Riministoria

Il Rimino n. 26

Un libro con Amaduzzi come protagonista

Anno II, n. 26, Rimini 28.05.2000

Webzine diretto da Antonio Montanari

 

Da Firenze a Savignano

Un libro con Amaduzzi come protagonista

 

Domenica 28 maggio è avvenuta a Savignano, presso l’Accademia dei Filopatridi, la presentazione di un volume pubblicato dalla Provincia di Firenze con l’editore Olschki, ed intitolato "Il carteggio tra Amaduzzi e Corilla Olimpica 1775-1792", a cura di Luciana Morelli, con prefazioni di Enza Biagini e Simonetta Merendoni e con un saggio di Antonio Montanari su Amaduzzi, Scipione de’ Ricci ed il ‘giansenismo’ italiano.

Il libro è una vera e propria miniera di notizie poco conosciute od anche del tutto sconosciute non solamente sulla poetessa arcadica Corilla Olimpica che fu incoronata in Campidoglio, ma pure sulla cultura del Settecento italiano, del quale ricostruisce gli ambienti sociali e culturali.

Ai romagnoli il libro interessa per la parte che in esso occupa l’abate savignanese Giovanni Cristofano Amaduzzi.

La Provincia di Firenze ha pubblicato il volume nella propria collana "Cultura e memoria", dove appaiono libri di grande importanza a livello non soltanto nazionale. E' un’iniziativa che, dalle nostre parti, manca del tutto: la Storia non è curata, si pubblicano soltanto guide, opuscoli e depliant, e non esiste nessuna iniziativa seria e profonda nei contenuti, come quella di cui stiamo parlando per Firenze.

Alla manifestazione hanno partecipato l’Assessore alla cultura della Provincia di Firenze Elisabetta del Lungo che ha introdotto l’illustrazione del volume fatta dalla curatrice Luciana Morelli. La Provincia di Firenze era rappresentata anche da una delegazione composta da Gabriella Gandon Poli, responsabile dell’unità operativa della programmazione culturale; da Simonetta Merendoni, dirigente del servizio beni culturali; e dalla prof. Enza Biagini, docente del dipartimento di Italianistica dell’Università di Firenze. La Biblioteca Gambalunghiana di Rimini è stata ufficialmente rappresentata dalla dott. Paola Delbianco.

Alla presentazione di Luciana Morelli, è seguita una dissertazione della prof. Giulia Cantarutti, docente dell'Università di Bologna e vicepresidente del Centro Studi Amaduzziani, su "Erudizione e socievolezza".

Presente una nutrita delegazione di eredi Amaduzzi, provenienti da ogni parte d’Italia: tra loro, Teresa Amaduzzi con i figli Alfonsina ed Aurelio, l’ammiraglio Francesco Amaduzzi, l’architetto Arrigo Amaduzzi con la consorte Maria Paola Simoni e la figlia Isabella (scrittrice e critica d’arte), ed Anna Maria Amaduzzi, sorella di Luigi, attuale ambasciatore italiano a Londra, impossibilitato ad intervenire. Tutti si sono rallegrati e complimentati con gli organizzatori per l’iniziativa realizzata a Savignano.

Gli onori di casa sono stati fatti dal sen. Lorenzo Cappelli, presidente dei Filopatridi e dal prof. Sergio Foschi, presidente del Centro Amaduzziano, che Antonio Montanari ha fondato presso la stessa Accademia, e del quale è coordinatore.

Corilla Olimpica si chiamava in verità Maria Maddalena Morelli (nessuna parentela con la curatrice, come invece è stato adombrato da notizie diffuse sulla stampa locale). Fu una poetessa estemporanea, cioè improvvisatrice. Ai suoi tempi, una celebrità, conosciuta pure in Europa. "Le 451 lettere che compongono il carteggio", ci spiega Luciana Morelli, "e che sono custodite presso l’Accademia dei Filopatridi di Savignano, sono anche la testimonianza, interessante e molto piacevole da leggere, di una bella e sincera amicizia letteraria ed umana".

Le lettere che Corilla ed Amaduzzi si scambiano non riguardano solo vicende personali dolorose e travagliate, per gelosie, invidie, ripicche ed anche per motivi politici. Esse, infatti, soprattutto quelle dell’abate savignanese (e non frate, come abbiamo letto), sono una preziosa e poco conosciuta fonte diretta di notizie non solamente sulla controversa incoronazione di Corilla, ma pure su tutta la vita del secondo Settecento italiano, nei vari settori che spaziano dalla politica alla cultura, alla società romana e fiorentina.

Entrambi afflitti da mille avversità e dalle altrui perfidie, Corilla ed Amaduzzi si raccontano nell’epistolario, con quella sincerità e spontaneità di accenti che fanno del libro un’opera non per soli specialisti. L’incoronazione di Corilla, prosegue Luciana Morelli, "suscitò reazioni eccessive sia dal punto di vista positivo che da quello negativo, per motivi politici e pseudo politici, che ben poco avevano a che vedere con la poesia e con la poetessa. Per questo fatto, attraverso i secoli, la vera personalità e le vere vicende di Corilla Olimpica sono state notevolmente travisate".

L’Assessorato alla Cultura della Provincia di Firenze aveva già avuto modo di occuparsi di Corilla durante una ricerca su personaggi ed avvenimenti significativi dell’ambiente toscano del 1700, avviata dal proprio Servizio Iniziative Culturali nel 1989 ed in parte sfociata in un volume sulle "Letterate toscane", con un saggio della stessa Luciana Morelli, relativo alla poetessa Corilla Olimpica.

Il volume appena uscito, contiene anche altri due contributi di Antonio Montanari: sono le biografie rispettivamente di mons. Scipione de’ Ricci, vescovo di Pistoia e Prato (del quale Amaduzzi fu un sostenitore leale e fedelissimo); e di Aurelio Bertòla, poeta e filosofo riminese, sulla vita del quale l’autore del breve saggio ha scoperto numerosi documenti inediti, appena pubblicati in un lungo lavoro contenuto nell’ultimo volume degli "Studi Romagnoli".

Lena Vanzi

 

Cercansi mecenati

La presentazione ai Filopatridi del volume fiorentino dimostra che, se si vuole, si può fare della buona cultura a livello nazionale, superando gli angusti confini della piada e del liscio Altro aspetto. Quando apparve una voluminosa storia di Savignano, ad Amaduzzi, furono dedicate soltanto due (diconsi due) righe (e non pagine) di testo.

Infine, che cosa sono oggi le strutture come le Accademie? Quella dei Filopatridi funziona, lo testimoniano la nascita del Centro Amaduzziano e questo gemellaggio con Firenze.

Ma il Centro non ha una lira. Ed al contrario di altre analoghe istituzioni nazionali, non può pubblicare inediti, eccetera, per mancanza di finanziamenti. I grandi manovratori della banche locali saranno interessati a fare qualcosa anche per il povero Amaduzzi (in vita e anche dopo due secoli dalla morte…)?

Nelle istituzioni culturali, questi manovratori ed altri consimili donatori sono sempre riveriti e temuti, fanno il bello ed il cattivo tempo: purtroppo, lor signori non si rendono conto che la fama di cui godono non è relativa alle loro qualità personali ma unicamente alle "doti’" che recano con sé, come una volta accadeva per le spose.

Dall’alto di patrimoni personali o pubblici, costoro guardano i cosiddetti intellettuali con un leggero fastidio, perché intenti ad occuparsi di cose che non rendono, non producono denaro, anzi ne fanno spendere. Insomma, non ci sono più i mecenati di una volta. (l. v.)

 

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