Caratteristiche. È un pesce bello, lungo e affusolato come un
siluro, potente e forte come può esserlo solo un corridore del mare. Il profilo
è leggermente ricurvo, il muso è arrotondato ed è caratterizzato da
un'espressione severa, quasi corrucciata. Le mascelle giungono sino alla metà
dell'occhio. Le scaglie sono molto piccole: lungo la linea laterale ce ne sono
da 150 a
180, secondo gli esemplari. Le pinne dorsali sono due e la prima è molto più
piccola della seconda. La pinna anale, anche se un poco più piccola, è simile alla seconda
dorsale. La pinna caudale è profondamente forcuta. Il dorso è blu o grigio
argento, i fianchi sono più chiari e il ventre è bianco argento. Lungo i
fianchi corre un'iridescenza dorata e dorato è pure l'occhio degli individui
giovani, che sono gialli con strisce scure verticali. t visibile anche una
diffusa macchia scura sul capo, subito dietro gli occhi. Può raggiungere i due
metri di lunghezza e i cinquanta sessanta chili di peso. È carnivora e la
riproduzione avviene in primavera e all'inizio dell'estate, secondo le zone. Dove vive. La Ricciola
è comune in tutto il Mediterraneo e nell'Atlantico meridionale. È un pesce
d'alto mare, che ama gli sconfinati spazi liquidi e la severità dei fondali
profondi, pur non disdegnando la luminosità della superficie. Solitamente
incrocia al largo, in piccoli branchi, inseguendo i piccoli pesci azzurri, di
cui si ciba. La si può trovare a duecento metri di profondità, subito sotto il
pelo dell'acqua, secondo gli umori dei momento, secondo le correnti dominanti e
secondo le quote a cui si trova il pranzo più appetitoso e più abbondante. Alle
rive si avvicina solo in primavera e nella tarda estate, seguendo gli
invisibili sentieri che le hanno insegnato ì suoi avi e che, oltre a lei, conoscono
tutti i pesci migratori. Nel periodo degli amori la Ricciola sente il bisogno
di acque un poco più calde ed allegre, adatte ai riti sessuali e alla deposizione delle uova. Ecco che seguendo la strada della
sua continua migrazione la
Ricciola compare all'improvviso in prossimità delle coste,
soprattutto al largo delle punte rocciose che si incuneano nel mare e sulle
secche. Il suo incontro è comunque più facile al Sud che al Nord, nelle isole
(Sardegna e Sicilia comprese) piuttosto che in continente. Ovunque ci sono zone
particolarmente note per il passaggio dell'instancabile corridore del mare. Un
anno dopo l'altro, ad ogni primavera, le Ricciole arrivano in massa
all'appuntamento e in certi luoghi i branchi, composti in alcuni casi da decine
e decine di individui, passano a pelo d'acqua a pochi metri dalle rocce, tanto
da essere avvistabili dall'alto del precipizio. All'appuntamento ci sono spesso
anche i pescatori di frodo, che pescano con le bombe. Costoro si appostano sui
picchi più alti della scogliera e quando vedono il branco di grossi pesci sotto
di loro gettano in mare l'ordigno mortale. La bomba non esplode immediatamente, ma comincia
ad affondare, Le Ricciole, incuriosite dallo strano oggetto e ignare del
pericolo, invece di scappare si avvicinano ancor più alla bomba che,
esplodendo, compie un vero e proprio massacro. La maggior parte delle vittime,
dato che di solito questi luoghi precipitano rapidamente nel blu, calano,
straziate, verso il fondo, a quaranta o cinquanta metri più giù, mentre solo
una piccola minoranza galleggia e viene raccolta dagli uomini con pochi
scrupoli e venduta. Chi non ha molta dimestichezza con i pesci è difficile che
si possa accorgere un esemplare è stato catturato con i tradizionali sistemi di
pesca o con le bombe, perché i pinnuti esternamente non presentano alcuna
ferita. La devastazione è tutta interna. La deflagrazione subacquea, infatti,
non agisce direttamente sul pesce, ma sull'ambiente, provocando contraccolpi
terribili ai corpi immersi nel raggio di parecchie decine di metri. Un pesce
pescato con le bombe ha gli organi interni spappolati, la spina dorsale ridotta
in minuti pezzettini. Tornando alla Ricciola, c'è un sistema per capire se ci
troviamo di fronte a un esemplare "bombardato", oppure no. La Ricciola è un pesce tutto
d'un pezzo, un unico fascio di muscoli duri come il ferro, con una spina
dorsale robusta e ben dimensionata. Se prendete una Ricciola catturata con un
fucile subacqueo o con una lenza e la appoggiate a un muro, il pescione rimarrà
dritto in piedi, rigido come un baccalà. Se fate la stessa cosa con una
Ricciola uccisa con le bombe, questa si affloscerà sul pavimento, quasi
ripiegandosi su se stessa. L'attività dei pescatori di frodo negli ultimi anni
è diminuita da una parte e si è perfezionata dall'altra. È diminuita a livello
dilettantistico, perchè le coste sono sempre più abitate ed è difficile passare
inosservati dopo aver gettato una bomba; si è perfezionata a livello
professionale, perché a farla sono pescherecci apparentemente con le carte in
regola, che si avvicinano a una zona buona, lanciano il loro messaggio di
morte, ne raccolgono i frutti incuranti degli eventuali testimoni che possono
assistere da terra e poi se ne vanno con le stive piene verso i porti di
provenienza, che possono essere anche lontani dal punto della strage. Per
quanto riguarda le Ricciole, i bombaroli o bombardieri (così si chiamano i
pescatori che si dedicano a questo tipo di pesca) hanno imparato a sfruttare in
maniera totale la loro carica distruttiva. Dopo l'esplosione, gli addetti ai
lavori recuperano prima il pesce affiorato e poi mandano in acqua una squadra
di sommozzatori con tanto di bombole ad aria che raggiungono il fondo e fanno
piazza pulita pure del bottino che si è inabissato. Le Ricciole morte vengono
legate dai sub a una robusta corda, tanto da formare un vero e proprio grappolo
di pesci, che poi viene issato in superficie per mezzo di potenti argani
esistenti sull'imbarcazione. Una pesca questa indubbiamente fruttifera, che
però deve essere non solo tenacemente combattuta ma anche decisamente
condannata. Nelle giornate assolate e di calma piatta, a volte le Ricciole si
avvicinano alle spiagge sabbiose, dove la profondità è minima e il blu degli
abissi abbastanza lontano. Succede soltanto dove la civiltà non è ancora
arrivata in maniera prepotente e dove il silenzio non ha perso la sua
sovranità. Allora la Ricciola
pare prediligere le foci dei fiumi o dei torrenti che si riversano in mare e i
frangiflutti dei rari porticcioli ancora un poco tranquilli e non troppo
inquinati.