riental Pop



OVVERO IL RIVERBERO DEL TUMULTO ETNICO ORIENTALE ARRIVA SOTTO FORMA D'ARTE ANCHE IN EUROPA L'ARTE DEL POPOLO ENFATIZZATA DAL GUSTO ASIATICO

per Caliel 2000

Circa quarant'anni fa, nel 1966 in Cina scoppia la rivoluzione culturale. Gli studenti incoraggiati da Mao si organizzano in "guardie rosse" per contrastare l'opposizione raccolta attorno al presidente Liu Shao-Chi.
Quello stesso anno viene nominato primo ministro dell'India Indira Gandhi e la crescita politica del Paese si fa sentire anche in Occidente, diventando la sesta potenza atomica nel mondo. Anche il Giappone è in fermento e la crescita politico - mercantile incrementa l'esportazione di oggettistica asiatica verso l'Europa, evidenziandosi nella presenza di coloratissima arte e artigianato orientale presente nelle vetrine, case e abbigliamento degli europei.
In modo particolare in Inghilterra cresce in campo artistico un gusto preciso per la cultura "pop", (popolare), frutto del prodotto della quotidianità e della raccolta di citazioni tratte dalla cultura popolare e industriale, così come dall'accumulo dei reperti storici.
Quasi a voler creare nuovi miti da ciò che è più vicino alla gente, nascono trasposizioni iconografiche (in chiave occidentale) di dei polimorfi dell'India (come i collages fatti con pezzi di corpi umani diversi) e rappresentazioni di riproduzione dello stesso soggetto che paiono quasi rivisitare antiche tecniche trascendentali come l'obiquità.
Proliferano a Londra gli studi d'artista tappezzati di decalcomanie orientali, ritagli di giornale, vivide immagini fotografiche, specialmente nella cosiddetta "terza" fase dell'arte pop anglosassone - a cavallo tra gli anni '60 e '70 - che offre di una figurazione multievocativa titolante addirittura le opere di alcuni artisti con i titoli di canzoni di successo.
Tra questi vi segnaliamo Allen Jones e David Hockney, il quale sovrappone nelle sue opere disegni infantili, arte primitiva e graffiti oppure Peter Blake, R.B.Kitaj e Patrick Caulfield che unisce elementi familiari come la brocca d'acqua con un pugnale di dichiarata fattura orientale, intitolando il tutto "Natura morta" (1963).

Monica Nucera Mantelli


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