Caratteristiche. Il corpo è ovale e compresso ai lati, il
profilo è leggermente convesso. La bocca è obliqua e dà all'animale
un'espres-sione eternamente scontenta. Le mascelle sono uguali ed ognuna ha
diverse file di denti, che sono inci-sivi nella parte
frontale e aguzzi e conici ai lati. Nella parte anteriore di entrambe le
mascelle sono presenti quattro file di piccoli denti granulari. Il colore è
argenteo con strisce longitudinali evanescenti, punteggiate di scuro. Una
macchia nera orlata di bianco è ben visibile sul peduncolo caudale. Può
arriva-re a una lunghezza di trenta centimetri e a sette-ottocento grammi di
peso. Si riproduce nella tarda primavera e le larve rimangono nel plancton fino
a estate inoltrata. Si nutre prevalentemente di erbe, ma non disdegna neppure
piccoli animali che vivono sul fondo e rifiuti organici.
Dove vive. L'Occhiata è comune sia nel Mediterraneo, sia nell'Oceano
Atlantico, dall'Angola al Portogallo. Talmente frequente da fare ormai parte del
paesaggio subacqueo, soprattutto in prossimità delle pareti che scendono a
picco verso l'abisso, all'esterno delle punte rocciose, sopra le secche che si
innalzano come guglie dal fondo del mare. Vive in branchi numerosi, fatti di
centinaia e centinaia di individui sospesi nel blu, contendendo spesso il
territorio alle Castagnole. Di solito l'Occhiata ama starsene immobile appena
sotto la superficie, specialmente nelle giornate di bonaccia, ma può scendere
sino a una ventina di metri. Nel periodo degli amori, il pescionzolo cambia
leggermente abitudini, lascia gli spazi azzurri e si avvicina alle costiere,
occupando le tane della zona con la sua allegra presenza. Allora è un via vai
continuo, un andirivieni incessante, un brulichio di vita. I pesci si ammassano
nelle tane, si stipano uno contro l'altro, si spingono, escono, rientrano,
fanno comunella, si isolano, brucano a drappelli compatti le alghe, poi si
intanano di nuovo. Nella confusione non si accorgono di mescolarsi spesso ai
Saraghi, i quali li accettano ma con un certo fastidio, perché le Occhiate,
nella loro incoscienza, senza volerlo segnalano la tana abitata al cacciatore
subacqueo, che queste cose ormai le sa e se ne approfitta subito. In casi del
genere i Saraghi tentano di nascondersi dietro le Occhiate, ma alla fine queste
se ne vanno e il trucco è scoperto.
I luoghi
di pesca, i periodi ed i momenti migliori
Come abbiamo già accennato, le zone migliori sono quelle situate nei luoghi con
corrente dei punti cospicui della costa, o nelle vicinanze delle piccole isole
o di scogli emergenti al largo. Anche le imboccature dei porti, i dintorni dei
manufatti artificiali o delle scogliere, danno i loro buoni frutti. E poi,
l'occhiata la si trova anche in prossimità delle vette dei sommi o delle secche
dove si unisce a banchi di aguglie alla ricerca continua di cibo. Come periodo,
quello migliore è quello autunnale per tutte le zone suddette. Comunque, questo
dato non è sempre scontato e spesso dipende dalle condizioni meteoclimatiche
dei nostri mari. Molto buone anche la primavera inoltrata e l'estate. Le ore
diurne risultano spesso e volentieri un po' pigre. Quelle migliori durante le
quali si accentua l'attività trofica, si rilevano al tramonto, durante la
notte, e alle prime luci dell'alba