Antonio Gentile
3 Subject: Benvenuti !
5 Subject: Re: [lnvm] NYM
13 Subject: Esce Telèma 26
16 Subject: IL WEB E
L'IPERTESTO
37 Subject:
Società della conoscenza o società del gioco? di Gianni Vattimo
38 Subject: vola.it
44 Subject: Progetto scuol@.puglia.net e IG students
45 Subject: Atlante del Cyberspazio
46 Subject: Auguri
53 Subject: curiosità in rete
55 Subject: Obiettivi e valutazioni
65 Subject: Fw: 100Links: GUIDE INFORMATICHE
66 Subject: Se copi , il computer ti scopre...
67 Subject: siti per la ricerca su Sicurezza in rete
segnalati da Webscuola
90
Subject: Concettualizzare
i media per capire il mondo
91 Subject: Fw: 100Links: CHAT ITALIANE
104 Subject: «L´hacker venga a lavorare da noi»
105 Subject: Newsletter del sito internet dell'Enciclopedia
Multim. Scienze Filos.
106 Subject: [INNOVAZIONE] Ripetizioni ed Internet
109 Subject: la pubblicità online funziona
110 Subject: Fw: 100Links: GRAFICA IN RETE
113 Subject: la Rete non è morta...
115 Subject: Nell'accesso l'economia del domani
118 Subject: Il collaborative learning in Rete
122 Subject: I dieci obiettivi del ministro Stanca
128 Subject: Fw: CATALOGO
ON LINE DEL PATRIMONIO LIBRARIO
133 Subject: Data consegna lavori di ricerca
142 Subject: ACTIVISM HACKING
ARTIVISM
149 Subject: Note su Ted 2002
150 Subject: Nel culto di Internet
175 Subject: Fw: 100Links: WINDOWS
176 Subject: Software libero, presentata proposta di legge al
Senato
178 Subject: Fw: [edscuola] Nuovo thesaurus multilingue per
l'educazione in Europa
184
Subject: Il computer nelle
scuole: utile o dannoso?
193 Subject: Auguri
195 Subject: Istruzioni per la terza fase del corso LNVM
217 Subject: Re: [lnvm] Richiesta informazione tecniche.
218 Subject: distribuzione LINUX
220 Subject: Teoma, il concorrente di Google
228 Subject: Re: [lnvm] PESO FORMA
231 Subject: Fw: Rivista on-line: Almanacco della Scienza
236 Subject: Metti Linux al Ministero
239 Subject: Swif, il sito filosofico
240 Subject: Guide per la Rete: il lato umano di Internet
--- Subject: Istruzioni finali per la
consegna e valutazione lavori
15 Aprile 2001
3
Subject:
Benvenuti !
Un benvenuto a tutti gli iscritti !
Siamo, al momento, circa un terzo dei previsti partecipanti
a questa lista di discussione e lavoro.
Ricordo che gli interventi attesi sono riflessioni, analisi,
segnalazioni, osservazioni, etc. sul tema generale della ricerca che è
" Informazione e comunicazione
in Rete" e poi di informazione sulle scelte specifiche dei percorsi di approfondimento ( per
gruppi autogestiti di due o tre studenti) e via via sul loro sviluppo.
Il tema è ampio e, con il continuo sviluppo della rete
Internet, di grande attualità ed interesse.
E' importante cogliere fin dall'inizio la rilevanza del tema
per divenire protagonisti attivi della ricerca definendo un proprio percorso ed
evitare così di "perdersi nella rete" o per passività di
tipo televisivo o per eccessivo "zapping" senza orientamento....
E' per questo che sono stai messi in apertura i versi di
Rilke : "Nessun vento e' favorevole per chi non sa dove andare,ma per
chi sa, anche la brezza sarà preziosa".
A tutti buon viaggio
antonio gentile
Subject: Re: [lnvm] NYM
>il primo aereo schiantato sulle torri aveva la sigla
Q33, ora ...
Questa notizia non è
esatta. E' stata messa in giro per aumentare l'effetto
sorpresa dato dai
caratteri Wingdings e dunque presente non solo in word ma
in tutti gli editor che
contengono il formato carattere Wingdings
antonio gentile
Subject: Esce Telèma 26
http://www.fub.it/telema/Welcome.html
"Esce Telèma 26
Martedì 16 ottobre esce
il numero 26 di Telèma dedicato ai radicali
mutamenti che le nuove
tecnologie della comunicazione e i fenomeni di
globalizzazione a esse
connessi hanno provocato nelle nostre
relazioni sociali,
nella ricerca, nelle attività produttive e in ogni
altro ambito delle
attività umane. È l'inizio di una riflessione (che
proseguirà nei
successivi numeri di Telèma) sui fenomeni che stanno
segnando il passaggio
tra ciò che ormai possiamo
considerare
"vecchio" e il "nuovo" con il quale da diversi anni
abbiamo incominciato a
convivere. Si tratta di una profonda frattura
di cui già da tempo era
possibile vedere inequivocabili sintomi; ma
soltanto l'attacco
terroristico contro gli Stati Uniti ne ha
segnalato a tutto il
mondo, con micidiale chiarezza, la forza
dirompente.
All'analisi di questo
fenomeno di discontinuità storica hanno
concorso trentacinque
tra i maggiori esperti della materia: Ignazio
Contu (L'allarme è
arrivato, micidiale), Giuseppe O. Longo (La
tecnologia prevale
sulla scienza), Domenico De Masi (Così è cambiata
la nostra esistenza), Franco
Prattico (Manipoliamo corpo e mente,
forse troppo), Giuseppe
De Rita (Siamo sempre più soli),Vittorio
Mathieu (La vita resta
una realtà concreta, non traducibile in bit),
Rita Levi Montalcini
(Più responsabilità per la ricerca), Giorgio De
Michelis (L'innovazione
deve avere più opzioni), Edoardo Boncinelli
(L'evoluzione prosegue,
non spaventiamoci), Luciano Caglioti (Il
ritardo dell'Italia),
Roberto Vacca (Il progresso è imprevedibile),
Pietro Greco (La
scienza simulante), Vittorio Marchis (Stiamo
intasando il cervello),
Edoardo Garrone (Nei media siamo indietro),
Sergio Cofferati (Il
nuovo lavoro va tutelato), Gianfranco Dioguardi
(Una cultura
neoilluminista per l'imprenditore-innovatore), Sergio
Ricossa (Perché ha
vinto il capitalismo), Gian Paolo Balboni (La
genialità dell'high
tech), Paolo Talone (La convergenza fra Internet
e tv va avanti),
Giuseppe Caravita (La rete continuerà a espandersi),
Francesco Antinucci (Il
portale ha sbagliato strada), Andrea Lawendel
(Il boom dei cellulari),
Marshall Blonsky e Edmundo Desnoes (Chi non
appare non esiste più).
Al dibattito sulle differenze tra "old"
e "new",
nell'inchiesta coordinata da Andrea Scazzola, hanno preso
parte anche Piero
Bianucci, Giovanni F. Bignami, Luciano Maiani,
Guido Martinotti,
Franco Morganti, Anna Oliverio Ferraris, Peppino
Ortoleva, Gianni
Pasquarelli, Massimo Riva, Bruno Somalvico.
L'entità catastrofica e
i primi effetti politici, economici e
psicologici
dell'attacco terroristico dell'11 settembre sono stati
commentati da Alberto
Abruzzese, Giulio Anselmi, Andrea Aparo, Piero
Bianucci, Marshall
Blonsky e Edmundo Desnoes, Edoardo Boncinelli,
Luciano Caglioti,
Federico Capasso, Giuseppe Caravita, Aldo
Carotenuto, Marina
D'Amato, Derrick De Kerckhove, Domenico De Masi,
Giorgio De Michelis,
Cesare de Seta, Franco Ferrarotti, Domenico
Fisichella, Pietro
Greco, Jader Jacobelli, Andrea Lawendel, Sergio
Lepri, Carlo Lizzani,
Giuseppe O. Longo, Pierluigi Magnaschi,
Vittorio Marchis,
Vittorio Mathieu, Franco Morganti, Peppino
Ortoleva, Domenico
Parisi, Valentino Parlato, Gianni Pasquarelli,
Franco Prattico, Sergio
Ricossa, Emilio Rossi, Pier Aldo Rovatti,
Giovanni Sartori,
Emanuele Severino, Stefano Silvestri, Roberto
Vacca, Marcello
Veneziani, Valerio Zanone.
Nella seconda parte
della rivista alcuni temi di grande attualità
sono trattati da Emilio
Rossi (Rendiamo meno volgare la comunicazione
di massa), Luigi
Dell'Aglio (L'uso dei media nelle famiglie
italiane), Biagio Agnes
(La Rai è senza idee), Sara Bentivegna (Le
elezioni on line),
Michele Dragoni (La superficie della Terra non ha
più segreti), Mario
Calzini (Ray Dolby, l'ultimo inventore), Giorgio
De Rienzo (L'Italia
letteraria in un cd). Inoltre, articoli di
Domenico Starnone (il
suo rapporto col computer) e Floriano De Santi
(Dove va l'arte
elettronica?), nonché una poesia per Telèma di
Luciano Erba presentata
da Valerio Magrelli. Le illustrazioni della
monografia, che da
questo numero vengono inserite anche nell'edizione
on line, sono di Flavio
Costantini. Le ha presentate e commentate
Paola Pallottino."
Subject: IL
WEB E L'IPERTESTO
Riporto un interessante intervento
trovato sul sito FAR
(www.far.unito.it)
dell'Universita' di
Torino.
La presenza di qualche
termine un po' nuovo e "difficile" spero non ne
scoraggi la lettura
molto istruttiva nei
suoi aspetti problematici
antonio gentile
================
IL WEB E L'IPERTESTO:
UN FALLIMENTO COGNITIVO?
di Alessandro
Perissinotto
Il recente proliferare dei
portali Web ci induce a chiederci se forse non ci
troviamo di fronte al
fallimento, sotto il profilo cognitivo, delle
strategie ipertestuali,
almeno di quelle che potremmo definire "classiche".
Certo, non possiamo
dimenticare che l'attenzione per questi portali è
determinata in parte da
ragioni commerciali ed economiche e che presto il
loro numero sarà
costretto necessariamente a ridursi; tuttavia non possiamo
neppure ignorare che
gli interessi commerciali intorno ai portali sono mossi
da un'indubbia funzionalità
di questi oggetti testuali e che in virtù di
essi il Web sembra
essere molto cambiato. L'impressione è ; che, col passare
del tempo e con
l'accrescersi esponenziale dei materiali in Rete, la
struttura del Web
diventi sempre meno reticolare e sempre più ordinata in
maniera gerarchica e
categoriale; in altre parole, sembra che la tassonomia
abbia prevalso
sull'associazione, più o meno libera, tra testi.
Nel Web degli esordi, e
ancora in quello dei primi anni Novanta, la
componente ipertestuale
e intertestuale era basilare e prevalente; la
navigazione avveniva
soprattutto grazie ai collegamenti che l'autore di ogni
pagina Web stabiliva
con altre pagine, in un gioco praticamente infinito di
rimandi intertestuali,
di letture e di scritture trasversali. Ogni sito era
un frammento nella Rete
e del frammento conservava le caratteristiche più
salienti, cioè il fatto
di essere un elemento a se stante e nel contempo di
essere riconoscibile
come parte di un tutto, un blocco concettuale che
finiva là dove iniziava
un altro blocco concettuale e che nel raggiungere i
confini della propria
trattazione denunciava la presenza di altre
trattazioni, proprio
come ogni pezzo di un puzzle, con la forma dei suoi
bordi, richiama la
presenza di un altro pezzo.
Il Web di oggi - mi
verrebbe da dire - non è più così, ma uso la formula
dubitativa perché la
sterminata estensione del Web stesso rende impossibile
dire cosa e come esso
sia nel suo complesso. Dirò allora, meglio, che
navigando, o forse
esplorando, la Rete si ha l'impressione che i siti siano
sempre più delle isole,
degli elementi autosufficienti e programmaticamente
separati dagli altri:
ad essi non si accede più in maniera orizzontale,
trasversale perché essi
stessi, con la loro povertà di links esterni, non
offrono più questa
possibilità; l'accesso è eminentemente verticale e
mediato dal portale.
Ammettendo allora che
questa impressione derivi da un reale mutamento,
possiamo attribuire la
trasformazione a due distinte ragioni. La prima è,
ancora una volta, di
ordine economico. Se infatti nel Web dei pionieri chi
disponeva materiale in
Rete era mosso prevalentemente dal desiderio di
condividere e
comunicare conoscenza esattamente come i teorici
dell'ipertesto da Bush
a Nelson, nell'epoca dell'utilizzo commerciale della
Rete, gli autori si
trasformano spesso in inserzionisti e i siti diventano
spazi di promozione e
di vendita; ecco allora che il link trasversale,
quello che riunisce
ambiti tematicamente affini, rischia di trasformarsi in
un improponibile
collegamento con la concorrenza. Risultato: pochi,
pochissimi links
esterni e soprattutto collegamenti non pericolosi, cioè
quasi inutili; e se
certo non possiamo dire che tutti i siti siano
commerciali, neppure
possiamo escludere che tali siti, tra i più belli per
grafica e soluzioni
multimediali, abbiano una forte influenza sui modelli
mentali di chi progetta
siti anche dai contenuti completamente diversi.
Più rilevante, sotto il
profilo semiotico, è invece la seconda possibile
ragione di
trasformazione, quella connessa ai processi cognitivi. Andiamo
per un attimo con la
memoria ai primi ipertesti, sia on-line che off-line,
andiamo ad esempio
all'ormai classico Afternoon di Michael Joyce, ma anche
tanti ipertesti
argomentativi. In quei primi prodotti di ipertestualità
elettronica, così come
nei software che permettevano di generarli, prevaleva
nettamente l'attenzione
per le hotword testuali rispetto a quella per le
hotword procedurali.
Definirei testuali le hotword ricavate all'interno del
testo stesso e
costituite da parole, frasi, interi periodi, o immagini, là
dove il testo sia
dotato anche di una significativa componente iconica.
Direi invece
procedurali le hotwords ricavate al di fuori del testo con lo
scopo di permettere
operazioni su di esso, hotword che si presentano sotto
forma di "
pulsanti", di "menu" e di altri dispositivi tipici degli
interfaccia grafici. La
differenza non è solo nella posizione, ma
soprattutto nel diverso
procedimento logico che è sotteso all'uso delle une
e delle altre. Quando
clicchiamo su un pulsante che reca l'indicazione
"avanti" noi
siamo certi che l'azione che ne seguirà sarà il passaggio alla
pagina successiva,
siamo certi perché abbiamo attuato quella procedura mille
volte e per mille volte
essa ha dato lo stesso risultato e ne deduciamo che
essa darà ancora lo
stesso risultato ogni volta; la scritta "avanti" posta
sul pulsante non si
configura quindi come un testo da interpretare, ma come
un semplice segnale da
decodificare. Al contrario, quando in un ipertesto ci
troviamo di fronte ad
una frase che funge da parola attiva, come ad esempio
la proposizione «Lavate
sotto acqua corrente 350 grammi di fagiolini verdi»,
noi dobbiamo fare un
deciso sforzo interpretativo per immaginare che tipo di
caratteristiche avrà la
pagina alla quale giungeremo cliccando su quelle
parole: potrà essere
un'altra ricetta a base di fagiolini, potrà essere un
manuale su come lavare
efficacemente la verdura, potrà essere persino un
link con il testo del
famoso saggio di Greimas sulla soupe au pistou dal
quale ho preso questa
frase. Qui dunque interpretiamo e interpretiamo
doppiamente: una prima
volta per comprendere il senso del testo e una
seconda volta per
comprendere il possibile senso del link, la ragione e il
risultato di quel
collegamento ipertestuale. Qui dunque non c'è più semplice
deduzione, perché le
hotwords testuali non si ripetono né nella forma, né
nella funzione; qui vi
è abduzione.
Vediamo la questione
con gli occhi di Peirce:
2.267 Una Deduzione è
un argomento il cui Interpretante lo rappresenta come
appartenente a una
classe generale di argomenti possibili precisamente
analoghi fra loro, tali
che nell'esperienza, a lungo andare, la maggior
parte di quelli le cui
premesse sono vere avranno conclusioni vere.
2.270. Un' Abduzione è
un metodo per formulare una predizione generale senza
alcuna assicurazione
positiva che essa risulterà valida né in un determinato
caso né solitamente. La
sua giustificazione è che essa è l'unica possibile
speranza di regolare razionalmente
la nostra condotta futura, e che
l'Induzione tratta
dall'esperienza passata ci incoraggia fortemente a
sperare che essa avrà
successo nel futuro.
E siamo così giunti,
attraverso un cammino un po' tortuoso, a delineare la
seconda possibile causa
di una trasformazione del Web da reticolare a
tassonomico: la
debolezza predittiva del meccanismo abduttivo. Dicendolo con
una semplificazione
forse eccessiva, navigare attraverso le hotword testuali
può rivelarsi troppo
dispendioso sotto il profilo dell'energia psichica e
troppo dispersivo in
relazione alle necessità di una ricerca mirata. La
trasformazione che
forse è attualmente in atto nel Web potrebbe
corrispondere ad una
sorta di malattia della crescita: l'organizzazione di
tipo ipertestuale non sarebbe
in grado di garantire la navigabilità rapida
attraverso una massa
tanto sterminata di materiali e i portali verrebbero
dunque in soccorso
proponendo un modello organizzativo completamente
diverso, un modello di
navigazione che invece di procedere di testo in testo
e di sapere in sapere,
prevede continue incursioni in saperi specifici,
seguite da ritorni
obbligati a luoghi, i portali stessi, non già di sapere,
ma di metasapere.
All'incerto processo abduttivo dell'ipertesto, i portali
sostituiscono la potenza
della deduzione, la sicurezza, assoluta o relativa,
che da una certa
premessa, come il click su di una determinata categoria,
discenderanno sempre le
stesse conclusioni, cioè la presentazioni di pagine
caratterizzate da un
preciso tema.
Se le premesse e le
conclusioni di questo ragionamento sono corrette (ma non
è detto che lo siano né
le une, né le altre), siamo costretti a rivedere
alcune delle
convinzioni che negli ultimi dieci-quindici anni abbiamo avuto
a proposito
dell'ipertesto; siamo cioè nelle condizioni di domandarci se
davvero, come
sostengono i connessionisti, la rete, e quindi l'ipertesto in
quanto testo
reticolare, costituiscano la migliore rappresentazione della
conoscenza; se davvero
l'ipotesi di un'intelligenza collettiva avanzata da
Pierre Lévy pensando
soprattutto al Web sia praticabile. Se il nuovo modello
reticolare collassa
sotto il peso eccessivo dei testi in Internet esso è
davvero così potente da
servire come chiave interpretativa per la conoscenza
nel suo complesso? O
forse la vecchia organizzazione gerarchica, categoriale
e, in qualche misura,
lineare del sapere è ancora la più funzionale?
Certo, mi rendo conto
che, in questo modo, si rischia di confondere tra loro
due campi distinti,
quello della rappresentazione della conoscenza e quello
della sua ricerca e
fruizione; ma il fatto che nella ricerca e nella
fruizione noi troviamo
più pratico ed efficace un certo modello
organizzativo non
significa forse che quel modello corrisponde meglio alla
rappresentazione che
noi facciamo dell'oggetto cercato?
Questi interrogativi ci
impongono una seria riflessione sul nostro modo di
utilizzare l'ipertesto
in didattica: probabilmente il fallimento
dell'ipertesto non è
così netto come ho provocatoriamente ipotizzato qui
sopra, ma sicuramente
non possiamo più dare per scontata una sua efficacia a
tutto campo, non
possiamo più rifarci ad esso come paradigma assoluto delle
nuove metodologie di
formazione.
Subject:
Società della conoscenza o società del gioco? di Gianni Vattimo
http://www.lastampa.it/redazione/editoriali/editoriale5.asp
NELLA SOVRABBONDANZA
INGESTIBILE DELLE INFORMAZIONI, UNA VIA D'USCITA
RISCHIOSA
MA SENZA ALTERNATIVE
Società della conoscenza
o società del gioco?
11 dicembre 2001
di Gianni Vattimo
Società della
conoscenza o società del gioco? Mi rendo conto del carattere,
consapevolmente,
provocatorio del titolo.
Tuttavia ritengo che
esprima bene la situazione delle nostre società
avanzate in
cui la quantità di
informazione disponibile e utilizzabile per la produzione
di
cose e di servizi è
ormai così sterminata da doversi necessariamente
riferire
alle macchine, alle
memorie artificiali, come solo possibile «soggetto»
capace
di contenerla e di
«dominarla».
L'Unione Europea parla
oggi di una «società della conoscenza» come orizzonte
direttivo delle sue
politiche comunitarie di istruzione, divulgazione,
educazione degli
adulti: anche e soprattutto con il proposito di vincere le
sfide del mercato
globale, che richiede una capacità diffusa di utilizzare i
nuovi mezzi prodotti
dalle tecnologie. Il che significa: quando parliamo di
società della
conoscenza parliamo in realtà di una società del sapere
tecnologico diffuso e
perciò più ricca di possibilità «produttive».
Se si tengono presenti
queste osservazioni, nasce per lo meno un dubbio
circa il
significato da
attribuire al termine «società della conoscenza». Il
conoscere è
sempre stato nella nostra
tradizione sinonimo della attività più degna e
gratificante dell'uomo.
Tuttavia almeno a partire da Kant la filosofia ha
colto
e teorizzato la
differenza tra conoscere e pensare.
A questa differenza si
rifà evidentemente anche Heidegger quando pronuncia
la
scandalosa affermazione
secondo cui «la scienza non pensa».
In Kant il «noumeno»,
l'essere «pensato», è l'essere in sé del mondo del
quale
non possiamo sapere e
conoscere nulla, giacché la nostra conoscenza, quella
su
cui si fonda il sapere,
è limitata al fenomeno, a ciò che appare.
Le attività superiori,
se vogliamo chiamarle così, della ragione umana si
esercitano tutte oltre
il mondo del fenomeno, a cominciare dall'uso morale
della
ragione, che è
caratterizzato da una capacità di iniziativa non determinata
causalmente dalla
catena dei fenomeni, per finire alla contemplazione
estetica.
Il nostro titolo si
potrebbe forse riformulare, a questo punto, come:
società
della conoscenza o
società del pensiero?
Ma se poi ci domandiamo
un po' più specificamente che cosa
caratterizzerebbe, in
questa distinzione, il
pensiero rispetto alla conoscenza, non tarderemmo a
trovare ciò che ho
proposto di indicare con la parola gioco, che richiama
Kant,
ma anche Gadamer.
In questa accezione,
gioco ci permette di cogliere almeno due importanti
caratteristiche del
pensare in quanto non riducibile al conoscere: la
libertà e
il coinvolgimento
emotivo. Il pensiero come gioco non è certo slegato
dall'attività
conoscitiva; ma vi si lega in quanto è la condivisione, già
sempre
data con la nostra
esistenza storica, di un orizzonte entro cui l'esperienza
dei
fenomeni e il conoscere
scientifico ci diventano possibili.
Un certo scandalo non
può non sorgere quando si passi dalle (innocue?)
considerazioni
filosofiche su pensare e conoscere a un tentativo di trarre
da
esse conseguenze di
tipo pratico, sociale e politico. Che cosa dovremmo
insegnare a scuola? Il
gioco al posto della dura disciplina
dell'apprendimento
di conoscenze che sono
sempre più indispensabili alla nostra vita
individuale e
associata?
Il fatto di cui tener
conto è che con la conoscenza e la diffusione di essa
accade un po' ciò che
accade con il concetto di «sviluppo»; al quale sempre
più
spesso, oggi, si
associa il termine «sostenibile».
Chi cerca di tenersi «al
corrente» si trova molto spesso in una condizione
di
saturazione; deve
ricorrere a collaboratori o a «motori di ricerca» che gli
forniscano una
pre-selezione del materiale che alla fine cercherà di leggere
direttamente.
Fortunatamente (o sfortunatamente) il pubblico medio non legge
e
non ascolta tutto, o
non si preoccupa affatto della completezza della
propria
informazione, ha altro
da fare.
E questo diventa anche
un problema per il funzionamento della democrazia.
Sempre
più spesso, le
decisioni pubbliche implicano saperi specialistici: se c'è un
referendum sul problema
degli impianti nucleari, per esempio, coloro che
sono
chiamati a votare hanno
sufficienti conoscenza di fisica per poter decidere
con
cognizione di causa?
Per sapere ciò di cui
si tratta, gli elettori dovrebbero essere dei piccoli
Leonardi da Vinci, e
ovviamente non lo sono. Si può immaginare una società
della
conoscenza nella quale,
come nel caso dello «sviluppo», si realizza
progressivamente una
condizione di «leonardismo» generalizzato? Ma se no,
che
cosa?
Qui la distinzione tra
pensare e conoscere si impone in tutta la sua
possibile
attualità, per una
inderogabile ridefinizione del significato sociale della
conoscenza. Non è un
caso che la società in cui matura la crisi dell'ideale
dello sviluppo
quantitativo della conoscenza sia anche la società
dell'informatica. Un
fortunato libro di Hubert Dreyfus di qualche anno fa
portava come titolo
What computers can't do, ciò che i computer non sanno
fare.
Naturalmente, ci sono
cose che i computer non sanno fare, ma dobbiamo ormai
sempre più prestare
attenzione a ciò che sanno fare, e servircene nel modo
più
efficace. Non si tratta
solo, insomma, di rivendicare l'irriducibile
carattere
umano della vita della
mente, ma di riconoscere e promuovere positivamente
la
possibilità di ridurre
al non-umano una quantità di attività che in passato
occupavano e
appesantivano il lato propriamente umano della nostra vita.
Una società della
conoscenza è una società in cui, come nel caso delle buone
abitudini che ci fanno
fare il bene senza pensarci, la conoscenza è
«disponibile», nelle
reti, nel sistema delle memorie artificiali, e
«funziona»
anche se non c'è da
nessuna parte un soggetto «assoluto» capace di
possedere,
nel modo della concezione
classica del sapere, tutte le conoscenze.
Preciso che non so
bene, per ora, verso dove conduce la via che propongo di
imboccare. So che
comporta dei rischi, ma sono convinto (non posso dire che
lo
so, mi contraddirei)
che non ci sono alternative. Promuovere una società
della
conoscenza come mondo
in cui tutti sapranno domani decidere con cognizione
di
causa sui più svariati
problemi della vita associata, che sempre più
comportano
il possesso di nozioni
specialistiche, mi sembra una mistificazione
ideologica
che rivela solo
l'incapacità di ripensare il concetto stesso di conoscenza.
Già oggi succede sempre
più spesso che quando si tratta di decisioni che
implicano il possesso
di simili nozioni, noi ci affidiamo a esperti che
stimiamo
e di cui abbiamo
fiducia per un insieme di ragioni che non hanno
direttamente da
fare con la valutazione
(di cui non saremmo capaci) della loro competenza
specifica.
È in riferimento a
osservazioni come queste che diventa meno scandaloso
parlare
di una società del loisir
e del gioco come sola possibile attuazione
dell'ideale
di una società della
conoscenza.
Tenendo presenti i
tratti essenziali del concetto di gioco: quelli della
«condivisione» e della
spontaneità, dunque anche del coinvolgimento
affettivo.
In concreto, significa
che nel nostro futuro c'è un sapere che nessuno
individualmente sarà in
grado di possedere; e cioè che in sempre più vasti
settori della vita
individuale e associata dovremo «affidarci» a qualcun
altro.
La forma socialmente
più generale e visibile di un simile affidamento è in
definitiva la
democrazia politica. È vero che quando esercito il mio diritto
di
cittadino elettore
scelgo tra programmi politici esplicitamente formulati;
ma in
essi non vado mai oltre
un certo grado di conoscenza e di competenza.
Qualcuno dirà che in
tal modo si abdica alla libertà; ma si tratta appunto
di
prendere sul serio le
trasformazioni - che proprio la scienza e la
tecnologia
hanno prodotto - del
concetto stesso di conoscenza, di verità, di libertà.
La
democrazia e la libertà
politica non si realizzeranno mai come competenza
scientifica
universalmente diffusa, ma come possibilità per ciascuno di
scegliersi gli
«esperti» da cui vuol farsi guidare, e di sceglierli in base
a
una più complessa
affinità che non è esagerato chiamare «esistenziale».
Riconoscere questo
significherà cedere totalmente a una democrazia dove il
carisma dei «capi», per
lo più costruiti dai media e con la forza degli
slogan,
soppianta totalmente il
dibattito razionale? Siamo consapevoli del rischio;
ma
anche in società meno
mediatizzate della nostra la purezza razionale del
dibattito politico, là
dove si dava, era profondamente condizionata da
appartenenze, amicizie,
«affidamenti»; forse tutto ciò era solo
ideologicamente
mascherato, come sapeva
bene Marx.
In democrazia ne siamo
finalmente consapevoli, non solo negativamente in
quanto
siamo divenuti più
scettici circa la possibilità di scegliere
«razionalmente» la
via vera; ma anche in
quanto siamo sempre più perentoriamente chiamati a
concepire e vivere
l'esistenza sociale come esercizio di amicizia in cui
consiste l'unica
possibile essenza della stessa civiltà.
Subject: vola.it
ULTIMISSIME
1. Rilascio
di Vola SMSoutlook 1.0
E' in linea la prima
release di Vola SMSoutllok, il primo plugin che
consente di inviare SMS
recuperando i numeri di cellulare direttamente dalla
rubrica di Outlook!
http://www.vola.it/
Subject: Progetto scuol@.puglia.net e IG students
Presento ad entrambe le classi 4F
e 4D la possibilità di partecipare a
questo concorso
"Progetto scuol@.puglia.net
" che richiede capacità di
ricerca in rete e
"gioco di squadra" nelle classi.Nei contenuti sembra
giusto ritagliato per chi
segue questo corso...
Lascio a voi la
decisione se partecipare o meno : è anche possibile che
partecipi una sola
classe con il supporto, per le risposte esatte alle
domande, di tutta la
mailing list lnvm.
I due files del
regolamento e delle domande sono prelevabili all'indirizzo :
http://www.puglia.net/scuola/
Pensateci e decidete
presto
antonio gentile
Bid.it! Spa, con il
patrocinio di IG students, offre ad una classe di una
scuola superiore pugliese
la grande opportunità di diventare la redazione
della sezione scuola
del portale puglia.net, per partecipare dovete:
- frequentare il quarto
anno di una scuola superiore pugliese;
- avere il consenso del
vostro preside;
- nominare un tutor tra
i vostri docenti;
- avere la
disponibilità di un laboratorio informatico con connessione ad
Internet;
- dedicarci tre ore
settimanali, in giornate distinte, fino a Maggio.
In cambio vi offriamo
- un corso di
formazione Internet a partire dal 14 gennaio;
- un tutor sempre a
disposizione per guidarvi nella gestione del canale;
- la possibilità di
imparare divertendovi.
Per partecipare al
progetto, dovrete scaricare il file excel qui sotto,
rispondere ad alcune
domande, redigere 10 brevi articoli ed inviarci il
tutto entro il giorno
10 gennaio a mezzo raccomandata al seguente indirizzo:
Bid.it! S.p.A.
progetto "scuol@.puglia.net"
via Imbriani 29
70051 Barletta (Ba)
In alternativa potrete
inviare il test via e-mail all'indirizzo
scuola@puglia.net.
Se scegliete l'invio
per lettera raccomandata, dovrete allegare al test il
regolamento timbrato e
firmato dal vostro preside, se invece scegliete
l'invio per e-mail
dovrete comunque farci pervenire il regolamento timbrato
e firmato dal vostro
preside per fax al numero 0883 347357.
>> Visualizza il
regolamento e fallo timbrare e firmare dal tuo preside
se non riesci ad
aprirlo, clicca col tasto destro e salva con nome, oppure
preleva il file Zip
>> Visualizza il
test
se non riesci ad
aprirlo, clicca col tasto destro e salva con nome, oppure
preleva il file Zip
Subject: Atlante del Cyberspazio
Benvenuti nell' Atlante del
Cyberspazio
Qui trovate la
traduzione italiana autorizzata del bellissimo sito
www.cybergeography.org,
un affascinante tentativo di creare un atlante del
cyberspazio.....
Questo é un atlante di
mappe e rappresentazioni grafiche delle geografie dei
nuovi territori
elettronici di Internet, del World Wide Web e di altri
cyberspazi emergenti.
Queste mappe di
cyberspazi - cybermappe - ci aiutano a visualizzare e
comprendere i nuovi
paesaggi digitali oltre lo schermo del nostro computer,
nei fili delle reti
delle comunicazioni globali e nelle vaste risorse delle
informazioni online. Le
cybermappe, come le mappe del mondo reale, ci
aiutano nella
navigazione dei nuovi paesaggi d'informazione e sono
contemporaneamente
oggetti di interesse estetico. Sono state create da
'cyber-esploratori' di
discipline diverse, e provenienti da ogni angolo del
mondo.
Alcune delle mappe che
si vedono nell' Atlante del Cyberspazio appariranno
familiari, usando le
convenzioni cartografiche delle mappe del mondo reale;
tuttavia molte delle
mappe sono più che altro rappresentazioni astratte di
spazi elettronici, che
utilizzano nuovi sistemi metrici e nuovi tipi di
griglie. L' Atlante comprende
quindici pagine, includendo differenti tipi di
cybermappe.
http://www.museoscienza.org/museovr/cybergeography/default.htm
Subject:
Auguri
"X"
"XXX"
"XXXXX"
"GOD JUL"
"BUON ANNO"
"FELIZ NATAL"
"JOYEUX NOEL"
"VESELE
VANOCE"
"MELE
KALIKIMAKA"
"NODLAG SONA
DHUIT"
"BLWYDDYN NEWYDD
DDA"
"""""""BOAS
FESTAS"""""""
"FELIZ
NAVIDAD"
"MERRY
CHRISTMAS"
"KALA
CHRISTOUGENA"
"VROLIJK
KERSTFEEST"
"FROHLICHE
WEIHNACHTEN"
"BUON NATALE-GODT
NYTAR"
"HUAN YING SHENG
TAN CHIEH"
"WESOLYCH
SWIAT-SRETAN BOZIC"
"MOADIM
LESIMHA-LINKSMU KALEDU"
"HAUSKAA
JOULUA-AID SAID MOUBARK"
"""""""'N
PRETTIG KERSTMIS"""""""
"ONNZLLISTA UUTTA
VUOTTA"
"Z ROZHDESTYOM
KHRYSTOVYM"
"NADOLIG
LLAWEN-GOTT NYTTSAR"
"FELIC NADAL-GOJAN
KRISTNASKON"
"S NOVYM
GODOM-FELIZ ANO NUEVO"
"GLEDILEG
JOL-NOELINIZ KUTLU OLSUM"
"EEN GELUKKIG
NIEUWJAAR-SRETAN BOSIC"
"KRIHSTLINDJA
GEZUAR-KALA CHRISTOUGENA"
"SELAMAT HARI
NATAL - LAHNINGU NAJU METU"
"""""""SARBATORI
FERICITE-BUON ANNO"""""""
"ZORIONEKO
GABON-HRISTOS SE RODI"
"BOLDOG
KARACSONNY-VESELE VIANOCE"
"MERRY CHRISTMAS
AND HAPPY NEW YEAR"
"FELICES PASUAS -
EIN GLUCKICHES NEUJAHR"
"ROOMSAID JOULU
PUHI -KUNG HO SHENG TEN"
"PRIECIGUS ZIEMAN
SVETKUS SARBATORI VESLLE"
"BONNE ANNEBLWYDDYN
NEWYDD DDADRFELIZ NATAL"
"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
XXXXX
XXXXX
XXXXX
XXXXXXXXXXXXX
BUON NATALE A TUTTI I
"LISTAIOLI".................Antonio Gentile
53
Subject:
curiosità in rete
Ecco una curiosità non solo
"virtuale"...
antonio gentile
ARMADI E DOT COM **
New York: appartamenti
di pochi metri quadri non permettono di conservare
in casa tutto quello
che si vorrebbe. E allora sono nati gli armadi
virtuali...
>> di Paolo
Bonsignore
http://zeusnews.com/news.php3?cod=950
Un appartamento
"normale" di Manhattan e' minuscolo e senza armadi, cantina
o soppalchi. Insomma,
se il guardaroba e' essenziale, non c'e' problema,
altrimenti manca lo
spazio per mettere via i vestiti. Figuriamoci sci,
scarponi o pattini a
rotelle: un dramma!
Per questo motivo si
vedono in giro molti Manhattan MiniStorage. Si tratta,
in pratica, di interi
palazzi adibiti a magazzini dove si puo' affittare
mensilmente uno spazio
per mettere via la propria roba. Fin qua niente di
nuovo.
Il passo successivo e'
presso questo sito.
Si tratta di un vero e
proprio armadio, solo che e' fuori casa! Funziona
cosi':
1. vengono a casa tua a
fotografare i tuoi vestiti e a catalogarli.
2. li portano via, li
lavano e li mettono nei loro magazzini.
3. caricano le foto su
internet e creano il nostro armadio virtuale, dove
possiamo sempre
controllare cosa c'e'.
4. quando si vuole
prendere di nuovo uno o piu' vestiti, lo si sceglie on
line e loro te lo
consegnano a casa il giorno stesso.
Subject:
Obiettivi e valutazioni
Avviandoci alla conclusione del
primo quadrimestre, ricordo che le
valutazioni verranno
calibrate rispetto al conseguimento degli obiettivi
generali e specifici
del corso.
Tra gli obiettivi generali
vi sono quelli relativi all'approfondimento dei
molteplici aspetti
della multimedialità, della comunicazione, delle nuove
tecnologie, della
comunicazione in rete.
Il tema di ricerca ed
approfondimento comune a tutti è : " Informazione e
comunicazione in
rete"
Il materiale di studio
è reperibile nella sezione Files della pagina web
relativa alla mailing
list e nelle pagine in rete da ricercare o partendo
dai Links selezionati
nell'apposita pagina o attraverso l'uso dei motori di
ricerca.
E' su questa base
teorica che deve innestarsi la scelta tematica per il tema
di ricerca da
individuare e specificare nelle linee generali entro il primo
quadrimestre e svolgere
completamente entro la prima metà di Aprile.
La seconda metà di
Aprile e il mese di Maggio saranno dedicati alla
presentazione dei
lavori e alla creazione di un ipertesto collettivo.
Gli obiettivi specifici
da raggiungere già a conclusione del primo
quadrimestre, sono:
- iscrizione alla
mailing list
- registrazione al
servizio yahoo ed evidenziazione del Cognome, Nome,
Classe
- partecipazione alla
lista con specificazione delle ricerche effettuate,
del tema di ricerca,
dell'impostazione di sviluppo, della bibliografia di
riferimento
- partecipazione alla
lista con commenti, segnalazioni, analisi,
discussioni, etc.
inerenti il tema generale
- cura nel lavoro
testimoniata dall'uso del quaderno personale e "diario di
bordo" da portare
costantemente aggiornato, dalla accuratezza delle ricerche
e dei messaggi che
devono contenere in forma chiara l'oggetto del tema, la
firma del mittente, le
fonti di riferimento, etc.
- partecipazione
autonoma e responsabile a una forma di studio
caratterizzato da
ricerca e collaborazione in rete
- capacità di
impostazione organica del tema prescelto e suo sviluppo ( nel
secondo quadrimestre )
in forma ipertestuale e multimediale
Auguro a tutti buon
proseguimento del lavoro...e a qualcuno un buon rilancio
dopo gli aiuti ai fini
dell'iscrizione alla mailing list, che costituisce
comunque un punto di di
partenza e non di arrivo :)) !
Invito inoltre a
esprimere meno giudizi nella presentazione di siti e
materiale ( bello,
brutto, interessante , etc) e invece molti più dettagli
informativi di analisi
di elementi ( cosa si trova, la sua struttura, i
contenuti delle pagine,
etc)
Una raccomandazione
finale : non limitatevi tutti a chiedere riferimenti per
il proprio lavoro;
cercate , se potete, anche di rispondere alle richieste
di aiuto con opporuni
suggerimenti o indicazioni.
Saluti
antonio gentile
65
Subject: Fw:
100Links: GUIDE INFORMATICHE
Ecco un utile elenco di Link per
manuali e ricerche su temi informatici e di
navigazione in Internet
antonio gentile
----- Original Message
-----
From: "100 Links
al Mese"
>
> AIUTAMICI.COM
> http://www.aiutamici.com/
> Sul "sito che
risolve i problemi dei neofiti di informatica" e' possibile
trovare tanti amici
pronti ad aiutare con passione e competenza il
navigatore alle prime
armi. Numerose le guide presenti, e ogni aspetto del
mondo informatico e'
considerato: dalla posta elettronica ai motori di
ricerca, dai trucchi
per i giochi alle informazioni sull'hardware, e altro
ancora!
>
> CO.IN.GRAT.
> http://www.coingrat.com/
> E' l'abbreviazione
di "Consulenza Informatica Gratuita", ed ha tutta
l'aria di un paradiso
per neofiti ed esperti: contiene tanti approfondimenti
per trovare una
soluzione ai propri problemi informatici, con la
possibilita' di inviare
un quesito personalizzato, che ricevera' una
risposta gratuita.
>
> COMPUTER MUSEUM.IT
> http://www.computermuseum.it/
> In un campo dove
le innovazioni si susseguono con una rapidita'
vertiginosa, ecco uno
splendido sito sul quale conoscere tutti i modelli che
hanno segnato le varie
epoche: contiene schede e informazioni tecniche su
centinaia di modelli,
la storia informatica raccontata attraverso le
pubblicita' sulle
riviste, tabelle comparative con i prezzi dal 1982 ad
oggi, e altro ancora.
>
> CORSO INTERNET
> http://corso.interac.it/
> Un corso per
impavidi navigatori, semplice e fatto bene: qui tutti
potranno trovare
qualcosa da imparare, qualunque sia il grado di conoscenza
e di esperienze
accumulate sulla Rete. Partendo da cos'e' Internet, e come
funziona, il lettore
viene condotto in un viaggio nel quale imparare,
studiare e infine
provare a risolvere gli esercizi proposti alla fine di
ogni lezione.
>
> DIZIONARIO
INFORMATICO
> http://www.dizionarioinformatico.com/
> Tantissime sono le
parole utilizzate nell'informatica, molte delle quali
praticamente
sconosciute ai piu': il settore, poi, e' in continua
evoluzione, e sforna
periodicamente nuovi prodotti e termini da imparare.
Conoscere tutto per
nome e' impossibile: per questo nasce il Dizionario
Informatico, che offre
la spiegazione dei singoli vocaboli, consultabili
anche tramite motore di
ricerca.
>
> DIZIONET
> http://www.dizionet.it/
> Quando si parla di
informatica nessuno e' abbastanza esperto da conoscere
tutti i vocaboli che
affollano questo settore: Dizionet, nome che deriva dai
termini
"Dizionario e Internet", offre una raccolta di vocaboli informatici
consultabili tramite
motore di ricerca. I piu' esperti sono, inoltre,
invitati a contribuire
alla gia' ampia raccolta.
>
> GLOSSARIO
INFORMATICO
> http://glossario.supereva.it/
> Il glossario
informatico propone la spiegazione di sigle, acronimi e delle
tantissime parole
misteriose che si trovano quotidianamente nel mondo
dell'informatica: e'
sufficiente scegliere una lettera per partire alla
ricerca di tutte quelle
parole che incuriosiscono, o che tolgono il sonno
quando non se ne
conosce il significato.
>
>
GUIDAINFORMATICA.COM
> http://www.guidainformatica.com/
> Non si tratta di
un sito progettato esclusivamente per i neofiti, ma anche
per chi l'informatica
la conosce gia': contiene guide, tutorial, liste di
domande frequenti con
le relative risposte, e altro ancora. Forse non e'
ricchissimo di
informazioni, ma quelle presenti risultano davvero utili.
>
> GUIDE HARDWARE
> http://guide.hwupgrade.it/
> Direttamente dal
piu' importante sito italiano sull'hardware per il
proprio computer, una
ricchissima raccolta di guide, approfondimenti e
analisi tecniche che
aiutano a meglio conoscere e a ottimizzare il
funzionamento del proprio
computer.
>
> MANUALI.IT
> http://www.manuali.it/
> Dedicato
interamente ai manuali, il sito ha l'obiettivo di rendere
disponibile, in maniera
semplice e veloce, il maggior numero di guide e
tutorial: tante le categorie,
anche se la parte del leone e' fatta da quelle
informatiche, e tanti i
documenti utili o addirittura indispensabili. Per
studenti,
professionisti, semplici appassionati o curiosi.
>
> MOTORIDIRICERCA.IT
> http://www.motoridiricerca.it/
> Il punto di
riferimento italiano nel settore dei motori di ricerca, nato
con l'obiettivo di
fornire informazioni pratiche e complete sull'uso di
questo indispensabile
strumento offerto della Rete. Di sicuro interesse,
offre servizi e notizie
utili sia al neofita che all'utente professionale.
>
> NET D.O.C.
> http://netdoc.supereva.it/
> Da visitare, non
tanto per chi vuole apprendere il "semplice" utilizzo del
computer, ma anche e
soprattutto per conoscere meglio tutto cio' che gira
intorno al mondo
dell'informatica e della Rete. Molto interessanti le
tematiche trattate,
affrontate con quella competenza che solo dei veri
appassionati possono
offrire.
>
> NEWBIE.IT
> http://www.newbie.it/
> Chiunque si sia
avvicinato da poco all'immenso campo dell'informatica, ed
in particolare ad
Internet, si sara' probabilmente sentito soprannominare
con la dicitura
"newbie", ovvero colui che e' nuovo e poco pratico della
Rete delle Reti. Questo
sito e' un valido aiuto per districarsi nel mondo
dell'informatica, e
scrollarsi cosi' rapidamente di dosso questa
definizione.
>
> PAOLO ATTIVISSIMO
> http://www.attivissimo.net/
> Un sito personale,
con newsletter annessa, di un autore noto per una
inconfondibile bravura
e semplicita' nel trattare gli argomenti informatici,
oltre che per il suo
essere fuori dal coro. I testi spaziano dalle piu'
recenti discussioni di carattere
informatico alla sicurezza, ai sistemi
operativi
"alternativi".
>
> PC IMPROVER
> http://www.pcimprover.it/
> Una completa guida
al complesso mondo delll'informatica, con sezioni
specifiche dedicate a
hardware, software, e ai singoli sistemi operativi.
Per gli utenti
avanzati, infine, e' presente una sezione dedicata
all'affascinante mondo
dell'overclock.
>
> PC-FACILE
> http://www.pc-facile.com/
> Tutti i segreti di
Internet: qui i comuni utenti informatici troveranno
una serie di notizie
utili per la gioia del computer e la felicita' dei
propri nervi. Offre un
ricco archivio di articoli, un forum a disposizione
di tutti gli utenti, e
una newsletter tramite la quale ricevere tante
notizie sul mondo del
computer.
>
> PCALMEGLIO
> http://www.pcalmeglio.com/
> Non e' sempre
facile, per un nuovo arrivato, imparare a utilizzare un
computer: a parole e'
tutto semplice, ma quando dalla teoria si passa ai
fatti arrivano anche le
difficolta'. PCalMeglio nasce proprio per questo,
per mettere a
disposizione di tutti i visitatori un gran numero di documenti
e di guide, tutte di
facile comprensione, per arricchire le proprie
conoscenze.
>
> PCBOX.IT
> http://www.pcbox.it/
> Diverse sono le
sezioni proposte da questo sito, nato con lo scopo di
risolvere i problemi
che sorgono quotidianamente nell'utilizzo di un
computer: per utilizzarlo
e' sufficiente leggere l'archivio dei problemi
gia' risolti, e se non
dovesse esserci nulla di analogo proporre il proprio.
>
>
RETEINFORMATICA.NET
> http://www.reteinformatica.net/
> Il portale per
tutti gli apprendisti informatici fornisce svariate sezioni
per chi vuole conoscere
meglio questo settore, oltre ad articoli e
approfondimenti, un
ampio glossario informatico e i forum di discussione nei
quali conoscere altri
appassionati.
>
> SITO COMUNE
> http://www.sitocomune.com/
> Per chi utilizza
Microsoft Access, uno dei piu' diffusi programmi per la
gestione di un
database, ecco il sito ufficiale del piu' frequentato
newsgroup italiano
sull'argomento: tanti esperti descrivono l'utilizzo di
questo programma, sia a
livello amatoriale che professionale, fornendo
pratici suggerimenti
per risparmiare tempo prezioso.
>
> SOLOINRETE
> http://www.soloinrete.it/
> Uno dei piu'
autorevoli punti di riferimento online per chi cerca delle
risposte dettagliate
non facilmente reperibili altrove: un esercito di
"risponditori"
(veri e propri esperti di un argomento) attende i visitatori
per trovare
gratuitamente una soluzione a tutti i quesiti proposti.
>
> TERMINI
INFORMATICI
> http://www.termininformatici.com/
> Spesso i siti piu'
utili sono quelli piu' semplici da consultare. E
proprio a questa
"filosofia di vita" risponde questo dizionario, che
permette di conoscere
facilmente il significato di migliaia di termini
informatici,
consultabili tramite motore di ricerca o utilizzando l'elenco
alfabetico.
>
> TUTORIALS.IT
> http://www.tutorials.it/
> Un sito davvero
chiaro e funzionale, un vasto archivio (in continuo
aggiornamento) di
tutorial e manuali in lingua italiana: affronta tutti gli
argomenti legati in
qualche modo al mondo dell'informatica , e per ognuno di
questi propone propri
tutorial o segnala i piu' importanti tra quelli
disponibili in Rete.
>
> TUTTORETI
> http://www.tuttoreti.com/
> Partendo da
sezioni introduttive dedicate alla teoria delle reti, utili
per chiarire i concetti
base in termini di connessioni e protocolli, il sito
affronta tutte le
tematiche relative al mondo delle reti, da quelle locali
fino ad arrivare
Internet stessa. Con tante informazioni storiche, tecniche
e pratiche, fino ai
quiz per verificare le proprie conoscenze.
>
> WEBJUICE.IT
> http://www.webjuice.it/
> Una finestra
completa, qualificata e facilmente consultabile sul mondo
informatico, nasce con
il dichiarato obiettivo di "creare un punto di
riferimento per tutti
gli appassionati di tecnologia e comunicazione": dalla
programmazione alla
sicurezza, dall'alta velocita' all'emulazione, qui ogni
aspetto informatico e'
trattato mediante un sito ad hoc.
Subject: Se
copi , il computer ti scopre...
Da Punto Informatico : http://punto-informatico.it/p.asp?i=38737
antonio gentile
Tu copi, lo dice il
computer
Si estende negli USA
l'utilizzo di sistemi capaci di individuare gli
studenti che copiano. La
tecnologia aiuta i docenti
21/01/02 - News -
Atlanta (USA) - Gli studenti dei corsi di "introduzione al
computer" e di
"programmazione orientata agli oggetti" del College of
Computing di Atlanta
sono controllati anche dal computer, che assiste i
professori nella
correzione dei compiti svolti in cerca di parti copiate da
altri studenti.
In particolare questo
software mette in evidenza tutte le parti dei codici
di programmazione
realizzate dagli studenti che risultano simili,
permettendo ai
professori di analizzare le somiglianze e di conseguenza
smascherare gli
studenti più pigri.
Kurt Eislet, direttore
del College, assicura che gli studenti vengono
informati prima
dell'iscrizione ai corsi dell'esistenza di questo software,
tuttavia "sembra
che alcuni non credano alle capacità di questo programma
oppure pensano di
riuscire a non farsi beccare e corrono il rischio di
essere scoperti".
La
"punizione" per aver copiato può raggiungere addirittura l'espulsione
dalla scuola. "Su
30 ragazzi che vengono scoperti dal programma - assicura
Eislet - è possibile
che solo una piccola parte sia in grado di dare una
spiegazione plausibile
del motivo per cui i codici scritti sono così
simili".
Il College of Computing
utilizza questo programma da otto anni ma l'idea di
controllare i compiti
degli studenti con un software ad-hoc è stata ripresa
anche da altri. Ad
esempio dall'Università della Virginia, dove il
professore Lou
Bloomfield ha realizzato un programma capace di individuare
frasi simili di almeno
sei parole negli scritti degli studenti.
Da che mondo e mondo, i
professori cercano di rendere inefficaci i sistemi
di copiatura inventati
dagli studenti. Un'esigenza crescente per i docenti:
uno studio condotto nel
2000 aveva messo in luce che su 2.200 studenti di 21
scuole diverse il 10
per cento di questi aveva ammesso di aver copiato
frammenti di materiale
da Internet, mentre il 5 per cento aveva addirittura
copiato interi passi e
frasi.
Subject:
siti per la ricerca su Sicurezza in rete segnalati da Webscuola
|
|
Il più grande centro di ricerca dedicato ai problemi di
sicurezza in Rete. |
|
|
Virus, trojans, spamming...: tutto quello che c'è da
sapere per mettersi al sicuro dai pericoli della Rete. |
|
|
Il sito della Associazione Italiana, nata sulla scorta
delle esperienze di altre associazioni europee per la sicurezza informatica
(CLUSIB, CLUSIF, CLUSIS, CLUSSIL) che costituiscono un punto di riferimento
per la sicurezza informatica da oltre 10/15 anni nei loro paesi. |
|
|
La Platform for Internet Content Selection (PICS), è un
sistema che permette di associare etichette valutative alle pagine Web
sviluppata dal W3 Consortium. Qui trovate le specifiche ufficiali e altre
informazioni su questa tecnologia. |
|
|
Tutte le problematiche sulla tutela dei dati personali e
la normativa inerente |
|
|
Sito ufficiale del Garante italiano. |
|
|
Un network internazionale contro lo sfruttamento dei
minori con una sezione dedicata ai pericoli presenti in Rete per i piccoli
navigatori. |
|
|
Conoscere Internet e imparare a usarlo insieme ai propri
figli. Argomenti, regole, risorse per un uso senza rischi della Rete. |
|
|
Un documento di riflessione preparato dall'Eurispes per il
Ministero delle Comunicazioni |
|
|
Articoli, comunicazioni ufficiali, ricerche. Le novità più
importanti su diritto e sicurezza in Rete. |
Subject: Concettualizzare
i media per capire il mondo
Riporto un intervento del Prof.
Roberto Maragliano , tratto da un corso
universitario su
Tecnologie dell' istruzione e dell' apprendimento, che si
svolge a Roma e riporta
in rete un "diario di bordo" molto interessante
sugli stessi temi che
sono oggetto della nostra ricerca.
Al seguente indirizzo è
possibile trovare i programmi di studio, i diari
degli anni precedenti e
riferimenti utili di approfondimento :
http://ltaonline.educ.uniroma3.it/didframe.html
Molto utile per chi
voglia approfondire i riferimenti teorici della ricerca
su "Comunicazione
in rete"
antonio gentile
Concettualizzare i
media per capire il mondo
26 ottobre 2001
Roberto Maragliano
In questi primi
incontri del corso, e anche attraverso queste prime pagine
del Diario stiamo
cercando di mettere a fuoco alcuni concetti fondamentali,
quelli di cui più ci
serviremo, in seguito, per sviluppare, ampliare e
approfondire i nostri
ragionamenti.
Nel frattempo
prendeteli e utilizzateli, questi strumenti di
concettualizzazione
dell'universo dei media, come strumenti per conoscere
(cioè per interrogare,
analizzare, comprendere, approfondire) il presente
Diario o i libri
d'esame le cui prime pagine mi auguro vorrete saggiare in
attesa di iniziarne lo
studio vero e proprio. Ma anche per conoscere meglio
(cioè interrogare,
analizzare, comprendere, approfondire con le necessarie
curiosità e
puntigliosità) quel che vi capita attorno e dentro, nel corso
della vita d'ogni
giorno.
Come già avete potuto
notare su queste pagine o partecipando agli incontri,
l'insegnamento di
Tecnologie si proietta sull'intero campo dell'esperienza
umana, e non solo sulla
sua specifica componente educativa; insomma, non
esclude nessuna
espressione della cosiddetta 'esperienza generale'.
La ragione di questa
scelta è molto semplice: non c'è luogo dell'esperire e
del fare che non venga
sollecitato, influenzato, addirittura modellato e
costruito dall'azione
dei media.
In questo senso, si può
dire che la nostra vita è totalmente plurimediale,
oggi, o, se volete,
multi-mediale (con il trattino), cioè giocata dentro
l'azione di più mezzi,
i quali presentano diverse identità e nature, e
operano, dentro di noi,
secondo modalità di connessione continua, cioè
secondo una logica di
sistema che sembra spontanea, quasi naturale.
Cerco di chiarire
questo punto, che considero cruciale.
Quel che
ascoltiamo/vediamo alla televisione rimbalza automaticamente su
quel che leggiamo sul
giornale, e questo a sua volta si intreccia con ciò
che ricaviamo dalla
navigazione in Internet o dallo scambio di messaggi
(elettronici e no) con
i nostri conoscenti, per non dire del sottofondo
sonoro che a questo
intreccio di temi viene garantito da radio, cd, brusii,
chiacchiere e rumori
urbani, o per non dire ancora dell'articolazione visiva
che a tale intreccio
viene assicurato dall'album di immagini fisse e in
movimento che
inesauribilmente ci viene squadernato davanti.
Abitanti come siamo del
villaggio dei media - un villaggio grande quanto il
mondo, anzi ben più
grande di esso (perché capace di moltiplicarlo con
l'aiuto
dell'immaginazione, della teoria, la simulazione, della narrazione,
ecc.) - costruiamo la
nostra identità, giorno dopo giorno, o, da un altro
punto di vista, ci
dotiamo di più identità, giorno dopo giorno, proprio
stando dentro
l'intreccio dei media, e svolgendovi il ruolo di attori, non
solo di consumatori.
Parlando di questi fenomeni non tocchiamo dunque
aspetti marginali, ma elementi
centrali della nostra esistenza. Così è oggi
in modo eclatante, ma
così è sempre stato, fin da quando l'uomo, dotatosi
dell'immagine, della
parola parlata e della scrittura le ha usate come
strumenti per
conoscere, ma anche costruire il mondo.
Talvolta, però, ci
accorgiamo di non disporre degli strumenti adeguati per
vivere con coscienza,
consapevolezza, criticità e, perché no?, serenità
questa importantissima
e sempre più pervasiva parte della nostra esistenza.
Capita infatti, e non
solo in campo educativo, che ci troviamo di fronte a
rappresentazioni
'apocalittiche', terroristiche e terrorizzanti, sull'azione
dei media, discorsi che
appaiono basati su impressioni più che su dati di
osservazione, su luoghi
comuni più che su concetti, su filosofie 'spontanee'
più che su teorie
fondate, e che finiscono col dividere in due la nostra
coscienza (per non dire
della/e nostra/e identità): la parte che ci fa
comunque e
necessariamente utenti dei media, l'altra che ci fa sentire
vittime, proprio in
quanto utenti.
Di qui la condanna ad
una sorta di perenne schizofrenia: siamo quel che
siamo per effetto dei
media ma contemporaneamente neghiamo (o vorremmo fosse
annullata) questa
dimensione.
Ecco allora che fissare
alcune concettualizzazioni di base sui media (è
quanto intendiamo fare
in questa prima fase del nostro impegno) potrà
servire a tutti noi, e
soprattutto a chi si accosta a tali temi per la prima
volta, per capire
qualcosa di più che delle semplici (o complicate) pagine
da portare all'esame.
Muoverci in questa
direzione ci aiuterà, mi auguro, a tenere desto quel che
un po' tutti chiamiamo
'spirito critico', anche se poi lo intendiamo in modi
affatto diversi.
Tanto più è necessaria
questa azione, quanto più il mondo, esterno e interno
a noi, si fa via via più
complicato e indecifrabile.
Queste considerazioni,
com'è ovvio, le sto facendo anche in relazione al
dramma collettivo che
stiamo tutti vivendo dal giorno dell'attacco alle
Torri di New York.
Globalizzazione
comunicativa e ipermedialità sembrano essere due
caratteristiche forti
di questa tragica, grandiosa e opaca 'messa in scena'.
Stiamo infatti andando
ben al di là dei confini della 'documentazione' o
della 'guerra in
diretta'. I media non si limitano a farci assistere, ci
stanno portando la
guerra in casa (ma anche pezzi di pace, fortunatamente!).
Torneremo certamente su
questi argomenti e sulle loro molteplici facce. Nel
frattempo, vi invito a
leggere due articoli di giornale, uno di Alessandro
Baricco pubblicato a ridosso
dell'11 settembre, e dedicato
all'intricatissimo
rapporto che lega realtà e finzione, l'altro recente di
Vittorio Zucconi, che
invita a riflettere sulla faccia intima e 'pacifica'
della rete.
Subject: Fw: 100Links: CHAT
ITALIANE
utile per la ricerca su chat...
antonio gentile
>
> AIUTAMICI CHAT
> http://chat.aiutamici.com/
> Si propone come la
chat dell'amicizia, e offre come servizio aggiuntivo la
possibilita' di
inserire la foto a tutti i partecipanti consentendo di avere
almeno un'idea della
persona con la quale si sta parlando. Forse ancora non
molto frequentata, ma
ha molti margini di miglioramento.
>
> ATLANTIDE CHAT
CAFE'
> http://www.atlantide.it/chat/
> Atlantide e'
un'isola complessa e dai confini indefiniti per fare nuove
conoscenze in Rete. Tra
i principali strumenti a disposizione dell'utente
c'e' una chat con un
gran numero di "stanze": queste sono talmente tante
che, per non perdersi
nulla, viene fornito un "palinsesto" ogni settimana
con gli appuntamenti
fissati.
>
> BERTUCCIA CHAT
> http://www.bertuccia.com/chat.html
> Sembra quasi di entrare
dentro un cartone animato, con un simpatico
scimpanze' che
introduce gli utenti all'interno della chat. Non e' richiesta
obbligatoriamente una
registrazione, ma coloro che compilano il modulo
possono selezionare
un'icona grafica da affiancare al proprio nickname.
>
> CHAT INWIND
> http://chataudio.inwind.it/
> Davvero molto
frequentata questa chat, che offre un divertimento
assicurato all'interno
delle tante stanze che la compongono: qui viene
offerta la possibilita'
di conquistare tanti nuovi amici, oltre che
incontrare nelle varie
stanze le proprie vecchie conoscenze.
>
> CHATMANIA
> http://www.chatmania.it/
> Nulla a che vedere
con le vecchie chat tutto testo o con qualche piccola
animazione, qui ci
troviamo dentro ad un cartone animato con tanto di
personaggio abbinato ad
ogni utente e messaggi che appaiono come "balloon"
dei fumetti. Facile da
utilizzare, e' semplicemente splendida!
>
> CHATTA.IT
> http://www.chatta.it/
> Davvero splendida
la veste grafica di questa chat, un luogo di ritrovo
virtuale e reale di
tante persone: a partire da un nome intuitivo e facile
da ricordare, raccoglie
una bella chat e una serie di sezioni interessanti,
dalla bacheca alle foto
dei chatters abituali.
>
> CLARENCE CHAT
> http://www.clarence.com/chat/
> Clarence offre ai
propri visitatori una delle piu' antiche e frequentate
chat italiane, una
piazza virtuale in cui fraternizzare con gli altri
cittadini elettronici e
fare conoscenza dei turisti di passaggio; permette
di abbinare un'immagine
ai propri messaggi.
>
> DIALOGA2000
> http://www.dialoga2000.it/
> Una delle
primissime Web chat italiane (e' nata infatti nel 1996), ed
anche una delle piu'
facili da utilizzare: utilizzabile senza obbligo di
registrazione, da' la
possibilita' di mandare messaggi privati e di vedere
quanti e quali utenti
sono collegati.
>
> EASYCHAT
> http://www.easychatonline.net/
> Evidentemente le
discussioni che si tengono su EasyChat hanno il potere di
creare un gran numero
di amici, viste le numerose serate che gli utenti
hanno organizzato e che
sono ben documentate sul sito. Il "chat master"
sembra preoccuparsi
molto, e a ragione, di assicurare un uso equilibrato del
servizio.
>
> FREECHAT
> http://chat.aspide.it/
> Si tratta di una
delle chat storiche italiane, e si presenta in Rete con
una interfaccia
semplice e veloce, arricchita dalla simpatia e dalle
chiacchiere dei suoi
partecipanti: permette di abbinare l'immagine di una
faccia a cio' che si
scrive, contribuendo alla creazione di un vero e
proprio personaggio.
>
> INCONFIDENZA
> http://www.inconfidenza.it/
> InConfidenza e' un
sistema per divertirsi, incontrare persone e, se la
fortuna ci aiuta,
trovare una persona speciale. Basta compilare una scheda
con i propri gusti e
preferenze, vedere quelle degli altri utenti e poi
invitare chi si vuole
ad una chat one-to-one.
>
> INTERFREE CHAT
> http://chat.interfree.it/
> Un uso eccessivo di
simboli grafici rende a volte faticosa la
consultazione di questa
chat che, comunque, ha il pregio di descrivere con
chiarezza le operazioni
da svolgere e il comportamento da tenere una volta
entrati. Buono il
numero di utenti mediamente presenti.
>
> IOL CHAT
> http://chat.iol.it/
> Oltre ad accedere
alle aree "elite" con registrazione, e' possibile
accedere alle aree
"free" non moderate e senza alcuna registrazione
obbligatoria. Nelle
chat c'e' un discreto via vai, ma effettivamente la
grafica un po'
vecchiotta complica la consultazione.
>
> IRC
> http://www.irc.it/
> Tra mille altri
servizi, qui e' possibile trovare una chat legata
ovviamente ai
"primordi", con un buon numero di stanze e una consultazione
sufficientemente
chiara. Alcune volte puo' risultare un po' difficile la
comprensione delle
varie funzioni, almeno per i meno esperti.
>
> JAVA IRC
> http://irc.tin.it/
> Java Irc si
rivolge a chi vuole comunicare tramite l'Internet Relay Chat
in maniera semplice e
diretta, senza dover installare alcun programma. La
visualizzazione
avverra' attraverso il proprio browser e in pochi secondi si
potra' accedere ad uno
dei luoghi piu' frequentati della Rete.
>
> JUMPY CHAT
> http://www.jumpy.it/Mondo_J/Chat/
> Molto elevato e'
il numero di persone che periodicamente si trovano qui
per chattare e per
conoscere nuovi amici: offre la possibilita' di scegliere
le stanze a seconda di
cio' che si vuole discutere, o semplicemente in base
alla propria eta' o
alla provenienza geografica.
>
> MONDOCHAT
> http://www.mondochat.it/
> Prima di entrare
in una qualsiasi chat e' consigliabile conoscere le
caratteristiche, le
modalita' e anche i rischi di un simile tipo di
comunicazione. Proprio
per questo e' nato Mondochat, un ottimo punto di
riferimento per
"chattatori" piu' o meno pratici.
>
> MONRIF CHAT
> http://chat.monrif.net/
> All'interno delle
chat di Monrif si puo' discorrere dei piu' svariati
argomenti: si passa dal
"bar dello sport" alla "psiche e dintorni", il tutto
condito con ospiti
famosi che, ad appuntamenti prestabiliti, dialogano in
Rete con gli utenti. Le
chat presenti sono due, una piu' nuova e l'altra
storica per i vecchi
frequentatori.
>
> MSN CHAT
> http://chat.msn.it/
> All'interno di
varie categorie (Citta', Musica, Sport, Teenager e altre
ancora) e' possibile
trovare un gran numero di stanze nelle quali chattare:
offre anche la
possibilita' di creare un elenco delle proprie stanze
preferite, per entrare
facilmente non appena si arriva sul sito. Necessita
di una registrazione
gratuita.
>
> PRONTOCHAT
> http://www.prontochat.it/
> Davvero carino
l'ambiente grafico nel quale si viene accolti una volta
entrati in questa chat
grafica, che permette di abbinare ai propri messaggi
un simpatico personaggio
(scelto da una lunga lista), oltre che di navigare
all'interno delle tante
stanze presenti.
>
> SUPEREVA CHAT
> http://chat.supereva.it/
> L'affollatissima
chat di superEva, una delle poche che consente anche di
creare delle stanze
personalizzate con pochi passaggi, offre periodicamente
incontri con le Guide,
esperti dei piu' svariati argomenti che si offrono
per intrattenere i
propri visitatori. La struttura e' molto professionale,
anche se a volte l'alto
numero di utenti rende confusa la consultazione.
>
> TISCALI CHAT
> http://chatirc.tiscali.it/
> Basta inserire il
nome e un nick e ci si trovera' subito catapultati
all'interno delle
stanze della Tiscali Chat, o nei canali mondiali di
IrcNET. Praticamente
sconfinati gli argomenti trattati e gli utenti
quotidianamente
connessi, mentre la grafica, seppur piacevole, e' priva di
particolari spunti.
>
> TROVACHAT
> http://trovachat.iltrovatore.it/
> Direttamente da un
importante motore di ricerca tutto italiano, ecco una
chat semplice da
utilizzare e piuttosto frequentata: l'interfaccia e'
interamente testuale,
ed e' possibile scegliere tra quelle esistenti la
stanza nella quale si
vuole chattare, oppure creare la propria.
>
> WEB CHAT WORLD
> http://www.wcw.it/
> Una vera e propria
comunita' di "chattatori" che qui trovano una risposta
ad ogni loro richiesta:
sei diverse chat tematiche su musica, lavoro,
viaggi, sesso, borsa e
finanza. Buona l'impostazione, non e' richiesta
alcuna registrazione, e
alcune chat sono molto frequentate.
>
> YAHOO! CHAT
> http://chat.yahoo.it/
> Naturalmente l'aspetto
riprende quello della versione internazionale del
celebre portale, ma la
caratteristica piu' importante di questa chat e'
quella di essere
frequentata quasi esclusivamente da utenti italiani: una
visita e' consigliata a
chi desidera discutere su tutti gli argomenti del
momento, e conoscere
altre persone in Rete.
Subject:
«L´hacker venga a lavorare da noi»
fonte La Stampa di oggi http://www.lastampa.it/edicola/Asti/481413.htm
ag
«L´hacker venga a
lavorare da noi»
Una proposta di
espiazione tecnica del presidente Marmo
ASTI
Ha fatto discutere il
caso del giovane «hacker» scoperto dopo il tentativo
fallito di
intromettersi nei computer della rete telematica della Provincia.
Lo studente di 17 anni
è stato «tracciato» dai carabinieri della speciale
Squadra reati
informatici con la collaborazione dei tecnici della Provincia
e denunciato. Sulla
vicenda giunge ora il commento del presidente della
Provincia Roberto
Marmo, parte in causa, dato che l´attacco dell´«hacker» ha
causato un blocco del
sito dell´Amministrazione provinciale per una
giornata. «Credo sia
doveroso esprimere una riflessione generale - commenta
Marmo - che serva da un
lato a riportare nei giusti limiti quello che in
definitiva è stato un
caso di tentata pirateria, e che pertanto
fortunatamente non ha
provocato le pesanti conseguenze che poteva avere, ma
che dall´altro richiami
i possibili potenziali sabotatori, ma soprattutto i
loro genitori, a
un´azione di responsabilizzazione e sorveglianza». E
aggiunge: «In poche
parole, è bene che si sappia che per reati o tentativi
di reati come quelli
maldestramente messi in atto nei confronti del sistema
informativo della
Provincia, si possono subire conseguenze penali di non
poco conto. In meno
parole ancora: ragazzi fate attenzione, si finisce anche
dentro, con azioni di
questo genere». Marmo però tende una mano: «Credo
meriti una citazione la
possibilità di "espiazione" tecnica che si può
profilare per il
responsabile: un periodo di lavoro informatico all´interno
dell´ente, che consenta
allo smanettone di smanettare con profitto suo e
altrui, in quel mondo
informatico che con il suo tentativo di sabotaggio ha
dimostrato di voler
frequentare, ma che contemporaneamente serva a fargli
capire l´impegno, la
professionalità e la serietà del lavoro che sta dietro
la vetrina sfavillante
di Internet».
105
Subject:
Newsletter del sito internet dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze
Filosofiche dell' 8 2 2002
Newsletter del sito internet
dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze
Filosofiche dell' 8 2
2002
Sito Internet dell'
ENCICLOPEDIA MULTIMEDIALE DELLE SCIENZE FILOSOFICHE
www.filosofia.rai.it
Il sito
dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche apre due
nuove sezioni:
EMSF-scuola e La Città
del Pensiero
Presentazione della
sezione EMSF-SCUOLA
http://www.filosofia.rai.it/scuola/
L'Enciclopedia
Multimediale delle Scienze Filosofiche apre un'articolata
sezione del proprio
sito Internet ( http://www.filosofia.rai.it)
esplicitamente dedicata
al mondo della scuola.
Verranno riproposti i
materiali che già fanno parte del sito riorganizzati
secondo percorsi più
vicini agli interessi degli studenti e degli
insegnanti: è il nostro
contributo al processo di apprendimento.
Troverete anche altre
novità, tre per la precisione.
Compiti a casa
Una sezione sarà
dedicata allo studio " Compiti a casa". Chi vuole, potrà
richiedere via e-mail o
attraverso il forum un approfondimento o una
spiegazione su un
autore o un problema che ha trovato particolarmente
complesso. La redazione
risponderà direttamente o avvalendosi dei
collaboratori e degli
intervistati dell'Enciclopedia. Potrete anche
intervenire, magari
criticando le nostre scelte e proponendo interpretazioni
e pareri alternativi.
http://www.filosofia.rai.it/scuola/compiti.htm
Simposio
Uno spazio sarà appositamente
riservato ai contributi che vorrete inviarci.
Quello che abbiamo in
mente è una Internet community che coniughi il rigore
scientifico delle
interviste e degli altri materiali presenti nel sito con
le esigenze della vita
scolastica di tutti i giorni. E, per cominciare,
abbiamo proposto un
tema provocatorio intorno al quale avviare la
riflessione: serve
ancora studiare filosofia a scuola? Su questo stesso
argomento abbiamo
interpellato alcuni operatori del settore, universitari e
non: potrete leggere
quanto ci hanno risposto nella sezione "Dalla Scuola",
Dall'Università" e
"La parola agli studenti", nonché negli approfondimenti
presenti in
"Simposio".
http://www.filosofia.rai.it/scuola/simposio.htm
Concorso
Infine, un concorso o,
forse, sarebbe meglio dire una sfida: invitiamo gli
studenti e i loro
insegnanti a organizzare i nostri materiali secondo linee
e percorsi scelti da
loro stessi. Le loro realizzazioni (ipertesti, saggi),
verranno pubblicati sul
sito e ai migliori verranno inviati come premio i
nuovi prodotti
multimediali di RAI Educational (CD-ROM, Videocassette).
http://www.filosofia.rai.it/scuola/concorso.htm
-------------------------------------------------
Città del Pensiero
http://www.filosofia.rai.it/citta_del_pensiero/
La Città del Pensiero è
una modalità alternativa per navigare tra i
materiali dell'Enciclopedia
Multimediale delle Scienze Filosofiche:
interviste, testi delle
trasmissioni, brani antologici e biografie. Si
tratta di una città
ideale in cui convivono i classici del pensiero, gli
antichi e i contemporanei.
Una struttura urbana che attraverso la metafora
dei suoi quartieri e
rioni vuole rappresentare la complessità e la vastità
della riflessione
filosofica e umanistica. I circa duemila documenti che
costituiscono sono
stati organizzati intorno a sedici problemi-quartieri
della filosofia
(L'essere, la conoscenza e la scienza, la storia ecc..)
suddivisi a loro volta
in 52 rioni -sottoproblemi.
.
http://www.filosofia.rai.it/citta_del_pensiero/default2.asp
(versione flash)
http://www.filosofia.rai.it/citta_del_pensiero/default1.asp
(versione html)
http://www.filosofia.rai.it/citta_del_pensiero/default2.asp
(presentazione
in flash)
-------------------------------------------------
Comunicato stampa
disponibile all'indirizzo:
http://www.emsf.rai.it/comunicati/comunicato_02_2002.htm
Subject:
[INNOVAZIONE] Ripetizioni ed Internet
Riporto un intervento ripreso oggi
da una lista di discussione sulle nuove
tecnologie perchè è
esemplare per i problemi che affronta (e che sono di
nostro interesse di
studio) ed anche per il modo chiaro e documentato della
comunicazione ( da
tenere presente quando si inviano contributi in
lista )...
Buona lettura
antonio gentile
--------------------
Cari Colleghi di Lista
Ho letto con
particolare attenzione l'interventi di Settimio e di Paolo e
concordo con molti di
Voi che hanno vissuto in prima persona sul campo ,
questi anni di
transizione della scuola Italiana.
Pur essendo ingegnere ,
fin dal 1984 ho iniziato ad effettuare corsi di
formazione nella Scuola
italiana , cercando ogni volta di coniugare le nuove
tecnologie informatiche
con le esigenze educative dei ragazzi.
Ho ad esemipo iniziato
la mia attivita' di Formatore nel 1984 , con una
mostra in un teatro
Comunale , relativa all'Informatica e la Telematica,
chiamata "
Computer....Cioe'...." e con un corso di Formazione per oltre
mille Studenti e
professori delle Scuole Medie della provincia di Terni,
alla cui cerimonia di
chiusura intervenne tra gli altri Piero Angela della
RAiTv.
Durante questi anni ho
avuto modo di insegnare a molti studenti e professori
, oltre a formare
operatori e dirigenti di imprese . Ho anche coordinato i
corsi di Formazione per
la mia regione riservati ai Capi di Istituto , e
debbo dire che in tale
occasione e' emersa palese l'avversione del corpo
dirigente , verso il
cambiamento e nei confronti del nuovo che Internet ed
il suo mondo offre come
opportunita' .
In questo ultimo
periodo sto assistendo ad una burocratizzazione dei
processi innovativi ed
ad una fase di stasi nel mondo dell'utilizzo di
Internet e dei processi
formativi legati alle nuove tecnologie.
La scuola Italiana
continua a guardarsi indietro e diventa sempre piu'
" Una Scuola di
Ripetizioni per le Ripetizioni" , intesa cioe' come luogo
di ripetizione del
sapere , che nelle fascie della scuola di base ha il suo
senso , ma che nelle
" Superiori" invece di formare alla creativita' ed al
nuovo modo di intendere
la formazione , porta solo ad inadeguatezza del
sistema formativo , che
si deve appoggiare poi a risorse esterne , non per
l'innovazione, ma per
"Le ripetizioni" date ai ragazzi da "Vecchi
Professori " che
forse sono i soli rimasti in grado di applicare
rigorosamente i
programmi ministeriali.
Dico questo perche' ho
una figlia Liceale , che va a ripetizione di
Matematica e di Latino
da due ottantenni.
Per fortuna che ora in
internet trova le traduzioni di Cesare e quindi non
ha piu' bisogno delle
ripetizioni di Latino. Ma e' questa
l'Innovazione.......
Sono quindi pienamente
d'accordo nella creazione del Master e nel tentativo
di migliorare l'offerta
formativa portando il nostro contributo .
Mi rendo anche conto
della difficolta' di tale impresa , pensando solo ad
esempio come sia
difficile fare lezione ad una classe di studenti in una
aula informatica
collegata ad Internet , la qual cosa di per se non risolve
il problema , se poi
non ci sono adeguate forme di supporto ai processi di
apprendimento.
In tal senso credo
molto al lavoro di gruppo ed al lavorare per obiettivi
con la classe ,
producendo anche materiali di sintesi fatti dai ragazzi per
i ragazzi.
L'applicazioni di
criteri di apprendimento di "Learning by doing" possono
essere di grande
stimolo in tal senso , cito ad esempio il concorso Mondiale
Thinkquest , che dal
1996 offre a ragazzi di tutto il mondo opportunita' di
"apprendere
facendo" lavorando con altri ragazzi di tutto il mondo su
progetti educativi,
sotto l'assistenza ed
il coodrinamento di Tutor esperti in nuove tecnologie.
Purtoppo questo anno in
Italia anche tale strumento non potra' essere attivo
a causa della riduzione
di fondi attuata dal Governo Americano nei confronti
di Advanced Org ,
organizzazione che da anni promuove nel mondo tale
iniziativa . Quindi
mentre in altri paesei i Governi locali si sono attivati
per realizzare tali
processi in modo autonomo , dal Ministero
dell'Innovazione
Italiana , pur informato dell'opportunita' di creare un
Thinkquest Italia , non
abbiamo avuto ancora alcuna risposta.
Ci sono comunque
segnali a livello internazionale di ripresa del mondo
internet che in questo
caso "Ricorda la Sua vera Storia" , cioe' internet ha
avuto il suo massimo
sviluppo nel mondo Universitario e per scopi di Ricerca
Sviluppo , percio' dopo
l'Ebrezza dell'E-Commerce e dell'E-Tutto , Speriamo
che ricordi la sua
storia e venga applicato per la Conoscenza Multipla
Globale , che poi e' il
suo scopo elettivo.
Essendo poi vissuto ed
avendo lavorato prevalentemente nel mondo della
Scuola in questi ultimi
venti anni, debbo riconoscere lo sforzo effettuato
da
gruppi isolati di
Insegnati capaci e motivati nel voler utilizzare le nuove
Tecnologie , partendo
da esperienze diverse , e pur essendo abbandonati a se
stessi , se non
Osteggiati , hanno maturato grandi capacita' in tali settori
, con il sacrificio del
proprio lavoro e senza alcun riconoscimento
ufficiale . (Qui
ritorniamo al discorso dei Bollini e delle Banane).
Quindi attualmente i
pochi riconoscimenti vengono dati non in base alle
reali capacita'
acquisite con i propri sacrifici, ma magari all'insegnante
che ha acquisito
"La Patente Europea" oppure ha fatto un corso di Formazione
di 50 ore (
Riconosciuto pero' Dal Ministero).
Speriamo che le cose
cambino in meglio, Noi continueremo a provarci.
****************************************************************************
Riporto un interessante
articolo da me tradotto in
italiano e tratto dalla
rete.
****************************************************************************
Internet e Scuola
Riprendo da una
comunicazione proveniente dagli Stati Uniti e mandata in
rete da Massarenti
Il Capo della
Commissione Federale delle Comunicazioni ed il presidente
della NBS News e del
network televisivo PBS, hanno proposto al Congresso di
utilizzare 18 Miliardi
di Dollari ( circa 20 miliardi di Euro) ,
provenienti dall' asta
delle frequenze radio, per finanziare la
digitalizzazione di
materiale educativo.
Il principale obiettivo
della proposta della loro ditta ,Digital Opportunity
Investiment Trust ( in
sigla DO IT) , e' di mettere materiali provenienti
da Musei , università e
biblioteche , sulla rete INTERNET.
In una intervista
recente , tali amministratori , spiegano come tale evento
rivoluzionera' la
formazione nella scuola di Base e nelle altre attività
formative.
Attualmente il governo
Statunitense spende circa 2 Miliardi di dollari ogni
anno per collegare ogni
classe ad Internet, ma non si spende praticamente
nulla per i contenuti.
Cosi' quando ci si collega ad internet , il suo uso
per propositi
scolastici e' praticamente estremamente limitato. Inoltre la
formazione degli
insegnanti per utilizzare tali tecnologie e tale nuovo modo
di insegnare , e'
praticamente inesistente .
Tratto da USA Today ,
autore Darnell Little
Riferimenti internet
http://biz.yahoo.com/bizwk/011208/z84e9yszp3yhcddzgaacsq_1.html
www.businessweek.com
Saluti
Giuseppe
Dott.Ing. Giuseppe
Fortunati
______________________________________________________
Vice Presidente
Associazione EGO-CREANET Telematic Network
05035 Narni (Tr) Italy
Subject: la
pubblicità online funziona
Fonte http://punto-informatico.com/p.asp?i=39003
Confermato, la
pubblicità online funziona
Uno studio realizzato
dallo IAB insieme a MSN, Advertising Research
Foundation e Unilever
indica che per i marchi internet è più efficace degli
altri media Stampa
Segnala via email
11/02/02 - News -
Milano - Ha il sapore di una rivendicazione il comunicato
stampa con cui MSN, Advertising
Research Foundation, Interactive Advertising
Bureau e Unilever Home
& Personal Care hanno comunicato i risultati di una
importante ricerca
sull'efficacia delle inserzioni pubblicitarie online.
Opinioni e commenti
Scrivi nuovo
2
Quel post di sotto l'ho
gia` visto.. um.. spammer?
Confermato, la
pubblicità ON-LINE STA AFFONDANDO.
Presentata a New York
nei giorni scorsi, la ricerca si è avvalsa della
direzione di Rex
Briggs, analista di Marketing Evolution. Per un anno ha
registrato i risultati di
una "campagna mista" tra media tradizionali ed
internet. I dati dello
studio "Across Media Research" sembrano indicare che
l'uso della rete ha un
impatto deciso sui risultati delle campagne
promozionali.
Con il sostegno delle
metodologie utilizzate dall'ARF e dalla IAB, Rex
Briggs ha esaminato il
ruolo giocato da Internet nel mix pubblicitario
scelto per la
promozione di un bene di largo consumo: il sapone Dove. I
risultati della
campagna mista sono stati analizzati da Briggs insieme alla
società di ricerca
Dynamic Logic. Ecco cosa ne è emerso:
- La ricerca evidenzia
che i prodotti di largo consumo che aumentano la loro
presenza pubblicitaria
online possono migliorare la brand awareness, la
percezione delle
caratteristiche della marca e la propensione all'acquisto
di quel prodotto.
- L'aumento della
frequenza della pubblicità online si traduce
nell'incremento della
visibilità di un marchio. In particolare, l'aumento da
6 a 12 del numero di
apparizioni online nell'arco di sei settimane ha
accresciuto del 42%
l'efficacia complessiva del marchio Dove Nutrium Bar.
- Nelle operazioni di
branding, la pubblicità televisiva, quella su stampa e
l'online sono
egualmente efficaci; tuttavia la promozione online offre
generalmente un miglior
rapporto prezzo/prestazioni in termini di incrementi
di branding partendo
dal livello di precampagna.
Il risultato soddisfa
le speranze di chi vuole aumentare gli investimenti
promozionali in rete,
tanto che Jim Spaeth, presidente di Advertising
Research Foundation, ha
affermato che "esistevano già numerose prove della
validità della
pubblicità online, ma oggi per la prima volta è stato
possibile misurare
l'incidenza del canale online rispetto alla stampa e alla
televisione. Il
risultato di questo studio rappresenta una vera e propria
pietra miliare per
l'intero settore pubblicitario".
110
Subject: Fw:
100Links: GRAFICA IN RETE
----- Original Message -----
From: "100 Links
al Mese"
>
> 3DMAX
> http://www.3dmax.it/
> Con l'avvento dei personal
computer la grafica ha definitivamente
ingranato la marcia per
la terza dimensione! All'interno di questo sito
trovano spazio molti
suggerimenti e miniguide per creare degli splendidi
effetti tridimensionali
con gli applicativi piu' famosi. Per chi e' dubbioso
sulla qualita' del
lavoro complessivo si raccomanda uno sguardo alla
galleria!
>
> ADOBE ITALIA
> http://www.adobe.it/
> Il sito ufficiale
italiano di una delle case produttrici piu' prestigiose
del mondo, che ha
realizzato prodotti della fama di Photoshop, Premiere,
Acrobat Reader e molti
altri. Nel sito trovano spazio numerose informazioni
sui software
disponibili, e diverse versioni dimostrative che possono essere
provate gratuitamente
sul proprio computer.
>
> AREA GRAPHYKA
> http://areagraphyka.scriptando.it/
> Problemi con
Photoshop e altri programmi di grafica? Niente paura! Questo
bel sito da' la
sensazione che qui si faccia veramente sul serio, grazie
alle numerose
spiegazioni su come realizzare particolari effetti visivi, e
come impadronirsi di
tutte le caratteristiche dei programmi: molto bello!
>
> CAD3000.IT
> http://www.cad3000.it/
> Una fonte preziosa
di informazioni per chi di Cad se ne intende o vuole
imparare la magnifica
arte dell'elaborazione grafica digitale. I contenuti
di grande interesse si
alternano a splendide lavori realizzati dagli stessi
utenti del sito che
desiderano far conoscere alla community il proprio
operato.
>
> CAD3D.IT
> http://www.cad3d.it/
> Questo fantastico
sito e' una sorta di portale verticale dedicato alla
tecnologia Cad, il
luogo ideale dove poter reperire informazioni, notizie e
software di qualita'.
Garantisce l'interazione e lo scambio di informazioni
con i navigatori grazie
ai numerosi forum disponibili.
>
> CADLANDIA
> http://www.cadlandia.com/
> "La terra del
Cad" non e' piu' un miraggio per tutti gli utenti italiani
di questo
rivoluzionario programma di grafica: dietro una veste grafica
molto pulita e ben
organizzata, si trovano in quantita' abbondante guide e
consigli pratici per
realizzare con "pochi" clic autentici capolavori
digitali!
>
> CORSO CAD
> http://www.professionearchitetto.it/corsocad/
> Ad ospitare uno
dei piu' interessanti corsi sul Cad che si possano trovare
sulla Rete e' questo
autorevole sito dedicato agli architetti: con la solita
professionalita' che ne
contraddistingue tutti i contenuti, questo corso non
e' da meno grazie a
delle semplici ma molto esaustive spiegazioni sul Cad.
>
> DISEGNO E GRAFICA
> http://www.disegnoegrafica.it/
> Questo sito si
occupa di curare tutti gli aspetti di vari software per
realizzare grafica, dal
Cad agli altri programmi della cosidetta grafica
digitale. La
navigazione sul sito e' molto semplice ed efficace, e permette
di raggiungere subito
cio' che si sta cercando.
>
> ESCOGITANDO
> http://www.escogitando.it/
> Escogitando e' un
sito italiano dedicato a Fireworks di Macromedia, il
famoso editor di
immagini per la creazione di pagine web. Imparare ad usare
il programma non e' mai
stato cosi' semplice: grazie a delle guide molto
pratiche, e con l'aiuto
degli altri appassionati che partecipano attivamente
al forum, in men che
non si dica le proprie idee prenderanno forma!
>
> FLASH5.IT
> http://www.flash5.it/
> Pensato per
diversi livelli di competenza (principiante, apprendista,
esperto), questo sito
offre vari percorsi a seconda delle nozioni gia' in
possesso dell'utente.
Validissimo sia per grafica che per contenuti, e' uno
dei punti di
riferimento nel genere.
>
> GIMP
> http://gimp.linux.it/
> Anche
nell'ambiente operativo targato Linux la grafica ed i programmi sono
qualitativamente molto
evoluti, lo dimostra il celebre Gimp, un software
liberamente
distribuibile adatto per il fotoritocco, la composizione e la
creazione di immagini.
Un vero "must" per tutti gli utenti del pinguino.
>
> GRAFICA GATE
> http://www.graficagate.it/
> Ecco il portale
italiano del graphic design, un importante punto di
ritrovo per chi con la
grafica vuol fare sul serio, e da semplice passione
desidera imparare
ancora di piu' grazie ai corsi su misura, e per chi
intravede un possibile lavoro
nello stesso campo.
>
> GRAFICA
GUIDAINLINEA
> http://www.guidainlinea.com/grafica.htm
> Basta una rapida
occhiata all'elenco dei software trattati per innamorarsi
subito di questa
pagina: divisa in mini-corsi per argomenti, risultera'
utile per chi si e'
avvicinato da poco alla computer grafica ma vuole
partire subito in
quarta, saltando tutte quelle introduzioni che possono
essere lette in un
secondo momento...
>
> GRAFICA HTML.IT
> http://www.html.it/grafica.htm
> Direttamente dal
sito capostipite per le risorse web, ecco una succosa
sezione dedicata ai
software piu' diffusi per creare dei lavori ad hoc: qui
e' possibile trovare
degli ottimi tutorials online, arricchiti da tante
immagini per imparare
gradualmente le cose piu' semplici cosi' come gli
effetti piu'
avvincenti.
>
> GRAFICA
RISORSE.NET
> http://www.risorse.net/pulsanti/grafica.asp
> Fra le
innumerevoli risorse presenti, quella riguardante Paint Shop Pro
merita sicuramente
un'attenta lettura sia per tutti gli appassionati che lo
usano con fedelta' sia
per chi, indeciso sull'utilizzo o meno, vuole avere
uno stabile punto da
cui partire ed apprendere i fondamenti poco per volta.
>
> GRAFICHISSIMA
> http://www.grafichissima.it/
> Se ci fosse una
citta' dedicata alla grafica, sicuramente il suo nome
sarebbe Grafichissima:
gli argomenti disponibili sono moltissimi, ed
elencarli in poche
righe e' impossibile. Specializzato sia in 2d che 3d,
dispone di eccellenti
guide per i programmi piu' conosciuti.
>
> GRAFICI DENTRO
> http://www.graficidentro.com/
> Molto ben curato
nella grafica (e non poteva essere diversamente), oltre
che discreto nei
contenuti, offre news, guide e svariate risorse gratuite
che permetteranno di
acquisire da subito una maggiore padronanza con i nuovi
"ferri del
mestiere".
>
> GRAFOPOLI
> http://www.grafopoli.com/
> Grafopoli e' un
modo per dare a tutti coloro che si interessano e ancora
si entusiasmano di
grafica (appassionati, studenti o professionisti che
siano) uno spazio
libero di discussione, scambio di idee, di notizie ed
esperienze: una
comunita' di grafici che lavorano per diffondere le
conoscenze acquisite
nel settore.
>
> MANUALE AUTOCAD
> http://www.magicnet.it/manuali/autocad/
> Un manuale che
introduce all'utilizzo di AutoCad descrivendone tutti i
menu, utile per
scoprire funzioni e modalita' d'utilizzo. Particolarmente
gradevole la grafica,
che ha anche il pregio di rendere estremamente agevole
la consultazione.
Ottimo per chi e' agli inizi.
>
> PSD.IT
> http://www.psd.it/
> Non esiste grafico
al mondo che non abbia mai sentito parlare di
Photoshop; e' un vero
piacere scoprire come questo potentissimo programma di
grafica possa creare
praticamente tutto cio' che ci passa per la testa:
ancor piu' facile sara'
se seguiti passo dopo passo da un sito di grande
qualita' come questo!
>
> RISORSE FLASH
> http://www.risorseflash.it/
> "La risorsa
italiana per Macromedia Flash", un vasto sito che guida
l'utente attraverso il
mondo Flash con spiegazioni, corsi, recensioni,
manuali. Discreto
graficamente, trova nei contenuti il proprio punto di
forza; presente anche
un forum dove scambiare opinioni e suggerimenti.
>
>
RISORSEGRAFICHE.NET
> http://www.risorsegrafiche.net/
> Uno dei piu'
preziosi punti di riferimento che la Rete italiana mette a
disposizione di tutti i
fans della grafica: una massiccia dose di tutorials
gratuiti sono l'ideale
per diventare da subito i protagonisti di questo
ricco mondo fatto di
colore e fantasia.
>
> TEAMPHOTOSHOP.COM
> http://www.teamphotoshop.com/
> Uno splendido sito
in inglese su Photoshop: piacevolmente ricco di
contenuti e presentato
con una grafica sobria e al passo con le tecnologie,
offre a tutti gli
appassionati un grande numero di tutorials e le piu'
recenti news (come gli
aggiornamenti e plug-in del programma) per migliorare
la qualita' delle
proprie creazioni.
>
> VIETATOVIETARE
> http://www.vietatovietare.com/
> Un sito italiano
di sicuro interesse che permette di assistere alle
potenzialita' degli
applicativi targati Adobe, che da anni sono al vertice
nella loro categoria,
graditi dai professionisti e anche dagli amanti del
fai-da-te: bellissimo
dal punto di vista grafico, praticamente nulli i
contenuti.
>
> WEB STYLER
> http://www.webstyler.it/
> Una delle piu'
recenti applicazioni della grafica e' sicuramente
rappresentata dalla
realizzazione di siti: nonostante essa non abbia un
ruolo fondamentale, e dato
che le immagini non sono di grandi dimensioni,
dev'essere pero' in
grado di stupire positivamente e di slanciare un sito
verso un proprio stile.
>
>
> *** PROSSIMA
SETTIMANA: "RELIGIONI IN RETE" ***
>
>
> 100 Links al mese,
ogni settimana 25 indirizzi di siti dedicati ad un tema
specifico. Esce il
lunedi.
> Ti sei perso
qualche numero? Gli arretrati sono su
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offerto da 100Links http://www.100links.it/
> Per informazioni
scrivici a info@100links.com
Subject: la
Rete non è morta...
L'INTERVISTA a Renato Soru, il
fondatore di Tiscali, apparsa sul Corriere
della sera di oggi
ag
La Rete non è
morta,cresce ancora a ritmo sostenuto e nei prossimi anni
sarà usata più dei
telefonini
«E' condannato alla
retrocessione chi resta fuori da Internet»
ROMA - Internet è vivo
e lotta insieme a noi. E rimanerne fuori equivale a
condannarsi alla
marginalità. Renato Soru fondatore e anima di Tiscali non
molla. E' convinto che
nei prossimi anni gli italiani useranno la Rete
almeno quanto oggi utilizzano
il telefonino. Nel frattempo la sua società,
Tiscali, è diventata
leader europea delle Internet communication company e
nell'ultimo trimestre
del 2001 per la prima volta dopo lo start up viaggia
in prossimità del
pareggio dei conti. «Internet non è morto - sostiene
Soru -. Anzi cresce
ancora a ritmo sostenuto. In Europa l'incremento degli
utenti è attorno al 20%
e in Italia il ritmo è anche più veloce: il 25%. L'
utilizzo della Rete è
entrato nella vita di tutti i giorni e per molti oggi
un guasto di Internet è
un'eventualità più temuta di un blackout dei
cellulari». Internet
viene però da una stagione difficile e sembra entrato
in un cono d'ombra.
«Quella che ha fallito
è stata la finanza di Internet, non l'industria. Del
resto era difficile che
storie di ventenni che diventano miliardari non
sollecitassero la
fantasia e producessero qualche eccesso. Ma il successo o
la morte della Rete va
decretato in base a un altro criterio: nella vita di
tutti i giorni Internet
avanza o no? Ebbene l'utilizzo medio è passato in
Italia da 7 a 25 minuti
e su Tiscali viaggiano ogni giorno 25 milioni di
email».
Gli esperti dicono che
anche l'industria ha perso. Non ha saputo inventare
un modello di business
che valorizzasse le potenzialità della Rete e fosse
remunerativo.
«Indubbiamente si fa
fatica ma oggi qualcosa di più sappiamo di questo
business e prima o poi
individueremo anche il modello vincente. Del resto
nessun grande
cambiamento tecnologico è partito da subito con il piede
giusto. Il telefono
all'inizio era venduto come uno strumento per
distribuire la musica
online. La radio sembrava dovesse servire solo a
comunicare da un punto
all'altro e il magnetofono all'inizio era acquistato
solo per dettare
lettere e comunicati alle segretarie. Lo chiamavano
dittafono».
Che errori si sono
fatti questa volta?
«Solo due anni fa
pensavamo di reinventare tutto. Il giornalismo, le banche,
le agenzie di viaggio,
le case discografiche. Invece non c'è nulla da
reinventare ma la Rete
è solo un grande canale distributivo, un supermarket
collocato al centro del
villaggio globale. La conseguenza è che non dobbiamo
fare la guerra ai
nostri partner, editori o istituti di credito che siano,
ma vedere cosa si può
fare assieme».
Ma il mito di Internet
gratuito va in soffitta?
«La gratuità è
importante. E' la versione moderna dell'economia del dono.
Persino il piano
Marshall è partito come dono e poi ha saputo creare stimoli
all'economia. Lo stesso
può valere per la Rete che deve servire innanzitutto
ad allargare la
partecipazione e non a spaccare la società».
A Porto Alegre il
direttore de «Le Monde Diplomatique» Ignacio Ramonet ha
denunciato il rischio
che nascano due Internet, uno di serie A e uno di
serie B.
«Esiste già un mondo di
serie A e uno di serie B! Ci sono auto delle due
categorie come
ristoranti e alberghi. Tutto purtroppo è di serie A e serie
B. La Rete invece è per
sua natura democratica, non esisterà mai un bip di
una categoria superiore
e uno inferiore. La vera retrocessione è rimanere
fuori da Internet. Poi è
evidente che ci saranno alcuni servizi
professionali a
pagamento ma si tratta di una minoranza di contenuti
rispetto alla mole
delle cose che ci sono sulla Rete. L'importante è che l'
accesso e il consumo
restino a costi bassissimi, come in Italia dove è stato
possibile grazie a un
mercato totalmente liberalizzato».
Lo sviluppo dell'utenza
Internet chiama in causa la larga banda e le
politiche governative
per incentivarla.
«In Italia l'Adsl
cresce meno di quanto ci aspettassimo, in Spagna invece
sta andando molto
meglio. Cinquanta euro per l'Internet a banda larga è
troppo per molte
famiglie, ma non per questo penso che il governo debba
concedere degli
incentivi».
L'intervento pubblico
deve essere finalizzato a evitare il dumping.
«Non c'è Paese nel
quale le vecchie Telecom monopoliste non approfittino
della loro posizione
dominante. Si inizia con contratti sottocosto e poi una
volta reso impossibile
l'arrivo di nuovi operatori si adottano vecchi
comportamenti».
E gli incentivi?
«Ho visto cosa hanno
prodotto in Sardegna gli incentivi! Fortunatamente
Tiscali è nata e
cresciuta senza aiuti. Meglio che il governo concentri la
propria azione
promuovendo infrastrutture per tutto il Paese senza tagliare
fuori il Sud».
Che prospettive ha
invece l'Umts, la telefonia cellulare di nuova
generazione? Le
previsioni non sono rosee.
«Dall'Umts sono uscito.
Non ce lo potevamo permettere. Ma l'Umts è stato
penalizzato dai costi
delle licenze che gli sono stati imposti in Europa. Si
sono tolte risorse a un
settore che stava contendendo con successo il
primato tecnologico
agli Stati Uniti e sono state penalizzate Ericsson,
Nokia e tutti gli
operatori di rete. E' stato uno sbaglio di politica
industriale tanto che
alcuni Paesi stanno rinegoziando quegli accordi per
alleggerirne il peso».
Come imprenditore che
giudizio dà del governo Berlusconi?
«Forse sbaglio, ma sono
concentrato sulla mia impresa che è prima in Europa
e fa solo il 18% del
suo fatturato in Italia. Comunque non penso che un
imprenditore oggi sia
particolarmente avvantaggiato o penalizzato dal cambio
di maggioranza. Quanto
a me sono contento di fare impresa da Cagliari».
Dario Di Vico
Subject:
Nell'accesso l'economia del domani
Fonte: http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/prov/010409rifkin.asp
Nell'accesso l'economia
del domani
L'economista Jeremy
Rifkin :"La Rete sta rimpiazzando i mercati ma la new
economy non dà il
ritorno economico sperato perché si usano le nuove
tecnologie con i
criteri della vecchia economia di mercato"
Perché l'e-commerce e
la globalizzazione aprirebbero le porte ad un'era
economica nuova e
diversa rispetto al paradigma capitalistico?
Stiamo assistendo alla
nascita di un nuovo sistema economico che opera con
modalità diverse dal
capitalismo di mercato, perché abbiamo tecnologie
velocissime e con una
forte capacità di collegamento, mentre quello vecchio
usa il mercato come
luogo di scambi. In genere entrano a far parte dei
mercati venditori e
compratori che si scambiano beni e servizi secondo un
ritmo ben scandito in
cui si concludono e ripartono transazioni, si
ricominciano e si
concludono di nuovo.
Le nuove tecnologie,
invece, permettono uno scambio continuo, ventiquattro
ore al giorno per sette
giorni alla settimana. Questo vuol dire che nella
new economy i mercati
non riescono a competere con la velocità e il potere
di collegamento delle
nuove tecnologie.
Non abbiamo ancora un
ritorno economico perché abbiamo molto investito nelle
nuove tecnologie ma le continuiamo
ad usare con i criteri della vecchia
economia di mercato.
Cosa sostiene nel suo
libro 'L'era dell'accesso'?
Sostengo che i vecchi
mercati vengono rimpiazzati dai network, e venditori e
compratori da fornitori
e utenti. In più, nella Rete i fornitori non
vendono, ma mantengono
la proprietà delle cose così che l'utente accede a
ciò che vuole in modo
non fisso e solamente per un certo periodo di tempo.
Si fanno abbonamenti,
sottoscrizioni, leasing e si danno acconti solo
temporaneamente, così
da poter mantenere un flusso costante di attività.
Altro motivo alla base
della sostituzione dei mercati tradizionali è che in
questi si guadagna
anche a margine di una transazione di vendita, mentre le
nuove tecnologie sono
così veloci nei collegamenti da ridurre quasi a zero i
costi delle
transazioni. Ecco allora che, per esempio, si scarica musica da
tutto il mondo senza
costi, ma neanche senza guadagni sul volume di
profitto.
Nei network si è dunque
costretti ad uscire dagli scambi e ad accedere
all'uso temporaneo. In
futuro si potrà accedere a tutto con abbonamenti e
sottoscrizioni, leasing
e acconti, come avviene già da tempo con le auto.
Oggi negli USA un terzo
di macchine e furgoni viene dato in leasing. In
pratica si paga per guidare
la macchina. Proprietarie dell'auto restano le
aziende
automobilistiche e noi vi accediamo tramite noleggi e leasing. Ma
questo accadrà con
tutti gli altri beni.
Le grandi dimensioni
della Rete condizionano questa situazione?
I vantaggi saranno enormi,
ma si pongono anche grossi problemi. I network
concentrano molto il
loro potere, in un modo ancora più pericoloso che nei
mercati tradizionali, e
le nuove tecnologie permettono alle aziende di
creare un rapporto
diretto tra di loro o col cliente, cosa che viene
chiamata B2B (business
verso business) o B2C (business verso il cliente).
Con le nuove tecnologie
le aziende possono ora creare vaste reti commerciali
fatte di fornitori,
aziende precedentemente concorrenti ed utenti finali. Si
pensi solo alla
concentrazione di potere in queste immense reti globali,
dove le tecnologie
permettono a tutti di collegarsi tra loro: per chi sta
nella Rete è un bene,
mentre è un serio guaio per chi ne è escluso.
Presto si dovrà creare
una nuova legislazione che si occupi dei monopoli sui
network. Le leggi
antitrust sono nate per proteggere i mercati, ma i network
stanno appunto
sostituendosi ai mercati. Quindi dovremo mettere in piedi
tutto un nuovo corpo di
leggi che facciano sopravvivere i network buoni e
che impediscano la
formazione di quelli ad alta concentrazione di potere.
I piccoli cambiamenti
della tecnologia provocano grandi cambiamenti per
l'umanità?
Ritengo di si. Le
trasformazioni tecnologiche avvenute tra il '400 e il
'700 - le nuove
tecniche agricole, il compasso, la stampa, l'orologio
meccanico e l'energia a
vapore - hanno tutte considerevolmente aumentato il
ritmo e l'andamento
della vita commerciale.
La vecchia economia
feudale è quindi risultata troppo lenta ed è andata
distrutta, lasciando il
posto al mercato delle proprietà e mutando
profondamente il nostro
pensiero su natura umana, politica e governo, sul
contratto sociale, sul
modo di vivere. Adesso stiamo assistendo al
cambiamento delle nuove
tecnologie che ci stanno facendo passare dal mercato
come luogo di scambio
delle proprietà, all'accesso ai rapporti dei network.
Questo cambiamento sarà
tumultuoso e insidioso come la nascita del
capitalismo di mercato.
Anche noi dovremo ripensare la natura umana, il
patto sociale, la
politica, la convivenza nel mondo.
Previsioni per il
futuro dell'umanità?
La tecnologia è molto
più avanti di noi nella misura in cui ha il potere di
creare innanzitutto un
sistema economico che si muova all'unisono con lei.
Si dovranno sviluppare
inoltre i modi sociali e culturali per usarla, di
modo che sia un
complemento della nostra vita e non un sostituto. Potremmo
trovarci sulla soglia
di un nuovo rinascimento o di un periodo buio di
sconvologimento
sociale. Mi chiedo se saremo in grado di creare tutti i
presupposti per rendere
questo nuovo sistema economico un salto in avanti.
Subject: Il
collaborative learning in Rete
articolo lunghetto ma molto
utile...
antonio gentile
13 Febbraio 2002 -
http://www.apogeonline.com/webzine/2002/02/13/01/200202130102
Lavorare in gruppi
(virtuali) per creare conoscenza
di Paola Corti
Il collaborative
learning in Rete
La nostra vita
quotidiana nel mondo reale ci mette a confronto ogni giorno
con situazioni
d'interazione con gli altri. Siamo esseri relazionali,
viviamo continuamente
in situazioni d'interdipendenza reciproca con chi ci
sta intorno. A partire
da quando andiamo a scuola, per continuare nel mondo
del lavoro, la nostra
attività quotidiana è costellata da scambi verbali e
non con le persone che
ci circondano. È importante, quindi, che la scuola ci
prepari ad affrontare
le attività collaborative in modo positivo e
produttivo, aperto,
soprattutto, alla condivisione del sapere.
Non è nascondendosi
dietro un atteggiamento competitivo che si riesce a
crescere: il confronto
e la condivisione delle conoscenze sono molto più
efficaci nella
creazione di nuovi saperi. L'interdipendenza deve essere
quindi positiva, solo
così in un gruppo di studio o di lavoro ha senso
parlare di
collaborazione e solo in questo contesto il successo del singolo
viene a riconfigurarsi
come il successo del gruppo intero.
Il collaborative
learning nasce proprio come la condivisione di opinioni e
saperi; esso tende ad
una "rielaborazione" di contenuti che aiuti a
ricollocare le
differenze. Come riesce ad ottenere questo risultato?
Rendendole, da un lato,
meno in contrasto l'una con l'altra e, dall'altro,
compresenti in una
soluzione finale che ne mantenga l'identità senza
rinunciare ad un
risultato comune, rimodellato a partire dalle molte
proposte iniziali.
Un gruppo collaborativo
nasce da un progetto comune e da un insieme
eterogeneo di persone,
disposte ad acquisire le competenze necessarie per
portare a termine un progetto.
Ognuna di queste persone avrà il proprio
stile di apprendimento,
cioè un proprio modo di apprendere, ma lavorare con
altre persone che hanno
stili di apprendimento diversi dal proprio può
costituire un ottimo
terreno di confronto e di affinamento delle proprie
attitudini. "Tutti
imparano da tutti come si impara", oltre che essere
coinvolti in un
progetto comune. Ma tutti imparano anche a prendersi le
proprie responsabilità
sia nei confronti degli altri che nei confronti del
gruppo in sé in funzione
del progetto: non c'è successo personale senza il
successo dell'intero
gruppo, non c'è insuccesso personale senza l'insuccesso
dell'intero gruppo. Il
singolo scompare, dal punto di vista del risultato
finale, mentre diventa
parte integrante di un "corpo collettivo" all'interno
del quale riacquista la
propria identità (con la propria opinione, la
propria operatività, il
proprio contributo al risultato del gruppo).
Vediamo quali sono, più
nel dettaglio, le caratteristiche dell'apprendimento
collaborativo, per poi
scendere nel dettaglio relativamente
all'apprendimento
collaborativo online.
"Il lavoro
collaborativo è un processo aperto all'interno del quale un
obiettivo specifico
viene perseguito con metodi e regole non predefiniti, ma
negoziati fra i membri
del gruppo"(1)
Gli studenti sono
responsabili dell'apprendimento dei compagni così come del
proprio. Il senso di
responsabilità nei confronti del gruppo e la spinta ad
imparare in modo attivo
sono peculiarità che rendono l'apprendimento
collaborativo una metodologia
perfettamente adatta per la formazione degli
adulti, sia in alcuni
ambiti aziendali che in contesti strettamente
didattici. L'attività
più formativa è certamente legata al tentativo di
riconciliare diversi
punti di vista per arrivare ad una soluzione a
denominator comune.
Come ci insegna Kaye,
ecco i tre elementi principali della metodologia del
collaborative learning:
Interdipendenza tra i
membri del gruppo: "Perché ci sia un'efficace
collaborazione e
cooperazione, ci dev'essere una reale interdipendenza tra i
membri di un gruppo
nella realizzazione di un compito, un impegno nel mutuo
aiuto, un senso di
responsabilità per il gruppo ed i suoi obiettivi e deve
essere posta attenzione
alle abilità sociali e interpersonali nello sviluppo
dei processi di
gruppo."(2)
Condivisione di compiti
e gestione del processo di gruppo: "collaborare
(co-lavorare) vuol dire
lavorare insieme, il che implica una condivisione di
compiti. (...) In un
contesto educativo, il successo dell'apprendimento
collaborativo dipende
da un certo numero di fattori importanti, non ultimo
dei quali è la
struttura dentro cui i processi di gruppo hanno luogo e il
modo in cui questi
vengono gestiti. Il ruolo del tutore come facilitatore e
organizzatore è
cruciale."(3)
Finalità di costruire
qualcosa di nuovo: "collaborare (...) implica (...)
una esplicita
intenzione di 'aggiungere valore' - per creare qualcosa di
nuovo o differente
attraverso un processo collaborativo deliberato e
strutturato, in
contrasto con un semplice scambio di informazioni o
esecuzione di
istruzioni."(4)
Il collaborative
learning, dunque, secondo Kaye, è "un apprendimento
individuale come
risultato di un processo di gruppo."(5)
L'individuo impara
interagendo con tre ambiti principali: se stesso,
l'ambiente (fisico o virtuale)
esterno e il contesto sociale. Questi tre
elementi sono in
diversa misura sempre presenti nell'interazione. In ogni
situazione di
apprendimento però ciascuno può prevalere sugli altri.
Per l'apprendimento che
avviene nell'ambito individuale si intende quella
situazione in cui
prevalgono la riflessione, la creatività e la fantasia del
singolo.
Nel caso
dell'apprendimento strettamente in relazione con l'ambiente esterno
giocano una parte
preponderante i sensi e le percezioni del singolo.
L'interazione con le
altre persone è invece prevalente in
quell'apprendimento che
è principalmente frutto del contesto sociale. Può
avvenire in modi
diversi:
Imparare per mezzo di
altri: un soggetto ha l'esplicito obiettivo di far
apprendere qualcosa a
terzi. Due sono i flussi di informazione coinvolti:
uno che va da chi
insegna a chi apprende e l'altro in senso contrario. Il
primo ha l'obiettivo di
stimolare l'apprendimento, il secondo è il feedback
del ricevente.
Imparare dagli altri:
un individuo si appropria di alcune conoscenze in un
processo non
intenzionalmente predisposto per indurre apprendimento. La
comunicazione qui è
monodirezionale perché manca il feedback esplicito sul
livello di
apprendimento che è stato raggiunto. È il caso del collega di
lavoro parco nelle sue
istruzioni che va osservato per carpirne le
conoscenze perché non
le spiegherà mai direttamente.
Imparare con gli altri:
è il caso del lavoro del gruppo. Qualunque sia il
grado di collaborazione
che si stabilisce tra i partecipanti - cioè
ripartizione o
divisione dei compiti - rileviamo una coincidenza tra
quest'ultima modalità
di apprendimento nel contesto sociale e ciò che sinora
abbiamo definito
apprendimento collaborativo.
La metodologia che
sottende agli sforzi che si stanno compiendo nell'ambito
del collaborative
learning, soprattutto online, quindi in gruppi virtuali,
vede due protagonisti
principali.
Il metodo Jigsaw:
introdotto da Aronson nel 1978 ed oggi utilizzato nella
"Community of
Learners", è un metodo per l'apprendimento collaborativo. È
organizzato in un ciclo
di ricerca di circa dieci settimane che prevede
cinque fasi.
Attraverso un
brain-storming gli studenti scelgono un argomento che
giudicano interessante
e che desiderano sviluppare. Il tema scelto deve
essere piuttosto ampio
in modo da permettere uno sviluppo a diversi livelli.
L'argomento scelto
viene scomposto in cinque sotto-argomenti.
Gli studenti si
dividono in cinque gruppi ciascuno dei quali sceglie di
occuparsi di un
sotto-argomento.
Dalla scomposizione dei
precedenti gruppi si formano altri cinque nuovi
gruppi in modo tale che
in ciascuno ci sia un esperto per ogni
sotto-argomento.
In ogni gruppo ciascuno
studente ha il compito di spiegare ai compagni la
parte di materiale di cui
è esperto e verificarne l'apprendimento da parte
dei compagni. Al
termine ciascun studente viene valutato sulla conoscenza e
sulla comprensione di
tutto il materiale.
Il "Reciprocal
Teaching": è un metodo ampiamente utilizzato per potenziare
le abilità di lettura e
comprensione del testo in studenti con problemi. Vi
fanno ricorso diverse
attività condotte online. Una sessione di Reciprocal
Teaching prevede la
costituzione di gruppi di lettura formati all'incirca da
sei utenti ciascuno dei
quali è chiamato, a turno, ad essere leader. In
questo ruolo l'utente
ha il compito di leggere, stimolare e sostenere la
discussione tra i
partecipanti. I compiti che devono essere assolti in un
gruppo di questo tipo e
condotti dal leader sono quattro:
riassumere
fare domande
chiarire
predire (l'obiettivo di
quest'ultima attività è stimolare gli utenti ad
immaginare come
potrebbe proseguire il brano. Per verificare le proprie
previsioni gli studenti
sono infine invitati a continuare la lettura).
Questa strategia
permette di approfondire un particolare ambito di
conoscenza, oltre a
stimolare la riflessione su determinati contenuti.
L'apprendimento
collaborativo attraverso il computer
Il Computer Supported
Collaborative Learning (CSCL) è una metodologia
didattica che ha l'obiettivo
di promuovere l'apprendimento collaborativo,
avvalendosi del
supporto dell'informatica e della telematica. La ricerca nel
campo del CSCL, anche
se orientata all'applicazione in ambito didattico, si
avvale dell'esperienza
teorica e tecnologica accumulata dal Computer
Supported Collaborative
Work. Il CSCW è una metodologia di lavoro
collaborativo, già
sperimentata con successo nelle aziende, basata sul
principio che le reti
di computer possano essere usate per agevolare,
aumentare ed anche per
ridefinire le interazioni tra i membri di un gruppo
di lavoro. Esempi
illustri di software dedicati al CSCW sono sicuramente
First Class e BSCW.
Un modello pedagogico
che può essere adottato in una situazione di CSCL a
distanza è quello
definito "problem oriented". Gli studenti costituiscono
una comunità
indivisibile durante il processo collaborativo mentre
analizzano un fenomeno,
che per sua stessa natura è legato a situazioni
contingenti e a
condizionamenti sociali. Contrariamente ad una situazione di
apprendimento di tipo
trasmissivo (il docente trasmette dei contenuti alla
platea di discenti),
l'idea è di utilizzare un'applicazione informatica per:
distribuire materiale
distinguere i
contributi individuali
mediare l'interazione
tra gli studenti
ottenere un lavoro
completato in modo cooperativo
L'apprendimento è
organizzato come un progetto di lavoro cooperativo in cui
deve esistere un
problema che gli studenti ritengano stimolante comprendere
e approfondire. L'analisi
del problema viene condotta da individui che sono
interdipendenti nel
loro lavoro e che si avvalgono del supporto del
computer. Alla base del
CSCL a distanza si viene quindi a creare una
relazione dialettica:
l'applicazione informatica è il veicolo con cui
viaggia la rete di
relazioni umane coinvolte dall'apprendimento
collaborativo.
Le applicazioni
informatiche hanno ruoli differenti a seconda delle
situazioni. In alcuni
casi hanno il ruolo di mediare tra gli individui che
collaborano, in altri di
mediare tra l'individuo e il proprio lavoro. In
questo contesto quindi
il computer viene proposto come mezzo per la
trasmissione
dell'informazione, ma soprattutto come mezzo per le interazioni
tra pari e per lo
sviluppo del lavoro individuale.
In situazioni di
collaborazione supportata dal computer, si assiste allo
svilupparsi di un
apprendimento attivo da parte dello studente. Lavorare con
strumenti informatici
da soli o ancor più in gruppo è un'azione più sotto il
controllo dello
studente che del formatore. L'introduzione dei computer
consente di raggiungere
l'obiettivo di portare l'apprendimento da un
processo di semplice
assimilazione ad un processo di costruzione attiva.
Infatti il lavoro
collaborativo supportato dal computer si basa in larga
parte sui processi di
costruzione mentale dello studente, quindi da lui
controllati, e il parte
minore sui processi di appropriazione sociale del
significato, quindi
controllati dal gruppo nel suo complesso.
Quali sono i principali
requisiti che deve avere un software per CSCL?
Supportare al meglio la
comunicazione.
a) Il contenuto e il
contesto dell'informazione devono sempre essere resi
disponibili (testo,
immagini, voce o uno di questi).
b) Il mezzo deve essere
in grado di coprire tutte le necessità di
comunicazione del
gruppo.
c) L'informazione deve
essere gestibile in modo personalizzato. Può essere
diretta agli individui,
ai gruppi o a liste di individui e deve poter essere
privata o pubblica, a
seconda delle esigenze di chi gestisce l'intervento
formativo.
Permettere un'adeguata
organizzazione degli ambienti, delle attività e dei
contenuti.
a) Deve essere
garantita la possibilità di lavorare ad un certo livello di
cooperazione, sia per
discussioni formali di gruppo che per dibattiti
informali.
b) Deve esserci la
possibilità di organizzare il gruppo in modo elastico,
per supplire alle
diverse esigenze operative.
c) Il sistema deve
poter essere modificato in base alle dinamiche di
coesione scelte dal
gruppo.
Sempre Kaye individua
tre classi di tecnologie:
1) Sistemi di
comunicazione: si tratta di groupware che permettono la
comunicazione tra
persone o gruppi distanti e quindi lo svolgimento di
attività collaborative.
2) Sistemi per la
condivisione di risorse.
3) Sistemi di supporto ai
processi di gruppo: questa categoria indicava
inizialmente software
sviluppati per il CSCW in ambienti aziendali. "Questi
includono strumenti per
la gestione di progetti, diari e calendari condivisi
con possibilità di
segreteria automatica, strumenti per generare e stabilire
priorità tra le idee,
strumenti per strutturare specifici tipi di formati di
discussione, browser
per aiutare gli utenti a navigare all'interno di
ambienti virtuali
complessi."(6)
In ambienti didattici,
è da ricordare anche la funzione di supportare i
diversi ruoli che si
possono identificare in un gruppo offrendo accesso
differenziato alle
risorse, agli strumenti e alle attività: la figura del
docente deve poter
accedere ad aree di lavoro che possono richiedere
l'esclusione degli studenti,
viceversa possono esserci ambienti di
discussione tra
studenti che, esclusi ai docenti, permettono un più libero
scambio di opinioni
anche sul corso stesso.
Il collaborative
learning è una metodologia che può essere estremamente
produttiva ed efficace
se e solo se viene gestita con accuratezza e
professionalità; in
assenza di particolari obiettivi formativi essa può
essere totalmente
inutile: se ad esempio il corso che si intende proporre
riguarda l'acquisizione
di competenze che non comprendono, ad esempio, la
capacità di lavorare in
gruppo e l' abilità di mediare per raggiungere un
risultato
"comunitario", allora le strategie da adottare nella progettazione
sono completamente
diverse. Gli oggetti d'apprendimento di un corso devono
guidare la progettazione,
le scelte metodologiche sono sempre conseguenti
agli obiettivi
formativi e al target cui il corso è diretto. Il
collaborative learning
è una strategia che si adatta perfettamente ad alcuni
obiettivi formativi, ma
sarebbe controproducente utilizzarla per altri.
Compito
dell'instructional designer è dunque primariamente quello di
individuare, per ogni
corso che progetta, la metodologia didattica adeguata.
Note
1 S. Manca, G. Trentin,
Desktop Conferencing e Didattica Collaborativa, in
Trentin, Didattica in
rete. Internet, telematica e cooperazione educativa,
Garamond, Roma, 1996
2 A. Kaye,
L'apprendimento collaborativo basato sul computer, in "Tecnologie
Didattiche", N.4,
Autunno 1994, pag.11
3 Idem
4 Idem
5 Idem
6 A. Kaye, op. cit.
Subject: I
dieci obiettivi del ministro Stanca
fonte : http://punto-informatico.com/p.asp?i=39065
ag
I dieci obiettivi del
ministro Stanca
Il titolare del dicastero
all'Innovazione ieri pomeriggio ha presentato il
proprio piano per
innovare l'Italia. Dieci i nodi centrali
14/02/02 - News - Roma
- Sono dieci i punti focali dell'azione del ministero
all'Innovazione di
Lucio Stanca: li ha illustrati ieri pomeriggio in
occasione della
riunione del Comitato interministeriale per la società
dell'informazione lo
stesso ministro.
Si tratta di linee di
azione che, secondo Stanca, "entro fine legislatura,
porteranno alla
modernizzazione del Paese attraverso un nuovo modello di
Stato
digitalizzato".
Questi i dieci
obiettivi di legislatura individuati da Stanca:
1. Fornitura on line di
tutti i servizi prioritari;
2. Emissione di 30
milioni di Carte d'Identità elettroniche;
3. Diffusione (entro il
2003) di un milione di firme digitali;
4. Approvvigionamento
tramite e-procurement di beni e servizi della Pubblica
Amministrazione per il
50% della spesa;
5. Totalità delle
comunicazioni interne alla PA tramite posta elettronica;
6. Gestione on line di
tutti gli impegni e mandati di pagamento;
7. Alfabetizzazione
certificata di tutti i dipendenti pubblici eleggibili;
8. Erogazione tramite
e-learning di 1/3 della formazione dei dipendenti
pubblici;
9. Accesso on line
all'iter delle pratiche in 2/3 degli uffici della PA;
10. Sistema per
valutare la soddisfazione del "cliente" in tutti gli uffici
che erogano servizi.
Stanca ha insistito
ieri sulle iniziative già in atto, in particolare
relativamente allo
sviluppo della banda larga, a quello del telelavoro e
della patente informatica...
"Grazie a queste
iniziative - ha poi commentato - modernizzeremo l'Italia
attraverso un uso
diffuso delle nuove tecnologie sia nel pubblico che nel
privato. Sarà inoltre
favorita la competitività del sistema Paese
accelerando lo sviluppo
dell'economia della rete per realizzare una Società
dell'Informazione che
migliori la qualità della vita e prevenga esclusioni
di natura sociale o
economica".
Subject: Fw:
[edscuola] CATALOGO ON LINE DEL PATRIMONIO LIBRARIO
da altra lista
antonio gentile
----- Original Message
-----
From:
"edscuola" <edscuola@edscuola.com>
Subject: [edscuola]
CATALOGO ON LINE DEL PATRIMONIO LIBRARIO
>
> Rassegna Stampa di
Educazione&Scuola
> http://www.edscuola.it/stampa.html
>
> da La Stampa
> Mercoledì, 20
Febbraio 2002
>
> CATALOGO ON LINE
DEL PATRIMONIO LIBRARIO
> Vai in biblioteca?
No, clicco sul web
>
> ROMA - ARRIVA una
legge sul libro e in generale sulla promozione della
> cultura italiana
all´estero: il sottosegretario delegato ai beni librari
> Nicola Bono l´ha
annunciata ieri alla «giornata della comunicazione sulle
> biblioteche e sulle
iniziative per la promozione del libro» organizzata
dal
> ministero della
cultura. Se, come ci promette, arriverà in commissione,
sarà
> la prima volta
nella storia della Repubblica: fin´ora se n´è sempre
parlato,
> gli editori
l´hanno chiesta a gran voce, ma non si è andati oltre le norme
> sugli sconti
praticabili nelle librerie. L´idea questa volta è di
> costituire, ci
dice il sottosegretario, «una società per azioni che abbia
> l´incarico di
coordinare soggetti istituzionali e privati, insomma un
> soggetto unico che
si occupi della promozione nel mondo». Una legge che
> guarda all´estero.
«La presenteremo presto, non appena concordate le
> coperture
finanziarie, ma è già elaborata». La notizia è venuta fuori, un
> po´ imprevista, in
un contesto dedicato a un tema vicino, ma diverso. Di
> scena ieri erano
le biblioteche, punto dolente nel sistema-libro in
Italia.
> A questo proposito
ci sono buone notizie: ora si potrà fare una qualsiasi
> ricerca
bibliografica da casa propria attraverso il computer potendo
contare
> su una rete di
1400 biblioteche, a partire dalla 46 nazionali per arrivare
a
> tutte le altre. Lo
sforzo, che va avanti da tempo, ha raggiunto un
traguardo
> importante. Non
tutto il materiale di queste biblioteche è ancora in
linea,
> ma è ormai
disponibile globalmente il 20 per cento del patrimonio librario
> nazionale. Sembra
poco, non lo è. Il «catalogo unico» on-line (
> http://www.sbn.it ) è in grado di fornire 6
milioni di documenti trattando
> oltre 2 milioni di
dati l'anno. Nel Servizio bibliotecario si possono
> consultare banche
dati relative al materiale librario antico (fino al
1830)
> e moderno, ai
periodici, a documenti musicali manoscritti e a stampa e a
> libretti per
musica dal ? in poi. La trasformazione delle biblioteche «da
> luoghi dove si
conservano i libri a luoghi di diffusione e comunicazione»,
> sono parole del
ministro Urbani, va avanti. In quest´ottica, il ministro
ha
> presentato anche
il CD rom «L.I.S.A., Lingua Italiana per Stranieri:
Arte»,
> un corso
multimediale di lingua italiana per stranieri che usa l'arte come
> strumento per
insegnare. La coincidenza è significativa: una ricerca
> sull´italiano
oltre frontiera voluta dal ministero egli esteri e
coordinata
> da Tullio De Mauro
(verrà presentata a Roma domani) dimostra che
l´interesse
> artistico è uno
dei motori principali che avvicinano gli stranieri alla
> nostra lingua
negli Istituti di cultura. Fra i progetti del ministero per
la
> cultura andati in porto
c´è anche il portale delle Biblioteche statali (
> http://www.superdante.it ) e il programma
«Rinascimento», che permette di
> leggere testi
classici semicancellati o «sovrascritti» grazie all´uso dei
> raggi X. Non è
grazie a questa raffinatezza, i motivi sono certo più terra
> terra (come la
possibilità di consultare Internet gratis, o quella di
avere
> un posto
tranquillo per studiare), però il pubblico delle biblioteche
> italiane, dicono
al ministero, è aumentato negli ultimi anni, e nel 2001 è
> salito del 10 per
cento. Tutto bene, dunque? All´Aie, l´Associazione degli
> editori che segue
molto da vicino tutto quanto riguarda il mondo del
libro,
> ricordano però che
l´Sbn è ottimo e tuttavia il problema delle biblioteche
> rimane grave. Il
problema non riguarda direttamente il ministero (che
> controlla solo le
46 nazionali), però il sistema continua a far acqua.
> Soprattutto - come
ci ricorda Laura Novati - resta il «buco» di quelle
> scolastiche: che
semplicemente non esistono. O non possono funzionare per
> mancanza di fondi,
di personale, e anche di volontà. Dopo le biblioteche
di
> «pubblica
lettura», grande traino per la lettura infantile, con la scuola
> dell´obbligo si
apre una voragine, che divora i lettori di domani.
Risponde
> Bono: «Noi
possiamo agire direttamente solo sulle nostre 46. Ma attraverso
i
> nuovi servizi
interveniamo anche sulle altre, aumentando le possibilità di
> utilizzarle».
>
> Mario Baudino
Subject:
Data consegna lavori di ricerca
La data ultima e non rinviabile
per la consegna dei lavori di ricerca è
stabilita entro la
prima lezione della settimana successiva alle vacanze
pasquali.
"Entro" :
dunque anche prima , ma NON dopo !
I lavori vanno consegnati
su cartaceo ( per lo meno la Home ) e su floppy
Ricordo ancora una
volta che il lavoro deve contenere una chiara divisione
in paragrafi ( o pagine
ipertestuali) e accurata bibliografia...
Il mese di aprile sarà
destinato alla presentazione dei lavori ed il mese di
maggio alla
composizione dell'unico ipertesto contenente i lavori delle due
classi.
A questo proposito è
necessario comporre il floppy in modo uniformemente
concordato :
1 Tutto deve essere
contenuto in una cartella denominata come il titolo
della ricerca
2 Tutti i files interni
alla cartella devono essere denominati con un nome
unico e senza spazi
bianchi interni ( es: pippo.doc ; pippo.htm ;
pippo_e_pluto. doc ;
ecc .NON , invece, : pippo e pluto.htm, ecc)
3 In caso di ipertesto,
chiamare la pagina Home : index.htm
La valutazione finale
verrà rapportata al contributo dato alla ricerca di
gruppo e alla
partecipazione alla mailing list. A questo proposito ricordo
che è necessario
intervenire documentando volta a volta i progressi della
ricerca.
antonio gentile
Subject: ACTIVISM HACKING
ARTIVISM
Molto documentato questo articolo
apparso su Mondadori.com. Da consultare
per chi sta facendo
ricerca su questo tema
antonio gentile
http://www.mytech.it/mytech/news/art006010038274.jsp
ACTIVISM HACKING
ARTIVISM
Aha, attivismo ...
digitale
Tecnologia aperta a
tutti e informazione dal basso: questo il credo dei
movimenti underground che
fin dagli anni Ottanta hanno dato vita a circuiti
d'informazione
alternativi a quelli ufficiali. In una mostra a Roma, trenta
anni di uso
indipendente e autogestito dei media
di Alessandro Lubello
Subject: Note su Ted 2002
Segnalo questo articolo sul
recente convegno del Ted 2002 svoltosi a Genova
antonio gentile
Avatar, mondi virtuali
di Emanuela Cerutti
"Il problema
dell'uso delle tecnologie in campo didattico è in realtà un
problema di tipo
epistemologico".
" L'uso della rete
nei processi d'apprendimento permette di non fermarsi al
linguaggio verbale,
che, da solo, appiattisce il reale"
"La rete rivela il
comportamento della mente, che conosce per concetti e
relazioni"
"Non basta sapere,
occorre saper comunicare, creando sempre maggiori
occasioni di
scambio"
" L'uso del mezzo
informatico permette di vedere e fare ciò che rischierebbe
di restare pura
memorizzazione astratta, riducendo il divario culturale"
"L'utilizzo
didattico della rete modifica la relazione docente-discente,
creando un modello
collaborativo altamente motivante"
"Una forte rete di
scuole dialoga ed incide sul territorio, riducendo il
rischio di gestioni
piramidali della proposta culturale"
"L'assenza di
comunicazione è un problema logistico o psicologico?"
"Qualunque
artificio si ponga tra un soggetto ed un oggetto ha diritto al
titolo di
virtuale"
Pensieri catturati, tra
i moltissimi altri, nelle sale che la Provincia di
Genova ha messo a
disposizione delTed 2002, appena concluso.
Tecnologia e didattica:
due mondi apparentemente paralleli, che sul filo
della conoscenza si
incontrano, lasciandosi vicendevolmente interrogare.
Questa l'impressione
ricavata nei tre giorni della manifestazione: come dire
che non fossero tanto i
prodotti presentati dai più di cento espositori
presenti, hardware o
software di indubbio interesse, a rappresentarne lo
scopo principale, il
polo di attrazione per i numerosi insegnanti
intervenuti, quanto gli
spazi di confronto e discussione aperti nei poster,
in cui singoli o gruppi
docenti presentavano le proprie esperienze nel
settore, nelle
tecnoclassi, in particolare quelle dedicate alla verifica di
strumentazioni e
metodologie, nel Convegno, che metteva a tema la tecnologia
didattica in rapporto
ai saperi fondamentali, alla valutazione, all'
integrazione
scolastica.
Per non parlare dei
"crocchi" di coloro che, avendo partecipato agli stessi
corsi di formazione
on-line, coglievano finalmente l' occasione per
conoscersi di persona e
progettare le prossime tappe; o di chi, senza mai
essersi conosciuto
prima, socializzava dubbi e perplessità alla ricerca di
possibili risposte,
dandosi appuntamenti virtuali su siti, portali,
newsgroups; o, ancora,
di chi, presente lo scorso anno, faceva un po' il
bilancio dei risultati
ottenuti, belli e brutti.
Un universo in
formazione, che può appoggiarsi ad iniziative provenienti
"dall'alto",
quali quella della banca-dati per la raccolta e la valutazione
dei software
commerciali presenti sul mercato predisposta dall'Istituto
Nazionale di
Documentazione per l'Innovazione e la Ricerca Educativa in
collaborazione con
l'Istituto per le Tecnologie Didattiche di Genova, ma che
non può prescindere
dalle mille occasioni che la rete offre a tutti gli
insegnanti per
realizzare, in modo autonomo e creativo, forme di cultura
condivisa.
Una certa dose di
anarchia fa parte della natura di Internet e rappresenta
in fondo la sua
ricchezza.
"Basterebbe questa
frase di Daniel Schneidermann" ci ricorda su Mediamente
Rino Genovese "a
rappresentare le difficoltà ed il fascino di dare corpo
alle Tecnologie della
informazione e della comunicazione." Non si tratta di
una sfida o di un
rigido assoluto, quindi, "ma una vera e propria ricerca
alla comprensione di
una società in mutamento", poliedrica e flessibile come
gli Avatar , mondi
virtuali "possibili" perché attraversati ed agiti.
Subject: Nel
culto di Internet
segnalo da
http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Novembre-2000/0011lm02
.01.html
antonio gentile
Nel culto di Internet
di Philippe Breton*
È difficile non
scorgere alcuni collegamenti tra il nuovo culto [d'Internet]
e il vasto movimento di
contro-cultura che negli anni sessanta diventa un
fenomeno di massa negli
Stati uniti e, sotto varie forme, in diversi paesi
occidentali. Va
ricordato che ciò che chiamiamo - presupponendo una
omogeneità maggiore di
quanto non sia in realtà - la «contro-cultura»
rappresenta una vasta
corrente che ingloba il retaggio della beat
generation, il
movimento contestatario giovanile che condurrà in particolare
alle grandi rivolte
studentesche, il movimento hippie, nonché le numerose
ramificazioni sorte in
questa nebulosa, come i movimenti alternativi. Il
movimento della
contro-cultura in quanto tale scompare negli anni settanta.
Tuttavia, i valori di
cui si era fatto portatore si sono diffusi e
influenzano oggi il
modo di vita di molti adulti. Negli Stati uniti, restano
legati a questa grande
fiammata che segnò un'intera epoca alcuni nomi famosi
come Allen Ginsberg,
Jack Kerouac, Alan Watts, Ken Kesey, Timothy Leary,
Gary Snyder, Neal
Cassady, Bob Dylan, senza contare numerosi gruppi musicali
e un certo numero di
riviste.
San Francisco e la
costa Ovest sono stati i luoghi privilegiati di questa
«rivoluzione dei
costumi». [...] Il grande universo underground Sul piano
concreto, le pratiche
della contro-cultura prevedono la rottura con il mondo
(il «drop out»), il
viaggio iniziatico sull'esempio dei monaci mendicanti
buddisti, più spesso in
India ma anche lungo le strade americane ed europee,
la vita in comunità, un
desiderio profondo di uguaglianza, l'influenza
libertaria,
l'attaccamento, sulla scia di Gandhi, a una cultura della non
violenza, la vicinanza
alla natura e un certo misticismo venato di influenze
orientali, segnatamente
buddiste (molti attori di quell'epoca si convertono
al buddismo zen, o si
legano a sette influenzate dall'orientalismo).
La società va concepita
come una comunità pacifica all'interno della quale
un posto di rilievo
viene dato all'amore e all'altruismo. Le numerose
comunità che producono
musiche, libri, svaghi, una educazione, una
alimentazione e
medicamenti specifici, compongono un grande universo
underground che finisce
per coinvolgere centinaia di migliaia di persone.
Questa idea di un mondo
nuovo ha molti punti in comune con il movimento
odierno legato a
Internet, che sta mobilitando a sua volta centinaia di
migliaia di giovani, in
cerca fra l'altro di una società più fraterna, più
«comunicante», più
pacifica. Colpisce la continuità tematica: a suo modo il
mondo d'Internet è
underground; esso è l'attuale underground, il luogo che
consente di lasciare il
«mondo normale». Chi ormai dedica il proprio tempo a
Internet realizza il
«drop out» odierno e molte descrizioni di giovani
internauti totalmente
assorti in questo nuovo culto li presentano,
sorprendentemente, come
i «celesti accattoni» di cui parlava Kerouac. Negli
anni cinquanta, si
andava «on the road» per dare un nuovo senso alla propria
vita, in una
prospettiva spirituale. Oggi si naviga sulle «autostrade della
comunicazione». Le
analogie sono numerose e, attraverso questa continuità, è
sempre il dopoguerra a
parlarci, in una specie di fissità appena dissimulata
dietro il rinnovamento delle
forme. Quasi che la nostra società si fosse
fermata qui e
recitassimo ancora una volta, con altri costumi, la medesima
scena. [...] L'adesione
al nuovo culto si è fatta anche con i valori di un
liberalismo che era
estraneo alla contro-cultura degli anni sessanta. Delle
due grandi utopie della
seconda parte del 900 - l'utopia rivoluzionaria e
quella della
contro-cultura - solo quest'ultima è sopravvissuta e si è
reincarnata, in qualche
modo, nel nuovo culto di Internet.
Pur ostile al grande
capitalismo e alla società dei consumi e segnata da una
tradizione libertaria,
la contro-cultura non ha mai rotto completamente con
il liberalismo. Cio
spiega perché i suoi valori siano stati così facilmente
assorbiti da Internet
(1). [...] Il quadro dei diversi valori e correnti di
pensiero su cui fa leva
il culto di Internet per diffondersi, sarebbe
incompleto se non si
citasse un valore «secondario» (rispetto ai grandi
obbiettivi citati
sopra), ma comunque importante: il culto della giovinezza,
ossia la tendenza ad
esaltare la gioventù, i suoi valori e a farne un
modello imprescindibile
di ogni comportamento. Il culto di Internet è un
culto giovane, un culto
di giovani per i giovani. È concepito come una sorta
di «rivoluzione
permanente» dove sono i giovani che determinano la direzione
del movimento. Nicholas
Negroponte è l'autore che approfondisce più di altri
l'emergere di questo
fenomeno: «Scorgo la stessa mentalità di decentramento
in atto nella nostra
società, sotto l'impulso della gioventù dell'universo
digitale. La
tradizionale visione centralizzatrice sta per diventare una
cosa del passato. La
nozione di stato subirà una radicale mutazione [...].
Mentre i politici si
dibattono con il retaggio della Storia, una nuova
generazione, affrancata
dai vecchi pregiudizi, emerge dal paesaggio
digitale. [...] La
tecnologia digitale può essere una forza naturale che
attrae la gente in una
maggiore armonia mondiale (2)».
Negroponte sottolinea
il ruolo svolto dai giovani nella definizione di una
«contro-cultura di
fronte all'establishment dell'informatica.
[...] Ciò che ci legava
non era una disciplina, ma la convinzione che i
computer avrebbero
modificato e trasformato clamorosamente la qualità della
vita con la loro
ubiquità, non solo nel campo scientifico ma in tutti gli
aspetti della vita
quotidiana». Egli è uno dei numerosi sostenitori
dell'idea secondo la
quale i bambini sarebbero «per natura», adatti
all'informatica: «Si
tratti del popolo d'Internet, dell'uso del Nintendo e
di Sega o di capire a
fondo cosa sono i micro-computer, l'importante sarà
l'appartenenza non più
a una categoria sociale, razziale o economica, ma
alla generazione
giusta. Oggi i ricchi sono i giovani, e i vecchi i
diseredati».
Come si vede, il culto
dei giovani non è esente da una certa demagogia.
Comunque, è sugli
strati più giovani della popolazione che il culto
d'Internet si appoggia.
Microsoft, che cerca attualmente di realizzare un
nuovo approccio al
mondo d'Internet, non esita a reclutare ragazzi
giovanissimi per
orientare la sua strategia. «L'azienda ritiene che questi
giovani saranno
collegati quasi permanentemente al web. [...] Dunque ha
incaricato due
adolescenti di spiegare ai suoi dirigenti di età media la
loro nuova filosofia
del lavoro e del tempo libero (3)». Uno di essi spiega
che «i tempi
dell'educazione, del lavoro e della pensione, che in passato
erano distinti e si
succedevano, oggi sono contestuali».
Apologia della velocità
È nell'ambito del culto della giovinezza che si
colloca l'apologia
sistematica della velocità, diventata una nuova fede: ciò
che va veloce è
migliore, più vicino al mondo della mente. La velocità è ciò
che ci libera dal corpo
e ci avvicina costantemente agli altri.
«La realtà
dell'informazione - dice Paul Virilio - sta tutta nella sua
velocità di propagazione
(4).» Nel commentare con una certa baldanza il
processo a José Bové e
ai suoi compagni, nel luglio 2000 a Millau, uno dei
fautori liberali
d'Internet, Alain Madelin, affermava: «In realtà, il nuovo
mondo in arrivo porta
con sé una formidabile opportunità di rinascita in una
società a dimensione
umana e, in questo nuovo mondo, non sono i grossi che
hanno la meglio sui
piccoli, ma i veloci sui lenti (5)». Leggendo alcuni
articoli o
dichiarazioni, è lecito chiedersi quale spazio questo «nuovo
mondo» lascerà ai
vecchi (agli ultra trentacinquenni).
Una nostra ricerca per
conto della Ente nazionale di previdenza per la
vecchiaia rivela
l'esistenza, nel campo delle nuove tecnologie
dell'informazione (6),
di un vero e proprio discorso di esclusione degli
anziani, dovuto
essenzialmente al culto della giovinezza su cui poggia
questo settore.
note:
* Sociologo,
Strasburgo. Questo testo è tratto dal suo libro Le Culte
d'Internet. Une menace
pour le lien social?, uscito il 12 ottobre scorso
nella collana «Sur le vif»,
edizioni La Découverte, Parigi, pp. 128, Fr. 42.
(1) Ndr: si legga
Armand Mattelart, «Come è nato il mito di Internet», Le
Monde diplomatique/il
manifesto, settembre 2000.
(2) Nicholas Negroponte, Essere
digitali, Sperling & Kupfer, 1995.
(3) Le Monde, 6 maggio 2000.
(4) Paul Virilio, L'Art
du moteur, Galilée, Parigi, 1993.
(5) Le Monde, 2-3
luglio 2000.
(6) Annis Bousquet e
Philippe Breton, «La place des personnes dans
l'argumentaire et le
discours d'accompagnement des nouvelles technologies de
communication», Rapport
de recherche, Mire-Cnav, marzo 1998.
(Traduzione di M.G.G.)
Subject: Fw: 100Links: WINDOWS
From: "100 Links al
Mese" <info@100links.com>
Subject: 100Links:
WINDOWS
>
> ABC DI WINDOWS
> http://www.eurofriuli.com/win98/
> Per chi e' alle
prime armi con Windows, o per chi volesse comprendere
meglio il complesso
funzionamento di questo sistema operativo, tornera'
molto utile questa
guida in italiano. Suddivisa in numerose sezioni, e'
l'ideale per chi vuole
accrescere il proprio sapere o trovare risposte alle
principali difficolta'
che si possono riscontrare.
>
> ACTIVENETWORK
> http://www.activewin.com/
> Questo sito si contraddistingue
da subito per la completezza dei contenuti
e per la grande
quantita' di risorse messe a disposizione di tutti gli
utenti Windows. Gli
articoli presenti inoltre possono essere commentati da
tutti gli iscritti
aggiungendo ulteriori note di pubblica utilita'.
>
> CORSO WINDOWS 98
> http://www.webguide.it/corsowin/
> Ecco un piccolo
corso dedicato sopratutto a chi sa a malapena cosa sia
Windows e come fare per
metterlo "in moto". Sono comunque presenti delle
sezioni piu'
dettagliate che meriterebbero una lettura per accrescere la
propria sete di sapere,
oltretutto hanno il pregio di essere in italiano.
>
> CYBEROTECNICA.NET
> http://www.cyberotecnica.net/
> Un bellissimo sito
tutto in italiano dedicato agli argomenti di maggior
interesse di casa
Microsoft: il suo punto di forza e' sicuramente il forum,
che permette a migliaia
di iscritti di discutere a proposito delle versioni
in fase di testing,
delle attuali, e di tutto cio' che riguarda il mondo
Windows.
>
> DEVSPY.COM
> http://www.devspy.com/
> Devspy e' un
importante portale italiano dedicato a tutti i programmatori
che sviluppano in
ambiente Windows. Anche se offre contenuti un po'
complessi per l'utente
medio, puo' considerarsi un valido punto di partenza
per chi si cimenta nel
mondo della programmazione.
>
> DOCTORDRIVER
> http://www.doctordriver.com/
> Se Windows e
l'hardware del proprio computer non si sentono in forma,
DoctorDriver e' la
risposta a qualsiasi malessere! Tenere i driver
aggiornati aiuta ad
avere un sistema piu' veloce e piu' stabile, e questo
sito e' proprio quel che
ci vuole: semplice ed eccellente nei contenuti allo
stesso tempo.
>
> DRIVER PC4ALL
> http://www.pc4all.it/driver/
> Molto facile da
consultare, in questa ricca sezione si ha a disposizione
un completo elenco
delle periferiche di uso piu' comune, che possono essere
ricercate in ordine
alfabetico o per categoria. Per ognuna di queste sono
disponibili i driver
per farle funzionare egregiamente sul proprio computer.
>
> DRIVERITALIA.IT
> http://www.driveritalia.it/
> I drivers sono
quei piccoli file che permettono di "interfacciare" ogni
componente hardware con
il sistema operativo in proprio possesso. Per farli
funzionare bene quindi
e' necessario che essi siano recenti e compatibili,
requisiti di casa in
questo sito!
>
> DRIVERMANIA
> http://www.drivermania.it/
> Dispone di un
notevole archivio di driver raccolti per tipologia (scheda
madre, audio, video,
schede di rete, stampanti, e via dicendo) che potranno
essere trovati
facilmente scegliendo il produttore degli stessi. Da non far
mancare al proprio
Windows!
>
> HARRRDITO.IT
> http://www.harrrdito.it/
> Ecco un bel sito
in italiano che raccoglie numerose guide, raccolte per
tipologia, sulle
numerose versioni esistenti di Windows. Molto utili le faq,
che raccolgono una
serie di domande e risposte discusse anche nei newsgroup
italiani.
>
> MICROSFOT XP
> http://www.microsfot.it/
> Molto carino, e'
sia una velata presa in giro per Windows che soprattutto
un'interessante fonte
di informazione che raccoglie argomenti che altrove,
specie nei siti
nostrani, e' difficile reperire. Non mancano nemmeno
aggiornamenti
"reali" che quando meno uno se lo aspetta lo rendono piu' che
utile!
>
> MICROSOFT WINDOWS
> http://www.microsoft.com/italy/windows/
> Quando si parla di
Windows, non si puo' non parlare di Microsoft, la
societa' di
appartenenza. Il sito dispone di una vasta sezione in lingua
italiana che non
manchera' di sorprendere per completezza di informazioni,
consigli utili e
collegamenti ai download piu' recenti per tenere sempre
aggiornata la propria
versione di Windows.
>
> NEOWIN.NET
> http://www.neowin.net/
> Caratterizzato da
una grafica amichevole, ecco un importante portale
internazionale che
pubblica notizie sempre fresche sul pianeta Windows:
dispone inoltre di una
folta comunita' con la quale poter scambiare due
chiacchiere su questo
tema.
>
> SIKUREZZA &
WINZOZZ
> http://web.tiscali.it/winzozz/
> Contiene documenti
interessanti per sapere se il proprio Windows dispone
degli ultimi
accorgimenti sulla sicurezza per poter navigare tranquillamente
su Internet, oltre ad
una lunga serie di miniguide e collegamenti di
indubbia utilita'.
>
> TIPS & TRICKS
> http://www.romanelmondo.com/sugg/_indice.htm
> Contiene un
grandissimo numero di consigli e suggerimenti che consentono
di risolvere una
miriade di problemi che si possono presentare usando
Windows. Anche se la grafica
non e' irresistibile, alla fine cio' che conta
e' il contenuto, e
questo e' da applauso!
>
> TIPS PER WINDOWS
> http://web.tiscali.it/khyax/
> Completamente in
lingua italiana, questo sito amatoriale e' un'autentica
fonte di trucchi per
quanto riguarda i sistemi operativi Windows 95/98, con
consigli su come
personalizzare il computer al fine di poter lavorare su una
base piu' confortevole
e piu' snella nelle operazioni.
>
> WIN OS CENTRAL
> http://www.winoscentral.com/
> La "Centrale
di Windows" e' una vera e propria base per tutte le versioni
di Windows, che qui
potranno rifornirsi di suggerimenti e piccoli trucchi
per renderle piu'
veloci e competitive, sia per i professionisti che per i
semplici utenti
domestici.
>
> WINDOWS MAGAZINE
> http://www.winxpmag.it/
> La versione
elettronica di questa importante rivista ha molto da offrire a
tutti i seguaci di
Windows, anche online: c'e' veramente tanto da leggere, e
puo' essere fatto
comodamente offline una volta completato il download degli
articoli in diversi
pratici formati.
>
> WINDOWS NT/2000
FAQ
> http://www.windows2000faq.com/
> Una serie di utili
informazioni, presentate sotto la classica forma di
domande e risposte, sul
sistema operativo Windows 2000 e sul suo
predecessore Windows
NT: davvero interessante, offre la possibilita' di
utilizzare il motore di
ricerca o di navigare tra le categorie tematiche.
>
> WINDOWS TIPS AND
TRICKS
> http://www.tipsdr.com/
> Chiunque sia alla
disperata caccia di ogni piccolo o grande trucco per
Windows dal 95 fino ad
Xp, e' obbligato a fare tappa in questo fornitissimo
sito. Alcune pagine
risentono forse di una eccessiva lunghezza e di
contenuti non troppo
snelli, ma una volta caricate c'e' da leggere veramente
tanto!
>
> WINDOWS UPDATE
> http://windowsupdate.microsoft.com/
> Windows Update e'
il sito utile per chi vuole avere gratuitamente gli
ultimi aggiornamenti su
Windows: questi consentono di avere un prodotto
sempre efficace e
moderno, oltre che al riparo dai piu' recenti problemi di
sicurezza scoperti.
>
> WINDOWS98.IT
> http://www.windows98.it/
> Anche se non puo'
piu' essere definito il piu' famoso e diffuso sistema
operativo, Windows 98
conta ancora un grandissimo numero di utenti che lo
trovano la soluzione
migliore per navigare e giocare. Il sito, dedicato a
tutti i sistemi
operativi di casa Microsoft, gode di uno splendore
invidiabile: trucchi e
consigli in abbondanza!
>
> WINSUPERSITE
> http://www.winsupersite.com/
> Si tratta di uno
dei siti piu' frequentati che parlano di Windows, sia
nelle versioni
attualmente disponibili ma senza perdere di vista il futuro,
proponendo con
straordinario tempismo ottime guide e screenshot sulle
novita' di casa
Microsoft che un giorno saranno sui computer di mezzo mondo.
>
> WINTRICKS
> http://www.wintricks.it/
> Senza ombra di
dubbio il miglior sito in italiano dedicato a Windows.
Grazie a tutte le news quotidiane,
gli articoli, i manuali e le guide ha
conquistato l'interesse
di ogni lettore che volesse imparare qualcosa in
piu' sui sistemi
operativi piu' diffusi al mondo.
>
> WXPERIENCE.COM
> http://www.wxperience.com/
> Un sistema
operativo di casa Microsoft che non poteva non avere un sito
interamente dedicato:
caratterizzato da una grafica che ricorda da vicino
l'interfaccia di
Windows Xp, dispone di numerosissimi argomenti di sicuro
interesse, non ultimo
l'elenco dei driver piu' aggiornati delle periferiche
piu' diffuse,
fondamentali per farlo funzionare a puntino.
Subject:
Software libero, presentata proposta di legge al Senato
http://www.nonluoghi.it/index.html
Dalla Free Software
Foundation Europe) Con il nome ufficiale di "Norme in
materia di pluralismo
informatico, sulla adozione e la diffusione del
software libero e sulla
portabilità dei documenti informatici nella Pubblica
Amministrazione",
il senatore Fiorello Cortiana del gruppo parlamentare
Verdi-l'Ulivo ha
presentato la proposta di legge al Senato. [1]
Scopo della legge è
quello di privilegiare l'adozione del software libero da
parte della pubblica
amministrazione, in modo da migliorare la gestione dei
servizi informativi
dello Stato. Inoltre, di adottare formati non
proprietari, e quindi
universalmente utilizzabili, per tutti i documenti
prodotti dalla pubblica
amministrazione.
Il software libero
nella pubbliche amministrazioni sta giocando un ruolo
sempre più importante
nel mondo. La Gran Bretagna prevede l'introduzione
obbligatoria di
software libero nel settore pubblico [2]. Lo sviluppo di
software sicuro con
codice liberamente accessibile costituisce un ruolo
centrale nell'iniziativa
eEurope della Commissione Europea [3]. Il comune di
Firenze ha approvato
una mozione per l'introduzione e espansione di Software
Libero nella Pubblica
Amministrazione [4]. Il Parlamento della Germania ha
recentemente annunciato
di voler basare la propria infrastruttura
tecnologica sul sistema
GNU/Linux [5].
«Un'ottima iniziativa
che se approvata darà slancio all'economia nazionale
del software e dei
servizi informatici e contestualmente migliorerà la
sicurezza,
l'interoperabilità e l'economicità dei sistemi informativi delle
pubbliche
amministrazioni con gran beneficio per i cittadini italiani»,
secondo Simo Sorce,
sviluppatore italiano del progetto Samba, il software
libero che rende
possibile il dialogo tra sistemi Microsoft e i sistemi di
tipo UNIX.
Stefano Maffulli,
portavoce della Free Software Foundation Europe, ha così
lodato l'iniziativa:
«Questa proposta di legge porterà alla pubblica
amministrazione i
vantaggi del sistema GNU. Il nostro sistema, noto
soprattutto grazie a
GNU/Linux, la sua variante più diffusa, concede agli
utenti la libertà di
eseguire, modificare, distribuire liberamente il
software e restituisce
agli utenti un diritto che troppo spesso gli viene
tolto dalle comuni
licenze d'uso. Al contempo garantisce una base di
partenza per una vera
concorrenza sul mercato informatico, basata su
standard aperti e
documentati. Spero che in Parlamento la proposta venga
discussa senza
pregiudizi».
«L'Associazione
Software Libero ha appoggiato la proposta di legge del
senatore Cortiana sin
dalle prime stesure. La diffusione e lo sviluppo di
software libero avranno
sicure e rapide ricadute positive sull'economia,
sulla concorrenza e
sulla trasparenza del mercato» ha affermato il
presidente
dell'associazione, Simone Piccardi, felicitandosi dell'approdo
del disegno di legge in
parlamento.
Riferimenti:
[1] http://www.senato.it/leg/14/Bgt/Schede/Ddliter/16976.htm
[2]
http://www.govtalk.gov.uk/documents/OSS%20Policy%20draft%20for%20public%20co
nsultation.pdf
[3]
http://europa.eu.int/comm/information_society/eeurope/documentation/index_en
.htm
[4] http://www.comune.firenze.it/consi/softwarelibero.htm
[5] http://www.bundestux.de/
A proposito di Free
Software Foundation Europe: La Free Software Foundation
Europe è l'
associazione gemella della Free Software Foundation, che fu
fondata nel 1985 da
Richard Stallmann per fornire supporto legale, logistico
ed economico al
progetto GNU, il corpus software che costituisce
l'infrastruttura dei
sistemi basati su kernel Linux. Attualmente la FSFE ha
sezioni in Francia e
Germania, nuove sezioni sono in arrivo in Italia,
Portogallo, Spagna.
Riferimenti: http://www.fsfeurope.org/.
A proposito di
Associazione Software Libero: L'Associazione Software Libero
è una entità legale
senza scopo di lucro che ha come obiettivo la diffusione
del software libero in
Italia e di una corretta informazione sull'argomento.
È l'unica
organizzazione italiana affiliata alla Free Software Foundation
Europe. Riferimenti: http://softwarelibero.it/.
A proposito di Samba:
Samba è un insieme di programmi che forniscono accesso
a file system e
stampanti condivise in rete con il protocollo SMB/CIFS.
Samba permette di
sostituire server Windows NT/2000, OS/2 Warp, NFS o
Netware con un server
tipo Unix. Samba è software libero rilasciato con
licenza GNU GPL.
Riferimenti: http://www.samba.org/.
_______________________________________________
IL TESTO DELLA PROPOSTA
DI LEGGE
Recante: Norme in
materia di pluralismo informatico, sulla adozione e la
diffusione del software
libero e sulla portabilita' dei documenti
informatici nella
Pubblica Amministrazione .
CAPO I PRINCIPI
GENERALI
Art. 1 (finalit? della
legge) 1. Lo Stato favorisce il pluralismo
informatico, garantendo
ad ogni cittadino l'accessibilit? e rendendo quindi
concretamente possibile
la libera scelta di ogni piattaforma informatica,
attraverso la
eliminazione di barriere create dalle differenze di standard.
2. ? favorita la
diffusione e lo sviluppo del software libero, in
considerazione delle
sue positive ricadute sull'economia pubblica, sulla
concorrenza e la
trasparenza del mercato, sullo sviluppo della ricerca
scientifica e
tecnologica. La Pubblica Amministrazione, in applicazione del
principio
costituzionale di buon andamento, e del principio di economicit?
dell'attivit?
amministrativa, di cui all'art. 1, comma 1, della legge 7
agosto 1990, n. 241,
predilige l'uso di software libero. 3. La cessione
gratuita di software
libero non ricade sotto normativa dell'articolo 171-bis
della legge 22 aprile
1941, n. 633, cos? come modificato dalla legge 18
agosto 2000, n. 248.
Art. 2 (Definizioni)
Ai fini della presente
legge si definiscono: a) licenza di software libero,
una licenza di diritto
di utilizzo di un programma per elaboratore
elettronico, che renda
possibile all'utente, oltre all'uso del programma
medesimo: la
possibilit? di accedere al codice sorgente completo e il
diritto di studiare le
sue funzionalit?; il diritto di diffondere copie del
programma e del codice
sorgente; il diritto di apportare modifiche al codice
sorgente; il diritto di
distribuire pubblicamente il programma ed il codice
sorgente modificato. b)
software libero ogni programma per elaboratore
elettronico distribuito
con una licenza di software libero come definita
nell'articolo 2, comma
1 del presente testo di legge. c) programma per
elaboratore a codice
sorgente aperto, ogni programma per elaboratore
elettronico il cui
codice sorgente completo sia disponibile all'utente,
indipendentemente dalla
sua licenza di utilizzo. d) software proprietario un
programma per
elaboratore, rilasciato con licenza d'uso che non soddisfi i
requisiti descritti
nell'articolo 2 comma 1 della presente legge. e) formati
di dati liberi: i
formati di salvataggio ed interscambio di dati informatici
le cui specifiche complete
di implementazione siano note, a disposizione di
ogni utente e
liberamente utilizzabili per tutti gli usi consentiti dalla
legge; siano
documentati in modo completo e approfondito in modo che sia
possibile scrivere un
programma per elaboratore in grado di leggere e/o
scrivere dati in tali
formati sfruttando tutte le strutture e le specifiche
descritte nella
documentazione; non siano presenti restrizioni di alcun tipo
all'uso di tali formati
di dati.
CAPO II PORTABILITA',
ACCESSIBILITA' E SICUREZZA=20
Art. 3 (Diritto allo
sviluppo portabile) Chiunque ha il diritto di
sviluppare, pubblicare
e utilizzare un software originale compatibile con
gli=20 standard di
comunicazione e formati di salvataggio di un altro
software, anche
proprietario.
Art. 4 (Documenti) 1.
Chiunque, nell'Ambito di una attivit? giuridicamente
doverosa, effettui la
pubblicizzazione di dati in formato elettronico ?
tenuto a garantirne
l'accessibilit?, ricorrendo a standard di comunicazione
aperti e a formati
liberi.
2. Per la diffusione in
formato elettronico di documenti (testi, carte,
software, siti
internet, archivi, tabelle ecc.) di cui debba essere
garantita la pubblicit?
e per l'adempimento mediante scambio di dati in
forma elettronica del
diritto di accesso di cui all'Art. 22 e successivi
della Legge 7 agosto
1990, n. 241, gli Uffici della Pubblica Amministrazione
soggiacciono
all'obbligo di cui al comma precedente sotto la responsabilit?
del responsabile del
procedimento di cui all'Art. 4 della Legge 7 agosto
1990, n. 241. 3.
Qualora si renda assolutamente necessario eccezionalmente,
l'uso di formati non
liberi, la Pubblica Amministrazione sar? tenuta a
motivare analiticamente
questa esigenza, sotto la diretta responsabilit? del
responsabile del
procedimento di cui all'Art. 4 della Legge 7 agosto 1990,
n. 241, dettagliando i
motivi per cui ? impossibile convertire gli stessi
dati in formati liberi.
La Pubblica Amministrazione ? tenuta a rendere
disponibile anche una
versione pi? vicina possibile agli stessi dati in
formato libero.
Art. 5 (Trattazione di
dati personali o relativi alla pubblica sicurezza)
1. Chiunque effettui la
trattazione di dati personali mediante l'ausilio di
mezzi elettronici,
secondo la disciplina della Legge 31 dicembre 1996, n.
675 o di dati la cui
diffusione o comunicazione a terzi non autorizzati
possa comportare
pregiudizio per la pubblica sicurezza, ? tenuto, in questa
attivit?, ad utilizzare
software a sorgente aperto.
2. I codici sorgenti
dei programmi per elaboratore elettronico utilizzati da
parte della Pubblica
Amministrazione per il trattamento di dati personali e
sensibili secondo la
legge legge n. 675 del 31 dicembre 1996 devono essere
conservati dalla
Pubblica Amministrazione stessa per permetterne future
verifiche riguardo il controllo
degli standard di sicurezza.
3.Le denominazioni e le
modalit? di reperimento del codice sorgente dei vari
software utilizzati
nell'ambito del trattamento di dati personali mediante
l'ausilio di mezzi
elettronici rientrano nelle informazioni da rendersi
all'interessato ai
sensi dell'Art. 10 comma 1 della Legge 31 dicembre 1996,
n. 675.
CAPO III SOFTWARE
LIBERO
Art. 6 (Obblighi per la
pubblica amministrazione)
1. La Pubblica
Amministrazione ? tenuta ad utilizzare, nella propria
attivit?, programmi per
elaboratore elettronico dei quali possieda il codice
sorgente.
2. La Pubblica
Amministrazione, nella scelta dei programmi per elaboratore
elettronico necessari
alla propria attivit?, privilegia programmi
appartenenti alla
categoria del software libero o, in secondo luogo, a
codice sorgente aperto.
In questo secondo caso, il fornitore dovra'
necessariamente e senza
costi aggiuntivi per l'amministrazione consentire la
modificabilita' del
sorgente.
3. La Pubblica
Amministrazione che intenda avvalersi di un software non
libero, deve motivare
analiticamente la ragione della scelta.
4. Della eventuale
maggior spesa, derivante da una scelta in senso contrario
non appropriata,
risponde patrimonialmente il responsabile del procedimento
di cui all'Art. 4 della
Legge 7 agosto 1990, n. 241.
CAPO IV - PUBBLICA
ISTRUZIONE, RICERCA E SVILUPPO
Art. 7 (Incentivazione
alla ricerca e allo sviluppo)
1. Il Ministero
dell'Istruzione, Universit? e della Ricerca Scientifica
elabora annualmente un
programma di ricerca specifico sul software libero
per progetti di ricerca
da parte di enti pubblici o privati per lo sviluppo
di programmi per
elaboratore da rilasciare sotto licenza di software libero.
Art. 8 (Istruzione
scolastica)
1. Il Ministero competente
in materia di istruzione recepir? il contenuto ed
i principi della
presente legge nell'ordinamento scolastico e nei programmi
didattici all'interno
della progressiva informatizzazione della scuola. Gli
ordinamenti didattici
nazionali riconoscono il particolare valore formativo
del software libero e
lo privilegiano nell'insegnamento.
CAPO V - DISPOSIZIONI
FINALI
Art. 9 (Regolamenti
attuativi)
1. Entro 180 giorni
dall'entrata in vigore della presente legge, il Governo
emana i regolamenti
attuativi necessari alla sua piena applicazione.
2. Nello stesso termine
il Governo emana un regolamento che definisca gli
indirizzi per l'impiego
ottimale del software libero nella pubblica
amministrazione; i
programmi di valutazione tecnica ed economica dei
progetti in corso e di
quelli da adottare relativi alla progressiva adozione
di soluzioni di
software libero, da parte delle amministrazioni statali
anche ad ordinamento
autonomo e degli enti pubblici non economici nazionali.
Le norme regolamentari
non dovranno impegnare il bilancio dello Stato.
Art. 10 (Norma
transitoria)
1. Entro tre anni
dall'approvazione della presente legge gli enti della
Pubblica
Amministrazione adeguano le proprie strutture e i propri programmi
di formazione del
personale per gli aspetti generali trattati all'articolo
2, il termine per
l'adeguamento ? di un anno per gli aspetti trattati
all'articolo 3
(trattamento dei dati sensibili) e di mesi 6 per le
indicazioni di cui
all'articolo 4 (circa il formato dei documenti della
Pubblica Amministrazione).
2. Si stabilisce la formazione di un gruppo di
lavoro
interministeriale per monitorare l'attuazione della presente legge
nel corso dei primi tre
anni dalla sua approvazione.
Subject: Fw:
[edscuola] Nuovo thesaurus multilingue per l'educazione in Europa
da altra lista
ag
----- Original Message
-----
From:
"edscuola" <edscuola@edscuola.com>
Subject: [edscuola] Nuovo
thesaurus multilingue per l'educazione in Europa
>
------------------------------------------------------------
> European
Schoolnet, Comunicato stampa:
> Nuovo thesaurus
multilingue per l'educazione in Europa
>
------------------------------------------------------------
>
> Il progetto
European Treasury Browser (ETB) ha lanciato di
> recente un
thesaurus multilingue per l'educazione in Europa,
> disponibile nelle
otto lingue seguenti: danese, inglese,
> francese, tedesco,
greco, italiano, spagnolo e svedese. Il
> thesaurus ha lo
scopo di indicizzare le risorse didattiche e
> vuol essere un
aiuto nella creazione di una struttura
> interoperabile,
che consenta lo scambio in rete di metadata
> sulle risorse per
le scuole europee. L'ETB riunirà le banche
> dati nazionali
esistenti, incoraggerà le nuove pubblicazioni
> e fornirà una
struttura di alto livello qualitativo.
>
>
> Il progetto è
finalizzato ad apportare valore aggiunto agli
> archivi di risorse
nazionali, inserendo uno strato
> interoperabile per
aiutare insegnanti e studenti a reperire
> risorse in tutta
Europa. Pertanto gli utenti avranno accesso
> a tutte le
risorse, a prescindere dal metodo di
> indicizzazione
usato. Il materiale è classificato in base
> all'argomento e al
tipo di risorse. Gli insegnanti potranno
> attingervi per
preparare le lezioni e gli studenti potranno
> usarlo come
riferimento per le loro ricerche; le risorse
> includono,
inoltre, linee guida ed esempi di best practice.
>
> Il thesaurus è
stato concepito come strumento atto a
> facilitare
l'indicizzazione e la ricerca in due contesti:
> · una rete europea
che connette le banche dati di risorse
> pedagogiche, le
quali possiedono sistemi di indicizzazione e
> lingue diversi;
> · archivi di
risorse europei
>
> Questo significa
che il thesaurus dell'ETB può essere usato
> dalle banche dati
i cui documenti sono stati indicizzati
> tramite i suoi
descrittori, oppure dalle banche dati i cui
> sistemi di
classificazione o thesauri possono essere
> ricondotti ai
descrittori ETB. Il thesaurus dell' ETB è
> disponibile in
rete, descritto attraverso un modello di dati
> RDF e distribuito
in un formato basato sull'XML.
>
> I potenziali
utenti del thesaurus dell' ETB sono, da un
> lato, coloro che
si occupano di indicizzazione presso i
> servizi di
documentazione didattica, editori e bibliotecari;
> dall'altro,
alunni, insegnanti, dirigenti scolastici,
> studiosi e
decisori politici interessati al materiale
> pedagogico in
rete.
>
> Tra gli altri
vantaggi, questo thesaurus favorisce:
> · una migliore
efficienza nell'individuare informazioni,
> grazie a una
lingua comune per indicizzatori e utenti, senza
> negare a questi
ultimi la possibilità di usare la propria
> lingua e le
proprie interfacce per le ricerche
> · la creazione di
una lingua documentaria europea nel campo
> delle risorse
pedagogiche.
>
> Per conoscere il
progetto nei dettagli, visitate il sito:
> http://www.eun.org/eun.org2/goto.cfm?did=12233
>
> Per ulteriori
informazioni, contattate:
> Mariano Sanz
Prieto (mariano.sanz@eun.org)
> Tel +34 629 222
029
> Riina Vuorikari (riina.vuorikari@eun.org)
> Tel +32 2 790 75
75
>
> ________
>
> European Schoolnet
>
> European Schoolnet
(EUN) è un'iniziativa di collaborazione
> cui hanno aderito
ventitré
> Ministeri della
Pubblica Istruzione europei. È una rete di
> reti che si avvale
del sostegno dei Ministeri della Pubblica
> Istruzione
nazionali e della Commissione Europea.
>
> Nell'ambito di EUN
non collaborano soltanto i Ministeri
> della Pubblica
Istruzione, allo scopo di promuovere l'uso
> delle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione
> (ICT) per
l'educazione, ma le scuole di tutta Europa possono
> beneficiare di
vari servizi on-line. L'intento di European
> Schoolnet è quello
di rafforzare la collaborazione tra le
> scuole a livello
europeo, nonché incoraggaire l'uso delle
> ICT attraverso il
suo portale (www.eun.org).
Subject: Il
computer nelle scuole: utile o dannoso?
Segnalo un articolo interessante
nei contenuti e nella modalità dialogica :
quasi un invito a dire
il proprio parere in merito :)
antonio gentile
http://www.apogeonline.com/webzine/2002/03/25/01/200203250101
Il computer nelle
scuole: utile o dannoso?
di Umberto Santucci [usantucci@libero.it]
Il 24 novembre
dell'anno scorso su "La Repubblica" è stato pubblicata una
corposa recensione del
libro di Clifford Stoll "Confessioni di un eretico
high-tech. Perché i
computer nelle scuole non servono", Garzanti, a firma di
Umberto Galimberti, il
filosofo autore del bel libro "Psiche e Techne",
Feltrinelli. La lettura
dell'articolo mi ha sorpreso e stimolato e cerco qui
di rispondere alle
varie considerazioni
Il libro di Stoll è
esaurito, quindi mi riferisco solo all'articolo di
Galimberti. Il
procedimento è corretto perché vi si parla di vero e falso,
di reale e virtuale. Ma
le informazioni ci arrivano dai media, dove anche la
scuola è un medium fra
lo studente-famiglia e il sapere-società. Quindi in
questo caso non è
necessario riferirsi al libro originale, ma si può partire
dall'articolo.
Ho immaginato, in
questo giuoco di virtualità, di dialogare con questo
personaggio virtuale
ottenuto dalla fusione dei due personaggi, Stoll e
Galimberti, e l'ho
chiamato Galistol, perché per il lettore infine non c'è
una grande differenza
fra l'uno e l'altro. Peraltro il ruolo di Galimberti è
molto simile a quello
dell'insegnante di scuola, che a sua volta media fra
l'allievo/destinatario
e il testo/emittente.
A Galistol risponde
Umberturing, che sono io, ma potrebbe anche essere un
computer preparato per
il test di Turing. Le cose che dice Galistol, subito
dopo le prime battute,
sono copiate letteralmente dall'articolo di
Repubblica. Le cose che
dice Umberturing sono le mie risposte.
Galistol: Negli Stati
Uniti c'è l'intenzione di mettere tanti computer nelle
scuole, in modo che
ogni studente abbia il suo.
Umberturing: Bene! La
lezione di Seymour Papert è stata finalmente compresa.
G: Ma No. Anch'io la
pensavo così fino a qualche tempo fa, e sono stato un
protagonista di
internet. Poi mi sono ricreduto. La tecnica sta prendendo un
sopravvento eccessivo
su qualsiasi altra forma di organizzazione della
nostra vita.
U: Ma come, proprio tu
in "Psiche e Techne" hai fatto un lucidissimo saggio
sull'ineluttabile
predominio della tecnica come strumento per costruire un
mondo più adatto alla
sopravvivenza umana...
G: Non ce l'ho con la
tecnologia. I computer non mi spaventano, ma mi
spaventa quel programma
che prevede un computer per ogni studente, come se
bastasse introdurre
nuove tecnologie per risolvere i problemi drammatici che
oggi affliggono la
nostra scuola.
U: Certo che non basta,
ma non è una buona ragione per non farlo!
G: L'educazione è una
cosa diversa e molto più seria dell'alfabetizzazione
informatica. La scuola,
e quindi il futuro della società, sono troppo
importanti per essere
affidati ai fanatici delle neo-tecnologie, ai
fabbricanti di computer
e di software e agli esperti di marketing.
U: Infatti. Sono le
nuove tecnologie che devono servire agli educatori.
Questi però devono
conoscerle quel tanto che basta per decidere come
utilizzarle a fini
educativi.
G: Che problemi vengono
risolti introducendo internet in ogni scuola?
U: Problemi di
comunicazione e di informazione.
G: Che problemi possono
crearsi dedicando sempre più il tempo dello studio a
strumenti elettronici?
U: Gli stessi che si
crearono dedicando sempre più il tempo dello studio a
strumenti grafici come
i libri. La perdita del rapporto diretto di pochi con
il maestro, il guadagno
del rapporto mediato di molti con l'autore. Gli
strumenti elettronici
non devono togliere tempo allo studio, ma velocizzare
le operazioni di
ricerca, consultazione, copiatura, lasciando più tempo allo
studio inteso come
elaborazione di concetti.
G: Che cosa si perde
quando si adotta una nuova tecnologia?
U: Se la vecchia
tecnologia faceva le stesse cose, sparisce. Se faceva cose
diverse, rimane e si
sviluppa. La macchina da scrivere è sparita, il libro
no.
G: L'accesso illimitato
all'informazione non va a scapito del buon senso e
della saggezza
necessaria per interpretarla?
U: Le tecnologie
forniscono l'accesso. L'insegnante deve pensare
all'interpretazione e
strutturazione dei dati - lo faceva anche con i
libri - e deve dare
agli allievi i criteri per limitare e orientare
l'accesso alle
informazioni. La tecnologia ha il compito dell'accesso,
l'insegnante deve
metterci buon senso e saggezza.
G: Davvero 50 minuti di
lezione di un buon insegnante possono venire
liofilizzati in quindici
minuti multimediali?
U: Il liofilizzato ha
bisogno dell'acqua per ridiventare mangiabile. Anche
un learning object ha
bisogno del lavoro di un tutor per diventare
digeribile. Certo, un
"buon" insegnante è insostituibile, ma un insegnante
mediocre o cattivo?
G: Compito della scuola
non è quello di fornire dati e sempre più dati, né
tanto meno quello di
fornire risposte senza l'indicazione dei processi
attraverso cui a quelle
risposte si giunge. Compito della scuola è fornire
metodi di ricerca e
capacità di giudizio a partire dai quali i dati e le
risposte sono
facilmente ottenibili.
U: Giusto. Infatti le
tecnologie forniscono dati nel modo più veloce e meno
costoso possibile, la
scuola deve fornire metodi di ricerca e capacità di
giudizio. Ma per fare
ciò bisogna superare programmi e materie, e andare più
verso metodi cognitivi.
Non imparare nozioni (soluzioni non richieste di
problemi non posti) ma
imparare a imparare (definizione e soluzione di
problemi).
G: Al costo di una
ventina di computer si può attrezzare un magnifico
laboratorio di fisica.
Fra dieci anni, quando quei computer saranno da tempo
nella spazzatura, i
diapason potranno ancora insegnare la risonanza, un
voltmetro dimostrerà
perfettamente la legge di Ohm...
U: Ma queste erano
tecnologie di tre secoli fa, quindi le scuole dovrebbero
avere già il
laboratorio di fisica. Ed è pensabile un laboratorio di fisica
moderno senza computer
che mostrino tutta la fisica nuova delle particelle e
dei buchi neri? Certo,
per attrezzare una scuola di nuova costruzione
bisogna fare una scala
di priorità. Prima di tutto concettualizzazioni, poi
simulazioni, infine
strumenti ed esperienze reali, in una progressione di
costi.
G: È molto più facile
mostrare simulazioni al computer della crescita delle
piante, di rane
sezionate e di ecosistemi affollati. Ma gli effetti della
sostituzione della
biologia da laboratorio con la biologia virtuale sono di
svuotare di significato
la scienza e di eliminare il senso di esplorazione e
scoperta che porta
infine alla comprensione.
U: La simulazione è
meno dell'esperienza reale, ma è molto di più di una
descrizione verbale o
un disegno (non sono anche questi simulazioni?). Per
molte cose, come la
crescita di una pianta o la "visione" di un ecosistema,
l'esperienza reale è
impossibile, mentre la simulazione, con la compressione
di tempi e spazi, rende
il fenomeno molto più visibile. Una bella
simulazione
tridimensionale non è molto migliore della piccola illustrazione
in bianco e nero che
c'era nei vecchi libri?
G: Gli studenti
svezzati dalla calcolatrice non sanno fare a mente una
moltiplicazione né una
divisione. Nel loro sistema cognitivo l'aritmetica è
pressoché assente.
Risolvono i problemi matematici con una calcolatrice.
Pigiano sui tasti,
guardano i risultati e accettano ciò che la macchina dice
loro.
U: Se ci si libera
dall'aritmetica, ci si può dedicare di più alla
matematica. Con una
calcolatrice è molto più facile e veloce fare calcoli di
controllo come la
vecchia prova del nove. Torniamo sempre all'insegnante,
che deve insegnare ad
usare sia la calcolatrice, sia tutti gli altri
strumenti che
facilitano calcoli ripetitivi e poco intelligenti, come le
tavole logaritmiche.
G: Siamo più menomati e
più bisognosi di protesi tecnologiche. In una parola
siamo meno autosufficienti.
U: La civiltà è un
aumento continuo di protesi tecnologiche, che ci
permettono di espandere
le nostre capacità e i nostri sensi, dalla pietra
scheggiata fino al
telefono cellulare. Del resto un cittadino di New York o
di Milano, messo a vivere
nudo nella giungla amazzonica non durerebbe due
giorni. Se dipendiamo
dalle tecnologie siamo poco autosufficienti, se le
utilizziamo per quello
che ci servono possiamo conservare una certa
autosufficienza, un
certo governo di noi stessi. Ma poi, perché dovremmo
essere autosufficienti?
Non siamo animali sociali?
G: Lo stesso è per la
scrittura a mano: calligrafia e grammatica non vengono
considerate degne di
insegnamento, vengono messe da parte a favore del word
processing. Risultato,
pochissimi studenti universitari sanno scrivere in
modo chiaro, con
periodi che stiano in piedi.
U: Beh, qui si confonde
fra calligrafia, grammatica e strutturazione del
pensiero verbale. Il
word processor aiuta a scrivere con bella calligrafia
(come a stampa), a
strutturare il pensiero con l'outliner, a correggere, a
segnalarci errori, a
conteggiare parole, a copiare e incollare.
Naturalmente, a monte
di tutto ciò c'è la capacità di organizzare
visivamente una pagina,
di organizzare le idee, di esprimersi con
correttezza grammaticale
e lessicale. Ma per ottenere ciò serve un buon
ambiente
linguistico-culturale in famiglia e un buon lavoro dell'insegnante.
G: Ma gli inconvenienti
più gravi dell'informatizzazione generalizzata della
scuola sono la
marginalizzazione della realtà "fisica" a favore di quella
"virtuale" e
la riduzione drastica dei processi di socializzazione.
U: Ma non è bene
pensare che non ci sia solo un tipo di realtà? Vogliamo
rileggerci
"Flatlandia" del reverendo Abbott? Religioni, arte, letteratura,
non si basano tutte su
realtà "virtuali"?
G: Con un software
opportuno posso visitare Roma senza averci mai messo
piede, navigare sotto
l'oceano senza bagnarmi e perfino fingere un gioco
violento senza neppure
graffiarmi.
U: Anche con i racconti
di viaggio, da Marco Polo a Montaigne e a Goethe,
posso
"viaggiare" senza muovermi da casa. Verne con "Ventimila leghe
sotto i
mari" mi portava
sotto l'oceano senza bagnarmi. Gli scacchi sono un antico
war game dove ci si
uccide senza graffiarsi. Comunque posso sempre scegliere
se informarmi su un
luogo o se andarci, ammesso di avere le disponibilità
economiche.
G: A me pare che le
tecnologie cognitive informatizzate siano una drastica
forma di
de-realizzazione, una via per sostituire il "non vero" al
"vero",
il "non
reale" (= il virtuale) al "reale", per simulare cose che non si
possono o non si
vogliono fare.
U: Che cosa c'era di
"vero" nei libri di testo del passato? E nelle opinioni
dell'insegnante? E nei
programmi scolastici?
G: Il nostro fare si
ridurrà solo ad una seduta in cui si smanetta su una
tastiera e si
occhieggia un monitor?
U: Qui si confonde fra
hardware e software. E' come dire che chi legge un
libro non fa altro che
tenere pezzi di carta fra due polpastrelli e
occhieggiare lettere
dell'alfabeto! O chi suona il violino non fa altro che
strofinare crini di
cavallo su un budello secco. Il fare diventa ricerca di
emozioni forti, come le
scalate su cascate di ghiaccio o il buttarsi dai
ponti appesi ad una
corda elastica, cose che fino a dieci anni fa non si
facevano certo!
G: Ai processi di
de-realizzazione che l'uso incontrollato del computer in
età scolare alimenta si
aggiungono i processi di de-socializzazione. Infatti
solo una persona alla
volta può interagire con un computer, il che comporta
meno relazioni con gli
amici.
U: Anche il leggere e
lo scrivere da pratiche collettive sono diventati man
mano pratiche
solitarie. La scuola del resto predilige il lavoro individuale
a quello di gruppo (non
copiare, non parlare). E per computer che cosa si
intende, le tecnologie
dell'informazione e comunicazione o dispositivi di
input e output?
Cambiando questi dispositivi un computer "personale" può
diventare uno strumento
di gruppo e di collaborazione. Per non parlare delle
reti.
G: Con quali danni
sostituiremo la comunità reale del vicino di casa, del
compagno di scuola,
dell'amico del bar con la comunità virtuale delle voci
senza volto con cui
pensiamo di comunicare via e-mail o con i messaggi
telegrafici e
inespressivi Sms?
U: Ma quando mai i
vicini sono stati persone interessanti? Se lo fossero le
riunioni di condominio
sarebbero serate eccitanti! Non è sempre successo che
si sia cercata
l'affinità elettiva con persone di altri luoghi e altri
tempi? E non ci sono sempre
stati scambi epistolari pieni di passione e di
idee?
G: E tutto quel
linguaggio che non passa attraverso la parola, ma attraverso
il corpo, e che è
indispensabile per la formazione di un'identità che, al
pari della forza del
carattere, della fiducia, della determinazione, della
perseveranza non si
scaricano da un sito web?
U: Ma perché paragonare
una pagina web al contatto reale e non ad un'altra
pagina? Il libro non
usa solo un linguaggio verbale? E l'identità di
scrittori,
intellettuali, filosofi, non si è sempre formata per lo più
attraverso i libri?
Hemingway ha avuto una vita avventurosa, Kafka ha sempre
fatto l'impiegato.
Ambedue hanno trasfigurato nella letteratura il loro
mondo. E chi ha detto
che da una pagina web non si possano scaricare
emozioni? E tanti guru
dell'informatica, da Steve Jobs a Linus Torvalds, non
hanno dato prova di
forza di carattere, fiducia, determinazione,
perseveranza?
G: Informatizzando la
scuola e inondandola di computer si determina una
progressiva
facilitazione e un graduale aumento della semplicità delle
strutture
interpretative con cui affrontare la realtà. Sarà per questo che i
giovani di oggi sanno
dire solo "sì o no", sono favorevoli o contrari, senza
zone intermedie, senza
perplessità, senza scorgere, al di là delle risposte
dicotomiche a cui il
codice binario del computer allena, scenari più
complessi, paesaggi più
articolati.
U: Perché il computer
semplifica le strutture interpretative con cui
affrontare la realtà? A
volte le semplifica, a volte propone strutture molto
complesse. Del resto
una struttura interpretativa di per sé è una
semplificazione, perché
se fosse più complessa della cosa da interpretare
sarebbe inutile.
Il codice binario
appartiene agli strati più profondi del computer, ed è
binario come quello dei
nostri neuroni. Ma un po' più su si trovano già le
funzioni booleane
"e", "o", "non", le procedure ricorsive, il
meccanismo
"se...allora",
le funzioni random, i cluster, vale a dire quanto di più
lontano dalla dicotomia
sì/no. Solo per fare un esempio in campo grafico, si
può passare dal bianco
al nero attraverso 256 livelli di grigio, e da un
colore all'altro
attraverso 64.000 passaggi di colore. Altro che dicotomia
del bianco/nero!
G: Scenari complessi e
paesaggi articolati richiedono vie più intrecciate di
quelle offerte dalle
autostrade della rete che sembrano costruite apposta
perché gli utenti
vedano ciò che altri hanno deciso che vedano.
U: E i libri? E tutti i
media informativi? E le arti figurative? E il
cinema? Non sono
sistemi dove alcuni decidono che cosa gli altri devono
vedere e sapere? E la
scuola stessa è un'autostrada dove si può fare solo un
certo percorso. Ma poi
il giovane si destreggia fra buoni e cattivi maestri,
buoni e cattivi esempi,
mode, influenze di gruppi, e pian piano si crea la
sua personalità. Mai
come con internet un sistema informativo è stato più
aperto e meno
condizionato da poteri editoriali.
G: Che sia questo il
nuovo modo con cui si promuove la gestione delle masse,
dando a ciascuno l'illusione
della libertà e creando di fatto individui già
singolarmente
massificati, perché a tutti, sia pure in modo individuato, è
stato fornito lo stesso
mondo da consumare, già interpretato e già
codificato nel suo
significato, senza che l'individuo possa disporre di un
giudizio personale,
perché la scuola informatizzata non gli ha dato gli
strumenti per essere in
grado di formarsene uno?
U: Una caratteristica
delle nuove tecnologie dell'informazione e
comunicazione è proprio
la demassificazione. Le comunità virtuali sono
realtà molto diverse
dai pubblici discografici o televisivi. La
controinformazione
fatta per esempio per il G8 di Genova è un'amplificazione
dei ta-tse-bao degli
anni 70. Ognuno può scrivere le sue idee e condividerle
con un gruppo di discussione.
Del resto anche il
libro di testo e i programmi scolastici tendono ad una
omologazione. Lo stesso
concetto della scuola dell'obbligo si basa su una
base minima di
istruzione che tutti devono avere secondo criteri imposti
dallo stato. Partendo da
questa base è proprio l'insegnante che deve far
sviluppare al meglio
gli allievi, seguendoli con curricula personalizzati.
A questo punto Galistol
tace, e anche Umberturing non ha più input a cui
reagire. Io riprendo in
mano la situazione, e concludo con quanto dicono
Novak e Gowin a
proposito della scuola (Imparando a imparare, SEI, 2001).
Essa si basa su quattro
elementi: insegnamento, apprendimento, curricolo,
ambiente.
All'insegnamento corrisponde l'insegnante, all'apprendimento
l'allievo, al curricolo
contenuti e abilità (programmi, materie),
all'ambiente spazi
scolastici, classi più o meno numerose, libri di testo,
laboratori,
attrezzature. Secondo questa classificazione, i computer fanno
parte dell'ambiente,
quindi non si può prescindere dagli altri tre elementi.
Dotare l'ambiente di
computer non significa affatto penalizzare insegnanti,
allievi e curricula.
Tuttavia il problema
posto da Galimberti e Stoll è serio, se il computer va
ad invadere gli altri
spazi e sottrae risorse ad altre cose. Una buona
direzione didattica
dovrebbe servire a bilanciare le risorse, e quindi a
decidere se e come fare
il laboratorio fisico accanto ai computer.
Infine, sempre Novak e
Gowin dicono che l'apprendimento recettivo, basato
sulla memoria, deve
evolvere nell'apprendimento per scoperta, basato sulla
ricerca. Fino a qualche
tempo fa la scuola si basava più sulla memoria che
sulla ricerca. Ma il
computer, a cominciare dai videogame tipo Playstation,
è fortemente euristico
perché il bambino man mano scopre le regole del gioco
per continuare a
giocare. E anche le reti ipertestuali sono più simili ad un
ambiente di ricerca che
ad un testo statico che va studiato per domani da
pagina 22 a pagina 24.
Subject:
Auguri
Cari auguri a tutti di buona
Pasqua
Antonio Gentile
Subject:
Istruzioni per la terza fase del corso LNVM
Con la consegna dei lavori
prevista a partire da mercoledi' prossimo, inizia
la fase conclusiva del
corso.
Procederemo pertanto
all'analisi dei lavori e alla messa in rete dell'intero
ipertesto con struttura
simile a quella dello scorso anno scolastico.
Sarà così possibile
passare ad una visione d'insieme della ricerca su
"Informazione e
comunicazione in rete" che consentirà interventi e
suggerimenti di
arricchimento sui singoli lavori e la ripresa del discorso
più generale, anche
alla luce del funzionamento e dei limiti della mailing
list.
Su quest'ultimo punto
vi sono già stati alcuni interventi che occorre
riprendere in modo
critico e propositivo.
In altre parole si è
invitati ad intervenire con osservazioni, proposte,
analisi e suggerimenti
su:
- i singoli lavori che
comporranno l'ipertesto
- l'esperienza fatta
con la ricerca di gruppo ( CIASCUNO DEVE autodichiarare
il contributo dato al
lavoro di gruppo)
- analizzare il
funzionamento ed i limiti della mailing list
- valutare l'esperienza
del corso e suggerire proposte migliorative
I quattro punti sopra
elencati sono naturalmente intrecciati, ma per
chiarezza metodologica
e' bene , volta a volta, soffermarsi analiticamente
su ciascuno di essi. In
tal modo sarà possibile realizzare quel collegamento
tra i diversi
interventi che finora si è poco sviluppato.
Se non sempre e non per
tutti è finora risultato chiaro il legame fra lavoro
individuale e lavoro
collettivo, fra tema specifico e tema generale, fra
semplice presenza e
reale protagonismo in questo progetto di lavoro in rete
, si spera che un
maggiore impegno collaborativo di analisi ed
approfondimento
aggregato sui quattro punti di intervento possa - con il
contributo di tutti -
far emergere le potenzialità positive di una
formazione on line.
Ho detto
potenzialita'...:))
Saluti a tutti
antonio gentile
"Nessun vento e'
favorevole per chi non sa dove andare,
ma per chi sa, anche la
brezza sarà preziosa". Rilke
P.S. Per i piu' distratti
, ricordo che il logo della home dello scorso anno
scolastico era :
"Se vuoi costruire
una nave,
non radunare gli uomini
per raccogliere il
legno
e distribuire i
compiti,
ma insegna loro
la nostalgia del mare
ampio e infinito."
(A. de Saint-Exupery)
Subject: Re:
[lnvm] Richiesta informazione tecniche. GIOVANNI MANGINI
----- Original Message -----
From:
"b_boy_john2001" <b_boy_john2001@yahoo.it>
Subject: [lnvm]
Richiesta informazione tecniche. GIOVANNI MANGINI
Per un ultima revisione
del lavoro mi sarebbe molto utile sapere 2
informazioni.
1- Come si fa ad creare
un collegamento ipertestuale tra un immagine
ed un eseguibile?
-----------------------------
Selezionata l'immagine,
crei il collegamento con xxfile.exe, in modo analogo
a qualsiasi altro
collegamento.....
---------------------------------
2-dato che il lavoro
sarà messo in internet, è consigliabile usare un
particolare tipo di
scrittura o è possibile operare una scelta
individuale?
GRAZIE
---------------------------
come gia' detto altre
volte, e' opportuno salvare i files in formato html ,
avere cura
di non lasciare spazi
bianchi nel nome (prescelto) di ciascun file ed
inserire il tutto in
una cartella con lo stesso nome del titolo della
ricerca
Saluti
antonio gentile
Subject:
distribuzione LINUX
Partecipando a liste di
discussione sul software libero, ho avuto
opportunita' di conoscere
(questo per dire che la partecipazione alle
mailing list
serve...!:) un'offerta gratuita alle scuole di Suse Linux.
Si tratta di pacchetti
contenenti diversi cd di LINUX 7.2 con relativi
programmi e tool
multimediali corredati da manuali di installazione ed
utilizzo.
Fatta la richiesta
tramite scuola, è pervenuto in questi giorni, il
materiale richiesto.
Pertanto tutti i
frequentanti i corsi di LNVM che sono interessati ad avere
a titolo gratuito un
pacchetto Suse Linux 7.2 sono invitati a passare
dall'Aula 162 ( Centro
Documentazione; CIC...insomma accanto alla
biblioteca) per
ritirare il pacco , giovedi' ( a partire dal prossimo 11/4)
alla III ora.
Si tratta, per chi non
fosse a conoscenza, di un sistema operativo 'open
source' creato
originariamente da Torvalds Linus e sviluppato dalla comunità
di ricercatori con una
filosofia di base diversa dal sistema proprietario e
chiuso dei più noti
software della Microsoft ( ad es Windows o Office ) e
che sempre piu' si
mostra concorrenziale per stabilità, sicurezza e
prestazioni.
Per chi e' interessato
a sapere di più segnalo alcuni Link in italiano come
punto di partenza:
http://www.linux.it/
http://www.linuxdidattica.org/
http://www.scuolan.it/
http://www.linuxlinks.it/
Per chi è gia'
informato e vuol cogliere l'occasione di utilizzare o
approfondire questo software
che rimanda ad una informatica solidale,
l'appuntamento e' per
giovedi' III ora...(fino ad esaurimento pacchi)
saluti
antonio gentile
Subject:
Teoma, il concorrente di Google
http://www.apogeonline.com/webzine/2002/04/09/02/200204090201
Teoma, il concorrente
di Google
di Davide Pellegrino
Chi li usa sa quanto
possano essere un utile strumento per muoversi
nell'oceano della Rete:
parliamo dei motori di ricerca, una famiglia in
continua evoluzione e
sempre in crescita.
Alcuni Ricercatori
dell'Università Rutgers, nel New Jersey ne hanno fatto
nascere uno nuovo e lo
hanno battezzato Teoma. Il progetto è ambizioso,
visto che il nuovo nato
si prefigge lo scopo di detronizzare Google nel
cuore degli utenti
Internet: lo si vede già dalla pagina principale, simile
a quella del famoso
strumento di ricerca.
Il neonato search
engine si di mostra semplice, rapido ed efficace, ma
adotta una strategia di
analisi e ricerca diversa dal suo concorrente.
Mentre Google
classifica i risultati in funzione della loro "popolarità",
cioè rispetto al numero
di link che puntano verso un sito più il numero di
click sui risultati
legati alla medesima richiesta, Teoma classifica per
categorie. Sulla sue
pagine, a fianco della casella in cui inserire la
chiave di ricerca, vi
sono le opzioni per raffinare la ricerca in funzione
di un tema preciso.
Teoma è stato concepito
da un team di sviluppatori fondato nel 2000 a
Piscataway, nel New Jersey,
da un gruppo di scienziati della Rutgers
University, ed è stato
venduto ad Ask.com nel 2001.
Tra i suoi sviluppatori
vi sono Apostolos Gerasoulis, professore
all'Università Rutgers
ed esperto in matematica applicata e computo numerico
e Tao Yang, professore
alla UC Santa Barbara ed esperto in computo
scientifico e sistemi
paralleli e distribuiti.
Per ora Teoma ha un
difetto: non riconosce le lettere accentate. Un vezzo
anglosassone.
Subject: Re:
[lnvm] PESO FORMA
----- Original Message -----
From: "Vito"
<vitopesola@libero.it>
Subject: [lnvm] PESO
FORMA
> Le immagini, se
proprio sono indispensabili, vanno compresse in formato
jpg:
> questo significa
che potete avere la stessa immagine ma con un peso 10 a 1
> inferiore alla
bitmap ao tiff di partenza; questo discorso è valido
> soprattutto per la
immagini scannerizzate.
------------
Occorre tener conto
della raccomandazione di Pesola rispetto al formato (
peso ) delle immagini.
Ricordarsi, inoltre, di
salvare e quindi consegnare in html, come piu' volte
detto.
------------------
>Il morbo
dell'utente inesperto è infatti quello di inquinare dei bei lavori
con immagini di
dimensioni spropositate:
------------------
Bhe , ricordiamoci che
questo non e' un corso per esperti e neanche un corso
centrato sulla tecnica
ma , ricordiamo anche questo, innanzitutto sulla
COMUNICAZIONE e
pertanto non lasciamoci andare col linguaggio , diciamo
cosi', "troppo
amichevole" o "troppo affettuoso"...
Si tratta di
collaborare, non di criticare, e costruire insieme conoscenze
Saluti a tutti
antonio gentile
Subject: Fw:
Rivista on-line: Almanacco della Scienza
Ricevo questo comunicato e lo
inoltro alle liste perche' di interesse comune
antonio gentile
----- Original Message
-----
From: <Almanacco@UfficioStampa.Cnr.It>
To: <mogent@libero.it>
Sent: Friday, April 12,
2002 10:21 AM
Subject: Rivista on-line:
Almanacco della Scienza
> Egr. Dottore,
> innanzitutto mi
presento, sono Roberto Alatri, Capo Ufficio Stampa del
> Consiglio
Nazionale delle Ricerche e Direttore della rivista telematica
> del CNR 'Almanacco
della Scienza'. Le scrivo per presentarle questa nostra
> nuova iniziativa
rivolta al mondo delle scuole (alunni ed insegnanti delle
> medie e delle
superiori).
> L'Almanacco della
Scienza, accessibile all'indirizzo
>
www.almanacco.rm.cnr.it, sta riscuotendo notevole interesse e diverse
> scuole si sono già
iscritte e ricevono periodicamente via e-mail i nuovi
> numeri. Il
periodico, che ha cadenza quindicinale, si propone come
> strumento per
divulgare non solo i progetti e le iniziative del Consiglio
> Nazionale delle
Ricerche, ma anche le informazioni scientifiche che
> possano
incuriosire, interessare e essere utili ad un pubblico giovane.
> Ogni numero è
dedicato ad un argomento specifico: spazio, droga, motori,
> didattica,
eccetera, e quello di oggi affronta il tema del desiderio.
>
> Mi auguro che
L'Almanacco possa suscitare anche il suo interesse e che
> possa ritenere
utile ed importante divulgarlo alle scuole dell'area
> geografica di Sua
competenza.
>
> Mi consideri a Sua
disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
>
> Distinti saluti
>
> Roberto Alatri
>
> - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - -
> Roberto ALATRI
> Capo Ufficio
Stampa Cnr
> Consiglio
Nazionale delle Ricerche
> 'Ufficio Stampa'
> P.le Aldo MORO, 7
> 00185 - Roma
> Tel. 0649933383,
3474184430, 3358469981
> Fax 0649933074
> e-mail: r.alatri@ufficiostampa.cnr.it
> e-mail Uff.: stampa@ufficiostampa.cnr.it
> http://www.stampa.cnr.it
> http://www.almanacco.rm.cnr.it
Subject:
Metti Linux al Ministero
Un chiaro articolo su L'Espresso
di questa settimana illustra un progetto di
legge per
l'introduzione del software libero ( open source) negli uffici
pubblici.
Il primo firmatario del
progetto, Fiorello Cortiana, stabilisce un parallelo
tra ciò che succede
nell'ingegneria genetica e afferma : «Sono due nuovi
alfabeti, che nella
società della comunicazione dovrebbero essere a
disposizione di tutti».
saluti
antonio gentile
http://www.espressonline.kataweb.it/ESW_articolo/0,2393,32484,00.html
Free software
Metti Linux al
ministero
Un disegno di legge
firmato dai senatori dell'opposizione. Per il pluralismo
informatico e
l'adozione del software libero negli uffici pubblici. Per
contrastare lo
strapotere di Bill Gates
di Pier Paolo Filippi
Alcuni, come i duemila
firmatari di un appello rivolto un anno fa ai
ministeri della
Funzione Pubblica e del Tesoro (www.interlex.it), la
definiscono
"soggezione". Altri invece, come i membri di Alcei
(www.alcei.it), una
libera associazione per la difesa dei cyberdiritti dei
cittadini italiani,
parlano addirittura di "schiavitù elettronica". Tutti,
in ogni caso, vogliono
denunciare la situazione di dipendenza in cui versano
i sistemi informatici
della pubblica amministrazione italiana. Fatta
eccezione per alcune
isole (una di queste è il comune di Firenze), dentro
ministeri, posti delle
forze dell'ordine, banche, anagrafi e un'altra
infinità di uffici
pubblici i sistemi informatici funzionano infatti con
piattaforme operative e
software forniti quasi esclusivamente dalla
Microsoft.
L'alternativa, se ne
parla da anni, è rappresentata dai sistemi operativi
aperti e dai programmi
cosiddetti open source come Linux, ritenuti più
economici, efficienti e
sicuri dei programmi proprietari. Oggi finalmente,
seguendo l'esempio di
paesi come la Francia, la Gran Bretagna e la Germania,
anche in Italia la
politica fa sua la battaglia per il "free software",
attraverso un disegno
di legge sul pluralismo informatico e l'adozione del
software libero
depositato lo scorso 20 marzo su iniziativa di un gruppo di
senatori di opposizione
e che porta la prima firma del verde Fiorello
Cortiana.
"Lo Stato
favorisce il pluralismo informatico, garantendo l'accesso e la
libertà di scelta nella
realizzazione di piattaforme informatiche,
eliminando ogni
barriera dovuta a diversità di standard", recita l'articolo
1 del ddl, che ha già
raccolto firme di esponenti di tutti gli schieramenti
politici e che sarà
discusso in un intergruppo parlamentare per l'
innovazione tecnologica
e la cittadinanza telematica, un organismo informale
promosso dallo stesso
Cortiana. Se fosse approvato, il provvedimento
obbligherà la pubblica
amministrazione ad adottare esclusivamente free
software e a pubblicare
solo materiale e documenti elettronici in formato
libero, in modo che i
cittadini possano accedervi indipendentemente dal
sistema utilizzato.
«Dietro l'iniziativa
non ci sono solo motivazioni di carattere economico
legate ai costi
sostenuti dalle varie amministrazioni per l'acquisto dei
sistemi operativi e
delle licenze per i software proprietari», spiega
Cortiana. «Una
situazione di monopolio (in questo caso di Microsoft, ndr)
comporta problemi
altrettanto gravi in termini di sicurezza dei sistemi
informatici e di
privacy dei cittadini, così quella in favore del software
libero assume sempre
più i contorni di una battaglia culturale», aggiunge il
senatore.
«L'alternativa è la diffusione di sistemi operativi liberi, che
sono costruiti e
migliorati da una comunità globale di programmatori intorno
ai quali si sta
sviluppando una vera e propria nuova economia».
Il nodo è quello della segretezza
dei codici sorgente, che sta costando al
colosso di Redmond
numerosi ricorsi da parte delle autorità antitrust di
mezzo mondo, negli Usa
e nell'Unione Europea. Senza codice sorgente,
infatti, è impossibile
sapere cosa faccia un determinato software, per
esempio se raccolga
informazioni sulle abitudini di navigazione dell'utente,
come già si è
verificato in passato su alcuni software proprietari. Non
solo: l'impossibilità
di apportare modifiche al software pone gli utenti in
una situazione di assoluta
dipendenza dalla casa madre, obbligandoli ad
acquistare sempre nuove
versioni di programmi che differiscono dalle
precedenti solo per
piccoli particolari.
Altrettanto gravi,
sottolinea ancora Cortiana, sono i problemi di ordine
propriamente culturale.
Se è vero che quella informatica rappresenta ormai
una vera e propria
modalità di linguaggio, lasciare che sia una sola o poche
aziende a gestire i
computer di tutto il mondo - la Microsoft detiene l'80
per cento del mercato
degli home pc - è un po' come attribuire a un soggetto
privato la titolarità
della lingua nazionale, lasciandogli il potere di
decidere quali parole
usare, come, con quale significato e quando, così come
quello di crearne di
nuove e di porne altre in desuetudine. «È possibile
scorgere un parallelo
tra ciò che succede nell'ingegneria genetica, dove è
in atto una corsa al
brevetto delle sequenze dei geni, e ciò che avviene
nell'informatica per
quanto riguarda il brevetto degli algoritmi dei
software», dice
Cortiana, che negli incarichi passati ha avuto modo di
occuparsi di entrambi i
temi. «Sono due nuovi alfabeti, che nella società
della comunicazione
dovrebbero essere a disposizione di tutti».
Tra gli scopi del
provvedimento in discussione a Palazzo Madama c'è anche
quello di favorire la
ricerca scientifica nell'ambito dei free software da
parte di enti pubblici
e privati, per lo sviluppo di programmi da rilasciare
sotto licenza di
software libero, così come quello di riconoscerne il valore
formativo negli ordinamenti
didattici nazionali e di privilegiarne l'
insegnamento. Se per
approvare il disegno di legge, visto il sostegno
trasversale degli
schieramenti politici, il Parlamento dovrebbe impiegare
pochi mesi, decisamente
più lungo si annuncia il processo di "riconversione"
dei sistemi informatici
della pubblica amministrazione. «Potrebbero servire
anni - conclude
Cortiana - ma si tratta di un processo assolutamente
necessario e non più
derogabile».
03.04.2002
239
Subject:
Swif, il sito filosofico
http://www.caffeeuropa.it/newmedia/175nuovimedia-florid.html
Swif, il sito
filosofico
Luciano Floridi con
Alessandro Lanni
Luciano Floridi insegna
filosofia all'Università di Oxford. È uno dei famosi
"cervelli in
fuga" dall'Italia che hanno trovato ospitalità e lavoro
all'estero, ma non
sembra troppo affranto. Da anni, Floridi dirige quello
che senza paura di
smentite è il più importante sito dedicato alla filosofia
nel nostro paese: lo
Swif . In questa intervista Floridi ci svela le
difficoltà che ci
furono per mettere in piedi un portale filosofico, che
poco ha a che fare con
lo spirito della New Economy e molto con la indirizzo
originario della Rete:
poco business e molta passione.
Tra le risposte di
Floridi si intravede una speranza, fatta nascere
dall'avvento dei New
Media, per la filosofia dichiarata morta e sepolta
nell'epoca del
Postmoderno.
Floridi, a quando
risale e a chi si deve l'idea di un sito italiano dedicato
interamente alla
filosofia?
Lo Swif è un mio
progetto, ma nel corso degli anni è cresciuto grazie al
lavoro e al supporto di
tantissime persone. L'idea risale al 1995. In quel
periodo organizzai a
Roma un convegno dal titolo Filosofia & Informatica -
Primo incontro italiano
sulle applicazioni informatiche e multimediali nelle
discipline filosofiche.
Durante il convegno ebbi modo di discutere con
diverse persone il
progetto per un sito Internet nazionale dedicato alla
filosofia. L'idea venne
accolta con freddezza. A quel tempo si trattava di
creare un catalogo
Gopher. Eravamo ancora in una cultura DOS. Internet e il
Web erano ancora due
cose distinte.
Nel '95 solo pochi
eletti conoscevano Internet. Immagino poi l'entusiasmo
nell'accademia italiana...
All'inizio cercai di
convincere l'Istituto Filosofico di Napoli ad
appoggiare il progetto.
Non se ne fece nulla. Parlai con altri colleghi.
Niente. Internet era
ancora un fenomeno troppo nuovo. Le reazioni andavano
da un atteggiamento
scettico e un po' luddista al timore di un'invasione di
pedofili. Non sto
scherzando. Mancava completamente quella che oggi si
chiama, con un'
espressione poco elegante, una "cultura della Rete". Non
solo tra i filosofi.
Sempre in quel periodo proposi a Repubblica di
pubblicare una Guida ad
Internet a dispense. Dopo un paio di incontri un
lungimirante
caporedattore decise che l'idea non aveva futuro. Discussi con
una casa editrice
romana di grande prestigio il progetto per un'introduzione
all'informatica per
filosofi. La responsabile mi rispose che Internet era
solo una moda
passeggera e che il libro non avrebbe venduto.
Dopo diverse
peregrinazioni incontrai Mauro di Giandomenico, professore di
storia della scienza
all'Università di Bari. Mauro è stato uno dei pionieri
dell'informatica
umanistica in Italia. Si entusiasmò subito, mi mise in
contatto con il CASPUR
(Consorzio per le Applicazioni del Supercalcolo per
l'Università e la
Ricerca), e insieme al LEI (il Laboratorio di
Epistemologia
Informatica, creato e diretto da Mauro) e al Centro di Calcolo
dell'Università di
Bari, riuscimmo a far decollare il progetto, nel 1996.
Quante sono, a oggi, le
persone che collaborano con voi dello Swif?
Ho iniziato da solo.
Oggi la redazione dello Swif si compone di circa 60
persone e di oltre un
centinaio di collaboratori. Dico circa perchè lo Swif
è una struttura
estremamente dinamica, in continuo sviluppo. Ad esempio, in
questi giorni stiamo
per lanciare due nuovi servizi, un forum per seminari
online dedicato alla
scuola, e un quaderno dedicato alla filosofia antica.
Esistono delle linee
generali che seguite o la crescita è lasciata agli
interventi e gli
interessi dei collaboratori?
Lo Swif è una
confederazione diretta da un tiranno illuminato (speriamo). La
linea operativa da me
stabilita è molto semplice, ma non sempre facile da
implementare: nessun
regolamento scritto (l'intelligenza serve a capire come
ci si deve comportare),
massima semplificazione delle procedure, delega
degli incarichi,
responsabilizzazione (anche nel senso di accountability) di
chi veramente svolge il
lavoro, autonomia dei singoli redattori e
responsabili, che
godono di tutta la mia fiducia, meritocrazia. In ciascun
settore, ci si aspetta
dalla persona responsabile competenza, affidabilità,
spirito di inziativa e
idee innovative. Per tutte queste ragioni il
turn-over all'interno
della redazione è piuttosto alto.
Dunque, per partecipare
allo Swif è sufficiente un'idea e voglia di fare?
Esattamente. Per quanto
riguarda la crescita dei contenuti, chiunque abbia
un buon progetto in
mente può proporlo, discuterlo e lanciarlo all'interno
dello Swif. I criteri
di selezione sono la serietà, l'utilità e la
fattibilità del
progetto. Le iniziative prendono forma nel corso della
discussione con altri membri
della direzione (Roberto Miraglia e Andrea
Rossetti) e quindi
vengono assegnate a un responsabile, che si impegna a
dirigerle. Da quel
momento in poi, il progetto cammina sulle proprie gambe.
Siamo sempre alla
ricerca di nuovi redattori o redattrici.
Lo Swif esprime uno
stile filosofico preciso o è aperto a più tagli?
Come contenuti e
orientamenti, ho sempre cercato di mantenere lo Swif in una
posizione quanto più
possibile equilibrata. L'unica distinzione che apprezzo
è quella tra
cialtroneria e filosofia, e questa è trasversale rispetto a
quella
analitici/continentali. Detto questo, il fine è quello di fornire ai
nostri utenti una
visione della filosofia sprovincializzata, non
campanilistica e
soprattutto non storicistica. Lo Swif intende fornire
strumenti e stimoli per
fare ricerca teorica, per questo si occupa di temi e
problemi filosofici,
non di archeologia. Da un punto di vista stilistico, lo
Swif è rigorosamente
wittgensteiniano: invitiamo gli autori a parlare solo
degli argomenti di cui
sanno parlare con chiarezza e di tacere sul resto.
Ho l'impressione che lo
Swif incarni in pieno lo spirito originario della
Rete: passione per
qualcosa (nel vostro caso la filosofia), volontariato
(nessuno o quasi è
pagato), interesse per il lavoro d'equipe. Che ne pensi?
Hai perfettamente
ragione. Nel corso degli anni, abbiamo imparato a lavorare
online, creando un
bacino di esperienze (know-how) invidiabile. Lo Swif è
anche un laboratorio
virtuale. Un piccolo esempio per intenderci: Roberto
Miraglia e Andrea
Rossetti sono i due capi-redattore dello Swif, Matteo Abbà
è il segretario di
redazione e Matteo Ferrini è il webmaster. Roberto è l'
unico che ho incontrato
fuori della Rete.
Pensi che il Web sia
un'opportunità per la filosofia oppure ne dichiara la
fine?
Penso che il Web sia
una straordinaria opportunità, per varie ragioni. Come
strumento per la
ricerca e per la didattica, il Web già fornisce possibilità
enormi, e il futuro è
certamente ricco di ulteriori novità. Come fonte di
riflessione e fenomeno
culturale, il Web fa pare di quella "information
revolution" che a
mio avviso sta trasformando profondamente che cosa si
intende per filosofia
oggi.
Allarghiamo il
discorso: che spazio esiste per la filosofia nell'era delle
nuove tecnologie.
Intendo, dobbiamo "accontentarci" semplicemente di un
grande archivio oppure
i "new media" sollevano questioni realmente nuove?
Ottima domanda, ma
richiederebbe un libro come risposta. Il libro arriverà,
spero. Per ora mi
limiterò a poche battute. Nella società dell'informazione,
le domande filosofiche,
le metodologie adottate per discuterne, il modo di
concettualizzare le
risposte, lo stesso vocabolario, sono profondamente
innovati. Il nuovo
paradigma filosofico con il quale ci confrontiamo oggi è
quello della "philosophy
of information" (si veda "What is the Philosophy of
Information?"
disponibile presso www.wolfson.ox.ac.uk/~floridi/). Esso offre
temi nuovi alla
riflessione e nuove prospettive metodologiche per
comprendere temi
passati. Ciò presuppone una visione della storia della
filosofia come un
processo attraverso il quale argomenti di carattere
matematico e empirico
vengono via via affidati a nuove discipline
scientifiche.
Se le cose stanno così,
che fine fa la filosofia?
La filosofia cresce impoverendosi.
Deve certamente fare i conti con la
scienza, ma non
scimmiottarla. Se un problema ha una soluzione definitiva,
che può essere provata,
allora sappiamo che quel problema non è un problema
filosofico. Quando si
parla di morte della filosofia bisogna intendersi. Il
cadavere è quello della
philosophia perennis, intesa come riflessione
atemporale ed eterna
sull'immutabile. La filosofia non può pretendere di
avere un reale impatto
sulla realtà e poi stupirsi - quando in effetti la
realtà muta anche a
causa della riflessione filosofica - di dover
riorientare i propri
interessi per continuare a influenzare la realtà
stessa. La riflessione
filosofica deve essere culturalmente tempestiva, non
atemporale. Questa è la
lezione della civetta di Hegel.
Facciamo un esempio: il
Digital Divide è una questione che deve interessare
i filosofi? Questo
intendi con il carattere "culturalmente tempestivo" che
la filosofia dovrebbe
possedere?
Hai colto nel segno. Il
Digital Divide è un ottimo esempio. Un problema
sorto solo oggi, a
causa della diversa distribuzione delle risorse
informatiche.
Può indicare altri
campi in cui i new media "incrociano" la filosofia?
Cercherò di cavarmela
con un riferimento ad un volume che ho appena finito
di curare. Si tratta della Blackwell Guide to the Philosophy of
Computing
and Information. Il libro
contiene 26 capitoli, ciascuno dedicato ad una
nuova area creata o
trasformata radicalmente dalle nuove tecnologie
digitali, si va dalla
Computer Ethics all'Estetica dei new media, dalla
Filosofia
dell'intelligenza artificiale alla Filosofia dell' "artificial
life",
dall'Ontologia formale alla Metafisica della realtà virtuale. Per
saperne di più, si può
consultare la mia pagina web , cliccando su Blackwell
Guide.
Subject:
Guide per la Rete: il lato umano di Internet
http://www.newbrainframes.org/rassegna/art.php3?id=1585
Guide per la Rete: il
lato umano di Internet
di A. Guigoni
(Apogeonline del 15/04/2002)
Da qualche tempo fanno
tendenza su Internet siti che raccolgono "guide",
ossia professionisti di
svariati settori, esperti in un dato campo dello
scibile umano, che
mettono a disposizione del pubblico le proprie competenze
e conoscenze
Le guide online sono
ormai un fenomeno consolidato. Ci sono guide per ogni
gusto e per soddisfare
qualsiasi curiosità: dalla guida all'uncinetto alla
guida di cucina
vegetariana, da quella al Reiki all'esperto in arte
contemporanea. A
cominciare dal sito statunitense ABOUT, The Human Internet,
che propone nella sua
home page una sventagliata di risorse a disposizione
degli utenti; le guide
in questione, oltre a pubblicare interventi in tema
nel proprio sito, a
rispondere a domande fatte dagli utenti, solitamente
inviano newsletter,
recensiscono libri e stilano una lista di link in tema,
utili per la propria
community.
Community è la parola
chiave per capire lo scopo principale di questo e
altri progetti basati
sulla presenza di guide, mirati alla costituzione di
una comunità di
frequentatori del sito, i quali, magari, una volta in situ,
clicchino su questo o
quel banner pubblicitario e comprino beni e servizi in
linea.
Questi progetti basati
sulle Virtual Communities sono progetti misti, di
valenza culturale e
commerciale insieme, e funzionano bene proprio per
quella loro miscela di
e-business e "intelligenza connettiva" variamente
dosata, che conduce
facilmente al coinvolgimento emotivo e intellettuale dei
partecipanti al
progetto e al successo dello stesso. Da circa un anno Dada
ha lanciato Supereva.
Dotato di più di 300 guide divise in vari canali: Arte
e cultura, Istruzione e
formazione, Finanza e lavoro, e via discorrendo. Le
guide, ciascuna nel
proprio campo, propongono interventi in tema, ricchi di
link, forniscono
risposte alle domande degli utenti, partecipano alle chat e
ai forum del proprio
sito, mantenendosi in continua comunicazione con i
membri della community.
Da qualche tempo la Rete italiana ha visto sorgere
altre iniziative
analoghe, più o meno riuscite, tra cui spicca Ioloso,
ancora poco noto, ma
che ha già totalizzato un bel numero di visite e
recensioni lodevoli.
Nel sito l'utente è invitato a fare domande pertinenti
al settore degli
esperti a sua disposizione, il tutto gratuitamente.
Dopo anni di disintermediazione
culturale, di informazione fai-da-te,
favorita dai sempre più
potenti motori di ricerca, tipo Google, e da indici
di categorie tematiche
onnicomprensive, tipo quelle di Yahoo!, ecco che il
tocco umano ritorna
prepotentemente alla ribalta, e persone in carne e ossa
indirizzano,
consigliano, comunicano idee, in una parola fanno da medium, da
tramite, tra il sapere
e la curiosità umana. Che sia una fase passeggera
dello sviluppo del Web
o l'inizio di una Rete dotata di un maggiore human
touch?
Stando ai risultati
sembrerebbe che il pubblico di Internet abbia bisogno di
servizi informativi
sempre più personalizzati e di una comunicazione sempre
più intima, pervasiva,
quasi a voler alleggerire il diaframma imposto dalla
comunicazione mediata
dal computer. Certo, ci sono pro e contro. Da un lato
il ritorno al sapere
guidato, mediato, anche filtrato se vogliamo, potrebbe
mettere in pericolo lo
spirito libertario e un po' anarchico del Web, ma
d'altro canto anche
garantire un tipo d'informazione più autorevole e
attendibile rispetto a
quanto si è visto finora su Internet.
Subject: Istruzioni
finali per la consegna e valutazione lavori
A causa di diffusi ritardi nella consegna dei lavori, la
valutazione, correzione e verifica dei risultati di ricerca avverrà nelle
quattro settimane di maggio, direttamente in rete, dopo l'inserimento
nell'ipertesto.
A tal fine tutto deve essere pronto entro la fine di questo
mese, pena l'esclusione della presenza della relativa parte di lavoro nella
sintesi finale dell'ipertesto ( e conseguente valutazione !)
In particolare curare con la massima attenzione che il
lavoro di gruppo sia consegnato nel formato già più volte indicato e cioè : -
una cartella col nome_ricerca , e dentro, files in .htm , nominati senza spazi
bianchi all'interno del nome con collegamenti interni ben curati ( di valore
assoluto)
Inoltre completare gli interventi in lista sulla propria
partecipazione al lavoro di gruppo, intervenire con riflessioni personali sulla
sperimentazione realizzata e consegnare direttamente a Pesola un file .htm
nominato col proprio cognome dove sono ricopiati i propri interventi in lista.
Raccomando la precisone in quest'ultimo lavoro NECESSARIO
per la valutazione in quanto evidenzia i contributi di partecipazione di
ciascuno alla mailing list.
Si tratta di copiare su word il numero sequenziale, presente
nella pagina messaggi della nostra mailing list, del PROPRIO msg e sotto
il testo. Poi salvare il tutto in formato html
Ho già creato un modello della sequenza dei miei messaggi
visionabile alla pagina :
http://digilander.iol.it/mogent/gentile.htm
Infine , nelle lettere di valutazione della sperimentazione
, cercate di riferirvi agli obiettivi del corso, al tema di ricerca, agli
interventi in lista, al senso più complessivo del lavoro.
Ciò che vi viene chiesto è un intervento riflessivo
sui diversi piani della ricerca e non , invece, un' opinione ( mi
piace/non mi piace) tipo sondaggio doxa.
Il carattere non anonimo degli interventi rende nullo il
valore di sondaggio : non è questo che conta. Ciò che realmente interessa è la
capacità critica di cogliere, con più prospettive, la visione d'insieme :
essere in rete non significa solo avere accesso ad Internet, essere in rete è
innanzitutto la capacità di partecipare, riflettere con più punti di vista,
collegarsi in rapporti di comunicazione, scambio, condivisone con altri...
cari saluti
antonio gentile