Marzo 1945

GUERRA CIVILE NEL MODENESE

 

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Marzo 1945

GIOVEDI 1 MARZO 1945

 La lotta fratricida stà raggiungendo vette mai toccate nelle nostre zone. Nessuna delle due parti in lotta vuole essere inferiore all'altra nel commettere violenze e soprusi. Se i partigiani uccidono spietatamente in agguati ed imboscate, fascisti e tedeschi, questi ultimi non sono da meno, attraverso rappresaglie su partigiani incarcerati e a volte su cittadini innocenti.

A Spilamberto i partigiani uccidono brutalmente il Tenente della Brigata Nera di trentanove anni:

ROLI BRUNO(1)

era Commissario Prefettizio di quel Comune: il vecchio genitore sarà ucciso il giorno della "liberazione". Dalla storiografia partigiana si apprende dell'esecuzione di questo fascista nel solito modo:

 "....un elemento informatore dà le informazioni per poter attaccare in ottima posizione un forte contingente tedesco che si prepara ad attuare un rastrellamento. Causa un errore di tempo solo i Gap della 65° brigata vengono a contatto con i nazisti e nella lotta uccidono il criminale Bruno Roli  comandante delle brigate nere"(2)

 Nella zona di Carpi era ucciso tale:

GIBELLINI MARIO.(3)

 VENERDI 2 MARZO 1945

 A Bologna sono fucilati cinque partigiani modenesi.(4)

 SABATO 3 MARZO 1945

 A Maranello in uno scontro con i partigiani, restano uccisi un Ufficiale ed un milite della GNR; il primo aveva venticinque anni :

DE LUISE GIUSEPPE(5),

TRENTI ORESTE.(6)

A Montese, con una spietata esecuzione sono uccisi padre e figlia, l'uno di sessantatré anni, l'altra di trentasei:

FANTINI ALDO(7),

FANTINI INES.(8)

A Ravarino i partigiani prelevano, poi uccidono, il giovane milite della Brigata Nera di Nonantola, di venti anni:

REGGIANI BRUNO.(9)

Rappresaglie tedesche e fasciste si verificano, in questo giorno, contro partigiani a Cavezzo, dove vengono fucilati quattro giovani(9bis), mentre altri tre vengono fucilati a S. Antonio.(10)

 DOMENICA 4 MARZO 1945

 Il Brigadiere della GNR di trentaquattro anni:

PAOLI WALTER(11),

è ucciso dai partigiani a Maranello.

Nella bassa modenese continuano, quotidianamente, gli agguati e le incursioni partigiane: a Carpi è ucciso:

LOSI ARGIMIRO(12).

A Soliera due persone perdono la vita:

MATTIOLI GIUSEPPE(13),

TRIDENTI AUGUSTO.(14)

 LUNEDI 5 MARZO 1945

 Per i terroristi rossi è sufficiente essere semplicemente imparentati con chi è contrario all'ideologia comunista per entrare nella logica della rappresaglia. A Cavezzo, la figlia di un fascista, una giovane di diciotto anni che non si era mai interessata di politica, è prelevata e brutalmente assassinata dai partigiani, si trattava di:

NIVET MARIA GRAZIA.(15)

 "Viene prelevata, e scompare, la figlia diciottenne del Legionario fiumano Armando Nivet....si dice, per punire il padre. Vi era già stato un tentativo di prendere l'uomo, ma aveva fatto resistenza ed essendo tornato armato sparò senza colpire nessuno. Evidentemente la figlia era più facile preda. In quella occasione poco mancò che non subissero la stessa sorte tutti e tre i figli del Nivet. La ragazza fu violentata, seviziata e ferocemente strozzata.(16)"

 Dopo la "liberazione", il doppiogiochista Germal Geminiani, podestà di Cavezzo durante tutto il periodo della RSI e contemporaneamente legato ai partigiani, trovandosi nella casa dell'estensore della testimonianza soprariportata, assieme ad altri partigiani per estorcere del denaro, raccontò che la figlia del Nivet venne uccisa dai partigiani, ed uno di questi presente al colloquio, così precisò il fatto:

 "L'avevamo presa, ma l'automobilista che doveva portarla in campo di concentramento in montagna era già partito; non sapevamo che fare....allora l'abbiamo uccisa."(17)

 MARTEDI 6 MARZO 1945

 In una serie d’agguati partigiani a Modena vengono uccisi tre militi della RSI: il sergente della GNR e artificiere presso l'Accademia Militare di ventisette anni:

AZZARDI EFREM,(18)

il paracadutista della "Nembo":

GIRARD EUGENIO(19),

il milite della GNR ferroviaria di trentaquattro anni:

GIROTTI BRUNO(20).

Sempre a Modena, in un agguato perdeva la vita il solierese:

ROSSI EVARISTO(21).

A Ravarino veniva ucciso tale:

PRETI ARMANDO:(22)

 MERCOLEDI 7 MARZO 1945

 A Zocca viene uccisa tale:

DORELLI CHIARA.(23)

 GIOVEDI 8 MARZO

 In questa giornata, che verrà poi dedicata alla festa della donna, emblematicamente, in un mitragliamento aereo venne uccisa la giovane ausiliaria della RSI, nativa della Sardegna:

PITTALIS MARIA(24),

il suo ultimo desiderio, prima di spirare fu quello di essere vestita con la camicia nera e d’essere sepolta con quella.  

 VENERDI 9 MARZO 1945

 Il giovanissimo milite della Guardia Nazionale Repubblicana, anni diciotto:

MANFREDOTTI PIETRO(25),

viene prelevato dai partigiani e da questa data considerato disperso. Di lui infatti non se ne seppe più nulla.

Rappresaglia fascista contro partigiani al Ponte di Navicello: undici persone vengono fucilate.(26)

SABATO 10 MARZO 1945

 Nella zona di Cavezzo i partigiani prelevano dalla propria abitazione, la maestra elementare:

BISI MARIA(27),

che viene uccisa assieme al giovane di ventitré anni:

TURCI ENNIO(28).

In Comune di Modena, a Villa Freto viene ucciso il giovane ventenne:

BULGARELLI BRUNO(29).

A Mulin di Mezzo, a mezza strada tra San Possidonio e Concordia, una pattuglia fascista sorprende un gruppo di partigiani nascosti in un rifugio; sette di questi vengono fucilati sul posto.(30)

 DOMENICA 11 MARZO 1945

 A Novi di Modena viene prelevata dai partigiani, rapinata, violentata ed uccisa la casalinga di trentasette anni:

ROVERSI ROSA(30BIS).

 LUNEDI 12 MARZO 1945

 Sul fronte appenninico, intanto, le forze angloamericane iniziano la serie dei pesanti attacchi aerei e dei violenti cannoneggiamenti ai centri modenesi che si trovano nelle immediate retrovie del fronte.

In questo giorno subisce un pesante bombardamento, che provocherà parecchi morti e la distruzione di molte abitazioni, il paese di Pievepelago.(31)

In pianura i partigiani non danno tregua ai fascisti particolarmente quando li trovano isolati: a Villa di Cognento, in Comune di Modena viene ucciso il milite della G.N.R. di ventotto anni:

FERRARI TEOBALDO.(32)

Mentre nella zona di Carpi viene ucciso tale:

ROVATTI FERMO.(33)

 MARTEDI 13 MARZO 1945

 A San Possidonio viene ucciso il milite della G.N.R., di ventidue anni:

ROVERSI GIANNINO(34).

Sempre in questa località viene uccisa la casalinga, di sentimenti fascisti, di trentanove anni:

SMERIERI ADELAIDE.(35)

A Bastiglia viene prelevato dalla propria abitazione e poi ucciso da elementi partigiani, il trentenne:

ROVATTI ALDO(36)

A Collegarola, in Comune di Modena sulla riva del Fiume Panaro, viene scoperto il cadavere di un:

IGNOTO(37),

sicuramente appartenente a reparti della Repubblica Sociale Italiana.

Dalla storiografia resistenziale stralciamo una serie di tipiche azioni partigiane che si sarebbero verificate in questa giornata:

 "- Una squadra al comando di Sergio (Francesco Borghi di Spilamberto) attacca un gruppo di tedeschi e ne uccide uno nei pressi della Baranzona.

- Un altra squadra al comando di Feodor attacca un altro gruppo di tedeschi nei pressi di Spilamberto uccidendo un Ufficiale ed un soldato delle SS, recuperando, una motocicletta, un mitra ed un moschetto.

- Nei pressi di Savignano attacco ad una colonna di carrette tedesche risultano uccisi sette soldati tedeschi, 10 feriti, 9 cavalli uccisi e tre carrette fuori uso. Tra i partigiani nessuna perdita.

La reazione tedesca in seguito a questi fatti si intensifica specie contro la popolazione; il partigiano "topo" (Lino Bertarini di Castelnuovo) viene barbaramente impiccato per rappresaglia dai tedeschi."(38)

 MERCOLEDI 14 MARZO 1945

 Truppe tedesche, affiancate da reparti fascisti, attaccano reparti partigiani nella zona di Polinago; si verificano vari scontri di una certa entità. La storiografia partigiana, come in questa, così in altre circostanze simili è talmente contraddittoria da lasciare a volte molti dubbi che si tratti d’invenzioni o quanto meno d’enormi abbagli presi dai resocontisti che si avvalgono quasi sempre di testimonianze orali che sono andate via via ingigantendosi con il trascorrere degli anni: In questo caso una prima fonte parla di 15 morti tedeschi e di due partigiani(39), un altra dice che non si verificarono combattimenti di rilievo e non parla di caduti(40): la relazione, poi, del comando partigiano, indicava queste perdite: per i tedeschi 14 morti e 7 feriti e per i partigiani un morto, tre feriti e un disperso.(41)

Al poligono di tiro della Sacca, a Modena, viene fucilato dai fascisti un giovane partigiano.(42)  

A San Possidonio, i partigiani prelevano dalla sua abitazione il Segretario Comunale di quel centro, e lo uccidono:

MODONDO GIUSEPPE(42BIS),

aveva ventotto anni. A Soliera veniva ucciso tale:

ZANOLI GEMINIANO(42TER)

 GIOVEDI 15 MARZO 1945

 Il piccolo paese di Lama Mocogno sull’Appennino modenese viene violentemente bombardato dagli anglo-americani: furono moltissimi i danni alle abitazioni e sette i morti tra la popolazione civile.(43)

Nella zona di Carpi  perde la vita tale:

VACCARI MAURO(46).

In questo giorno si verificano due rappresaglie di tedeschi e fascisti su partigiani: a Concordia viene fucilato un partigiano(45). Altri due vengono fucilati a Limidi di Soliera.(46)

Imboscata partigiana nella zona di Casinalbo, che ci viene descritta dalla storiografia resistenziale a dimostrazione della tipica forma di condurre la cosiddetta lotta contro il perfido nemico nazifascista:

 "La sera del 15 Marzo i sappisti Remo e Dik in uniforme tedesca si recano a Casinalbo alla ricerca del famigerato brigatista Volpi Valeriano. In Via Stradella fermano due fascisti. Questi credendo di avere a che fare con due tedeschi autentici, suggeriscono loro di arrestare il partigiano D'Artagnan( Luppi Adelmo) che hanno nel frattempo incontrato. Remo e Dik devono procedere al finto fermo di D'Artagnan, col quale operano in perfetta intesa.  Il gruppo dei cinque dopo aver attraversato il paese incontra due soldati tedeschi "veri" di stanza a Casinalbo. Remo si ferma a parlare con loro mentre D'Artagnan temendo di essere riconosciuto tenta di svignarsela. Dik è obbligato ad intimargli l'alt ma non si decide a sparare. I due fascisti capiscono solo allora di essere caduti in un tranello e cercano di salvarsi con la fuga. Dik spara col mitra e colpisce al ginocchio il fascista Volpi.(47)"

 VENERDI 16 MARZO 1945

 Nelle zone del Vignolese, come in altre parti della Provincia di Modena, la lotta tra partigiani e fascisti è stata particolarmente dura ed accanita. Attentati, imboscate e rappresaglie hanno avvelenato gli animi delle popolazioni di quelle contrade e la guerra civile si è scatenata ai massimi livelli. In questo giorno a Spilamberto veniva assassinato dai partigiani, l'operaio di quaranta anni:

PORTA CARLO(48),

mentre il suo giovane figlio di diciassette anni verrà ucciso, sempre dai partigiani, il 18 Aprile.

Un altro operaio viene ucciso dai partigiani a San Vito, sempre in Comune di Spilamberto, sulla riva destra del fiume Guerro: si trattava del quarantottenne:

FRONTINI ARTEMIO:(49)

A Modena veniva ucciso il militare:

DI LORENZO FRANCESCO.(50)

Mentre nella zona di Carpi venivano fucilati tre partigiani.(51)

Sempre a Modena, in un criminale attentato, vengono barbaramente trucidati:

FRANCESCO BOCCHI(52)

BOCCHI MARISI ITALINA(53),

RANIERI ROBERTO.(54)

Era l'ora del crepuscolo e il Dott. Francesco Bocchi, Vice Commissario Federale di Modena e Direttore di "Valanga Repubblicana", se ne ritornava alla sua abitazione posta alla periferia della città, insieme con il suo vecchio Professore, Ranieri Roberto. Si soffermarono all'angolo della via e la mamma di Francesco, sempre trepidante per quel suo figliolo, gli mosse incontro. Da una siepe vicina crepitarono raffiche di mitra sui tre. La madre allargò le braccia come per raccogliere ancora una volta il figlio nel suo grembo. Il loro sangue fu un tutt'uno. Tre cadaveri giacevano sulla nuda terra e vi rimasero abbandonati sino al mattino.

In occasione del trigesimo della sua scomparsa il Federale di Modena così ne scrisse:

 " Come la sinfonia in si minore opera 9 di Schubert è l'opera di Bocchi. Incompiuta. Troncata nel punto di maggiore ascesa....A diciassette anni era ardentissimo squadrista e creava le sue prime opere poetiche il lingua italiana e latina. Lavorava e studiava ma non era divenuto nel suo grande sopralavoro un vinto dei libri. Sapeva essere armonioso in tutte le sue manifestazioni ma sempre ardito come nella penna così nello spirito attivo.....(omissis)...Bocchi era il puro, era il buono: tutto aveva dato alla Patria e nulla aveva chiesto. Viveva di infiniti stenti.....Portato dal suo lavoro di Direttore Didattico, viveva con la sposa e la piccola Bianca Maria nella Rocca di Montefiorino. Ma Montefiorino era la sede del comando partigiano ed Egli, Segretario del Fascio Repubblicano si trovò nel campo di battaglia più infido e più minato, dove gli agguati partigiani provocarono le più cruente e devastatrici rappresaglie tedesche. Ed egli un giorno dovette scendere a Modena potendo portare con sè una sola cosa: la fede. Cominciò a vivere di stenti ma, con addosso la camicia nera, si consegnò subito al servizio del partito. Colgo dal suo libro "Niche" un suo epitaffio:

- L'olocausto della Camicia Nera: - Divampò nell'ardor de la mia nera fiamma la vita che in beltà si estinse."(55)

 SABATO 17 MARZO 1945

 Forze tedesche e contingenti della Brigata Nera "Pappalardo" di stanza a Concordia, conducono un vasto rastrellamento nella zona della bassa modenese, con epicentro a Rovereto, dove avviene uno scontro con forze partigiane. Le truppe tedesche e fasciste, provenienti da Carpi e da Mirandola, setacciano la zona alla ricerca dei nuclei partigiani che negli ultimi giorni si erano fatti sempre più audaci.

Lo scontro ha inizio dopo che reparti tedeschi e fascisti avevano superato il ponte Pioppa e qui furono presi d'infilata dalle formazioni partigiane che si erano attestate in attesa del loro arrivo: vi fu una reazione violenta e si accese un combattimento di una certa consistenza, che però non raggiunse quelle dimensioni di battaglia campale che si vuol far credere nella storiografia partigiana. La "battaglia di Rovereto"(56) o il "giorno più lungo" nella storia della guerriglia partigiana nella zona,(57) non è altro che un breve combattimento e, le perdite nazifasciste, come si racconta sono, come al solito, esagerate e fuori dalla realtà.

 "Durante le operazioni rimasero uccisi settanta tra tedeschi e fascisti, tra cui un colonnello della Wermacht. Dei nostri ne caddero cinque."(58)

 Era comprensibile che, nei momenti più critici della guerra civile, a fini propagandistici, si potessero ampliare ed  esagerare gli avvenimenti, ma che, a distanza di tanto tempo, poiché si tratta di ricerche e testimonianze avvenute da venti a quaranta anni di distanza, si mistifichino i fatti successi, non è più cosa seria.

In verità lo scontro, che pur ebbe una certa violenza, vide poche perdite dall'una e dall'altra parte. Vi persero la vita: il Tenente Colonnello della Brigata Nera "Pappalardo":

WENDER ARMANDO(59),

che era già stato Comandante della BB.NN. "G. Ferrari" di Reggio Emilia ed il giovane milite di quel reparto, il diciassettenne:

GELLI BENITO.(60)

Queste le perdite fasciste, oltre ad alcuni militari tedeschi. E non fu una vittoria partigiana, come da tante parti proclamato, poiché mentre il combattimento si spostava in varie direzioni, con il sopraggiungere di rinforzi tedeschi, comprese due autoblinde, i sappisti non ebbero altra scelta che il "ripiegamento"(61)

Nonostante le giustificazioni e le precisazioni che la lotta partigiana, specie nelle zone di pianura non poteva sempre basarsi sulla conquista o la perdita di una posizione, i partigiani dovettero ritirarsi.(62)

Mentre a Rovereto e dintorni si svolgeva questo scontro, altri attentati si verificavano in altre zone della Provincia.

A Pavullo veniva ucciso il milite della G.N.R. stradale:

LINARI CARLO.(63)

A Modena perdeva la vita il militare:

DI BARTOLO FRANCESCO(64)).

Due partigiani vengono fucilati, in località imprecisata, dalla GNR.(65)

 DOMENICA 18 MARZO 1945

 Nelle roboanti storie della partigianeria locale si narra che in questi giorni i partigiani di "Nansen", dopo aver minato alcuni ponti, fecero dei posti di blocco per il controllo delle persone che si muovevano nella zona del carpigiano ed in modo particolare su alcune centinaia di profughi dalla Tripolitania. Secondo questa versione uccisero il fascista:

GIOVANNI MARCHIO'.

Ma vediamo come viene raccontato questo fatto:

 "Con questo controllo poté essere individuato una spia della Brigata Nera che aveva lavorato molto, travestendosi da mendicante e nascondendosi tra gli sfollati tripolini. La spia, un certo Giovanni Marchiò, scoperta, confessò e dichiarò che si trovava nella zona per un appuntamento con una spia residente a Carpi. Il Marchiò venne immediatamente eliminato."(66)

 LUNEDI 19 MARZO 1945

 Sull'appennino, in uno dei soliti bombardamenti degli anglo-americani viene particolarmente colpito il piccolo centro di Roncoscaglia, dove si dovettero lamentare alcuni morti e parecchie case distrutte.(67)

Al Ponte di S. Ambrogio, durante un mitragliamento aereo, perdono la vita: il giovane studente e caporal maggiore:

BOSCHI BRUNO(68)

oltre al milite:

FONTANA GIAN FRANCO(68BIS).

Ennesima imboscata partigiana nella zona di Ravarino: mentre stava ritornando alla sua abitazione, dopo aver portato il cambio della biancheria al marito in Federazione, veniva uccisa vicino al Ponte Fossa, sulla via per Nonantola, la casalinga:

BENATTI FORTUNA(69),

aveva quarantadue anni e venne uccisa assieme al contadino, fascista:

SERAFINI ORESTE(70).

Nel capoluogo, nove partigiani venivano fucilati in svariati punti della città.(71)

 MARTEDI 20 MARZO 1945

 Nella tormentata zona di Mirandola viene ucciso il maresciallo della G.N.R.:

IMBUTI GIOVANNI.(72)

Due partigiani vengono fucilati, in questo giorno a Fiorano e nella frazione Settecani.(73)

 MERCOLEDI 21 MARZO 1945

 A Modena, in seguito a ferite multiple riportate per lo scoppio di una bomba, muore il maresciallo di carriera di cinquantaquattro anni:

RONDELLI ALFONSO.(74)

All'Ospedale Militare di Modena decedeva la camicia nera:

BARONTINI ISIDORO(75),

era stato gravemente ferito in un agguato avvenuto nei pressi di Formigine.

A Castelnuovo Rangone veniva ucciso dai partigiani l'ufficiale postale di quel centro, di anni trentasei:

MANDUCA FILIPPO.(76)

A Savignano sul Panaro restano uccise due persone:

GASPARINI LEO(77),

IGNOTO(78).

 GIOVEDI 22 MARZO 1945

 A Formigine, i partigiani "prelevano" una ragazza di ventitré anni, tale M.R., giudicata di facili costumi e ritenuta una spia.

Così racconta la storiografia partigiana di questo episodio emblematico, poiché anche a guerra finita numerosissime donne, solo per il fatto di essere fidanzate o mogli di fascisti, dovettero subire trattamenti bestiali il più semplice dei quali era il taglio dei capelli.

 "....La giovane donna è però sorvegliata strettamente e quando il giorno 22 viene in visita alla famiglia trova i partigiani ad accoglierla. Viene arrestata e, siccome ha confessato è rapata a zero ed invitata al Comando polizia della divisione "Modena Montagna"."(79)

 A Modena in Via Buon Pastore, si verifica uno scontro a fuoco tra alcuni partigiani ed una pattuglia fascista; nello scontro due partigiani perdono la vita.(80)

 VENERDI 23 MARZO 1945

A Maranello, in un agguato partigiano, viene ucciso il Capitano della 1° Compagnia minatori del Genio:

BARACCHI ALESSANDRO.(81)

A Vignola viene assassinato dai partigiani il pollivendolo di quarantadue anni, ritenuto un fascista:

RUBBIANESI GIUSEPPE.(82)

I partigiani, nelle loro operazioni di "prelevamento notturno" non risparmiano le giovani donne e in particolare se portano una divisa.

CORRADI DEFAIS(83),

ausiliaria della RSI, è vittima di una di queste operazioni "eroiche" della partigianeria locale; la sua salma verrà recuperata a Soliera, in una fossa, il 13 Marzo 1946, assieme a quella di uno sconosciuto.

Due partigiani restano uccisi in un rastrellamento.(84)

 SABATO 24 MARZO 1945

 A Nonantola, due civili vengono prelevati ed uccisi da elementi partigiani, avevano rispettivamente cinquantaquattro e quarantanove anni:

GUERZONI FIORAVANTE(85),

REGGIANI PRIMO(86).

A Castelnuovo Rangone i partigiani prelevano una intera famiglia di Milano, sfollata in quella località e la fanno letteralmente sparire: le loro salme verranno poi recuperate a Spilamberto il 21 febbraio 1946, si trattava della famiglia di:

MARTINENGHI MARCO(87),

MARTINENGHI BORGHI BIANCA(88),

MARTINENGHI ISABELLA(89).

Un altra coppia di coniugi viene fatta scomparire in quelle zone: sempre a Castelnuovo Rangone ,

BERTOLI ALDO(90),

BERTOLI CASOLI CIPRIANA(91),

vengono, come di solito sono abituati ad operare i partigiani, prelevati dalla loro abitazione e fatti scomparire. Anche in questo caso le salme verranno recuperate nella zona di Spilamberto il 26 Febbraio 1946.

A Limidi di Soliera, gruppi di partigiani attaccano all'improvviso un reparto tedesco causando morti e feriti.

A Cognento, vicino a Modena veniva ucciso il Tenente della GNR, insegnante a Levizzano, di cui non si conosce il nome:

REGGIANINI (92)

 DOMENICA 25 MARZO 1945

 In seguito all'imboscata partigiana avvenuta a Limidi di Soliera contro un reparto tedesco, il Comando germanico dà inizio ad un rastrellamento che porta alla cattura di alcuni partigiani che verranno immediatamente fucilati. Ma a proposito di questo, come di altri rastrellamenti di quei giorni è interessante sottolineare la versione resistenziale nel perseguire la difesa dell'agguato e dell'imboscata:

 "Tanta era la forza dei tedeschi che sarebbe stato un suicidio opporre resistenza; meglio la tattica dei rifugi, tattica non bella certamente, ma necessaria e vitale in quel frangente....

Quasi all'unanimità i combattenti guardavano alla montagna come unico rimedio e come punto di partenza per la rivendicazione che intendono far seguire a questa manovra che sà di fuga"(92a)

 Ma visto e considerato che i partigiani erano in tanti, da dover prendere provvedimenti e spedirli in montagna per il soprannumero, e animati da così fervido entusiasmo per la lotta, perché non affrontarono il nemico a viso aperto anziché fuggire, come sempre, e lasciare le popolazioni inermi facili preda della rabbia e della esasperazione tedesca? Indubbiamente era meno rischioso affrontare in agguati ed imboscate il terribile tedesco creando tutti i presupposti per la ritorsione che avrebbe scavato ancor di più, con l'odio ed il sangue, il fossato che divideva militari e civili.

Molti giovani che ormai vedevano avvicinarsi la fine, si lasciarono convincere a seguire le formazioni partigiane e molti di questi vennero avviati verso la montagna

 "..in previsione di nuovi e più numerosi attacchi nemici che fu deciso di inviare degli scaglioni di combattenti in montagna per alleggerire il numero di partigiani che avevano raggiunto una cifra imponente".(93)

 Frattanto, nelle zone appenniniche si procede alla sistematica operazione di stillicidio nell'eliminazione degli avversari fascisti: in località Giunzione viene ucciso un fascista:

IGNOTO.

" è stato ucciso dal poliziotto "Undici" un repubblicano residente a Prignano dell'età di 22 anni circa (non meglio identificato)"(94)

 A Pievepelago in un altra di queste tipiche "eliminazioni" di marca sovietica, viene ucciso il fascista di sessantasette anni:

UGOLINI TITO GIULIO.(95)

Il marinaio catanese:

LIMOLI GIOVANNI,(96)

mentre si recava a Medolla in cerca di un suo fratello, venne catturato dai partigiani di quelle zone  che lo seviziarono atrocemente, lo uccisero e lo gettarono in un macero.

A Castelvetro veniva ucciso il fascista di quarantadue anni:

BONI UGO(97).

A Torre Maina viene ucciso tale:

SGHEDONI FRANCESCO.(98)

A Villanova di Modena, in questa data, veniva pescato dal fiume Panaro un cadavere in avanzato stato di decomposizione e sicuramente appartenente a reparti della RSI:

IGNOTO.(99)

 LUNEDI 26 MARZO 1945

 In montagna, il medico partigiano Dott. De Toffoli, che come abbiamo visto nella cronaca faceva parte di un gruppo di fascisti fananesi catturati e poi uccisi dai partigiani, lui escluso in quanto passò con i suoi carcerieri, si trova in questi giorni nella zona di Civago; denuncia al Comando della polizia partigiana, che lungo la strada tra Civago e Gazzano si trovano dei cadaveri di persone uccise da elementi partigiani, gettati nel burrone e coperti malamente con pietre. Il comandante di questa polizia, un certo "Rino", rispose che i cadaveri appartenevano a prigionieri uccisi perché tentavano di fuggire: si trattava di cinque italiani e di un militare tedesco: i fascisti uccisi erano:

RICCHETTI GINO,

DOSUALDO ANTONIO,

UGOLINI GIUSEPPE,

FERRARI GIACINTO,

ORSINI SECONDO.

Il capo partigiano indirizzò anche una lettera di protesta ai comandi partigiani per i commenti fatti dal Dott. De Toffoli dove tra l'altro si diceva:

 "...sarebbe assurdo indignarsi per la morte di carogne fasciste e spie come i fucilati"(100)

 A Maranello veniva ucciso il milite della GNR di trentuno anni:

BOCCACCINI DINO(101),

mentre nella zona di Carpi veniva ucciso tale :

TEDESCHI CARLO.(102)

 MARTEDI 27 MARZO 1945

 A Romanoro, nei pressi della Chiesa viene ucciso dai partigiani un altro milite repubblicano, sembra nativo di Riolunato, rimasto:

IGNOTO(103).

Sul fronte dell'Abetone resta ucciso il Tenente della Divisione "San Marco":

GAMMACCHIO GIUSEPPE.(104)

 MERCOLEDI 28 MARZO 1945

 Una staffetta partigiana democristiana, della Brigata Italia, viene uccisa dai partigiani comunisti nella zona di Pigneto. Si trattava del contadino Saturno Gagliardelli, che faceva la staffetta da Montebaranzone a Gusciola. Anni dopo, per questo fatto, vi fu anche un processo, ma gli imputati vennero assolti per insufficienza di prove.(105)

Nel formiginese si verifica uno scontro tra un reparto tedesco e formazioni partigiane di quel Comune: alcuni feriti si ebbero da ambo le parti.(106)

Nella bassa modenese, a Novi, vengono fucilati due partigiani.(107)

In Germania muore il modenese, milite della GNR:

COSTANTINO PIETRO(107BIS)

 GIOVEDI 29 MARZO 1945

 All'Ospedale Militare di Modena muore il milite dell'esercito Repubblicano di ventidue anni:

MUSSO NAZZARENO.(108)

A Bomporto i partigiani prelevano dalla sua abitazione la giovane di ventuno anni:

PELLACANI BRUNA(109),

e di lei, per lungo tempo non se ne seppe più nulla, ma nel 1946 la salma di questa giovane venne trovata in località Palazzina, in Comune di Ravarino, in un pozzo nero.

A Carpi viene ucciso da elementi partigiani tale:

VERRINI OSCAR.(110)

A Modena, per rappresaglia, le Brigate Nere fucilano, in Piazza d'armi, cinque partigiani.(112)

VENERDI 30 MARZO 1945

 A Carpi viene barbaramente trucidata la giovane di diciotto anni:

PIRONDI IOLANDA(113)

Era una delle più belle ragazze della zona e non si era mai interessata di politica; respinge le proposte di un partigiano comunista che si vendica accusandola di essere una spia fascista. Viene prelevata da un gruppo di partigiani e portata in un campo nelle vicinanze di Gargallo, dove viene violentata e poi uccisa con un colpo alla nuca. Gli assassini al termine della guerra, identificati, vennero assolti per aver compiuto una azione di guerra.

Tre partigiani vengono fucilati a Concordia.(114)

 SABATO 31 MARZO 1945

 A Campogalliano viene prelevato dalla propria abitazione e poi ucciso, tale:

MAIANI GIORGIO(115)

In montagna, una pattuglia tedesca giunge a Gombola proveniente dal Comando del Moncerrato e viene attaccata da formazioni partigiane: i militi tedeschi sono costretti a rifugiarsi nella canonica; uno viene ucciso, cinque vengono fatti prigionieri e mandati a Farneta, mentre gli altri riescono a fuggire dal retro della canonica.

Lo stesso Cappellano, Don Giuseppe Guicciardi(116) si recò al Comando germanico per cercare di placare le ire dei tedeschi i quali volevano a tutti i costi i cinque prigionieri. Il prete si recò pertanto a Farneta dove gli dissero che ai prigionieri era stato fatto attraversare il fronte. Di questi non si ebbe più notizia. Di conseguenza dovette recarsi a Modena per implorare il Comando tedesco, e qui il suo intervento ebbe esito favorevole e nessuna rappresaglia venne effettuata.

Un episodio analogo avviene nel Comune di Castelfranco; in una imboscata, i partigiani uccidono due ufficiali tedeschi: il Comando di quel centro decide immediatamente una rappresaglia; quattordici ostaggi di Castelfranco dovranno essere fucilati.

L'Arciprete di Recovato, Mons. Giuseppe Cavazzuti, si reca al Comando dove vi rimane, secondo la sua testimonianza, per ben cinque giorni ad implorare clemenza; vi riesce e al sesto giorno viene rimandato a casa assieme ai 14 ostaggi, evitando così una spietata rappresaglia.

Lo stesso Mons. Cavazzuti, in una intervista, così raccontava l'episodio:

 " Fù una cosa terribile. Lei capisce, donne e bambini che piangevano si raccomandavano...la cosa era grave, due ufficiali uccisi. E.. io ma, non so nemmeno oggi se riuscirei. Ad ogni modo corsi al Comando. C'era un ufficiale alto secco, che mi intrattenne per ben cinque giorni per un interrogatorio interminabile e indimenticabile. Poi finalmente al sesto giorno mi mandarono a casa e quello che più mi premeva avevano liberato i miei 14 parrocchiani. Perchè ? Come fu ? Non lo so, indubbiamente chi abbia vissuto quei tempi deve ammettere che la cosa ebbe del miracoloso..."(117)

 Delle varie uccisioni compiute dai partigiani nella zona di Castelnuovo Rangone se ne ha una implicita testimonianza dalla stessa storiografia partigiana, anche se le notizie sono imprecise e come al solito infarcite della solita retorica.

 "Anche la sezione di Polizia della Brigata non resta inattiva. In questo mese riesce a scoprire una organizzazione spionistica che agisce nei pressi di Castelnuovo Rangone. Interviene immediatamente e cattura e giustizia cinque pericolose spie tutte confesse prima della fucilazione."(118)

 Durante il mese di Marzo altri fascisti o presunti tali, vennero uccisi dai partigiani e per molti di essi non si è riusciti a conoscere la data esatta del decesso. Li citiamo al termine della cronaca di questo mese.

A Ravarino vennero uccisi:

MORISI ARTURO(119),

CALVI GIUSEPPE.(120).

A Carpi resta ucciso:

BARTOLI ALDO.(121)

A Campogalliano viene ucciso l'agente di PS

LOSCHI ILDEBRANDO(122)

assieme a questo resta uccisa la giovane :

BOTTI CARMEN.(123)

Questo fatto viene narrato in un giornale dell'immediato dopoguerra in un articolo così titolato:

 "Atroci violenze a donne innocenti nei piccoli paesi della bassa modenese".

 Riportiamo la parte relativa alla uccisione della giovane ragazza sopracitata:

 " La signorina Carmen Botti aveva 22 anni. Passeggiava un pomeriggio del Marzo 1945 lungo un sentiero campestre di Campogalliano, dove era sfollata, in compagnia di un giovanotto che le faceva la corte . Il giovane era un agente di PS. La coppia fu fermata da alcuni individui armati. L'agente fu ucciso subito. La ragazza fu portata in una casa colonica, chiusa in una stanza, tenuta prigioniera per più di una settimana. Durante quel periodo moltissimi partigiani dislocati in quella zona si recarono a turno nella casa colonica e sempre con la minaccia delle armi approfittarono della ragazza. A lungo andare però la situazione divenne insostenibile e un pomeriggio la Botti fu uccisa.

Per questo episodio sono state arrestate quattro persone fra cui il segretario dell'Anpi di Campogalliano. Il cadavere della Botti è stato recentemente riesumato in un campo dietro indicazione degli stessi uccisori. Nella medesima fossa c'erano i resti di uno sconosciuto. La polizia ha stabilito che si trattava di un mendicante.

Mentre gli uccisori della Botti scavavano la fossa in un campo, passò lungo la carreggiata un mendicante ignaro, che augurò la buona sera. Gli uccisori temendo che il vagabondo avesse visto il cadavere della donna riverso sulla scolina, lo rincorsero, gli spararono due colpi nella schiena e quindi trascinarono anche lui nella fossa.(124)

 Sempre durante il mese di Marzo resta ucciso  a Gorizia, in data non accertata, il Tenente:

MANUPPELLI GIUSEPPE(125),

era nato a Modena nel 1923 e apparteneva alla 2° Compagnia della Legione M. Tagliamento.

 NOTE

1    cfr. elenco caduti RSI n. 656

2    cfr. Borghi Francesco: "L'an n'era menga giosta" pag. 317

3    cfr. ESGC.Pi

4   cfr. ISR. Rassegna n. 3 I cinque modenesi fucilati a Bologna erano: Tacconi Gilberto, Bergonzini Otello, Dondi Aldo, Manfredini Floriano e Soli Renzo.

5    cfr. elenco caduti RSI n. 255

6    cfr. Lettera del Comune di Guiglia alla Ass. Cad. del 27 febbraio 1956 prot. n. 316.

7    cfr. elenco caduti RSI n. 829.

8    ibidem n. 830

9    cfr. elenco caduti RSI n. 640

9bis cfr. "Lotte nella bassa modenese" pag. 300. I partigiani fucilati furono: Vittorio Micheli, Ernesto Galli, Giovanni Benatti e Renzo Jenna.

10   cfr. ISR Rassegna n. 3 pag. 17. I fucilati: Martinelli Ivano, Ettore Poppi, e Francesco Poppi.

11   cfr. lettera del Comune di Sassuolo alla Ass. Cad. RSI del 30 gennaio 1956 prot. 563

12   cfr. lettera del Comune di Carpi del 30 Maggio 1956 prot. 7033.

13   cfr. ESGC.Pi

14   ibidem

15   cfr. Elenco caduti RSI

16   cfr. Testimonianza  olografa del Dott. Enzo Reduci.

17   ibidem

18   cfr. elenco caduti RSI n.31

19   ibidem n.353

20   ibidem n.354

21   cfr. lettera del Comune di Soliera all'Ass. Cad. della RSI del 18 Febbraio 1956 prot. 435.

22   cfr. elenco caduti RSI n. 621

23   ibidem n. 268

24   ibidem n. 601

25   ibidem n. 456

26   cfr. ISR Rassegna n. 3. I caduti partigiani furono: Gasparini Pietro, Gasparini Valentino, Quinto Bozzali, Ivano Garuti, Renzo Grenzi, Huber Panza, Eugenio Tavoni, Ivaldo Vaccari, Angelo Zambelli, Fabio Pellacani.

27   cfr. elenco caduti RSI n. 116. Altra fonte data questa uccisione al 10 Maggio 1945.

28   ibidem n. 769

29   ibidem n. 157

30   cfr. "Lotte nella bassa modenese" pag. 302 e ISR Rassegna n. 3: i caduti partigiani: Enea Besutti, Reis Cavazza, Giuseppe Gamberini, Renato Grotti, Novello Lugli, Veleo Mambrini.

30bis cfr. Fantozzi: "Vittime dell'odio" pag. 166.

31   cfr. A. Galli: "Pievepelago" pag. 122.

32   cfr. elenco caduti RSI n. 290.

33   ibidem n. 673

34   cfr. elenco caduti RSI n. 674.

35   ibidem n. 727

36   ibidem n. 672.

37   cfr. elenco sconosciuti sepolti al cimitero di San Cataldo e sicuramente appartenenti a reparti della RSI.

38   cfr. F. Borghi op. cit.

39   cfr. G. Silingardi: "I giorni del fascismo ecc." pag. 239.

40   cfr. E. Gorrieri: " La repubblica di Montefiorino" pag. 617

41   ibidem

42   cfr. Rassegna ISR n. 3: si trattava del giovane: Carlo Sivelletti.

42bis cfr. elenco caduti RSI n.501  .

42ter cfr. lettera del Comune di Soliera del 18 Febbraio 1956 prot. 435

43   cfr. A. Galli op. cit. pag. 122.

44   cfr. ESGC.Pi

45   cfr. ISR Rassegna n. 3: si trattava del mirandolese Silvano Marelli.

46   ibidem; a Limidi, Bruno Bosetti; a Fossoli: Alceste Ricciarelli

47   cfr. "Quelli che non si arresero" Formigine pag. 85.

48   cfr. lettera del Comune di Vignola del 3.2.1956 prot. 407.

49   ibidem

50   cfr. elenco caduti RSI n.260 

51   cfr. ISR Rassegna n.3; a Santa Croce di Carpi vengono fucilati: Ettore Giovanardi, e Ferruccio Tusberti; in Piazza a Carpi, Mario Bompani.

52   cfr. elenco caduti RSI n. 120

53   ibidem

54   ibidem

55   cfr. Arch. Ass. Cad. della RSI di Modena.

Riportiamo una delle poesie scritte dal Dott. Bocchi e conservate in detto Archivio.

            ESORTAZIONE

 

Ogni tuo lembo, o Patria, che strappato

sia da la rabbia del nemico insulto,

ogni tuo grido alle ferite inferte

dai tuoi figli a la carne di lor carne,

patria, m'è strazio e dilaniante doglia,

quasi sia la mia vita a mè divelta.

Oh, si faccia barriera all'invasore

con la virtù che già fù nostra, e spenta

non ancora è nei cuori; con la fede,

nostro antico alimento, che guatammo

nè dubitanti giorni: or combattiamo!

A un lavacro di sangue ti rinnovi,

patria e t'adergi verso il tuo futuro,

colma di fato, di promessa colma.

Oh, dei tuoi figli a la certezza irrompi,

sii per noi l'alta forma in cui sperammo,

come ostensorio da 'l dolor raggiante!

Chi ci disse che tu spenta saresti

a l'amor nostro? oh, tu sarai per sempre,

ritroveremo in te, vergine intatta, integra

al fondo de la nostra angoscia,

che disperatamente a te s'avvinghia!

chè senza te, con te gettata a l'onta

orrenda parve, e fù, la vita, in forse

se valesse il respiro onde s'avviva;

se da tè avulsi, dal tuo grande spiro,

a te, madre, profonda anima nostra,

ancor la vita un palpito serbasse:

or combattiamo, or combattiam per essa!

Vagheggieremo allora la rifatta

patria del sogno, quale intravedemmo

ne la bufera in serenante lume;

la patria in cui s'affiocchi ogni rancura

ogni rissa s'oblii, posi l'affanno,

si ritrovino i cuori alfin placati;

la patria cui rifà degna il lavoro

redento alfine, alfin pacificato,

sonante nell'immane ansito intenso;

la patria che si fà nova pe l'novo

amore che l'investe e la solleva

da dove eterna in sua vittoria stia;

or combattiamo, or combattiam per essa!

 

56   cfr. "Lotta di liberazione ecc" op. cit pag. 304

57   cfr. "Lotte sociali e guerriglia ecc." op. cit. pag. 245.

58   cfr. A. Ribaldi: "Il combattimento di Rovereto sul Secchia" in: ISR Rassegna n.4 pag.73.

59   cfr. G.Pisanò : "Gli ultimi in Grigioverde" Vol. 4 pag. 2363

60   cfr. lettera del Comune di Concordia all’Ass. Cad.Rsi in data 31 Gennaio 1956 prot. 807

61   cfr. Ribaldi op. cit. nota 58

62   ibidem

63   cfr. lettera del Comune di Pavullo del 16.2.56 prot. 807

64   cfr. elenco caduti RSI inumati nell’ossario del cimitero di San Cataldo.

65   cfr. ISR Rassegna n.3 : si trattava di Lodi Adalgiso di Gargallo (questo nominativo si trova anche nell'elenco dei Caduti, in Storia della Guerra Civile di G. Pisanò, citata nelle fonti) e di Antonio Miglioli da Prignano. Non è stato possibile reperire dati più precisi in quanto non si conosce nemmeno il luogo di queste esecuzioni.

66   cfr. M. Campana in: "Assalti e battaglie ecc." pag. 121. Si tratta con molta probabilità del mendicante trovato accanto al cadavere di Botti Carmen. Nominativo citato al 31 Marzo.

67   cfr. A. Galli op. cit. pag. 124.

68   cfr. elenco caduti RSI n. 145.

68bis cfr. testimonianza di G. Gualtieri in Arch. Ass.

69   cfr. elenco caduti RSI n. 83

70   ibidem n. 710

71   cfr. ISR Rassegna n.3 pag. 17; vennero fucilati: in Via Gallucci: Arturo Monzani; vicino al Tempio dei Caduti: Francesco Spaggiari; in Via Fontanelli: Floriano Zambelli, Antichiano Martini, Osvaldo Morselli, Sergio Bergonzini; in Piazza d'Armi: Adalgiso Nascimbeni, Pirondini Alberto e Aberto Brancolini.

72   cfr. elenco caduti RSI n. 394.

73   cfr. Rassegna n.3 ISR: a Fiorano viene fucilato: Antonello Mondaini; nella frazione Settecani: Nestore Gozzi.

74   cfr. elenco caduti RSI n. 663.

75   ibidem  n.58

76   ibidem n. 454

77   cfr. ESGC.Pi

78   ibidem

79   cfr. "Quelli che non s'arresero" pag.87

80   cfr. ISR Rassegna n.3; si trattava di : William Molinari e di Guido Paganelli.

81   cfr. G. Pisanò, op. cit. Vol. 2° pag. 890.

82   cfr. lettera del Comune di Vignola in data 3.2.1956 prot. 407.

83   cfr. lettera del Comune di Soliera del 18.2.56 prot. 435 

84   cfr. ISR. Rassegna n. 3 : si trattava di: Bruno Scaglioni e Eros Veronesi.

85   cfr. lettera del Comune di Nonantola del 23.1.1957 prot. 186.

86   ibidem

87   cfr. elenco caduti RSI n. 472

88   ibidem n. 473

89   ibidem n. 474

90   ibidem n. 100.

91      ibidem n. 101

92      cfr. "Martirologio" pag. 107

92a   cfr. E. Gorrieri in op. cit. pag. 580: i partigiani uccisi in quel rastrellamento furono: a Rovereto: Umberto Reami, Clelio Marchesi, Renato Andreotti; a Cavezzo: Odino Artioli; a Limidi: Gino Bertani; a Carpi: Carlo Alberto Ronchetti.

93   ibidem

94   ibidem pag. 645

95   cfr. elenco caduti RSI e ESGC.Mo.

96   ibidem n. 415

97   ibidem n. 136 - Martirologio colloca al 25/4/45

98   cfr. ESGC.Mo

99   cfr. elenco caduti ignoti sicuramente appartenenti a reparti RSI e sepolti al cimitero di San Cataldo.

100  cfr. E. Gorrieri op. cit. pag. 644 e 645.

101  cfr. elenco caduti RSI n. 118

102  cfr. ESGC.Pi

103  cfr. Gorrieri op. cit. pag. 645

104  cfr. elenco caduti RSI n.321 

105  cfr. Gorrieri op. cit. pag. 648

106  cfr. "Quelli che non si arresero" pag. 89.

107  cfr. Rassegna ISR n. 3 : i fucilati: Umberto Pivetti e Virginio Corradi.

107bis cfr. Martirologio 43-45 pag. 98.

108  cfr. elenco caduti RSI n. 535.

109  ibidem n. 578

110  ibidem n. 799.

112  I fucilati in Piazza d'armi furono: Galliano Bulgarelli, Sesto Furia, Onelio Meschiari, Angiolino Boccafoli, Dalvisio Carra.

113  cfr. lettera Comune di Carpi, citata.

114  cfr. ISR Rassegna n. 3: i partigiani fucilati a Concordia furono: Umberto Ferretti, Ascanio Gelatti, Angelo Sala.

115  cfr. elenco caduti RSI n. 441.

116. cfr. I. Vaccari in: "Il tempo di decidere"

117  cfr. Gazzetta dell'Emilia del 12.8.1965

118  cfr. F. Borghi op. cit.

119  cfr. ESGC.Pi

120  cfr. elenco caduti RSI n. 171.

121  ibidem n. 60

122  ibidem

123  ibidem

124  cfr. ritaglio di giornale in Archivio Ass. Cad. della RSI, senza possibilità di reperire la testata.

125  cfr. Martirologio - Modena 43-46 pag. 98.

 

 

 

La Signora Bocchi uccisa a Modena il 16 Marzo con il figlio Francesco e i il Prof. Rampieri. in un agguato partigiano.

 

 

 

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