IL PRIMO SOCCORSO AI VOSTRI BAMBINI

a cura di Rudy Bianchi - papà di due gemelle ed Infermiere Professionale in Pronto Soccorso e per il 118, Volontario del soccorso, Istruttore BLSD (Basic Life Support and Defibrillation), Istruttore dei volontari del soccorso.

La presente rubrica non vuol essere un trattato scientifico di pediatria né - tanto meno - un trattato medico. Sono e devono rimanere delle semplici nozioni di primo soccorso - di carattere divulgativo - da utilizzare negli incidenti più comuni a cui neonati, lattanti o bambini possono andare incontro. Tali nozioni hanno l’obiettivo di fornire ai genitori un'educazioni sanitaria (da diffondere socialmente il più possibile) che li renda in grado di sapere affrontare tali situazioni, più o meno critiche, senza farsi prendere dal panico, senza commettere pericolosi errori ed iniziare a mettere in atto delle manovre corrette o ad instaurare le prime cure. Si tiene a precisare che, queste nozioni, non vogliono in alcun modo essere un sostituto dell'atto medico stesso e che è comunque opportuno rivolgersi al proprio pediatra di fiducia.

Potrebbe, invece, diventare uno strumento per rincominciare a prendersi cura di se stessi e dei propri cari direttamente nelle situazioni di “non pericolo di vita”, lasciando, come avveniva fino a non moltissimi anni fa, anche al tempo la possibilità di poter lenire, senza demandare la responsabilità ai Sanitari anche su ogni minimo incidente che occorre. Come è noto nessuno ha la bacchetta magica per guarire immediatamente tutti da tutto.

Le nozioni di questo documento derivano da trattati di pronto soccorso, pubblicazioni, linee guida IRC (italian Resuscitation Council) e non ultimo da esperienze lavorative personali.

Rudy Bianchi

INDICE


AVVELENAMENTO Top

I bambini sono particolarmente soggetti alle intossicazioni accidentali domestiche per la facilità con la quale ingeriscono i prodotti più disparati: insetticidi, detersivi o medicinali, spesso lasciati incustoditi o tenuti in maniera disordinata. E' stato rilevato, statisticamente, che gli incidenti tossicologici pediatrici sono favoriti da un ambiente domestico povero e trascurato. Tutte queste sostanze "non alimentari" sono capaci di produrre effetti indesiderati, dannosi e tali - a volte - da provocare anche la morte.

 

Sintomi

Ogni tossico che non agisce "per contatto", ma "per assorbimento" da una sintomatologia diversa a seconda della propria composizione chimica. I sintomi, generalmente, non sono molto precoci, in quanto queste sostanze hanno appunto bisogno di essere assorbite dall'organismo. Se, invece, i veleni assorbiti sono degli acidi o basi forti, si ha un immediato dolore e bruciore a causa delle ustioni chimiche su tutte le mucose degli organi con cui sono venuti a contatto (bocca, faringe, laringe, esofago, stomaco,…). L'ingestione di cospicue quantità di acido muriatico, per esempio, può anche causare la morte del bimbo tra atroci sofferenze per la perforazione degli organi dell'apparato digerente. E' chiaro che tutte le ingestioni di tossici, a maggior ragione nei bambini, se non trattate portano ad un pericolo di vita.

 

Cosa fare

Innanzitutto prevenire: come consigliato sulle etichette d'ogni potenziale tossico, "tenere lontano dalla portata dei bambini";

Se ci si accorge che il bambino ha ingerito dei farmaci accidentalmente da non più di 4 ore, è necessario:

Se il bimbo ha ingerito soluzioni tipo detergenti, disinfettanti o solventi o comunque tossici non ben conosciuti, è necessario:

Cosa non fare


CONTUSIONE Top

E' la conseguenza di un trauma diretto su un distretto del corpo umano. Il traumatismo può avere conseguenze diverse, più o meno importanti, a seconda del distretto colpito e della cinetica dell’evento. Le contusioni sono di solito infrequenti nei neonati e nei lattanti (salvo il trauma cranico) per la loro limitazione nei movimenti; diventano sempre più frequenti in età pediatrica, soprattutto quando il bambino comincia a praticare attività sportive e ad interagire con mezzi ausiliari (vedi bicicletta).

Sintomi:

In caso di forti traumatismi ed a seconda del distretto colpito si può arrivare a:

Cosa fare:

Cosa non fare:


CONVULSIONI FEBBRILI Top

In alcune situazioni, le malattie dei bambini scatenano un elevato innalzamento della temperatura durevole nel tempo, questa condizione di sofferenza può scatenare le cosiddette "Convulsioni". Le convulsioni sono una serie di movimenti involontari, disorganizzati e frequenti con contrazioni e distensioni ripetute della muscolatura (tonia e clonia), associate a perdita di coscienza. Le malattie che - con maggiore frequenza - possono scatenare crisi convulsive, a causa delle alte temperature, sono: le infezioni catarrali delle alte vie respiratorie, il morbillo, ma anche le malattie intestinali o le otiti. Generalmente, il primo attacco si manifesta tra i 12 mesi ed i 3 anni, il fatto che si verifichi prima o dopo questo periodo - in cui i tessuti cerebrali del bimbo sono in formazione - complica le cose. Statisticamente il 4% dei bambini sotto i 5 anni ha sofferto di uno o più episodi convulsivi, i maschi in misura doppia. Danno inoltre predisposizione una certa familiarità ed eventuali pregresse lesioni cerebrali (asfissie durante il parto, traumi cranici gravi…). Nel 5% dei bambini che hanno avuto crisi convulsive si sviluppa in seguito l'epilessia vera e propria.

Sintomi:

Cosa fare:

Cosa non fare:


CRISI D'ASMA Top

E' una situazione in cui si verifica - a livello polmonare - una diffusa ostruzione bronchiale per la contrazione della muscolatura degli stessi. Tale contrazione è dovuta all'azione irritante sulle terminazioni nervose di trachea e bronchi da parte di svariate sostanze. Nei bambini in età prescolare gli agenti irritanti - maggiormente implicati in questi processi - sono costituiti da infezioni batteriche o virali; nelle asme allergiche sono implicati agenti allergizzanti come polveri o pollini o farmaci a cui il bimbo è sensibile. Altre volte la crisi può essere scatenata da fumo di tabacco o anche dall'inalazione di aria fredda, per esempio, durante uno sforzo fisico. Chiaramente esistono bambini predisposti geneticamente ad avere crisi d'asma ed anche ambientalmente più esposti (inquinamento dell'aria).

Sintomi

Da una situazione di apparente benessere in un bimbo esposto a particolari situazioni come fioritura, sforzo fisico, o infezione, può verificarsi la cosiddetta crisi asmatica che si manifesta con:

Cosa fare

Cosa non fare


DISSENTERIA Top

Consiste nell'emissione di feci molli o liquide in più scariche giornaliere. L'emissione di feci più o meno liquide è legata ad un aumento del contenuto in acqua che proviene in parte dalle bevande e dagli alimenti ed in parte dalle secrezioni ghiandolari di tutto l'apparato digerente (saliva, succhi gastrici, secreti duodenali…). Escludendo le forme più gravi e fortunatamente rare nel nostro Paese come quelle legate a tifo, salmonella, colera, amebiasi, ecc., le diarree acute sono generalmente legate ad infezioni di tipo virale, che causano gastroenteriti o tossiche se legate all'assunzione di cibi come per esempio i funghi. In alcuni casi, si parla di tossinfezione alimentare quando la diarrea si sviluppa contemporaneamente in più persone che hanno assunto lo stesso cibo avariato (carni in scatola, gelati, conserve…). Le diarree virali generalmente si risolvono spontaneamente o con l'aiuto di una cura farmacologia nel giro di due o tre giorni. Il rischio maggiore è però legato alla disidratazione, dovuta ad una grossa perdita di liquidi, soprattutto se la dissenteria - come spesso accade- è associata a febbre e vomito. Se le scariche sono molto frequenti e dopo 24 ore non accennano a diminuire, soprattutto nel lattante e nel bambino, ed i liquidi non sono debitamente reintegrati, si può andare incontro ad un pericoloso squilibrio idro-elettrolitico che potrebbe richiedere, se trascurato, anche il ricovero del bimbo in un reparto pediatrico.

Cosa fare

Nei bambini con meno di un anno di età:

Nei bambini con più di un anno di età:


DISTORSIONE Top

E' la conseguenza di un movimento improvviso e forzato di un'articolazione che provoca una momentanea perdita dei rapporti tra le ossa della stessa, con uno stiramento - più o meno grave - delle strutture che la contengono (muscoli, legamenti, tendini, capsula articolare…). E’ bene distinguere la distorsione dalla semplice storta che è una manifestazione più lieve, senza danni alle strutture articolari, e quindi con sintomatologia nulla o limitata ad una temporanea dolenzia. Come per le contusioni sono più frequenti in età pediatrica piuttosto che fra i lattanti o i neonati. Le distorsioni più frequenti sono quelle di caviglia, polso, dita, ginocchio e del rachide cervicale negli incidenti stradali. Nei bambini sono comunque poco frequenti, anche perché le strutture articolari sono ancora in formazione e quindi elastiche.

 

Sintomi:

Cosa fare:

Cosa non fare:


EPISTASSI Top

Emorragia proveniente dalle narici del naso, il cui sanguinamento può essere più o meno cospicuo e può avere varie cause. Nei bambini sani è spesso dovuto ad una fragilità congenita dei capillari che irrorano le mucose delle narici. Si innesca, generalmente, un'epistassi in concomitanza di un raffreddore che irrita le mucose: il continuo soffiarsi il naso provoca la rottura del vaso sanguigno e - quindi - il sanguinamento. Un'altra causa, molto frequente, é quella traumatica: un pugno od una pallonata sul naso possono causare la rottura dei capillari, soprattutto se già fragili per il motivo spiegato sopra. Nell'adulto - oltre a queste cause - si aggiunge frequentemente un problema di ipertensione arteriosa. Un altro fattore predisponente, ma raro nei bambini che non hanno patologie rilevanti di fondo, è una coagulazione con fattori molto bassi: in questi casi, un minimo colpo può provocare un sanguinamento difficile da tamponare.

L'epistassi può essere di due tipi: anteriore o posteriore. La differenza sta nel fatto che quella anteriore proviene da una "rottura" capillare nelle narici ed è facilmente tamponabile, mentre quella posteriore deriva da dietro i turbinati del naso e la si può tamponare solo in un Pronto Soccorso o dall'otorinolaringoiatra con un'apposita sonda. Se durante l'epistassi - tenendo la testa dritta od in posizione neutra - si ha un sanguinamento dal naso si tratta di epistassi anteriore, se invece il sangue si riversa in gola, si tratta di epistassi posteriore e - in questo caso - è meglio recarsi in un Pronto Soccorso.

Cosa fare:

Queste sono le cose da fare sempre, tutto il resto sono miti e luoghi comuni da sfatare:

Cosa non fare:

I luoghi più comuni sono:


FERITA O ESCORIAZIONE Top

E' un'interruzione traumatica dell’integrità della cute. Le escoriazioni sono un'asportazione - più o meno estesa - degli strati superficiali della cute dovute all’attrito su un’altra superficie, mentre le ferite sono una spaccatura (se lacero-contusa) od un’apertura (se da taglio) della cute fino agli strati più profondi del derma, talora anche ad arrivare alle strutture sottostanti. In età pediatrica le ferite o le escoriazioni più frequenti sono quelle facciali (arcate sopraccigliari e mentoniere) per il meccanismo - spiegato alla voce relativa al trauma cranico - del peso della testa.

Cosa fare:

Cosa non fare:


FRATTURA Top

E' semplicemente la rottura di un osso e può essere più o meno grave a seconda dell'osso colpito, del tipo di frattura e di eventuali complicanze relative al traumatismo subito. A parte però le fratture esposte (comunque rare in età pediatrica) in cui vi è un trapassamento del moncone osseo dei tessuti fino all’esterno, in un traumatismo, una frattura la si può solo sospettare. La frattura si diagnostica solo con un’indagine radiografica.

SINTOMI

COSA FARE

Se la contusione è stata molto forte e sospettiamo una frattura bisogna:

In caso di fratture esposte :


INALAZIONE DI CORPI ESTRANEI Top

Quando un corpo estraneo (cibo, giochi di piccole dimensioni, tappini…) viene deglutito dal bambino andando ad ingombrare le vie aeree invece di transitare in esofago, si può creare un’ostruzione: il classico "boccone di traverso". Si tratta di una situazione che può divenire grave ed evolvere fino al soffocamento. Bisogna distinguere però un’Ostruzione Parziale in cui avviene comunque uno scambio d’aria nei polmoni da un Ostruzione Completa in cui ovviamente ogni scambio d’aria risulta impossibile.

OSTRUZIONE PARZIALE

SINTOMI

COSA FARE

OSTRUZIONE COMPLETA

SINTOMI

COSA FARE

Nel Lattante:

  1. Mettere supino su un piano rigido
  2. Controllare eventuale presenza di corpi estranei in bocca
  3. Iperestendere leggermente il capo
  4. Controllare l’effettiva assenza del respiro avvicinando guancia ed orecchie alla bocca del bimbo
  5. Tentare fino a 5 ventilazioni bocca-bocca o bocca-bocca e naso (consultare il capitolo sull’ Rianimazione Cardio Polmonare pediatrica)
  6. Se non si riesce a ventilare, alternare 5 pacche interscapolari a 5 compressioni toraciche esterne (vedi figure sotto)
  7. Riprendere dal punto 2 e continuare fino all’arrivo dei soccorsi

Nel Bambino:

  1. Mettere supino su un piano rigido
  2. Controllare eventuale presenza di corpi estranei in bocca
  3. Iperestendere il capo
  4. Controllare effettivamente l’assenza di respiro
  5. Tentare fino a 5 ventilazioni (consultare RCP pediatrica)
  6. Se non si riesce a ventilare eseguire 5 manovre di Heimlich da supino e 5 compressioni toraciche esterne (vedi figure sotto)
  7. Riprendere dal punto 2 e continuare sino all’arrivo dei soccorsi

COSA NON FARE

N.B.

Tali procedure sono estratte dal manuale di PBLS (Pediatric Basic Life Support) dell’IRC (Italian Resuscitation Council), ma sono state da me leggermente modificate al fine di semplificarne la procedura che, senza un addestramento specifico teorico-pratico, risulterebbe complessa ed oltremodo articolata, quindi difficilmente comprensibile con la lettura di due semplici paginette "on-line".

Per quanto riguarda le ventilazioni e le compressioni toraciche esterne si rimanda ad un consulto del capitolo sulla RCP pediatrica


INGESTIONE DI CORPI ESTRANEI Top

L’ingestione accidentale di un qualsiasi oggetto - da parte di un bambino - è un fenomeno abbastanza frequente, soprattutto nei lattanti, durante la cosiddetta fase orale, in cui studiano tutti gli oggetti a portata di mano mettendoli in bocca. Maneggiando oggetti di piccole dimensioni può accadere che il bambino li ingerisca e se si é sicuri che l’abbia fatto e l’oggetto non è recuperabile in bocca e non si innescano colpi di tosse o arresti respiratori improvvisi, quasi sicuramente la via presa è quella dell’apparato digerente; quindi se non é ancora in esofago, é senz’altro nello stomaco.

Sintomi

Se l’oggetto é finito nello stomaco, generalmente, non si ha nessuna sintomatologia, mentre se si è fermato in esofago il bimbo può accusare una sensazione quasi di peso retrosternale ed avvertire il continuo desiderio di deglutire (“come per un boccone che non passa giù”). Problemi seri possono, invece, svilupparsi successivamente, durante la peristalsi che spinge il corpo estraneo lungo l’intestino tenue ed il colon verso l’espulsione, se l'oggetto è di forma irregolare od appuntita. In questi casi, potrebbe causare la perforazione di qualche organo o un’occlusione intestinale se si dovesse imbrigliare in qualche ansa intestinale. Non è la regola, ma generalmente, i corpi estranei ingeriti sono regolari, in quanto se irregolari passano con difficoltà già a livello della faringe e laringe del bambino, causando forti accessi di tosse che solitamente, alla fine, ne permettono l’espulsione.

Cosa fare

E’ molto importante sapere che tipo di oggetto è stato ingerito, se è stato ingerito veramente e dove è localizzato. Per fare questo è necessaria l’ospedalizzazione del bimbo, durante la quale - attraverso una radiografia - verrà accertato tutto questo.

Generalmente se si tratta di oggetti di forma regolare (bottoni, monete, biglie, gomme…) la peristalsi intestinale sarà sufficiente a farlo “viaggiare” nel tubo digerente fino all’espulsione con le feci. In questo caso, sarà importante controllare le feci per verificarne l’effettiva espulsione.

Se l’oggetto ha forme e dimensioni pericolose (tappini appuntiti, spille, puntine, chiodi…), si potrà decidere, a seconda del caso, di seguirne con controlli successivi il movimento oppure di optare per la rimozione tramite endoscopio (se fermo nell’esofago, nello stomaco o anche nel duodeno) oppure ancora, se necessario, tramite operazione chirurgica.

Cosa non fare


IPERESSIA (FEBBRE) Top

E' l'innalzamento anomalo della temperatura corporea. Bisogna premettere che - normalmente - la temperatura esterna di un uomo può variare tra i 36 - 37° C, se misurata internamente (per via rettale) è necessario considerare un aumento fisiologico di 0,4 - 0,5°C. La temperatura non è mai fissa, varia nell'arco della giornata (più alta la sera), a seconda dell'esposizione ambientale, dell'attività fisica e delle variazioni di concentrazioni ormonali (soprattutto nelle donne). Un centro termoregolatore alla base del cervello ha il compito di tenere in equilibrio la temperatura corporea tra la produzione di calore dovuta alla metabolizzazione degli alimenti e all'attività fisica e la dispersione dovuta all'evaporazione di acqua con la respirazione e la sudorazione. Il cervello è in grado di controllare tutte queste variabile e compensare ogni variante esterna, ma in alcune occasioni intervengono delle situazioni che agiscono dentro il nostro organismo (agenti patogeni: virus, batteri…) che fanno innalzare la soglia di intervento al centro termoregolatore. In questi casi c'è la comparsa della febbre, che non è una malattia, ma un sintomo, o meglio una difesa del nostro organismo che innalza la temperatura per far "soffrire" i microrganismi che l'hanno attaccato. N.B. L'innalzamento della temperatura può essere dovuto anche ad altri fattori (tumori cerebrali, emorragie, disfunzioni ormonali, ecc.), ma naturalmente quella dovuta ad infezioni sono quelle più frequenti ed a livello pediatrico le più interessanti.

Fasi della febbre:

Questo è l'andamento tipico della febbre dovuta chiaramente ad infezione, ma in realtà - in alcuni casi - l'andamento può essere diverso, quindi si possono avere febbri intermittenti, febbricole ondulanti o continue. Il riconoscimento di questi particolari andamenti può aiutare il pediatra a diagnosticare l'agente che ha scatenato la malattia.

La misurazione della temperatura:

La temperatura si può rilevare internamente o esternamente. Internamente si rileva con degli appositi termometri a mercurio di piccole dimensioni (detti prismatici) posizionati nel retto (posizione più utilizzata in Italia) o in bocca per 2-3 minuti, nei bambini piccoli è la misurazione preferita. Esternamente si rileva con i normali termometri a mercurio nell'ascella o nell'inguine per 5-6 minuti. Ci sono in commercio anche dei termometri elettronici abbastanza economici che rilevano la temperatura più o meno nello stesso tempo e nelle stesse sedi, col tempo però perdono precisione. Esiste anche un termometro elettronico con sensori all'infrarosso che rilevano la temperatura anche cutanea o auricolare in pochi secondi; il prezzo è però elevato e l'uso e più che altro ospedaliero. La rilevazione va fatta al bimbo a riposo e lontano da pasti e bagni caldi e soltanto quando lamenta un malessere, piange senza un apparente motivo o se vi appare accaldato (appoggiare la mano sulla fronte e sul collo posteriormente). Una volta riscontrata la febbre è buona regola tenerla monitorizzata con rilevazioni a distanza di 2-3 ore.

Cosa fare:

Quando portarlo dal pediatra:

Cosa non fare:


LUSSAZIONE Top

E’ la fuoriuscita di un osso dalla sua normale sede in un articolazione. Tale perdita dei rapporti articolari non si risolve spontaneamente. Avviene uno stiramento con lacerazioni delle strutture legamentose e capsulari, nonché vascolari e nervose, che fino alla riduzione della lussazione continuano a restare in tensione. Perché si verifichi una lussazione c’è bisogno di una grande energia (salvo nelle recidive) e - quindi - è poco frequente in età pediatrica, più frequente in età scolare. Sicuramente la più diffusa è la lussazione della spalla. La lussazione che si presenta maggiormente - in età compresa da 1 a 3/4 anni - è la pronazione dolorosa di gomito. Si tratta di una sublussazione, ossia di una fuoriuscita incompleta del radio dalla sua normale sede che non provoca lesioni tissutali. E’ dovuta, quasi sempre, ad una trazione energica del braccio data dai genitori per trattenere o sorreggere i bambini in concomitanza con una lassità delle strutture articolari, ancora in formazione, dei bambini.

Sintomi:

Sintomi della pronazione dolorosa:

Cosa fare:

Cosa fare per la pronazione dolorosa:

Cosa non fare:


PUNTURA D'INSETTO Top

Le conseguenze delle punture d'insetto possono essere varie e dipendono dal tipo d'insetto, dalla sensibilità della persona, dalla sede di puntura e dal numero di punture.

Reazione locale:

Nella grande maggioranza dei casi i bambini (ma anche gli adulti) reagiscono ad una puntura d'insetto (zanzare, api, vespe, tafani...) con una semplice reazione allergica localizzata. Questa reazione si manifesta velocemente con un eritema ed un ponfo più o meno grande in sede di puntura, dolore sostituito successivamente da prurito. In queste situazioni:

Reazione generalizzata

In alcuni casi, bambini con una spiccata sensibilità verso certi insetti, possono avere delle reazioni allergiche spropositate ed anche pericolose. In questi soggetti allergici i primi segni appaiono comunque entro pochi minuti e si manifestano con eritema orticarioide (numerosi ponfi su vaste aree o su tutto il corpo) molto pruriginoso; talora si può presentare in associazione, ma anche singolarmente, l’edema della glottide. E’ una situazione grave in cui l’edema blocca progressivamente a livello della laringe il passaggio dell'aria necessaria alla respirazione. In rari casi limite, si può andare incontro a shock anafilattico. In questo caso la reazione allergica fa precipitare a livello sistemico la pressione arteriosa fino al punto in cui non è garantita la perfusione ematica degli organi vitali. Da qui si può instaurare un circolo vizioso che può condurre, se non velocemente trattato, anche alla morte.

Cosa fare

Innanzitutto è doveroso sottolineare che tali reazioni si scatenano nel giro di pochi minuti, quindi è inutile recarsi in un Pronto Soccorso ansimanti perché il vostro bambino è stato punto da un insetto tre ore prima. Se dopo mezz'ora o un'ora la reazione manifestatasi è nulla o localizzata si può stare tranquilli. Viceversa, al primo segnale di eritema e prurito diffuso a tutto il corpo, è bene accompagnare in un Pronto Soccorso il vostro bambino dove con terapie endovenose a base di cortisonici ed antistaminici la reazione allergica viene bloccata e risolta. Non perdete tempo se la punturina sulla mano non si ferma ad un semplice ponfo, ma si propaga a tutto il corpo, o se se la puntura è sul viso e vedete le labbra o le palpebre che si gonfiano in modo spropositato, accompagnate subito in ospedale il bimbo. I soggetti noti allergici (che hanno già avuto reazioni generalizzate in seguito a punture d'insetto) a maggior ragione vanno accompagnati immediatamente in ospedale. Sarebbe possibile, su consiglio del medico o del pediatra, tenere a portata di mano delle fiale di cortisone da praticare per via intramuscolare al bisogno in attesa di arrivare in ospedale, soprattutto se ci si trova lontani da questo. Un'altra cosa importante - quando si scatenano reazioni generalizzate - è contattare successivamente il proprio pediatra, per eventualmente iniziare l'iter vaccinale contro la sostanza verso cui il bimbo è sensibile.

Punture particolari

Zecche: sono parassiti presenti in natura: nel prato, nelle siepi, ecc., che attaccano abitualmente gli animali (cani, gatti, pecore...) ma che non disdegnano l'uomo se ne vengono a contatto. Sono insetti dotati di una testa molto piccola che conficcano nella cute succhiando il sangue del portatore, un altrettanto piccolo tronco con tre paia di zampe ed un addome che si gonfia man mano che la zecca si nutre. Dalla grandezza di una capocchia di spillo può arrivare alle dimensioni di un pisello o anche più. Nei bambini e negli uomini, generalmente, si ritrovano zecche di piccole dimensioni ed il problema in questo caso non è la reazione allergica, ma le eventuali altre malattie che questi insetti possono veicolare.

Cosa fare:

Rimuovere la zecca in questo modo:

Ragni, scorpioni, formiche,...: in Italia le varietà presenti di questi insetti non sono velenose, quindi in assenza di reazioni allergiche importanti trattare con ghiaccio e pomate locali. Visita dal proprio medico in caso di complicazioni (infezioni).


TRAUMA CRANICO Top

I traumi cranici - in età pediatrica - sono frequentissimi e questo perché, sebbene la testa di un bimbo sia ovviamente più piccola di quella di un adulto, in relazione al resto del corpo è grande e pesante: questo rende suscettibile di essere sede di lesione. La testa è spesso il primo punto d'impatto, soprattutto nelle cadute dall’alto, negli incidenti ludico-sportivi e negli incidenti della viabilità. Potrebbe essere un vantaggio teorico, nei neonati, la presenza delle fontanelle ed il fatto che le suture della volta cranica non siano ancora saldate, ma i dati sulla mortalità per trauma cranico encefalico nei bimbi al di sotto dei 2 anni di età dimostrerebbero il contrario. Questo non vuol significare che i bambini abbiano la "testa di cristallo", in realtà sopportano benissimo traumi che ad un adulto possono sembrare gravi, ma che - nei grossi traumatismi con impatti violenti - subiscono maggiori danni, con un alta mortalità, rispetto ad un adulto. Nel valutare il proprio bambino, dopo che ha subito un trauma cranico, bisogna sempre tenere presenti alcune nozioni importanti:

Sintomi del trauma cranico lieve:

Sintomi del trauma cranico moderato:

Oltre ai precedenti sono possibili:

Sintomi del trauma cranico grave:

Oltre ai precedenti sono possibili:

Cosa fare:

Se c’è la comparsa anche solo di uno dei sintomi sopra elencati è necessario accompagnare il bimbo ospedale, meglio dove sia presente il reparto di pediatria, nel possa essere valutato ed all’occorrenza tenuto in osservazione in regime di ricovero. L’osservazione dura generalmente 24-48 ore, al termine delle quali - in assenza di sintomatologia - il bambino può essere dimesso in sicurezza. Se, alla visita medica, non sono stati rilevati particolari segni, il bimbo può essere rilasciato al proprio domicilio all’osservazione dei propri genitori che dovranno controllare che non compaiano i segni sopra elencati, anche svegliandolo la notte per assicurarsi che non ci siano state alterazioni dello stato di coscienza nel sonno.

In assenza di sintomatologia, in un trauma non molto importante, in un bambino che ha pianto subito, i genitori possono anche tenerlo a casa, se se la sentono, applicando del ghiaccio localmente tenendolo a dieta leggera e naturalmente osservandolo. Alla comparsa di un qualsiasi segno che non convince i genitori e bene accompagnare o riaccompagnare il bimbo in ospedale.


USTIONE Top

L'ustione è la distruzione delle cellule della pelle (ma anche degli strati sottostanti) da parte di un particolare agente (solido, liquido, gassoso, elettrico,…) ad alta temperatura (ma anche a bassissima). Le ustioni sono un incidente domestico piuttosto frequente nei bambini che - purtroppo - mossi dalla curiosità e dalla voglia di scoprire vanno a toccare oggetti senza conoscerne il pericolo. Possono, quindi, toccare pentole roventi o fornelli, versarsi addosso liquidi bollenti, toccare incuriositi fiamme libere (camino, candele…) ed infine, anche se sempre più raramente, venire a contatto con fonti di elettricità. E' quindi di primaria importanza la prevenzione, ossia: cucinare sui fornelli posteriori, non lasciare in giro acqua bollente e non lasciare soli i bambini in presenza di fiamme o materiale potenzialmente ustionante. La profondità della lesione è determinata dalla temperatura dell'agente e dal tempo di esposizione.

Profondità della lesione:

Gravità della lesione

E' bene ricordare che ciò che incide sulla gravità di un'ustione, fino a renderla anche mortale, non è tanto il grado, ma l'estensione. Ad esempio, un'ustione di secondo grado su tutto il tronco è ben più grave di un'ustione di terzo grado su una mano. Soprattutto, nel bambino, un'ustione che coinvolge tutta la testa è una situazione molto delicata. E' bene ricordare che fiamme o gas caldissimi possono anche essere inalati. In questi casi, si possono creare delle ustioni interne, nell'albero tracheo-bronchiale, che a distanza di qualche ora possono dare seri problemi. Peli del naso bruciati possono essere un segno a cui dare molta importanza. Le ustioni raramente sono letali nell'immediato, ma creano complicazioni importanti quali: shock da disidratazione (perdita di liquidi con gli essudati), difficile tamponamento nelle ustioni molto estese, sovrainfezioni batteriche fino alle setticemie (infezioni sistemiche).

Cosa fare immediatamente

Cosa fare dopo:

Ustioni di 1° grado delimitate: (es. mano, piede parte del braccio..) o di 2° grado localizzate (es. dita della mano): Si possono trattare anche a casa con:

Ustioni di 1° grado molto estese, di 2° grado delimitate o di 3° grado:

Cosa non fare


VOMITO Top

Il vomito è l'emissione - attraverso la bocca - del contenuto gastrico, per compressione dello stomaco dovuta alla brusca contrazione dei muscoli delle pareti addominali e del diaframma. Il vomito può essere provocato anche dalla stimolazione manuale della faringe ed anche da violenti colpi di tosse. Il materiale emesso è generalmente alimentare, più o meno digerito; se gli episodi sono sostenuti e frequenti si può arrivare all'emissione di materiale duodenale di colore giallastro o verde (vomito biliare). In alcuni casi - in assenza di contenuto nello stomaco - il vomito può diventare di aspetto acquoso o mucoso per le modiche quantità di succhi gastrici, muco e saliva oppure fermarsi al "conato", ossia la violenta contrazione dei muscoli senza l'emissione di alcunché. Il vomito non è una malattia, ma una manifestazione di una moltitudine di patologie. E' da distinguere dal vomito il rigurgito: una manifestazione piuttosto frequente nel neonato fino all'anno di età che si differenza per l'emissione di materiale alimentare senza la contrazione violenta della muscolatura e quindi senza sforzo. Le quantità emesse sono generalmente modeste e spesso seguite all'eruttazione.

Cause predisponenti

Senz'altro sono non gravi e facilmente curabili, ma - attenzione - non trascurabili, soprattutto nel bambino, in quanto generalmente causano contemporaneamente anche febbre. Le cause più frequenti sono:

Cause meno frequenti possono essere:

Cosa fare

E' doveroso ricordare che il rischio principale del vomito è l'innesco della disidratazione per una veloce perdita di liquidi e sali minerali senza che di solito vengano reintegrati; soprattutto se accompagnato- come già detto- da febbre e dissenteria. Alla prima manifestazione di vomito bisogna:

Se non si rilevano segni importanti o solo febbre, si può:

Nei casi in cui:

PORTARE IMMEDIATAMENTE IL BIMBO IN VISITA AL PEDIATRA O RECARSI IN UN PRONTO SOCCORSO (MEGLIO SE PEDIATRICO).

Cosa non fare


Scritto il 31-10-2002

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