Inverno a Vétheuil

Durante gli ultimi anni ad Argenteuil, il pittore aveva già avuto difficoltà finanziarie e il problema pesava sempre di più sulla sua ispirazione. Durand-Rouel aveva comprato moltissime tele ma, non riuscendo a venderle, dovette diminuire i suoi acquisti. L'esposizione degli impressionisti fu ancora una volta un fallimento.
Le critiche avverse a Monet non ne danneggiavano solo la reputazione di artista, ma anche le vendite.
Ernest Hoschedé faceva parte di quelli che non tenevano conto delle critiche. Ricco mercante, proprietario di un castello, aveva cominciato abbastanza presto a collezionare opere impressioniste. Nell'estate 1876 egli commissiona a Monet dei pannelli per un salone del suo castello di Montgeron. Ma, una anno dopo, il marchese fallisce. Nella conseguente vendita di tutte le sue proprietà, le tele di Monet sono vendute a prezzi irrisori; ad esempio la tela "Impression, sol levant", che Hoschedé aveva acquistato per 800 franchi, è venduta ad un quarto del suo prezzo.
Per gli impressionisti, questa vendita è una vera catastrofe. La caduta dei prezzi, proprio quando questi cominciavano a riconsolidarsi, danno a Monet la sensazione di dover ricominciare daccapo. Si avvicinava alla quarantina e si ritrovava al punto dov'era dieci anni prima.
Monet, così fiero, è costretto a pregare i suoi amici di prestargli denaro e a vendere dei lotti interi di tele a prezzi irrisori.
Nell'estate 1878 la famiglia, arricchita del piccolo Michel, si trasferisce nella casa di Vétheuil. Gli Hoschedé, rovinati, li raggiungono con i loro sei bambini.
Nel suo atelier-battello sulla Senna, Monet dipinge la riva e il villaggio con la sua chiesa romana.
Da un po' Camille, moglie di Monet, aveva avuto dei problemi di salute, dovuti senza dubbio ad un aborto mal fatto; non si rimmetterà mai. Camille muore il 5 settembre 1879.
Non ha che 32 anni e lascia due bambini piccoli e un marito disperato. Monet dipingerà poi il volto della moglie morta. Lo sguardo serio, intenso, la bocca tenera e sensibile lasciano intravedere un anima calorosa e paziente. Ma su questa tele, i suoi tratti non parlano più. Il viso, sembra trovarsi in una notte ghiacciata. Da un lato una luce calda illumina lievemente la morta, ultimo tentativo di riscaldarla. Il tratto di Monet si fa furioso, selvaggio. L'opposizione tra il freddo della morte e la luce del giorno che comincia per quelli che continuano a vivere, donano un valore universale e questa tela così personale.
I quadri che Monet dipinge durante l'inverno seguente sono come un eco a quello che sta vivendo. Monet ha già dipinto la neve, rischiarata dalla luce del sole, che getta su di essa ombre di un blu brillante. Ha già dipinto anche i paesani che avanzano con difficoltà nel freddo della strada ghiacciata. Ma questo inverno, a Vétheuil, lo vede diverso: lo vede glaciale, grigio, e soprattutto vuoto, solitario. Nessun uccello, nessun personaggio decorativo in queste tele, nient'altro che che pezzi di ghiaccio su un fiume. Si ha la sensazione che la dolorosa esperienza della morte è penetrata in questi paesaggi.
L'anno dopo, durante l'inverno 1881/82 Monet si trasferisce a Poissy, cittadina situata a una ventina di chilometri da Parigi.
Nei suoi numerosi viaggi sulla costa della normandia Monet dipinge la Capanna dei doganieri a Varengeveille a ore ed angolazioni diverse, così come le scogliere della costa. Il pittore dei fiumi diventa così il pittore del mare. Nel freddo glaciale della normandia, Monet studia il mare. Le alte scogliere diventano schermi dove si proietta la luce; i riflessi dell'acqua incontrano la luce del giorno. A Etretat i suoi soggetti sono le rocce, il mare, il cielo, i cui colori e intensità luminosa cambiano in continuazione. Senza sosta Monet studia le variazioni luminose. I personaggi ora sembrano spariti dalle sue opere. In effetti Monet non è mai stato realmente interessato a dipingere la persona umana, ma l'ha solo utilizzata come supporto per la luce.
Monet, fuggito da Vétheuil, non ha trovato la serenità a Poissy e, nel 1883, affitta una casa a Giverny e vi si trasferisce con tutta la sua famiglia e gli Hoschedé. Un periodo più tranquillo, più felice, sta per iniziare. Monet passerà infatti la seconda parte della sua vita a Giverny, dove troverà pace e forza per continuare a dipingere.

Home