il Rimino - Riministoria

Scheda 2.
Le edizioni e le tipografie

Le vicende scientifiche ed editoriali di Vanzi ed Aldimari s'intrecciano. Quest'ultimo come si è visto è un grande estimatore del vescovo riminese. Ma la fortuna scientifica ed editoriale di Vanzi sarà oscurata proprio dall'opera di Altimari che esce tra 1700 e 1709 in sei tomi a Napoli («ex typographia Caroli Porpora, & Nicolai Abri »), ed in otto a Venezia («apud Paulum Balleonium») dal 1701 al 1710. Del 1720 è l'edizione di Colonia («sumptibus Wilhelmi Metternich») in otto tomi.

Il testo di Vanzi ha tre edizioni, tutte uscite a Lione, nel 1552 (Bonhomme), 1560 (Bonhomme) e 1566 (Giunta, con ristampa del 1585 «in officina Q. Philippi Tingli»). Una specie di quarta edizione è quella del 1574 a Colonia.
Della prima edizione si hanno altre sei stampe italiane, tutte a Venezia con tre diverse tipografie: l'Aldina nel 1554; Bindoni nel 1555, 1556, 1557 e 1559; e Cavalcalupo sempre nel 1559.
La seconda edizione (1560) non ha altre stampe.
La terza edizione del 1566 esce invece in ben venti stampe: otto a Venezia, dieci a Colonia, una a Spira (presso Elia Kembachi, 1604). Per Venezia va detto che tra le otto è compresa anche quella apparsa in forma antologica nel «Tractatus» del 1584. Per le altre sette stampe veneziane, precisiamo che sei sono gli editori: Rubino nel 1567; Angelarium nel 1573; Porta nel 1581; Cornetto nel 1583 e 1588; Spineda nel 1599 e nel 1610.

Le dieci edizioni di Colonia appaiono presso Johan Gymnich nel 1574, 1575, 1588, 1614, 1625; presso Kalcovio nel 1655; con Busäus nel 1655, 1664 e 1697; e presso Metternich nel 1717. La stampa del 1574 può essere considerata una specie di quarta edizione di cui sé detto.
Il lavoro di Aldimari che soppianta quello di Vanzi, dopo l'edizione napoletana (1700-1709, «ex typographia Caroli Porpora, & Nicolai Abri») e quella di Venezia (1701-1710, «apud Paulum Balleonium»), esce pure a Colonia nel 1720, appena tra anni dopo l'ultima edizione del riminese, in otto tomi, e presso lo stesso editore: «sumptibus Wilhelmi Metternich».

Ritorniamo alla prima edizione di Vanzi uscita come la seconda e la terza a Lione, per chiederci: perché è scelta la città francese?
Leggiamo nella «Storia del libro: dall'antichità al XX secolo» di Frédéric Barbier (2004) qualcosa su Lione. Che è «il secondo grande centro di stampa» della Francia. Le quattro fiere annuali, istituite nel 1464 da Luigi XI, «ne fanno una delle principali piazze finanziarie d'Europa». L'arte tipografica vi è introdotta del 1473 dal commerciante e giurista Barthélemy Buyer (+1483). Nel XVI sec. «l'ambiente intellettuale e artistico lionese è particolarmente brillante» con vari personaggi di spicco tra cui Rabelais (1494-1553).
Barbier ricorda che in Francia il 13 gennaio 1535 si prendono misure per controllare tipografie e distribuzione dei libri. Si tenta invano di proibire la stampa e di chiudere le botteghe librarie. Il 23 febbraio dello stesso 1535 si istituisce pertanto una commissione del Parlamento incaricata di esaminare i libri. Nel 1542 la Facoltà di teologia stila un indice dei libri condannati.
Nell'aprile 1521 la Sorbona aveva già condannato le posizioni luterane che godevano «a Parigi di una corrente favorevole«. I suoi scritti entrano appunto alla Sorbona «tramite i librai di Basilea, di Lione e di Strasburgo, più tardi di Anversa».
Per comprendere l'importanza di Lione come centro di attività editoriali, ricordiamo che nel XVI sec. la città sforna 15 mila titoli contro i 25 mila di Parigi ed i 2.600 di Rouen che è al terzo posto.

Nella «geografia dell'innovazione» in Europa, Frédéric Barbier individua «una immaginaria fascia trasversale che collega le Fiandre e l'Italia del Nord attraverso la valle del Reno e la Germania del Sud», ovvero quella che, aggiunge, è stata anche definita «l'Europa densa». Vi fanno parte ad esempio Lione per le fiere, Parigi e Bologna con le loro università che sono le più antiche del mondo.
Andando agli incunaboli, per la Francia «l'essenziale della produzione a stampa proviene dai due grandi centri di Parigi e Lione». L'Italia complessivamente produce 10.514 edizioni, contro le 10.511 dell'Impero e le 4.596 della Francia.
Torniamo a Vanzi. Il suo primo editore è quel Mathieu (Macé, Matthias) Bonhomme è attivo dal 1535 al 1569 prima a Lyon (1535-1540), poi a Vienne (1541-1542), poi ancora a Lyon (1542-1569) ed Avignone (1552-1557) dove è con il fratello Barthélemy. Nel 1550 a Lione Mathieu Bonhomme pubblica una traduzione «en romane castellano» dell'«Orlando furioso».
Mathieu Bonhomme forse discende dalla famiglia a cui appartiene Jehan Bonhomme libraio universitario di Parigi nel finire del XV sec. (1486-1489). Qualche anno prima si trova citato un Pasquier Bohomme, uno dei quattro principali librai della stessa Università parigina. A lui si deve l'iniziativa della stampa del primo libro in lingua francese a Parigi (1477), le «Grandes Chroniques de France» in tre voll. (si trovano indicate anche le date del 1475 e del 1476...). Verso il 1470 egli è ricordato come uno dei quattro «librai giurati» dell'Università parigina.
Nel 1484 Jehan Bonhomme pubblica uno dei primi libri illustrati, «La Distruzione di Troia» («La Destruction de Troyes la grant, mise par personnaiges et en vers») di Jacques Millet.
A Lyon nel 1542 si trova «Joannes Bonhomme». A Parigi negli stessi anni attorno alla metà del secolo è attiva Yolande Bonhomme, vedova di Thielmann Kerver. Un Jacobus (Jacques) Kerver è presente a Parigi negli stessi anni, 1521-64. Del 1562 è la sua edizione delle osservazioni anatomiche di Gabriele Falloppio.
Resterebbe da chiedersi: perché Lione e non Roma, dove il Nostro viveva? La risposta si trova nelle belle pagine che Vincenzo De Caprio ha dedicato alla storia culturale di Roma nel XVI sec.: il sacco del 1527 «si pone come una cesura traumatica» in quella storia, dove «inizia una fase di bassa congiuntura» («Roma» in «Letteratura italiana. Storia e geografia, II, 1. L'età moderna», Torino 1988, pp. 453, 455).

Tabella delle edizioni.

PRIMA EDIZIONE (7 stampe: 1 a Lione, 6 a Venezia)

1552, Lione, Mathias Bonhomme
1554, Venezia, «apud Aldi filios»
1555, Venezia, F. Bindoni
1556, Venezia, F. Bindoni
1557, Venezia, F. Bindoni
1559, Venezia, F. Bindoni
1559, Venezia, G. Cavalcalupo


SECONDA EDIZIONE (1 stampa a Lione)

1560, Lione,
Mathias Bonhomme


TERZA EDIZIONE (21 stampe: Lione 2, Colonia 10, Venezia 8, Spira 1)

1566, Lione, Giunta
1567, Venezia, B. Rubino
1573, Venezia, G. Angelieri

1574, Colonia, J. Gymnich [v. Nota]
1575, Colonia, J. Gymnich
1581, Venezia, G. B. Porta
1583, Venezia, G. Cornetti
1584, Venezia, in Tractatus
1585, Lione. Q. P. Tinghi
1588, Colonia, J. Gymnich
1588, Venezia, G. Cornetti
1599, Venezia, L. Spineda
1604, Spira, E. Kembachi
1610, Venezia, L. Spineda
1614, Colonia, J. Gymnich
1625, Colonia, J. Gymnich
1655, Colonia, L. Kalcovim
1655, Colonia, J. Busäus

1664, Colonia, J. Busäus (v. Nota)

1697, Colonia, J. Busäus
1717, Colonia, Metternich


Nota.
Non è possibile stabilire, da un confronto dei testi, il numero esatto delle edizioni. Solitamente ne troviamo indicate tre (1552, 1560 e 1566), tutte di Lione.
Ce ne sono però altre due con varianti: la quarta di Colonia nel 1574, e la quinta, sempre a Colonia, nel 1664, dove si legge: «In hac postrema editione multis in locis auctior ac correctior».
Il dato certo sulle tre edizioni, indica 7 complessive stampe per la prima (1 a Lione, 6 a Venezia). Una sola stampa a Lione per la seconda. L'orizzonte si allarga con la terza edizione: le 21 stampe totali escono a Lione (2), Venezia (8), Colonia (10) e Spira (1).
La terza edizione lionese del 1566 avrebbe così delle varianti nella stampa di Colonia del 1574 (IV ed. possibile) ed in quella del 1664 (sempre a Colonia).

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Antonio Montanari


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/1508/Riministoria-il Rimino/antonio montanari nozzoli/Date created: 25.09.2011 - Last Update: 25.09.2011, 10:39 -
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