Il corridoio settentrionale
e le relative adiacenze (area 1)
Il corridoio settentrionale e le tre stanze adiacenti poste alla sinistra di chi entra dall'area "H" si sviluppano sul lato nord del nucleo principale e più antico del santuario e furono costruiti tra la fine del 4° secolo a.C. e gli inizi del 3°.


 
 



























La parte settentrionale (p.s.) del Necromandio (su sfondo bianco nella mappa) comprende il lungo "corridoio settentrionale" che si profila di fronte per chi proviene dal cortile H e tre ambienti adiacenti disposti, uno dopo l'altro, sulla sinistra.



 
 



























Foto tratta dalla pubblicazione a riferimento 1
La foto "A" mostra in primo piano i tre ambienti adiacenti a cui si accedeva dal corridoio settentrionale del Necromandio, l'ultimo dei quali (l'area 1"') era  un bagno (lo si deduce dal pavimento in mattoni piatti, in prossimità del muro perimetrale); i primi due, invece, erano utilizzati dai pellegrini durante la preparazione alla discesa nell'Ade.
I muri perimetrali visibili nella foto sono costituiti, per i primi 60 cm di altezza, da pietre poligonali  e proseguono poi con mattoni.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

L'Area 1 del Necromandio

La planimetria nel riquadro sinistro (r.s.) dello schermo è ruotata di 9 in senso orario rispetto all'orientamento naturale che vuole il nord in alto. Ciò si è fatto per dare un'idea immediata di come l'area 1 si presenti al visitatore, al suo ingresso nel corridoio settentrionale.
Cliccando sulle icone ad ancora nel r.s. è possibile, attraverso le foto "A" e "B", esplorare i vari ambienti sotto gli angoli visuali suggeriti dalle stesse icone.
Cliccando sulle altre aree sensibili del r.s. (cioè sulle stanze 1', 1", 1"', nonché sul corridoio 1) è possibile acquisire informazioni sul resto dell'area 1.
Attenzione!! Si consiglia di lavorare a pieno schermo poiché il frame di sinistra è bloccato.


 
 





































La foto "B" mostra la parte terminale del corridoio settentrionale del Necromandio con al centro, in fondo, quanto resta della terza porta ad arco attraverso la quale si accedeva al corridoio orientale del santuario. Durante gli scavi, sono stati ritrovati parti della porta, la serratura, le chiavi, come pure i chiodi a testa larga.
Prima di attraversare la porta, il pellegrino lanciava verso destra la prima di due pietre  "apotropaiche" (v. etimologia) che aveva avuto cura di portare con sé. Poi, con l'acqua contenuta nel vaso che si intravede sulla sinistra,  si detergeva ancora una volta le mani in un rito simbolico di purificazione.
Un mucchio di pietre accatastate sulla destra fornisce la prova dell'uso di lanciare le pietre per scacciare gli spiriti maligni.



 


















































Stanza 1'
Il crollo delle strutture superiori, conseguenza dell'incendio e della distruzione operata dai Romani, sigillarono per secoli i resti dell'oracolo. Sulle rovine del lato settentrionale del Necromandio furono costruite, nel '700, le celle del monastero di Ayos Ioannis Prodromos che poggiavano proprio sui muri esterni dell'oracolo. Lo scavo archeologico, effettuato in periodi successivi tra il 1958 e il 1977, ha restituito una parte dei muri delle stanze indicate con i numeri 1', 1'', 1''' e 2', all'interno delle quali è stato ritrovato un ambiente archeologicamente intatto.
In particolare, nelle tre stanze indicate con le lettere 1', 1" , 1''' sono state ritrovate (si veda in proposito la pubblicazione a riferimento 1 in bibliografia) conchiglie marine, ossa di maiale e di altri animali, vassoi artistici di vario tipo per la tavola, recipienti vari, candelieri (tra cui uno a forma di montone seduto), statuette di terracotta che riproducono divinità deformi dell'oltretomba, busti di Plutone, serpentelli, decine di pesi da telaio (a forma conica), vasetti, urne, caraffe, piccole pietre marine, bizzarre pietre di culto, pietre per macinare, monete epirotiche d'argento e di rame (234÷267 a.C.), come pure monete ambraciche e corinzie, maschere in bassorilievo, ecc..
Dal ritrovamento dei pesi da bilancia si è dedotta la presenza di telai all'interno del santuario, probabilmente utilizzati per la produzione di stoffe per l'uso interno o per la vendita a scopo di copertura delle spese di mantenimento della struttura.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Stanza 1"
Le sale, gli ambienti e i corridoi del Necromandio erano avvolti da tenebre impenetrabili alla luce solare, nessuna finestra si apriva sulle mura, tutto doveva apparire come si conveniva ad un luogo di transito verso l'oltretomba. Alla luce fioca di una lampada avevano luogo i riti, le cerimonie, le apparizioni.
Nei tre ambienti indicati con le lettere 1', 1", 1''', dislocati sul lato nord del Necromandio, avveniva la preparazione prima della discesa nell'Ade. Lì i pellegrini svolgevano i prescritti esercizi spirituali e fisici, mangiavano carne di maiale, fave, pane d'orzo, crostacei (il cibo dei banchetti funebri) e bevevano latte, miele e acqua; compivano riti magici e di purificazione; ascoltavano dalla guida spirituale che li accompagnava storie miracolose, preghiere, scongiuri e incomprensibili invocazioni degli dei infernali.
Poi, terminato il primo stadio della preparazione (verosimilmente dopo qualche giorno dall'ingresso nel santuario), prima di abbandonare le stanze e il corridoio settentrionale, i pellegrini scagliavano verso destra una pietra apotropaica (v. etimologia) e, con l'acqua contenuta nel vaso collocato alla sinistra dell'uscio, si detergevano le mani in un ulteriore rito simbolico di purificazione.



 
 






















Stanza 1'''
La stanza 1''' era il luogo delle abluzioni, lì i pellegrini si detergevano per allontanare da sé il pericolo di contagio in un ambiente reso impuro dalla vicinanza dei morti.