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The Coinage of the Roman Republic - Edward A. Sydenham - ed. Spink & Son Lmt 1952 pl. 14/143 fig. 2 |
Notizie storiche:
Nell'ultimo decennio
del IV secolo a.C. Roma comincia a coniare serie monetali in argento e
in bronzo (le cosiddette monete "romano-campane"; v.
moneta di Sergio) destinate a circolare nel territorio della Magna
Grecia a fianco delle emissioni magno-greche. Nell'Urbe circolava, invece,
l'aes grave, avente come unità di riferimento ponderale la libbra
di g 327 divisa in 12 once. Progressivamente (per la datazione si farà
riferimento alle indicazioni del prof. Parise - Università di Roma
La Sapienza ma, va detto, i pareri degli studiosi sono molto discordi)
l'asse librale perderà peso, sino a raggiungere, al tempo della
1^ guerra punica (264-241 a.C.) il peso di 270-280 g. A questo periodo
si ascrive, secondo il prof. Parise, il tipo "Giano/Mercurio", per
arrivare poi, verso il 235-225 a.C., alla serie "testa di Giano barbato/prua
di nave a d." recante il segno del valore sia sul dritto che sul rovescio
( fig. 2). I multipli (quincussis, decussis) avevano la stessa tipologia
al rovescio e il segno del valore sulla prora, al dritto invece presentavano
una testa femminile con elmo frigio, probabilmente Roma; i sottomultipli
avevano in comune al rovescio la prua con il segno del valore (solo il
semis presenta una "S" = mezzo asse), mentre al dritto ognuno aveva l'effigie
di una divinità: il semisse Giove, il triente Minerva ( R. 4 globetti),
il quadrante Ercole (R. 3 globetti), il sestante Mercurio (R. 2 globetti)
e 1'oncia Bellona (R. 1 globetto) (Bibl. rif.to 1(a) [1]).
Una
progressiva riduzione del peso dell'asse lo porterà da librale a
diventare semilibrale (peso 163,5 g), trientale, quadrantale ed infine,
sestantale arrivando a pesare solo 54,6 g. Secondo Sydenham, ciò
avverrà attorno al 187 a.C..
Anche
l'interpretazione del tipo "testa di Giano barbato/prua di nave a d."
è molto varia. Ciò in dipendenza della datazione che ciascuno
studioso propone per questa serie monetale. Ad esempio Panvini-Rosati,
che sposta al 335 a.C. la datazione della serie monetale, sostiene che
la prua richiami la vittoria di Azio (338 a.C.) nella guerra che oppose
Roma alla lega latina. Il prof. Parise, propone che Giano = Janus = Januarius,
primo mese dell'anno, sia il segno del valore "I" che contrassegnava l'asse
e che con la prora di una nave da guerra si volle celebrare la vittoriosa
battaglia di Milazzo (260 a.C.) contro la flotta cartaginese e il successivo
voto al tempio di Giano del 235 a.C. .
Caratteristiche della moneta in fig.
1: peso 44.2 g;
Q ~
34, asse sestantale, 268 ÷ 155 a.C. .
Per la moneta di fig. 2 Sydenham
(rif.to 1(b) - pl. 14/143) fornisce invece le seguenti indicazioni: peso
standard 54.6, peso medio 38.9, 187 ÷ 155 a.C. [2]
.
Dritto:
Testa di Giano barbato
e segno del valore "I" sopra la testa di Giano
Rovescio:
Prua di nave a destra,
sopra "I".
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