COSTANTINO
Roma, 4.2.2004
Gent.mo sig De Florio,

ringraziandola per il responso sulla undicesima moneta, le invio come d'accordo i dati della dodicesima: 

Diametro min-max: 18,5-20 mm 
Peso: 3.5 g (+/- 0.5 g)
Asse di conio (*): 135° (ore 4 e 30)
Colore/materiale: bronzo
Aspetto generale: scura
Note ulteriori: //

Cordiali saluti.

Roma, 22.2.2004
Egregio Lettore,
ecco di seguito gli elementi raccolti sulla sua moneta:

Zecca di Roma, Follis1, RIC33 (pag.299), 315d.C., indice di rarità = c32
D. Busto laureato, drappeggiato e corazzato a destra di Costantino. IMPCONSTANTINVSPFAVG3.
R. Il Sole radiato, in piedi a sinistra, solleva la mano destra, globo nella mano sinistra, clamide di traverso sulla spalla sinistra. SOLIINV  I  CTO COMITI4. Segno di zecca 5.

A titolo di confronto e per le indicazioni di valore ho ricercato nel web monete di identica tipologia e leggenda che di seguito segnalo per opportuna informazione, anticipando tuttavia che si tratta comunque di monete emesse da zecche diverse da quella di Roma e pertanto catalogate con codice diverso:

  1. http://www.wildwinds.com/coins/sear/s3868.t.html

  2. http://www.wildwinds.com/coins/sear/s3868.txt
    Attribution: RIC vol VI Lugdunum 308 listed as scarce
    Date: 309-310 AD
    Obverse: IMP CONSTANTINVS AVG, bust l.
    Reverse: SOLI INVIC-TO COMITI, Sol l.
     Size: 24mm
    Weight: 4.2 grams
    Description: A very nice large bronze of Constantine the Great.
  3. http://www.wildwinds.com/coins/sear/s3881.html Constantine I - AE3 - Aquileia mint

  4. Constantine I "the Great", AD 307-337. A bronze AE3, 20mm in
    diameter, attributed as a variety of Sear 3881
    Condition: The coin is in nEF/VF+ condition with a smooth
    glossy brown patina. Mint mark is AQ (brz33)
  5. http://mypage.iu.edu/~gsimonel/constantine_3.htm

  6. Bonze follis of Constantine I (“the Great”), (A.D. 307-337).
    Rome mint, A.D. 316-317.
    Obv: IMP CONSTANTINVS P F AVG
    Rev: SOL INV-I-CTO COMITI – Sol, radiate, holding globe (no captive).
    RS in exergue.
    RIC 57
    $65.00
Un saluto cordiale. 
Giulio De Florio
 
 

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(1) Il follis che, al momento dell'ascesa di Costantino, pesava attorno ai 4,4g, andò progressivamente scemando sino a ridursi, attorno al 312, dopo la disfatta e la morte di Massenzio e la conquista di Roma, a circa 3,1g e 18-20mm, per poi ridursi ancora sotto i 17mm negli ultimi anni di regno. A causa di questa progressiva diminuzione e della scarsa conoscenza dei nomi che nell'antichità venivano conferiti ai vari nominali, alcuni numismatici, tra cui il Sear, hanno ritenuto di adottare la seguente terminologia (v. anche http://dougsmith.ancients.info/denom.html):
- Æ1, per indicare le monete di diametro superiore a 25mm;
- Æ2, per indicare quelle di diametro superiore a 21mm;
- Æ3, per indicare quelle di diametro superiore a 17mm;
- Æ4, per indicare quelle di diametro al di sotto dei 17mm.
- Æ3/4 per indicare (talora) quelle di diametro pari a 17mm.
Coerentemente la moneta di figura rientra nella categoria degli Æ3.
Quanto alla lega metallica essa risultava costituita in una percentuale predominante (tra l'80 e il 90%) da rame, e in  una presenza minoritaria di stagno e piombo con tracce di zinco e una placcatura superficiale di argento che era quella che conferiva valore alla moneta. Quanto all'asse di conio, P.M. Bruun lo ritiene ininfluente ai fini della catalogazione, pur non escludendo che in qualche caso particolare (per altro non precisato dall'autore) possa aver rivestito qualche significato.
(2) P.M. Bruun conferisce convenzionalmente la classe di rarità 3 (la più comune) a quelle monete la cui presenza nei musei e collezioni gli sia nota come superiore a 41 esemplari.
(3) IMPerator CONSTANTINVS Pius Felix AVGustus.
(4) "SOLI INVICTO COMITI". Al Sole, invitto compagno. La moneta richiama il culto del dio Sole/Mitra, presente in tutta la monetazione di Costantino e, con la stessa leggenda, anche in quella precedente sin dai tempi di Adriano. Secondo P.M. Bruun, l'adozione dell'immagine del Sole sulle monete di Costantino, piuttosto che come una professione di fede, va interpretata come una sfida all'ideologia tetrarchica di Diocleziano che voleva l'imperatore "gioviano", figlio di Giove. Poiché la moneta di figura fu coniata tre anni dopo la battaglia di Ponte Milvio, si pone il problema dell'apparente contraddizione tra la famosa visione di Costantino ("in hoc signo vinces", con riferimento al cristogramma,  premonitore della vittoria su Massenzio) e l'omaggio al dio Sole, simbolo palese di paganesimo. In realtà la contraddizione é solo apparente, Costantino era a capo di un impero pagano e pagano egli fu durante la sua vita, pare infatti che si facesse battezzare solo poco prima della  morte. Come sovrano egli pretese gli onori divini, nel suo caso facendosi riconoscere quale incarnazione del dio Sole; tuttavia nel 313 o nel 314, con l'editto di Milano, egli aveva legalizzato e protetto la religione cristiana, concesso benefici al clero e personalità giuridica alle comunità cristiane, i suoi stessi figli furono educati nello spirito della religione cristiana.  Insomma è probabile che, pur rimanendo legato al paganesimo, fonte del suo potere, promuovesse la convivenza, nella reciproca tolleranza,  tra il paganesimo e il cristianesimo intuito come la religione del futuro. Quanto al cristogramma e alla sua interpretazione cristiana esso appartiene ad una tradizione successiva agli eventi a cui viene comunemente riferito (la battaglia di ponte Milvio). Per approfondimenti si veda in proposito la Storia di Roma del Kovaliov, RICVII e i siti:

(5) Il segno di zecca in esergo indica che la moneta fu coniata a Roma ("R") dalla seconda ("S") officina.
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