Il talento

Roma, 27.7.2001
rev.
Se possibile vorrei avere informazioni sulla antica moneta romana detta talento relativa al periodo dell'imperatore Tiberio.

Grazie.
Maurizio.

Roma, 1.10.2001
Caro Maurizio,
il talento era un'unità di peso utilizzata nel mondo antico, in particolare in quello greco che lo divideva in unità più piccole, tra cui la dracma, che corrispondeva a 1/6000 talento (*). Dunque seimila dracme facevano un talento e questa era una costante; purtroppo la complicazione era che i Greci chiamavano talento una quantità di metallo diversa a seconda dell'area commerciale in cui operavano. Nel Peloponneso, Beozia, Tessaglia, Focide, Cicladi il talento pesava 36,960 dei nostri chili; in Attica, Eubea, e colonie greche della Sicilia 26,196 Kg; in Magna Grecia con l'esclusione di Posidonia e Velia 17,4 Kg; nell 'area campana (Posidonia, Velia, Neapolis, Cuma) 22,98 Kg. La conseguenza era che la moneta tipica greca, la dracma (omonima dell'unità ponderale), pesava diversamente, a seconda del posto in cui si andava. Ad esempio in Tracia, Macedonia, Calcidica, Cirenaica, Egitto la dracma pesava 3,60 g. 
I Romani adottarono un loro proprio sistema di monetazione che escludeva la dracma, basato sulla libbra, non sul talento. Tuttavia per i paesi orientali conquistati i Romani scesero a qualche compromesso, sicché Tiberio, ad esempio, battè, per la circolazione interna dell'Egitto, dei tetradrammi (moneta del valore di 4 dracme) di billone (lega metallica a basso contenuto di metallo nobile) e non d'argento, del valore approssimativo per difetto di un denario. Mommsen, interpretando un'affermazione di Festo, sostiene che con 12 denari romani (di buon argento) si potesse comprare un talento alessandrino di rame.
Questo è quanto mi risulta.
Ti saluto.
G.D.F.

 (*) Riferimento bibl.: http://members.xoom.it/_XOOM/roth37/COINS/Alex/index.html

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