La parte settentrionale (p.s.) del Necromandio
(su sfondo bianco nella mappa) comprende il lungo "corridoio settentrionale"
che si profila di fronte per chi proviene dal cortile H e tre ambienti
adiacenti disposti, uno dopo l'altro, sulla sinistra.
Foto
tratta dalla pubblicazione a riferimento 1
La foto "A" mostra
in primo piano i tre ambienti adiacenti a cui si accedeva dal corridoio
settentrionale del Necromandio, l'ultimo dei quali (l'area 1"') era
un bagno (lo si deduce dal pavimento in mattoni piatti, in prossimità
del muro perimetrale); i primi due, invece, erano utilizzati dai pellegrini
durante la preparazione alla discesa nell'Ade.
I muri perimetrali
visibili nella foto sono costituiti, per i primi 60 cm di altezza, da pietre
poligonali e proseguono poi con mattoni.
La foto "B" mostra
la parte terminale del corridoio settentrionale del Necromandio con al
centro, in fondo, quanto resta della terza porta ad arco attraverso la
quale si accedeva al corridoio orientale del santuario. Durante gli scavi,
sono stati ritrovati parti della porta, la serratura, le chiavi, come pure
i chiodi a testa larga.
Prima
di attraversare la porta, il pellegrino lanciava verso destra la prima
di due pietre "apotropaiche" (v. etimologia)
che aveva avuto cura di portare con sé. Poi, con l'acqua contenuta
nel vaso che si intravede sulla sinistra, si detergeva ancora una
volta le mani in un rito simbolico di purificazione.
Un mucchio di pietre accatastate sulla destra
fornisce la prova dell'uso di lanciare le pietre per scacciare gli spiriti
maligni.
Stanza
1'
Il crollo
delle strutture superiori, conseguenza dell'incendio e della distruzione
operata dai Romani, sigillarono per secoli i resti dell'oracolo. Sulle
rovine del lato settentrionale del Necromandio furono costruite, nel '700,
le celle del monastero di Ayos Ioannis Prodromos che poggiavano proprio
sui muri esterni dell'oracolo. Lo scavo archeologico, effettuato in periodi
successivi tra il 1958 e il 1977, ha restituito una parte dei muri delle
stanze indicate con i numeri 1', 1'', 1''' e 2', all'interno delle quali
è stato ritrovato un ambiente archeologicamente intatto.
In particolare,
nelle tre stanze indicate con le lettere 1', 1" , 1''' sono state ritrovate
(si
veda in proposito la pubblicazione a riferimento 1
in bibliografia) conchiglie marine, ossa di maiale
e di altri animali, vassoi artistici di vario tipo per la tavola, recipienti
vari, candelieri (tra cui uno a forma di montone seduto), statuette di
terracotta che riproducono divinità deformi dell'oltretomba, busti
di Plutone, serpentelli, decine di pesi da telaio (a forma conica), vasetti,
urne, caraffe, piccole pietre marine, bizzarre pietre di culto, pietre
per macinare, monete epirotiche d'argento e di rame (234÷267 a.C.),
come pure monete ambraciche e corinzie, maschere in bassorilievo, ecc..
Dal
ritrovamento dei pesi da bilancia si è dedotta la presenza di telai
all'interno del santuario, probabilmente utilizzati per la produzione di
stoffe per l'uso interno o per la vendita a scopo di copertura delle spese
di mantenimento della struttura.
Stanza
1"
Le sale,
gli ambienti e i corridoi del Necromandio erano avvolti da tenebre impenetrabili
alla luce solare, nessuna finestra si apriva sulle mura, tutto doveva apparire
come si conveniva ad un luogo di transito verso l'oltretomba. Alla luce
fioca di una lampada avevano luogo i riti, le cerimonie, le apparizioni.
Nei
tre ambienti indicati con le lettere 1', 1", 1''', dislocati sul lato nord
del Necromandio, avveniva la preparazione prima della discesa nell'Ade.
Lì i pellegrini svolgevano i prescritti esercizi spirituali e fisici,
mangiavano carne di maiale, fave, pane d'orzo, crostacei (il cibo
dei banchetti funebri) e bevevano latte, miele e acqua; compivano riti
magici e di purificazione; ascoltavano dalla guida spirituale che li accompagnava
storie miracolose, preghiere, scongiuri e incomprensibili invocazioni degli
dei infernali.
Poi,
terminato il primo stadio della preparazione (verosimilmente dopo qualche
giorno dall'ingresso nel santuario), prima di abbandonare le stanze e il
corridoio settentrionale, i pellegrini scagliavano verso destra una pietra
apotropaica (v. etimologia) e, con l'acqua
contenuta nel vaso collocato alla sinistra dell'uscio, si detergevano le
mani in un ulteriore rito simbolico di purificazione.
Stanza
1'''
La stanza
1''' era il luogo delle abluzioni, lì i pellegrini si detergevano
per allontanare da sé il pericolo di contagio in un ambiente reso
impuro dalla vicinanza dei morti.