Sempre alla famiglia dei Labridi appartiene un pesce che, seppure non importante nell’agonismo canna da riva né nel surfcasting, è invece in grado di assicurare divertimento a chi pesca dalla barca in estate: il Pesce pettine (Xyrichtys novacula). Il nome scientifico deriva dal greco e significa pesce rasoio. La ragione è forse nel rispetto per i suoi denti aguzzi con cui può spesso mordere l’incauto pescatore, forse nella sua forma, dai fianchi stretti e dai margini inferiore e superiore affilato (il che non significa tagliente!).

 

pettine.JPG (43024 byte)La conformazione dei denti, disposti su due fila, con i due canini superiori e i due inferiori sporgenti dalla piccola bocca posta in basso, hanno indotto una certa rassomiglianza con i topi. Non si spiega diversamente il nome dialettale dato alla specie: “pisci surìci.

 

 

Raggiunge dimensioni di circa 30 cm. e il suo colorito è roseo per le femmine,  verde nel maschio, con linee verticali celesti più o meno evidenti in base alla fase , la testa alta e la fronte appiattita.

 A differenza degli altri labridi, il pesce pettine popola le distese di sabbia morbida vicino alle coste, anche se può trovarsi anche su fondali ghiaiosi . Durante il giorno, ricerca in branchi  il cibo  mentre la sera si infossa nella sabbia o ghiaia per dormire beato. In inverno si allontana dalle coste in cerca di acque profonde, dove le variazioni di temperatura tra l’estate e l’inverno non sono avvertite.








Si pesca essenzialmente dalla barca, a scarroccio, cioè senza ancora ma  liberi di seguire la corrente e il vento. Sul mulinello fissato ad una corta canna (mt.2) con cimino sensibile ma resistente, si imbobinano circa 200 metri dello 0.25  su cui si inserirà un piombo a scorrere (40/100 gr.) e quindi un moschettone.

A questo si aggancia con l’asola il finale che è formato da cm. 45 di 0.18 sul quale si attaccheranno uno appresso l’altro e distanti circa 15 cm. due ami a gambo medio (tipo 410) del n.12. 

Potrà essere usato anche un terminale classico da bolentino con un amo posto sotto il  piombo a strusciare sul fondo.

Come esca si usano pezzetti di gambero, vermi di qualsiasi tipo, telline sgusciate, lumachine sgusciate o pezzettini di calamaro. Volendo, a 50 cm. sopra il piombo si può collegare un terzo bracciolo di 15 cm. di 0.18 con lo stesso amo ed esca per qualche sparide (sarago o mormora in primis).Sarà bene segnare con un bidoncino, attaccato con una corda di idonea lunghezza ad una pietra, il posto dove si

hanno più toccate e, una volta individuatolo, è possibile anche brumeggiare con sarda macinata grossolanamente racchiusa dentro una rete (vanno bene i sacchi di patate).Si risalirà la corrente  e si finirà l’azione di pesca dopo aver passato il segnale, risalendo nuovamente.

A volte, capitano giornate in cui i pesci pettine abboccano con grande avidità e numero. Si dovrà essere capaci di sospendere la pesca o liberare, dopo averne catturato la quantità necessaria, gli esemplari in eccesso.

La carne del pettine è squisita, simile a quella delle sogliole.  Taglia minima di legge cm.7