Club dei Cani dei Pirenei fu ugualmente fondato ad Argelès-Gazost, 

ma una quantità di piccoli allevamenti anarchici,

s'improvvisavano per rispondere alle richieste dei turisti.

Inoltre, la Guerra del '14 - '18 fu nefasta a tutte queste "gole da nutrire".

Quando essi non venivano eliminati, la malnutrizione causava danni e devastazione.

Divenne così difficile trovare dei buoni riproduttori e dei soggetti di Razza pura,

malgrado gli sforzi consentiti di alcuni amatori di questo cane.

Finalmente, un nuovo Club creato nel 1923, prosperò e riuscì al prezzo di una grande perseveranza,

a dare un nuovo slancio alla Razza nel mantenimento della sua tipicità ancestrale.

L'allevamento del Montagna dei Pirenei si esercita dunque in quest'ottica determinata dal Club e dalla ragione.

Perché voler cambiare ciò che è perfetto?

La natura lo ha creato potente ed imponente, dall'alto dei suoi 70-80 cm., ma con misura: esso è elegante.

Essa lo ha provvisto di un folto mantello per affrontare il vento glaciale delle cime innevate e

di un doppio sperone agli arti posteriori per avere maggior presa sul ghiaccio.

La natura gli ha dato una bella testa, l'ossatura ben equilibrata, lo sguardo dolce e franco.

Infine essa lo ha gratificato con un'agilità, una spigliatezza, una robustezza del tutto adatte alle sue funzioni.

 

Così costituito, questo cane si mostra eccellente per la difesa delle greggi,

lavoro complementare, un tempo indispensabile, della condotta guidata dal 

piccolo "Pastore dei Pirenei" (Berger des Pyrénées).

Un tempo, il Montagna dei Pirenei portava un collare di ferro articolato 

ed irto di punte per impedire alle belve di sgozzarlo.

All'Estero il Montagna dei Pirenei è molto apprezzato;

oggigiorno esistono Club della Razza in Europa e in America.

Oltre atlantico, il nostro Patou può ancora oggi dimostrare la sua forza

e la sua audacia in condizioni vicine a quelle che i suoi antenati hanno vissuto.