LA SCULTURA

 

Grande sviluppo ebbe fin dal primo Rinascimento l'arte della scultura che, nel rinnovamento del linguaggio formale, svolse un ruolo d'importanza pari a quello delle altre arti.
In questo periodo essa torna a godere di quella completa autonomia e piena libertà di espressione che l'avevano caratterizzata al tempo della civiltà artistica greca. Si riscoprono i generi: statua, gruppo, busto-ritratto; le fonti di ispirazione: figura umana e natura.
Tuttavia anche nella scultura, come nell'architettura, è complesso il rapporto con l'antico fin dal Quattrocento:
Donatello, il maggior rappresentante è spesso definito un anticlassico. Toccherà proprio a lui, percorrere fino in fondo tutta la drammaticità espressiva dell’attraversamento della classicità, per ritrovarsi alla fine con una vera e propria dissoluzione formale, ma con l’incommensurabile scoperta del proprio io, che soggettivizza e rende trasparente nell’opera la presenza dell’artista.

Cent’anni dopo l’esordio di Donatello la scultura rinascimentale, con Michelangelo, riparte apparentemente dallo stesso motivo: la riproposta del classicismo; il classicismo di Donatello naufraga nella drammaticità della scoperta della soggettività dell’artista,il classicismo di Michelangelo,invece produce dal di dentro il suo contrario, la ricerca senza fine, anticlassica, di qualcosa che non è più programmabile e che già prelude all’inquieta e travagliata esperienza del Manierismo.

Una diretta ripresa classica si manifesta al contrario nella scultura dell'ornato plastico-architettonico e più tardi nella scultura a carattere ornamentale che farà del "bronzetto" una vera e propria moda. Nella scultura rinascimentale si prescinde spesso dal valore simbolico dei motivi antichi e quasi mai vengono rispettati i moduli e le regole, le leggi proporzionali classiche, oppure vengono interpretati con molta libertà. E' il caso del canone policleteo che viene adottato per dare alla figura un atteggiamento più naturale.

L’evoluzione della scultura rinascimentale consiste innanzitutto, nella liberazione progressiva della scultura dal suo significato religioso e dunque da quella astrazione simbolica che già il gotico aveva iniziato a superare;la scultura comincia pertanto ad assumere altre funzioni, e a venire finalmente concepita come un’ opera a sé stante, autonoma, secondo i principi che già aveva caratterizzato la plastica greca classica e soprattutto ellenistica.

Anche questa particolare evoluzione della scultura rinascimentale si inquadra e si spiega nella trasformazione generale stessa del "fenomeno artistico", il quale, a partire dal quattrocento, raggiunge la sua definitiva autonomia, come attività liberata da finalità contingenti, capace di offrire sensazioni estetiche più per la sua qualità "formale", che per la sua caratteristica di comunicare dei contenuti, come avveniva in maniera preponderante nel Medioevo.

La grande scultura rinascimentale è creazione nuova e originalissima, così come la pittura. Caratteri precipui della scultura italiana sono, infatti, come nella pittura, la ricostituzione della forma della figura umana mediante lo studio anatomico e del movimento, l'osservazione del vero tradotto in una gamma svariatissima di interpretazioni che vanno dal naturalismo (ancora legato all'arte tardo-gotica) al realismo anche violento e brutale e anche alla tendenza ad una astrazione concettuale della forma intesa come entità geometrica in rapporto con lo spazio e la luce.
Frequente è inoltre anche nella scultura, e specialmente nel rilievo o come nello stiacciato donatelliano, l'adozione dell'inquadramento prospettico-lineare, originale conquista di questo secolo.

A tale molteplicità di esperienze lo scultore rinascimentale perviene grazie ad una particolare e lunga formazione professionale, che prevedeva la pratica e la conoscenza delle varie arti. La formazione dello scultore, come spesso anche quella del pittore o dell'architetto, avveniva in genere nelle botteghe degli orafi, che durante tutto il medioevo erano stati considerati gli artisti per eccellenza e ancora nel Quattrocento erano considerati maestri molto apprezzati e ricercati. L'oreficeria insegnava infatti le nozioni fondamentali delle varie arti, sia dal punto di vista formale, con il disegno cui d'ora in poi faranno capo indifferentemente tutte le pratiche artistiche, sia dal punto di vista tecnico, dovendo trattare ogni sorta di materiali e con i procedimenti più diversi. Tra le tecniche della scultura divenne molto importante la fusione in bronzo.