Pignataro Maggiore                                                                                                              

24 luglio 2006

 

“Come pellegrine e forestiere in questo mondo,

servendo il Signore in povertà e umiltà,

mandino con fiducia per l’elemosina.

devono vergognarsi, perché il Signore

per noi si fece povero in questo mondo.”

                                  (RsC VIII)

Carissimi nel Signore,

                                  

                                Pace e bene!

 

Il passo della Regola della Madre S. Chiara, scritto sopra, ci è tornato più volte alla mente in questi giorni e ci ha incoraggiato a manifestarvi con umile fiducia la grave tribolazione in cui – all’improvviso – siamo venute a trovarci, trasformando, dal mattino alla sera, il monastero in un enorme cantiere.

Dopo aver sentito il parere determinante di esperti, abbiamo dovuto abbandonare tutta l’ala del monastero più abitata. Visto il grande disagio,  soprattutto per le sorelle più anziane e ammalate, la madre ha lanciato l’idea di sciamare durante il tempo dei lavori, ma nessuna sorella, dalla più giovane alla più anziana, ha accettato la proposta.  Così da due settimane ci troviamo in casa una buona squadra di muratori che lavora alacremente. Nel corridoio e nelle celle sono già state rimosse le pavimentazioni sovrapposte nel tempo, la terra e la polvere hanno invaso un po’ tutto, il rumore del martello pneumatico continua a rimbombare; travi, tiranti di ferro, reti elettrosaldate cominciano ad essere posizionate…..

Che cosa è successo?

Avevamo programmato di fare tre docce in comunità: il numero dei servizi era rimasto quello di dieci anni fa’, quando eravamo solo in otto. Ora la presenza delle novizie e delle professe temporanee ha fatto sentire la necessità di creare nuovi servizi.

Per ottenere due docce nel vecchio bagno, utilizzando meglio lo spazio della stanza, si è cominciato a rimuovere la pavimentazione e lì abbiamo avuto la sorpresa: un preoccupante stacco dalla parete.  A dire il vero nelle celle erano comparse crepe sui muri ma non pensavamo che la situazione fosse così grave!

Fatti dei saggi nelle altre celle si è visto che la stacco continuava sino sull’ala verso il piazzale. Provvidenzialmente in quei giorni è venuto a trovarci l’architetto che ci aveva aiutato nel restauro della chiesa. Lui ha constatato la gravità della situazione e ha suggerito all’impresario di consultare un ingegnere esperto in strutture, il quale ha rilevato lo stacco tra pavimento e parete anche in soffitta e ha consigliato di non attendere a mettere mano ai lavori. L’urgente risanamento strutturale, mediante realizzazione di cordoli perimetrali e perforazioni sulle murature portanti, è indispensabile per contrastare la spinta dei tetti, rifatti in modo inqualificabile nel 1993, per cui l’edificio, senza un pronto intervento, sta per aprirsi come una scatola.

 

Eccoci nell’avventura di un lavoro ingente, imprevisto, e da fare con urgenza!  L’impresario, molto buono con noi,  vedendo la gravità della situazione, si è messo subito all’opera, ma noi non abbiamo davvero i mezzi per affrontare un simile lavoro!

Chiediamo umilmente e con fiducia un aiuto fraterno: la Madre Santa Chiara, di cui tra pochi giorni celebreremo la festa, non mancherà di ricompensare ogni gesto di bontà rivolto a queste sue figlie.

Con la Sua intercessione, un vivo augurio di ogni bene.

 

Le Sorelle Clarisse del monastero S. Croce con la loro Madre