[ HOME PAGE ]       [ ITINERARI]


Gran Paradiso

Accesso da Valsavaranche

Scheda tecnica:

 
GRUPPO Gran Paradiso
QUOTA 4061 m 
DIFFICOLTA' F+ 
DISLIVELLO RIFUGIO 750 m 
DISLIVELLO CIMA 1300 m 
SCIALPINISTICA SI 
ATTREZZATURA Da ghiacciaio 

Percorso:
    Si percorre in automobile la bella Valsavaranche sino all'affollato parcheggio a 1960 m di quota. Siamo nel mezzo del Parco Nazionale e non è difficile osservare ed avvicinare animali che altrove nemmeno si farebbero vedere. Il luogo è bello anche se le tende ed i campeggi rubano parte del suo fascino.
    Si comincia a camminare attraversando dapprima il ponte in legno sul torrente Savare e poi seguendo il corso del torrente attraverso un sentiero pianeggiante e molto suggestivo. Ci si inoltra nella stretta valle, si costeggia una piccola malga e si attraversa poi un secondo ponte in legno. Il sentiero piega ora decisamente a sinistra e risalendo con frequenti tornanti si supera un tratto boschivo che ricopre il crinale della valle. Si continua a salire sino al limite della vegetazione; ora il sentiero si dirige verso Est e si comincia a vedere lo splendido spallone del Ciarforon (3642 m) e dell'impressionante becca di Monciair (3544 m).
    Si raggiunge quindi il rifugio Vittorio Emanuele a quota 2775 m (ore 2:30-3:00). Il rifugio, con una copertura tondeggiante e ricoperta di alluminio sembra ben inserirsi nell'ambiente ma, forse a causa dell'affollamento eccessivo, la gestione appare molto fredda e disinteressata.
    Si dorme con tranquillità in quell'alveare di camere ricavate nei piani superiori del rifugio e la mattina si parte.
    Nessuno del nostro gruppo ha la torcia per farsi strada nel buio ma quel pellegrinaggio di persone che la mattina si accinge a partire ci permette di muoverci ugualmente con facilità. Il sentiero passa dietro il rifugio, in direzione NE,  ed è comunque ben segnato. Si sale con facilità sino in corrispondenza di un canale innevato che porta sino ai piedi del ghiacciaio; sulla sinistra l'acqua di fusione scorre sulla roccia offrendo particolari effetti di luce. Si indossano ora i ramponi e si risale il canale. Si comincia ora a camminare su ghiacciaio e si supera subito una prima balza che porta in corrispondenza di un susseguirsi di dossi che lentamente ci fanno alzare di quota. Si devia poi a sinistra (NE) attraversando la schiena d'asino che separa il ghiacciaio del Gran Paradiso con quello di Laviciau. Un minimo di attenzione solo nel caso in cui sia presente ghiaccio. Cercando di guadagnare gradualmente quota si cammina ora lungo un ampio semicerchio puntando dapprima in direzione della becca di Moncorvè e poi verso la evidente cima del Gran paradiso. Questo è forse il tratto più stancante, sia per la quota sia perché la cima sembra allontanarsi mentre camminiamo. Ai piedi della cima c'è una sella nevosa, siamo praticamente arrivati ma occorre stare attenti all'eventuale presenza di pericolose cornici. Si supera ora un erto tratto di neve e ghiaccio, qui occorre fare molta attenzione in caso di affollamento. L'eccessiva prudenza di certe persone rischia infatti di mettere in difficoltà chi si muove con un passo di poco più deciso; la smisurata voglia di alcuni di porre fine alla fatica arrivando in vetta offre poi spettacoli di eroismo alpinistico che ci obbliga a fermarci prima di superare l'ultimo tratto su roccia che ci separa dalla cima. Negli ultimi metri è tuttavia consigliabile approfittare di un paio di chiodi da roccia già presenti per superare un tratto (un paio di metri) abbastanza esposto (ore 3.30-4:00). Il panorama spazia sulle cime più alte dell'arco alpino e compensa quindi una salita che non offre altrimenti particolari soddisfazioni.


ARCHIVIO DI FOTOGRAFIE     (T.S.)