Un "carpentum" per Agrippina

22 agosto 2001
rev.
Le mando le foto digitalizzate di una moneta in mio possesso da catalogare. le cui caratteristiche fisiche corrispondono a ~26 g. di peso e a ~36 mm di diametro. Vorrei avere ulteriori informazioni e, se possibile, la rarità ed una valutazione.
Grazie
Matteo
fig. 1
fig. 2

fig. 3
25 settembre 2001
Ecco la descrizione della moneta, reperibile in bibliografia (rif.to 1 (1)).

Sesterzio di Agrippina Maggiore
D. AGRIPPINA M F MAT C CAESARIS AVGVSTI (2) a partire dal basso a sinistra.
Busto di Agrippina , drappeggiato a destra; capelli ondulati e annodati a bastone dietro la testa; una ciocca unica scende libera sul collo.
R. SPQR MEMORIAE AGRIPPINAE.(3) su tre righe, rispettivamente al di sopra e a sinistra del campo.
"Carpentum" tirato a sinistra da due muli; il baldacchino poggia su figure femminili  stanti, una per ciascuno dei tre angoli visibili; il lato del baldacchino appare diviso in quattro settori, con figure danzanti (?) nei due inferiori e stelle in quelli superiori. Ruota a sei raggi.

Questo sesterzio, coniato forse(4) all'inizio del regno di Caligola (37÷41 d.C.), richiama uno dei periodi più foschi della storia romana, quello delle lotte per la successione, nell'ultima parte del regno di Tiberio.
Seiano, prefetto del pretorio e braccio destro del principe, aspirante occulto alla successione, aveva raccolto prove su un presunto complotto di Agrippina Maggiore (moglie del grande Germanico, il generale, nipote di Tiberio, morto prematuramente anni prima) e del di lei figlio Nerone, anche lui, con la morte del padre, in linea di successione come pronipote del sovrano. Tiberio non impedì che i suoi due congiunti venissero condannati all'esilio, rispettivamente a Ventotene e Ponza, ove morirono di stenti. Caligola, terzogenito di Agrippina, al tempo dell'esilio della madre, era al servizio del sovrano e lo seguiva docilmente e nulla fece o potè per attenuare la sorte dei propri familiari. Ne parla Tacito nei suoi Annali(5) esprimendosi in termini molto critici nei confronti di Caligola.
Alla morte di Tiberio, Caligola, divenuto imperatore, pronunciò l'elogio funebre del sovrano scomparso ma subito dopo si affrettò a riportare a Roma le ceneri dei congiunti cui tributò grandi onori. In particolare ordinò che in memoria della madre venissero eseguiti ogni anno sacrifici pubblici e giochi circensi durante i quali veniva portato in processione di stato il "carpentum", carro funebre coperto, simbolo dell'apoteosi, riprodotto nella moneta in esame.(6)

Di questo sesterzio in oricalco sono conservati al British Museum sette esemplari (due dei quali nella variante della ruota ad otto raggi), con un peso che varia tra 26,33 e 29,70 g. e un diametro compreso tra 35 e 37mm; dunque con caratteristiche fisiche compatibili con quelle della moneta in esame.

La moneta di cui in figura 3 riporto l'immagine è riprodotta dal catalogo del Montenegro(7) che le attribuisce il grado "R3"(8) di rarità e un valore stimato (nel 1988) di 12 - 8 - 0,5 milioni, a seconda del grado di conservazione "splendido", "bellissimo", "molto bello".

Nel ringraziare per essere stato interpellato, invio cordiali saluti.
G.D.F.



Note:
(1) n° 81 di "A catalogue of the Roman Coins in the British Museum" - vol. I di Harold Mattingly ed. 1976.
(2) dunque "AGRIPPINA Marci Filia MATer Caii CAESARIS AVGVSTI", Agrippina, figlia di Marco (Vipsanio Agrippa), madre di Caio Cesare Augusto (nome completo di Caligola).
(3) dunque "Senatus Populusque Romanus MEMORIAE AGRIPPINAE", il Senato e il popolo di Roma in ricordo di Agrippina.
(4) "A Dictionary of Roman Coins" Seth W Stevenson.
(5) Tacito Ann. vi 25.
"Sub idem tempus G. Caesar, discedenti Capreas avo comes, Claudiam, M. Silani filiam, coniugio accepit, immanem animum subdola modestia tegens, non damnatione matris, non exitio fratrum rupta voce; qualem diem Tiberius induisset, pari habitu, haud multum distantibus verbis. unde mox scitum Passieni oratoris dictum percrebuit neque meliorem umquam servum neque deteriorem dominum fuisse."
Traducendo:
"Nello stesso periodo Gaio Cesare [Caligola; n.d.r.], che aveva accompagnato il nonno nel suo ritiro a Capri, prese in moglie Claudia, figlia di Marco Silano. Dietro la compostezza ingannevole, nascondeva una terribile ferocia: la condanna della madre e l'eccidio dei fratelli non gli avevano strappato una parola; e agli umori espressi, giorno dopo giorno, da Tiberio, conformava l'atteggiamento, e anche nel parlare poco si discostava da lui. Donde la battuta, poi famosissima, dell'oratore Passieno: «Non c'è mai stato un servo migliore e un padrone peggiore»."
(6) Svetonio - Caligola 15.
"Tiberio cum plurimis lacrimis pro contione laudato funeratoque amplissime, confestim Pandateriam et Pontias ad transferendos matris fratrisque cineres festinauit, tempestate turbida, quo magis pietas emineret, adiitque uenerabundus ac per semet in urnas condidit; nec minore scaena Ostiam praefixo in biremis puppe uexillo et inde Romam Tiberi subuectos per splendidissimum quemque equestris ordinis medio ac frequenti die duobus ferculis Mausoleo intulit, inferiasque is annua religione publice instituit, et eo amplius matri circenses carpentumque quo in pompa traduceretur."
Traducendo:
"[Caligola n.d.r.], dopo aver declamato in pubblico l'orazione funebre di Tiberio e celebrato il funerale con grande solennità, subito si affrettò verso Ventotene e Ponza, per portar via di là le ceneri della madre e del fratello, nonostante vi fosse una terribile tempesta, affinché ancor più spiccasse la sua pietà filiale e vi si avvicinò con grande devozione e con le sue stesse mani le mise nelle urne cinerarie. Inoltre, con una messinscena altrettanto spettacolare, le portò ad Ostia, avendo issato a poppa di una triremi un vessillo, e di lì, lungo il Tevere a Roma, facendo trainare la nave dai cavalieri più insigni e in pieno giorno, in mezzo alla folla, le fece portare su due lettighe nel Mausoleo [di Augusto n.d.r.], istituì in loro onore riti funebri con celebrazioni pubbliche annuali e inoltre, in onore di sua madre, istituì giochi circensi e un carpento  per trasportare in processione la sua effigie."
(7) "Monete Imperiali Romane" - Montenegro ed. 1988.
(8) la scala di rarità del Montenegro parte da "C" (Comune), prosegue con "NC" (Non Comune), "R" (Raro), "R2" (molto rara), "R3" (rarissima), "R4" (estremamente rara), "R5" (conosciuta in pochissimi esemplari), "UNICO"  (se ne conosce un solo esemplare).
Indice Dietro Avanti
Questa pagina é stata revisionata il 16.4.2002