Antonio Gentile

3 Subject:  Benvenuti !

5 Subject:  Re: [lnvm] NYM

13 Subject:  Esce Telèma 26

16 Subject:  IL WEB E L'IPERTESTO

37 Subject:  Società della conoscenza o società del gioco? di Gianni Vattimo

38 Subject:  vola.it

44 Subject:  Progetto scuol@.puglia.net e IG students

45 Subject:  Atlante del Cyberspazio

46 Subject:  Auguri

53 Subject:  curiosità in rete

55 Subject:  Obiettivi e valutazioni

65 Subject:  Fw: 100Links: GUIDE INFORMATICHE

66 Subject:  Se copi , il computer ti scopre...

67 Subject:  siti per la ricerca su Sicurezza in rete segnalati da Webscuola

90 Subject:  Concettualizzare i media per capire il mondo

91 Subject:  Fw: 100Links: CHAT ITALIANE

104 Subject:  «L´hacker venga a lavorare da noi»

105 Subject:  Newsletter del sito internet dell'Enciclopedia Multim. Scienze Filos.

106 Subject:  [INNOVAZIONE] Ripetizioni ed Internet

109 Subject:  la pubblicità online funziona

110 Subject:  Fw: 100Links: GRAFICA IN RETE

113 Subject:  la Rete non è morta...

115 Subject:  Nell'accesso l'economia del domani

118 Subject:  Il collaborative learning in Rete

122 Subject:  I dieci obiettivi del ministro Stanca

128 Subject:  Fw:  CATALOGO ON LINE DEL PATRIMONIO LIBRARIO

133 Subject:  Data consegna lavori di ricerca

142 Subject:  ACTIVISM HACKING ARTIVISM

149 Subject:  Note su Ted 2002

150 Subject:  Nel culto di Internet

175 Subject:  Fw: 100Links: WINDOWS

176 Subject:  Software libero, presentata proposta di legge al Senato

178 Subject:  Fw: [edscuola] Nuovo thesaurus multilingue per l'educazione in Europa

184 Subject:  Il computer nelle scuole: utile o dannoso?

193 Subject:  Auguri

195 Subject:  Istruzioni per la terza fase del corso LNVM

217 Subject:  Re: [lnvm] Richiesta informazione tecniche.

218 Subject:  distribuzione LINUX

220 Subject:  Teoma, il concorrente di Google

228 Subject:  Re: [lnvm] PESO FORMA

231 Subject:  Fw: Rivista on-line: Almanacco della Scienza

236 Subject:  Metti Linux al Ministero

239 Subject:  Swif, il sito filosofico

240 Subject:  Guide per la Rete: il lato umano di Internet

--- Subject: Istruzioni finali per la consegna e valutazione lavori

 

 

                                                                                                            15 Aprile 2001

 

 

3

 Subject:  Benvenuti !

                  Un benvenuto a tutti gli iscritti !

Siamo, al momento, circa un terzo dei previsti partecipanti a questa lista di discussione e lavoro.

Ricordo che gli interventi attesi sono riflessioni, analisi, segnalazioni, osservazioni, etc. sul tema generale della ricerca che è " Informazione e comunicazione in Rete" e poi di informazione sulle scelte specifiche dei percorsi di approfondimento ( per gruppi autogestiti di due o tre studenti) e via via sul loro sviluppo.

Il tema è ampio e, con il continuo sviluppo della rete Internet, di grande attualità ed interesse.

E' importante cogliere fin dall'inizio la rilevanza del tema per divenire protagonisti attivi della ricerca definendo un proprio percorso ed evitare così di "perdersi nella rete" o per passività di tipo televisivo o per eccessivo "zapping" senza orientamento....

E' per questo che sono stai messi in apertura i versi di Rilke : "Nessun vento e' favorevole per chi non sa dove andare,ma per chi sa, anche la brezza sarà preziosa". 

A tutti buon viaggio

antonio gentile

 

 

5

Subject:  Re: [lnvm] NYM

>il primo aereo schiantato sulle torri aveva la sigla Q33, ora ...
Questa notizia non è esatta. E' stata messa in giro per aumentare l'effetto
sorpresa dato dai caratteri Wingdings e dunque presente non solo in word ma
in tutti gli editor che contengono il formato carattere Wingdings
antonio gentile

 

13

Subject:  Esce Telèma 26

http://www.fub.it/telema/Welcome.html
"Esce Telèma 26
Martedì 16 ottobre esce il numero 26 di Telèma dedicato ai radicali
mutamenti che le nuove tecnologie della comunicazione e i fenomeni di
globalizzazione a esse connessi hanno provocato nelle nostre
relazioni sociali, nella ricerca, nelle attività produttive e in ogni
altro ambito delle attività umane. È l'inizio di una riflessione (che
proseguirà nei successivi numeri di Telèma) sui fenomeni che stanno
segnando il passaggio tra ciò che ormai possiamo
considerare "vecchio" e il "nuovo" con il quale da diversi anni
abbiamo incominciato a convivere. Si tratta di una profonda frattura
di cui già da tempo era possibile vedere inequivocabili sintomi; ma
soltanto l'attacco terroristico contro gli Stati Uniti ne ha
segnalato a tutto il mondo, con micidiale chiarezza, la forza
dirompente.

All'analisi di questo fenomeno di discontinuità storica hanno
concorso trentacinque tra i maggiori esperti della materia: Ignazio
Contu (L'allarme è arrivato, micidiale), Giuseppe O. Longo (La
tecnologia prevale sulla scienza), Domenico De Masi (Così è cambiata
la nostra esistenza), Franco Prattico (Manipoliamo corpo e mente,
forse troppo), Giuseppe De Rita (Siamo sempre più soli),Vittorio
Mathieu (La vita resta una realtà concreta, non traducibile in bit),
Rita Levi Montalcini (Più responsabilità per la ricerca), Giorgio De
Michelis (L'innovazione deve avere più opzioni), Edoardo Boncinelli
(L'evoluzione prosegue, non spaventiamoci), Luciano Caglioti (Il
ritardo dell'Italia), Roberto Vacca (Il progresso è imprevedibile),
Pietro Greco (La scienza simulante), Vittorio Marchis (Stiamo
intasando il cervello), Edoardo Garrone (Nei media siamo indietro),
Sergio Cofferati (Il nuovo lavoro va tutelato), Gianfranco Dioguardi
(Una cultura neoilluminista per l'imprenditore-innovatore), Sergio
Ricossa (Perché ha vinto il capitalismo), Gian Paolo Balboni (La
genialità dell'high tech), Paolo Talone (La convergenza fra Internet
e tv va avanti), Giuseppe Caravita (La rete continuerà a espandersi),
Francesco Antinucci (Il portale ha sbagliato strada), Andrea Lawendel
(Il boom dei cellulari), Marshall Blonsky e Edmundo Desnoes (Chi non
appare non esiste più). Al dibattito sulle differenze tra "old"
e "new", nell'inchiesta coordinata da Andrea Scazzola, hanno preso
parte anche Piero Bianucci, Giovanni F. Bignami, Luciano Maiani,
Guido Martinotti, Franco Morganti, Anna Oliverio Ferraris, Peppino
Ortoleva, Gianni Pasquarelli, Massimo Riva, Bruno Somalvico.

L'entità catastrofica e i primi effetti politici, economici e
psicologici dell'attacco terroristico dell'11 settembre sono stati
commentati da Alberto Abruzzese, Giulio Anselmi, Andrea Aparo, Piero
Bianucci, Marshall Blonsky e Edmundo Desnoes, Edoardo Boncinelli,
Luciano Caglioti, Federico Capasso, Giuseppe Caravita, Aldo
Carotenuto, Marina D'Amato, Derrick De Kerckhove, Domenico De Masi,
Giorgio De Michelis, Cesare de Seta, Franco Ferrarotti, Domenico
Fisichella, Pietro Greco, Jader Jacobelli, Andrea Lawendel, Sergio
Lepri, Carlo Lizzani, Giuseppe O. Longo, Pierluigi Magnaschi,
Vittorio Marchis, Vittorio Mathieu, Franco Morganti, Peppino
Ortoleva, Domenico Parisi, Valentino Parlato, Gianni Pasquarelli,
Franco Prattico, Sergio Ricossa, Emilio Rossi, Pier Aldo Rovatti,
Giovanni Sartori, Emanuele Severino, Stefano Silvestri, Roberto
Vacca, Marcello Veneziani, Valerio Zanone.


Nella seconda parte della rivista alcuni temi di grande attualità
sono trattati da Emilio Rossi (Rendiamo meno volgare la comunicazione
di massa), Luigi Dell'Aglio (L'uso dei media nelle famiglie
italiane), Biagio Agnes (La Rai è senza idee), Sara Bentivegna (Le
elezioni on line), Michele Dragoni (La superficie della Terra non ha
più segreti), Mario Calzini (Ray Dolby, l'ultimo inventore), Giorgio
De Rienzo (L'Italia letteraria in un cd). Inoltre, articoli di
Domenico Starnone (il suo rapporto col computer) e Floriano De Santi
(Dove va l'arte elettronica?), nonché una poesia per Telèma di
Luciano Erba presentata da Valerio Magrelli. Le illustrazioni della
monografia, che da questo numero vengono inserite anche nell'edizione
on line, sono di Flavio Costantini. Le ha presentate e commentate
Paola Pallottino."

 

16

Subject:  IL WEB E L'IPERTESTO

Riporto un interessante intervento trovato sul sito FAR
(www.far.unito.it)
dell'Universita' di Torino.
La presenza di qualche termine un po' nuovo e "difficile" spero non ne
scoraggi la lettura
molto istruttiva nei suoi aspetti problematici
antonio gentile
================


IL WEB E L'IPERTESTO: UN FALLIMENTO COGNITIVO?

di Alessandro Perissinotto

Il recente proliferare dei portali Web ci induce a chiederci se forse non ci
troviamo di fronte al fallimento, sotto il profilo cognitivo, delle
strategie ipertestuali, almeno di quelle che potremmo definire "classiche".
Certo, non possiamo dimenticare che l'attenzione per questi portali è
determinata in parte da ragioni commerciali ed economiche e che presto il
loro numero sarà costretto necessariamente a ridursi; tuttavia non possiamo
neppure ignorare che gli interessi commerciali intorno ai portali sono mossi
da un'indubbia funzionalità di questi oggetti testuali e che in virtù di
essi il Web sembra essere molto cambiato. L'impressione è ; che, col passare
del tempo e con l'accrescersi esponenziale dei materiali in Rete, la
struttura del Web diventi sempre meno reticolare e sempre più ordinata in
maniera gerarchica e categoriale; in altre parole, sembra che la tassonomia
abbia prevalso sull'associazione, più o meno libera, tra testi.

Nel Web degli esordi, e ancora in quello dei primi anni Novanta, la
componente ipertestuale e intertestuale era basilare e prevalente; la
navigazione avveniva soprattutto grazie ai collegamenti che l'autore di ogni
pagina Web stabiliva con altre pagine, in un gioco praticamente infinito di
rimandi intertestuali, di letture e di scritture trasversali. Ogni sito era
un frammento nella Rete e del frammento conservava le caratteristiche più
salienti, cioè il fatto di essere un elemento a se stante e nel contempo di
essere riconoscibile come parte di un tutto, un blocco concettuale che
finiva là dove iniziava un altro blocco concettuale e che nel raggiungere i
confini della propria trattazione denunciava la presenza di altre
trattazioni, proprio come ogni pezzo di un puzzle, con la forma dei suoi
bordi, richiama la presenza di un altro pezzo.

Il Web di oggi - mi verrebbe da dire - non è più così, ma uso la formula
dubitativa perché la sterminata estensione del Web stesso rende impossibile
dire cosa e come esso sia nel suo complesso. Dirò allora, meglio, che
navigando, o forse esplorando, la Rete si ha l'impressione che i siti siano
sempre più delle isole, degli elementi autosufficienti e programmaticamente
separati dagli altri: ad essi non si accede più in maniera orizzontale,
trasversale perché essi stessi, con la loro povertà di links esterni, non
offrono più questa possibilità; l'accesso è eminentemente verticale e
mediato dal portale.

Ammettendo allora che questa impressione derivi da un reale mutamento,
possiamo attribuire la trasformazione a due distinte ragioni. La prima è,
ancora una volta, di ordine economico. Se infatti nel Web dei pionieri chi
disponeva materiale in Rete era mosso prevalentemente dal desiderio di
condividere e comunicare conoscenza esattamente come i teorici
dell'ipertesto da Bush a Nelson, nell'epoca dell'utilizzo commerciale della
Rete, gli autori si trasformano spesso in inserzionisti e i siti diventano
spazi di promozione e di vendita; ecco allora che il link trasversale,
quello che riunisce ambiti tematicamente affini, rischia di trasformarsi in
un improponibile collegamento con la concorrenza. Risultato: pochi,
pochissimi links esterni e soprattutto collegamenti non pericolosi, cioè
quasi inutili; e se certo non possiamo dire che tutti i siti siano
commerciali, neppure possiamo escludere che tali siti, tra i più belli per
grafica e soluzioni multimediali, abbiano una forte influenza sui modelli
mentali di chi progetta siti anche dai contenuti completamente diversi.

Più rilevante, sotto il profilo semiotico, è invece la seconda possibile
ragione di trasformazione, quella connessa ai processi cognitivi. Andiamo
per un attimo con la memoria ai primi ipertesti, sia on-line che off-line,
andiamo ad esempio all'ormai classico Afternoon di Michael Joyce, ma anche
tanti ipertesti argomentativi. In quei primi prodotti di ipertestualità
elettronica, così come nei software che permettevano di generarli, prevaleva
nettamente l'attenzione per le hotword testuali rispetto a quella per le
hotword procedurali. Definirei testuali le hotword ricavate all'interno del
testo stesso e costituite da parole, frasi, interi periodi, o immagini, là
dove il testo sia dotato anche di una significativa componente iconica.
Direi invece procedurali le hotwords ricavate al di fuori del testo con lo
scopo di permettere operazioni su di esso, hotword che si presentano sotto
forma di " pulsanti", di "menu" e di altri dispositivi tipici degli
interfaccia grafici. La differenza non è solo nella posizione, ma
soprattutto nel diverso procedimento logico che è sotteso all'uso delle une
e delle altre. Quando clicchiamo su un pulsante che reca l'indicazione
"avanti" noi siamo certi che l'azione che ne seguirà sarà il passaggio alla
pagina successiva, siamo certi perché abbiamo attuato quella procedura mille
volte e per mille volte essa ha dato lo stesso risultato e ne deduciamo che
essa darà ancora lo stesso risultato ogni volta; la scritta "avanti" posta
sul pulsante non si configura quindi come un testo da interpretare, ma come
un semplice segnale da decodificare. Al contrario, quando in un ipertesto ci
troviamo di fronte ad una frase che funge da parola attiva, come ad esempio
la proposizione «Lavate sotto acqua corrente 350 grammi di fagiolini verdi»,
noi dobbiamo fare un deciso sforzo interpretativo per immaginare che tipo di
caratteristiche avrà la pagina alla quale giungeremo cliccando su quelle
parole: potrà essere un'altra ricetta a base di fagiolini, potrà essere un
manuale su come lavare efficacemente la verdura, potrà essere persino un
link con il testo del famoso saggio di Greimas sulla soupe au pistou dal
quale ho preso questa frase. Qui dunque interpretiamo e interpretiamo
doppiamente: una prima volta per comprendere il senso del testo e una
seconda volta per comprendere il possibile senso del link, la ragione e il
risultato di quel collegamento ipertestuale. Qui dunque non c'è più semplice
deduzione, perché le hotwords testuali non si ripetono né nella forma, né
nella funzione; qui vi è abduzione.

Vediamo la questione con gli occhi di Peirce:

2.267 Una Deduzione è un argomento il cui Interpretante lo rappresenta come
appartenente a una classe generale di argomenti possibili precisamente
analoghi fra loro, tali che nell'esperienza, a lungo andare, la maggior
parte di quelli le cui premesse sono vere avranno conclusioni vere.

2.270. Un' Abduzione è un metodo per formulare una predizione generale senza
alcuna assicurazione positiva che essa risulterà valida né in un determinato
caso né solitamente. La sua giustificazione è che essa è l'unica possibile
speranza di regolare razionalmente la nostra condotta futura, e che
l'Induzione tratta dall'esperienza passata ci incoraggia fortemente a
sperare che essa avrà successo nel futuro.

E siamo così giunti, attraverso un cammino un po' tortuoso, a delineare la
seconda possibile causa di una trasformazione del Web da reticolare a
tassonomico: la debolezza predittiva del meccanismo abduttivo. Dicendolo con
una semplificazione forse eccessiva, navigare attraverso le hotword testuali
può rivelarsi troppo dispendioso sotto il profilo dell'energia psichica e
troppo dispersivo in relazione alle necessità di una ricerca mirata. La
trasformazione che forse è attualmente in atto nel Web potrebbe
corrispondere ad una sorta di malattia della crescita: l'organizzazione di
tipo ipertestuale non sarebbe in grado di garantire la navigabilità rapida
attraverso una massa tanto sterminata di materiali e i portali verrebbero
dunque in soccorso proponendo un modello organizzativo completamente
diverso, un modello di navigazione che invece di procedere di testo in testo
e di sapere in sapere, prevede continue incursioni in saperi specifici,
seguite da ritorni obbligati a luoghi, i portali stessi, non già di sapere,
ma di metasapere. All'incerto processo abduttivo dell'ipertesto, i portali
sostituiscono la potenza della deduzione, la sicurezza, assoluta o relativa,
che da una certa premessa, come il click su di una determinata categoria,
discenderanno sempre le stesse conclusioni, cioè la presentazioni di pagine
caratterizzate da un preciso tema.

Se le premesse e le conclusioni di questo ragionamento sono corrette (ma non
è detto che lo siano né le une, né le altre), siamo costretti a rivedere
alcune delle convinzioni che negli ultimi dieci-quindici anni abbiamo avuto
a proposito dell'ipertesto; siamo cioè nelle condizioni di domandarci se
davvero, come sostengono i connessionisti, la rete, e quindi l'ipertesto in
quanto testo reticolare, costituiscano la migliore rappresentazione della
conoscenza; se davvero l'ipotesi di un'intelligenza collettiva avanzata da
Pierre Lévy pensando soprattutto al Web sia praticabile. Se il nuovo modello
reticolare collassa sotto il peso eccessivo dei testi in Internet esso è
davvero così potente da servire come chiave interpretativa per la conoscenza
nel suo complesso? O forse la vecchia organizzazione gerarchica, categoriale
e, in qualche misura, lineare del sapere è ancora la più funzionale?

Certo, mi rendo conto che, in questo modo, si rischia di confondere tra loro
due campi distinti, quello della rappresentazione della conoscenza e quello
della sua ricerca e fruizione; ma il fatto che nella ricerca e nella
fruizione noi troviamo più pratico ed efficace un certo modello
organizzativo non significa forse che quel modello corrisponde meglio alla
rappresentazione che noi facciamo dell'oggetto cercato?

Questi interrogativi ci impongono una seria riflessione sul nostro modo di
utilizzare l'ipertesto in didattica: probabilmente il fallimento
dell'ipertesto non è così netto come ho provocatoriamente ipotizzato qui
sopra, ma sicuramente non possiamo più dare per scontata una sua efficacia a
tutto campo, non possiamo più rifarci ad esso come paradigma assoluto delle
nuove metodologie di formazione.

 

37

Subject:  Società della conoscenza o società del gioco? di Gianni Vattimo

http://www.lastampa.it/redazione/editoriali/editoriale5.asp

NELLA SOVRABBONDANZA INGESTIBILE DELLE INFORMAZIONI, UNA VIA D'USCITA
RISCHIOSA
MA SENZA ALTERNATIVE
Società della conoscenza o società del gioco?


11 dicembre 2001

di Gianni Vattimo

Società della conoscenza o società del gioco? Mi rendo conto del carattere,
consapevolmente, provocatorio del titolo.

Tuttavia ritengo che esprima bene la situazione delle nostre società
avanzate in
cui la quantità di informazione disponibile e utilizzabile per la produzione
di
cose e di servizi è ormai così sterminata da doversi necessariamente
riferire
alle macchine, alle memorie artificiali, come solo possibile «soggetto»
capace
di contenerla e di «dominarla».

L'Unione Europea parla oggi di una «società della conoscenza» come orizzonte
direttivo delle sue politiche comunitarie di istruzione, divulgazione,
educazione degli adulti: anche e soprattutto con il proposito di vincere le
sfide del mercato globale, che richiede una capacità diffusa di utilizzare i
nuovi mezzi prodotti dalle tecnologie. Il che significa: quando parliamo di
società della conoscenza parliamo in realtà di una società del sapere
tecnologico diffuso e perciò più ricca di possibilità «produttive».

Se si tengono presenti queste osservazioni, nasce per lo meno un dubbio
circa il
significato da attribuire al termine «società della conoscenza». Il
conoscere è
sempre stato nella nostra tradizione sinonimo della attività più degna e
gratificante dell'uomo. Tuttavia almeno a partire da Kant la filosofia ha
colto
e teorizzato la differenza tra conoscere e pensare.

A questa differenza si rifà evidentemente anche Heidegger quando pronuncia
la
scandalosa affermazione secondo cui «la scienza non pensa».

In Kant il «noumeno», l'essere «pensato», è l'essere in sé del mondo del
quale
non possiamo sapere e conoscere nulla, giacché la nostra conoscenza, quella
su
cui si fonda il sapere, è limitata al fenomeno, a ciò che appare.

Le attività superiori, se vogliamo chiamarle così, della ragione umana si
esercitano tutte oltre il mondo del fenomeno, a cominciare dall'uso morale
della
ragione, che è caratterizzato da una capacità di iniziativa non determinata
causalmente dalla catena dei fenomeni, per finire alla contemplazione
estetica.
Il nostro titolo si potrebbe forse riformulare, a questo punto, come:
società
della conoscenza o società del pensiero?

Ma se poi ci domandiamo un po' più specificamente che cosa
caratterizzerebbe, in
questa distinzione, il pensiero rispetto alla conoscenza, non tarderemmo a
trovare ciò che ho proposto di indicare con la parola gioco, che richiama
Kant,
ma anche Gadamer.

In questa accezione, gioco ci permette di cogliere almeno due importanti
caratteristiche del pensare in quanto non riducibile al conoscere: la
libertà e
il coinvolgimento emotivo. Il pensiero come gioco non è certo slegato
dall'attività conoscitiva; ma vi si lega in quanto è la condivisione, già
sempre
data con la nostra esistenza storica, di un orizzonte entro cui l'esperienza
dei
fenomeni e il conoscere scientifico ci diventano possibili.

Un certo scandalo non può non sorgere quando si passi dalle (innocue?)
considerazioni filosofiche su pensare e conoscere a un tentativo di trarre
da
esse conseguenze di tipo pratico, sociale e politico. Che cosa dovremmo
insegnare a scuola? Il gioco al posto della dura disciplina
dell'apprendimento
di conoscenze che sono sempre più indispensabili alla nostra vita
individuale e
associata?

Il fatto di cui tener conto è che con la conoscenza e la diffusione di essa
accade un po' ciò che accade con il concetto di «sviluppo»; al quale sempre
più
spesso, oggi, si associa il termine «sostenibile».

Chi cerca di tenersi «al corrente» si trova molto spesso in una condizione
di
saturazione; deve ricorrere a collaboratori o a «motori di ricerca» che gli
forniscano una pre-selezione del materiale che alla fine cercherà di leggere
direttamente. Fortunatamente (o sfortunatamente) il pubblico medio non legge
e
non ascolta tutto, o non si preoccupa affatto della completezza della
propria
informazione, ha altro da fare.

E questo diventa anche un problema per il funzionamento della democrazia.
Sempre
più spesso, le decisioni pubbliche implicano saperi specialistici: se c'è un
referendum sul problema degli impianti nucleari, per esempio, coloro che
sono
chiamati a votare hanno sufficienti conoscenza di fisica per poter decidere
con
cognizione di causa?

Per sapere ciò di cui si tratta, gli elettori dovrebbero essere dei piccoli
Leonardi da Vinci, e ovviamente non lo sono. Si può immaginare una società
della
conoscenza nella quale, come nel caso dello «sviluppo», si realizza
progressivamente una condizione di «leonardismo» generalizzato? Ma se no,
che
cosa?

Qui la distinzione tra pensare e conoscere si impone in tutta la sua
possibile
attualità, per una inderogabile ridefinizione del significato sociale della
conoscenza. Non è un caso che la società in cui matura la crisi dell'ideale
dello sviluppo quantitativo della conoscenza sia anche la società
dell'informatica. Un fortunato libro di Hubert Dreyfus di qualche anno fa
portava come titolo What computers can't do, ciò che i computer non sanno
fare.

Naturalmente, ci sono cose che i computer non sanno fare, ma dobbiamo ormai
sempre più prestare attenzione a ciò che sanno fare, e servircene nel modo
più
efficace. Non si tratta solo, insomma, di rivendicare l'irriducibile
carattere
umano della vita della mente, ma di riconoscere e promuovere positivamente
la
possibilità di ridurre al non-umano una quantità di attività che in passato
occupavano e appesantivano il lato propriamente umano della nostra vita.

Una società della conoscenza è una società in cui, come nel caso delle buone
abitudini che ci fanno fare il bene senza pensarci, la conoscenza è
«disponibile», nelle reti, nel sistema delle memorie artificiali, e
«funziona»
anche se non c'è da nessuna parte un soggetto «assoluto» capace di
possedere,
nel modo della concezione classica del sapere, tutte le conoscenze.
Preciso che non so bene, per ora, verso dove conduce la via che propongo di
imboccare. So che comporta dei rischi, ma sono convinto (non posso dire che
lo
so, mi contraddirei) che non ci sono alternative. Promuovere una società
della
conoscenza come mondo in cui tutti sapranno domani decidere con cognizione
di
causa sui più svariati problemi della vita associata, che sempre più
comportano
il possesso di nozioni specialistiche, mi sembra una mistificazione
ideologica
che rivela solo l'incapacità di ripensare il concetto stesso di conoscenza.

Già oggi succede sempre più spesso che quando si tratta di decisioni che
implicano il possesso di simili nozioni, noi ci affidiamo a esperti che
stimiamo
e di cui abbiamo fiducia per un insieme di ragioni che non hanno
direttamente da
fare con la valutazione (di cui non saremmo capaci) della loro competenza
specifica.

È in riferimento a osservazioni come queste che diventa meno scandaloso
parlare
di una società del loisir e del gioco come sola possibile attuazione
dell'ideale
di una società della conoscenza.

Tenendo presenti i tratti essenziali del concetto di gioco: quelli della
«condivisione» e della spontaneità, dunque anche del coinvolgimento
affettivo.
In concreto, significa che nel nostro futuro c'è un sapere che nessuno
individualmente sarà in grado di possedere; e cioè che in sempre più vasti
settori della vita individuale e associata dovremo «affidarci» a qualcun
altro.

La forma socialmente più generale e visibile di un simile affidamento è in
definitiva la democrazia politica. È vero che quando esercito il mio diritto
di
cittadino elettore scelgo tra programmi politici esplicitamente formulati;
ma in
essi non vado mai oltre un certo grado di conoscenza e di competenza.

Qualcuno dirà che in tal modo si abdica alla libertà; ma si tratta appunto
di
prendere sul serio le trasformazioni - che proprio la scienza e la
tecnologia
hanno prodotto - del concetto stesso di conoscenza, di verità, di libertà.
La
democrazia e la libertà politica non si realizzeranno mai come competenza
scientifica universalmente diffusa, ma come possibilità per ciascuno di
scegliersi gli «esperti» da cui vuol farsi guidare, e di sceglierli in base
a
una più complessa affinità che non è esagerato chiamare «esistenziale».

Riconoscere questo significherà cedere totalmente a una democrazia dove il
carisma dei «capi», per lo più costruiti dai media e con la forza degli
slogan,
soppianta totalmente il dibattito razionale? Siamo consapevoli del rischio;
ma
anche in società meno mediatizzate della nostra la purezza razionale del
dibattito politico, là dove si dava, era profondamente condizionata da
appartenenze, amicizie, «affidamenti»; forse tutto ciò era solo
ideologicamente
mascherato, come sapeva bene Marx.

In democrazia ne siamo finalmente consapevoli, non solo negativamente in
quanto
siamo divenuti più scettici circa la possibilità di scegliere
«razionalmente» la
via vera; ma anche in quanto siamo sempre più perentoriamente chiamati a
concepire e vivere l'esistenza sociale come esercizio di amicizia in cui
consiste l'unica possibile essenza della stessa civiltà.

 

38

Subject:  vola.it

ULTIMISSIME

1.
Rilascio di Vola SMSoutlook 1.0
E' in linea la prima release di Vola SMSoutllok, il primo plugin che
consente di inviare SMS recuperando i numeri di cellulare direttamente dalla
rubrica di Outlook!
http://www.vola.it/

 

44

Subject:  Progetto scuol@.puglia.net e IG students

Presento ad entrambe le classi 4F e 4D la possibilità di partecipare a
questo concorso "Progetto scuol@.puglia.net " che richiede capacità di
ricerca in rete e "gioco di squadra" nelle classi.Nei contenuti sembra
giusto ritagliato per chi segue questo corso...
Lascio a voi la decisione se partecipare o meno : è anche possibile che
partecipi una sola classe con il supporto, per le risposte esatte alle
domande, di tutta la mailing list lnvm.
I due files del regolamento e delle domande sono prelevabili all'indirizzo :
http://www.puglia.net/scuola/
Pensateci e decidete presto
antonio gentile


Bid.it! Spa, con il patrocinio di IG students, offre ad una classe di una
scuola superiore pugliese la grande opportunità di diventare la redazione
della sezione scuola del portale puglia.net, per partecipare dovete:

- frequentare il quarto anno di una scuola superiore pugliese;
- avere il consenso del vostro preside;
- nominare un tutor tra i vostri docenti;
- avere la disponibilità di un laboratorio informatico con connessione ad
Internet;
- dedicarci tre ore settimanali, in giornate distinte, fino a Maggio.

In cambio vi offriamo
- un corso di formazione Internet a partire dal 14 gennaio;
- un tutor sempre a disposizione per guidarvi nella gestione del canale;
- la possibilità di imparare divertendovi.

Per partecipare al progetto, dovrete scaricare il file excel qui sotto,
rispondere ad alcune domande, redigere 10 brevi articoli ed inviarci il
tutto entro il giorno 10 gennaio a mezzo raccomandata al seguente indirizzo:

Bid.it! S.p.A.
progetto "scuol@.puglia.net"
via Imbriani 29
70051 Barletta (Ba)

In alternativa potrete inviare il test via e-mail all'indirizzo
scuola@puglia.net.

Se scegliete l'invio per lettera raccomandata, dovrete allegare al test il
regolamento timbrato e firmato dal vostro preside, se invece scegliete
l'invio per e-mail dovrete comunque farci pervenire il regolamento timbrato
e firmato dal vostro preside per fax al numero 0883 347357.




>> Visualizza il regolamento e fallo timbrare e firmare dal tuo preside
se non riesci ad aprirlo, clicca col tasto destro e salva con nome, oppure
preleva il file Zip
>> Visualizza il test
se non riesci ad aprirlo, clicca col tasto destro e salva con nome, oppure
preleva il file Zip

 

45

Subject:  Atlante del Cyberspazio

Benvenuti nell' Atlante del Cyberspazio
Qui trovate la traduzione italiana autorizzata del bellissimo sito
www.cybergeography.org, un affascinante tentativo di creare un atlante del
cyberspazio.....

Questo é un atlante di mappe e rappresentazioni grafiche delle geografie dei
nuovi territori elettronici di Internet, del World Wide Web e di altri
cyberspazi emergenti.

Queste mappe di cyberspazi - cybermappe - ci aiutano a visualizzare e
comprendere i nuovi paesaggi digitali oltre lo schermo del nostro computer,
nei fili delle reti delle comunicazioni globali e nelle vaste risorse delle
informazioni online. Le cybermappe, come le mappe del mondo reale, ci
aiutano nella navigazione dei nuovi paesaggi d'informazione e sono
contemporaneamente oggetti di interesse estetico. Sono state create da
'cyber-esploratori' di discipline diverse, e provenienti da ogni angolo del
mondo.

Alcune delle mappe che si vedono nell' Atlante del Cyberspazio appariranno
familiari, usando le convenzioni cartografiche delle mappe del mondo reale;
tuttavia molte delle mappe sono più che altro rappresentazioni astratte di
spazi elettronici, che utilizzano nuovi sistemi metrici e nuovi tipi di
griglie. L' Atlante comprende quindici pagine, includendo differenti tipi di
cybermappe.


http://www.museoscienza.org/museovr/cybergeography/default.htm

 

 

46

Subject:  Auguri

"X"
"XXX"
"XXXXX"
"GOD JUL"
"BUON ANNO"
"FELIZ NATAL"
"JOYEUX NOEL"
"VESELE VANOCE"
"MELE KALIKIMAKA"
"NODLAG SONA DHUIT"
"BLWYDDYN NEWYDD DDA"
"""""""BOAS FESTAS"""""""
"FELIZ NAVIDAD"
"MERRY CHRISTMAS"
"KALA CHRISTOUGENA"
"VROLIJK KERSTFEEST"
"FROHLICHE WEIHNACHTEN"
"BUON NATALE-GODT NYTAR"
"HUAN YING SHENG TAN CHIEH"
"WESOLYCH SWIAT-SRETAN BOZIC"
"MOADIM LESIMHA-LINKSMU KALEDU"
"HAUSKAA JOULUA-AID SAID MOUBARK"
"""""""'N PRETTIG KERSTMIS"""""""
"ONNZLLISTA UUTTA VUOTTA"
"Z ROZHDESTYOM KHRYSTOVYM"
"NADOLIG LLAWEN-GOTT NYTTSAR"
"FELIC NADAL-GOJAN KRISTNASKON"
"S NOVYM GODOM-FELIZ ANO NUEVO"
"GLEDILEG JOL-NOELINIZ KUTLU OLSUM"
"EEN GELUKKIG NIEUWJAAR-SRETAN BOSIC"
"KRIHSTLINDJA GEZUAR-KALA CHRISTOUGENA"
"SELAMAT HARI NATAL - LAHNINGU NAJU METU"
"""""""SARBATORI FERICITE-BUON ANNO"""""""
"ZORIONEKO GABON-HRISTOS SE RODI"
"BOLDOG KARACSONNY-VESELE VIANOCE"
"MERRY CHRISTMAS AND HAPPY NEW YEAR"
"FELICES PASUAS - EIN GLUCKICHES NEUJAHR"
"ROOMSAID JOULU PUHI -KUNG HO SHENG TEN"
"PRIECIGUS ZIEMAN SVETKUS SARBATORI VESLLE"
"BONNE ANNEBLWYDDYN NEWYDD DDADRFELIZ NATAL"
"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
XXXXX
XXXXX
XXXXX
XXXXXXXXXXXXX
BUON NATALE A TUTTI I "LISTAIOLI".................Antonio Gentile

 

53

Subject:  curiosità in rete

Ecco una curiosità non solo "virtuale"...
antonio gentile

ARMADI E DOT COM **
New York: appartamenti di pochi metri quadri non permettono di conservare
in casa tutto quello che si vorrebbe. E allora sono nati gli armadi
virtuali...
>> di Paolo Bonsignore
http://zeusnews.com/news.php3?cod=950

Un appartamento "normale" di Manhattan e' minuscolo e senza armadi, cantina
o soppalchi. Insomma, se il guardaroba e' essenziale, non c'e' problema,
altrimenti manca lo spazio per mettere via i vestiti. Figuriamoci sci,
scarponi o pattini a rotelle: un dramma!

Per questo motivo si vedono in giro molti Manhattan MiniStorage. Si tratta,
in pratica, di interi palazzi adibiti a magazzini dove si puo' affittare
mensilmente uno spazio per mettere via la propria roba. Fin qua niente di
nuovo.

Il passo successivo e' presso questo sito.

Si tratta di un vero e proprio armadio, solo che e' fuori casa! Funziona
cosi':
1. vengono a casa tua a fotografare i tuoi vestiti e a catalogarli.
2. li portano via, li lavano e li mettono nei loro magazzini.
3. caricano le foto su internet e creano il nostro armadio virtuale, dove
possiamo sempre controllare cosa c'e'.
4. quando si vuole prendere di nuovo uno o piu' vestiti, lo si sceglie on
line e loro te lo consegnano a casa il giorno stesso.

 

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Subject:  Obiettivi e valutazioni

Avviandoci alla conclusione del primo quadrimestre, ricordo che le
valutazioni verranno calibrate rispetto al conseguimento degli obiettivi
generali e specifici del corso.
Tra gli obiettivi generali vi sono quelli relativi all'approfondimento dei
molteplici aspetti della multimedialità, della comunicazione, delle nuove
tecnologie, della comunicazione in rete.
Il tema di ricerca ed approfondimento comune a tutti è : " Informazione e
comunicazione in rete"
Il materiale di studio è reperibile nella sezione Files della pagina web
relativa alla mailing list e nelle pagine in rete da ricercare o partendo
dai Links selezionati nell'apposita pagina o attraverso l'uso dei motori di
ricerca.
E' su questa base teorica che deve innestarsi la scelta tematica per il tema
di ricerca da individuare e specificare nelle linee generali entro il primo
quadrimestre e svolgere completamente entro la prima metà di Aprile.
La seconda metà di Aprile e il mese di Maggio saranno dedicati alla
presentazione dei lavori e alla creazione di un ipertesto collettivo.
Gli obiettivi specifici da raggiungere già a conclusione del primo
quadrimestre, sono:
- iscrizione alla mailing list
- registrazione al servizio yahoo ed evidenziazione del Cognome, Nome,
Classe
- partecipazione alla lista con specificazione delle ricerche effettuate,
del tema di ricerca, dell'impostazione di sviluppo, della bibliografia di
riferimento
- partecipazione alla lista con commenti, segnalazioni, analisi,
discussioni, etc. inerenti il tema generale
- cura nel lavoro testimoniata dall'uso del quaderno personale e "diario di
bordo" da portare costantemente aggiornato, dalla accuratezza delle ricerche
e dei messaggi che devono contenere in forma chiara l'oggetto del tema, la
firma del mittente, le fonti di riferimento, etc.
- partecipazione autonoma e responsabile a una forma di studio
caratterizzato da ricerca e collaborazione in rete
- capacità di impostazione organica del tema prescelto e suo sviluppo ( nel
secondo quadrimestre ) in forma ipertestuale e multimediale
Auguro a tutti buon proseguimento del lavoro...e a qualcuno un buon rilancio
dopo gli aiuti ai fini dell'iscrizione alla mailing list, che costituisce
comunque un punto di di partenza e non di arrivo :)) !
Invito inoltre a esprimere meno giudizi nella presentazione di siti e
materiale ( bello, brutto, interessante , etc) e invece molti più dettagli
informativi di analisi di elementi ( cosa si trova, la sua struttura, i
contenuti delle pagine, etc)
Una raccomandazione finale : non limitatevi tutti a chiedere riferimenti per
il proprio lavoro; cercate , se potete, anche di rispondere alle richieste
di aiuto con opporuni suggerimenti o indicazioni.
Saluti
antonio gentile

 

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Subject:  Fw: 100Links: GUIDE INFORMATICHE

Ecco un utile elenco di Link per manuali e ricerche su temi informatici e di
navigazione in Internet
antonio gentile

----- Original Message -----
From: "100 Links al Mese"


>
> AIUTAMICI.COM
> http://www.aiutamici.com/
> Sul "sito che risolve i problemi dei neofiti di informatica" e' possibile
trovare tanti amici pronti ad aiutare con passione e competenza il
navigatore alle prime armi. Numerose le guide presenti, e ogni aspetto del
mondo informatico e' considerato: dalla posta elettronica ai motori di
ricerca, dai trucchi per i giochi alle informazioni sull'hardware, e altro
ancora!
>
> CO.IN.GRAT.
> http://www.coingrat.com/
> E' l'abbreviazione di "Consulenza Informatica Gratuita", ed ha tutta
l'aria di un paradiso per neofiti ed esperti: contiene tanti approfondimenti
per trovare una soluzione ai propri problemi informatici, con la
possibilita' di inviare un quesito personalizzato, che ricevera' una
risposta gratuita.
>
> COMPUTER MUSEUM.IT
> http://www.computermuseum.it/
> In un campo dove le innovazioni si susseguono con una rapidita'
vertiginosa, ecco uno splendido sito sul quale conoscere tutti i modelli che
hanno segnato le varie epoche: contiene schede e informazioni tecniche su
centinaia di modelli, la storia informatica raccontata attraverso le
pubblicita' sulle riviste, tabelle comparative con i prezzi dal 1982 ad
oggi, e altro ancora.
>
> CORSO INTERNET
> http://corso.interac.it/
> Un corso per impavidi navigatori, semplice e fatto bene: qui tutti
potranno trovare qualcosa da imparare, qualunque sia il grado di conoscenza
e di esperienze accumulate sulla Rete. Partendo da cos'e' Internet, e come
funziona, il lettore viene condotto in un viaggio nel quale imparare,
studiare e infine provare a risolvere gli esercizi proposti alla fine di
ogni lezione.
>
> DIZIONARIO INFORMATICO
> http://www.dizionarioinformatico.com/
> Tantissime sono le parole utilizzate nell'informatica, molte delle quali
praticamente sconosciute ai piu': il settore, poi, e' in continua
evoluzione, e sforna periodicamente nuovi prodotti e termini da imparare.
Conoscere tutto per nome e' impossibile: per questo nasce il Dizionario
Informatico, che offre la spiegazione dei singoli vocaboli, consultabili
anche tramite motore di ricerca.
>
> DIZIONET
> http://www.dizionet.it/
> Quando si parla di informatica nessuno e' abbastanza esperto da conoscere
tutti i vocaboli che affollano questo settore: Dizionet, nome che deriva dai
termini "Dizionario e Internet", offre una raccolta di vocaboli informatici
consultabili tramite motore di ricerca. I piu' esperti sono, inoltre,
invitati a contribuire alla gia' ampia raccolta.
>
> GLOSSARIO INFORMATICO
> http://glossario.supereva.it/
> Il glossario informatico propone la spiegazione di sigle, acronimi e delle
tantissime parole misteriose che si trovano quotidianamente nel mondo
dell'informatica: e' sufficiente scegliere una lettera per partire alla
ricerca di tutte quelle parole che incuriosiscono, o che tolgono il sonno
quando non se ne conosce il significato.
>
> GUIDAINFORMATICA.COM
> http://www.guidainformatica.com/
> Non si tratta di un sito progettato esclusivamente per i neofiti, ma anche
per chi l'informatica la conosce gia': contiene guide, tutorial, liste di
domande frequenti con le relative risposte, e altro ancora. Forse non e'
ricchissimo di informazioni, ma quelle presenti risultano davvero utili.
>
> GUIDE HARDWARE
> http://guide.hwupgrade.it/
> Direttamente dal piu' importante sito italiano sull'hardware per il
proprio computer, una ricchissima raccolta di guide, approfondimenti e
analisi tecniche che aiutano a meglio conoscere e a ottimizzare il
funzionamento del proprio computer.
>
> MANUALI.IT
> http://www.manuali.it/
> Dedicato interamente ai manuali, il sito ha l'obiettivo di rendere
disponibile, in maniera semplice e veloce, il maggior numero di guide e
tutorial: tante le categorie, anche se la parte del leone e' fatta da quelle
informatiche, e tanti i documenti utili o addirittura indispensabili. Per
studenti, professionisti, semplici appassionati o curiosi.
>
> MOTORIDIRICERCA.IT
> http://www.motoridiricerca.it/
> Il punto di riferimento italiano nel settore dei motori di ricerca, nato
con l'obiettivo di fornire informazioni pratiche e complete sull'uso di
questo indispensabile strumento offerto della Rete. Di sicuro interesse,
offre servizi e notizie utili sia al neofita che all'utente professionale.
>
> NET D.O.C.
> http://netdoc.supereva.it/
> Da visitare, non tanto per chi vuole apprendere il "semplice" utilizzo del
computer, ma anche e soprattutto per conoscere meglio tutto cio' che gira
intorno al mondo dell'informatica e della Rete. Molto interessanti le
tematiche trattate, affrontate con quella competenza che solo dei veri
appassionati possono offrire.
>
> NEWBIE.IT
> http://www.newbie.it/
> Chiunque si sia avvicinato da poco all'immenso campo dell'informatica, ed
in particolare ad Internet, si sara' probabilmente sentito soprannominare
con la dicitura "newbie", ovvero colui che e' nuovo e poco pratico della
Rete delle Reti. Questo sito e' un valido aiuto per districarsi nel mondo
dell'informatica, e scrollarsi cosi' rapidamente di dosso questa
definizione.
>
> PAOLO ATTIVISSIMO
> http://www.attivissimo.net/
> Un sito personale, con newsletter annessa, di un autore noto per una
inconfondibile bravura e semplicita' nel trattare gli argomenti informatici,
oltre che per il suo essere fuori dal coro. I testi spaziano dalle piu'
recenti discussioni di carattere informatico alla sicurezza, ai sistemi
operativi "alternativi".
>
> PC IMPROVER
> http://www.pcimprover.it/
> Una completa guida al complesso mondo delll'informatica, con sezioni
specifiche dedicate a hardware, software, e ai singoli sistemi operativi.
Per gli utenti avanzati, infine, e' presente una sezione dedicata
all'affascinante mondo dell'overclock.
>
> PC-FACILE
> http://www.pc-facile.com/
> Tutti i segreti di Internet: qui i comuni utenti informatici troveranno
una serie di notizie utili per la gioia del computer e la felicita' dei
propri nervi. Offre un ricco archivio di articoli, un forum a disposizione
di tutti gli utenti, e una newsletter tramite la quale ricevere tante
notizie sul mondo del computer.
>
> PCALMEGLIO
> http://www.pcalmeglio.com/
> Non e' sempre facile, per un nuovo arrivato, imparare a utilizzare un
computer: a parole e' tutto semplice, ma quando dalla teoria si passa ai
fatti arrivano anche le difficolta'. PCalMeglio nasce proprio per questo,
per mettere a disposizione di tutti i visitatori un gran numero di documenti
e di guide, tutte di facile comprensione, per arricchire le proprie
conoscenze.
>
> PCBOX.IT
> http://www.pcbox.it/
> Diverse sono le sezioni proposte da questo sito, nato con lo scopo di
risolvere i problemi che sorgono quotidianamente nell'utilizzo di un
computer: per utilizzarlo e' sufficiente leggere l'archivio dei problemi
gia' risolti, e se non dovesse esserci nulla di analogo proporre il proprio.
>
> RETEINFORMATICA.NET
> http://www.reteinformatica.net/
> Il portale per tutti gli apprendisti informatici fornisce svariate sezioni
per chi vuole conoscere meglio questo settore, oltre ad articoli e
approfondimenti, un ampio glossario informatico e i forum di discussione nei
quali conoscere altri appassionati.
>
> SITO COMUNE
> http://www.sitocomune.com/
> Per chi utilizza Microsoft Access, uno dei piu' diffusi programmi per la
gestione di un database, ecco il sito ufficiale del piu' frequentato
newsgroup italiano sull'argomento: tanti esperti descrivono l'utilizzo di
questo programma, sia a livello amatoriale che professionale, fornendo
pratici suggerimenti per risparmiare tempo prezioso.
>
> SOLOINRETE
> http://www.soloinrete.it/
> Uno dei piu' autorevoli punti di riferimento online per chi cerca delle
risposte dettagliate non facilmente reperibili altrove: un esercito di
"risponditori" (veri e propri esperti di un argomento) attende i visitatori
per trovare gratuitamente una soluzione a tutti i quesiti proposti.
>
> TERMINI INFORMATICI
> http://www.termininformatici.com/
> Spesso i siti piu' utili sono quelli piu' semplici da consultare. E
proprio a questa "filosofia di vita" risponde questo dizionario, che
permette di conoscere facilmente il significato di migliaia di termini
informatici, consultabili tramite motore di ricerca o utilizzando l'elenco
alfabetico.
>
> TUTORIALS.IT
> http://www.tutorials.it/
> Un sito davvero chiaro e funzionale, un vasto archivio (in continuo
aggiornamento) di tutorial e manuali in lingua italiana: affronta tutti gli
argomenti legati in qualche modo al mondo dell'informatica , e per ognuno di
questi propone propri tutorial o segnala i piu' importanti tra quelli
disponibili in Rete.
>
> TUTTORETI
> http://www.tuttoreti.com/
> Partendo da sezioni introduttive dedicate alla teoria delle reti, utili
per chiarire i concetti base in termini di connessioni e protocolli, il sito
affronta tutte le tematiche relative al mondo delle reti, da quelle locali
fino ad arrivare Internet stessa. Con tante informazioni storiche, tecniche
e pratiche, fino ai quiz per verificare le proprie conoscenze.
>
> WEBJUICE.IT
> http://www.webjuice.it/
> Una finestra completa, qualificata e facilmente consultabile sul mondo
informatico, nasce con il dichiarato obiettivo di "creare un punto di
riferimento per tutti gli appassionati di tecnologia e comunicazione": dalla
programmazione alla sicurezza, dall'alta velocita' all'emulazione, qui ogni
aspetto informatico e' trattato mediante un sito ad hoc.

 

66

Subject:  Se copi , il computer ti scopre...

Da Punto Informatico : http://punto-informatico.it/p.asp?i=38737
antonio gentile

Tu copi, lo dice il computer
Si estende negli USA l'utilizzo di sistemi capaci di individuare gli
studenti che copiano. La tecnologia aiuta i docenti

21/01/02 - News - Atlanta (USA) - Gli studenti dei corsi di "introduzione al
computer" e di "programmazione orientata agli oggetti" del College of
Computing di Atlanta sono controllati anche dal computer, che assiste i
professori nella correzione dei compiti svolti in cerca di parti copiate da
altri studenti.

In particolare questo software mette in evidenza tutte le parti dei codici
di programmazione realizzate dagli studenti che risultano simili,
permettendo ai professori di analizzare le somiglianze e di conseguenza
smascherare gli studenti più pigri.

Kurt Eislet, direttore del College, assicura che gli studenti vengono
informati prima dell'iscrizione ai corsi dell'esistenza di questo software,
tuttavia "sembra che alcuni non credano alle capacità di questo programma
oppure pensano di riuscire a non farsi beccare e corrono il rischio di
essere scoperti".

La "punizione" per aver copiato può raggiungere addirittura l'espulsione
dalla scuola. "Su 30 ragazzi che vengono scoperti dal programma - assicura
Eislet - è possibile che solo una piccola parte sia in grado di dare una
spiegazione plausibile del motivo per cui i codici scritti sono così
simili".

Il College of Computing utilizza questo programma da otto anni ma l'idea di
controllare i compiti degli studenti con un software ad-hoc è stata ripresa
anche da altri. Ad esempio dall'Università della Virginia, dove il
professore Lou Bloomfield ha realizzato un programma capace di individuare
frasi simili di almeno sei parole negli scritti degli studenti.

Da che mondo e mondo, i professori cercano di rendere inefficaci i sistemi
di copiatura inventati dagli studenti. Un'esigenza crescente per i docenti:
uno studio condotto nel 2000 aveva messo in luce che su 2.200 studenti di 21
scuole diverse il 10 per cento di questi aveva ammesso di aver copiato
frammenti di materiale da Internet, mentre il 5 per cento aveva addirittura
copiato interi passi e frasi.

 

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Subject:  siti per la ricerca su Sicurezza in rete segnalati da Webscuola

Sicurezza nella Rete

 

Il più grande centro di ricerca dedicato ai problemi di sicurezza in Rete.

 

I pericoli di Internet

Virus, trojans, spamming...: tutto quello che c'è da sapere per mettersi al sicuro dai pericoli della Rete.

 

CLUSIT- Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica

Il sito della Associazione Italiana, nata sulla scorta delle esperienze di altre associazioni europee per la sicurezza informatica (CLUSIB, CLUSIF, CLUSIS, CLUSSIL) che costituiscono un punto di riferimento per la sicurezza informatica da oltre 10/15 anni nei loro paesi.

 

Selezione dei Contenuti Internet

La Platform for Internet Content Selection (PICS), è un sistema che permette di associare etichette valutative alle pagine Web sviluppata dal W3 Consortium. Qui trovate le specifiche ufficiali e altre informazioni su questa tecnologia.

 

Privacy.it

Tutte le problematiche sulla tutela dei dati personali e la normativa inerente

 

Garante per la protezione dei dati personali

Sito ufficiale del Garante italiano.

 

Regole per i Piccoli Navigatori

Un network internazionale contro lo sfruttamento dei minori con una sezione dedicata ai pericoli presenti in Rete per i piccoli navigatori.

 

Genitori e Internet

Conoscere Internet e imparare a usarlo insieme ai propri figli. Argomenti, regole, risorse per un uso senza rischi della Rete.

 

I providers e i diritti dei minori

Un documento di riflessione preparato dall'Eurispes per il Ministero delle Comunicazioni

 

InternetLex

Articoli, comunicazioni ufficiali, ricerche. Le novità più importanti su diritto e sicurezza in Rete.

 

 

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Subject:  Concettualizzare i media per capire il mondo

Riporto un intervento del Prof. Roberto Maragliano , tratto da un corso
universitario su Tecnologie dell' istruzione e dell' apprendimento, che si
svolge a Roma e riporta in rete un "diario di bordo" molto interessante
sugli stessi temi che sono oggetto della nostra ricerca.
Al seguente indirizzo è possibile trovare i programmi di studio, i diari
degli anni precedenti e riferimenti utili di approfondimento :
http://ltaonline.educ.uniroma3.it/didframe.html
Molto utile per chi voglia approfondire i riferimenti teorici della ricerca
su "Comunicazione in rete"
antonio gentile


Concettualizzare i media per capire il mondo
26 ottobre 2001
Roberto Maragliano

In questi primi incontri del corso, e anche attraverso queste prime pagine
del Diario stiamo cercando di mettere a fuoco alcuni concetti fondamentali,
quelli di cui più ci serviremo, in seguito, per sviluppare, ampliare e
approfondire i nostri ragionamenti.
Nel frattempo prendeteli e utilizzateli, questi strumenti di
concettualizzazione dell'universo dei media, come strumenti per conoscere
(cioè per interrogare, analizzare, comprendere, approfondire) il presente
Diario o i libri d'esame le cui prime pagine mi auguro vorrete saggiare in
attesa di iniziarne lo studio vero e proprio. Ma anche per conoscere meglio
(cioè interrogare, analizzare, comprendere, approfondire con le necessarie
curiosità e puntigliosità) quel che vi capita attorno e dentro, nel corso
della vita d'ogni giorno.
Come già avete potuto notare su queste pagine o partecipando agli incontri,
l'insegnamento di Tecnologie si proietta sull'intero campo dell'esperienza
umana, e non solo sulla sua specifica componente educativa; insomma, non
esclude nessuna espressione della cosiddetta 'esperienza generale'.
La ragione di questa scelta è molto semplice: non c'è luogo dell'esperire e
del fare che non venga sollecitato, influenzato, addirittura modellato e
costruito dall'azione dei media.
In questo senso, si può dire che la nostra vita è totalmente plurimediale,
oggi, o, se volete, multi-mediale (con il trattino), cioè giocata dentro
l'azione di più mezzi, i quali presentano diverse identità e nature, e
operano, dentro di noi, secondo modalità di connessione continua, cioè
secondo una logica di sistema che sembra spontanea, quasi naturale.
Cerco di chiarire questo punto, che considero cruciale.
Quel che ascoltiamo/vediamo alla televisione rimbalza automaticamente su
quel che leggiamo sul giornale, e questo a sua volta si intreccia con ciò
che ricaviamo dalla navigazione in Internet o dallo scambio di messaggi
(elettronici e no) con i nostri conoscenti, per non dire del sottofondo
sonoro che a questo intreccio di temi viene garantito da radio, cd, brusii,
chiacchiere e rumori urbani, o per non dire ancora dell'articolazione visiva
che a tale intreccio viene assicurato dall'album di immagini fisse e in
movimento che inesauribilmente ci viene squadernato davanti.
Abitanti come siamo del villaggio dei media - un villaggio grande quanto il
mondo, anzi ben più grande di esso (perché capace di moltiplicarlo con
l'aiuto dell'immaginazione, della teoria, la simulazione, della narrazione,
ecc.) - costruiamo la nostra identità, giorno dopo giorno, o, da un altro
punto di vista, ci dotiamo di più identità, giorno dopo giorno, proprio
stando dentro l'intreccio dei media, e svolgendovi il ruolo di attori, non
solo di consumatori. Parlando di questi fenomeni non tocchiamo dunque
aspetti marginali, ma elementi centrali della nostra esistenza. Così è oggi
in modo eclatante, ma così è sempre stato, fin da quando l'uomo, dotatosi
dell'immagine, della parola parlata e della scrittura le ha usate come
strumenti per conoscere, ma anche costruire il mondo.
Talvolta, però, ci accorgiamo di non disporre degli strumenti adeguati per
vivere con coscienza, consapevolezza, criticità e, perché no?, serenità
questa importantissima e sempre più pervasiva parte della nostra esistenza.
Capita infatti, e non solo in campo educativo, che ci troviamo di fronte a
rappresentazioni 'apocalittiche', terroristiche e terrorizzanti, sull'azione
dei media, discorsi che appaiono basati su impressioni più che su dati di
osservazione, su luoghi comuni più che su concetti, su filosofie 'spontanee'
più che su teorie fondate, e che finiscono col dividere in due la nostra
coscienza (per non dire della/e nostra/e identità): la parte che ci fa
comunque e necessariamente utenti dei media, l'altra che ci fa sentire
vittime, proprio in quanto utenti.
Di qui la condanna ad una sorta di perenne schizofrenia: siamo quel che
siamo per effetto dei media ma contemporaneamente neghiamo (o vorremmo fosse
annullata) questa dimensione.
Ecco allora che fissare alcune concettualizzazioni di base sui media (è
quanto intendiamo fare in questa prima fase del nostro impegno) potrà
servire a tutti noi, e soprattutto a chi si accosta a tali temi per la prima
volta, per capire qualcosa di più che delle semplici (o complicate) pagine
da portare all'esame.
Muoverci in questa direzione ci aiuterà, mi auguro, a tenere desto quel che
un po' tutti chiamiamo 'spirito critico', anche se poi lo intendiamo in modi
affatto diversi.
Tanto più è necessaria questa azione, quanto più il mondo, esterno e interno
a noi, si fa via via più complicato e indecifrabile.
Queste considerazioni, com'è ovvio, le sto facendo anche in relazione al
dramma collettivo che stiamo tutti vivendo dal giorno dell'attacco alle
Torri di New York.
Globalizzazione comunicativa e ipermedialità sembrano essere due
caratteristiche forti di questa tragica, grandiosa e opaca 'messa in scena'.
Stiamo infatti andando ben al di là dei confini della 'documentazione' o
della 'guerra in diretta'. I media non si limitano a farci assistere, ci
stanno portando la guerra in casa (ma anche pezzi di pace, fortunatamente!).
Torneremo certamente su questi argomenti e sulle loro molteplici facce. Nel
frattempo, vi invito a leggere due articoli di giornale, uno di Alessandro
Baricco pubblicato a ridosso dell'11 settembre, e dedicato
all'intricatissimo rapporto che lega realtà e finzione, l'altro recente di
Vittorio Zucconi, che invita a riflettere sulla faccia intima e 'pacifica'
della rete.

 

91

Subject:  Fw: 100Links: CHAT ITALIANE

utile per la ricerca su chat...
antonio gentile




>
> AIUTAMICI CHAT
> http://chat.aiutamici.com/
> Si propone come la chat dell'amicizia, e offre come servizio aggiuntivo la
possibilita' di inserire la foto a tutti i partecipanti consentendo di avere
almeno un'idea della persona con la quale si sta parlando. Forse ancora non
molto frequentata, ma ha molti margini di miglioramento.
>
> ATLANTIDE CHAT CAFE'
> http://www.atlantide.it/chat/
> Atlantide e' un'isola complessa e dai confini indefiniti per fare nuove
conoscenze in Rete. Tra i principali strumenti a disposizione dell'utente
c'e' una chat con un gran numero di "stanze": queste sono talmente tante
che, per non perdersi nulla, viene fornito un "palinsesto" ogni settimana
con gli appuntamenti fissati.
>
> BERTUCCIA CHAT
> http://www.bertuccia.com/chat.html
> Sembra quasi di entrare dentro un cartone animato, con un simpatico
scimpanze' che introduce gli utenti all'interno della chat. Non e' richiesta
obbligatoriamente una registrazione, ma coloro che compilano il modulo
possono selezionare un'icona grafica da affiancare al proprio nickname.
>
> CHAT INWIND
> http://chataudio.inwind.it/
> Davvero molto frequentata questa chat, che offre un divertimento
assicurato all'interno delle tante stanze che la compongono: qui viene
offerta la possibilita' di conquistare tanti nuovi amici, oltre che
incontrare nelle varie stanze le proprie vecchie conoscenze.
>
> CHATMANIA
> http://www.chatmania.it/
> Nulla a che vedere con le vecchie chat tutto testo o con qualche piccola
animazione, qui ci troviamo dentro ad un cartone animato con tanto di
personaggio abbinato ad ogni utente e messaggi che appaiono come "balloon"
dei fumetti. Facile da utilizzare, e' semplicemente splendida!
>
> CHATTA.IT
> http://www.chatta.it/
> Davvero splendida la veste grafica di questa chat, un luogo di ritrovo
virtuale e reale di tante persone: a partire da un nome intuitivo e facile
da ricordare, raccoglie una bella chat e una serie di sezioni interessanti,
dalla bacheca alle foto dei chatters abituali.
>
> CLARENCE CHAT
> http://www.clarence.com/chat/
> Clarence offre ai propri visitatori una delle piu' antiche e frequentate
chat italiane, una piazza virtuale in cui fraternizzare con gli altri
cittadini elettronici e fare conoscenza dei turisti di passaggio; permette
di abbinare un'immagine ai propri messaggi.
>
> DIALOGA2000
> http://www.dialoga2000.it/
> Una delle primissime Web chat italiane (e' nata infatti nel 1996), ed
anche una delle piu' facili da utilizzare: utilizzabile senza obbligo di
registrazione, da' la possibilita' di mandare messaggi privati e di vedere
quanti e quali utenti sono collegati.
>
> EASYCHAT
> http://www.easychatonline.net/
> Evidentemente le discussioni che si tengono su EasyChat hanno il potere di
creare un gran numero di amici, viste le numerose serate che gli utenti
hanno organizzato e che sono ben documentate sul sito. Il "chat master"
sembra preoccuparsi molto, e a ragione, di assicurare un uso equilibrato del
servizio.
>
> FREECHAT
> http://chat.aspide.it/
> Si tratta di una delle chat storiche italiane, e si presenta in Rete con
una interfaccia semplice e veloce, arricchita dalla simpatia e dalle
chiacchiere dei suoi partecipanti: permette di abbinare l'immagine di una
faccia a cio' che si scrive, contribuendo alla creazione di un vero e
proprio personaggio.
>
> INCONFIDENZA
> http://www.inconfidenza.it/
> InConfidenza e' un sistema per divertirsi, incontrare persone e, se la
fortuna ci aiuta, trovare una persona speciale. Basta compilare una scheda
con i propri gusti e preferenze, vedere quelle degli altri utenti e poi
invitare chi si vuole ad una chat one-to-one.
>
> INTERFREE CHAT
> http://chat.interfree.it/
> Un uso eccessivo di simboli grafici rende a volte faticosa la
consultazione di questa chat che, comunque, ha il pregio di descrivere con
chiarezza le operazioni da svolgere e il comportamento da tenere una volta
entrati. Buono il numero di utenti mediamente presenti.
>
> IOL CHAT
> http://chat.iol.it/
> Oltre ad accedere alle aree "elite" con registrazione, e' possibile
accedere alle aree "free" non moderate e senza alcuna registrazione
obbligatoria. Nelle chat c'e' un discreto via vai, ma effettivamente la
grafica un po' vecchiotta complica la consultazione.
>
> IRC
> http://www.irc.it/
> Tra mille altri servizi, qui e' possibile trovare una chat legata
ovviamente ai "primordi", con un buon numero di stanze e una consultazione
sufficientemente chiara. Alcune volte puo' risultare un po' difficile la
comprensione delle varie funzioni, almeno per i meno esperti.
>
> JAVA IRC
> http://irc.tin.it/
> Java Irc si rivolge a chi vuole comunicare tramite l'Internet Relay Chat
in maniera semplice e diretta, senza dover installare alcun programma. La
visualizzazione avverra' attraverso il proprio browser e in pochi secondi si
potra' accedere ad uno dei luoghi piu' frequentati della Rete.
>
> JUMPY CHAT
> http://www.jumpy.it/Mondo_J/Chat/
> Molto elevato e' il numero di persone che periodicamente si trovano qui
per chattare e per conoscere nuovi amici: offre la possibilita' di scegliere
le stanze a seconda di cio' che si vuole discutere, o semplicemente in base
alla propria eta' o alla provenienza geografica.
>
> MONDOCHAT
> http://www.mondochat.it/
> Prima di entrare in una qualsiasi chat e' consigliabile conoscere le
caratteristiche, le modalita' e anche i rischi di un simile tipo di
comunicazione. Proprio per questo e' nato Mondochat, un ottimo punto di
riferimento per "chattatori" piu' o meno pratici.
>
> MONRIF CHAT
> http://chat.monrif.net/
> All'interno delle chat di Monrif si puo' discorrere dei piu' svariati
argomenti: si passa dal "bar dello sport" alla "psiche e dintorni", il tutto
condito con ospiti famosi che, ad appuntamenti prestabiliti, dialogano in
Rete con gli utenti. Le chat presenti sono due, una piu' nuova e l'altra
storica per i vecchi frequentatori.
>
> MSN CHAT
> http://chat.msn.it/
> All'interno di varie categorie (Citta', Musica, Sport, Teenager e altre
ancora) e' possibile trovare un gran numero di stanze nelle quali chattare:
offre anche la possibilita' di creare un elenco delle proprie stanze
preferite, per entrare facilmente non appena si arriva sul sito. Necessita
di una registrazione gratuita.
>
> PRONTOCHAT
> http://www.prontochat.it/
> Davvero carino l'ambiente grafico nel quale si viene accolti una volta
entrati in questa chat grafica, che permette di abbinare ai propri messaggi
un simpatico personaggio (scelto da una lunga lista), oltre che di navigare
all'interno delle tante stanze presenti.
>
> SUPEREVA CHAT
> http://chat.supereva.it/
> L'affollatissima chat di superEva, una delle poche che consente anche di
creare delle stanze personalizzate con pochi passaggi, offre periodicamente
incontri con le Guide, esperti dei piu' svariati argomenti che si offrono
per intrattenere i propri visitatori. La struttura e' molto professionale,
anche se a volte l'alto numero di utenti rende confusa la consultazione.
>
> TISCALI CHAT
> http://chatirc.tiscali.it/
> Basta inserire il nome e un nick e ci si trovera' subito catapultati
all'interno delle stanze della Tiscali Chat, o nei canali mondiali di
IrcNET. Praticamente sconfinati gli argomenti trattati e gli utenti
quotidianamente connessi, mentre la grafica, seppur piacevole, e' priva di
particolari spunti.
>
> TROVACHAT
> http://trovachat.iltrovatore.it/
> Direttamente da un importante motore di ricerca tutto italiano, ecco una
chat semplice da utilizzare e piuttosto frequentata: l'interfaccia e'
interamente testuale, ed e' possibile scegliere tra quelle esistenti la
stanza nella quale si vuole chattare, oppure creare la propria.
>
> WEB CHAT WORLD
> http://www.wcw.it/
> Una vera e propria comunita' di "chattatori" che qui trovano una risposta
ad ogni loro richiesta: sei diverse chat tematiche su musica, lavoro,
viaggi, sesso, borsa e finanza. Buona l'impostazione, non e' richiesta
alcuna registrazione, e alcune chat sono molto frequentate.
>
> YAHOO! CHAT
> http://chat.yahoo.it/
> Naturalmente l'aspetto riprende quello della versione internazionale del
celebre portale, ma la caratteristica piu' importante di questa chat e'
quella di essere frequentata quasi esclusivamente da utenti italiani: una
visita e' consigliata a chi desidera discutere su tutti gli argomenti del
momento, e conoscere altre persone in Rete.

 

104

Subject:  «L´hacker venga a lavorare da noi»

fonte La Stampa di oggi http://www.lastampa.it/edicola/Asti/481413.htm
ag
«L´hacker venga a lavorare da noi»
Una proposta di espiazione tecnica del presidente Marmo

ASTI

Ha fatto discutere il caso del giovane «hacker» scoperto dopo il tentativo
fallito di intromettersi nei computer della rete telematica della Provincia.
Lo studente di 17 anni è stato «tracciato» dai carabinieri della speciale
Squadra reati informatici con la collaborazione dei tecnici della Provincia
e denunciato. Sulla vicenda giunge ora il commento del presidente della
Provincia Roberto Marmo, parte in causa, dato che l´attacco dell´«hacker» ha
causato un blocco del sito dell´Amministrazione provinciale per una
giornata. «Credo sia doveroso esprimere una riflessione generale - commenta
Marmo - che serva da un lato a riportare nei giusti limiti quello che in
definitiva è stato un caso di tentata pirateria, e che pertanto
fortunatamente non ha provocato le pesanti conseguenze che poteva avere, ma
che dall´altro richiami i possibili potenziali sabotatori, ma soprattutto i
loro genitori, a un´azione di responsabilizzazione e sorveglianza». E
aggiunge: «In poche parole, è bene che si sappia che per reati o tentativi
di reati come quelli maldestramente messi in atto nei confronti del sistema
informativo della Provincia, si possono subire conseguenze penali di non
poco conto. In meno parole ancora: ragazzi fate attenzione, si finisce anche
dentro, con azioni di questo genere». Marmo però tende una mano: «Credo
meriti una citazione la possibilità di "espiazione" tecnica che si può
profilare per il responsabile: un periodo di lavoro informatico all´interno
dell´ente, che consenta allo smanettone di smanettare con profitto suo e
altrui, in quel mondo informatico che con il suo tentativo di sabotaggio ha
dimostrato di voler frequentare, ma che contemporaneamente serva a fargli
capire l´impegno, la professionalità e la serietà del lavoro che sta dietro
la vetrina sfavillante di Internet».

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Subject:  Newsletter del sito internet dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche dell' 8 2 2002

Newsletter del sito internet dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze
Filosofiche dell' 8 2 2002

Sito Internet dell' ENCICLOPEDIA MULTIMEDIALE DELLE SCIENZE FILOSOFICHE


www.filosofia.rai.it

Il sito dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche apre due
nuove sezioni:

EMSF-scuola e La Città del Pensiero


Presentazione della sezione EMSF-SCUOLA

http://www.filosofia.rai.it/scuola/

L'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche apre un'articolata
sezione del proprio sito Internet ( http://www.filosofia.rai.it)
esplicitamente dedicata al mondo della scuola.
Verranno riproposti i materiali che già fanno parte del sito riorganizzati
secondo percorsi più vicini agli interessi degli studenti e degli
insegnanti: è il nostro contributo al processo di apprendimento.
Troverete anche altre novità, tre per la precisione.

Compiti a casa
Una sezione sarà dedicata allo studio " Compiti a casa". Chi vuole, potrà
richiedere via e-mail o attraverso il forum un approfondimento o una
spiegazione su un autore o un problema che ha trovato particolarmente
complesso. La redazione risponderà direttamente o avvalendosi dei
collaboratori e degli intervistati dell'Enciclopedia. Potrete anche
intervenire, magari criticando le nostre scelte e proponendo interpretazioni
e pareri alternativi.
http://www.filosofia.rai.it/scuola/compiti.htm

Simposio
Uno spazio sarà appositamente riservato ai contributi che vorrete inviarci.
Quello che abbiamo in mente è una Internet community che coniughi il rigore
scientifico delle interviste e degli altri materiali presenti nel sito con
le esigenze della vita scolastica di tutti i giorni. E, per cominciare,
abbiamo proposto un tema provocatorio intorno al quale avviare la
riflessione: serve ancora studiare filosofia a scuola? Su questo stesso
argomento abbiamo interpellato alcuni operatori del settore, universitari e
non: potrete leggere quanto ci hanno risposto nella sezione "Dalla Scuola",
Dall'Università" e "La parola agli studenti", nonché negli approfondimenti
presenti in "Simposio".
http://www.filosofia.rai.it/scuola/simposio.htm

Concorso
Infine, un concorso o, forse, sarebbe meglio dire una sfida: invitiamo gli
studenti e i loro insegnanti a organizzare i nostri materiali secondo linee
e percorsi scelti da loro stessi. Le loro realizzazioni (ipertesti, saggi),
verranno pubblicati sul sito e ai migliori verranno inviati come premio i
nuovi prodotti multimediali di RAI Educational (CD-ROM, Videocassette).
http://www.filosofia.rai.it/scuola/concorso.htm
-------------------------------------------------

Città del Pensiero
http://www.filosofia.rai.it/citta_del_pensiero/

La Città del Pensiero è una modalità alternativa per navigare tra i
materiali dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche:
interviste, testi delle trasmissioni, brani antologici e biografie. Si
tratta di una città ideale in cui convivono i classici del pensiero, gli
antichi e i contemporanei. Una struttura urbana che attraverso la metafora
dei suoi quartieri e rioni vuole rappresentare la complessità e la vastità
della riflessione filosofica e umanistica. I circa duemila documenti che
costituiscono sono stati organizzati intorno a sedici problemi-quartieri
della filosofia (L'essere, la conoscenza e la scienza, la storia ecc..)
suddivisi a loro volta in 52 rioni -sottoproblemi.
.
http://www.filosofia.rai.it/citta_del_pensiero/default2.asp (versione flash)
http://www.filosofia.rai.it/citta_del_pensiero/default1.asp (versione html)
http://www.filosofia.rai.it/citta_del_pensiero/default2.asp (presentazione
in flash)
-------------------------------------------------

Comunicato stampa disponibile all'indirizzo:
http://www.emsf.rai.it/comunicati/comunicato_02_2002.htm

 

106

Subject:  [INNOVAZIONE] Ripetizioni ed Internet

Riporto un intervento ripreso oggi da una lista di discussione sulle nuove
tecnologie perchè è esemplare per i problemi che affronta (e che sono di
nostro interesse di studio) ed anche per il modo chiaro e documentato della
comunicazione ( da tenere presente quando si inviano contributi in
lista )...
Buona lettura
antonio gentile
--------------------


Cari Colleghi di Lista

Ho letto con particolare attenzione l'interventi di Settimio e di Paolo e
concordo con molti di Voi che hanno vissuto in prima persona sul campo ,
questi anni di transizione della scuola Italiana.
Pur essendo ingegnere , fin dal 1984 ho iniziato ad effettuare corsi di
formazione nella Scuola italiana , cercando ogni volta di coniugare le nuove
tecnologie informatiche con le esigenze educative dei ragazzi.

Ho ad esemipo iniziato la mia attivita' di Formatore nel 1984 , con una
mostra in un teatro Comunale , relativa all'Informatica e la Telematica,
chiamata " Computer....Cioe'...." e con un corso di Formazione per oltre
mille Studenti e professori delle Scuole Medie della provincia di Terni,
alla cui cerimonia di chiusura intervenne tra gli altri Piero Angela della
RAiTv.

Durante questi anni ho avuto modo di insegnare a molti studenti e professori
, oltre a formare operatori e dirigenti di imprese . Ho anche coordinato i
corsi di Formazione per la mia regione riservati ai Capi di Istituto , e
debbo dire che in tale occasione e' emersa palese l'avversione del corpo
dirigente , verso il cambiamento e nei confronti del nuovo che Internet ed
il suo mondo offre come opportunita' .
In questo ultimo periodo sto assistendo ad una burocratizzazione dei
processi innovativi ed ad una fase di stasi nel mondo dell'utilizzo di
Internet e dei processi formativi legati alle nuove tecnologie.
La scuola Italiana continua a guardarsi indietro e diventa sempre piu'

" Una Scuola di Ripetizioni per le Ripetizioni" , intesa cioe' come luogo
di ripetizione del sapere , che nelle fascie della scuola di base ha il suo
senso , ma che nelle " Superiori" invece di formare alla creativita' ed al
nuovo modo di intendere la formazione , porta solo ad inadeguatezza del
sistema formativo , che si deve appoggiare poi a risorse esterne , non per
l'innovazione, ma per "Le ripetizioni" date ai ragazzi da "Vecchi
Professori " che forse sono i soli rimasti in grado di applicare
rigorosamente i programmi ministeriali.
Dico questo perche' ho una figlia Liceale , che va a ripetizione di
Matematica e di Latino da due ottantenni.
Per fortuna che ora in internet trova le traduzioni di Cesare e quindi non
ha piu' bisogno delle ripetizioni di Latino. Ma e' questa
l'Innovazione.......

Sono quindi pienamente d'accordo nella creazione del Master e nel tentativo
di migliorare l'offerta formativa portando il nostro contributo .
Mi rendo anche conto della difficolta' di tale impresa , pensando solo ad
esempio come sia difficile fare lezione ad una classe di studenti in una
aula informatica collegata ad Internet , la qual cosa di per se non risolve
il problema , se poi non ci sono adeguate forme di supporto ai processi di
apprendimento.
In tal senso credo molto al lavoro di gruppo ed al lavorare per obiettivi
con la classe , producendo anche materiali di sintesi fatti dai ragazzi per
i ragazzi.
L'applicazioni di criteri di apprendimento di "Learning by doing" possono
essere di grande stimolo in tal senso , cito ad esempio il concorso Mondiale
Thinkquest , che dal 1996 offre a ragazzi di tutto il mondo opportunita' di
"apprendere facendo" lavorando con altri ragazzi di tutto il mondo su
progetti educativi,
sotto l'assistenza ed il coodrinamento di Tutor esperti in nuove tecnologie.

Purtoppo questo anno in Italia anche tale strumento non potra' essere attivo
a causa della riduzione di fondi attuata dal Governo Americano nei confronti
di Advanced Org , organizzazione che da anni promuove nel mondo tale
iniziativa . Quindi mentre in altri paesei i Governi locali si sono attivati
per realizzare tali processi in modo autonomo , dal Ministero
dell'Innovazione Italiana , pur informato dell'opportunita' di creare un
Thinkquest Italia , non abbiamo avuto ancora alcuna risposta.

Ci sono comunque segnali a livello internazionale di ripresa del mondo
internet che in questo caso "Ricorda la Sua vera Storia" , cioe' internet ha
avuto il suo massimo sviluppo nel mondo Universitario e per scopi di Ricerca
Sviluppo , percio' dopo l'Ebrezza dell'E-Commerce e dell'E-Tutto , Speriamo
che ricordi la sua storia e venga applicato per la Conoscenza Multipla
Globale , che poi e' il suo scopo elettivo.

Essendo poi vissuto ed avendo lavorato prevalentemente nel mondo della
Scuola in questi ultimi venti anni, debbo riconoscere lo sforzo effettuato
da
gruppi isolati di Insegnati capaci e motivati nel voler utilizzare le nuove
Tecnologie , partendo da esperienze diverse , e pur essendo abbandonati a se
stessi , se non Osteggiati , hanno maturato grandi capacita' in tali settori
, con il sacrificio del proprio lavoro e senza alcun riconoscimento
ufficiale . (Qui ritorniamo al discorso dei Bollini e delle Banane).
Quindi attualmente i pochi riconoscimenti vengono dati non in base alle
reali capacita' acquisite con i propri sacrifici, ma magari all'insegnante
che ha acquisito "La Patente Europea" oppure ha fatto un corso di Formazione
di 50 ore ( Riconosciuto pero' Dal Ministero).

Speriamo che le cose cambino in meglio, Noi continueremo a provarci.
****************************************************************************
Riporto un interessante articolo da me tradotto in
italiano e tratto dalla rete.
****************************************************************************
Internet e Scuola

Riprendo da una comunicazione proveniente dagli Stati Uniti e mandata in
rete da Massarenti

Il Capo della Commissione Federale delle Comunicazioni ed il presidente
della NBS News e del network televisivo PBS, hanno proposto al Congresso di
utilizzare 18 Miliardi di Dollari ( circa 20 miliardi di Euro) ,
provenienti dall' asta delle frequenze radio, per finanziare la
digitalizzazione di materiale educativo.
Il principale obiettivo della proposta della loro ditta ,Digital Opportunity
Investiment Trust ( in sigla DO IT) , e' di mettere materiali provenienti
da Musei , università e biblioteche , sulla rete INTERNET.
In una intervista recente , tali amministratori , spiegano come tale evento
rivoluzionera' la formazione nella scuola di Base e nelle altre attività
formative.
Attualmente il governo Statunitense spende circa 2 Miliardi di dollari ogni
anno per collegare ogni classe ad Internet, ma non si spende praticamente
nulla per i contenuti. Cosi' quando ci si collega ad internet , il suo uso
per propositi scolastici e' praticamente estremamente limitato. Inoltre la
formazione degli insegnanti per utilizzare tali tecnologie e tale nuovo modo
di insegnare , e' praticamente inesistente .
Tratto da USA Today , autore Darnell Little
Riferimenti internet
http://biz.yahoo.com/bizwk/011208/z84e9yszp3yhcddzgaacsq_1.html
www.businessweek.com

Saluti
Giuseppe


Dott.Ing. Giuseppe Fortunati
______________________________________________________
Vice Presidente Associazione EGO-CREANET Telematic Network
05035 Narni (Tr) Italy

 

109

Subject:  la pubblicità online funziona

Fonte http://punto-informatico.com/p.asp?i=39003
Confermato, la pubblicità online funziona
Uno studio realizzato dallo IAB insieme a MSN, Advertising Research
Foundation e Unilever indica che per i marchi internet è più efficace degli
altri media Stampa
Segnala via email

11/02/02 - News - Milano - Ha il sapore di una rivendicazione il comunicato
stampa con cui MSN, Advertising Research Foundation, Interactive Advertising
Bureau e Unilever Home & Personal Care hanno comunicato i risultati di una
importante ricerca sull'efficacia delle inserzioni pubblicitarie online.

Opinioni e commenti
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Quel post di sotto l'ho gia` visto.. um.. spammer?
Confermato, la pubblicità ON-LINE STA AFFONDANDO.


Presentata a New York nei giorni scorsi, la ricerca si è avvalsa della
direzione di Rex Briggs, analista di Marketing Evolution. Per un anno ha
registrato i risultati di una "campagna mista" tra media tradizionali ed
internet. I dati dello studio "Across Media Research" sembrano indicare che
l'uso della rete ha un impatto deciso sui risultati delle campagne
promozionali.

Con il sostegno delle metodologie utilizzate dall'ARF e dalla IAB, Rex
Briggs ha esaminato il ruolo giocato da Internet nel mix pubblicitario
scelto per la promozione di un bene di largo consumo: il sapone Dove. I
risultati della campagna mista sono stati analizzati da Briggs insieme alla
società di ricerca Dynamic Logic. Ecco cosa ne è emerso:

- La ricerca evidenzia che i prodotti di largo consumo che aumentano la loro
presenza pubblicitaria online possono migliorare la brand awareness, la
percezione delle caratteristiche della marca e la propensione all'acquisto
di quel prodotto.

- L'aumento della frequenza della pubblicità online si traduce
nell'incremento della visibilità di un marchio. In particolare, l'aumento da
6 a 12 del numero di apparizioni online nell'arco di sei settimane ha
accresciuto del 42% l'efficacia complessiva del marchio Dove Nutrium Bar.

- Nelle operazioni di branding, la pubblicità televisiva, quella su stampa e
l'online sono egualmente efficaci; tuttavia la promozione online offre
generalmente un miglior rapporto prezzo/prestazioni in termini di incrementi
di branding partendo dal livello di precampagna.

Il risultato soddisfa le speranze di chi vuole aumentare gli investimenti
promozionali in rete, tanto che Jim Spaeth, presidente di Advertising
Research Foundation, ha affermato che "esistevano già numerose prove della
validità della pubblicità online, ma oggi per la prima volta è stato
possibile misurare l'incidenza del canale online rispetto alla stampa e alla
televisione. Il risultato di questo studio rappresenta una vera e propria
pietra miliare per l'intero settore pubblicitario".

 

110

Subject:  Fw: 100Links: GRAFICA IN RETE

----- Original Message -----
From: "100 Links al Mese"



>
> 3DMAX
> http://www.3dmax.it/
> Con l'avvento dei personal computer la grafica ha definitivamente
ingranato la marcia per la terza dimensione! All'interno di questo sito
trovano spazio molti suggerimenti e miniguide per creare degli splendidi
effetti tridimensionali con gli applicativi piu' famosi. Per chi e' dubbioso
sulla qualita' del lavoro complessivo si raccomanda uno sguardo alla
galleria!
>
> ADOBE ITALIA
> http://www.adobe.it/
> Il sito ufficiale italiano di una delle case produttrici piu' prestigiose
del mondo, che ha realizzato prodotti della fama di Photoshop, Premiere,
Acrobat Reader e molti altri. Nel sito trovano spazio numerose informazioni
sui software disponibili, e diverse versioni dimostrative che possono essere
provate gratuitamente sul proprio computer.
>
> AREA GRAPHYKA
> http://areagraphyka.scriptando.it/
> Problemi con Photoshop e altri programmi di grafica? Niente paura! Questo
bel sito da' la sensazione che qui si faccia veramente sul serio, grazie
alle numerose spiegazioni su come realizzare particolari effetti visivi, e
come impadronirsi di tutte le caratteristiche dei programmi: molto bello!
>
> CAD3000.IT
> http://www.cad3000.it/
> Una fonte preziosa di informazioni per chi di Cad se ne intende o vuole
imparare la magnifica arte dell'elaborazione grafica digitale. I contenuti
di grande interesse si alternano a splendide lavori realizzati dagli stessi
utenti del sito che desiderano far conoscere alla community il proprio
operato.
>
> CAD3D.IT
> http://www.cad3d.it/
> Questo fantastico sito e' una sorta di portale verticale dedicato alla
tecnologia Cad, il luogo ideale dove poter reperire informazioni, notizie e
software di qualita'. Garantisce l'interazione e lo scambio di informazioni
con i navigatori grazie ai numerosi forum disponibili.
>
> CADLANDIA
> http://www.cadlandia.com/
> "La terra del Cad" non e' piu' un miraggio per tutti gli utenti italiani
di questo rivoluzionario programma di grafica: dietro una veste grafica
molto pulita e ben organizzata, si trovano in quantita' abbondante guide e
consigli pratici per realizzare con "pochi" clic autentici capolavori
digitali!
>
> CORSO CAD
> http://www.professionearchitetto.it/corsocad/
> Ad ospitare uno dei piu' interessanti corsi sul Cad che si possano trovare
sulla Rete e' questo autorevole sito dedicato agli architetti: con la solita
professionalita' che ne contraddistingue tutti i contenuti, questo corso non
e' da meno grazie a delle semplici ma molto esaustive spiegazioni sul Cad.
>
> DISEGNO E GRAFICA
> http://www.disegnoegrafica.it/
> Questo sito si occupa di curare tutti gli aspetti di vari software per
realizzare grafica, dal Cad agli altri programmi della cosidetta grafica
digitale. La navigazione sul sito e' molto semplice ed efficace, e permette
di raggiungere subito cio' che si sta cercando.
>
> ESCOGITANDO
> http://www.escogitando.it/
> Escogitando e' un sito italiano dedicato a Fireworks di Macromedia, il
famoso editor di immagini per la creazione di pagine web. Imparare ad usare
il programma non e' mai stato cosi' semplice: grazie a delle guide molto
pratiche, e con l'aiuto degli altri appassionati che partecipano attivamente
al forum, in men che non si dica le proprie idee prenderanno forma!
>
> FLASH5.IT
> http://www.flash5.it/
> Pensato per diversi livelli di competenza (principiante, apprendista,
esperto), questo sito offre vari percorsi a seconda delle nozioni gia' in
possesso dell'utente. Validissimo sia per grafica che per contenuti, e' uno
dei punti di riferimento nel genere.
>
> GIMP
> http://gimp.linux.it/
> Anche nell'ambiente operativo targato Linux la grafica ed i programmi sono
qualitativamente molto evoluti, lo dimostra il celebre Gimp, un software
liberamente distribuibile adatto per il fotoritocco, la composizione e la
creazione di immagini. Un vero "must" per tutti gli utenti del pinguino.
>
> GRAFICA GATE
> http://www.graficagate.it/
> Ecco il portale italiano del graphic design, un importante punto di
ritrovo per chi con la grafica vuol fare sul serio, e da semplice passione
desidera imparare ancora di piu' grazie ai corsi su misura, e per chi
intravede un possibile lavoro nello stesso campo.
>
> GRAFICA GUIDAINLINEA
> http://www.guidainlinea.com/grafica.htm
> Basta una rapida occhiata all'elenco dei software trattati per innamorarsi
subito di questa pagina: divisa in mini-corsi per argomenti, risultera'
utile per chi si e' avvicinato da poco alla computer grafica ma vuole
partire subito in quarta, saltando tutte quelle introduzioni che possono
essere lette in un secondo momento...
>
> GRAFICA HTML.IT
> http://www.html.it/grafica.htm
> Direttamente dal sito capostipite per le risorse web, ecco una succosa
sezione dedicata ai software piu' diffusi per creare dei lavori ad hoc: qui
e' possibile trovare degli ottimi tutorials online, arricchiti da tante
immagini per imparare gradualmente le cose piu' semplici cosi' come gli
effetti piu' avvincenti.
>
> GRAFICA RISORSE.NET
> http://www.risorse.net/pulsanti/grafica.asp
> Fra le innumerevoli risorse presenti, quella riguardante Paint Shop Pro
merita sicuramente un'attenta lettura sia per tutti gli appassionati che lo
usano con fedelta' sia per chi, indeciso sull'utilizzo o meno, vuole avere
uno stabile punto da cui partire ed apprendere i fondamenti poco per volta.
>
> GRAFICHISSIMA
> http://www.grafichissima.it/
> Se ci fosse una citta' dedicata alla grafica, sicuramente il suo nome
sarebbe Grafichissima: gli argomenti disponibili sono moltissimi, ed
elencarli in poche righe e' impossibile. Specializzato sia in 2d che 3d,
dispone di eccellenti guide per i programmi piu' conosciuti.
>
> GRAFICI DENTRO
> http://www.graficidentro.com/
> Molto ben curato nella grafica (e non poteva essere diversamente), oltre
che discreto nei contenuti, offre news, guide e svariate risorse gratuite
che permetteranno di acquisire da subito una maggiore padronanza con i nuovi
"ferri del mestiere".
>
> GRAFOPOLI
> http://www.grafopoli.com/
> Grafopoli e' un modo per dare a tutti coloro che si interessano e ancora
si entusiasmano di grafica (appassionati, studenti o professionisti che
siano) uno spazio libero di discussione, scambio di idee, di notizie ed
esperienze: una comunita' di grafici che lavorano per diffondere le
conoscenze acquisite nel settore.
>
> MANUALE AUTOCAD
> http://www.magicnet.it/manuali/autocad/
> Un manuale che introduce all'utilizzo di AutoCad descrivendone tutti i
menu, utile per scoprire funzioni e modalita' d'utilizzo. Particolarmente
gradevole la grafica, che ha anche il pregio di rendere estremamente agevole
la consultazione. Ottimo per chi e' agli inizi.
>
> PSD.IT
> http://www.psd.it/
> Non esiste grafico al mondo che non abbia mai sentito parlare di
Photoshop; e' un vero piacere scoprire come questo potentissimo programma di
grafica possa creare praticamente tutto cio' che ci passa per la testa:
ancor piu' facile sara' se seguiti passo dopo passo da un sito di grande
qualita' come questo!
>
> RISORSE FLASH
> http://www.risorseflash.it/
> "La risorsa italiana per Macromedia Flash", un vasto sito che guida
l'utente attraverso il mondo Flash con spiegazioni, corsi, recensioni,
manuali. Discreto graficamente, trova nei contenuti il proprio punto di
forza; presente anche un forum dove scambiare opinioni e suggerimenti.
>
> RISORSEGRAFICHE.NET
> http://www.risorsegrafiche.net/
> Uno dei piu' preziosi punti di riferimento che la Rete italiana mette a
disposizione di tutti i fans della grafica: una massiccia dose di tutorials
gratuiti sono l'ideale per diventare da subito i protagonisti di questo
ricco mondo fatto di colore e fantasia.
>
> TEAMPHOTOSHOP.COM
> http://www.teamphotoshop.com/
> Uno splendido sito in inglese su Photoshop: piacevolmente ricco di
contenuti e presentato con una grafica sobria e al passo con le tecnologie,
offre a tutti gli appassionati un grande numero di tutorials e le piu'
recenti news (come gli aggiornamenti e plug-in del programma) per migliorare
la qualita' delle proprie creazioni.
>
> VIETATOVIETARE
> http://www.vietatovietare.com/
> Un sito italiano di sicuro interesse che permette di assistere alle
potenzialita' degli applicativi targati Adobe, che da anni sono al vertice
nella loro categoria, graditi dai professionisti e anche dagli amanti del
fai-da-te: bellissimo dal punto di vista grafico, praticamente nulli i
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113

Subject:  la Rete non è morta...

L'INTERVISTA a Renato Soru, il fondatore di Tiscali, apparsa sul Corriere
della sera di oggi
ag

La Rete non è morta,cresce ancora a ritmo sostenuto e nei prossimi anni
sarà usata più dei
telefonini

«E' condannato alla retrocessione chi resta fuori da Internet»


ROMA - Internet è vivo e lotta insieme a noi. E rimanerne fuori equivale a
condannarsi alla marginalità. Renato Soru fondatore e anima di Tiscali non
molla. E' convinto che nei prossimi anni gli italiani useranno la Rete
almeno quanto oggi utilizzano il telefonino. Nel frattempo la sua società,
Tiscali, è diventata leader europea delle Internet communication company e
nell'ultimo trimestre del 2001 per la prima volta dopo lo start up viaggia
in prossimità del pareggio dei conti. «Internet non è morto - sostiene
Soru -. Anzi cresce ancora a ritmo sostenuto. In Europa l'incremento degli
utenti è attorno al 20% e in Italia il ritmo è anche più veloce: il 25%. L'
utilizzo della Rete è entrato nella vita di tutti i giorni e per molti oggi
un guasto di Internet è un'eventualità più temuta di un blackout dei
cellulari». Internet viene però da una stagione difficile e sembra entrato
in un cono d'ombra.
«Quella che ha fallito è stata la finanza di Internet, non l'industria. Del
resto era difficile che storie di ventenni che diventano miliardari non
sollecitassero la fantasia e producessero qualche eccesso. Ma il successo o
la morte della Rete va decretato in base a un altro criterio: nella vita di
tutti i giorni Internet avanza o no? Ebbene l'utilizzo medio è passato in
Italia da 7 a 25 minuti e su Tiscali viaggiano ogni giorno 25 milioni di
email».
Gli esperti dicono che anche l'industria ha perso. Non ha saputo inventare
un modello di business che valorizzasse le potenzialità della Rete e fosse
remunerativo.
«Indubbiamente si fa fatica ma oggi qualcosa di più sappiamo di questo
business e prima o poi individueremo anche il modello vincente. Del resto
nessun grande cambiamento tecnologico è partito da subito con il piede
giusto. Il telefono all'inizio era venduto come uno strumento per
distribuire la musica online. La radio sembrava dovesse servire solo a
comunicare da un punto all'altro e il magnetofono all'inizio era acquistato
solo per dettare lettere e comunicati alle segretarie. Lo chiamavano
dittafono».
Che errori si sono fatti questa volta?
«Solo due anni fa pensavamo di reinventare tutto. Il giornalismo, le banche,
le agenzie di viaggio, le case discografiche. Invece non c'è nulla da
reinventare ma la Rete è solo un grande canale distributivo, un supermarket
collocato al centro del villaggio globale. La conseguenza è che non dobbiamo
fare la guerra ai nostri partner, editori o istituti di credito che siano,
ma vedere cosa si può fare assieme».
Ma il mito di Internet gratuito va in soffitta?
«La gratuità è importante. E' la versione moderna dell'economia del dono.
Persino il piano Marshall è partito come dono e poi ha saputo creare stimoli
all'economia. Lo stesso può valere per la Rete che deve servire innanzitutto
ad allargare la partecipazione e non a spaccare la società».
A Porto Alegre il direttore de «Le Monde Diplomatique» Ignacio Ramonet ha
denunciato il rischio che nascano due Internet, uno di serie A e uno di
serie B.
«Esiste già un mondo di serie A e uno di serie B! Ci sono auto delle due
categorie come ristoranti e alberghi. Tutto purtroppo è di serie A e serie
B. La Rete invece è per sua natura democratica, non esisterà mai un bip di
una categoria superiore e uno inferiore. La vera retrocessione è rimanere
fuori da Internet. Poi è evidente che ci saranno alcuni servizi
professionali a pagamento ma si tratta di una minoranza di contenuti
rispetto alla mole delle cose che ci sono sulla Rete. L'importante è che l'
accesso e il consumo restino a costi bassissimi, come in Italia dove è stato
possibile grazie a un mercato totalmente liberalizzato».
Lo sviluppo dell'utenza Internet chiama in causa la larga banda e le
politiche governative per incentivarla.
«In Italia l'Adsl cresce meno di quanto ci aspettassimo, in Spagna invece
sta andando molto meglio. Cinquanta euro per l'Internet a banda larga è
troppo per molte famiglie, ma non per questo penso che il governo debba
concedere degli incentivi».
L'intervento pubblico deve essere finalizzato a evitare il dumping.
«Non c'è Paese nel quale le vecchie Telecom monopoliste non approfittino
della loro posizione dominante. Si inizia con contratti sottocosto e poi una
volta reso impossibile l'arrivo di nuovi operatori si adottano vecchi
comportamenti».
E gli incentivi?
«Ho visto cosa hanno prodotto in Sardegna gli incentivi! Fortunatamente
Tiscali è nata e cresciuta senza aiuti. Meglio che il governo concentri la
propria azione promuovendo infrastrutture per tutto il Paese senza tagliare
fuori il Sud».
Che prospettive ha invece l'Umts, la telefonia cellulare di nuova
generazione? Le previsioni non sono rosee.
«Dall'Umts sono uscito. Non ce lo potevamo permettere. Ma l'Umts è stato
penalizzato dai costi delle licenze che gli sono stati imposti in Europa. Si
sono tolte risorse a un settore che stava contendendo con successo il
primato tecnologico agli Stati Uniti e sono state penalizzate Ericsson,
Nokia e tutti gli operatori di rete. E' stato uno sbaglio di politica
industriale tanto che alcuni Paesi stanno rinegoziando quegli accordi per
alleggerirne il peso».
Come imprenditore che giudizio dà del governo Berlusconi?
«Forse sbaglio, ma sono concentrato sulla mia impresa che è prima in Europa
e fa solo il 18% del suo fatturato in Italia. Comunque non penso che un
imprenditore oggi sia particolarmente avvantaggiato o penalizzato dal cambio
di maggioranza. Quanto a me sono contento di fare impresa da Cagliari».

Dario Di Vico

 

115

Subject:  Nell'accesso l'economia del domani

Fonte: http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/prov/010409rifkin.asp
Nell'accesso l'economia del domani
L'economista Jeremy Rifkin :"La Rete sta rimpiazzando i mercati ma la new
economy non dà il ritorno economico sperato perché si usano le nuove
tecnologie con i criteri della vecchia economia di mercato"

Perché l'e-commerce e la globalizzazione aprirebbero le porte ad un'era
economica nuova e diversa rispetto al paradigma capitalistico?

Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo sistema economico che opera con
modalità diverse dal capitalismo di mercato, perché abbiamo tecnologie
velocissime e con una forte capacità di collegamento, mentre quello vecchio
usa il mercato come luogo di scambi. In genere entrano a far parte dei
mercati venditori e compratori che si scambiano beni e servizi secondo un
ritmo ben scandito in cui si concludono e ripartono transazioni, si
ricominciano e si concludono di nuovo.

Le nuove tecnologie, invece, permettono uno scambio continuo, ventiquattro
ore al giorno per sette giorni alla settimana. Questo vuol dire che nella
new economy i mercati non riescono a competere con la velocità e il potere
di collegamento delle nuove tecnologie.

Non abbiamo ancora un ritorno economico perché abbiamo molto investito nelle
nuove tecnologie ma le continuiamo ad usare con i criteri della vecchia
economia di mercato.

Cosa sostiene nel suo libro 'L'era dell'accesso'?

Sostengo che i vecchi mercati vengono rimpiazzati dai network, e venditori e
compratori da fornitori e utenti. In più, nella Rete i fornitori non
vendono, ma mantengono la proprietà delle cose così che l'utente accede a
ciò che vuole in modo non fisso e solamente per un certo periodo di tempo.
Si fanno abbonamenti, sottoscrizioni, leasing e si danno acconti solo
temporaneamente, così da poter mantenere un flusso costante di attività.

Altro motivo alla base della sostituzione dei mercati tradizionali è che in
questi si guadagna anche a margine di una transazione di vendita, mentre le
nuove tecnologie sono così veloci nei collegamenti da ridurre quasi a zero i
costi delle transazioni. Ecco allora che, per esempio, si scarica musica da
tutto il mondo senza costi, ma neanche senza guadagni sul volume di
profitto.

Nei network si è dunque costretti ad uscire dagli scambi e ad accedere
all'uso temporaneo. In futuro si potrà accedere a tutto con abbonamenti e
sottoscrizioni, leasing e acconti, come avviene già da tempo con le auto.
Oggi negli USA un terzo di macchine e furgoni viene dato in leasing. In
pratica si paga per guidare la macchina. Proprietarie dell'auto restano le
aziende automobilistiche e noi vi accediamo tramite noleggi e leasing. Ma
questo accadrà con tutti gli altri beni.

Le grandi dimensioni della Rete condizionano questa situazione?

I vantaggi saranno enormi, ma si pongono anche grossi problemi. I network
concentrano molto il loro potere, in un modo ancora più pericoloso che nei
mercati tradizionali, e le nuove tecnologie permettono alle aziende di
creare un rapporto diretto tra di loro o col cliente, cosa che viene
chiamata B2B (business verso business) o B2C (business verso il cliente).

Con le nuove tecnologie le aziende possono ora creare vaste reti commerciali
fatte di fornitori, aziende precedentemente concorrenti ed utenti finali. Si
pensi solo alla concentrazione di potere in queste immense reti globali,
dove le tecnologie permettono a tutti di collegarsi tra loro: per chi sta
nella Rete è un bene, mentre è un serio guaio per chi ne è escluso.

Presto si dovrà creare una nuova legislazione che si occupi dei monopoli sui
network. Le leggi antitrust sono nate per proteggere i mercati, ma i network
stanno appunto sostituendosi ai mercati. Quindi dovremo mettere in piedi
tutto un nuovo corpo di leggi che facciano sopravvivere i network buoni e
che impediscano la formazione di quelli ad alta concentrazione di potere.

I piccoli cambiamenti della tecnologia provocano grandi cambiamenti per
l'umanità?

Ritengo di si. Le trasformazioni tecnologiche avvenute tra il '400 e il
'700 - le nuove tecniche agricole, il compasso, la stampa, l'orologio
meccanico e l'energia a vapore - hanno tutte considerevolmente aumentato il
ritmo e l'andamento della vita commerciale.

La vecchia economia feudale è quindi risultata troppo lenta ed è andata
distrutta, lasciando il posto al mercato delle proprietà e mutando
profondamente il nostro pensiero su natura umana, politica e governo, sul
contratto sociale, sul modo di vivere. Adesso stiamo assistendo al
cambiamento delle nuove tecnologie che ci stanno facendo passare dal mercato
come luogo di scambio delle proprietà, all'accesso ai rapporti dei network.
Questo cambiamento sarà tumultuoso e insidioso come la nascita del
capitalismo di mercato. Anche noi dovremo ripensare la natura umana, il
patto sociale, la politica, la convivenza nel mondo.

Previsioni per il futuro dell'umanità?

La tecnologia è molto più avanti di noi nella misura in cui ha il potere di
creare innanzitutto un sistema economico che si muova all'unisono con lei.
Si dovranno sviluppare inoltre i modi sociali e culturali per usarla, di
modo che sia un complemento della nostra vita e non un sostituto. Potremmo
trovarci sulla soglia di un nuovo rinascimento o di un periodo buio di
sconvologimento sociale. Mi chiedo se saremo in grado di creare tutti i
presupposti per rendere questo nuovo sistema economico un salto in avanti.

 

118

Subject:  Il collaborative learning in Rete

articolo lunghetto ma molto utile...
antonio gentile

13 Febbraio 2002 -
http://www.apogeonline.com/webzine/2002/02/13/01/200202130102


Lavorare in gruppi (virtuali) per creare conoscenza
di Paola Corti


Il collaborative learning in Rete

La nostra vita quotidiana nel mondo reale ci mette a confronto ogni giorno
con situazioni d'interazione con gli altri. Siamo esseri relazionali,
viviamo continuamente in situazioni d'interdipendenza reciproca con chi ci
sta intorno. A partire da quando andiamo a scuola, per continuare nel mondo
del lavoro, la nostra attività quotidiana è costellata da scambi verbali e
non con le persone che ci circondano. È importante, quindi, che la scuola ci
prepari ad affrontare le attività collaborative in modo positivo e
produttivo, aperto, soprattutto, alla condivisione del sapere.
Non è nascondendosi dietro un atteggiamento competitivo che si riesce a
crescere: il confronto e la condivisione delle conoscenze sono molto più
efficaci nella creazione di nuovi saperi. L'interdipendenza deve essere
quindi positiva, solo così in un gruppo di studio o di lavoro ha senso
parlare di collaborazione e solo in questo contesto il successo del singolo
viene a riconfigurarsi come il successo del gruppo intero.
Il collaborative learning nasce proprio come la condivisione di opinioni e
saperi; esso tende ad una "rielaborazione" di contenuti che aiuti a
ricollocare le differenze. Come riesce ad ottenere questo risultato?
Rendendole, da un lato, meno in contrasto l'una con l'altra e, dall'altro,
compresenti in una soluzione finale che ne mantenga l'identità senza
rinunciare ad un risultato comune, rimodellato a partire dalle molte
proposte iniziali.
Un gruppo collaborativo nasce da un progetto comune e da un insieme
eterogeneo di persone, disposte ad acquisire le competenze necessarie per
portare a termine un progetto. Ognuna di queste persone avrà il proprio
stile di apprendimento, cioè un proprio modo di apprendere, ma lavorare con
altre persone che hanno stili di apprendimento diversi dal proprio può
costituire un ottimo terreno di confronto e di affinamento delle proprie
attitudini. "Tutti imparano da tutti come si impara", oltre che essere
coinvolti in un progetto comune. Ma tutti imparano anche a prendersi le
proprie responsabilità sia nei confronti degli altri che nei confronti del
gruppo in sé in funzione del progetto: non c'è successo personale senza il
successo dell'intero gruppo, non c'è insuccesso personale senza l'insuccesso
dell'intero gruppo. Il singolo scompare, dal punto di vista del risultato
finale, mentre diventa parte integrante di un "corpo collettivo" all'interno
del quale riacquista la propria identità (con la propria opinione, la
propria operatività, il proprio contributo al risultato del gruppo).
Vediamo quali sono, più nel dettaglio, le caratteristiche dell'apprendimento
collaborativo, per poi scendere nel dettaglio relativamente
all'apprendimento collaborativo online.
"Il lavoro collaborativo è un processo aperto all'interno del quale un
obiettivo specifico viene perseguito con metodi e regole non predefiniti, ma
negoziati fra i membri del gruppo"(1)
Gli studenti sono responsabili dell'apprendimento dei compagni così come del
proprio. Il senso di responsabilità nei confronti del gruppo e la spinta ad
imparare in modo attivo sono peculiarità che rendono l'apprendimento
collaborativo una metodologia perfettamente adatta per la formazione degli
adulti, sia in alcuni ambiti aziendali che in contesti strettamente
didattici. L'attività più formativa è certamente legata al tentativo di
riconciliare diversi punti di vista per arrivare ad una soluzione a
denominator comune.
Come ci insegna Kaye, ecco i tre elementi principali della metodologia del
collaborative learning:
Interdipendenza tra i membri del gruppo: "Perché ci sia un'efficace
collaborazione e cooperazione, ci dev'essere una reale interdipendenza tra i
membri di un gruppo nella realizzazione di un compito, un impegno nel mutuo
aiuto, un senso di responsabilità per il gruppo ed i suoi obiettivi e deve
essere posta attenzione alle abilità sociali e interpersonali nello sviluppo
dei processi di gruppo."(2)
Condivisione di compiti e gestione del processo di gruppo: "collaborare
(co-lavorare) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di
compiti. (...) In un contesto educativo, il successo dell'apprendimento
collaborativo dipende da un certo numero di fattori importanti, non ultimo
dei quali è la struttura dentro cui i processi di gruppo hanno luogo e il
modo in cui questi vengono gestiti. Il ruolo del tutore come facilitatore e
organizzatore è cruciale."(3)
Finalità di costruire qualcosa di nuovo: "collaborare (...) implica (...)
una esplicita intenzione di 'aggiungere valore' - per creare qualcosa di
nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e
strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o
esecuzione di istruzioni."(4)
Il collaborative learning, dunque, secondo Kaye, è "un apprendimento
individuale come risultato di un processo di gruppo."(5)
L'individuo impara interagendo con tre ambiti principali: se stesso,
l'ambiente (fisico o virtuale) esterno e il contesto sociale. Questi tre
elementi sono in diversa misura sempre presenti nell'interazione. In ogni
situazione di apprendimento però ciascuno può prevalere sugli altri.
Per l'apprendimento che avviene nell'ambito individuale si intende quella
situazione in cui prevalgono la riflessione, la creatività e la fantasia del
singolo.
Nel caso dell'apprendimento strettamente in relazione con l'ambiente esterno
giocano una parte preponderante i sensi e le percezioni del singolo.
L'interazione con le altre persone è invece prevalente in
quell'apprendimento che è principalmente frutto del contesto sociale. Può
avvenire in modi diversi:
Imparare per mezzo di altri: un soggetto ha l'esplicito obiettivo di far
apprendere qualcosa a terzi. Due sono i flussi di informazione coinvolti:
uno che va da chi insegna a chi apprende e l'altro in senso contrario. Il
primo ha l'obiettivo di stimolare l'apprendimento, il secondo è il feedback
del ricevente.
Imparare dagli altri: un individuo si appropria di alcune conoscenze in un
processo non intenzionalmente predisposto per indurre apprendimento. La
comunicazione qui è monodirezionale perché manca il feedback esplicito sul
livello di apprendimento che è stato raggiunto. È il caso del collega di
lavoro parco nelle sue istruzioni che va osservato per carpirne le
conoscenze perché non le spiegherà mai direttamente.
Imparare con gli altri: è il caso del lavoro del gruppo. Qualunque sia il
grado di collaborazione che si stabilisce tra i partecipanti - cioè
ripartizione o divisione dei compiti - rileviamo una coincidenza tra
quest'ultima modalità di apprendimento nel contesto sociale e ciò che sinora
abbiamo definito apprendimento collaborativo.
La metodologia che sottende agli sforzi che si stanno compiendo nell'ambito
del collaborative learning, soprattutto online, quindi in gruppi virtuali,
vede due protagonisti principali.
Il metodo Jigsaw: introdotto da Aronson nel 1978 ed oggi utilizzato nella
"Community of Learners", è un metodo per l'apprendimento collaborativo. È
organizzato in un ciclo di ricerca di circa dieci settimane che prevede
cinque fasi.
Attraverso un brain-storming gli studenti scelgono un argomento che
giudicano interessante e che desiderano sviluppare. Il tema scelto deve
essere piuttosto ampio in modo da permettere uno sviluppo a diversi livelli.
L'argomento scelto viene scomposto in cinque sotto-argomenti.
Gli studenti si dividono in cinque gruppi ciascuno dei quali sceglie di
occuparsi di un sotto-argomento.
Dalla scomposizione dei precedenti gruppi si formano altri cinque nuovi
gruppi in modo tale che in ciascuno ci sia un esperto per ogni
sotto-argomento.
In ogni gruppo ciascuno studente ha il compito di spiegare ai compagni la
parte di materiale di cui è esperto e verificarne l'apprendimento da parte
dei compagni. Al termine ciascun studente viene valutato sulla conoscenza e
sulla comprensione di tutto il materiale.
Il "Reciprocal Teaching": è un metodo ampiamente utilizzato per potenziare
le abilità di lettura e comprensione del testo in studenti con problemi. Vi
fanno ricorso diverse attività condotte online. Una sessione di Reciprocal
Teaching prevede la costituzione di gruppi di lettura formati all'incirca da
sei utenti ciascuno dei quali è chiamato, a turno, ad essere leader. In
questo ruolo l'utente ha il compito di leggere, stimolare e sostenere la
discussione tra i partecipanti. I compiti che devono essere assolti in un
gruppo di questo tipo e condotti dal leader sono quattro:
riassumere
fare domande
chiarire
predire (l'obiettivo di quest'ultima attività è stimolare gli utenti ad
immaginare come potrebbe proseguire il brano. Per verificare le proprie
previsioni gli studenti sono infine invitati a continuare la lettura).
Questa strategia permette di approfondire un particolare ambito di
conoscenza, oltre a stimolare la riflessione su determinati contenuti.


L'apprendimento collaborativo attraverso il computer

Il Computer Supported Collaborative Learning (CSCL) è una metodologia
didattica che ha l'obiettivo di promuovere l'apprendimento collaborativo,
avvalendosi del supporto dell'informatica e della telematica. La ricerca nel
campo del CSCL, anche se orientata all'applicazione in ambito didattico, si
avvale dell'esperienza teorica e tecnologica accumulata dal Computer
Supported Collaborative Work. Il CSCW è una metodologia di lavoro
collaborativo, già sperimentata con successo nelle aziende, basata sul
principio che le reti di computer possano essere usate per agevolare,
aumentare ed anche per ridefinire le interazioni tra i membri di un gruppo
di lavoro. Esempi illustri di software dedicati al CSCW sono sicuramente
First Class e BSCW.
Un modello pedagogico che può essere adottato in una situazione di CSCL a
distanza è quello definito "problem oriented". Gli studenti costituiscono
una comunità indivisibile durante il processo collaborativo mentre
analizzano un fenomeno, che per sua stessa natura è legato a situazioni
contingenti e a condizionamenti sociali. Contrariamente ad una situazione di
apprendimento di tipo trasmissivo (il docente trasmette dei contenuti alla
platea di discenti), l'idea è di utilizzare un'applicazione informatica per:
distribuire materiale
distinguere i contributi individuali
mediare l'interazione tra gli studenti
ottenere un lavoro completato in modo cooperativo
L'apprendimento è organizzato come un progetto di lavoro cooperativo in cui
deve esistere un problema che gli studenti ritengano stimolante comprendere
e approfondire. L'analisi del problema viene condotta da individui che sono
interdipendenti nel loro lavoro e che si avvalgono del supporto del
computer. Alla base del CSCL a distanza si viene quindi a creare una
relazione dialettica: l'applicazione informatica è il veicolo con cui
viaggia la rete di relazioni umane coinvolte dall'apprendimento
collaborativo.
Le applicazioni informatiche hanno ruoli differenti a seconda delle
situazioni. In alcuni casi hanno il ruolo di mediare tra gli individui che
collaborano, in altri di mediare tra l'individuo e il proprio lavoro. In
questo contesto quindi il computer viene proposto come mezzo per la
trasmissione dell'informazione, ma soprattutto come mezzo per le interazioni
tra pari e per lo sviluppo del lavoro individuale.
In situazioni di collaborazione supportata dal computer, si assiste allo
svilupparsi di un apprendimento attivo da parte dello studente. Lavorare con
strumenti informatici da soli o ancor più in gruppo è un'azione più sotto il
controllo dello studente che del formatore. L'introduzione dei computer
consente di raggiungere l'obiettivo di portare l'apprendimento da un
processo di semplice assimilazione ad un processo di costruzione attiva.
Infatti il lavoro collaborativo supportato dal computer si basa in larga
parte sui processi di costruzione mentale dello studente, quindi da lui
controllati, e il parte minore sui processi di appropriazione sociale del
significato, quindi controllati dal gruppo nel suo complesso.
Quali sono i principali requisiti che deve avere un software per CSCL?
Supportare al meglio la comunicazione.
a) Il contenuto e il contesto dell'informazione devono sempre essere resi
disponibili (testo, immagini, voce o uno di questi).
b) Il mezzo deve essere in grado di coprire tutte le necessità di
comunicazione del gruppo.
c) L'informazione deve essere gestibile in modo personalizzato. Può essere
diretta agli individui, ai gruppi o a liste di individui e deve poter essere
privata o pubblica, a seconda delle esigenze di chi gestisce l'intervento
formativo.
Permettere un'adeguata organizzazione degli ambienti, delle attività e dei
contenuti.
a) Deve essere garantita la possibilità di lavorare ad un certo livello di
cooperazione, sia per discussioni formali di gruppo che per dibattiti
informali.
b) Deve esserci la possibilità di organizzare il gruppo in modo elastico,
per supplire alle diverse esigenze operative.
c) Il sistema deve poter essere modificato in base alle dinamiche di
coesione scelte dal gruppo.
Sempre Kaye individua tre classi di tecnologie:
1) Sistemi di comunicazione: si tratta di groupware che permettono la
comunicazione tra persone o gruppi distanti e quindi lo svolgimento di
attività collaborative.
2) Sistemi per la condivisione di risorse.
3) Sistemi di supporto ai processi di gruppo: questa categoria indicava
inizialmente software sviluppati per il CSCW in ambienti aziendali. "Questi
includono strumenti per la gestione di progetti, diari e calendari condivisi
con possibilità di segreteria automatica, strumenti per generare e stabilire
priorità tra le idee, strumenti per strutturare specifici tipi di formati di
discussione, browser per aiutare gli utenti a navigare all'interno di
ambienti virtuali complessi."(6)
In ambienti didattici, è da ricordare anche la funzione di supportare i
diversi ruoli che si possono identificare in un gruppo offrendo accesso
differenziato alle risorse, agli strumenti e alle attività: la figura del
docente deve poter accedere ad aree di lavoro che possono richiedere
l'esclusione degli studenti, viceversa possono esserci ambienti di
discussione tra studenti che, esclusi ai docenti, permettono un più libero
scambio di opinioni anche sul corso stesso.
Il collaborative learning è una metodologia che può essere estremamente
produttiva ed efficace se e solo se viene gestita con accuratezza e
professionalità; in assenza di particolari obiettivi formativi essa può
essere totalmente inutile: se ad esempio il corso che si intende proporre
riguarda l'acquisizione di competenze che non comprendono, ad esempio, la
capacità di lavorare in gruppo e l' abilità di mediare per raggiungere un
risultato "comunitario", allora le strategie da adottare nella progettazione
sono completamente diverse. Gli oggetti d'apprendimento di un corso devono
guidare la progettazione, le scelte metodologiche sono sempre conseguenti
agli obiettivi formativi e al target cui il corso è diretto. Il
collaborative learning è una strategia che si adatta perfettamente ad alcuni
obiettivi formativi, ma sarebbe controproducente utilizzarla per altri.
Compito dell'instructional designer è dunque primariamente quello di
individuare, per ogni corso che progetta, la metodologia didattica adeguata.


Note

1 S. Manca, G. Trentin, Desktop Conferencing e Didattica Collaborativa, in
Trentin, Didattica in rete. Internet, telematica e cooperazione educativa,
Garamond, Roma, 1996
2 A. Kaye, L'apprendimento collaborativo basato sul computer, in "Tecnologie
Didattiche", N.4, Autunno 1994, pag.11
3 Idem
4 Idem
5 Idem
6 A. Kaye, op. cit.

 

 

122

Subject:  I dieci obiettivi del ministro Stanca

fonte : http://punto-informatico.com/p.asp?i=39065
ag

I dieci obiettivi del ministro Stanca
Il titolare del dicastero all'Innovazione ieri pomeriggio ha presentato il
proprio piano per innovare l'Italia. Dieci i nodi centrali


14/02/02 - News - Roma - Sono dieci i punti focali dell'azione del ministero
all'Innovazione di Lucio Stanca: li ha illustrati ieri pomeriggio in
occasione della riunione del Comitato interministeriale per la società
dell'informazione lo stesso ministro.



Si tratta di linee di azione che, secondo Stanca, "entro fine legislatura,
porteranno alla modernizzazione del Paese attraverso un nuovo modello di
Stato digitalizzato".

Questi i dieci obiettivi di legislatura individuati da Stanca:

1. Fornitura on line di tutti i servizi prioritari;
2. Emissione di 30 milioni di Carte d'Identità elettroniche;
3. Diffusione (entro il 2003) di un milione di firme digitali;
4. Approvvigionamento tramite e-procurement di beni e servizi della Pubblica
Amministrazione per il 50% della spesa;
5. Totalità delle comunicazioni interne alla PA tramite posta elettronica;
6. Gestione on line di tutti gli impegni e mandati di pagamento;
7. Alfabetizzazione certificata di tutti i dipendenti pubblici eleggibili;
8. Erogazione tramite e-learning di 1/3 della formazione dei dipendenti
pubblici;
9. Accesso on line all'iter delle pratiche in 2/3 degli uffici della PA;
10. Sistema per valutare la soddisfazione del "cliente" in tutti gli uffici
che erogano servizi.

Stanca ha insistito ieri sulle iniziative già in atto, in particolare
relativamente allo sviluppo della banda larga, a quello del telelavoro e
della patente informatica...

"Grazie a queste iniziative - ha poi commentato - modernizzeremo l'Italia
attraverso un uso diffuso delle nuove tecnologie sia nel pubblico che nel
privato. Sarà inoltre favorita la competitività del sistema Paese
accelerando lo sviluppo dell'economia della rete per realizzare una Società
dell'Informazione che migliori la qualità della vita e prevenga esclusioni
di natura sociale o economica".

 

128

Subject:  Fw: [edscuola] CATALOGO ON LINE DEL PATRIMONIO LIBRARIO

da altra lista
antonio gentile

----- Original Message -----
From: "edscuola" <edscuola@edscuola.com>

Subject: [edscuola] CATALOGO ON LINE DEL PATRIMONIO LIBRARIO


>
> Rassegna Stampa di Educazione&Scuola
> http://www.edscuola.it/stampa.html
>
> da La Stampa
> Mercoledì, 20 Febbraio 2002
>
> CATALOGO ON LINE DEL PATRIMONIO LIBRARIO
> Vai in biblioteca? No, clicco sul web
>
> ROMA - ARRIVA una legge sul libro e in generale sulla promozione della
> cultura italiana all´estero: il sottosegretario delegato ai beni librari
> Nicola Bono l´ha annunciata ieri alla «giornata della comunicazione sulle
> biblioteche e sulle iniziative per la promozione del libro» organizzata
dal
> ministero della cultura. Se, come ci promette, arriverà in commissione,
sarà
> la prima volta nella storia della Repubblica: fin´ora se n´è sempre
parlato,
> gli editori l´hanno chiesta a gran voce, ma non si è andati oltre le norme
> sugli sconti praticabili nelle librerie. L´idea questa volta è di
> costituire, ci dice il sottosegretario, «una società per azioni che abbia
> l´incarico di coordinare soggetti istituzionali e privati, insomma un
> soggetto unico che si occupi della promozione nel mondo». Una legge che
> guarda all´estero. «La presenteremo presto, non appena concordate le
> coperture finanziarie, ma è già elaborata». La notizia è venuta fuori, un
> po´ imprevista, in un contesto dedicato a un tema vicino, ma diverso. Di
> scena ieri erano le biblioteche, punto dolente nel sistema-libro in
Italia.
> A questo proposito ci sono buone notizie: ora si potrà fare una qualsiasi
> ricerca bibliografica da casa propria attraverso il computer potendo
contare
> su una rete di 1400 biblioteche, a partire dalla 46 nazionali per arrivare
a
> tutte le altre. Lo sforzo, che va avanti da tempo, ha raggiunto un
traguardo
> importante. Non tutto il materiale di queste biblioteche è ancora in
linea,
> ma è ormai disponibile globalmente il 20 per cento del patrimonio librario
> nazionale. Sembra poco, non lo è. Il «catalogo unico» on-line (
> http://www.sbn.it ) è in grado di fornire 6 milioni di documenti trattando
> oltre 2 milioni di dati l'anno. Nel Servizio bibliotecario si possono
> consultare banche dati relative al materiale librario antico (fino al
1830)
> e moderno, ai periodici, a documenti musicali manoscritti e a stampa e a
> libretti per musica dal ? in poi. La trasformazione delle biblioteche «da
> luoghi dove si conservano i libri a luoghi di diffusione e comunicazione»,
> sono parole del ministro Urbani, va avanti. In quest´ottica, il ministro
ha
> presentato anche il CD rom «L.I.S.A., Lingua Italiana per Stranieri:
Arte»,
> un corso multimediale di lingua italiana per stranieri che usa l'arte come
> strumento per insegnare. La coincidenza è significativa: una ricerca
> sull´italiano oltre frontiera voluta dal ministero egli esteri e
coordinata
> da Tullio De Mauro (verrà presentata a Roma domani) dimostra che
l´interesse
> artistico è uno dei motori principali che avvicinano gli stranieri alla
> nostra lingua negli Istituti di cultura. Fra i progetti del ministero per
la
> cultura andati in porto c´è anche il portale delle Biblioteche statali (
> http://www.superdante.it ) e il programma «Rinascimento», che permette di
> leggere testi classici semicancellati o «sovrascritti» grazie all´uso dei
> raggi X. Non è grazie a questa raffinatezza, i motivi sono certo più terra
> terra (come la possibilità di consultare Internet gratis, o quella di
avere
> un posto tranquillo per studiare), però il pubblico delle biblioteche
> italiane, dicono al ministero, è aumentato negli ultimi anni, e nel 2001 è
> salito del 10 per cento. Tutto bene, dunque? All´Aie, l´Associazione degli
> editori che segue molto da vicino tutto quanto riguarda il mondo del
libro,
> ricordano però che l´Sbn è ottimo e tuttavia il problema delle biblioteche
> rimane grave. Il problema non riguarda direttamente il ministero (che
> controlla solo le 46 nazionali), però il sistema continua a far acqua.
> Soprattutto - come ci ricorda Laura Novati - resta il «buco» di quelle
> scolastiche: che semplicemente non esistono. O non possono funzionare per
> mancanza di fondi, di personale, e anche di volontà. Dopo le biblioteche
di
> «pubblica lettura», grande traino per la lettura infantile, con la scuola
> dell´obbligo si apre una voragine, che divora i lettori di domani.
Risponde
> Bono: «Noi possiamo agire direttamente solo sulle nostre 46. Ma attraverso
i
> nuovi servizi interveniamo anche sulle altre, aumentando le possibilità di
> utilizzarle».
>
> Mario Baudino

133

Subject:  Data consegna lavori di ricerca

 

La data ultima e non rinviabile per la consegna dei lavori di ricerca è
stabilita entro la prima lezione della settimana successiva alle vacanze
pasquali.
"Entro" : dunque anche prima , ma NON dopo !
I lavori vanno consegnati su cartaceo ( per lo meno la Home ) e su floppy
Ricordo ancora una volta che il lavoro deve contenere una chiara divisione
in paragrafi ( o pagine ipertestuali) e accurata bibliografia...
Il mese di aprile sarà destinato alla presentazione dei lavori ed il mese di
maggio alla composizione dell'unico ipertesto contenente i lavori delle due
classi.
A questo proposito è necessario comporre il floppy in modo uniformemente
concordato :
1 Tutto deve essere contenuto in una cartella denominata come il titolo
della ricerca
2 Tutti i files interni alla cartella devono essere denominati con un nome
unico e senza spazi bianchi interni ( es: pippo.doc ; pippo.htm ;
pippo_e_pluto. doc ; ecc .NON , invece, : pippo e pluto.htm, ecc)
3 In caso di ipertesto, chiamare la pagina Home : index.htm
La valutazione finale verrà rapportata al contributo dato alla ricerca di
gruppo e alla partecipazione alla mailing list. A questo proposito ricordo
che è necessario intervenire documentando volta a volta i progressi della
ricerca.
antonio gentile

 

142

Subject:  ACTIVISM HACKING ARTIVISM

Molto documentato questo articolo apparso su Mondadori.com. Da consultare
per chi sta facendo ricerca su questo tema
antonio gentile

http://www.mytech.it/mytech/news/art006010038274.jsp
ACTIVISM HACKING ARTIVISM

Aha, attivismo ... digitale

Tecnologia aperta a tutti e informazione dal basso: questo il credo dei
movimenti underground che fin dagli anni Ottanta hanno dato vita a circuiti
d'informazione alternativi a quelli ufficiali. In una mostra a Roma, trenta
anni di uso indipendente e autogestito dei media

di Alessandro Lubello

 

149

Subject:  Note su Ted 2002

Segnalo questo articolo sul recente convegno del Ted 2002 svoltosi a Genova
antonio gentile

Avatar, mondi virtuali
di Emanuela Cerutti

"Il problema dell'uso delle tecnologie in campo didattico è in realtà un
problema di tipo epistemologico".
" L'uso della rete nei processi d'apprendimento permette di non fermarsi al
linguaggio verbale, che, da solo, appiattisce il reale"
"La rete rivela il comportamento della mente, che conosce per concetti e
relazioni"
"Non basta sapere, occorre saper comunicare, creando sempre maggiori
occasioni di scambio"
" L'uso del mezzo informatico permette di vedere e fare ciò che rischierebbe
di restare pura memorizzazione astratta, riducendo il divario culturale"
"L'utilizzo didattico della rete modifica la relazione docente-discente,
creando un modello collaborativo altamente motivante"
"Una forte rete di scuole dialoga ed incide sul territorio, riducendo il
rischio di gestioni piramidali della proposta culturale"
"L'assenza di comunicazione è un problema logistico o psicologico?"
"Qualunque artificio si ponga tra un soggetto ed un oggetto ha diritto al
titolo di virtuale"

Pensieri catturati, tra i moltissimi altri, nelle sale che la Provincia di
Genova ha messo a disposizione delTed 2002, appena concluso.
Tecnologia e didattica: due mondi apparentemente paralleli, che sul filo
della conoscenza si incontrano, lasciandosi vicendevolmente interrogare.
Questa l'impressione ricavata nei tre giorni della manifestazione: come dire
che non fossero tanto i prodotti presentati dai più di cento espositori
presenti, hardware o software di indubbio interesse, a rappresentarne lo
scopo principale, il polo di attrazione per i numerosi insegnanti
intervenuti, quanto gli spazi di confronto e discussione aperti nei poster,
in cui singoli o gruppi docenti presentavano le proprie esperienze nel
settore, nelle tecnoclassi, in particolare quelle dedicate alla verifica di
strumentazioni e metodologie, nel Convegno, che metteva a tema la tecnologia
didattica in rapporto ai saperi fondamentali, alla valutazione, all'
integrazione scolastica.
Per non parlare dei "crocchi" di coloro che, avendo partecipato agli stessi
corsi di formazione on-line, coglievano finalmente l' occasione per
conoscersi di persona e progettare le prossime tappe; o di chi, senza mai
essersi conosciuto prima, socializzava dubbi e perplessità alla ricerca di
possibili risposte, dandosi appuntamenti virtuali su siti, portali,
newsgroups; o, ancora, di chi, presente lo scorso anno, faceva un po' il
bilancio dei risultati ottenuti, belli e brutti.
Un universo in formazione, che può appoggiarsi ad iniziative provenienti
"dall'alto", quali quella della banca-dati per la raccolta e la valutazione
dei software commerciali presenti sul mercato predisposta dall'Istituto
Nazionale di Documentazione per l'Innovazione e la Ricerca Educativa in
collaborazione con l'Istituto per le Tecnologie Didattiche di Genova, ma che
non può prescindere dalle mille occasioni che la rete offre a tutti gli
insegnanti per realizzare, in modo autonomo e creativo, forme di cultura
condivisa.
Una certa dose di anarchia fa parte della natura di Internet e rappresenta
in fondo la sua ricchezza.
"Basterebbe questa frase di Daniel Schneidermann" ci ricorda su Mediamente
Rino Genovese "a rappresentare le difficoltà ed il fascino di dare corpo
alle Tecnologie della informazione e della comunicazione." Non si tratta di
una sfida o di un rigido assoluto, quindi, "ma una vera e propria ricerca
alla comprensione di una società in mutamento", poliedrica e flessibile come
gli Avatar , mondi virtuali "possibili" perché attraversati ed agiti.

 

150

Subject:  Nel culto di Internet

segnalo da
http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Novembre-2000/0011lm02
.01.html
antonio gentile

Nel culto di Internet


di Philippe Breton*
È difficile non scorgere alcuni collegamenti tra il nuovo culto [d'Internet]
e il vasto movimento di contro-cultura che negli anni sessanta diventa un
fenomeno di massa negli Stati uniti e, sotto varie forme, in diversi paesi
occidentali. Va ricordato che ciò che chiamiamo - presupponendo una
omogeneità maggiore di quanto non sia in realtà - la «contro-cultura»
rappresenta una vasta corrente che ingloba il retaggio della beat
generation, il movimento contestatario giovanile che condurrà in particolare
alle grandi rivolte studentesche, il movimento hippie, nonché le numerose
ramificazioni sorte in questa nebulosa, come i movimenti alternativi. Il
movimento della contro-cultura in quanto tale scompare negli anni settanta.
Tuttavia, i valori di cui si era fatto portatore si sono diffusi e
influenzano oggi il modo di vita di molti adulti. Negli Stati uniti, restano
legati a questa grande fiammata che segnò un'intera epoca alcuni nomi famosi
come Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Alan Watts, Ken Kesey, Timothy Leary,
Gary Snyder, Neal Cassady, Bob Dylan, senza contare numerosi gruppi musicali
e un certo numero di riviste.
San Francisco e la costa Ovest sono stati i luoghi privilegiati di questa
«rivoluzione dei costumi». [...] Il grande universo underground Sul piano
concreto, le pratiche della contro-cultura prevedono la rottura con il mondo
(il «drop out»), il viaggio iniziatico sull'esempio dei monaci mendicanti
buddisti, più spesso in India ma anche lungo le strade americane ed europee,
la vita in comunità, un desiderio profondo di uguaglianza, l'influenza
libertaria, l'attaccamento, sulla scia di Gandhi, a una cultura della non
violenza, la vicinanza alla natura e un certo misticismo venato di influenze
orientali, segnatamente buddiste (molti attori di quell'epoca si convertono
al buddismo zen, o si legano a sette influenzate dall'orientalismo).
La società va concepita come una comunità pacifica all'interno della quale
un posto di rilievo viene dato all'amore e all'altruismo. Le numerose
comunità che producono musiche, libri, svaghi, una educazione, una
alimentazione e medicamenti specifici, compongono un grande universo
underground che finisce per coinvolgere centinaia di migliaia di persone.
Questa idea di un mondo nuovo ha molti punti in comune con il movimento
odierno legato a Internet, che sta mobilitando a sua volta centinaia di
migliaia di giovani, in cerca fra l'altro di una società più fraterna, più
«comunicante», più pacifica. Colpisce la continuità tematica: a suo modo il
mondo d'Internet è underground; esso è l'attuale underground, il luogo che
consente di lasciare il «mondo normale». Chi ormai dedica il proprio tempo a
Internet realizza il «drop out» odierno e molte descrizioni di giovani
internauti totalmente assorti in questo nuovo culto li presentano,
sorprendentemente, come i «celesti accattoni» di cui parlava Kerouac. Negli
anni cinquanta, si andava «on the road» per dare un nuovo senso alla propria
vita, in una prospettiva spirituale. Oggi si naviga sulle «autostrade della
comunicazione». Le analogie sono numerose e, attraverso questa continuità, è
sempre il dopoguerra a parlarci, in una specie di fissità appena dissimulata
dietro il rinnovamento delle forme. Quasi che la nostra società si fosse
fermata qui e recitassimo ancora una volta, con altri costumi, la medesima
scena. [...] L'adesione al nuovo culto si è fatta anche con i valori di un
liberalismo che era estraneo alla contro-cultura degli anni sessanta. Delle
due grandi utopie della seconda parte del 900 - l'utopia rivoluzionaria e
quella della contro-cultura - solo quest'ultima è sopravvissuta e si è
reincarnata, in qualche modo, nel nuovo culto di Internet.
Pur ostile al grande capitalismo e alla società dei consumi e segnata da una
tradizione libertaria, la contro-cultura non ha mai rotto completamente con
il liberalismo. Cio spiega perché i suoi valori siano stati così facilmente
assorbiti da Internet (1). [...] Il quadro dei diversi valori e correnti di
pensiero su cui fa leva il culto di Internet per diffondersi, sarebbe
incompleto se non si citasse un valore «secondario» (rispetto ai grandi
obbiettivi citati sopra), ma comunque importante: il culto della giovinezza,
ossia la tendenza ad esaltare la gioventù, i suoi valori e a farne un
modello imprescindibile di ogni comportamento. Il culto di Internet è un
culto giovane, un culto di giovani per i giovani. È concepito come una sorta
di «rivoluzione permanente» dove sono i giovani che determinano la direzione
del movimento. Nicholas Negroponte è l'autore che approfondisce più di altri
l'emergere di questo fenomeno: «Scorgo la stessa mentalità di decentramento
in atto nella nostra società, sotto l'impulso della gioventù dell'universo
digitale. La tradizionale visione centralizzatrice sta per diventare una
cosa del passato. La nozione di stato subirà una radicale mutazione [...].
Mentre i politici si dibattono con il retaggio della Storia, una nuova
generazione, affrancata dai vecchi pregiudizi, emerge dal paesaggio
digitale. [...] La tecnologia digitale può essere una forza naturale che
attrae la gente in una maggiore armonia mondiale (2)».
Negroponte sottolinea il ruolo svolto dai giovani nella definizione di una
«contro-cultura di fronte all'establishment dell'informatica.
[...] Ciò che ci legava non era una disciplina, ma la convinzione che i
computer avrebbero modificato e trasformato clamorosamente la qualità della
vita con la loro ubiquità, non solo nel campo scientifico ma in tutti gli
aspetti della vita quotidiana». Egli è uno dei numerosi sostenitori
dell'idea secondo la quale i bambini sarebbero «per natura», adatti
all'informatica: «Si tratti del popolo d'Internet, dell'uso del Nintendo e
di Sega o di capire a fondo cosa sono i micro-computer, l'importante sarà
l'appartenenza non più a una categoria sociale, razziale o economica, ma
alla generazione giusta. Oggi i ricchi sono i giovani, e i vecchi i
diseredati».
Come si vede, il culto dei giovani non è esente da una certa demagogia.
Comunque, è sugli strati più giovani della popolazione che il culto
d'Internet si appoggia. Microsoft, che cerca attualmente di realizzare un
nuovo approccio al mondo d'Internet, non esita a reclutare ragazzi
giovanissimi per orientare la sua strategia. «L'azienda ritiene che questi
giovani saranno collegati quasi permanentemente al web. [...] Dunque ha
incaricato due adolescenti di spiegare ai suoi dirigenti di età media la
loro nuova filosofia del lavoro e del tempo libero (3)». Uno di essi spiega
che «i tempi dell'educazione, del lavoro e della pensione, che in passato
erano distinti e si succedevano, oggi sono contestuali».
Apologia della velocità È nell'ambito del culto della giovinezza che si
colloca l'apologia sistematica della velocità, diventata una nuova fede: ciò
che va veloce è migliore, più vicino al mondo della mente. La velocità è ciò
che ci libera dal corpo e ci avvicina costantemente agli altri.
«La realtà dell'informazione - dice Paul Virilio - sta tutta nella sua
velocità di propagazione (4).» Nel commentare con una certa baldanza il
processo a José Bové e ai suoi compagni, nel luglio 2000 a Millau, uno dei
fautori liberali d'Internet, Alain Madelin, affermava: «In realtà, il nuovo
mondo in arrivo porta con sé una formidabile opportunità di rinascita in una
società a dimensione umana e, in questo nuovo mondo, non sono i grossi che
hanno la meglio sui piccoli, ma i veloci sui lenti (5)». Leggendo alcuni
articoli o dichiarazioni, è lecito chiedersi quale spazio questo «nuovo
mondo» lascerà ai vecchi (agli ultra trentacinquenni).
Una nostra ricerca per conto della Ente nazionale di previdenza per la
vecchiaia rivela l'esistenza, nel campo delle nuove tecnologie
dell'informazione (6), di un vero e proprio discorso di esclusione degli
anziani, dovuto essenzialmente al culto della giovinezza su cui poggia
questo settore.



note:

* Sociologo, Strasburgo. Questo testo è tratto dal suo libro Le Culte
d'Internet. Une menace pour le lien social?, uscito il 12 ottobre scorso
nella collana «Sur le vif», edizioni La Découverte, Parigi, pp. 128, Fr. 42.
(1) Ndr: si legga Armand Mattelart, «Come è nato il mito di Internet», Le
Monde diplomatique/il manifesto, settembre 2000.

(2) Nicholas Negroponte, Essere digitali, Sperling & Kupfer, 1995.

(3) Le Monde, 6 maggio 2000.
(4) Paul Virilio, L'Art du moteur, Galilée, Parigi, 1993.

(5) Le Monde, 2-3 luglio 2000.

(6) Annis Bousquet e Philippe Breton, «La place des personnes dans
l'argumentaire et le discours d'accompagnement des nouvelles technologies de
communication», Rapport de recherche, Mire-Cnav, marzo 1998.
(Traduzione di M.G.G.)

 

175

Subject:  Fw: 100Links: WINDOWS

From: "100 Links al Mese" <info@100links.com>

Subject: 100Links: WINDOWS


>
> ABC DI WINDOWS
> http://www.eurofriuli.com/win98/
> Per chi e' alle prime armi con Windows, o per chi volesse comprendere
meglio il complesso funzionamento di questo sistema operativo, tornera'
molto utile questa guida in italiano. Suddivisa in numerose sezioni, e'
l'ideale per chi vuole accrescere il proprio sapere o trovare risposte alle
principali difficolta' che si possono riscontrare.
>
> ACTIVENETWORK
> http://www.activewin.com/
> Questo sito si contraddistingue da subito per la completezza dei contenuti
e per la grande quantita' di risorse messe a disposizione di tutti gli
utenti Windows. Gli articoli presenti inoltre possono essere commentati da
tutti gli iscritti aggiungendo ulteriori note di pubblica utilita'.
>
> CORSO WINDOWS 98
> http://www.webguide.it/corsowin/
> Ecco un piccolo corso dedicato sopratutto a chi sa a malapena cosa sia
Windows e come fare per metterlo "in moto". Sono comunque presenti delle
sezioni piu' dettagliate che meriterebbero una lettura per accrescere la
propria sete di sapere, oltretutto hanno il pregio di essere in italiano.
>
> CYBEROTECNICA.NET
> http://www.cyberotecnica.net/
> Un bellissimo sito tutto in italiano dedicato agli argomenti di maggior
interesse di casa Microsoft: il suo punto di forza e' sicuramente il forum,
che permette a migliaia di iscritti di discutere a proposito delle versioni
in fase di testing, delle attuali, e di tutto cio' che riguarda il mondo
Windows.
>
> DEVSPY.COM
> http://www.devspy.com/
> Devspy e' un importante portale italiano dedicato a tutti i programmatori
che sviluppano in ambiente Windows. Anche se offre contenuti un po'
complessi per l'utente medio, puo' considerarsi un valido punto di partenza
per chi si cimenta nel mondo della programmazione.
>
> DOCTORDRIVER
> http://www.doctordriver.com/
> Se Windows e l'hardware del proprio computer non si sentono in forma,
DoctorDriver e' la risposta a qualsiasi malessere! Tenere i driver
aggiornati aiuta ad avere un sistema piu' veloce e piu' stabile, e questo
sito e' proprio quel che ci vuole: semplice ed eccellente nei contenuti allo
stesso tempo.
>
> DRIVER PC4ALL
> http://www.pc4all.it/driver/
> Molto facile da consultare, in questa ricca sezione si ha a disposizione
un completo elenco delle periferiche di uso piu' comune, che possono essere
ricercate in ordine alfabetico o per categoria. Per ognuna di queste sono
disponibili i driver per farle funzionare egregiamente sul proprio computer.
>
> DRIVERITALIA.IT
> http://www.driveritalia.it/
> I drivers sono quei piccoli file che permettono di "interfacciare" ogni
componente hardware con il sistema operativo in proprio possesso. Per farli
funzionare bene quindi e' necessario che essi siano recenti e compatibili,
requisiti di casa in questo sito!
>
> DRIVERMANIA
> http://www.drivermania.it/
> Dispone di un notevole archivio di driver raccolti per tipologia (scheda
madre, audio, video, schede di rete, stampanti, e via dicendo) che potranno
essere trovati facilmente scegliendo il produttore degli stessi. Da non far
mancare al proprio Windows!
>
> HARRRDITO.IT
> http://www.harrrdito.it/
> Ecco un bel sito in italiano che raccoglie numerose guide, raccolte per
tipologia, sulle numerose versioni esistenti di Windows. Molto utili le faq,
che raccolgono una serie di domande e risposte discusse anche nei newsgroup
italiani.
>
> MICROSFOT XP
> http://www.microsfot.it/
> Molto carino, e' sia una velata presa in giro per Windows che soprattutto
un'interessante fonte di informazione che raccoglie argomenti che altrove,
specie nei siti nostrani, e' difficile reperire. Non mancano nemmeno
aggiornamenti "reali" che quando meno uno se lo aspetta lo rendono piu' che
utile!
>
> MICROSOFT WINDOWS
> http://www.microsoft.com/italy/windows/
> Quando si parla di Windows, non si puo' non parlare di Microsoft, la
societa' di appartenenza. Il sito dispone di una vasta sezione in lingua
italiana che non manchera' di sorprendere per completezza di informazioni,
consigli utili e collegamenti ai download piu' recenti per tenere sempre
aggiornata la propria versione di Windows.
>
> NEOWIN.NET
> http://www.neowin.net/
> Caratterizzato da una grafica amichevole, ecco un importante portale
internazionale che pubblica notizie sempre fresche sul pianeta Windows:
dispone inoltre di una folta comunita' con la quale poter scambiare due
chiacchiere su questo tema.
>
> SIKUREZZA & WINZOZZ
> http://web.tiscali.it/winzozz/
> Contiene documenti interessanti per sapere se il proprio Windows dispone
degli ultimi accorgimenti sulla sicurezza per poter navigare tranquillamente
su Internet, oltre ad una lunga serie di miniguide e collegamenti di
indubbia utilita'.
>
> TIPS & TRICKS
> http://www.romanelmondo.com/sugg/_indice.htm
> Contiene un grandissimo numero di consigli e suggerimenti che consentono
di risolvere una miriade di problemi che si possono presentare usando
Windows. Anche se la grafica non e' irresistibile, alla fine cio' che conta
e' il contenuto, e questo e' da applauso!
>
> TIPS PER WINDOWS
> http://web.tiscali.it/khyax/
> Completamente in lingua italiana, questo sito amatoriale e' un'autentica
fonte di trucchi per quanto riguarda i sistemi operativi Windows 95/98, con
consigli su come personalizzare il computer al fine di poter lavorare su una
base piu' confortevole e piu' snella nelle operazioni.
>
> WIN OS CENTRAL
> http://www.winoscentral.com/
> La "Centrale di Windows" e' una vera e propria base per tutte le versioni
di Windows, che qui potranno rifornirsi di suggerimenti e piccoli trucchi
per renderle piu' veloci e competitive, sia per i professionisti che per i
semplici utenti domestici.
>
> WINDOWS MAGAZINE
> http://www.winxpmag.it/
> La versione elettronica di questa importante rivista ha molto da offrire a
tutti i seguaci di Windows, anche online: c'e' veramente tanto da leggere, e
puo' essere fatto comodamente offline una volta completato il download degli
articoli in diversi pratici formati.
>
> WINDOWS NT/2000 FAQ
> http://www.windows2000faq.com/
> Una serie di utili informazioni, presentate sotto la classica forma di
domande e risposte, sul sistema operativo Windows 2000 e sul suo
predecessore Windows NT: davvero interessante, offre la possibilita' di
utilizzare il motore di ricerca o di navigare tra le categorie tematiche.
>
> WINDOWS TIPS AND TRICKS
> http://www.tipsdr.com/
> Chiunque sia alla disperata caccia di ogni piccolo o grande trucco per
Windows dal 95 fino ad Xp, e' obbligato a fare tappa in questo fornitissimo
sito. Alcune pagine risentono forse di una eccessiva lunghezza e di
contenuti non troppo snelli, ma una volta caricate c'e' da leggere veramente
tanto!
>
> WINDOWS UPDATE
> http://windowsupdate.microsoft.com/
> Windows Update e' il sito utile per chi vuole avere gratuitamente gli
ultimi aggiornamenti su Windows: questi consentono di avere un prodotto
sempre efficace e moderno, oltre che al riparo dai piu' recenti problemi di
sicurezza scoperti.
>
> WINDOWS98.IT
> http://www.windows98.it/
> Anche se non puo' piu' essere definito il piu' famoso e diffuso sistema
operativo, Windows 98 conta ancora un grandissimo numero di utenti che lo
trovano la soluzione migliore per navigare e giocare. Il sito, dedicato a
tutti i sistemi operativi di casa Microsoft, gode di uno splendore
invidiabile: trucchi e consigli in abbondanza!
>
> WINSUPERSITE
> http://www.winsupersite.com/
> Si tratta di uno dei siti piu' frequentati che parlano di Windows, sia
nelle versioni attualmente disponibili ma senza perdere di vista il futuro,
proponendo con straordinario tempismo ottime guide e screenshot sulle
novita' di casa Microsoft che un giorno saranno sui computer di mezzo mondo.
>
> WINTRICKS
> http://www.wintricks.it/
> Senza ombra di dubbio il miglior sito in italiano dedicato a Windows.
Grazie a tutte le news quotidiane, gli articoli, i manuali e le guide ha
conquistato l'interesse di ogni lettore che volesse imparare qualcosa in
piu' sui sistemi operativi piu' diffusi al mondo.
>
> WXPERIENCE.COM
> http://www.wxperience.com/
> Un sistema operativo di casa Microsoft che non poteva non avere un sito
interamente dedicato: caratterizzato da una grafica che ricorda da vicino
l'interfaccia di Windows Xp, dispone di numerosissimi argomenti di sicuro
interesse, non ultimo l'elenco dei driver piu' aggiornati delle periferiche
piu' diffuse, fondamentali per farlo funzionare a puntino.

 

176

Subject:  Software libero, presentata proposta di legge al Senato

http://www.nonluoghi.it/index.html
Dalla Free Software Foundation Europe) Con il nome ufficiale di "Norme in
materia di pluralismo informatico, sulla adozione e la diffusione del
software libero e sulla portabilità dei documenti informatici nella Pubblica
Amministrazione", il senatore Fiorello Cortiana del gruppo parlamentare
Verdi-l'Ulivo ha presentato la proposta di legge al Senato. [1]


Scopo della legge è quello di privilegiare l'adozione del software libero da
parte della pubblica amministrazione, in modo da migliorare la gestione dei
servizi informativi dello Stato. Inoltre, di adottare formati non
proprietari, e quindi universalmente utilizzabili, per tutti i documenti
prodotti dalla pubblica amministrazione.

Il software libero nella pubbliche amministrazioni sta giocando un ruolo
sempre più importante nel mondo. La Gran Bretagna prevede l'introduzione
obbligatoria di software libero nel settore pubblico [2]. Lo sviluppo di
software sicuro con codice liberamente accessibile costituisce un ruolo
centrale nell'iniziativa eEurope della Commissione Europea [3]. Il comune di
Firenze ha approvato una mozione per l'introduzione e espansione di Software
Libero nella Pubblica Amministrazione [4]. Il Parlamento della Germania ha
recentemente annunciato di voler basare la propria infrastruttura
tecnologica sul sistema GNU/Linux [5].

«Un'ottima iniziativa che se approvata darà slancio all'economia nazionale
del software e dei servizi informatici e contestualmente migliorerà la
sicurezza, l'interoperabilità e l'economicità dei sistemi informativi delle
pubbliche amministrazioni con gran beneficio per i cittadini italiani»,
secondo Simo Sorce, sviluppatore italiano del progetto Samba, il software
libero che rende possibile il dialogo tra sistemi Microsoft e i sistemi di
tipo UNIX.

Stefano Maffulli, portavoce della Free Software Foundation Europe, ha così
lodato l'iniziativa: «Questa proposta di legge porterà alla pubblica
amministrazione i vantaggi del sistema GNU. Il nostro sistema, noto
soprattutto grazie a GNU/Linux, la sua variante più diffusa, concede agli
utenti la libertà di eseguire, modificare, distribuire liberamente il
software e restituisce agli utenti un diritto che troppo spesso gli viene
tolto dalle comuni licenze d'uso. Al contempo garantisce una base di
partenza per una vera concorrenza sul mercato informatico, basata su
standard aperti e documentati. Spero che in Parlamento la proposta venga
discussa senza pregiudizi».

«L'Associazione Software Libero ha appoggiato la proposta di legge del
senatore Cortiana sin dalle prime stesure. La diffusione e lo sviluppo di
software libero avranno sicure e rapide ricadute positive sull'economia,
sulla concorrenza e sulla trasparenza del mercato» ha affermato il
presidente dell'associazione, Simone Piccardi, felicitandosi dell'approdo
del disegno di legge in parlamento.

Riferimenti:

[1] http://www.senato.it/leg/14/Bgt/Schede/Ddliter/16976.htm

[2]
http://www.govtalk.gov.uk/documents/OSS%20Policy%20draft%20for%20public%20co
nsultation.pdf

[3]
http://europa.eu.int/comm/information_society/eeurope/documentation/index_en
.htm

[4] http://www.comune.firenze.it/consi/softwarelibero.htm

[5] http://www.bundestux.de/

A proposito di Free Software Foundation Europe: La Free Software Foundation
Europe è l' associazione gemella della Free Software Foundation, che fu
fondata nel 1985 da Richard Stallmann per fornire supporto legale, logistico
ed economico al progetto GNU, il corpus software che costituisce
l'infrastruttura dei sistemi basati su kernel Linux. Attualmente la FSFE ha
sezioni in Francia e Germania, nuove sezioni sono in arrivo in Italia,
Portogallo, Spagna. Riferimenti: http://www.fsfeurope.org/.

A proposito di Associazione Software Libero: L'Associazione Software Libero
è una entità legale senza scopo di lucro che ha come obiettivo la diffusione
del software libero in Italia e di una corretta informazione sull'argomento.
È l'unica organizzazione italiana affiliata alla Free Software Foundation
Europe. Riferimenti: http://softwarelibero.it/.

A proposito di Samba: Samba è un insieme di programmi che forniscono accesso
a file system e stampanti condivise in rete con il protocollo SMB/CIFS.
Samba permette di sostituire server Windows NT/2000, OS/2 Warp, NFS o
Netware con un server tipo Unix. Samba è software libero rilasciato con
licenza GNU GPL. Riferimenti: http://www.samba.org/.

_______________________________________________

IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE

Recante: Norme in materia di pluralismo informatico, sulla adozione e la
diffusione del software libero e sulla portabilita' dei documenti
informatici nella Pubblica Amministrazione .

CAPO I PRINCIPI GENERALI

Art. 1 (finalit? della legge) 1. Lo Stato favorisce il pluralismo
informatico, garantendo ad ogni cittadino l'accessibilit? e rendendo quindi
concretamente possibile la libera scelta di ogni piattaforma informatica,
attraverso la eliminazione di barriere create dalle differenze di standard.
2. ? favorita la diffusione e lo sviluppo del software libero, in
considerazione delle sue positive ricadute sull'economia pubblica, sulla
concorrenza e la trasparenza del mercato, sullo sviluppo della ricerca
scientifica e tecnologica. La Pubblica Amministrazione, in applicazione del
principio costituzionale di buon andamento, e del principio di economicit?
dell'attivit? amministrativa, di cui all'art. 1, comma 1, della legge 7
agosto 1990, n. 241, predilige l'uso di software libero. 3. La cessione
gratuita di software libero non ricade sotto normativa dell'articolo 171-bis
della legge 22 aprile 1941, n. 633, cos? come modificato dalla legge 18
agosto 2000, n. 248.

Art. 2 (Definizioni)

Ai fini della presente legge si definiscono: a) licenza di software libero,
una licenza di diritto di utilizzo di un programma per elaboratore
elettronico, che renda possibile all'utente, oltre all'uso del programma
medesimo: la possibilit? di accedere al codice sorgente completo e il
diritto di studiare le sue funzionalit?; il diritto di diffondere copie del
programma e del codice sorgente; il diritto di apportare modifiche al codice
sorgente; il diritto di distribuire pubblicamente il programma ed il codice
sorgente modificato. b) software libero ogni programma per elaboratore
elettronico distribuito con una licenza di software libero come definita
nell'articolo 2, comma 1 del presente testo di legge. c) programma per
elaboratore a codice sorgente aperto, ogni programma per elaboratore
elettronico il cui codice sorgente completo sia disponibile all'utente,
indipendentemente dalla sua licenza di utilizzo. d) software proprietario un
programma per elaboratore, rilasciato con licenza d'uso che non soddisfi i
requisiti descritti nell'articolo 2 comma 1 della presente legge. e) formati
di dati liberi: i formati di salvataggio ed interscambio di dati informatici
le cui specifiche complete di implementazione siano note, a disposizione di
ogni utente e liberamente utilizzabili per tutti gli usi consentiti dalla
legge; siano documentati in modo completo e approfondito in modo che sia
possibile scrivere un programma per elaboratore in grado di leggere e/o
scrivere dati in tali formati sfruttando tutte le strutture e le specifiche
descritte nella documentazione; non siano presenti restrizioni di alcun tipo
all'uso di tali formati di dati.

CAPO II PORTABILITA', ACCESSIBILITA' E SICUREZZA=20

Art. 3 (Diritto allo sviluppo portabile) Chiunque ha il diritto di
sviluppare, pubblicare e utilizzare un software originale compatibile con
gli=20 standard di comunicazione e formati di salvataggio di un altro
software, anche proprietario.

Art. 4 (Documenti) 1. Chiunque, nell'Ambito di una attivit? giuridicamente
doverosa, effettui la pubblicizzazione di dati in formato elettronico ?
tenuto a garantirne l'accessibilit?, ricorrendo a standard di comunicazione
aperti e a formati liberi.

2. Per la diffusione in formato elettronico di documenti (testi, carte,
software, siti internet, archivi, tabelle ecc.) di cui debba essere
garantita la pubblicit? e per l'adempimento mediante scambio di dati in
forma elettronica del diritto di accesso di cui all'Art. 22 e successivi
della Legge 7 agosto 1990, n. 241, gli Uffici della Pubblica Amministrazione
soggiacciono all'obbligo di cui al comma precedente sotto la responsabilit?
del responsabile del procedimento di cui all'Art. 4 della Legge 7 agosto
1990, n. 241. 3. Qualora si renda assolutamente necessario eccezionalmente,
l'uso di formati non liberi, la Pubblica Amministrazione sar? tenuta a
motivare analiticamente questa esigenza, sotto la diretta responsabilit? del
responsabile del procedimento di cui all'Art. 4 della Legge 7 agosto 1990,
n. 241, dettagliando i motivi per cui ? impossibile convertire gli stessi
dati in formati liberi. La Pubblica Amministrazione ? tenuta a rendere
disponibile anche una versione pi? vicina possibile agli stessi dati in
formato libero.

Art. 5 (Trattazione di dati personali o relativi alla pubblica sicurezza)

1. Chiunque effettui la trattazione di dati personali mediante l'ausilio di
mezzi elettronici, secondo la disciplina della Legge 31 dicembre 1996, n.
675 o di dati la cui diffusione o comunicazione a terzi non autorizzati
possa comportare pregiudizio per la pubblica sicurezza, ? tenuto, in questa
attivit?, ad utilizzare software a sorgente aperto.

2. I codici sorgenti dei programmi per elaboratore elettronico utilizzati da
parte della Pubblica Amministrazione per il trattamento di dati personali e
sensibili secondo la legge legge n. 675 del 31 dicembre 1996 devono essere
conservati dalla Pubblica Amministrazione stessa per permetterne future
verifiche riguardo il controllo degli standard di sicurezza.

3.Le denominazioni e le modalit? di reperimento del codice sorgente dei vari
software utilizzati nell'ambito del trattamento di dati personali mediante
l'ausilio di mezzi elettronici rientrano nelle informazioni da rendersi
all'interessato ai sensi dell'Art. 10 comma 1 della Legge 31 dicembre 1996,
n. 675.

CAPO III SOFTWARE LIBERO

Art. 6 (Obblighi per la pubblica amministrazione)

1. La Pubblica Amministrazione ? tenuta ad utilizzare, nella propria
attivit?, programmi per elaboratore elettronico dei quali possieda il codice
sorgente.

2. La Pubblica Amministrazione, nella scelta dei programmi per elaboratore
elettronico necessari alla propria attivit?, privilegia programmi
appartenenti alla categoria del software libero o, in secondo luogo, a
codice sorgente aperto. In questo secondo caso, il fornitore dovra'
necessariamente e senza costi aggiuntivi per l'amministrazione consentire la
modificabilita' del sorgente.

3. La Pubblica Amministrazione che intenda avvalersi di un software non
libero, deve motivare analiticamente la ragione della scelta.

4. Della eventuale maggior spesa, derivante da una scelta in senso contrario
non appropriata, risponde patrimonialmente il responsabile del procedimento
di cui all'Art. 4 della Legge 7 agosto 1990, n. 241.

CAPO IV - PUBBLICA ISTRUZIONE, RICERCA E SVILUPPO

Art. 7 (Incentivazione alla ricerca e allo sviluppo)

1. Il Ministero dell'Istruzione, Universit? e della Ricerca Scientifica
elabora annualmente un programma di ricerca specifico sul software libero
per progetti di ricerca da parte di enti pubblici o privati per lo sviluppo
di programmi per elaboratore da rilasciare sotto licenza di software libero.

Art. 8 (Istruzione scolastica)

1. Il Ministero competente in materia di istruzione recepir? il contenuto ed
i principi della presente legge nell'ordinamento scolastico e nei programmi
didattici all'interno della progressiva informatizzazione della scuola. Gli
ordinamenti didattici nazionali riconoscono il particolare valore formativo
del software libero e lo privilegiano nell'insegnamento.

CAPO V - DISPOSIZIONI FINALI

Art. 9 (Regolamenti attuativi)

1. Entro 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Governo
emana i regolamenti attuativi necessari alla sua piena applicazione.

2. Nello stesso termine il Governo emana un regolamento che definisca gli
indirizzi per l'impiego ottimale del software libero nella pubblica
amministrazione; i programmi di valutazione tecnica ed economica dei
progetti in corso e di quelli da adottare relativi alla progressiva adozione
di soluzioni di software libero, da parte delle amministrazioni statali
anche ad ordinamento autonomo e degli enti pubblici non economici nazionali.
Le norme regolamentari non dovranno impegnare il bilancio dello Stato.

Art. 10 (Norma transitoria)

1. Entro tre anni dall'approvazione della presente legge gli enti della
Pubblica Amministrazione adeguano le proprie strutture e i propri programmi
di formazione del personale per gli aspetti generali trattati all'articolo
2, il termine per l'adeguamento ? di un anno per gli aspetti trattati
all'articolo 3 (trattamento dei dati sensibili) e di mesi 6 per le
indicazioni di cui all'articolo 4 (circa il formato dei documenti della
Pubblica Amministrazione). 2. Si stabilisce la formazione di un gruppo di
lavoro interministeriale per monitorare l'attuazione della presente legge
nel corso dei primi tre anni dalla sua approvazione.

 

178

Subject:  Fw: [edscuola] Nuovo thesaurus multilingue per l'educazione in Europa

da altra lista
ag
----- Original Message -----
From: "edscuola" <edscuola@edscuola.com>

Subject: [edscuola] Nuovo thesaurus multilingue per l'educazione in Europa



> ------------------------------------------------------------
> European Schoolnet, Comunicato stampa:
> Nuovo thesaurus multilingue per l'educazione in Europa
> ------------------------------------------------------------
>
> Il progetto European Treasury Browser (ETB) ha lanciato di
> recente un thesaurus multilingue per l'educazione in Europa,
> disponibile nelle otto lingue seguenti: danese, inglese,
> francese, tedesco, greco, italiano, spagnolo e svedese. Il
> thesaurus ha lo scopo di indicizzare le risorse didattiche e
> vuol essere un aiuto nella creazione di una struttura
> interoperabile, che consenta lo scambio in rete di metadata
> sulle risorse per le scuole europee. L'ETB riunirà le banche
> dati nazionali esistenti, incoraggerà le nuove pubblicazioni
> e fornirà una struttura di alto livello qualitativo.
>
>
> Il progetto è finalizzato ad apportare valore aggiunto agli
> archivi di risorse nazionali, inserendo uno strato
> interoperabile per aiutare insegnanti e studenti a reperire
> risorse in tutta Europa. Pertanto gli utenti avranno accesso
> a tutte le risorse, a prescindere dal metodo di
> indicizzazione usato. Il materiale è classificato in base
> all'argomento e al tipo di risorse. Gli insegnanti potranno
> attingervi per preparare le lezioni e gli studenti potranno
> usarlo come riferimento per le loro ricerche; le risorse
> includono, inoltre, linee guida ed esempi di best practice.
>
> Il thesaurus è stato concepito come strumento atto a
> facilitare l'indicizzazione e la ricerca in due contesti:
> · una rete europea che connette le banche dati di risorse
> pedagogiche, le quali possiedono sistemi di indicizzazione e
> lingue diversi;
> · archivi di risorse europei
>
> Questo significa che il thesaurus dell'ETB può essere usato
> dalle banche dati i cui documenti sono stati indicizzati
> tramite i suoi descrittori, oppure dalle banche dati i cui
> sistemi di classificazione o thesauri possono essere
> ricondotti ai descrittori ETB. Il thesaurus dell' ETB è
> disponibile in rete, descritto attraverso un modello di dati
> RDF e distribuito in un formato basato sull'XML.
>
> I potenziali utenti del thesaurus dell' ETB sono, da un
> lato, coloro che si occupano di indicizzazione presso i
> servizi di documentazione didattica, editori e bibliotecari;
> dall'altro, alunni, insegnanti, dirigenti scolastici,
> studiosi e decisori politici interessati al materiale
> pedagogico in rete.
>
> Tra gli altri vantaggi, questo thesaurus favorisce:
> · una migliore efficienza nell'individuare informazioni,
> grazie a una lingua comune per indicizzatori e utenti, senza
> negare a questi ultimi la possibilità di usare la propria
> lingua e le proprie interfacce per le ricerche
> · la creazione di una lingua documentaria europea nel campo
> delle risorse pedagogiche.
>
> Per conoscere il progetto nei dettagli, visitate il sito:
> http://www.eun.org/eun.org2/goto.cfm?did=12233
>
> Per ulteriori informazioni, contattate:
> Mariano Sanz Prieto (mariano.sanz@eun.org)
> Tel +34 629 222 029
> Riina Vuorikari (riina.vuorikari@eun.org)
> Tel +32 2 790 75 75
>
> ________
>
> European Schoolnet
>
> European Schoolnet (EUN) è un'iniziativa di collaborazione
> cui hanno aderito ventitré
> Ministeri della Pubblica Istruzione europei. È una rete di
> reti che si avvale del sostegno dei Ministeri della Pubblica
> Istruzione nazionali e della Commissione Europea.
>
> Nell'ambito di EUN non collaborano soltanto i Ministeri
> della Pubblica Istruzione, allo scopo di promuovere l'uso
> delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione
> (ICT) per l'educazione, ma le scuole di tutta Europa possono
> beneficiare di vari servizi on-line. L'intento di European
> Schoolnet è quello di rafforzare la collaborazione tra le
> scuole a livello europeo, nonché incoraggaire l'uso delle
> ICT attraverso il suo portale (www.eun.org).

 

184

Subject:  Il computer nelle scuole: utile o dannoso?

Segnalo un articolo interessante nei contenuti e nella modalità dialogica :
quasi un invito a dire il proprio parere in merito :)
antonio gentile

http://www.apogeonline.com/webzine/2002/03/25/01/200203250101
Il computer nelle scuole: utile o dannoso?
di Umberto Santucci [usantucci@libero.it]

Il 24 novembre dell'anno scorso su "La Repubblica" è stato pubblicata una
corposa recensione del libro di Clifford Stoll "Confessioni di un eretico
high-tech. Perché i computer nelle scuole non servono", Garzanti, a firma di
Umberto Galimberti, il filosofo autore del bel libro "Psiche e Techne",
Feltrinelli. La lettura dell'articolo mi ha sorpreso e stimolato e cerco qui
di rispondere alle varie considerazioni

Il libro di Stoll è esaurito, quindi mi riferisco solo all'articolo di
Galimberti. Il procedimento è corretto perché vi si parla di vero e falso,
di reale e virtuale. Ma le informazioni ci arrivano dai media, dove anche la
scuola è un medium fra lo studente-famiglia e il sapere-società. Quindi in
questo caso non è necessario riferirsi al libro originale, ma si può partire
dall'articolo.

Ho immaginato, in questo giuoco di virtualità, di dialogare con questo
personaggio virtuale ottenuto dalla fusione dei due personaggi, Stoll e
Galimberti, e l'ho chiamato Galistol, perché per il lettore infine non c'è
una grande differenza fra l'uno e l'altro. Peraltro il ruolo di Galimberti è
molto simile a quello dell'insegnante di scuola, che a sua volta media fra
l'allievo/destinatario e il testo/emittente.

A Galistol risponde Umberturing, che sono io, ma potrebbe anche essere un
computer preparato per il test di Turing. Le cose che dice Galistol, subito
dopo le prime battute, sono copiate letteralmente dall'articolo di
Repubblica. Le cose che dice Umberturing sono le mie risposte.

Galistol: Negli Stati Uniti c'è l'intenzione di mettere tanti computer nelle
scuole, in modo che ogni studente abbia il suo.
Umberturing: Bene! La lezione di Seymour Papert è stata finalmente compresa.

G: Ma No. Anch'io la pensavo così fino a qualche tempo fa, e sono stato un
protagonista di internet. Poi mi sono ricreduto. La tecnica sta prendendo un
sopravvento eccessivo su qualsiasi altra forma di organizzazione della
nostra vita.
U: Ma come, proprio tu in "Psiche e Techne" hai fatto un lucidissimo saggio
sull'ineluttabile predominio della tecnica come strumento per costruire un
mondo più adatto alla sopravvivenza umana...

G: Non ce l'ho con la tecnologia. I computer non mi spaventano, ma mi
spaventa quel programma che prevede un computer per ogni studente, come se
bastasse introdurre nuove tecnologie per risolvere i problemi drammatici che
oggi affliggono la nostra scuola.
U: Certo che non basta, ma non è una buona ragione per non farlo!

G: L'educazione è una cosa diversa e molto più seria dell'alfabetizzazione
informatica. La scuola, e quindi il futuro della società, sono troppo
importanti per essere affidati ai fanatici delle neo-tecnologie, ai
fabbricanti di computer e di software e agli esperti di marketing.
U: Infatti. Sono le nuove tecnologie che devono servire agli educatori.
Questi però devono conoscerle quel tanto che basta per decidere come
utilizzarle a fini educativi.

G: Che problemi vengono risolti introducendo internet in ogni scuola?
U: Problemi di comunicazione e di informazione.

G: Che problemi possono crearsi dedicando sempre più il tempo dello studio a
strumenti elettronici?
U: Gli stessi che si crearono dedicando sempre più il tempo dello studio a
strumenti grafici come i libri. La perdita del rapporto diretto di pochi con
il maestro, il guadagno del rapporto mediato di molti con l'autore. Gli
strumenti elettronici non devono togliere tempo allo studio, ma velocizzare
le operazioni di ricerca, consultazione, copiatura, lasciando più tempo allo
studio inteso come elaborazione di concetti.

G: Che cosa si perde quando si adotta una nuova tecnologia?
U: Se la vecchia tecnologia faceva le stesse cose, sparisce. Se faceva cose
diverse, rimane e si sviluppa. La macchina da scrivere è sparita, il libro
no.

G: L'accesso illimitato all'informazione non va a scapito del buon senso e
della saggezza necessaria per interpretarla?
U: Le tecnologie forniscono l'accesso. L'insegnante deve pensare
all'interpretazione e strutturazione dei dati - lo faceva anche con i
libri - e deve dare agli allievi i criteri per limitare e orientare
l'accesso alle informazioni. La tecnologia ha il compito dell'accesso,
l'insegnante deve metterci buon senso e saggezza.

G: Davvero 50 minuti di lezione di un buon insegnante possono venire
liofilizzati in quindici minuti multimediali?
U: Il liofilizzato ha bisogno dell'acqua per ridiventare mangiabile. Anche
un learning object ha bisogno del lavoro di un tutor per diventare
digeribile. Certo, un "buon" insegnante è insostituibile, ma un insegnante
mediocre o cattivo?

G: Compito della scuola non è quello di fornire dati e sempre più dati, né
tanto meno quello di fornire risposte senza l'indicazione dei processi
attraverso cui a quelle risposte si giunge. Compito della scuola è fornire
metodi di ricerca e capacità di giudizio a partire dai quali i dati e le
risposte sono facilmente ottenibili.
U: Giusto. Infatti le tecnologie forniscono dati nel modo più veloce e meno
costoso possibile, la scuola deve fornire metodi di ricerca e capacità di
giudizio. Ma per fare ciò bisogna superare programmi e materie, e andare più
verso metodi cognitivi. Non imparare nozioni (soluzioni non richieste di
problemi non posti) ma imparare a imparare (definizione e soluzione di
problemi).

G: Al costo di una ventina di computer si può attrezzare un magnifico
laboratorio di fisica. Fra dieci anni, quando quei computer saranno da tempo
nella spazzatura, i diapason potranno ancora insegnare la risonanza, un
voltmetro dimostrerà perfettamente la legge di Ohm...
U: Ma queste erano tecnologie di tre secoli fa, quindi le scuole dovrebbero
avere già il laboratorio di fisica. Ed è pensabile un laboratorio di fisica
moderno senza computer che mostrino tutta la fisica nuova delle particelle e
dei buchi neri? Certo, per attrezzare una scuola di nuova costruzione
bisogna fare una scala di priorità. Prima di tutto concettualizzazioni, poi
simulazioni, infine strumenti ed esperienze reali, in una progressione di
costi.

G: È molto più facile mostrare simulazioni al computer della crescita delle
piante, di rane sezionate e di ecosistemi affollati. Ma gli effetti della
sostituzione della biologia da laboratorio con la biologia virtuale sono di
svuotare di significato la scienza e di eliminare il senso di esplorazione e
scoperta che porta infine alla comprensione.
U: La simulazione è meno dell'esperienza reale, ma è molto di più di una
descrizione verbale o un disegno (non sono anche questi simulazioni?). Per
molte cose, come la crescita di una pianta o la "visione" di un ecosistema,
l'esperienza reale è impossibile, mentre la simulazione, con la compressione
di tempi e spazi, rende il fenomeno molto più visibile. Una bella
simulazione tridimensionale non è molto migliore della piccola illustrazione
in bianco e nero che c'era nei vecchi libri?

G: Gli studenti svezzati dalla calcolatrice non sanno fare a mente una
moltiplicazione né una divisione. Nel loro sistema cognitivo l'aritmetica è
pressoché assente. Risolvono i problemi matematici con una calcolatrice.
Pigiano sui tasti, guardano i risultati e accettano ciò che la macchina dice
loro.
U: Se ci si libera dall'aritmetica, ci si può dedicare di più alla
matematica. Con una calcolatrice è molto più facile e veloce fare calcoli di
controllo come la vecchia prova del nove. Torniamo sempre all'insegnante,
che deve insegnare ad usare sia la calcolatrice, sia tutti gli altri
strumenti che facilitano calcoli ripetitivi e poco intelligenti, come le
tavole logaritmiche.

G: Siamo più menomati e più bisognosi di protesi tecnologiche. In una parola
siamo meno autosufficienti.
U: La civiltà è un aumento continuo di protesi tecnologiche, che ci
permettono di espandere le nostre capacità e i nostri sensi, dalla pietra
scheggiata fino al telefono cellulare. Del resto un cittadino di New York o
di Milano, messo a vivere nudo nella giungla amazzonica non durerebbe due
giorni. Se dipendiamo dalle tecnologie siamo poco autosufficienti, se le
utilizziamo per quello che ci servono possiamo conservare una certa
autosufficienza, un certo governo di noi stessi. Ma poi, perché dovremmo
essere autosufficienti? Non siamo animali sociali?

G: Lo stesso è per la scrittura a mano: calligrafia e grammatica non vengono
considerate degne di insegnamento, vengono messe da parte a favore del word
processing. Risultato, pochissimi studenti universitari sanno scrivere in
modo chiaro, con periodi che stiano in piedi.
U: Beh, qui si confonde fra calligrafia, grammatica e strutturazione del
pensiero verbale. Il word processor aiuta a scrivere con bella calligrafia
(come a stampa), a strutturare il pensiero con l'outliner, a correggere, a
segnalarci errori, a conteggiare parole, a copiare e incollare.
Naturalmente, a monte di tutto ciò c'è la capacità di organizzare
visivamente una pagina, di organizzare le idee, di esprimersi con
correttezza grammaticale e lessicale. Ma per ottenere ciò serve un buon
ambiente linguistico-culturale in famiglia e un buon lavoro dell'insegnante.

G: Ma gli inconvenienti più gravi dell'informatizzazione generalizzata della
scuola sono la marginalizzazione della realtà "fisica" a favore di quella
"virtuale" e la riduzione drastica dei processi di socializzazione.
U: Ma non è bene pensare che non ci sia solo un tipo di realtà? Vogliamo
rileggerci "Flatlandia" del reverendo Abbott? Religioni, arte, letteratura,
non si basano tutte su realtà "virtuali"?

G: Con un software opportuno posso visitare Roma senza averci mai messo
piede, navigare sotto l'oceano senza bagnarmi e perfino fingere un gioco
violento senza neppure graffiarmi.
U: Anche con i racconti di viaggio, da Marco Polo a Montaigne e a Goethe,
posso "viaggiare" senza muovermi da casa. Verne con "Ventimila leghe sotto i
mari" mi portava sotto l'oceano senza bagnarmi. Gli scacchi sono un antico
war game dove ci si uccide senza graffiarsi. Comunque posso sempre scegliere
se informarmi su un luogo o se andarci, ammesso di avere le disponibilità
economiche.

G: A me pare che le tecnologie cognitive informatizzate siano una drastica
forma di de-realizzazione, una via per sostituire il "non vero" al "vero",
il "non reale" (= il virtuale) al "reale", per simulare cose che non si
possono o non si vogliono fare.
U: Che cosa c'era di "vero" nei libri di testo del passato? E nelle opinioni
dell'insegnante? E nei programmi scolastici?

G: Il nostro fare si ridurrà solo ad una seduta in cui si smanetta su una
tastiera e si occhieggia un monitor?
U: Qui si confonde fra hardware e software. E' come dire che chi legge un
libro non fa altro che tenere pezzi di carta fra due polpastrelli e
occhieggiare lettere dell'alfabeto! O chi suona il violino non fa altro che
strofinare crini di cavallo su un budello secco. Il fare diventa ricerca di
emozioni forti, come le scalate su cascate di ghiaccio o il buttarsi dai
ponti appesi ad una corda elastica, cose che fino a dieci anni fa non si
facevano certo!

G: Ai processi di de-realizzazione che l'uso incontrollato del computer in
età scolare alimenta si aggiungono i processi di de-socializzazione. Infatti
solo una persona alla volta può interagire con un computer, il che comporta
meno relazioni con gli amici.
U: Anche il leggere e lo scrivere da pratiche collettive sono diventati man
mano pratiche solitarie. La scuola del resto predilige il lavoro individuale
a quello di gruppo (non copiare, non parlare). E per computer che cosa si
intende, le tecnologie dell'informazione e comunicazione o dispositivi di
input e output? Cambiando questi dispositivi un computer "personale" può
diventare uno strumento di gruppo e di collaborazione. Per non parlare delle
reti.

G: Con quali danni sostituiremo la comunità reale del vicino di casa, del
compagno di scuola, dell'amico del bar con la comunità virtuale delle voci
senza volto con cui pensiamo di comunicare via e-mail o con i messaggi
telegrafici e inespressivi Sms?
U: Ma quando mai i vicini sono stati persone interessanti? Se lo fossero le
riunioni di condominio sarebbero serate eccitanti! Non è sempre successo che
si sia cercata l'affinità elettiva con persone di altri luoghi e altri
tempi? E non ci sono sempre stati scambi epistolari pieni di passione e di
idee?

G: E tutto quel linguaggio che non passa attraverso la parola, ma attraverso
il corpo, e che è indispensabile per la formazione di un'identità che, al
pari della forza del carattere, della fiducia, della determinazione, della
perseveranza non si scaricano da un sito web?
U: Ma perché paragonare una pagina web al contatto reale e non ad un'altra
pagina? Il libro non usa solo un linguaggio verbale? E l'identità di
scrittori, intellettuali, filosofi, non si è sempre formata per lo più
attraverso i libri? Hemingway ha avuto una vita avventurosa, Kafka ha sempre
fatto l'impiegato. Ambedue hanno trasfigurato nella letteratura il loro
mondo. E chi ha detto che da una pagina web non si possano scaricare
emozioni? E tanti guru dell'informatica, da Steve Jobs a Linus Torvalds, non
hanno dato prova di forza di carattere, fiducia, determinazione,
perseveranza?

G: Informatizzando la scuola e inondandola di computer si determina una
progressiva facilitazione e un graduale aumento della semplicità delle
strutture interpretative con cui affrontare la realtà. Sarà per questo che i
giovani di oggi sanno dire solo "sì o no", sono favorevoli o contrari, senza
zone intermedie, senza perplessità, senza scorgere, al di là delle risposte
dicotomiche a cui il codice binario del computer allena, scenari più
complessi, paesaggi più articolati.
U: Perché il computer semplifica le strutture interpretative con cui
affrontare la realtà? A volte le semplifica, a volte propone strutture molto
complesse. Del resto una struttura interpretativa di per sé è una
semplificazione, perché se fosse più complessa della cosa da interpretare
sarebbe inutile.
Il codice binario appartiene agli strati più profondi del computer, ed è
binario come quello dei nostri neuroni. Ma un po' più su si trovano già le
funzioni booleane "e", "o", "non", le procedure ricorsive, il meccanismo
"se...allora", le funzioni random, i cluster, vale a dire quanto di più
lontano dalla dicotomia sì/no. Solo per fare un esempio in campo grafico, si
può passare dal bianco al nero attraverso 256 livelli di grigio, e da un
colore all'altro attraverso 64.000 passaggi di colore. Altro che dicotomia
del bianco/nero!

G: Scenari complessi e paesaggi articolati richiedono vie più intrecciate di
quelle offerte dalle autostrade della rete che sembrano costruite apposta
perché gli utenti vedano ciò che altri hanno deciso che vedano.
U: E i libri? E tutti i media informativi? E le arti figurative? E il
cinema? Non sono sistemi dove alcuni decidono che cosa gli altri devono
vedere e sapere? E la scuola stessa è un'autostrada dove si può fare solo un
certo percorso. Ma poi il giovane si destreggia fra buoni e cattivi maestri,
buoni e cattivi esempi, mode, influenze di gruppi, e pian piano si crea la
sua personalità. Mai come con internet un sistema informativo è stato più
aperto e meno condizionato da poteri editoriali.

G: Che sia questo il nuovo modo con cui si promuove la gestione delle masse,
dando a ciascuno l'illusione della libertà e creando di fatto individui già
singolarmente massificati, perché a tutti, sia pure in modo individuato, è
stato fornito lo stesso mondo da consumare, già interpretato e già
codificato nel suo significato, senza che l'individuo possa disporre di un
giudizio personale, perché la scuola informatizzata non gli ha dato gli
strumenti per essere in grado di formarsene uno?
U: Una caratteristica delle nuove tecnologie dell'informazione e
comunicazione è proprio la demassificazione. Le comunità virtuali sono
realtà molto diverse dai pubblici discografici o televisivi. La
controinformazione fatta per esempio per il G8 di Genova è un'amplificazione
dei ta-tse-bao degli anni 70. Ognuno può scrivere le sue idee e condividerle
con un gruppo di discussione.
Del resto anche il libro di testo e i programmi scolastici tendono ad una
omologazione. Lo stesso concetto della scuola dell'obbligo si basa su una
base minima di istruzione che tutti devono avere secondo criteri imposti
dallo stato. Partendo da questa base è proprio l'insegnante che deve far
sviluppare al meglio gli allievi, seguendoli con curricula personalizzati.

A questo punto Galistol tace, e anche Umberturing non ha più input a cui
reagire. Io riprendo in mano la situazione, e concludo con quanto dicono
Novak e Gowin a proposito della scuola (Imparando a imparare, SEI, 2001).
Essa si basa su quattro elementi: insegnamento, apprendimento, curricolo,
ambiente. All'insegnamento corrisponde l'insegnante, all'apprendimento
l'allievo, al curricolo contenuti e abilità (programmi, materie),
all'ambiente spazi scolastici, classi più o meno numerose, libri di testo,
laboratori, attrezzature. Secondo questa classificazione, i computer fanno
parte dell'ambiente, quindi non si può prescindere dagli altri tre elementi.
Dotare l'ambiente di computer non significa affatto penalizzare insegnanti,
allievi e curricula.

Tuttavia il problema posto da Galimberti e Stoll è serio, se il computer va
ad invadere gli altri spazi e sottrae risorse ad altre cose. Una buona
direzione didattica dovrebbe servire a bilanciare le risorse, e quindi a
decidere se e come fare il laboratorio fisico accanto ai computer.

Infine, sempre Novak e Gowin dicono che l'apprendimento recettivo, basato
sulla memoria, deve evolvere nell'apprendimento per scoperta, basato sulla
ricerca. Fino a qualche tempo fa la scuola si basava più sulla memoria che
sulla ricerca. Ma il computer, a cominciare dai videogame tipo Playstation,
è fortemente euristico perché il bambino man mano scopre le regole del gioco
per continuare a giocare. E anche le reti ipertestuali sono più simili ad un
ambiente di ricerca che ad un testo statico che va studiato per domani da
pagina 22 a pagina 24.

 

193

Subject:  Auguri

Cari auguri a tutti di buona Pasqua
Antonio Gentile

 

195

Subject:  Istruzioni per la terza fase del corso LNVM

Con la consegna dei lavori prevista a partire da mercoledi' prossimo, inizia
la fase conclusiva del corso.
Procederemo pertanto all'analisi dei lavori e alla messa in rete dell'intero
ipertesto con struttura simile a quella dello scorso anno scolastico.
Sarà così possibile passare ad una visione d'insieme della ricerca su
"Informazione e comunicazione in rete" che consentirà interventi e
suggerimenti di arricchimento sui singoli lavori e la ripresa del discorso
più generale, anche alla luce del funzionamento e dei limiti della mailing
list.
Su quest'ultimo punto vi sono già stati alcuni interventi che occorre
riprendere in modo critico e propositivo.
In altre parole si è invitati ad intervenire con osservazioni, proposte,
analisi e suggerimenti su:
- i singoli lavori che comporranno l'ipertesto
- l'esperienza fatta con la ricerca di gruppo ( CIASCUNO DEVE autodichiarare
il contributo dato al lavoro di gruppo)
- analizzare il funzionamento ed i limiti della mailing list
- valutare l'esperienza del corso e suggerire proposte migliorative
I quattro punti sopra elencati sono naturalmente intrecciati, ma per
chiarezza metodologica e' bene , volta a volta, soffermarsi analiticamente
su ciascuno di essi. In tal modo sarà possibile realizzare quel collegamento
tra i diversi interventi che finora si è poco sviluppato.
Se non sempre e non per tutti è finora risultato chiaro il legame fra lavoro
individuale e lavoro collettivo, fra tema specifico e tema generale, fra
semplice presenza e reale protagonismo in questo progetto di lavoro in rete
, si spera che un maggiore impegno collaborativo di analisi ed
approfondimento aggregato sui quattro punti di intervento possa - con il
contributo di tutti - far emergere le potenzialità positive di una
formazione on line.
Ho detto potenzialita'...:))
Saluti a tutti
antonio gentile
"Nessun vento e' favorevole per chi non sa dove andare,
ma per chi sa, anche la brezza sarà preziosa". Rilke

P.S. Per i piu' distratti , ricordo che il logo della home dello scorso anno
scolastico era :
"Se vuoi costruire una nave,
non radunare gli uomini
per raccogliere il legno
e distribuire i compiti,
ma insegna loro
la nostalgia del mare ampio e infinito."
(A. de Saint-Exupery)

 

217

Subject:  Re: [lnvm] Richiesta informazione tecniche. GIOVANNI MANGINI

----- Original Message -----
From: "b_boy_john2001" <b_boy_john2001@yahoo.it>

Subject: [lnvm] Richiesta informazione tecniche. GIOVANNI MANGINI


Per un ultima revisione del lavoro mi sarebbe molto utile sapere 2
informazioni.

1- Come si fa ad creare un collegamento ipertestuale tra un immagine
ed un eseguibile?
-----------------------------
Selezionata l'immagine, crei il collegamento con xxfile.exe, in modo analogo
a qualsiasi altro collegamento.....
---------------------------------

2-dato che il lavoro sarà messo in internet, è consigliabile usare un
particolare tipo di scrittura o è possibile operare una scelta
individuale?
GRAZIE

---------------------------
come gia' detto altre volte, e' opportuno salvare i files in formato html ,
avere cura
di non lasciare spazi bianchi nel nome (prescelto) di ciascun file ed
inserire il tutto in una cartella con lo stesso nome del titolo della
ricerca
Saluti
antonio gentile

 

218

Subject:  distribuzione LINUX

Partecipando a liste di discussione sul software libero, ho avuto
opportunita' di conoscere (questo per dire che la partecipazione alle
mailing list serve...!:) un'offerta gratuita alle scuole di Suse Linux.
Si tratta di pacchetti contenenti diversi cd di LINUX 7.2 con relativi
programmi e tool multimediali corredati da manuali di installazione ed
utilizzo.
Fatta la richiesta tramite scuola, è pervenuto in questi giorni, il
materiale richiesto.
Pertanto tutti i frequentanti i corsi di LNVM che sono interessati ad avere
a titolo gratuito un pacchetto Suse Linux 7.2 sono invitati a passare
dall'Aula 162 ( Centro Documentazione; CIC...insomma accanto alla
biblioteca) per ritirare il pacco , giovedi' ( a partire dal prossimo 11/4)
alla III ora.
Si tratta, per chi non fosse a conoscenza, di un sistema operativo 'open
source' creato originariamente da Torvalds Linus e sviluppato dalla comunità
di ricercatori con una filosofia di base diversa dal sistema proprietario e
chiuso dei più noti software della Microsoft ( ad es Windows o Office ) e
che sempre piu' si mostra concorrenziale per stabilità, sicurezza e
prestazioni.
Per chi e' interessato a sapere di più segnalo alcuni Link in italiano come
punto di partenza:
http://www.linux.it/
http://www.linuxdidattica.org/
http://www.scuolan.it/
http://www.linuxlinks.it/
Per chi è gia' informato e vuol cogliere l'occasione di utilizzare o
approfondire questo software che rimanda ad una informatica solidale,
l'appuntamento e' per giovedi' III ora...(fino ad esaurimento pacchi)
saluti
antonio gentile

 

220

Subject:  Teoma, il concorrente di Google

http://www.apogeonline.com/webzine/2002/04/09/02/200204090201
Teoma, il concorrente di Google
di Davide Pellegrino

Chi li usa sa quanto possano essere un utile strumento per muoversi
nell'oceano della Rete: parliamo dei motori di ricerca, una famiglia in
continua evoluzione e sempre in crescita.
Alcuni Ricercatori dell'Università Rutgers, nel New Jersey ne hanno fatto
nascere uno nuovo e lo hanno battezzato Teoma. Il progetto è ambizioso,
visto che il nuovo nato si prefigge lo scopo di detronizzare Google nel
cuore degli utenti Internet: lo si vede già dalla pagina principale, simile
a quella del famoso strumento di ricerca.
Il neonato search engine si di mostra semplice, rapido ed efficace, ma
adotta una strategia di analisi e ricerca diversa dal suo concorrente.
Mentre Google classifica i risultati in funzione della loro "popolarità",
cioè rispetto al numero di link che puntano verso un sito più il numero di
click sui risultati legati alla medesima richiesta, Teoma classifica per
categorie. Sulla sue pagine, a fianco della casella in cui inserire la
chiave di ricerca, vi sono le opzioni per raffinare la ricerca in funzione
di un tema preciso.
Teoma è stato concepito da un team di sviluppatori fondato nel 2000 a
Piscataway, nel New Jersey, da un gruppo di scienziati della Rutgers
University, ed è stato venduto ad Ask.com nel 2001.
Tra i suoi sviluppatori vi sono Apostolos Gerasoulis, professore
all'Università Rutgers ed esperto in matematica applicata e computo numerico
e Tao Yang, professore alla UC Santa Barbara ed esperto in computo
scientifico e sistemi paralleli e distribuiti.
Per ora Teoma ha un difetto: non riconosce le lettere accentate. Un vezzo
anglosassone.

 

228

Subject:  Re: [lnvm] PESO FORMA

----- Original Message -----
From: "Vito" <vitopesola@libero.it>

Subject: [lnvm] PESO FORMA



> Le immagini, se proprio sono indispensabili, vanno compresse in formato
jpg:
> questo significa che potete avere la stessa immagine ma con un peso 10 a 1
> inferiore alla bitmap ao tiff di partenza; questo discorso è valido
> soprattutto per la immagini scannerizzate.
------------
Occorre tener conto della raccomandazione di Pesola rispetto al formato (
peso ) delle immagini.
Ricordarsi, inoltre, di salvare e quindi consegnare in html, come piu' volte
detto.
------------------
>Il morbo dell'utente inesperto è infatti quello di inquinare dei bei lavori
con immagini di dimensioni spropositate:
------------------
Bhe , ricordiamoci che questo non e' un corso per esperti e neanche un corso
centrato sulla tecnica ma , ricordiamo anche questo, innanzitutto sulla
COMUNICAZIONE e pertanto non lasciamoci andare col linguaggio , diciamo
cosi', "troppo amichevole" o "troppo affettuoso"...
Si tratta di collaborare, non di criticare, e costruire insieme conoscenze
Saluti a tutti
antonio gentile

 

231

Subject:  Fw: Rivista on-line: Almanacco della Scienza

Ricevo questo comunicato e lo inoltro alle liste perche' di interesse comune
antonio gentile
----- Original Message -----
From: <Almanacco@UfficioStampa.Cnr.It>
To: <mogent@libero.it>
Sent: Friday, April 12, 2002 10:21 AM
Subject: Rivista on-line: Almanacco della Scienza


> Egr. Dottore,
> innanzitutto mi presento, sono Roberto Alatri, Capo Ufficio Stampa del
> Consiglio Nazionale delle Ricerche e Direttore della rivista telematica
> del CNR 'Almanacco della Scienza'. Le scrivo per presentarle questa nostra
> nuova iniziativa rivolta al mondo delle scuole (alunni ed insegnanti delle
> medie e delle superiori).
> L'Almanacco della Scienza, accessibile all'indirizzo
> www.almanacco.rm.cnr.it, sta riscuotendo notevole interesse e diverse
> scuole si sono già iscritte e ricevono periodicamente via e-mail i nuovi
> numeri. Il periodico, che ha cadenza quindicinale, si propone come
> strumento per divulgare non solo i progetti e le iniziative del Consiglio
> Nazionale delle Ricerche, ma anche le informazioni scientifiche che
> possano incuriosire, interessare e essere utili ad un pubblico giovane.
> Ogni numero è dedicato ad un argomento specifico: spazio, droga, motori,
> didattica, eccetera, e quello di oggi affronta il tema del desiderio.
>
> Mi auguro che L'Almanacco possa suscitare anche il suo interesse e che
> possa ritenere utile ed importante divulgarlo alle scuole dell'area
> geografica di Sua competenza.
>
> Mi consideri a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
>
> Distinti saluti
>
> Roberto Alatri
>
> - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
> Roberto ALATRI
> Capo Ufficio Stampa Cnr
> Consiglio Nazionale delle Ricerche
> 'Ufficio Stampa'
> P.le Aldo MORO, 7
> 00185 - Roma
> Tel. 0649933383, 3474184430, 3358469981
> Fax 0649933074
> e-mail: r.alatri@ufficiostampa.cnr.it
> e-mail Uff.: stampa@ufficiostampa.cnr.it
> http://www.stampa.cnr.it
> http://www.almanacco.rm.cnr.it

 

236

Subject:  Metti Linux al Ministero

Un chiaro articolo su L'Espresso di questa settimana illustra un progetto di
legge per l'introduzione del software libero ( open source) negli uffici
pubblici.
Il primo firmatario del progetto, Fiorello Cortiana, stabilisce un parallelo
tra ciò che succede nell'ingegneria genetica e afferma : «Sono due nuovi
alfabeti, che nella società della comunicazione dovrebbero essere a
disposizione di tutti».
saluti
antonio gentile

http://www.espressonline.kataweb.it/ESW_articolo/0,2393,32484,00.html
Free software
Metti Linux al ministero
Un disegno di legge firmato dai senatori dell'opposizione. Per il pluralismo
informatico e l'adozione del software libero negli uffici pubblici. Per
contrastare lo strapotere di Bill Gates

di Pier Paolo Filippi
Alcuni, come i duemila firmatari di un appello rivolto un anno fa ai
ministeri della Funzione Pubblica e del Tesoro (www.interlex.it), la
definiscono "soggezione". Altri invece, come i membri di Alcei
(www.alcei.it), una libera associazione per la difesa dei cyberdiritti dei
cittadini italiani, parlano addirittura di "schiavitù elettronica". Tutti,
in ogni caso, vogliono denunciare la situazione di dipendenza in cui versano
i sistemi informatici della pubblica amministrazione italiana. Fatta
eccezione per alcune isole (una di queste è il comune di Firenze), dentro
ministeri, posti delle forze dell'ordine, banche, anagrafi e un'altra
infinità di uffici pubblici i sistemi informatici funzionano infatti con
piattaforme operative e software forniti quasi esclusivamente dalla
Microsoft.

L'alternativa, se ne parla da anni, è rappresentata dai sistemi operativi
aperti e dai programmi cosiddetti open source come Linux, ritenuti più
economici, efficienti e sicuri dei programmi proprietari. Oggi finalmente,
seguendo l'esempio di paesi come la Francia, la Gran Bretagna e la Germania,
anche in Italia la politica fa sua la battaglia per il "free software",
attraverso un disegno di legge sul pluralismo informatico e l'adozione del
software libero depositato lo scorso 20 marzo su iniziativa di un gruppo di
senatori di opposizione e che porta la prima firma del verde Fiorello
Cortiana.

"Lo Stato favorisce il pluralismo informatico, garantendo l'accesso e la
libertà di scelta nella realizzazione di piattaforme informatiche,
eliminando ogni barriera dovuta a diversità di standard", recita l'articolo
1 del ddl, che ha già raccolto firme di esponenti di tutti gli schieramenti
politici e che sarà discusso in un intergruppo parlamentare per l'
innovazione tecnologica e la cittadinanza telematica, un organismo informale
promosso dallo stesso Cortiana. Se fosse approvato, il provvedimento
obbligherà la pubblica amministrazione ad adottare esclusivamente free
software e a pubblicare solo materiale e documenti elettronici in formato
libero, in modo che i cittadini possano accedervi indipendentemente dal
sistema utilizzato.

«Dietro l'iniziativa non ci sono solo motivazioni di carattere economico
legate ai costi sostenuti dalle varie amministrazioni per l'acquisto dei
sistemi operativi e delle licenze per i software proprietari», spiega
Cortiana. «Una situazione di monopolio (in questo caso di Microsoft, ndr)
comporta problemi altrettanto gravi in termini di sicurezza dei sistemi
informatici e di privacy dei cittadini, così quella in favore del software
libero assume sempre più i contorni di una battaglia culturale», aggiunge il
senatore. «L'alternativa è la diffusione di sistemi operativi liberi, che
sono costruiti e migliorati da una comunità globale di programmatori intorno
ai quali si sta sviluppando una vera e propria nuova economia».

Il nodo è quello della segretezza dei codici sorgente, che sta costando al
colosso di Redmond numerosi ricorsi da parte delle autorità antitrust di
mezzo mondo, negli Usa e nell'Unione Europea. Senza codice sorgente,
infatti, è impossibile sapere cosa faccia un determinato software, per
esempio se raccolga informazioni sulle abitudini di navigazione dell'utente,
come già si è verificato in passato su alcuni software proprietari. Non
solo: l'impossibilità di apportare modifiche al software pone gli utenti in
una situazione di assoluta dipendenza dalla casa madre, obbligandoli ad
acquistare sempre nuove versioni di programmi che differiscono dalle
precedenti solo per piccoli particolari.

Altrettanto gravi, sottolinea ancora Cortiana, sono i problemi di ordine
propriamente culturale. Se è vero che quella informatica rappresenta ormai
una vera e propria modalità di linguaggio, lasciare che sia una sola o poche
aziende a gestire i computer di tutto il mondo - la Microsoft detiene l'80
per cento del mercato degli home pc - è un po' come attribuire a un soggetto
privato la titolarità della lingua nazionale, lasciandogli il potere di
decidere quali parole usare, come, con quale significato e quando, così come
quello di crearne di nuove e di porne altre in desuetudine. «È possibile
scorgere un parallelo tra ciò che succede nell'ingegneria genetica, dove è
in atto una corsa al brevetto delle sequenze dei geni, e ciò che avviene
nell'informatica per quanto riguarda il brevetto degli algoritmi dei
software», dice Cortiana, che negli incarichi passati ha avuto modo di
occuparsi di entrambi i temi. «Sono due nuovi alfabeti, che nella società
della comunicazione dovrebbero essere a disposizione di tutti».

Tra gli scopi del provvedimento in discussione a Palazzo Madama c'è anche
quello di favorire la ricerca scientifica nell'ambito dei free software da
parte di enti pubblici e privati, per lo sviluppo di programmi da rilasciare
sotto licenza di software libero, così come quello di riconoscerne il valore
formativo negli ordinamenti didattici nazionali e di privilegiarne l'
insegnamento. Se per approvare il disegno di legge, visto il sostegno
trasversale degli schieramenti politici, il Parlamento dovrebbe impiegare
pochi mesi, decisamente più lungo si annuncia il processo di "riconversione"
dei sistemi informatici della pubblica amministrazione. «Potrebbero servire
anni - conclude Cortiana - ma si tratta di un processo assolutamente
necessario e non più derogabile».

03.04.2002

 

239

Subject:  Swif, il sito filosofico

http://www.caffeeuropa.it/newmedia/175nuovimedia-florid.html
Swif, il sito filosofico
Luciano Floridi con Alessandro Lanni

Luciano Floridi insegna filosofia all'Università di Oxford. È uno dei famosi
"cervelli in fuga" dall'Italia che hanno trovato ospitalità e lavoro
all'estero, ma non sembra troppo affranto. Da anni, Floridi dirige quello
che senza paura di smentite è il più importante sito dedicato alla filosofia
nel nostro paese: lo Swif . In questa intervista Floridi ci svela le
difficoltà che ci furono per mettere in piedi un portale filosofico, che
poco ha a che fare con lo spirito della New Economy e molto con la indirizzo
originario della Rete: poco business e molta passione.

Tra le risposte di Floridi si intravede una speranza, fatta nascere
dall'avvento dei New Media, per la filosofia dichiarata morta e sepolta
nell'epoca del Postmoderno.

Floridi, a quando risale e a chi si deve l'idea di un sito italiano dedicato
interamente alla filosofia?

Lo Swif è un mio progetto, ma nel corso degli anni è cresciuto grazie al
lavoro e al supporto di tantissime persone. L'idea risale al 1995. In quel
periodo organizzai a Roma un convegno dal titolo Filosofia & Informatica -
Primo incontro italiano sulle applicazioni informatiche e multimediali nelle
discipline filosofiche. Durante il convegno ebbi modo di discutere con
diverse persone il progetto per un sito Internet nazionale dedicato alla
filosofia. L'idea venne accolta con freddezza. A quel tempo si trattava di
creare un catalogo Gopher. Eravamo ancora in una cultura DOS. Internet e il
Web erano ancora due cose distinte.



Nel '95 solo pochi eletti conoscevano Internet. Immagino poi l'entusiasmo
nell'accademia italiana...

All'inizio cercai di convincere l'Istituto Filosofico di Napoli ad
appoggiare il progetto. Non se ne fece nulla. Parlai con altri colleghi.
Niente. Internet era ancora un fenomeno troppo nuovo. Le reazioni andavano
da un atteggiamento scettico e un po' luddista al timore di un'invasione di
pedofili. Non sto scherzando. Mancava completamente quella che oggi si
chiama, con un' espressione poco elegante, una "cultura della Rete". Non
solo tra i filosofi. Sempre in quel periodo proposi a Repubblica di
pubblicare una Guida ad Internet a dispense. Dopo un paio di incontri un
lungimirante caporedattore decise che l'idea non aveva futuro. Discussi con
una casa editrice romana di grande prestigio il progetto per un'introduzione
all'informatica per filosofi. La responsabile mi rispose che Internet era
solo una moda passeggera e che il libro non avrebbe venduto.

Dopo diverse peregrinazioni incontrai Mauro di Giandomenico, professore di
storia della scienza all'Università di Bari. Mauro è stato uno dei pionieri
dell'informatica umanistica in Italia. Si entusiasmò subito, mi mise in
contatto con il CASPUR (Consorzio per le Applicazioni del Supercalcolo per
l'Università e la Ricerca), e insieme al LEI (il Laboratorio di
Epistemologia Informatica, creato e diretto da Mauro) e al Centro di Calcolo
dell'Università di Bari, riuscimmo a far decollare il progetto, nel 1996.

Quante sono, a oggi, le persone che collaborano con voi dello Swif?

Ho iniziato da solo. Oggi la redazione dello Swif si compone di circa 60
persone e di oltre un centinaio di collaboratori. Dico circa perchè lo Swif
è una struttura estremamente dinamica, in continuo sviluppo. Ad esempio, in
questi giorni stiamo per lanciare due nuovi servizi, un forum per seminari
online dedicato alla scuola, e un quaderno dedicato alla filosofia antica.

Esistono delle linee generali che seguite o la crescita è lasciata agli
interventi e gli interessi dei collaboratori?

Lo Swif è una confederazione diretta da un tiranno illuminato (speriamo). La
linea operativa da me stabilita è molto semplice, ma non sempre facile da
implementare: nessun regolamento scritto (l'intelligenza serve a capire come
ci si deve comportare), massima semplificazione delle procedure, delega
degli incarichi, responsabilizzazione (anche nel senso di accountability) di
chi veramente svolge il lavoro, autonomia dei singoli redattori e
responsabili, che godono di tutta la mia fiducia, meritocrazia. In ciascun
settore, ci si aspetta dalla persona responsabile competenza, affidabilità,
spirito di inziativa e idee innovative. Per tutte queste ragioni il
turn-over all'interno della redazione è piuttosto alto.

Dunque, per partecipare allo Swif è sufficiente un'idea e voglia di fare?

Esattamente. Per quanto riguarda la crescita dei contenuti, chiunque abbia
un buon progetto in mente può proporlo, discuterlo e lanciarlo all'interno
dello Swif. I criteri di selezione sono la serietà, l'utilità e la
fattibilità del progetto. Le iniziative prendono forma nel corso della
discussione con altri membri della direzione (Roberto Miraglia e Andrea
Rossetti) e quindi vengono assegnate a un responsabile, che si impegna a
dirigerle. Da quel momento in poi, il progetto cammina sulle proprie gambe.
Siamo sempre alla ricerca di nuovi redattori o redattrici.

Lo Swif esprime uno stile filosofico preciso o è aperto a più tagli?

Come contenuti e orientamenti, ho sempre cercato di mantenere lo Swif in una
posizione quanto più possibile equilibrata. L'unica distinzione che apprezzo
è quella tra cialtroneria e filosofia, e questa è trasversale rispetto a
quella analitici/continentali. Detto questo, il fine è quello di fornire ai
nostri utenti una visione della filosofia sprovincializzata, non
campanilistica e soprattutto non storicistica. Lo Swif intende fornire
strumenti e stimoli per fare ricerca teorica, per questo si occupa di temi e
problemi filosofici, non di archeologia. Da un punto di vista stilistico, lo
Swif è rigorosamente wittgensteiniano: invitiamo gli autori a parlare solo
degli argomenti di cui sanno parlare con chiarezza e di tacere sul resto.



Ho l'impressione che lo Swif incarni in pieno lo spirito originario della
Rete: passione per qualcosa (nel vostro caso la filosofia), volontariato
(nessuno o quasi è pagato), interesse per il lavoro d'equipe. Che ne pensi?

Hai perfettamente ragione. Nel corso degli anni, abbiamo imparato a lavorare
online, creando un bacino di esperienze (know-how) invidiabile. Lo Swif è
anche un laboratorio virtuale. Un piccolo esempio per intenderci: Roberto
Miraglia e Andrea Rossetti sono i due capi-redattore dello Swif, Matteo Abbà
è il segretario di redazione e Matteo Ferrini è il webmaster. Roberto è l'
unico che ho incontrato fuori della Rete.

Pensi che il Web sia un'opportunità per la filosofia oppure ne dichiara la
fine?

Penso che il Web sia una straordinaria opportunità, per varie ragioni. Come
strumento per la ricerca e per la didattica, il Web già fornisce possibilità
enormi, e il futuro è certamente ricco di ulteriori novità. Come fonte di
riflessione e fenomeno culturale, il Web fa pare di quella "information
revolution" che a mio avviso sta trasformando profondamente che cosa si
intende per filosofia oggi.

Allarghiamo il discorso: che spazio esiste per la filosofia nell'era delle
nuove tecnologie. Intendo, dobbiamo "accontentarci" semplicemente di un
grande archivio oppure i "new media" sollevano questioni realmente nuove?

Ottima domanda, ma richiederebbe un libro come risposta. Il libro arriverà,
spero. Per ora mi limiterò a poche battute. Nella società dell'informazione,
le domande filosofiche, le metodologie adottate per discuterne, il modo di
concettualizzare le risposte, lo stesso vocabolario, sono profondamente
innovati. Il nuovo paradigma filosofico con il quale ci confrontiamo oggi è
quello della "philosophy of information" (si veda "What is the Philosophy of
Information?" disponibile presso www.wolfson.ox.ac.uk/~floridi/). Esso offre
temi nuovi alla riflessione e nuove prospettive metodologiche per
comprendere temi passati. Ciò presuppone una visione della storia della
filosofia come un processo attraverso il quale argomenti di carattere
matematico e empirico vengono via via affidati a nuove discipline
scientifiche.

Se le cose stanno così, che fine fa la filosofia?

La filosofia cresce impoverendosi. Deve certamente fare i conti con la
scienza, ma non scimmiottarla. Se un problema ha una soluzione definitiva,
che può essere provata, allora sappiamo che quel problema non è un problema
filosofico. Quando si parla di morte della filosofia bisogna intendersi. Il
cadavere è quello della philosophia perennis, intesa come riflessione
atemporale ed eterna sull'immutabile. La filosofia non può pretendere di
avere un reale impatto sulla realtà e poi stupirsi - quando in effetti la
realtà muta anche a causa della riflessione filosofica - di dover
riorientare i propri interessi per continuare a influenzare la realtà
stessa. La riflessione filosofica deve essere culturalmente tempestiva, non
atemporale. Questa è la lezione della civetta di Hegel.

Facciamo un esempio: il Digital Divide è una questione che deve interessare
i filosofi? Questo intendi con il carattere "culturalmente tempestivo" che
la filosofia dovrebbe possedere?

Hai colto nel segno. Il Digital Divide è un ottimo esempio. Un problema
sorto solo oggi, a causa della diversa distribuzione delle risorse
informatiche.

Può indicare altri campi in cui i new media "incrociano" la filosofia?

Cercherò di cavarmela con un riferimento ad un volume che ho appena finito
di curare.
Si tratta della Blackwell Guide to the Philosophy of Computing
and Information.
Il libro contiene 26 capitoli, ciascuno dedicato ad una
nuova area creata o trasformata radicalmente dalle nuove tecnologie
digitali, si va dalla Computer Ethics all'Estetica dei new media, dalla
Filosofia dell'intelligenza artificiale alla Filosofia dell' "artificial
life", dall'Ontologia formale alla Metafisica della realtà virtuale. Per
saperne di più, si può consultare la mia pagina web , cliccando su Blackwell
Guide.

 

240

Subject:  Guide per la Rete: il lato umano di Internet

http://www.newbrainframes.org/rassegna/art.php3?id=1585
Guide per la Rete: il lato umano di Internet
di A. Guigoni (Apogeonline del 15/04/2002)

Da qualche tempo fanno tendenza su Internet siti che raccolgono "guide",
ossia professionisti di svariati settori, esperti in un dato campo dello
scibile umano, che mettono a disposizione del pubblico le proprie competenze
e conoscenze

Le guide online sono ormai un fenomeno consolidato. Ci sono guide per ogni
gusto e per soddisfare qualsiasi curiosità: dalla guida all'uncinetto alla
guida di cucina vegetariana, da quella al Reiki all'esperto in arte
contemporanea. A cominciare dal sito statunitense ABOUT, The Human Internet,
che propone nella sua home page una sventagliata di risorse a disposizione
degli utenti; le guide in questione, oltre a pubblicare interventi in tema
nel proprio sito, a rispondere a domande fatte dagli utenti, solitamente
inviano newsletter, recensiscono libri e stilano una lista di link in tema,
utili per la propria community.
Community è la parola chiave per capire lo scopo principale di questo e
altri progetti basati sulla presenza di guide, mirati alla costituzione di
una comunità di frequentatori del sito, i quali, magari, una volta in situ,
clicchino su questo o quel banner pubblicitario e comprino beni e servizi in
linea.
Questi progetti basati sulle Virtual Communities sono progetti misti, di
valenza culturale e commerciale insieme, e funzionano bene proprio per
quella loro miscela di e-business e "intelligenza connettiva" variamente
dosata, che conduce facilmente al coinvolgimento emotivo e intellettuale dei
partecipanti al progetto e al successo dello stesso. Da circa un anno Dada
ha lanciato Supereva. Dotato di più di 300 guide divise in vari canali: Arte
e cultura, Istruzione e formazione, Finanza e lavoro, e via discorrendo. Le
guide, ciascuna nel proprio campo, propongono interventi in tema, ricchi di
link, forniscono risposte alle domande degli utenti, partecipano alle chat e
ai forum del proprio sito, mantenendosi in continua comunicazione con i
membri della community. Da qualche tempo la Rete italiana ha visto sorgere
altre iniziative analoghe, più o meno riuscite, tra cui spicca Ioloso,
ancora poco noto, ma che ha già totalizzato un bel numero di visite e
recensioni lodevoli. Nel sito l'utente è invitato a fare domande pertinenti
al settore degli esperti a sua disposizione, il tutto gratuitamente.
Dopo anni di disintermediazione culturale, di informazione fai-da-te,
favorita dai sempre più potenti motori di ricerca, tipo Google, e da indici
di categorie tematiche onnicomprensive, tipo quelle di Yahoo!, ecco che il
tocco umano ritorna prepotentemente alla ribalta, e persone in carne e ossa
indirizzano, consigliano, comunicano idee, in una parola fanno da medium, da
tramite, tra il sapere e la curiosità umana. Che sia una fase passeggera
dello sviluppo del Web o l'inizio di una Rete dotata di un maggiore human
touch?
Stando ai risultati sembrerebbe che il pubblico di Internet abbia bisogno di
servizi informativi sempre più personalizzati e di una comunicazione sempre
più intima, pervasiva, quasi a voler alleggerire il diaframma imposto dalla
comunicazione mediata dal computer. Certo, ci sono pro e contro. Da un lato
il ritorno al sapere guidato, mediato, anche filtrato se vogliamo, potrebbe
mettere in pericolo lo spirito libertario e un po' anarchico del Web, ma
d'altro canto anche garantire un tipo d'informazione più autorevole e
attendibile rispetto a quanto si è visto finora su Internet.

 

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Subject: Istruzioni finali per la consegna e valutazione lavori

A causa di diffusi ritardi nella consegna dei lavori, la valutazione, correzione e verifica dei risultati di ricerca avverrà nelle quattro settimane di maggio, direttamente in rete, dopo l'inserimento nell'ipertesto.

A tal fine tutto deve essere pronto entro la fine di questo mese, pena l'esclusione della presenza della relativa parte di lavoro nella sintesi finale dell'ipertesto ( e conseguente valutazione !)

In particolare curare con la massima attenzione che il lavoro di gruppo sia consegnato nel formato già più volte indicato e cioè : - una cartella col nome_ricerca , e dentro, files in .htm , nominati senza spazi bianchi all'interno del nome con collegamenti interni ben curati ( di valore assoluto)

Inoltre completare gli interventi in lista sulla propria partecipazione al lavoro di gruppo, intervenire con riflessioni personali sulla sperimentazione realizzata e consegnare direttamente a Pesola un file .htm nominato col proprio cognome dove sono ricopiati i propri interventi in lista.

Raccomando la precisone in quest'ultimo lavoro NECESSARIO per la valutazione in quanto evidenzia i contributi di partecipazione di ciascuno alla mailing list.

Si tratta di copiare su word il numero sequenziale, presente nella pagina messaggi della nostra mailing list, del PROPRIO msg e sotto il testo. Poi salvare il tutto in formato html

Ho già creato un modello della sequenza dei miei messaggi visionabile alla pagina :

http://digilander.iol.it/mogent/gentile.htm

Infine , nelle lettere di valutazione della sperimentazione , cercate di riferirvi agli obiettivi del corso, al tema di ricerca, agli interventi in lista, al senso più complessivo del lavoro.

 Ciò che vi viene chiesto è un intervento riflessivo sui diversi piani della ricerca e  non , invece, un' opinione ( mi piace/non mi piace) tipo sondaggio doxa.

Il carattere non anonimo degli interventi rende nullo il valore di sondaggio : non è questo che conta. Ciò che realmente interessa è la capacità critica di cogliere, con più prospettive, la visione d'insieme : essere in rete non significa solo avere accesso ad Internet, essere in rete è innanzitutto la capacità di partecipare, riflettere con più punti di vista, collegarsi in rapporti di comunicazione, scambio, condivisone con altri...

cari saluti

antonio gentile