Verifica
La verifica del lavoro svolto lo scorso anno scolastico è stata condotta attraverso una procedura a più fasi che prevedeva :
· Risposta scritta di ogni studente a domanda aperta su aspetti positivi, limiti e proposte relativi all’esperienza realizzata
· Enucleazione, in lavoro in classe, delle parole chiave relative ai giudizi espressi
· Tabulazione delle ricorrenze in modo da far emergere dati quantitativi sui punti d’attenzione
· Pubblicizzazione in mailing list delle tabelle dei risultati
· Discussione e commento prima in lista, poi in classe della sintesi da sottoporre alla discussione dei docenti coinvolti dall’esperienza e quindi al Collegio docenti.
Quest’anno si è preferito concludere on line sia il momento della correzione dei lavori che, parallelamente, la richiesta di un giudizio di verifica dell’esperienza.
La procedura più informale serviva a far emergere in modo più immediato il vissuto dell’esperienza e cercare, al tempo stesso, di realizzare un confronto di idee argomentato in lista.
Non pienamente questa verifica collettiva si è realizzata, anche se numerosi sono gli interventi di puntualizzazione o replica sui diversi giudizi.
La grande maggioranza degli studenti esprime giudizi positivi facendo riferimento a .
· Esperienza in rete
· Uso degli strumenti elettronici
· Approfondimento del tema di ricerca
· Lavoro cooperativo nel piccolo gruppo
Tuttavia proprio sul lavoro cooperativo, di basso profilo nel lavoro in lista e nel rapporto tra le due classi, si evidenziano le maggiori critiche.
Altre critiche vanno nel senso di richiesta di più precise indicazioni operative o di spiegazioni di utilizzo di strumenti informatici e multimediali.
A parte i contenuti delle risposte, mi pare interessante osservare, però, come proprio nella modalità di risposta alla richiesta di giudizio finalizzato alla verifica finale, emergano due differenti approcci da parte degli studenti :
· Uno, per fortuna maggioritario, di effettiva partecipazione alla richiesta con formulazione di giudizio più o meno argomentato ma comunque finalizzato a cogliere l’oggetto della discussione
· L’altro, minoritario, ma nient’affatto marginale, che riflette anche in questi ultimi interventi, un approccio tutto ‘strumentale’, di assolvimento di un compito richiesto al quale si risponde con compiacenza o anche con polemica, ma senza coinvolgimento alcuno : la preoccupazione sembra essere altrove, oltre ‘le pratiche scolastiche’, sull’esito finale, ‘veramente concreto’ , il voto!
Poiché uno degli obiettivi non secondari del corso era anche quello di incidere sul piano della motivazione o più precisamente di una rimotivazione allo studio attraverso contesti di ricerca aperti , debbo dire che non in tutti ho visto brillare la luce dell’effettivo interesse, quella luce che poi rende tutto più agevole e ricco di significati.
In diversi casi permane, a monte, una corazza fatta di furbizia strumentale che non vuol farsi penetrare e con tenacia persegue la strada del minimo sforzo e della risposta passiva al compito, senza vedere possibilità di giocare un altro gioco, più creativo, rispetto al ripetitivo e scontato “gioco scolastico”.
La conclusione che ne traggo è che esperienze, come questa, centrate su ricerca, protagonismo ed effettiva comunicazione aprono sen’altro squarci in corazze stratificate alla scoperta del senso dell’originario “studium”, ma, per incidere più in profondità e soprattutto in direzione degli studenti ‘demotivati’, occorre altro lavoro per interagire e trovare modalità di confronto con i contesti più ampi che circondano la specifica esperienza.
Bari , maggio 2002 Antonio Gentile