La scelta
del tipo
di chiodo:
Scegliere quale tipo di chiodo utilizzare significa sostanzialmente osservare
la roccia su cui si vuole utilizzarlo.
Per rocce particolarmente dure, tipicamente si parla di granito
o tonalite, occorrono chiodi che sfruttano la loro deformabilità per rimanere
infissi. Al contrario per rocce friabili come quelle calcaree (compresa la dolomia)
si devono utilizzare chiodi che comprimono in maniera il più possibile
uniforme le facce interne della fessura al fine di non frantumare la roccia e
pregiudicare la tenuta del chiodo.
.) Un moschettone di questo tipo si deforma mentre lo si pianta nella fessura
e la forza elastica del materiale evita la fuoriuscita. Su rocce fragili porterebbe
ad una frantumazione tale della roccia da pregiudicarne l'utilizzo.
Un aspetto negativo, come si può facilmente osservare,
è quello di non poter far passare direttamente la corda nel foro del chiodo
poichè presenta spigoli vivi. E' infatti possibile lacerare la corda se
sottoposta a continui sfregamenti o sollecitazioni. E' quindi quasi indispansabile
l'utilizzo combinato con un moschettone oppure di una fettuccia, meno sensibile
alle azioni di taglio. .)
Il comportamento è nettamente diverso dal precedente; le facce regolari
e lisce del chiodo evitano di frantumare la roccia. E' il tipico chiodo da rocce
calcaree a differenza di quello sopra che si utilizza nel granito.
Un vantaggio rispetto al modello soprastante sta anche nel fatto
di presentare l'anello arrotondato permettendo così l'inserimento di un
cordino per la sosta senza pericolo di lacerazioni.
La
scelta della forma del chiodo:
Scelta la categoria di chiodi da utilizzare occorre scendere nel dettaglio analizzando
singolarmante il tipo di fessura che ci sembra adeguata all'infissione del chiodo.
Si tralascia di discutere la scelta del chiodo in funzione della dimensione
della fessura in funzione della quale si suppone sia automatico scartare un
chiodo piuttosto che un altro.
E' importante
osservare attentamente l'orientazione della fessura; verticale
oppure orizzontale rispetto alla forza di gravità. Occorre infatti
premettere che il chiodo, una volta messo sotto carico, deve essere soggetto
non solo ad una forza verso il basso ma anche ad una forza che tende a farlo
ruotare nella fessura. Così
facendo si rende ancora più elevato lo sforzo necessario per l'estrazione.
Il chiodo nell'immagine di sinistra si adatta quindi per fessure orizzontali
mentre quello di destra per quelle verticali.
Esiste poi una serie di chiodi "universali"; così chiamati poichè
hanno la lama inclinata di 45° rispetto all'anello. Tale configurazione
garantisce una rotazione del chiodo sia in fessure verticali che orizzontali.
Rotazione che, ovviamente, sarà dimezzata rispetto ai due esempi
visti sopra e quindi anche la tenuta sarà leggermente minore
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od invio di materiale rivolgersi all'indirizzo E-mail monpage@iol.it