PERSICO SOLE (Lepomiss gibbosus Linnaeus)
Famiglia: Centrarchidi-Centrarchidae
Morfologia
il Persico sole, che presenta alcuni caratteri (pinna dorsale, bocca) simili al
Persico trota, si riconosce facilmente per la forma ovaleggiante. Il corpo è
alto e schiacciato lateralmente, la bocca è piccola. Presenta una colorazione
verde-oliva resa sgargiante da macchie arancio, bande azzurre sottili ai lati
del capo e una vistosa macchia nera e rossa sui prolungamenti membranosi degli
opercoli.
Riproduzione e accrescimento:
la riproduzione avviene nel periodo compreso fra la primavera avanzata (maggio)
e l'estate (luglio-agosto). Le uova (
Alimentazione:
è specie esclusivamente carnivora: preda larve di insetti, crostacei, uova ed
avannotti di pesci.
Habitat:
il Persico sole predilige acque di pianura (laghi e fiumi a corso lento), ma è
stata accertata la sua presenza anche in tratti fluviali piuttosto turbolenti
dei bacino dei Fiume Chiascio
Comportamento:
il successo avuto da questa specie, nelle acque in cui è stata introdotta, è
dovuto alla sua buona capacità di adattamento, alla difesa del territorio ed
alle cure parentali fornite alla prole: il maschio, infatti, si prende cura
degli avannotti e sorveglia attivamente il nido, difendendolo dagli intrusi.
Distribuzione:
introdotto in Europa dall'America Nord-Orientale come il Persico trota, è ora
presente in numerose località italiane. Per l'elevata prolificità e per la
predazione esercitata su uova e avannotti di altre specie ha avuto un impatto
negativo negli ambienti in cui è stato introdotto e rappresenta un esempio di
inquinamento biologico e di cattiva ed irrazionale gestione delle acque,
conseguente all'introduzione di specie esotiche.
Presenza in Umbria:
dopo una fase di crescita esplosiva, le sue popolazioni in Umbria sembrano aver
trovato un equilibrio numerico con densità molto più basse che nel passato. Nel
Trasimeno, dove pochi anni fa costituiva la specie più comune, si è infatti
rarefatto e lo stesso sembra essere avvenuto anche negli altri laghi umbri. La
sua presenza in Umbria comprende sia le acque correnti (intero corso dei fiumi
Tevere e Nestore, tratti terminali dei fiumi Paglia, Chiani, Chiascio e Velino)
che i laghi (tutti i bacini sia artificiali che naturali).