L'EDITORIALE DI RAG DOLL

LA JUVE TRICOLORE AI NASTRI DI PARTENZA DELLA NUOVA STAGIONE

E finalmente si riparte. Voglia di calcio e, soprattutto, voglia di Juve. La funesta esperienza del mondiale nippocoreano e la crisi che attanaglia il mondo del pallone hanno almeno in parte allontanato la gente comune dal gioco più bello del mondo e al contempo rifocillato nei tifosi la voglia di calcio giocato, come medicina a questa crisi prima ancora che come passatempo domenicale. Voglia di serenità, come ha saggiamente esposto Lippi in un'intervista ad un noto periodico, speranza di vivere una stagione sportiva priva dei soliti sospetti e delle solite inutili velenose polemiche tipiche del calcio nostrano, che non a caso sta andando alla deriva. Due parole (..) sul quadro generale nel quale ci apprestiamo a cominciare il nuovo campionato. Personalmente, senza tornare sulla bruciante eliminazione di una nazionale italiana brutta e senza gioco in Corea per mano di Moreno, senza entrare nel merito delle contese estive fra Rai, Lega Calcio, Plus Media Training o sui conflitti di interesse di Galliani, ritengo che lo stato di salute generale del nostro calcio sia preoccupante. Io stesso, appassionato di spessore del gioco, sono sinceramente sconcertato dal livello mediocre al quale troppi attori recitano sul palcoscenico del pallone. Quella serenità che in mezza Europa hanno e che noi non abbiamo.

L'arte di polemizzare su ogni fallo laterale non concesso (riprendo la frase da una celebre ironia sull'Inter di un sito di humour calcistico), le moviole infallibili che pretendono di spiegare il calcio come una scienza esatta, gli arbitri perennemente sulla graticola, i presidenti boriosi, chiaccheroni e piagnoni, i motorini lanciati dalle gradinate se la squadra gioca male, giocatori di calcio che non sono nemmeno cittadini regolari, giocatori di calcio dopati, giocatori di calcio che si lamentano quando la gente comune si lamenta dei loro dodici miliardi netti all'anno, giocatori di calcio di cui non si sa più il nome o la provenienza, tuffatori e simulatori travestiti da calciatori, talk show che divengono gazzarre semiserie ed orchestrate di insulti e provocazioni, processi (non solo del lunedi) perenni agli allenatori dopo ogni pareggio, trasferimenti di mercato inventati ogni sedici minuti, telecamere ovunque per capire in diretta il motivo dei capelli bagnati dei calciatori prima di scendere in campo, leggi cambiate in corsa (chi non ricorda il tetto agli extracomunitari schierabili..) con metodi e giustificazioni discutibili, personaggi che gettano sistematicamente fango e discredito sugli avversari e così via.

Fino ad arrivare ai venti del nord, a passaportopoli, alle molotov contro i pullman, alle ironie velenose su presunti acquisti di giocatori mai fatti, alle citazioni in giudizio per diffamazioni varie, alle centinaia di ore di trasmissioni appositamente studiate dalla mitica (..) tv privata lombarda per eccellenza per commentare ogni secondo ogni sussurro ogni insulto ogni dettaglio ogni pettegolezzo ogni retroscena del trasferimento di Luis Nazario da Lima Ronaldo e di sua moglie Milene da Milano a Madrid .. In Italia la regolarità del campionato è sempre messa in dubbio da chi non vince mai e in particolar modo quando c'è davanti una certa squadra di una certa città. In Italia le leggi non sono uguali per tutti : c'è chi ha bilanci in regola, chi no, chi non ce li ha e spende beato centinaia di miliardi e si iscrive regolarmente al campionato senza colpo ferire.. In Italia il calcio non è uno sport: chi vince non è stato più bravo di chi ha perso. Ci sono sempre alibi, polemiche, sospetti, dubbi retroscena. Giornali e tv raccontano sempre meno di calcio giocato. Ogni sconfitta non è mai per demerito della squadra o merito degli avversari, è sempre "colpa" di qualcuno. E giù processi, critiche, polemiche, sondaggi.

Credo fermamente, con un pizzico di amara presunzione, che queste osservazioni siano incontrovertibili. Perchè sono cose successe realmente, sotto gli occhi di tutti.

Per quel poco di calcio internazionale che seguo, non mi sembra che ci sia un solo paese in Europa dove succedano tutte queste amenità contemporaneamente. Credo che il paese pallonaro si debba dare una regolata, delle leggi chiare che si facciano rispettare, e un codice di comportamento deontologico dello sport che manca totalmente, per giocatori, dirigenti, società, massmedia. Credo che la gente, logorata da tutto questo, rischi sempre di più di allontanarsi dal mondo del calcio. Sarebbe una perdita irreparabile, perchè la gente è il motore di questo giocattolo. E se si rompe il motore, le conseguenze sono ahimè facilmente deducibili.

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In questo quadro scintillante d'entusiasmo fra qualche giorno si riparte. Ripartiamo, noi bianconeri, da quell'impeto di gioia esplosiva, da quel vulcano di emozioni di quel memorabile cinque maggio di Udine, da quella corsa liberatoria di Del Piero, da quell'annuncio di Salas alla radiolina, dagli abbracci e l'acclamazione per Marcello Lippi sul terreno del Friuli, da quel fotogramma di Conte, capitano in pectore, che urla vestito del tricolore aggrappato alla ringhiera della curva. Quanti brividi corrono ancora sulla schiena...

Si riparte con una Juve sostanzialmente identica a quella che ha ottenuto questo incredibile scudetto. Il calciomercato si sa è un turbine imprevedibile, che sconvolge domani le certezze di oggi. Mi trovo a commentare la squadra con gli acquisti e le cessioni di tre giorni prima all'inizio del torneo. Partiti solo Carini, Paramatti, Amoruso e Maresca. Poteva anche partire qualcun'altro la cui dipartita credo sia rinviata solo di una decina di mesi. Procediamo con ordine. Preso Chimenti, a mio avviso il miglior portiere del torneo dopo Buffon, Toldo e Peruzzi. Situazione portieri eccezionale. C'era la difesa da svecchiare. La svecchieremo l'anno prossimo. A parte Moretti, è arrivato ad oggi Fresi, che giovane certo non è. Mesi e mesi, parole e parole, trattative e trattative su Nesta e Cannavaro, poi uno al Milan e uno all'Inter. Puff.. Voci e voci su Lucio, Stam, Mexes (fortissimo) e Campbell. Puff.. Dicono che abbiamo contattato per l'anno prossimo Cribari, Zaccardo e Vargas. Ogni commento sarebbe eufemistico.

Da anni abbiamo il problema dei laterali. Voci e voci, trattative e smentite. Un' altalena decrescente di speranze malriposte. Ze Roberto, Giggs, Mc Manaman, Ljungberg era chiedere troppo, d'accordo. Placente, Zauri, Eriberto, Vicente (ottimo) o Puyol pure. Thuram (non gradisce notoriamente il ruolo), Birindelli e Pessotto (infortunato fino a novembre) sono il meglio evidentemente. E' arrivato Mauro German Camoranesi da Verona, argentino non nazionale. Mi pare abbia i piedi buoni, forse anche per lui vale un difficile confronto con gli altri nomi del calcio internazionale. Il centrocampo, a mio avviso, era il reparto dove intervenire in modo più massiccio. Il confronto a livello europeo con team come Real, Manchester o Arsenal (le tre compagini meglio assortite a livello qualitativo a mio avviso) è preoccupante. L'anno scorso la Juve è mancata sovente di gioco, di manovra, di verticalizzazione, di inserimenti. Visto e considerato che il discorso fantasia è ormai un tabu per la dirigenza, che ha ritenuto opportuno non sostituire il trequartista (anche se definire semplicisticamente trequartista Monsieur le Football è come definire il Brunello di Montalcino un vinello da osteria), si doveva agire forse diversamente. Brighi è un ottimo elemento, purtroppo la sua incedibilità è durata qualche settimana. Tornerà, forse, fra due anni. Baiocco è un ottimo sostituto, dinamico, grintoso, concreto. Nella rosa fa comodo. Pur essendo note la mia solida stima e la fiducia inattaccabile per il mister (il ricordo di Roma, di Tokyo, delle annate 95-96-97 è superiore a tutto), fatico a condividere le sue idee tattiche su Nedved e Tudor. Il primo trequartista dietro le punte e il secondo uomo d'impostazione davanti alla difesa. Mah.. Io ho da sempre due pallini, che credo non disdegni la dirigenza juventina. Rispondono al nome di Vieira e Scholes. Farei follie per averli, loro sarebbero qualità e quantità che ci farebbero fare un salto decisivo in mezzo, e ci farebbero andare a Leverkusen, a Londra e a La Coruna con più tranquillità, e senza uscirne con le ossa rotte e con tre pere cadauna nella nostra rete. Ritengo Davids un giocatore difficile da gestire, ma difficilissimo da sostituire. Rafforzare la Roma con l'olandese per undici milioni di euro e due ragazzi mi sembrava una trattativa infelice. Giusto il fermo rifiuto di Moggi a Sensi. Se Ambrosini e Cristiano Zanetti, ottimi elementi davvero, sono come pare incedibili, ci conviene tenerci Davids ben stretto. Sull'attacco infine, solo elogi alla dirigenza. Marco Di Vaio è il migliore attaccante esistente in Italia, uno dei migliori d'Europa. Forte, giovane, sano, completo. Non potevamo scegliere meglio. L'accostamento alla Juve di nomi come Marazzina, Muzzi, Hubner, Jardel e altri comprimari non lasciava spazio a cotanta sorpresa. Ora, se Del Piero e Trezeguet (incrociamo le dita sulla sua integrità fisica) sapranno ripetere un'annata come la precedente e se Salas tornerà Matador, abbiamo un attacco davvero pericoloso ed invidiabile.

Le milanesi si sono rafforzate moltissimo. Nesta e Rivaldo, Crespo e Cannavaro. Sinceramente le vedo favorite per la vittoria finale. Non credo che nessuno avrebbe disdegnato qualcuno di loro alla Juve, sono quattro fuoriclasse autentici, uomini che fanno reparto da soli. La nostra politica, fatta (giustamente) di bilanci puliti e di prestiti con diritti di riscatto, fatta di Fresi, Baiocco, Moretti e Camoranesi è moderna e ben si concilia con gli obblighi delle società quotate in borsa quale è la Juventus oggi. Speriamo si concili anche con l'Europa del calcio che conta. O comunque speriamo in un nuovo cinque maggio..

Rag Doll


A cura di RAG DOLL

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