Caio Giulio Cesare
100-44 a.C.

fig. 1
The Coinage of the Roman Republic - Edward A. Sydenham - ed. Spink & Son Lmt 1952 moneta n. 1013, Pl. 27
fig. 2

Notizie storiche:
(Caius Julius Caesar). Nato nel 100 a.C., da giovane si oppose al potente Silla. Presto egli divenne una figura preminente tra gli aristocratici di Roma e nel 59 a.C. fu eletto console. Dopo aver formato il primo triumvirato con Pompeo e Crasso, partecipò con loro alle campagne in Gallia, 58-50 a.C., in seguito Cesare fece le sue spedizioni in Britannia 55-54 a.C.. Sconfisse Pompeo a Farsalo nel 48 e nei due anni seguenti sconfisse i rimanenti seguaci di Pompeo. Egli allora ritornò a Roma, indiscusso signore del mondo romano; ma dopo solo un breve periodo di supremo potere fu ordita una cospirazione durante la quale venne ucciso il 15 marzo del 44 a.C. (Montenegro, Monete Imperiali Romane).

Caratteristiche:
La moneta di fig. 1, peso ~2,75 g; Q~16 mm si identifica col denario d'argento, 49-47 a.C. di fig. 2. (v. bibl. rif.to 1(a) - moneta n°1013 Pl. 27)[1][2]

Dritto:
Testa di Venere a destra, con diadema, orecchini e collana, capelli raccolti in un nodo che scema in due riccioli.[3]

Rovescio:
Enea si muove a sinistra con il padre Anchise sulle spalle e il Palladio[4] nella mano destra. A destra, nel campo, la leggenda CAESAR discendente.
 
 


[1] Bibliografia:
(a) La moneta Greca e Romana - Francesco Panvini Rosati e al.- ed. L'Erma di Bretschneider
(b) The Coinage of the Roman Republic - Edward A. Sydenham - ed. Spink & Son Lmt 1952
[2] Secondo Sydenham, è una delle monete più comuni emesse da Cesare. Esse variano considerevolmente nello stile. Alcune sono molto rifinite, altre sono rozze e quasi barbare. L'attribuzione ad una zecca orientale fatta da de Salis è quasi certamente errata. L'utilizzo frequente di lettere squadrate che si concludono con linee terminali, anziché con punti, fa pensare a zecche occidentali, probabilmente galliche.
[3] L'immagine di Venere è allusiva all'origine divina della gens Iulia attraverso Iulo, figlio di Enea, a sua volta figlio di Venere e Anchise.
[4] Il Palladio era la statua di Pallade o Minerva, armata di scudo e lancia, alla quale era associato il destino di Troia. Secondo la leggenda, Enea la portò con sé in Italia ed era dai Romani custodita nel Tempio di Vesta.
 
 
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