Vista degli acquedotti della Tolfa nel 1699 |
|
|
Un velo di silenzio e
di dubbio avvolge l'origine del paese di Tolfa. Che un nucleo abitato esistesse anche in
antico, più o meno in corrispondenza dell'attuale, è, come abbiamo visto, un'ipotesi
attendibile; ma, indipendentemente da questa continuità, base certa di partenza di questo
nostro excursus non può essere che l'aggregato urbano medioevale esistente all'ombra
della munita rocca, della quale vediamo ancor oggi i ruderi: un villaggio estendentesi per
breve tratto nel declivio meno disagevole del monte, verso nord - ovest. Ma a quale
periodo farne risalire le origini? Il nome di Tolfa compare la prima volta in connessione
col ricordo delle scorrerie dei Saraceni, che nel nostro territorio ebbero il momento più
drammatico nell'assalto e nella distruzione di Centumcellae (primi decenni del seco- lo
IX). Oltre che sulle città marittime, l'opera devastatrice dei nuovi barbari s'estese
anche all'interno; «tanta multi- tudo Saracenorum - come scrive il cronista - per portum
Centumcellensem intrans, replevit superflciem terrae ut locustae. Omnis Tuscia in
solitudinem redigitur». Nel quadro di tali vicissitudini si colloca una notizia dataci da
Annio
Viterbese, che riguarda Tolfa Nuova (un paese del quale sussistono tuttora deboli avanzi,
sul monte oggi della Tolfaccia e, di riflesso, Tolfa Vecchia, ch e' la, Tolfa attuale. Annio
(il quale visse dal 1437 al 1502, ' quando Tolfa Nuova
esisteva ancora, sia pure avviata ad estinzione, come vedremo) nei suoi Commentari su frammenti
dell'Itinerario di Antonino Pio (Antiquitai variarum volumina XV) fa menzione del
«Forum no' pagorum Claudii» e lo identifica con Tolfa Nuova: «ab hacTulfa Nova: olim
Foro Claudii: recta via est in Tarquini as" dice anche: «Est igitur Tulfa Nova
inclyta praefectis manis usque ad tempora nostra: quae destructa a Sarl nis nomen Claudium
perdidit et a reparatoribus vic Tulfanis Veteribus nomen desumpsit». Secondo dunque la
notizia dello storico viterbese, tempi in cui le scorrerie saracene desolavano la Tuscia
esisteva, non lungi dal mare, sul monte ora detto della' tolfaccia, un centro romano da
lui identificato col Forum Claudii dell'«Itinerario» di Antonino; un'incursione
barbaresca lo distrusse; dopo un periodo di tempo di cui non sappiamo la durata esso
rinacque, e ciò fu ad opera dei vicini abitatori di Tolfa; in seguito all'azione dei
ricostruttori il rinato paese non riprese il nome antico preferendo dI quello di Tolfa
Nuova. Venne così naturale che per necessaria differenziazione si desse l'attributo di
«Vecchia» l'altra comunità. Vi furono in tal modo, e procedettero di vita parallela
per alcuni secoli, Tolfa Vecchia e Tolfa Nuova; ma mentre la prima a metà del
secolo XV per effetto della scoperta giacimenti di allumite sorgeva a nuovo inatteso
sviluppo la seconda nella stessa epoca vedeva l'inizio d'una rapida fine. Si può pensare (sempre
nel quadro della notizia anniana) che gli scampati all'incursione saracena si rifugiassero - siamo nel campo della pura ipotesi - almeno buona parte nella
vicina Tolfa; e che fossero essi, o i l figli, o i nipoti, a farsi in seguito promotori
della ricostruzione dell'avita sede, fattasi più sicura dall'offesa nemica si tratterebbe
di un fenomeno parallelo a quello di Civitavecchia, che la tradizione
ci dice ricostruita dai profughi, e dai loro discendenti, della distrutta Centumcellae.
Quel che è certo è che l'appellativo di «nuova» pone un rapporto di chiara derivazione
del centro prossimo al mare rispetto all'altro più interno. Dalla notizia anniana
si vorrebbe desumere anche qualche spunto cronologico, si vorrebbe poter trarre qual- che
barlume per conoscere a quale remota epoca si può risalire per ravvisarvi una Tolfa
costituita comunque in comunità organizzata; ma la nostra fonte è troppo scarna per
consentirlo. L'assalto e la devastazione della vicina Centumcellae sono dagli storici con
buoni argomenti collocati negli anni 812 e 829; sarà da assegnarsi allo stesso periodo la
distruzione della cittadina madre di Tolfa Nuova? Non abbiamo elementi per asserirlo. Quel
che ci è con- cesso è soltanto di tener presente l'epoca delle incursioni saracene;
associandovi il fatto che gli uomini di Tolfa dopo la distruzione del non lontano centro
andarono a ricostruilo (ma quanto tempo dopo?) abbiamo la nozione chè Tolfa già allora
sussisteva; e qui dobbiamo fermarci, ogni ulteriore induzione essendo temeraria.
Parimenti, solo come ipotesi può pensarsi che già allora fosse stata eretta la rocca, a
difesa dalla ricorrente minaccia dal mare. Tutto il discorso che precede, sviluppo del
brano dei Commentari citati, è, peraltro, subordinato ad una riserva: si può
prestare fede all'asserzione del loro autore? Ben sappiamo quali giudizi sono stati dati
di Annio, e come pesino sulla sua opera. Ma forse nella presente questione - a parte il
problema dell'identificazione del paese devastato con l'antico Forum Claudii (che
gli archeologi oggi situano altrove)
- possiamo accordargli credito. La notizia
dell'incursione
saracena potè essere da lui attinta direttamente alla tradizione locale, ed essa ci
appare del resto quanto mai verosimile quando consideriamo come dal lido marino di Santa
Marinella e di Santa Severa sia visibile la sommità del monte della Tolfaccia ove il
paesello fioriva, facile preda all'avida rapina dei novelli barbari. Sulla più antica
esistenza del nostro paese null'altro, ad oggi, ci è dato aggiungere; occorre venire
oltre il limite del primo millennio
dell'èra cristiana per trovare notizie del luogo, sia pure sporadiche e sommarie. Al velo di mistero che
circonda le origini di Tolfa si lega anche il problema del nome, che ad oggi è irrisolto.
In mancanza di nozioni sicure non è dato che avanzare delle ipotesi. Il nome di Tolfa risale
all'antichità? Non si può escluderlo. Esso non è conservato in nessuno degli itinerari
di età classica che conosciamo, nè figura comunque nella toponomastica a noi nota; ciò
nonostante esso potrebbe essere ugualmente esistito in antico, a contrassegnare la zona o
una località di essa. Quale, in tal caso, potrebbe esserne il significato? In mancanza di
possibili spiegazioni lessicali, o di una corri- spondenza con l'onomastica personale
latina, si potrebbe pensareritiene il prof. Massimo Pallottino; che ha esaminato dietro
mia preghiera la questione - che il toponimo fosse
preromano: come la gran massa dei toponimi della Italia centrale tirrenica. «Toponimo protolatino,
etrusco, o addirittura pre etrusco?» egli si chiede; e prosegue: «La zona di Tolfa
è compresa nell'Etruria storica; ma alcune caratteristiche della cultura dell'età del
ferro della regione ci autorizzano a sospettare che la etruschicità del paese sia
fortemente mescolata in origine con elementi etnici non etruschi, latini o italici»
Osservato che peraltro il problema non è forse così grave, dovendosi considerare
che la toponomastica etrusca e quella dell'Italia centrale non etrusca offrono caratteri
comuni spiccatissimi (unità che riporta generalmente ad un substrato linguistico
cosiddetto «tirrenico» o «etruscoide» , il chiaro studioso procede ad un'analisi
specifica. «Il nome Tolfa corrisponde evidentemente ad una forma originaria tematica tolp
-, tolph -, tupl -, tulph -, che rientra perfettamente
nell'ambito della toponomastica tirrenica in particolare e mediterranea in generale. «La radice è tol -, tul -, nota in etrusco e nelle
lingue indoeuropee.
In etrusco esiste un grande numero di voci in rapporto con la radice tul - e cioè tul,
tula, tuleti, tu lune ecc. anche onomastiche, ma la
grande maggioranza si ritiene di voci verbali.
Al verbo tul -, secondo il Trombetti (Lingua
etrusca, cfr. lessico) si attribuisce il valore di una azione in rapporto con il
sollevare, probabilmente per analogia con la radice indoeuropea tl - sollevare, che
appare ad esempio nel latino tono, ttùi. Ma il vero valore di questo : verbo non si conosce.
Se la radice tul - di Tolfa fosse di origine protolatina e
non etrusca, ovvero se in etrusco tulp significasse veramente sollevare, il
toponimo potrebbe essere spiegato lessicalmente
con il significato di altitudine che corrisponderebbe
abbastanza bene al carattere geografico della località. «Ma la radice tol -, tul - è ampliata
con un elemento labiale - p, - f, cosicché il
toponimo si analizza morfologicamente cosi: Tol-f-a (tul- P -, tul-
ph -).» E' l'elemento labiale -
continua il Pallottino - è abba stanza diffuso nella
toponomastica mediterranea; egli ne dà vari esempi sulla
scorta del Trombettf, ponendo in evidenza, per l'utilità del confronto con Tolfa, nomi di
luogo italici, iberici e asianici ove esso si unisce alla radice tl~ tal, tel, tU - e tul
-. Questo
complesso di constatazioni ed osservazioni non 1 dà certo soluzione al
problema; ma vi reca comunque un barlume di luce; e il
rapporto tra la denominazione del luogo e il suo carattere montano vale a confermarci che
siamo nel campo dell'ipotesi plausibile. Ma il discorso - non dimentichiamolo - poggia
tutto sulla supposizione che il nome di Tolfa appartenga alla località fino dagli antichi
tempi ai quali ci siamo riferiti finora; e questa è cosa che, ad oggi, non si può
escludere, ma non si può neanche affermare. Di contro sta l'altra ipotesi: che il nome
del luogo in quei tempi lontani fosse un altro, ormai sommerso nell' oblio, e che la
denominazione Tolfa sia stata assunta dI piccolo centro urbano, protetto dalla
dominante rocca, sviluppatosi, in un momento del medio evo che non ci è dato precisare,
lungo la pendi ce nord-occidentale del monte: i nucleo primigenio del paese odierno. In
tal caso, che pensare del significato di tal denominazione? Sorge spontaneo un richiamo
all'onomastica longobarda, o più genericamente germanica; ricordiamo: Ataulfo, Liutulfo,
Agilulfo, Ariulfo, Indulfo, Farulfo, Faidulfo, Atenulfo, Aristulfo, Landulfo ... L'elencazione
potrebbe continuare.
Teniamo presente che i Longobardi, dopo il loro ingresso in Italia nel 569, estesero
rapidamente il loro dominio e toccarono nella Tuscia l'arco del Mignone; con le
commistioni di cui è facile il verificarsi nelle zone di confine, un insediamento di essi
al di qua del fiume è legittimamente ipotizzabile; altrettanto plausibilmente potrebbe
vedersi nella rocca costruita sul monte qualcosa come una testa di ponte, da riconnettersi
alla pressione che l'invasore calato dal nord esercitava e all'interesse ch'esso aveva a
tenere sotto controllo la riva sinistra del Mignone. A Monte Monastero, che
è di fronte a Tolfa ma sul versante opposto rispetto al fiume, troveremo, nel 1161, un
Farulfo. Siamo ad un'epoca notevolmente posteriore. ma il pensiero non può non andare
alla possibilità di analoghe ascendenze. La connessione della
gente longobarda col nome e quindi con le origini di Tolfa si accorderebbe
cronologicamente con l'esistenza del paesello all'epoca delle incursioni saracene, e con
l'opera data dai suoi abitatori per la ricostruzione del distrutto centro dirimpettaio,
che divenne Tolfa Nuova. Ma siamo, si ripete, anche qui nel campo delle ipotesi. |