Peso reale
~2 g; Q~
1,6 mm; h <1 mm; lega di bronzo.
Dritto:
DIV(o ..)[2]
Busto a destra.
Rovescio:
CONS(ecratio)[3]
Aquila in piedi
a sinistra con la testa voltata a destra.
[1]
La catalogazione più completa della moneta richiederebbe la disponibilità
di cataloghi delle monete imperiali più completi di quelli da me
consultati (Sear e Montenegro).
[2]
L’appellativo Divo, divino, si applicava al defunto a cui il Senato
aveva concesso l’onore della consecratio. Un difetto di coniazione
della moneta rende impossibile desumere il nome dell’imperatore dalla leggenda.
Lo stato di consunzione della moneta dalla parte del dritto è inoltre
tale da impedire di trarre utili elementi dall’immagine ivi rappresentata.
[3]
La consecratio o apoteosi era una cerimonia attraverso la quale
si conferivano attributi divini ad un defunto, di solito un imperatore.
Elementi essenziali della cerimonia erano: l’altare dedicato al defunto,
la pira funebre, l’aquila che veniva liberata dalla cima della pira per
portarne in cielo l’anima. Uno almeno degli elementi citati compare di
solito nel rovescio, in questo caso l’aquila.
[4]
Una catalogazione di questa moneta è stata proposta da un lettore
di queste pagine (v. corrispondenza con Andrea)