Maggio 1945

GUERRA CIVILE NEL MODENESE

 

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 Maggio 1945

 MARTEDI 1 MAGGIO 1945

 A Erba, in Provincia di Como, perde la vita il Maggiore della Guardia Nazionale Repubblicana, di Sassuolo:

MORI ARTURO,(1)

aveva quarantasei anni; rimase gravemente ferito in uno scontro con i partigiani alcuni giorni prima.

A Modena viene assassinato il civile:

BERTELLI PIETRO (1bis)

 MERCOLEDI 2 MAGGIO 1945

 A Castelfranco Emilia i partigiani prelevano, dal carcere di quel centro, dove era stato rinchiuso da pochi giorni per la sua militanza nei reparti della RSI, il milite della GNR:

CATTANI GIUSEPPE,(2)

per poi "eliminarlo" a poca distanza, nelle campagne circostanti.

A Modena viene ucciso il Capitano della GNR:

CIOFFI ANTONIO.(3)

 GIOVEDI 3 MAGGIO 1945

 A Mirandola viene ucciso il milite della Brigata Nera "M. Pistoni":

MOLINARI GIACOMO.(4)

A Tolmino, in Venezia Giulia, viene ucciso dai partigiani titini, il modenese, caporal maggiore del Battaglione bersaglieri "Mussolini":

BAROZZI ALFREDO.(5)

 VENERDI 4 MAGGIO 1945

 A Castelfranco Emilia viene ucciso il paracadutista, appartenente ai corpi alle dipendenze dei tedeschi:

POLIDORI MARIO.(6)

A Montefiorino resta ucciso un milite della GNR:

LANDI ALFREDO.(7)

A San Pietro in Casale viene ucciso il modenese:

BARALDI GUELFO.(8)

 SABATO 5 MAGGIO 1945

 A Carpi viene trucidato il milite della GNR:

BARBIERI OTELLO.(9)

Nella zona di Mirandola, precisamente a Vallalta, vengono uccisi altri due militi della GNR:

SGARBI UGO,(10)

che si presume sia stato sepolto ancora vivo, essendo stato trovato il suo cadavere con i pugni pieni di terra: l’altro era il milite:

RAZZANI TEOBALDO.(11)

A Collegara in Comune di Modena, viene ucciso, dopo essere stato prelevato dai partigiani dalla sua abitazione, il milite della GNR:

MARCHETTI GIAN PIETRO,(12)

di diciannove anni: il padre, Giuseppe, era stato ucciso alcuni mesi prima dai partigiani titini.

Sempre in queste zone viene soppressa la giovane ausiliaria della RSI, di soli diciassette anni:

MALAGOLI TIZIANA:813)

venne trucidata in località Villa Filanda-Spiaggetta del Panaro, assieme ad altri fascisti, tra i quali, sicuramente, il sopracitato Marchetti:

A Nonantola viene "eliminato" il ventiquattrenne:

MALAGUTI LUCIANO.(14)

 DOMENICA 6 MAGGIO 1945

 In Comune di Modena, località San Damaso, viene barbaramente assassinato il milite della GNR, di quarantotto anni:

RUINI FEDERICO.(15)

A Rosasco, in Provincia di Parma, assieme ad altre ragazze, viene fucilata dai partigiani, l'ausiliaria di Castelfranco Emilia:

FORLANI BARBARA,(16)

aveva venticinque anni. Barbara era una giovane maestra; frequentò il corso per le ausiliarie volontarie della RSI anche contro il volere dei genitori, per essere fedele ai suoi ideali di Patria e per assistere i combattenti; dalle sue parole s’intuisce tutto il travaglio di questa giovane donna che, consapevole della sorte che l'aspettava, non ha avuto tentennamenti della scelta compiuta.

Questa fu l'ultima lettera che scrisse a casa:

 "mamma carissima, ieri ho avuto due vostre lettere. Sono stata veramente contenta di avere vostre notizie così recenti e dubito quando potrò averne ancora, perchè i nostri cari "ribellucci" da alcuni giorni fanno saltare il trenino che arriva a metà strada, da noi  e compiono scorribande. Anche questa volta, mamma,  hai voluto essere pungente nelle tue parole, ma io ora ti faccio una domanda: cosa devo fare per meritare il tuo perdono? io credo che riuscirei ad ottenerlo solo a questa condizione: venire a casa! E' così? Sappi mamma, che prima di intraprendere questo cammino ho molto, dico molto pensato e discusso da sola nelle notti insonni nella mia camera. Quanti quesiti mi sono posta. Risolvendoli sempre per la grande fede e l'amore che porto per tè e per la mia cara Patria, con una sola soluzione: partire! La morte non mi spaventa, come mai mi ha spaventata. Non la temo. Le vado incontro giorno per giorno, ora per ora. L'unico mio rammarico sarebbe il trapasso senza il tuo perdono. Sia fatta, mamma, la tua volontà. Non ti chiederò più nulla. Me ne starò sola con le mie montagne. Confiderò loro, che sono più vicine al Giudice Supremo, le mie angosce, i miei dolori i miei crucci. Rina.(17)

 LUNEDI 7 MAGGIO 1945

 Nella zona di Carpi viene dato per disperso il marò della "Decima Mas":

RIPARINI FULVIO.(18)

Nella zona di Collegara, nei pressi della Filanda-Ponte di Sant'Ambrogio, viene scoperto il cadavere di un giovane di circa 20 anni:

IGNOTO,(19)

sicuramente appartenente a reparti della RSI; risulta essere stato ucciso da colpi di arma da fuoco; portava pantaloni grigi alla zuava, cinghia di cuoio nero e scarpe alte.

Un altro cadavere, viene trovato nel fondo Paduli, in Via Panni a Saliceto San Giuliano:

IGNOTO,(20)

sicuramente appartenente a reparti della RSI. Il rapporto dei Carabinieri così diceva:

 "nella prima fossa trovato cadavere di m. 1,70, di circa 35 anni. Vestito con panno militare e scarpe militari nere. Ferite da taglio multiple al collo e al torace".

Un altro:

IGNOTO,(21)

viene scoperto dai Carabinieri a San Damaso: nel rapporto questi, così scrivevano:

 " nella seconda fossa, cadavere di un uomo sui 40-45 anni, alto m. 1,75, nudo, capelli castani, viso ovale: morto circa 20gg. prima del 25 Aprile, con colpo di arma da fuoco alla tempia destra e al collo; avanzata decomposizione."

 A Castelfranco Emilia , sulla strada, viene ucciso con una raffica di mitra, il quarantenne:

ROGGIO ANTONIO.(22) 

 MARTEDI 8 MAGGIO 1945

 A Modena viene ucciso il Colonnello dell'Esercito Repubblicano:

MARANO VINCENZO.(23)

A Castelfranco Emilia resta ucciso, dopo essere stato prelevato dai partigiani, il paracadutista della RSI:

INNOCENTI BRUNO.(24)

A Castelvetro vengono soppressi due fratelli di sentimenti fascisti: si trattava della Signora:

VANDINI ERNESTA,(25)

di cinquantadue anni e del fratello di quarantacinque anni:

VANDINI DIOMIRO.(26)

 MERCOLEDI 9 MAGGIO 1945

 A Maranello viene ucciso da elementi partigiani, il giovane milite della Guardia Nazionale Repubblicana:

LORINI ROBERTO.(27)

A Modena perdono la vita, uccisi in imboscate o prelevati dalle loro abitazioni i fascisti:

MORANDI EMILIO,(28)

CATELLANI GIULIO,(29)

LODI LUCIANO,(30)

quest'ultimo era Tenente dell'esercito repubblicano, venne prelevato dalla propria abitazione in città e portato a Villa Ganaceto dove veniva ucciso; la sua salma verrà recuperata dopo diverso tempo.

Dalla ex caserma di Mirandola della GNR, partiva, in questo giorno, un camion con a bordo sette prigionieri fascisti che dovevano essere portati a Modena, per ordine del CLN, dovendosi indagare sulla loro posizione politica. I sette erano accompagnati da cinque partigiani. Il camion non giunse a destinazione: all'altezza di Bomporto, sulla statale n.12, l'automezzo deviò per una via secondaria; i sette furono fatti scendere e uccisi a raffiche di mitra.

Si trattava dei seguenti fascisti.

Il Maggiore della GNR, di sessantadue anni:

TABACCHI ETTORE ENRICO,(31)

del figlio, anche lui milite della GNR:

TABACCHI FERNANDO,(32)

del Colonnello della GNR di cinquanta anni:

CECCHI MARIO,(33)

del Tenente della GNR di trentacinque anni:

PALTRINIERI DOMENICO,(34)

del Tenente della GNR di ventidue anni:

SPEZZANI CLAUDIO,(35)

e delle due ausiliarie:

CASTELLINI GIULIA,(36)

di anni quaranta e della ventitreenne:

MALAGOLI GINA.(37)

Sempre a Bomporto veniva ucciso da partigiani comunisti il Dott. Carlo Testi, che era membro del CLN, ma iscritto alla DC.(38)

A Bologna viene ucciso lo squadrista della B.N. "Pappalardo":

GRADARA RUGGERO (39)

 GIOVEDI 10 MAGGIO 1945

 Vengono prelevati da un gruppo di partigiani, dalla loro abitazione in Modena, due giovani fratelli, militi della GNR; in quella casa, mesi prima, si era già pianto per la morte di un altro giovanissimo fratello di 16 anni, ucciso anch'esso dai partigiani in un’imboscata tra Carpi e Correggio il 14 Novembre 1944. I due fratelli uccisi in questo giorno sono: il ventenne maestro:

BELTRAMI ALFREDO,(39a)

ed il giovane studente di diciannove anni:

BELTRAMI ARNALDO.(40)

Sempre a Modena, viene prelevato e ucciso il ventunenne milite delle SS Italiane:

RISTORI SERGIO.(41)

Nella zona di Mirandola vengono brutalmente "eliminati" i militi della GNR:

FACCHINI GRAZIANO,(42)

SIMONETTO GIUSEPPE.(43)

A San Prospero veniva ucciso il Maggiore della GNR:

VELLANI ALBERTO.(44)

 VENERDI 11 MAGGIO 1945

 A Modena viene ucciso il giovane milite della GNR e bersagliere del Duce di venti anni:

GIOVANARDI ALESSANDRO.(45)

Alla periferia della città, nel fondo Panini in stradello Orsi, veniva rinvenuto il cadavere di un:

IGNOTO.(46)

Un altro veniva rinvenuto nel fondo Berselli, in Via Iacopo da Porto:

si trattava del cadavere di un:

IGNOTO,(47)

era di età giovanile, portava un abito color chiaro, pantaloni alla cavallerizza e nelle tasche aveva un giornale in data 1° Maggio. I carabinieri ritennero che si trattasse di persone sicuramente appartenenti a reparti della RSI.

A Mirandola veniva ucciso tale:

BERTOLI UMBERTO.(48)

 SABATO 12 MAGGIO 1944

 A Fiorano Modenese, viene ucciso il milite della GNR:

CIONI GIOVANNI,(49)

venne prima torturato e poi trucidato dai partigiani: la moglie, attraverso mille difficoltà e pericoli, fece affannose ricerche e dopo parecchio tempo, precisamente il 26 Settembre 1945, le spoglie di questo sventurato milite fascista vennero ritrovate presso le Salse di Nirano.

A Carpi veniva ucciso lo squadrista:

BENATI GAETANO.(49BIS)

A Modena, veniva ucciso, in Via Bianchi Ferrari dove risiedeva, il graduato della GNR:

PISTONI FRANCESCO;(50)

la salma di questo fascista verrà recuperata a Cognento circa un anno dopo, il 12 Aprile 1946.

A Medolla viene ucciso il Sottotenente della GNR:

BIANCHINI GIUSEPPE.(51)

A Castelfranco viene ucciso a colpi di rivoltella l'ex milite della Brigata Nera di trentasei anni:

GAROFANI ALBERTO.(52)

In zone periferiche alla città di Modena restano vittime di esecuzioni partigiane:

BIANCONI GAETANO;(53)

era ispettore tecnico del consorzio carni ed aveva quarantasette anni; e il Dott.

ZUCCONI ALBERTO;(54)

che aveva trentuno anni; la salma di quest'ultimo venne rinvenuta a Freto il 12 Novembre 1945.

A Vercelli viene barbaramente ucciso assieme a moltissimi suoi commilitoni, il giovane sottotenente della GNR, di venti anni:

REBUCCI PAOLO.(55)

Questo giovane modenese si arruolò giovanissimo nella GNR precisamente il 1° Novembre 1943; partì per Ravenna al Corso Allievi Ufficiali. Nell'Agosto 1944 divenne sottotenente. Fu orgoglioso di essere destinato a Vercelli poiché in quella città occorrevano uomini sicuri, data la zona difficile e turbolenta. Pur essendo ligio al dovere, quando al Comando vi era da trattare uno scambio di prigionieri, gli emissari partigiani preferivano rivolgersi a lui, perché sapeva comprendere e capire certe situazioni. Il 25 Aprile a Vercelli si forma una colonna detta poi dei "duemila" per andare a Como per l'ultima battaglia: era una trappola, tesa dai partigiani con una telefonata anonima.(56)

La colonna giunta a Cortellazzo è in dubbio atroce, poi la certezza del tradimento diventa realtà; non sapevano più cosa fare: ritornare indietro? Combattere?. Sopraggiunse il Vescovo di Novara; espone la situazione disperata e consiglia di deporre le armi per evitare uno scontro con i partigiani che avrebbe potuto essere la rovina del paese. Promette salva la vita! Furono disarmati, privati del loro denaro, internati nel campo sportivo di Novara, in mano alle "Fiamme verdi" partigiani democristiani.

Subito cominciarono le sevizie e gli eccidi: a gruppi i disgraziati venivano torturati, trascinati fuori e scannati. Ai primi di Maggio il campo fu assalito da una folla di contadini armati di forche, badili, vanghe, che fecero scempio di tanti infelici. Poi arrivarono i partigiani di Vercelli, con due automezzi, per prelevare parte di coloro che erano sopravvissuti. Vennero caricati 75 prigionieri, tra i quali il sottotenente Rebucci e portati all'Ospedale Psichiatrico di Vercelli. Arrivarono già massacrati di botte. Il Cappellano dell'Ospedale diede l'assoluzione in massa, perché i partigiani avevano fretta di "lavorarli"; l'orgia di sevizie durò delle ore, perché i carnefici si davano il cambio. Fra questi "eroi" vi era un medico che sapeva torturare bene, senza far morire il "paziente". Alle due di notte cominciarono a condurli a morte. Parte nel canale Cavour, altri nelle campagne. Fu un vero e proprio massacro. La salma del sottotenente Rebucci non venne mai più ritrovata, nonostante le pazienti ed accurate ricerche portate avanti per anni dai genitori.(57)

 DOMENICA 13 MAGGIO 1945

 Eccidio partigiano a Sassuolo; dalle loro abitazioni vengono prelevate ed uccise le seguenti persone, fasciste o sospette di esserlo state:

il quarantenne

MATTEOTTI UMBERTO,(58)

il quarantaquattrenne:

MONTI MARIO,(59)

un altra persona della stessa età:

MUCCHI CARLO,(60)

l'impiegato al Municipio di Sassuolo di cinquantotto anni:

PRANDINI BATTISTA,(61)

e il quarantacinquenne:

BONILAURI GIUSEPPE.(62)

 LUNEDI 14 MAGGIO 1945

 Continuano in tutte le zone del modenese, nessuna esclusa, anche se la maggior parte avvengono in città e nella bassa, le spietate esecuzioni dei fascisti o dei presunti tali. Andarono a bersaglio, in questo clima di anarchia e di giustizia arbitraria, tutta una serie di vendette, di rancori personali di ruberie, che sono poi passate come rappresaglie politiche e di guerra.

A Castelfranco vengono prelevati e portati in una casa colonica dove vengono torturati, derubati ed uccisi:

GARAGNANI LUIGI,(63)

di quarantasette anni, e tale:

VIGNALI ALDO.(64)

A Formigine viene "eliminato" un uomo di cinquantatré anni:

MONTORSI  EZECHIELLO.(65)

"Alle ore 17 del 14 Maggio 1945, a Casinalbo, venne prelevato l'industriale Ezechiello Montorsi. La sera stessa venne ucciso con quattro colpi di mitra. Dopo due giorni, la salma venne recuperata, già sotterrata nel podere del mezzadro Fernando Stefani. Lo stesso giorno, venne arrestato il capo partigiano.... autore materiale del delitto. Condotto alla Questura di Modena, riuscì ad evadere (c'era ancora la polizia partigiana) ed a riparare in Iugoslavia. Un altro dei partecipanti all'assassinio fuggì mentre stava per essere arrestato all'interno del salumificio di Casinalbo. L'industriale era stato derubato del portafoglio, dell'orologio d'oro, e di un anello d'oro con brillanti.(65bis)

Mentre nella zona di Mirandola rimane vittima di rappresaglia:

RAZZOLI ALBERIGIO.(66)

A Pavullo i partigiani prelevano dalla loro abitazione due coniugi che verranno barbaramente assassinati: sono il sessantacinquenne:

GAETTI GIUSEPPE,(67)

e la moglie di cinquantotto anni:

CIONI GAETTI VIRGINIA.(68)

A Modena vengono assassinati: il Brigadiere della GNR:

SALA UBER,(69)

venne ucciso con otto pugnalate, come dichiareranno i suoi assassini che verranno poi assolti al processo e tale:

BARBIERI GINO.(70)

In Via Guicciardini veniva colpito mortalmente da colpi di arma da fuoco un adulto:

IGNOTO,(71)

sicuramente appartenente a corpi militari della RSI.

A Nonantola vengono uccise madre e figlia, la prima di sessantadue anni, la seconda di ventuno anni:

TANGERINI ERMINIA

TANGERINI MARIA.(71BIS)

 MARTEDI 15 MAGGIO 1945

 A Zocca vengono prelevati ed uccisi, da elementi partigiani: il custode del campo d'aviazione di Modena, di cinquantadue anni:

REAMI GILIO,(72)

e il trentaseienne:

BERTUZZI FILIPPO.(73)

A Castelnuovo Rangone viene ucciso tale:

BACCHI OLIVIERO.(74)

Nell’ormai famigerato "triangolo della morte", che era situato tra Castelfranco-Piumazzo-Manzolino, vengono uccisi:

il Capitano della GNR:

TEAGNO ODOARDO,(75)

l'ex Federale di Cuneo:

RONZA SECONDO,(76)

e altre due persone:

DE STEFANI FERDINANDO,(77)

ZORGNOTTI CARLO.(78)

Nella zona di Mirandola, a San Martino Spino, viene ucciso:

MALAGUTI ANTONIO,(79)

A Modena, due partigiani prelevano dalla sua abitazione il quarantunenne:

PAGANI GIACOMO,(80)

che verrà mantenuto prigioniero in una porcilaia e successivamente fucilato.

E' in questi tragici giorni di maggio che parte dal Nord, precisamente da Brescia, diretto verso la Capitale, un camion del Vaticano con a bordo 40-50 persone che, tramite le autorità ecclesiastiche, avevano ottenuto dal CLN il lasciapassare per raggiungere le famiglie, sparse in ogni parte d'Italia e in particolare nelle zone del Centro e del Sud.

Erano, nella maggioranza, allievi ufficiali della Scuola della GNR di Oderzo che, dopo aver ricevuto l'onore della armi alla loro resa, da questa località avevano raggiunto Brescia, poiché da quel centro attraverso particolari canali avrebbero avuto la possibilità di raggiungere con mezzi messi a disposizione dal CLN e dalla curia, le località d'origine.

 "Dal vescovado il camion sul quale - come su tutti gli altri mezzi in servizio per la P.O.A - era stata issata una grande bandiera bianca e gialla, quella del Vaticano, raggiunse Porta Venezia (nella zona orientale della città) per caricare altri passeggeri; poi lasciò Brescia diretto a Mantova e attraverso il Po a San Benedetto. A bordo di questo mezzo viaggiavano molto pigiate, 40-50 persone.... omissis... A Bondanello l'automezzo venne fermato da un gruppo di partigiani della polizia locale....poi l'autocarro fu lasciato proseguire per Concordia....ma fu fermato da un gruppo di sette otto partigiani con il fazzoletto rosso armati di mitra bombe e pugnali. L'autocarro fu scortato da costoro fin davanti alla Villa Medici di Concordia..."(80bis)

 Alcuni dei presenti sull'autocarro vennero rilasciati gli altri vennero rinchiusi nel solaio di Villa Medici dove erano già trattenuti altri prigionieri politici.

Con esattezza non si poté mai sapere come andarono le cose malgrado vari interventi, negli anni successivi, della magistratura che indagò a lungo, e in svariate circostanze in seguito alle continue ricerche fatte da molti dei familiari di coloro che si trovarono su quel camion che poi venne definito come, "la corriera fantasma" o "la corriera della morte". Molti particolari di quel tragico viaggio si poterono conoscere in una prima occasione al processo che si tenne presso la corte di Assise di Viterbo dal 15 Dicembre 1950 al 15 Gennaio 1951. Le imputazioni degli imputati consistevano nei seguenti reati:1) concorso nel reato di sequestro continuato ed aggravato di persona; 2) di concorso nel reato di omicidio aggravato continuato; 3) di concorso nel reato di malversazione continuata.

La sentenza condannava poi, il comandante e vice comandante della polizia partigiana di Concordia, colpevoli di omicidio volontario continuato a 25 anni di reclusione, dei quali 16 anni e 7 mesi condonati, e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Ma la possibilità di trovare i resti degli sventurati ed avere la possibilità di un loro riconoscimento sfumava sempre più.

Negli anni successivi nelle campagne di quelle zone si continueranno a scoprire ossa   e resti umani che i carabinieri assicureranno , in molti casi, appartenere agli scomparsi della "corriera fantasma"

Di alcune di queste vittime  si è riusciti ad accertare l'identità, dopo lunghissime e laboriosissime ricerche, ma purtroppo in molti casi si è potuto risalire alla probabile identità degli scomparsi attraverso ipotesi e valutazioni che non hanno potuto avere un’esatta e precisa conferma. Anche le analisi fatte dall'Istituto di Medicina legale di Modena su centinaia di frammenti di ossa raccolti, non portarono a risultati definitivi. Tuttavia, i fatti accertati, nella loro sostanza, non lasciavano più adito a dubbi: la polizia partigiana aveva derubato i passeggeri, e ne aveva ucciso un buon numero.

Si ha la quasi assoluta certezza che tra i trucidati a San Possidonio fossero presenti le seguenti persone:

gli allievi Ufficiali della GNR della Scuola di Oderzo:

CALVANI MARCELLO,(81)

COZZI MARCELLO,(82)

DELLA GERVA NICCODEMO,(83)

GOTTARDI FRANCO,(84)

IANNONI SEBASTIANI CESARE,(85)

LOMBARDI ROBERTO,(86)

PICCININI SERGIO,(87)

dei fratelli bolognesi , il primo di trentotto anni e capitano della GNR, il secondo di non ancora diciassette anni:

QUADRI GIOVANNI(88)

QUADRI SILVANO.(89)

Del sottocapo di marina:

GIUFFRE' VINCENZO(90)

dell'ex aviere di quarantacinque anni:

CAGNO ALFONSO,(91)

del vice brigadiere della GNR, di venti anni:

ENRICO SERRELI(92)

di certi:

NOTTI ALFREDO,(93)

FALLAI ALFIO,(94)

GROSSI GINO,(95)

dell'ausiliaria della RSI di diciannove anni:

TIRABASSI MARIA TERESA,(96)

dell'Ufficiale toscano:

PIA IACOPO RENZO,(97)

del Capitano delle B.N.:

BARTOLOZZI WALTER,(98)

di certi:

BARIANI WALTER(99)

STABELLINI,(100)

di cui non si conosce il nome.

e ancora di certo

MELLI ALFREDO.

Molto probabilmente nelle fosse di San Possidonio sono stati sepolti altri prigionieri politici che erano stati trasportati in quelle zone dalla sede della "polizia partigiana di Carpi", pertanto si può ritenere che altri

VENTI IGNOTI (101)

si siano trovati accomunati al tragico destino di coloro che ebbero la possibilità di essere quasi sicuramente identificati.

In seguito alla scoperta delle fosse del 1968 e degli scavi successivi, venne stilato un rapporto dei carabinieri che così concludeva:

 "Per opportuna notizia inoltre, si comunica che, nel corso delle indagini relativo al presente rapporto, sono stati svolti numerosi contatti, a seguito dei quali è stato possibile localizzare:

- nel fondo così detto Pacchioni, al confine dei comuni di Cavezzo e San Possidonio il punto in cui giacerebbero i resti appartenenti ad una quarantina di persone, soppresse durante il periodo clandestino;

- nel fondo Sbardellati Triante, in Comune di San Possidonio, lungo l'argine del canale, il punto in cui si troverebbero i resti di altre 15 persone, fucilate nel periodo clandestino ad opera dei partigiani;

- nel fondo del Dottor Pollastri Bruno, di San Possidonio un ex rifugio antiaereo ove giacerebbero i resti delle rimanenti persone fucilate a San Possidonio nella notte tra il 18  e 19 Maggio 1945 e di cui tratta il presente rapporto."

In conclusione. le indagini dei Carabinieri avrebbero stabilito che le persone soppresse e sepolte in modo clandestino in quel periodo, nel Comune di San Possidonio, soltanto dentro fosse comuni delle quali poté essere accertata l'esistenza, sarebbero state, nel complesso, quanto meno, un ottantina. Dal novero restano escluse le persone soppresse e sepolte isolatamente quà e là, sempre in modo clandestino."(102)

 MERCOLEDI 16 MAGGIO 1945

 A Castelfranco Emilia un gruppo di "sconosciuti" si presenta ad un droghiere del luogo per la "solita" operazione di giustizia partigiana. Una volta entrati nell'abitazione del predestinato, gli sconosciuti hanno fatto allineare uno fianco all'altro tutti i familiari, nella camera da pranzo. Poi il capo famiglia venne portato via. Di lui non si seppe più nulla.(103) Si trattava di tale:

GIOVANNONI BERNARDO.(104)

A Mirandola viene ucciso lo squadrista:

OTTANI CORRADO.(104bis)

A Cognento veniva ucciso il sottotenente della GNR di ventuno anni:

CANEPONE RANIERO.(104tris)

In località Tre Olmi di Modena, veniva ucciso il sergente maggiore della RSI:

RICCHETTI CESARE.(104/4)

 GIOVEDI 17 MAGGIO 1944

 A Finale Emilia viene prelevato ed ucciso, il maggiore della MVSN di quarantasei anni:

FALZONI GINO.(105)

A Corlo di Formigine veniva ucciso il Brigadiere della GNR:

BOARI ADALGISO.(106)

 VENERDI 18 MAGGIO 1945

 A Formigine viene prelevato ed ucciso il quarantaduenne:

GIACOBAZZI CONFUCIO,(107)

la sua salma verra’ recuperata, in seguito, a Cognento.

A Collegara viene scoperto il cadavere di un anziano:

IGNOTO,(108)

sicuramente appartenente a reparti della RSI.

 SABATO 19 MAGGIO 1945

 A Vignola viene impiccato, nelle carceri del Castello, il facchino, di trentanove anni:

SANTI GINO

A Castelfranco Emilia viene ucciso certo:

CONSOLINI DANTE.(110)

A Formigine, il solito gruppo di partigiani, "sconosciuti", preleva dalla sua abitazione per trucidarlo, un noto possidente di Casinalbo, il cinquantenne:

CAVAZZUTI ZOELLO.(111)

La salma di questo sventurato venne ritrovata nel fondo Rangoni, a Formigine, il 12.2.1946.

A San Damaso viene ucciso il nativo di Bomporto, già iscritto al Partito Nazionale Fascista:

BARBIERI MARIO.(112)

A Modena viene ucciso, a colpi di arma da fuoco, un uomo di circa 30-35 anni rimasto:

IGNOTO.(113)

 DOMENICA 20 MAGGIO 1945

 A Freto, in Comune di Modena, viene ucciso il milite della GNR di quarantasei anni:

BADIALI PIETRO.(114)

A Castelfranco Emilia, nello stillicidio delle uccisioni quotidiane che hanno tormentato quelle zone per un lungo periodo del dopo "liberazione", vengono soppresse due donne ritenute fasciste:

COCCHI VITTORIA,(115)

DE ANGELIS ITALIA.(116)

 LUNEDI 21 MAGGIO 1945

 A Modena viene prelevato dalla sua abitazione, portato a San Matteo sul fiume Secchia e quì ucciso, il cantoniere di quarantatré anni:

FREGNI DUILIO.(117)

A Savignano sul Panaro resta vittima della "giustizia" partigiana, tale:

BONI ANGIOLINO.(118)

 MARTEDI 22 MAGGIO 1945

 A Sassuolo, la "giustizia" partigiana si presenta a casa di:

RUBBIANI UMBERTO,(119)

venne portato a Baggiovara e in questa località, ucciso.

A Zocca i "giustizieri" proletari, si accaniscono contro l'operaio di quarantaquattro anni:

CARLINI FIORIGIO.(120)

A San Cesario sul Panaro viene trovato ucciso, con il capo fracassato da colpi di mitra, il quarantaseienne:

BONI MARIO(121)

Nei pressi di Carpi, mentre era diretto a Castiglione delle Stiviere, nel mantovano, per raggiungere i fratelli che colà erano sfollati, in bicicletta e con i calzoncini corti, un ragazzo di diciassette anni,

PINI GIOVANNI (122)

viene fermato da un gruppo di partigiani nella zona di Concordia; dai documenti viene accertato che si trattava del figlio di Giorgio Pini, ex Direttore del "Resto del Carlino" e Sottosegretario agli Interni nel Governo della RSI, riconosciuto, anche dagli avversari, per un uomo corretto e leale. Il giovane non apparteneva a nessun reparto militare, ne aveva preso parte in nessun modo alla guerra civile. La sua condanna a morte fu dovuta solamente al fatto di essere figlio di un esponente della RSI. Malgrado vane ricerche, la sua salma non venne mai recuperata.

 MERCOLEDI 23 MAGGIO 1945

 Nella tormentata zona del triangolo della morte, a Castelfranco Emilia, viene assassinato:

MELONI MANFREDO.(123)

 GIOVEDI 24 MAGGIO 1945

 A Montalto di Zocca viene prelevato dalla sua abitazione e brutalmente ucciso il Parroco di quel piccolo centro:

PRECI DON GIUSEPPE.(125)

 "due individui si presentano alla casa di Don Preci. Quando la domestica Teresa Tamburini va ad aprire, essi invitano il sacerdote a seguirli.....omissis...A poche centinaia di metri dalla canonica... estrae la pistola e ammazza il Prete. Poi gli assassini tornano in canonica e fanno man bassa dei beni di Don Preci. Alla Tamburini viene dato del denaro per comprarne il silenzio. E così par alcuni anni l'uccisione del Parroco di Montalto resta un mistero. Poi, nel 1949, le indagini subiscono una svolta: la Tamburini confessa e i responsabili vengono assicurati alla giustizia. Il movente accertato è quello dell' "odio antireligioso" e della rapina".(126)

 A Castelfranco Emilia resta ucciso il civile

CAVALLOTTI ANTONIO(126bis)

VENERDI 25 MAGGIO 1945

 A Ravarino vengono prelevati dalle loro abitazioni per essere uccisi, due fratelli:

VACCARI VITTORIO:(127)

VACCARI GUERRINO.(128)

A Modena viene prelevato dalla sua abitazione il brigadiere della Milizia Ferroviaria di cinquantatré anni:

PAPARELLA ROCCO.(129)

Da indagini effettuate dai suoi familiari, sembra sia stato ucciso nella zona di Ganaceto. La sua salma non venne mai ritrovata.

 SABATO 26 MAGGIO 1945

 Feroci esecuzioni a Concordia: padre e figlio vengono bestialmente assassinati: il padre era milite della GNR:

ARTIOLI LUIGI,(130)

e il figlio, probabilmente, nell'intento di difendere il genitore, subì la stessa sorte:

ARTIOLI ALBERIGIO.(131)

Assieme a questi venne ucciso il cinquantunenne:

GAVIOLI RENATO.(132)

A Castelfranco Emilia, ennesima esecuzione ai danni di un religioso, che come negli altri casi , non viene ricordato dalla storiografia resistenziale, che è sempre andata a senso unico ricordando la partecipazione della Chiesa alla guerra civile ma non i preti massacrati dai partigiani.

TAROZZI DON GIUSEPPE.(133)

Era parroco di Riolo di Castelfranco Emilia e venne prelevato e soppresso, da otto partigiani comunisti a scopo di rapina. Gli autori furono anche denunciati all'autorità giudiziaria. La salma di questo sacerdote non venne mai ritrovata e si ritiene sia stata bruciata in una fornace.(134)

 DOMENICA 27 MAGGIO 1945

 A Medolla si verifica una delle più spietate ed efferate rappresaglie del dopoguerra. Il Maresciallo della GNR:

GRECO GIORGIO ANGELO,(135)

di quarantotto anni, viene barbaramente trucidato assieme ai suoi giovani figli: l'ausiliaria ventitreenne:

GRECO EVA,(136)

ed il giovanissimo figlio di diciassette anni:

GRECO SANTINO.(137)

Questo orrendo crimine, emblematico per la volontà comunista di far scomparire intere famiglie accusate di fascismo, dimostra il disegno precostituito per la totale eliminazione fisica dei fascisti: una vera e propria strage etnica. La povera madre e moglie, di questa famiglia così tragicamente decimata chiese ripetute volte, a coloro che ben sapeva essere gli esecutori materiali degli omicidi, dove fossero stati sepolti i suoi familiari, ma venne sempre beffeggiata.

Assieme ai tre Greco e sempre a Medolla vennero uccisi i fascisti:

GEMMI PASQUALE,(138)

NERI RENATO.(139)

 LUNEDI 28 MAGGIO 1945

 A Mirandola viene ucciso tale:

CALEFFI DARIO.(140)

A Zocca vennero raggiunti dalla "giustizia partigiana" in una proditoria ed efferata aggressione, due coniugi: l' ex Podestà di Zocca, di sessantacinque anni:

CHECCHI LUIGI,(141)

e la moglie di cinquantotto anni:

CHECCHI BENEDETTI ANTONIA.(142)

 MARTEDI 29 MAGGIO 1945

 Siamo ancora nella zona di Mirandola: viene ucciso tale.

MELETTI GIORGIO.(143)

A Castelvetro è la volta del venticinquenne:

BURSI EGIDIO.(144)

Ancora nella zona del "triangolo della morte", a Castelfranco vengono uccise due persone si trattava di:

CAVALLOTTI LUIGI,(145)

di sessanta anni e di:

BAROZZI UMBERTO(146)

A Villa Freto viene ucciso il fascista:

MORANDI LEOPOLDO(146BIS)

era stato prelevato presso l'Istituto San Filippo Neri di Modena.

 MERCOLEDI 30 MAGGIO 1945

 In Comune di Modena  nel fondo Panini, sito in stradello Orsi, viene rinvenuto il cadavere di un:

IGNOTO,(147)

in avanzato stato di decomposizione; era vestito da Ufficiale della GNR con camicia nera, pantaloni grigioverdi e stivali di cuoio.

 GIOVEDI 31 MAGGIO 1945

 In questa data elenchiamo quei fascisti, o presunti tali, uccisi nel mese di Maggio e dei quali non si è mai conosciuta con esattezza la data del decesso.

A Castelfranco Emilia vengono uccisi:

ZANASI VITTORINO,(148)

POLIDORI MARIO,(149)

oltre a 

OTTO IGNOTI.(150)

A Codevigo, in Provincia di Padova, restava ucciso il Capitano della GNR di Carpi:

FORTI MASSIMO,(151)

a Concordia veniva ucciso:

CREMA ANTONIO.(152)

Nella zona di Ravarino si dovevano contare altri caduti:

SETTE IGNOTI.(153)

Ancora nella zona di Castelfranco Emilia venivano uccisi:

LANDINI VITO.(154)

GANDOLFI LUIGI (154bis)

MANZONI ITALO (154ter)

 NOTE

 1    cfr. Elenco caduti della RSI n. 518.

1bis cfr. "Martirologio" pag. 127

2    ibidem n. 206

3    cfr. elenco caduti inumati nel sacrario di San Cataldo.

4    cfr. lettera del Comune di San Felice sul Panaro del 3.2.1956.

5    cfr. elenco caduti del Battaglione "Mussolini"

6    cfr. G. Fantozzi: "Vittime dell'odio" pag. 91

7    cfr. G. Pisanò: "Gli ultimi in grigioverde", Vol. 4° pag. 2099. - "Martirologio" colloca questa uccisione al 3/5/44

8    cfr. elenco caduti n. 49.

9    ibidem n. 55

10   ibidem n. 717

11   cfr. lettera del Comune di Mirandola del 16.1.1956 prot. 126

12   cfr. elenco caduti n. 462

13   ibidem n. 451

14   cfr. lettera del Comune di Nonantola del 23.1.1956 prot. 186

15   cfr. elenco caduti n. 679

16   ibidem n. 309

17   cfr. lettera agli atti dell'archivio dell'Ass. Naz. Cad. e dispersi della RSI di Modena e inserita anche nel volume di Don A. Scarpellini: "Lettere dei condannati a morte della RSI". pag. 193

18   cfr. elenco caduti

19-20-21   cfr. in elenco caduti ignoti in detto Archivio, tratto dai verbali dei CC della nostra città.

22   cfr. elenco caduti n. 654

23   ibidem n. 460

24   cfr. ESGC.Pi e anche in : F. Fantozzi, op. cit. pag. 153

25   cfr. elenco caduti RSI n. 784

26   ibidem n. 785

27   ibidem n. 423

28   ibidem n. 515

29   ibidem n. 203

30   ibidem n. 421

31   cfr. lettera del Comune di Mirandola del 16.1.56

32 -38  ibidem

39 cfr. "Martirologio" pag. 119

39a   cfr. elenco caduti n. 76

40   ibidem n.77

41   ibidem n. 653; anche in : R. Lazzero; "Le SS italiane", pag. 370

42   ibidem n. 273

43   ibidem n. 725

44   cfr. elenco caduti inumati nel Sacrario di San Cataldo.

45   cfr. elenco caduti n. 349

46   cfr. elenco caduti ignoti in Archivio Ass. Cad. RSI

46 - 47  ibidem

48   cfr. articolo di F. Focherini in: "A1", mensile, luglio 1983

49   cfr. elenco caduti n. 228

49bis cfr. Martirologio pag. 112.

50   cfr. elenco caduti inumati nel sacrario di San Cataldo.

51   cfr. lettera del Comune di Medolla del 16.1.1956 prot. 42.

52   cfr. lettera del Comune di Castelfranco, cit.

53   cfr. elenco caduti n. 112

54   ibidem n.826

55   ibidem n. 638

56 - 57 cfr. testimonianza del Dott. Enzo Rebucci.

58   cfr. elenco caduti n. 483

59   ibidem n. 510

60   cfr. lettera del Comune di Sassuolo del 30.1.1956 prot. 563.

61   cfr. elenco caduti n. 616

62   ibidem n. 137

63 - 64   cfr. lettera del Comune di Castelfranco. cit.

65   cfr. elenco caduti n. 512

65bis cfr. V. Martinelli: "La corriera fantasma", pag. 146

66   cfr. ESGC.Pi

67   cfr. elenco caduti n. 326

68   ibidem n.327

69   ibidem n. 688

70   ibidem n. 52

71   cfr. elenco caduti ignoti

71bis cfr. Fantozzi, op. cit. pag. 168

72   cfr. elenco caduti n. 635

73   cfr. lettera del Comune di Zocca del 28.1.1956 prot. 231

74   ESGC.Mo

75   cfr. elenco caduti RSI n. 700

76   ibidem n. 664

77   cfr. ESGC.Mo e F. Fantozzi, op. cit. pag. 82

78   cfr. elenco caduti n. 825

79   ibidem n. 446

80   ibidem n. 555

81 a 102 cfr. G. Pisanò, in op. cit. Vol. 3° pag. 1836; A. Scarpellini, op. cit. pag. 252-255;V. Martinelli, op.

103  cfr. "La seconda liberazione in Emilia" opuscolo edito nel 1949 a cura della segreteria region. della DC.

104   cfr. elenco caduti n. 352

104bis cfr. Martirologio pag. 117

104tris cfr. Albo d'oro A.U. della GNR

104/4 cfr. F. Fantozzi op. cit. pag. 165

185   cfr. elenco caduti n. 274

106   ibidem n. 117

107   ibidem n. 345

108   cfr. elenco caduti ignoti della RSI, dai verbali dei CC.

109   cfr. lettera del Comune di Vignola del 3.2.1956 prot. 407

110   cfr. lettera del Comune di Castelfranco cit.

111   cfr. elenco caduti n. 216

112   ibidem n. 30

113   cfr. elenco sconosciuti appartenenti alla RSI

114   cfr. elenco caduti n. 38

115   ibidem n. 230

116   ibidem n. 250

117-118   ibidem n. 317

119   ibidem n. 667

120   cfr. lettera del Comune di Zocca del 28.1.1956 prot. 231

121   cfr. lettera del Comune di Castelfranco cit.

122   cfr. V. Martinelli, op. cit.

123   cfr. elenco caduti n. 488

124   cfr. G. Pisanò op. cit.

125   cfr. lettera del Comune di Zocca, cit.

126   cfr. F. Fantozzi, op. cit. pag.59

126bis cfr. "Martirologio" pag. 131

127   cfr. elenco caduti n. 773

128   ibidem n. 771

129   ibidem n. 569

130   ibidem n. 25

131   ibidem n. 21

132   ibidem n. 237

133   cfr. ESGC.Pi

134   cfr. G. Pisano op. cit.

135   cfr. elenco caduti n. 367

136   ibidem n. 368

137   ibidem n. 369

138   ibidem n. 341

139   ibidem n. 541

140   cfr. ESGC.Pi

141   cfr. lettera del Comune di Zocca cit.

142   ibidem

143   cfr. ESGC.Pi

144   cfr. ESGC.Mo

145   cfr. elenco caduti n. 208 e lettera del Comune di Castelfranco, cit.

146   cfr. elenco caduti n. 59

146bis cfr. F. Fantozzi, op. cit. pag. 162

147    cfr. elenco sconosciuti in Arch. Ass. Cad.

148   cfr. ESGC.Pi e F. Fantozzi, op. cit. pag. 82

149   ibidem

150   cfr. elenco sconosciuti

151   cfr. elenco caduti n. 310

152   cfr. ESGC.Pi

153   cfr. elenco sconosciuti

154   cfr. F. Fantozzi, op. cit. pag. 82

154bis cfr. "Martirologio" pag. 139

154ter ibidem

 

Beltrami Alfredo

Beltrami Arnaldo

La giovane ausiliaria di Castelfranco Emilia, Forlani Barbara, uccisa dai partigiani

 

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