LA COMUNICAZIONE NON VERBALE

 

"Il linguaggio è come una pelle: io sfrego il mio linguaggio contro l'altro. E' come se avessi delle parole a mò di dita o delle dita sulla punta delle mie parole"

(R. Barthes - Frammenti di un discorso amoroso - '79)

 

"Chiunque sia a contatto con un bambino...continua a spiegargli com'è fatto il mondo, fino al momento in cui è in grado di percepirlo come gli è stato spiegato...Da quel momento egli è un membro (della società). Conosce la descrizione del mondo e raggiunge...la totale appartenenza allorchè è in grado di interpretare tutte le sue percezioni in modo che coincidano con queste descrizioni e ne trovino conferma"

(C. Castaneda - Viaggio a Ixtlan - '73)

 

Ciascuno di noi può imparare a descrivere in modo più completo e più ricco la realtà ; se un Maidu, cioè un indiano del Nord California, imparasse l'italiano non userebbe più solo due parole per descrivere i colori, bensì imparerebbe altri nomi di colori e così facendo migliorerebbe le sue percezioni, vedendo cose che fino ad allora non aveva visto perchè non facevano parte della sua descrizione del mondo.

Se noi impariamo e diveniamo più consapevoli del linguaggio del nostro corpo, del linguaggio non verbale appunto, possiamo arricchire la nostra vecchia descrizione del mondo.

Solo una minima percentuale delle impressioni che riceviamo dalle altre persone dipende dalla comunicazione verbale, il maggiore impatto è dato dai messaggi non verbali, eppure pochi capiscono e controllano il linguaggio corporeo, di solito siamo inconsapevoli sia del nostro corpo e dei suoi messaggi che di quello altrui.

Le ricerche fatte in questo campo ci forniscono oramai dei parametri più che attendibili per l'analisi e l'interpretazione del linguaggio n.v.; la conoscenza di questi parametri ed un buon allenamento all'osservazione possono ad esempio permetterci di "sospettare a ragion veduta" se la persona con la quale stiamo comunicando è bugiarda, annoiata, aggressiva, d'accordo o in disaccordo con noi, nervosa, insicura, attratta eroticamente da noi e via dicendo.

Il corpo manda sempre segnali, messaggi, avvisi: siamo noi che a volte non sappiamo rispondergli, perchè non conosciamo il suo linguaggio.

Istintivamente, cioè inconsapevolmente siamo portati a dare più importanza al come viene detta una cosa piuttosto che al contenuto (cioè, ad esempio, con che voce è stata pronunciata e con che espressione del viso), anche se poi a livello cosciente pensiamo che sia il contenuto della frase ad essere la cosa più importante. Come mai il nostro istinto o il nostro inconscio "sa" che i segnali non verbali sono fondamentali per la comprensione di una comunicazione ( e di una persona)?

Perchè "sa" che il corpo difficilmente può mentire, il linguaggio del corpo è più autentico e dunque più affidabile del linguaggio verbale; neanche un attore consumato può riuscire a controllare certi segnali corporei perchè questi sono per lo più automatici e involontari (come la dilatazione della pupilla, ad esempio).

Questo non vuol dire che il linguaggio verbale sia da sottovalutare: così come l'osservazione del linguaggio di un nostro interlocutore contiene molte informazioni sulla sua struttura mentale, anche le posizioni, i movimenti e le tensioni del corpo rivelano la persona che vi sta dentro.

Già Alexander Lowen ('58) diceva che l'atteggiamento corporeo diventa la seconda natura dell'individuo, entra cioè a far parte del suo carattere: "dimmi come ti muovi e ti dirò chi sei"; quando la struttura muscolare si fissa (perchè mantenuta per la maggior parte del tempo) in determinate posizioni (spalle curve o dritte e rilassate, capo reclinato od eretto, labbra contratte o morbide..), diventa un segnale anche della personalità di un individuo.

 

 

 

CONTENUTO E RELAZIONE

 

Nella "Pragmatica della comunicazione umana "('71) Watzlawick affermò che ogni comunicazione avviene contemporaneamente su due livelli: quello analogico o non verbale (diretto, figurato o che rappresenta un'analogia) e quello digitale o verbale (simbolico, astratto, specificamente umano). Il primo livello è detto della relazione, l'altro del contenuto.

I segnali non verbali si accompagnano sempre alle parole e danno informazioni supplementari sul senso che chi parla intende dare a ciò che dice (serietà, scherzo, rabbia...)

 

I segnali di contenuto danno informazioni, i segnali di relazione danno informazioni sulle informazioni.

 

Se la relazione è vissuta a livello emotivamente negativo (per paura, rancore, ira), diventano più importanti i segnali n.v.: sentiamo solo la collera e non più il contenuto delle parole.

I segnali di contenuto si possono comprendere tanto meglio quanto più è positiva la relazione tra gli interlocutori.

Spesso è solo dai segnali n.v. che deduciamo che il nostro interlocutore sta dicendo il contrario di quello che pensa, ma può anche succedere che chi parla si "tradisca", ossia che intenda trasmettere una certa impressione ma che non ci riesca, perchè i suoi segnali n.v. lo tradiscono.

 

La comprensione del linguaggio del corpo

 

Chi è in gradi di rivolgere consapevolmente la propria attenzione ai segnali non verbali ha almeno due vantaggi:

primo, può riconoscere sin dall'inizio eventuali segni di deterioramento della relazione e porvi rimedio. Infatti, quando l'interlocutore alza la voce anche l'inesperto sa che "è andato fuori dai gangheri", mentre l'esperto è in grado di cogliere subito i primi segnali di malumore e di intervenire. I vantaggi di questa capacità nella vita professionale come in quella privata sono più che evidenti.

Secondo, l'esperto può anche verificare le osservazioni che ha consapevolmente registrato, dal momento che sa che i segnali n.v. non sono sempre univoci (si può infatti piangere di dolore o di gioia, sorridere con presunzione o per imbarazzo, tacere perchè si riflette o ci si rifiuta di dire qualcosa o perchè si è insicuri,...).

E' facile fraintendere i segnali corporei, soprattutto se non si è allenati e consapevoli; anche l'intuito a volte può sbagliare, perciò forse non c'è da meravigliarsi se tanti individui inibiti e timidi sono ritenuti arroganti!

Senza una verifica, ad esempio, possiamo interpretare come negativo un segnale solo perchè siamo noi ad avere uno stato d'animo negativo!

 

CONGRUENZA E INCONGRUENZA

 

Nella maggior parte dei casi inviamo e riceviamo segnali che "vanno nella stessa direzione", cioè che comunicano la stessa informazione sia a livello verbale che corporeo; i segnali corporei confermano quello che si dice a parole e queste ultime, cioè il contenuto della comunicazione, vengono così sottolineate, evidenziate e rafforzate. In questo caso si dice vi sia congruenza (tra piano verbale e corporeo). A volte invece una persona trasmette un'informazione a livello verbale ("Sono sicuro di quello che dico") e a livello n.v. ne trasmette un'altra (voce bassa e incerta, sguardo non diretto all'interlocutore, posizione di "chiusura" che in generale danno un'impressione di insicurezza), in questo caso si verifica una incongruenza. L'incongruenza suscita un vago senso di disagio, d'incredulità o di confusione in chi la coglie, per lo più a livello inconscio (si avverte che c'è qualcosa di non chiaro, anche se un inesperto in linguaggio corporeo non lo sa spiegare).

Se un oratore ci colpisce favorevolmente, tale nostra impressione positiva non si basa mai soltanto sui segnali di contenuto (per quanto brillanti possano cioè essere le sue parole), bensì sul fatto che i suoi segnali n.v. sono estremamente congruenti con le parole dette. Altrimenti non potrebbe convincerci. Infatti:

la congruenza convince.

 

Un individuo insicuro, ad esempio, può inviare segnali incongruenti proprio a causa della sua insicurezza e venire così mal interpretato; per questo motivo spesso le persone timide e schive danno l'impressione di essere "arroganti" e "distaccate".

I SEGNALI DEL CORPO

 

Il corpo parla attraverso vari segnali:

 

 

Tra tutti questi segnali ne prenderemo in considerazione solo alcuni, quelli che solitamente sono più utili e immediati nel quotidiano, quando abbiamo bisogno di formulare velocemente delle ipotesi o "impressioni" su di una persona; è chiaro che riducendo i punti di analisi rischiamo maggiormente di sbagliare, soprattutto poi se ci fermiamo ad uno solo di questi (un'espressione del viso da sola non basta a darci un'idea sufficientemente chiara e corretta, infatti, ad esempio, delle sopracciglia aggrottate sono sia indice di tensione/rabbia sia indice di attenzione/concentrazione).

E' importante prendere in considerazione sempre almeno quattro delle cinque categorie qui di seguito riportate e poi cercare sempre di verificare (se la situazione lo richiede e lo permette) ciò che si è osservato tramite:

* domande aperte (tipo "Cosa ne pensa?", "Qual è la sua opinione in proposito?")

* domande chiuse (tipo "Mi sembri arrabbiato, è così?", "Mi sembra che non ti interessi, vero?" "Ti fa piacere, no?")

 

LE CINQUE CATEGORIE DI ANALISI

 

1- VOCE

Riguarda tutto ciò che si osserva o, meglio, si ascolta nel modo di parlare di una persona ( non ciò che dice, ma come lo dice): tono, timbro, volume e ritmo della voce sono le caratteristiche principali di una voce che può quindi essere acuta o grave (tono), sonora o sussurrata (volume), nasale o "a singhiozzo" (timbro) o ancora la parlata può essere senza pause o lentissima (ritmo).

 

2- POSTURA

Con ciò si intende sia l'atteggiamento che l'individuo assume col corpo in un dato momento, sia i movimenti che cambiano o modificano la posizione del corpo, come ad esempio spostare il peso sporgendosi in avanti o indietro, dondolarsi, il modo di camminare o di stare seduti, ...

 

3- MIMICA

Tutti i segnali che si possono osservare sul volto di una persona (movimenti degli occhi, posizione delle labbra, delle sopracciglia, ...)

 

4- GESTUALITA'

Tutti i gesti delle braccia e delle mani, come aprire una porta, incrociare le braccia, lisciarsi i capelli, dare la mano, togliersi gli occhiali, giocare con gli anelli,...)

 

5- DISTANZA/PROSSEMICA

Con ciò si intende la lontananza o la vicinanza che si assume ripetto agli altri ed anche tutti quei movimenti volti a modificare tale distanza