nd the Beat goes on



Itinerario fotografico sui ritmi del mondo - Immagini dalla Veglia al Sonno
Collettiva di Carla Campanella, Mariangela Palmisano, Andrea Rinone
Colonna sonora a cura del C.R.E.L.- Flavio Giacchero e Andrea Di Gennaro

"...questo animale misterioso, orgoglioso di sapienza e intelligenza. che domina sulla terra tutta la scala degli esseri umani dotati di movimenti, non ancora ha squarciato il velo che copre le sue origini e nasconde le origini del suo viaggio" (Giuliano Kremmerz)

Pochi giorni prima della mostra ho incontrato Asma Menon alla Nt Art Gallery di Bologna, durante l'inaugurazione della sua mostra pittorica con Davide Grazioli "1001 rupie".
La scrittrice indiana, cimentatasi ora anche con l'arte figurativa, ha raccontato che in India, come in molti altri Paesi dell'Oriente, il significato di un prezzo con un numero che supera la cifra finita e procede alla prossima unità numerica serve a dare - con l'aggiunta di 1 numero in più - un senso di continuità e dunque di infinitezza al rito sociale dello scambio tra "dare e avere". Aiuta dunque ad augurare prosperità nell'atto della compravendita, al mercato come nelle trattative quotidiane, e nella vita in generale. "Nel caso vi interessi l'infinito", ha aggiunto.
Non avrei potuto trovare parole più adatte per presentare questa mostra collettiva di 31 fotografie scattate da 3 fotografi emergenti - Carla Campanella, Mariangela Palmisano, Andrea Rinone - che lavorano sul ritmo che avvolge la vita la gente dell' Africa, Orissa, Vietnam, Cina, India. Dalle donne che trasportano acqua e figli, agli uomini che contrattano tra animali sacri e bancarelle. Dai ballerini tribali immersi nelle loro danze rituali alle bambine che sgambettano in trance al battere dei tamburi. Dal fumatore d'oppio perso nell'oblio al santone che si protegge dal sole con uno sparuto ombrellino.
"And the beat goes on"- e la vita va avanti, sorride - nonostante tutto - tra ritmi di fatica, squassamento e transitorietà. Una riflessione fotografica sulla bellezza della forza umana. Per non addormentarci troppo.

Monica Nucera Mantelli

Elemento di ispirazione progettuale per la mostra, la poesia di Pablo Neruda, Lentamente.

Lentamente
di Pablo Neruda

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine ,ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca , il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione , chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio , chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima ancora di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.


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