Caratteristiche. È un bel pescione, robusto e possente, dal corpo ovale,
compresso ai lati e dalla testa imponente. La mascella inferiore è leggermente
prominente rispetto a quella superiore e le labbra sono carnose e molto
evidenti. I denti sono lunghi e aguzzi e sono disposti su entrambe le mascelle.
Il preopercolo ha il margine posteriore dentellato e l'opercolo tre corte
spine. Le scaglie sono piccole e sono presenti anche sul capo e sulla mascella
inferiore. La pinna dorsale è lunga e divisa in due parti: la parte anteriore è
dotata di robuste ed acuminate spine, la posteriore ha raggi molli. Le pinne
pettorali sono larghe e la pinna caudale è arrotondata. La pinna anale è poco
evidente ed è simile, anche come grandezza, alla seconda parte della pinna
dorsale. Il dorso è bruno, i fianchi sono leggermente chiari e il ventre è
giallastro, come la parte esterna delle labbra. Capo, dorso e fianchi sono
marezzati di giallo, di bianco o di arancione, a seconda degli esemplari. Le
pinne sono scure e hanno il margine più chiaro. L'esemplare qui descritto è la Cernia tipo, ma in realtà
la colorazione di questi pesci varia moltissimo in funzione dell'habitat in cui vivono.
La
Cernia è infatti dotata di un mimetismo eccezionale ed il suo
colore può assumere tonalità verde scuro se il fondale dove abita ha molte
alghe, oppure quasi nero se frequenta grandi antri, o addirittura bianco se si
trova sulla sabbia. La Cernia
può arrivare a un metro di lunghezza e a una sessantina di chilogrammi di peso.
Si riproduce in estate, quando abbandona gli abissi per risalire verso la
costa, è carnivora e si nutre di molluschi, di crostacei e di pesci. Il suo
piatto preferito è comunque rappresentato dal polpo, che insegue con ferocia e
accanimento. Quando ne vede uno non gli dà tregua e a morsicate gli toglie a
uno a uno i tentacoli, fino a quando il poveraccio non può più tenersi
aggrappato alle rocce e viene inghiottito in un solo boccone. Per catturare i
pesci per il pranzo, invece, la
Cernia usa un sistema abbastanza singolare, ma decisamente
comodo, da grande pigrona che è. La sua mole, di solito imponente, la
condiziona non poco e poi non è dignitoso correre dietro ai pinnuti più
piccoli, nemmeno se si ha fame. Allora la cernia adotta un sistema di caccia
tutto suo: si sceglie un buco che si affaccia magari su uno strapiombo
frequentato dai piccoli pesci di passo ed aspetta acquattata nell'ombra. Quando
un pesciolino sprovveduto le passa a tiro, ignaro del pericolo, apre la sua
enorme bocca ed aspira l'acqua come un'idrovora, succhiando letteralmente la
preda nelle sue fauci.
Dove vive.La Cernia è la
regina delle scogliere, il sovrano incontrastato delle ciclopiche cadute di
massi che si accavallano verso il fondo, il solitario guardiano delle
cattedrali sommesse, l'astuto abitante dei meandri più inaccessibili di una
parete rocciosa. Vive sempre a contatto del fondo tra i dieci e i quattrocento
metri di profondità, ovunque ci siano tane e
tanta pace. È comunque in tutto il Mediterraneo e solo occasionalmente è
presente nell'Atlantico orientale, raramente, comunque, più a nord del Golfo di
Biscaglia. L'allegro fracasso della superficie le dà sui nervi, l'altalena
delle onde la infastidisce, quasi che le faccia venire il mal di mare, la luce
del sole la sgomenta. Per questo non abbonda mai la pace ovattata degli abissi,
dove la risacca non arriva e dove la penombra soffoca i colori e la protegge
come un complice furtivo. L'inverno lo passa chissà dove, lontano dalla costa,
a quote veramente abissali, probabilmente alla base delle platee continentali.
D'estate, invece, emigra in senso verticale e viene a popolare le nostre coste
rocciose, sempre rimanendo a profondità considerevoli. Sembra che l'optimum sia
fra i trenta e i cinquanta metri. Durante la bella stagione, infatti, è
difficile avvistare Cernie oltre i cinquanta metri di profondità. A parte
l'emigrazione stagionale in senso verticale, la Cernia è un pesce
stazionale, un pesce, cioè, che ama frequentare sempre gli stessi luoghi. La Cernia si sceglie una zona
di caccia, vi pone al centro una dimora fissa e non se ne allontana mai.
Inverno a parte, naturalmente. L'estate successiva, però, siate certi che la Cernia tornerà ad occupare
la stessa tana dell'anno prima. A meno che qualche subacqueo, o qualche amo di
profondità non glielo impedisca in modo brutale. La Cernia frequenta due tipi
di tana, ben distinti l'uno dall'altro: la tana fissa, cioè quella
residenziale, per lo più inviolabile da chiunque, e quella di posta, cioè
quella adoperata per cacciare o per sfuggire momentaneamente a un improvviso
pericolo. Le due tane hanno caratteristiche differenti: la prima è profonda, un
nero cunicolo che penetra nella montagna e che quasi sempre si dirama in
diversi corridoi che sfociano di frequente in una sala comune; la seconda è più
semplice, è una grotta abbastanza agibile con due o più aperture e si affaccia,
di preferenza, su una scogliera a picco, battuta dalle correnti e situata in un
luogo di passaggio. Possono essere adatte ampie gallerie sommerse, crepacci che
affondano in una parete, volte di pietra nascoste sotto scogli imponenti. Tutte
queste tane, comunque, sono di solito situate a poche decine di metri di
distanza dalla tana principale che, come abbiamo detto, non viene mai persa di
vista dal furbo e corpulento pescione. In una costa frastagliata e dirupata, la Cernia andrà a vivere dove
i fondali sono più profondi e le correnti più sensibili. Così, sarà meglio
andarla a cercare sulle
punte dei promontori, alla base di terrazze
degradanti, intorno a un'isoletta che si erge dal fondo a qualche centinaio di
metri dalla riva o sulle secche tormentate che si innalzano dagli abissi in
alto mare. Le frane sommerse, dove i massi e le pietre si accavalcano gli uni
sulle altre sono il suo habitat ideale, perché costruiscono una vera e propria rete
di cunicoli in contatto tra loro e visibili dall'esterno, dove la Cernia può scomparire e
ricomparire in acque libere a parecchie decine di metri di distanza. Le tane
delle Cernie hanno, del resto, caratteristiche particolari da costituire una
rarità anche fra i pinnuti. Come dire che pure fra i pesci esiste la crisi
degli alloggi. Infatti, capita sovente di catturare una Cernia e di tornare
dopo qualche giorno a visitare la stessa tana. Nell'antro, non sarà difficile
scovare un altro esemplare, più o meno dello stesso peso del primo, che non ha
perso tempo ad occupare l'alloggio rimasto vuoto. La tana di una Cernia,
insomma darà sempre i suoi frutti, anche a distanza di anni. E ben lo sanno i
cacciatori esperti, che tengono gelosamente segreti gli indirizzi giusti,
andandoli a visitare almeno un paio di volte per stagione. La Cernia è un animale
solitario. Le piace dormire da sola, mangiare da sola. In zone particolarmente
tranquille e con scarsità di vederne parecchi esemplari riuniti in gruppo: tre
o quattro individui più o meno della stessa mole. Vuol dire che il luogo è
particolarmente ricco di cibo e che i pesci non si danno fastidio tra loro. In
questo caso possono anche abitare nella stessa tana, ma ogni Cernia, fedele al
suo spirito individuale, sceglierà sempre lo stesso angolo della caverna per
riposare o digerire in pace, quasi ignorando la presenza delle compagnie. Le
praterie di posidonie l'attraggono solo quando sotto le erbe ci sono scogli e
tane in grado di fornire un sicuro riparo, mentre non le dispiacciono affatto i
fitti boschi di gorgonie, che si riproducono e nascondono con i loro ampi
ventagli le aperture di grandi spaccature della roccia, che spesso la
nascondono alla vista delle prede. La sua mole imponente e le sue abitudini cavernicole
la mettono infatti al sicuro da qualsiasi altro pesce animato da cattive
intenzioni, squali compresi.