Di tanto in tanto i newsgroup (su
qualsiasi argomento) e le caselle private di posta elettronica vengono sommersi da
CENTINAIA di copie dello stesso messaggio, dal subject significativo
("URGENTE!...", "APPELLO!...", "AIUTO!..."). Spesso si
cercano informazioni su malattie rarissime, su casi disperati: i medici brancolano nel
buio, non si trovano strutture in grado di trattare il morbo sconosciuto, si cercano
disperatamente volontari per la donazione di qualcosa... Il messaggio si conclude sempre
con l'accorata richiesta di propagare l'appello in ogni dove.
Vorrei fare un discorso un po' generale nei confronti di simili appelli, che incroceranno
spesso il vostro cammino telematico, e che altro non sono che una versione elettronica
delle catene di S.Antonio. Spesso queste richieste d'aiuto sono chiaramente fasulle:
richieste assurde, motivazioni inconsistenti, ma tutto confezionato ad arte per fare
"abboccare" la gente priva delle conoscenze tecniche per discernere tra
petizioni plausibili e non. La eventualita' e' che non si tratti solo di macabri scherzi;
a volte sono trucchi per creare lunghi elenchi di indirizzi e-mail a cui inviare
pubblicita' non richiesta (spam), a volte sono semplicemente delle catene di S. Antonio
lanciate per puro divertimento.. Quando anche l'appello e' autentico, tuttavia, ci sono
serissimi motivi per NON propagare ulteriormente la catena dei messaggi. E' successo nella
realta' che le risposte di tanti "italiani, brava gente" a questo o quell'altro
accorato appello abbiano prodotto gravi conseguenze, per i promotori dell'iniziativa. A
titolo esemplificativo, riporto un messaggio scritto dai genitori di una povera bimba
gravemente malata, dopo qualche tempo dalla diffusione di un appello per aiutare la loro
figlia:
Ora tutto il tempo che abbiamo dobbiamo dedicarlo a seguire Lucia e io >non riesco piu'
a rispondere tutto il giorno al telefono e leggere le centinaia di fax che ci inviate.
PREGO FERMATEVI con le telefonate e i fax, provero' a leggere tutte le eMail che mi state
mandando e che sono tantissime. Se vuoi avverti anche i tuoi amici.
Naturalmente questa e-mail non ha avuto in rete la stessa diffusione del primo appello...
E naturalmente il danno era ormai fatto. Non vi pare il caso di fare un poco di SILENZIO,
e lasciare tranquilli i disgraziati protagonisti di queste vicende, probabilmente mal
consigliati nella loro disperazione?
Questi appelli NON vanno propagati indiscriminatamente. E' il PEGGIOR "aiuto"
che si possa tentare di dare. Anche per il futuro, ricordate che diffondere simili
appelli:
1) Genera un risposta molto grande ma con un rumore ENORME (e si`, perche` la gente scrive
e chiama anche se non ha nulla da dire), per cui se si e` dato un numero di telefono si e`
costretti a disconnetterlo, se si segue il f/up via email dopo un po' si smette di leggere
tutti i messaggi diminuendo cosi` di molto quella insignificante probabilita` di trovare
*A CASO* qualcuno che possa realmente fornire informazioni utili.
2) Una volta innescata la catena questa non si ferma, e va avanti per ANNI, e ovviamente
quando questa ormai non serve piu` diventa un grosso peso per chi l'ha innescata,
soprattutto se, come succede di solito, c'e` un esito infausto della vicenda.
3) La probabilita` di ottenere una qualche informazione valida e` nulla rispetto alla ben
piu` utile ricerca su web. Questo sia a causa di quanto detto nel punto 1, sia perche` gli
appelli incontrollati tendono ad essere enormemente ridondandi e questo psicologicamente
ottiene l'effetto opposto, cioe` si finisce per non leggerli con attenzione e, soprattutto
a non crederci visto che di solito sono il veicolo di scherzi idioti e pertanto raramente
sono veri.
I medici, che sono i tecnici che necessitano di specifiche informazioni per impostare una
terapia o un tentativo di cura, hanno gia` le loro conoscenze, e, soprattutto, hanno gia`
i loro canali di informazione affidabili e credibili, che non si basano certo su un
tam-tam di posta elettronica.
L'invio di simili messaggi nei newsgroup e' particolarmente SCONSIDERATO : se ciascuno di
coloro che l'invia provasse a leggere PRIMA anche solo qualche articolo nel ng scoprirebbe
facilmente che ogni giorno molte copie del suo stesso appello sono gia' state diffuse nel
gruppo da altre "persone di buon cuore", infastidendo inutilmente migliaia di
utenti che si vedono bersagliare da un numero sterminato di copie identiche dello stesso
messaggio.
Dal punto di vista della rete ovviamente gli svantaggi sono totali: inutile costo di banda
e di risorse informatiche. Considerate tanto per fare un esempio che il primo caso
documentato di appello di questo genere fu quello del ragazzino inglese che chiese dal
letto di morte alla Rete di spedirgli cartoline. Craig Shergold era un ragazzo inglese che
nel 1989, avendo saputo di essere condannato a morire di cancro, lanciò un appello
chiedendo che gli venisse inviato il maggior numero di cartoline da tutto il mondo, in
modo da poter entrare nel Guinness dei primati. Ci riuscì nel 1991, ma quel che più
conta è che guarì perfettamente. Ora sta bene, e all'ufficio postale del suo paese sono
stufi delle sue cartoline, per cui se qualcuno vi chiederà di "spedire cartoline a
Craig" e di inoltrare via forward la richiesta a tutti i vostri conoscenti rispondete
pure "No, grazie". Secondo le poste britanniche, che tra l'altro hanno dovuto
assegnare per la sola casa di Craig un intero codice postale in modo da semplificare la
consegna della posta, le cartoline inviate hanno superato quota 200 milioni.).
Il suo primato, stravinto, venne cancellato proprio nel tentativo di fermare il flusso di
cartoline che paralizzo' tutti gli uffici postali della zona, il costo in
francobolli venne valutato nell'ordine di qualche miliardo di sterline (vado a memoria ma
quello e` l'ordine di grandezza). Questo tanto per farvi capire come tali catene vengono
prese in maniera sconsideratamente seria da una enorme massa di utenti che prima agisce e
poi pensa, seppure pensa e quale danno, anche economico, tutto cio` puo` causare.
Alcune catene sono diventate delle vere leggende urbane: stando ad un messaggio di E-mail
che circola imperterrito da anni, Jessica Mydek è una bambina americana di sette anni
sofferente di cancro, e i suoi genitori avrebbero raggiunto un accordo con alcuni sponsor:
per ogni messaggio di E-mail forwardato e inviato anche all'indirizzo ACS@AOL.COM questi sponsor avrebbero donato tre centesimi
alla società americana per la ricerca sul cancro. Ovviamente è una burla: non è mai
esistita una Jessica Mydek, anche se molti hanno notato l'inquietante assonanza del nome
con la frase inglese "Just suck my dick". Sempre nella serie delle vicende
strappalacrime... Anthony Parkin sarebbe un bambino malato di leucemia, che avrebbe
espresso come ultimo desiderio quello che il suo messaggio di E-mail circoli per sempre
sulla rete, venendo rispedito ai propri conoscenti dalle persone che lo ricevono, in modo
che una parte di lui possa vivere in eterno. Vicenda toccante e, ovviamente, del tutto
inventata.
Gli ultimi casi eclatanti in Italia sono stati l'appello per Lucia Brandani, circolato per
la rete per molti mesi dopo la morte della povera piccola sfortunata, un appello per la
ricerca di informazioni sulla "sconosciuta" sindrome di Leiden (una
malattia citata su qualunque manuale di patologia medica) e un appello per la
ricerca di donatori di midollo osseo di gruppo B positivo (richiesta quanto mai
sorprendente, visto che per le donazioni di midollo esiste una apposita associazione con
annessa banca dati).
Quindi ricapitolando: l'appello a tappeto svantaggia chi lo fa sia perche` gli diminuisce
la gia` ridotta possibilita` di trovare a caso una soluzione al problema sia perche` poi
gli puo` pesare psicologicamente continuando questo ad essere contattato anche molto dopo
la fine della vicenda, e inoltre costa un prezzo notevole alla comunita`. I medici che si
trovano a fronteggiare pazienti con malattie rare e inconsuete hanno altri canali di
informazione, e questi appelli generalizzati non servono ad altro che ingorgare la rete...
Prendi atto dell'esistenza degli idioti, e fermali. Anche se non l'hai gettata tu, la
benzina per terra, questo non ti autorizza ad accendere un fiammifero.
Grazie per l'attenzione
©1999 by Mario
Campli.
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