GUERRA CIVILE NEL MODENESE
Ottobre
1943 VENERDI
1 OTTOBRE 1943 In
un discorso agli Ufficiali, riuniti a Roma al Teatro Adriano, il
Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani getta le basi per la ricostruzione
di un esercito nuovo e moderno, basato su strutture organizzative
diverse da quello che si era da poco disciolto e che nel frattempo
potesse rispondere alle esigenze del particolare momento storico. Lesse
anche un messaggio di Mussolini che, tra l'altro, così diceva: "...
da molti indizi appare che il popolo italiano, percosso e umiliato
dall'obbrobrioso tradimento, ordito soprattutto ai suoi danni, è
nuovamente in piedi. Ancora una volta la storia dovrà riconoscere che
il nostro popolo possiede la facoltà millenaria di risorgere anche
nelle più dure e più drammatiche situazioni, non appena una parola
d'ordine ed uno spirito nuovo esaltino i cuori e la volontà concorde di
tutti. Oggi questo spirito nuovo si riassume nel binomio
Fascismo-Repubblica, è sotto questa rivoluzionaria bandiera che i
soldati italiani riprenderanno il loro posto di battaglia". SABATO
2 OTTOBRE 1943 A
Carpi, un Comitato formato dal Commissario Prefettizio Romolo Vezzani,
dall'Avv. Emidio Lugli, da Mons. Aldo Valentini, oltre che da Bonaretti
Umberto e Luppi Ugo, chiamato "Tregua di Dio"(1), invita tutti
i cittadini, tramite un manifesto affisso ai muri cittadini, ad
astenersi da ogni manifestazione violenta. Questo il tono del manifesto: "Carpigiani
- Nell'interesse supremo della Patria, compiacente e benedicente S.E.
Mons. Arcivescovo, propiziatrici le sezioni della Ass.Naz. Mutilati e
Combattenti e l'Azione Cattolica Diocesana, cittadini di Carpi di ogni
tendenza politica e condizione sociale, riuniti il 30 Settembre sotto la
Presidenza del Commissario Prefettizio Rag. Romolo Vezzani, hanno di
comune accordo deliberato: -
di rinunciare da oggi ad ogni risentimento di parte ed a qualsiasi atto
di rappresaglia e di violenza; -
di mantenere, di fronte agli eserciti stranieri occupanti comportamento
dignitoso, di fare opera di umana solidarietà fra i cittadini tutti,
per affrontare i difficili ed angosciosi problemi imposti dal tragico
momento che la Patria attraversa; -
di fare opera continua e persuasiva nei confronti di familiari, amici
conoscenti e dipendenti, per il raggiungimento degli scopi anzidetti. Bando
alle divergenze ed alle passioni di parte. Sia
alta meta di ogni nostra azione la salvezza della Patria, presupposto
essenziale del benessere della città e del popolo. A
solennizzare questo auspicato accordo, è stata aperta una pubblica
sottoscrizione per lenire le sofferenze fisiche dei bisognosi di Carpi,
ora già gravi e in avvenire certo gravissime. Carpi,
li 2 Ottobre 1943 Malgrado
questo accordo, nei mesi succesivi, la città di Carpi fu uno dei centri
della Provincia di Modena che più ebbe a subire la violenza e
l’aggressione rossa nei confronti di civili e militari con ritorsioni,
ovviamente, da parte tedesca e fascista; centinaia furono i caduti
fascisti e moltissimi anche i morti tra tedeschi e partigiani. DOMENICA
3 OTTOBRE 1943 La
lacerazione tra la popolazione italiana comincia a serpeggiare con
crudele progressione in tutti gli strati sociali e in tutti i settori
della vita nazionale. Giovani dello stesso paese, dello stesso
caseggiato e a volte della stessa famiglia, amici d'infanzia e di
giochi, colleghi di lavoro, si troveranno a combattere gli uni contro
gli altri con la rabbia e con la sicurezza di trovarsi ciascuno dalla
parte giusta. I
bandi fascisti per richiamare alle armi gli sbandati e le nuove classi
di leva nelle file dell'Esercito Repubblicano, troveranno, specialmente
nei primi tempi, un rifiuto limitato ed una grossa risposta volontaria. Anche
il clero si viene a trovare su posizioni contrapposte e parteggerà per
le due fazioni in lotta; molti sacerdoti, schierati con la RSI, saranno
i primi ferventi sostenitori della contrapposizione alle forze marxiste,
mentre quelli impegnati sul fronte opposto riusciranno a convincere
molti giovani a non presentarsi ai bandi di chiamata, proteggendoli
nelle parrocchie e nelle canoniche. I parroci partigiani non possono però
dimenticare nelle loro memorie e nei loro resoconti(2) che molti giovani
cresciuti al credo cattolico nelle chiese e nelle aggregazioni giovanili
da loro curate, sono caduti combattendo con la divisa della Repubblica
Sociale Italiana. LUNEDI
4 OTTOBRE 1943 Sulla
Gazzetta dell'Emilia, il Direttore Enrico Cacciari inizia una serie di
attacchi contro i traditori e i voltagabbana, scrivendo: "...Si
sono fucilati degli sciagurati che hanno rapinato qualche mille lire:
che cosa si aspetta a mandare al muro gli uomini che hanno massacrato la
Patria? Bisogna decidersi e presto, ed occorre cominciare dai
"nostri". Da quelli che prostituirono il Fascismo..."(3) MARTEDI
5 OTTOBRE 1943 Il
Comandante della X MAS, Junio Valerio Borghese, si presenta a Mussolini,
ancora residente alla Rocca delle Caminate, per confermargli la fedeltà
sua e dei suoi uomini. Sul
fronte di guerra Italiano intanto infuria la battaglia; il tavoliere
delle Puglie è teatro di scontri violentissimi e le truppe
anglo-americane entrano a Foggia. MERCOLEDI
6 OTTOBRE 1943 Un
manifesto del Comando militare tedesco invita i militari del disciolto
Esercito Italiano a presentarsi: viene affisso in questo giorno su tutti
i muri della Provincia di Modena e pubblicato sul giornale locale, il
proclama era così concepito: Platzkommandantur
1° - Modena Proclama
per i soldati delle disciolte forze armate. Il
Comandante delle forze armate germaniche dell'Italia Settentrionale ha
ordinato che tutti i soldati facenti parte delle disciolte forze armate
italiane devono presentarsi presso il Comando di luogo germanico più
vicino. Io ordino che tutti gli ex soldati italiani, ufficiali,
sottufficiali e soldati, che prestavano servizio in questa guerra nelle
forze armate italiane devono presentarsi al Municipio dal quale
dipendono, entro il giorno 15 Ottobre 1943 per venir registrati. Le
liste compilate devono venir presentate il giorno 18 Ottobre 1943, per
mezzo dei Podestà al Prefetto di Modena, che a sua volta le presenterà
entro quella data alla Platzkommandantur di Modena. Le liste devono
venir compilate in duplice copia, secondo il modulo seguente: numero
progressivo - nome e cognome - data e luogo di nascita - grado di
servizio e arma alla quale apparteneva - professione civile - domicilio
attuale con la via e il numero. E' cosa urgente! Chi agisce contro
questi ordini verrà deferito al Tribunale Militare germanico e punito
severamente. Modena
6 Ottobre 1943 Von
Bohlen - Comandante della Piazza di Modena GIOVEDI
7 OTTOBRE 1943 Viene
fissata, dopo aver preso in esame varie località, a Villa Feltrinelli
presso Gargnano sul lago di Garda, la
residenza ufficiale del Capo della Repubblica Sociale Italiana
Benito Mussolini che ne prende possesso in questi giorni. VENERDI
8 OTTOBRE 1943 La
vicina città di Bologna viene sottoposta, da grosse formazioni di
fortezze volanti americane, ad un terrificante bombardamento. Gravissimi
danni e centinaia di vittime civili. Il
terrorismo sulle città italiane non dà tregua; i violentissimi
bombardamenti provocano danni quasi esclusivamente alla popolazione
civile: gli obiettivi militari sembrano essere scartati di proposito. Vi
è forse qualche differenza tra questa forma di terrorismo
indiscriminato e quello messo in atto con la stessa brutalità, ma
questo solo rilevato ed evidenziato in questi anni, dalle truppe
tedesche contro l'inerme popolazione? SABATO
9 OTTOBRE 1943 Presso
la Federazione Provinciale Fascista modenese si tiene la prima riunione
degli iscritti; l'assemblea deliberò un ordine del giorno nella quale
si chiedeva "l'immediata condanna a morte di tutti i traditori del
Paese non uno escluso". Nella stessa occasione l'assemblea decise
di rivolgere principalmente la propria opera in favore del proletariato,
al quale si chiedeva di fare l'Italia Fascista e Repubblicana. Veniva
inoltre eletto il comitato direttivo del P.F.R. modenese che risultava
così composto: Reggente:
Avv. Gian Paolo Solmi; membri: il Prof. Giovanni Tarabini Castellani, il
Console della Milizia Avv. Enrico Vezzalini, il Prof. Amerigo Ansaloni,
l'operaio Giovanni Livi, lo studente Sergio Rossi, il volontario di
guerra Antonio Ricciardi e lo studente universitario Francesco Cessari. DOMENICA
10 OTTOBRE 1943 Ad
un mese dalla drammatica situazione di sfacelo che si era creata in
tutto il Paese, la Nazione ed in modo particolare la nostra città
stavano riprendendo l'aspetto e la normale "routine" di quei
tempi di guerra, con il funzionamento regolare di tutte le strutture
organizzative della vita sociale. LUNEDI
11 OTTOBRE 1943 Carpi
è il primo centro della Provincia di Modena a seguire il capoluogo
nella ricostruzione della sezione locale del Partito. Da questa sezione,
partirà tutta l'opera di proselitismo e di ricucitura di una zona che,
sin dal sorgere del Fascismo era stata, nella maggioranza della sua
popolazione, estremamente sensibile al capo carismatico Benito Mussolini. Anche
durante il periodo della RSI, il carpigiano e le zone limitrofe furono,
nonostante la pubblicistica antifascista voglia far apparire il
contrario, decisamente vicine alle nuove formule del fascismo
repubblicano ed in particolar modo alla concezione corporativa della
socializzazione: "La
zona modenese che più risponde agli appelli alle armi è quella di
Carpi, che fornisce uno dei più alti contingenti d'Italia, in
percentuale, alle Brigate Nere."(5) MARTEDI
12 OTTOBRE 1943 Mentre
sul fronte italiano si attenua lo scontro tra gli eserciti tedesco ed
angloamericano, ed i combattenti si possono godere alcuni giorni di
tregua, il Maresciallo Rodolfo Graziani, capo delle ricostruende forze
italiane, si reca in visita al Comando Generale del Fuherer per uno
scambio di informazioni sulla situazione dei vari fronti di guerra e in
particolare di quello italiano. MERCOLEDI
13 OTTOBRE 1943 Il
Governo Badoglio ed il Re Vittorio Emanuele III°, da Brindisi dove si
sono rifugiati dopo la loro fuga da Roma, dichiarano guerra alla
Germania, incitando alla resistenza ed alla ribellione coloro che si
trovavano nella parte d'Italia non ancora "liberata" dalle
truppe angloamericane.(6) GIOVEDI
14 OTTOBRE 1943 Il
Comandante in capo delle forze militari tedesche in Italia,
Feldmaresciallo Rommel, si reca in visita al quartier generale di
Mussolini. VENERDI
15 OTTOBRE 1943 Il
quotidiano locale pubblica un comunicato della Federazione Fascista
Repubblicana che dà notizia della costituzione di un ufficio politico
che ha l'incarico di raccogliere tutte le segnalazioni contro traditori
fascisti e contro tutti coloro che "hanno abusato della fiducia
popolare"(7). SABATO
16 OTTOBRE 1943 A
seguito delle dimissioni del Prefetto Di Castri, viene nominato reggente
provvisorio della Prefettura di Modena il Dott. Giancarlo Luzi. Il Di
Castri, che era stato nominato a capo della Prefettura durante i 45
giorni badogliani, era stato violentemente attaccato dal Direttore della
Gazzetta di Modena, Dott. Enrico Cacciari.(8) In
questa data resta ucciso, il milite della GNR: CONSOLI
AURO(9) DOMENICA
17 OTTOBRE 1943 Il
centro Piccoli Apostoli di Don Zeno, a San Giacomo Roncole, fu una delle
prime basi della resistenza nella bassa modenese. Le autorità fasciste
della zona eseguiranno parecchie perquisizioni in quella struttura, sia
alla ricerca di Don Zeno che era fuggito subito dopo il rilascio seguito
all'arresto, sia nell'intenzione di evitare che quella Parrocchia , che
aveva già dato parecchi problemi diventasse un : "..punto
di riferimento sicuro per i partigiani della zona, cioè infatti
avvenne. L'attenzione delle autorità si rivelò ecc...." (9a) LUNEDI
18 OTTOBRE 1943 Il
Maresciallo Rodolfo Graziani lancia un messaggio ai prigionieri italiani
in mano agli angloamericani che così diceva: "..
Non impugnate le armi del nemico: la Patria non vuole che scorra sangue
fraterno". MARTEDI'
19 OTTOBRE 1943 Le
truppe tedesche raggiungono l'alto Appennino Modenese. Giungono a
Pievepelago e si alloggiano in appartamenti d'abitazione civile, in
garage in stallaggi, circa 200 soldati tedeschi con un notevole parco
automobilistico ed un’officina meccanica. A locale infermeria venne
adibita la biblioteca Comunale.(10) MERCOLEDI
20 OTTOBRE 1943 Le
direttive del CLN, sin dall'inizio, furono impostate in un ottica
chiaramente settaria e sull'incitamento alla guerra civile. Come doveva
essere il comportamento da tenersi da parte dei futuri partigiani, nei
confronti dei fascisti lo si può rilevare dalle "direttive di
lavoro" inviate ai quadri della nascente resistenza.(11) GIOVEDI
21 OTTOBRE 1943 Nello
spirito dei fascisti repubblicani modenesi non vi era la ricerca di
un’adesione di massa attraverso le iscrizioni al Partito, ma si andava
a cercare maggiormente il consenso della popolazione attraverso un opera
di convincimento e di adesione anche generica e in tutti gli strati
dell'opinione pubblica; lo conferma un manifesto stampato in questo
giorno che, in questi termini, si rivolgeva alla classe operaia: "
Operai! Il
Partito Fascista Repubblicano non chiede la vostra adesione per
aumentare il numero dei propri iscritti, che sono pochi e resteranno
pochi. Il PFR vi chiede di collaborare con lui nel campo delle
rivendicazioni sociali, perché l'opera che sarà svolta in favore delle
masse lavoratrici riesca effettivamente consona ai vostri desideri.
Operai! Il PFR fa affidamento esclusivamente su di voi per trarre a
salvamento la Patria che voi personificate con il vostro lavoro e con i
vostri figli, che debbono crescere in un clima di onestà, di onore e di
lavoro."(12) VENERDI
22 OTTOBRE 1943 In
alcune strade, alla periferia della città viene lanciato uno dei primi
manifestini di propaganda antifascista. Era firmato: "Il Comitato
di Liberazione nazionale". SABATO
23 OTTOBRE 1943 Un
altro grosso contingente di militari tedeschi arriva a Pievepelago e
installa il Comando nella ex Casa del Fascio. Malgrado qualche episodio
di prepotenza, il comportamento dei militari è nel complesso corretto,
così viene dichiarato in un diario coevo.(13) DOMENICA
24 OTTOBRE 1943
A Modena, come in tutte le altre città italiane non ancora in
mano agli angloamericani, viene celebrata una messa in suffragio di
Ettore Muti, assassinato, durante il periodo badogliano, il 24 Agosto. LUNEDI
25 OTTOBRE 1943 In
tutto il territorio della RSI vengono ritirati i marchi di occupazione
che subito dopo l'8 Settembre i tedeschi avevano messo in circolazione. Nelle
zone del Sud Italia, al contrario, le AM lire, la moneta di occupazione
delle truppe angloamericane continuarono ad essere mezzo legale di
scambio fin dopo il termine della guerra, il 1949, e cominciava a creare
i suoi effetti nefasti sull'economia dei territori occupati. MARTEDI
26 OTTOBRE 1943 Alla
seconda riunione del Consiglio dei Ministri della RSI, che ha luogo
sotto la Presidenza di Benito Mussolini, viene approvato lo schema
fondamentale sulla legge delle Forze Armate. E' questa la nascita
giuridica del nuovo esercito repubblicano che in breve tempo raggiungerà
una notevole consistenza. MERCOLEDI
27 OTTOBRE 1943 Nella
zona di Sant'Anna Pelago, precipita un aereo angloamericano. Vi è un
grande accorrere di gente e di pattuglie tedesche.(14) GIOVEDI
28 OTTOBRE 1943 Anniversario
della Marcia su Roma. I fascisti modenesi celebrano quella data con una
grande ed affollatissima assemblea. Viene
anche effettuato, a distanza di brevissimo tempo dalla sua costituzione,
un rimpasto del Direttorio del P.F.R. modenese che assumerà la seguente
composizione: Reggente:
Prof. Giovanni Tarabini Castellani; Vice
reggenti: l'impiegato Pilade Lugli e lo studente Universitario Pietro
Gandolfi; membri
del Direttorio: l' Avv. Gian Paolo Solmi, lo studente Franco Cessari,
l'operaio Giovanni Livi, l'impiegato Corrado Rampini, il volontario di
guerra Antonio Ricciardi e lo studente Sergio Rossi. Nuovo
responsabile per l'ONB(15), venne nominato il Prof. Attilio Lanza. VENERDI
29 OTTOBRE 1943 Il
quotidiano locale pubblica il discorso pronunciato dal suo direttore
Enrico Cacciari, all'assemblea dei fascisti repubblicani, in occasione
dell'anniversario della Marcia su Roma.(16) SABATO
30 OTTOBRE 1943 Sin
dal sorgere della RSI, gli "arditi" modenesi proposero alla
Direzione del Fascio Repubblicano della nostra città di costituire un
reparto d'assalto. In questa data davano vita ad una "Squadra di
organizzazione" che era così formata: Ermanno
Tusini, Nino Saverio Basaglia, Valerio Bassoli, Carlo Monzani, Guglielmo
Guidotti, Federico Bortolacelli, Ferdinando Saccani, Vincenzo Gandolfi,
Giovanni Gazzi, Gino Anderlini. DOMENICA
31 OTTOBRE 1943 Secondo
alcuni autori resistenziali, in questa data, sarebbe iniziato nelle zone
della bassa modenese "il primo tentativo organico di propaganda
antifascista", con azioni a Concordia, San Possidonio e Cavezzo.(17)
Nessun
elemento certo si trova a conferma di tale affermazione. NOTE (1) cfr. Pacor-Casali; Lotte Sociali ecc. pag. 312 e , E
Gorrieri: La Repubblica di Montefiorino,
pag. 57 (2) cfr. D. Carlo Berselli: "Il mio Diario di
guerra" e altri. (3) cfr. Gazzetta dell'Emilia del 4 Ottobre 1943 (4) ibidem del 6 Ottobre (5) cfr. F. Focherini, articolo: "I modenesi delle
Brigate Nere" in : "A1 Modena" mensile n. 5-6 Maggio-Giugno 1984 (6) cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 59 (7) cfr. Gazzetta dell'Emilia: 15 Ottobre 1943. (8)
ibidem del 5 Ottobre 1943. (9)
Cfr. "Martirologio" pag.101 (9a)
cfr. F. Verri: "I Sacerdoti e la resistenza nella bassa
modenese" in : "Rassegna di Storia dell'ISR: nuova serie anno
5° Aprile 1985, pag. 46" (10)
cfr. A. Galli: "Pievepelago durante la seconda guerra
mondiale" (11)
cfr. L. Casali: "Storia della Resistenza a Modena",
pag. 299. (12)
cfr. Gazzetta dell'Emilia del 21 Ottobre 1943 (13)
cfr. A Galli, op. cit. (14)
ibidem (15)
Durante il periodo della RSI, l'organizzazione giovanile che
durante gli ultimi anni del fascismo aveva assunto il nome di:
"Gioventù Italiana del Littorio - GIL", riprende la vecchia
denominazione di: "Opera Nazionale Balilla." (16)
cfr. Gazzetta dell'Emilia del 29 Ottobre. L'Avv. Cacciari così,
tra l'altro, diceva nel suo discorso: "...E'
la Patria straziata nel corpo e nello spirito che noi piangiamo.
Dobbiamo fare forza sul pianto. E dobbiamo noi che fummo giovani, noi
cui la maturità dà già il freddo della vecchiaia incipiente, dobbiamo
noi, facendo forza sul pianto, riindossare ancora i paludamenti della
nostra adolescenza per cantare ancora le canzoni che trascinano, per
rianimare ancora, per potere ancora una volta gettare avanti a noi,
pegno sprezzante e magnifico, la nostra anima e la nostra vita, onde
dare ai giovanissimi l'esempio perchè la nostra gente avanzi incurante
del dolore, incurante del patimento, incurante dello strazio, animosa
soltanto di gloria.....omissis.... Dissi ed aggiunsi, non per retorica,
che i morti, tutti i nostri morti, sono in questo istante evocati da noi
e presenti tra noi. Loro, che, impietriti dal duro destino di gloria
furono, sono e saranno i pilastri miliari, affermatori della nostra
fede: Loro che per noi possono rispondere al fango della calunnia,
all'obbrobrio della derisione, cui noi che restammo, fummo e siamo fatti
segno. Ladri
e traditori, forse, i nostri morti? Ladri e traditori, forse, quei
giovani ancora imberbi che gettarono la loro vita con la stessa foga e
con la stessa magnifica incoscienza con cui in un impeto di ribellione,
avevamo lanciato o il pacco di libri o l'arnese di lavoro, ingombranti
nella spedizione punitiva? Ladri e traditori, forse, quei giovani non più
imberbi, ma già segnati dalle fatiche di una guerra combattuta e vinta:
quei giovani che, come antichi eroi, per la loro vergine giovinezza non
chiesero carezza di donna o bacio di amante, ma vollero l'abbraccio
travolgente della morte? Ladri, traditori, venduti, forse, tutti
costoro? E chi per giudici? Chi per infamatori e persecutori di queste
nostre memorie, di questa nostra fede? I placidi pancioni di una
borghesia bottegaia, i moralisti della straccioneria ideale, gli uomini
del se, del come e del quando; gli uomini dei programmi utilitari, gli
uomini delle idee ponzate, i traditori di ogni sacrifizio, gli
esaltatori di ogni tornaconto. Tollerabile tutto questo? Tollerabile
che, dopo vent'anni, ancora sia insorto il dissidio, che ancora l'Italia
di tutte le vigliaccherie, l'Italia che maledì Mazzini, che derise
Garibaldi, che imprecò a Orsini, che sconfessò Oberdan, l'Italia di
tutte le rinunce, l'Italia dei sonni tranquilli, delle digestioni
facili, la tenebrosa Italia esaltatrice di tutti i comodi, tollerabile
che ancora una volta questa ignobile parte, questa faccia del nostro
popolo, pretenda negare in noi l'avvenirismo mirabolante della nostra
audacia, della nostra spregiudicatezza, della nostra scanzonatura?
....omissis ... Vent'anni or sono e l'adolescenza ci spingeva alle prime
soglie della giovinezza, noi portammo lungo le strade che incamminano a
Roma le bandiere e le canzoni della nostra fede. Allora ebbri di gioia
per il trionfo, noi avevamo però in noi stessi come una profonda
malinconia. La malinconia di entrare nella normalità di una vita che
sarebbe delineata nella pacifica serenità di un focolare e con profondo
sconforto immaginavamo noi stessi finire i nostri giorni stesi nello
stesso letto dal quale si erano dipartiti i nostri vecchi. Con profonda
malinconia immaginavamo anche per noi la morte tranquilla. La sorte
venturosa ci consente ancora una volta la gioia di sperare la morte
bella, la nostra morte; la gioia di poter cadere per l'idea guardando
nel cielo, quardando al cielo a riincontrare tra il sole e le stelle i
camerati fortunati che ci precedettero nel cammino della
gloria...." (17)
cfr. Canova ecc. : "Lotta di liberazione nella bassa
modenese" pag. 77. Non è d'accordo, su questa data, un altra
autrice resistenziale: vedasi F. Gorrieri in : "La resistenza nella
bassa modenese" pag. 68.
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