Giugno 1944

GUERRA CIVILE NEL MODENESE

 

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  Giugno 1944

GIOVEDI 1 GIUGNO 1944

 Sono molti i giovani modenesi che sul fronte per la difesa di Roma si distinguono per l'eroismo nella lotta accanita tendente ad arginare, assieme alle forze tedesche, lo strapotere degli eserciti anglo-americani che oramai è alle porte di Roma. Sono diventate leggendarie le gesta dei reparti della X° Mas che si sono battuti sul quel fronte, con alla testa i battaglioni "Folgore" e "Nembo".

A distanza di tantissimi anni, finalmente nel Marzo 1993 è stato possibile erigere un monumento in onore di quei valorosi caduti italiani. E' il primo monumento eretto, dal termine della guerra, a soldati della Repubblica Sociale Italiana.

 VENERDI 2 GIUGNO 1944

 La pressione anglo-americana si fa sempre più consistente su tutti i fronti e in particolare su quello italiano. Si ha la sensazione che la guerra stia per finire; i bandi di chiamata alle armi della RSI, subiscono, in questo periodo, un duro colpo; si evidenzia un netto rallentamento nella presentazione dei giovani di leva; sull'altro versante, al contrario si avviano verso la montagna un buon numero di richiamati alle armi e molti di quelli che erano rimasti sempre nascosti. E' il momento in cui s’ingrossano le file partigiane, che come abbiamo visto, sino a questi giorni non erano molto folte. Senz'altro il movente della maggioranza di questi giovani che scelsero di avvicinarsi ai "ribelli", fu quello di sottrarsi ai bandi della RSI, ma fu sostanzialmente un "movente egoistico"(1) che spinse buona parte di questi, a sentire il "fascino" della partecipazione alla lotta partigiana. Se non ci fosse stata la sensazione della fine imminente della guerra, che sembrava dovesse durare non oltre la fine dell’estate, la partecipazione alle formazioni partigiane sarebbe stata, fuor da ogni dubbio, molto più ridotta.(2)

Era la corsa verso il probabile vincitore che naturalmente assumerà aspetti più vistosi nella primavera del 1945.

 SABATO 3 GIUGNO 1944

 A Modena, alla periferia della città, in un’imboscata partigiana è ucciso l'Allievo Ufficiale della GNR, residente a Bracciano:

MILANI GIOVANNI(3). 

 DOMENICA 4 GIUGNO 1944

 I partigiani si scatenano ancor più nella caccia al fascista e l'euforia che è loro data dalle notizie che arrivano dal fronte permette di lanciarsi in "ardite azioni di guerra" come quella che vedremo a seguire e dove vi trovarono la morte due anziani coniugi di Gombola di Montefiorino:

MARTINI ERCOLE,(4)

MARTINI GUALTIERI ALDINA.(5)

Così è raccontato l'episodio dalla storiografia antifascista:

 "Alle ore 3, in frazione Gusciola del Comune di Montefiorino, un gruppo di ribelli armati, aggrediva l'abitazione del fascista Martini Ercole d’anni sessantacinque, il quale animosamente apriva il fuoco per difendersi. I ribelli incendiarono allora la casa nelle cui rovine scompariva la moglie del Martini, Martini Gualtieri Aldina, mentre questi riusciva a fuggire. Nel pomeriggio dello stesso giorno, il Martini in preda a crisi nervosa, veniva rintracciato dai ribelli in una vicina casa colonica e catturato dagli stessi, che si allontanavano con lui per ignota destinazione, depredandolo anche di due vacche".(6)

 Naturalmente per il poveretto non vi fu via di scampo e venne immediatamente trucidato dai partigiani.

Nella bassa modenese, precisamente a Concordia, tiene, in questo giorno, un applaudito discorso Padre Eusebio(7), uno dei più noti religiosi che aderirono alla RSI.

Le truppe angloamericane, con alla testa il Generale Mark Wayne Clark, entrano in Roma, mentre i reparti tedeschi e fascisti ripiegano ordinatamente a Nord della città.

In questa circostanza il Capo dello Stato della Repubblica Sociale Italiana, Benito Mussolini, indirizza agli italiani il seguente messaggio:

 "Italiani! Gli invasori angloamericani, cui l'infame tradimento monarchico aprì in Sicilia e a Salerno le porte della Patria, sono entrati a Roma.

La notizia vi turberà profondamente come addolora ognuno di noi. Non intendiamo ricorrendo a facili motivi di propaganda attenuare la portata dell'evento e nemmeno sottolineare il ritardo con cui si è compiuto in rapporto alle insolenti previsioni della vigilia. I soldati del Reich hanno conteso passo a passo , con un eroismo che rimarrà imperituro nella memoria dei popoli, ogni lembo del territorio italiano."

 LUNEDI 5 GIUGNO 1944

 Padre Eusebio, dopo il discorso di Concordia, tiene un altra applaudita ed affollata conferenza a Finale Emilia.

MARTEDI 6 GIUGNO 1944

 Si susseguono gli attentati partigiani contro linee telefoniche, telegrafiche e contro le linee ferroviarie; una pattuglia di questi prende di mira un gruppetto di dieci civili che erano di sorveglianza alla linea dei telefoni Carpi-Ravarino, costringendoli a segare i pali e a tagliare i fili del telefono. A seguito di quest’attentato i tedeschi attuarono il primo rastrellamento di Soliera.(8)

Vennero perquisite case, gli uomini furono radunati sulla piazza del Paese ed alcuni portati al campo di concentramento di Fossoli.

Con queste azioni si otteneva il doppio risultato; s’intimorivano le popolazioni e si provocava la reazione tedesca che, attraverso i rastrellamenti e le rappresaglie, accrescevano la spirale dell'odio.

Dopo una lunga preparazione, le forze angloamericane attaccano il cuore dell'Europa: con uno schieramento d’uomini, mezzi aerei e navali, mai visto in tutta la storia dell'uomo, sbarcano in Normandia; le forze dell'Asse sono ormai strette in una morsa micidiale, ma la resistenza tedesca è ugualmente tenace e contende metro per metro l'avanzata "alleata", con la speranza che l'industria germanica, pur costretta a lavorare sotto pesantissimi bombardamenti aerei, possa immettere sui vari fronti le famose "armi segrete" che si stavano mettendo a punto, ma che non fecero in tempo a ribaltare le sorti del conflitto, come ancora in questi mesi del 1944, moltissimi ancora speravano e ancor più credevano.

 MERCOLEDI 7 GIUGNO 1944

 In concomitanza con lo sbarco alleato in Normandia e con la conquista di Roma, il Generale Alexander lancia, un messaggio che ordina ai partigiani italiani di entrare in azione. Aumentano così, su sobillazione degli eserciti stranieri, le uccisioni, gli agguati, le imboscate ai tedeschi ed ai fascisti. La nostra Provincia subirà pesantemente l'incrudelirsi della guerra civile; vi è immediatamente una proliferazione vertiginosa d’uccisioni da entrambe le partì, ma quello che ha reso veramente drammatica quella terribile guerra interna è stato il coinvolgimento, nelle uccisioni indiscriminate, nelle rappresaglie, nei micidiali mitragliamenti e bombardamenti aerei, di tutta la popolazione civile.

 GIOVEDI 8 GIUGNO 1944

 A Ca’ Beneventi, nei pressi di Lama Mocogno, i partigiani prelevano dalla sua abitazione e poi uccidono sul Monte di Pianorso, il ventisettenne:

BERTONI PARIDE.(9)

Il fratello Erio era stato ucciso nel mese di Gennaio. Testimonianze oculari riferirono che il Bertoni, nel percorso dal luogo del prelievo a quello dell'esecuzione, lungo la mulattiera, Montalacà-Ronco-Molino del Grillo, venne continuamente bastonato tanto che le sue urla si sentivano in tutta la zona.(10)

A Prignano veniva nuovamente attaccata, alle ore 1 da un gruppo di 50 ribelli armati, la Caserma del distaccamento della GNR, composto di pochi uomini; dopo uno scambio a fuoco durato circa tre ore, con bombe a mano e mitragliatori, gli attaccanti desistevano dall'azione, allontanandosi senza aver subito nè recato, perdite umane.(11)

 VENERDI 9 GIUGNO 1944

 Anche in pianura qualche presidio fascista viene attaccato dai partigiani, ma con minor frequenza e minore intensità, almeno sino a questi giorni: a Novi di Modena, alcuni militi vennero colti nel sonno e senza possibilità di difendersi, furono disarmati.(12)

A Lama Mocogno resta ucciso il milite della GNR:

NARDINI VASCO(12BIS)

 SABATO 10 GIUGNO 1944

 A Serramazzoni, un gruppo di partigiani attacca la casa del fascio locale: vengono disarmati alcuni militi e carabinieri e bruciati alcuni gagliardetti; dopo aver spadroneggiato per il paese per un certo tempo, all'arrivo di una pattuglia tedesca e dopo una breve sparatoria si dileguarono.(13)

A Villa Minozzo viene ucciso il civile fascista:

LARI ERMETE,(14)

al quale, secondo alcune testimonianze, venne staccata la testa con una falce. Secondo testimonianze antifasciste , l'episodio ebbe questo svolgimento:

 "Fu catturato un commerciante di Sassuolo, Ermete Lari detto "Timoun". Si diceva che costui, quando Rossi a Monchio, gli aveva preso alcuni maiali, avesse pronunciato parole di minaccia e di vendetta. Fù accusato di essere una spia dei fascisti e dopo un sommario interrogatorio fù condannato a morte. Alcuni uomini di Claudio( il partigiano E. Gorrieri, n.d.r.) assistettero in quella occasione ad una scena sconcertante: l'interrogatorio del Lari, era frequentemente interrotto da un giovanissimo partigiano, che protestava per quelle lungaggini e manifestava la sua impazienza di uccidere personalmente il prigioniero. Egli fu ben presto soddisfatto. Il Lari fu costretto a scavarsi la fossa in un boschetto vicino e, senza neppur riuscire a finire di fumare una sigaretta, fu ucciso dal ragazzo senza il plotone di esecuzione. Il condannato tenne un contegno dignitoso e sereno. Il ragazzo per ogni prigioniero che uccideva, incideva una tacca nella cinghia dei pantaloni. Veniva chiamato "il boia". Indubbiamente data la sua giovane età, la responsabilità non era tanto sua, quanto del clima di violenza alimentato o tollerato dal movimento partigiano.

In quegli stessi giorni fu ucciso anche un certo , Marzocchini Ambrogio che aveva disertato, e, rientrato al suo paese Romanoro, aveva consegnato la rivoltella ai partigiani locali".(15)

 DOMENICA 11 GIUGNO 1944

Sulla strada Nazionale per Carpi, in un agguato partigiano viene ucciso il milite della GNR, di trentadue anni:

FURONI UGO,(16)

abitava a Modena in Via Emilia Ovest 614.

  LUNEDI 12 GIUGNO 1944

  A Rovereto di Novi viene ucciso il fascista:

MEDOLLI FILIPPO;(17)

ne troviamo testimonianza, attraverso un’interpretazione deformata e faziosa, nella stessa storiografia partigiana:

 "Un presidio di fascisti repubblicani era di stanza nella torre dell'essicatoio della tenuta "Delfina" presso Rovereto, di proprietà di un agrario fascista. La sera del 12 Giugno vi fu dato l'assalto da dodici gappisti al comando di "Aristide", che sorpresero i fascisti in azione, senza colpo ferire, li disarmarono. Nel corso dell'azione pagò con la vita i suoi delitti il guardiano della tenuta, Filippo Medolli, un fascista prepotente, colpevole di criminalità compiute prima nel bolognese ed ora nel carpigiano. Girava abitualmente armato di mitra e pistola; quella sera, accortosi di ciò che stava accadendo accorre verso l'abitazione dell'agrario e, all'alto là datogli da uno dei gappisti rispose sparando una raffica che non colpì nessuno. Fù lui a rimanere freddato da una più precisa raffica partigiana. Dalla parte dei patrioti cadde, mortalmente ferito da una revolverata del figlio del guardiano, il gappista Euro Lugli, un genovese sfollato a Rovereto."(18)

 MARTEDI 13 GIUGNO 1944

 Attacco partigiano a Sestola; il commissario prefettizio, così telegrafava alla Federazione Fascista:

 "Questa notte ore 1, partigiani invadevano capoluogo, visitando varie case di privati. Accedevano Casa Fascio arrecando danni. Stessa ora magazzini ammasso Casine veniva asportato quintali 140 di grano. Popolazione allarmatissima et tumultuosa. Urge provvedere."(19)

In località imprecisata, viene ucciso il fascista o presunto tale, di Campogalliano e di ventuno anni:

MALAGOLI FERNANDO.(20)

Mentre a Carpinello, in Provincia di Forlì rimaneva ucciso il modenese di Camposanto, vice brigadiere della GNR, di trentatré anni:

BERGAMINI ILDO.(21)

 MERCOLEDI 14 GIUGNO 1944

 Nella zona di Carpi rimane ucciso tale:

LUGLI LODOVICO.(22)

A San Cesario sul Panaro i fascisti fucilano due fratelli partigiani.(23)

 GIOVEDI 15 GIUGNO 1944

 Dalla storiografia partigiana stralciamo un altra delle ardite imprese del partigiano Nello, le cui forze costituivano una brigata della 3° Divisione partigiana e che avevano preso parte a molte azioni volute e guidate dal partigiano "Davide", emissario del Partito comunista:

 "Uno dei fatti più clamorosi fu l'uccisione di 15 agenti della polizia ausiliaria che avevano disertato e che muniti di una lettera del CLN di Modena, si erano presentati al Comando di Nello per arruolarsi nei partigiani. Delle violenze e delle crudeltà compiute nel territorio sotto il controllo delle formazioni di Nello si parla ancora con raccapriccio in tutta la zona."(24)

 Questi quindici agenti sono poi stati inseriti nell'elenco dei caduti partigiani tra quelli: "caduti in combattimento a Montemolino".(25)

Si trattava delle seguenti persone:

 Viaciano Enrico, di Napoli

Varagnoli Livio di Vignola

Tripoli Tullio, di Castelfranco

Quadrelli Riccardo, di Castellarano,

Piana Luigi, di Ovada,

Moscardini Silvio di Manzolino

Montorri Nando di Vignola

Gozzi Guerino, di Veggia,

Giubbolini Angelo di Veggia,

Germiniani Angiolino di Modena,

Del Bue Raffaele di Sassuolo,

Castellari Alessandro di Castellarano,

Cassanelli Aderigo di Vignola

Casari Giuseppe di Sassuolo,

Campeggi Emilio di Bologna.

A Modena perdeva la vita il sottotenente dell'Aereonautica Repubblicana:

MORETTIN FAUSTO.(26)

A San Damaso di Modena veniva fucilato un partigiano.(27)

 VENERDI 16 GIUGNO 1944

 I vari presidi fascisti dell'alta valle del Dolo e del Dragone, che in quest'ultimo periodo avevano subito ripetutamente gli attacchi partigiani ricevono l'ordine, dai Comandi militari, di sgomberare dai loro distaccamenti e di concentrarsi nei centri più grossi del Frignano, sulla Via Giardini e particolarmente a Pievepelago e Pavullo. Rimane così sguarnita tutta la zona, se si esclude il presidio di Montefiorino che era in procinto di abbandonare quel Comune e dal quale già una buona parte dei fascisti se ne era allontanato.

Si sta dunque delineando il disegno prestabilito di creare una zona sgombra per far sì che le formazioni partigiane possano concentrarsi in quella, nel maggior numero possibile, per avere la possibilità, in un secondo tempo, di accerchiarle creando una vera e propria sacca nella quale poter intervenire con maggior numero di uomini e di mezzi e tentare di dare al movimento partigiano e alle bande dei "ribelli" di quelle zone, visto che i piccoli presidi locali ben poco potevano fare contro forze numericamente preponderanti, una spallata consistente e definitiva.

 SABATO 17 GIUGNO 1944

 Hanno inizio così le tragiche vicende di Montefiorino. Nell'attacco alla Rocca, come abbiamo visto nella disamina della parte storiografica, i partigiani passano all'offensiva in una zona ormai completamente sgomberata; e qui viene ucciso il primo dei militi fascisti della GNR:

MATTEI DOMENICO,(28)

che era residente in quel piccolo centro.

Intanto a Sestola, si ripete un altra azione partigiana: in una lettera del commissario prefettizio al Comandante della Caserma , Efrem Reatto, per giustificare il ritardo nel rientro dalla licenza del soldato Galli Gualtiero, così veniva riferito:

 "il 17 Giugno, nelle ore pomeridiane questo paese fù invaso da bande di ribelli armati che per più giorni bivaccarono nel Comune".(29)

 Non vi sono, però, altre fonti che confermino questa ulteriore occupazione di Sestola; le relazioni partigiane della "Divisione Modena" non ne parlano. Potrebbe pertanto riferirsi ai fatti accaduti giorni prima. Unica notizia, imprecisa, viene da una fonte scritta dal Parroco di Montecreto, che così riferisce:

 "I partigiani sono sempre quì intorno: hanno ieri tosato un altra donna repubblicana; con botte riducevano in fin di vita il vice-reggente, dato che il reggente è stato ucciso."(30)

 DOMENICA 18 GIUGNO 1944

 Prosegue l'avanzata alleata nel Centro Italia; Perugia e Ancona vengono conquistate, mentre le truppe tedesche si ritirano ordinatamente con il preciso intendimento di andare ad attestarsi sulla linea degli Appennini.

 LUNEDI 19 GIUGNO 1944

 In seguito al crollo della porta dei Principi del Duomo di Modena, a causa dell'incursione aerea del 13 Maggio, vennero scoperte due salme mummificate. Si trattava, per una di queste, del Vicario del celebre Cardinal Morone, certo Domenico Sinibaldo: il capitolo Metropolitano chiariva, in una lettera al Podestà che non essendo mai stato questi, Vescovo della città, non poteva essere tumulato nella cripta del Duomo, ma al cimitero di San Cataldo.(31)

 MARTEDI 20 GIUGNO 1944

 A Fanano, in un’imboscata partigiana, cadono due giovani di quelle contrade: il ventitreenne:

CORSINI LUCIO,(32)

ed il ventinovenne:

MONARI BRUNO.(33)

 MERCOLEDI 21 GIUGNO 1944

 Una formazione partigiana che si ritiene capeggiata, secondo la storiografia antifascista, da un certo Bruno Scaglioni, detto "Moro", compie un incursione notturna a Zocca. Vennero prelevati e subito uccisi sei fascisti e precisamente: il Segretario Comunale di quel centro, di trentanove anni:

MEZZACAPPA DOMENICO,(34)

l'impiegato di quarantuno anni:

PISTONI MIRKO,(35)

il muratore di trentasette anni:

BRASCAGLIA PRIMO,(36)

un fascista originario di Mirandola:

IGNOTO,(37)

un altro fascista originario di Milano:

IGNOTO,(38)

ed il sesto, del quale non si conosce nemmeno il luogo di provenienza, ed anch'egli:

IGNOTO.(39)

Anche di questo episodio, malgrado vi siano tante testimonianze di parte fascista e dei familiari delle vittime, preferiamo citare quelle provenienti da parte antifascista:

 "Il 21 Giugno, alle ore 1,30, in Comune di Zocca, un gruppo di circa 100 ribelli armati riuscirono a penetrare nella caserma di quel distaccamento della GNR e ne disarmarono i componenti catturandoli tutti meno il Comandante e due militi scelti. Catturarono pure il reggente del Fascio locale, signor Mezzacappa Domenico e dopo aver commesso una rapina di L. 45.000 in danno del B.S.G. e di L. 10.000 in danno di un privato, si allontanarono portando via gli ostaggi che la mattina successiva venivano rinvenuti uccisi e denudati in località Montalto di Zocca."(40)

 Anche il Parroco di Zocca, Don Giovanni Bagnaroli, nel suo diario precisa queste notizie, dando le generalità dei caduti riconosciuti, precisando ulteriormente che i cadaveri vennero trovati sul Monte Balgaro, fra Montalto e Villa d'Aiano.(41)

 GIOVEDI 22 GIUGNO 1944

 A poco più di un mese dal secondo terrificante bombardamento angloamericano sulla nostra città, si rifecero sentire, con il loro micidiale carico di bombe, le formazioni delle "fortezze volanti".

In questa terza incursione sulla città di Modena, venne duramente colpita la zona nord-ovest, in particolare tutta la fascia attorno alle Ferrovie dello Stato, dalla zona della Sacca sino a San Cataldo; parecchi stabilimenti industriali, zone residenziali e quartieri popolari andarono completamente distrutti. Gravissimi danni subirono: lo stadio Comunale, la Manifattura Tabacchi e le scuole Campori. Moltissimi furono i danni, ma fortunatamente pochi i morti in quanto moltissimi modenesi, dopo l'ultima incursione avevano abbandonato la città.(42)

VENERDI 23 GIUGNO 1944

 Nella zona di Pavullo, in uno scontro con formazioni partigiane, trova la morte il milite della Gnr di ventisei anni:

RICCI VITTORIO.(43)

A Sassuolo, i fascisti fucilano un partigiano di Castellarano.(44)

 SABATO 24 GIUGNO 1944

 Attentato gappista a Fossoli, nel carpigiano, contro un treno militare tedesco: due vetture deragliano e due militari tedeschi vi perdono la vita, cinque rimangono gravemente feriti.(45)

A seguito di questo attentato verranno fucilati dai tedeschi, sei ostaggi.(46)

 DOMENICA 25 GIUGNO 1944

 Sulla Via Giardini, nei pressi di S. Andrea Pelago e precisamente in località Cerretta, i partigiani compiono un imboscata contro una macchina tedesca che viene incendiata e ne viene ucciso l'autista.(47)

A Marano sul Panaro viene fucilato un partigiano.(48)

 LUNEDI 26 GIUGNO 1944

 Ulteriore attentato partigiano in località Cerretta, nei pressi di S. Andrea Pelago, dove ieri si era verificato un primo attentato. Rimane ferito un altro militare tedesco.

A Bologna, ma non in rapporto a questi attentati, quattro giovani modenesi ritenuti partigiani e trattenuti in quelle carceri, vengono fucilati per ordine del Comando tedesco.(49)

 MARTEDI 27 GIUGNO 1944

 A Lama Mocogno viene prelevato dalla propria abitazione, da un gruppo di partigiani, e poi ucciso sul Monte di Mocogno, l'ex fascista di sessantadue anni:

AMADORI ANGELO.(50)

Nella zona di Pavullo due giovani partigiani vengono impiccati dai tedeschi.(51)

 MERCOLEDI 28 GIUGNO 1944

 A Palagano, viene prelevato dal proprio ufficio per essere poi ucciso sul Monte Spino di Palagano, l'aiutante della GNR di cinquantaquattro anni:

BONACCI MARIO.(52)

La serie di agguati e di imboscate partigiane nella zona tra Pievepelago e Piandelagotti, produce una violenta reazione tedesca:

 "Un contingente di truppe (si parla di 200 uomini) con quattro civili ed altrettanti animali da soma, carichi di un pezzo di artiglieria e di numerosi proiettili è partito stamane all'alba da S. Andrea alla volta del Pontaccio per raggiungere Piandelagotti, dato che la Provinciale delle Radici è intransitabile. Giunti sul posto i nazisti hanno sparato alcuni colpi di cannone, quindi sono penetrati in paese, saccheggiando le case e accumulando un ricco bottino. I partigiani messi sull'avviso si sono dileguati. Cinque civili, fra cui un fanciullo dodicenne sono rimasti uccisi. Le altre persone sono state rastrellate e radunate sulla piazza per essere fucilate. Fra esse era l'arciprete Don Lino Messori, Mons. Adolfo Lunardi e un padre cappuccino. Le ha salvate, si dice, l'intervento di una donna tedesca, certa Lise, rifugiata lassù."(53)

 A Carpi  resta ucciso un Sergente del Raggruppamento Cacciatori degli Appennini rimasto:

IGNOTO (53bis)

GIOVEDI 29 GIUGNO 1944

 A Montefiorino, in quel centro che a guerra finita riceverà, artificiosamente e per una strumentalizzazione propagandistica che ancor oggi viene portata avanti con grande clamore, la denominazione altisonante di repubblica partigiana, il Comando del CLN, decreta la condanna a morte di un primo gruppo di fascisti. Le uccisioni, si succederanno in quel piccolo centro, ad un ritmo incredibilmente vertiginoso; si ha in questa piccola zona dell’Appennino modenese, la prima dimostrazione di quello che succederà poi, in tutta Italia, a guerra conclusa e cioè come viene amministrata la giustizia nelle zone conquistate dai comunisti e di come saranno trattati gli avversari politici e non solo quelli.

Del primo gruppo di "giustiziati" facevano parte:

 CORSINI ARMIDO,(54)

MICHELINI ENRICO,(55)

era di Medolla ed aveva ventuno anni:

LEVONI AVERARDO,(56)

di quarantotto anni:

POIERO GIACOMO,(57)

di anni ventisei;

PRATI FERRANTE,(58)

di anni trentadue, ed il quarantaquattrenne:

VENTURELLI SILVIO.(59)

VENERDI 30 GIUGNO 1944

 Proseguono le "eliminazioni" dei fascisti catturati dai partigiani a Montefiorino, attraverso delle sentenze farsa, propinate dai tribunali del popolo. Vengono fucilati i seguenti fascisti:

 CASALI LUIGI,(60)

aveva quarantadue anni ed era di Castellarano;

CASSANELLI ANTONIO,(60BIS)

di Sassuolo, di anni ventisei;

COLOMBARI PIETRO,(61)

di anni quarantaquattro;

FERRARI LEARDO,(62)

di anni ventuno residente a Serramazzoni;

FERRARI DARIO,(63)

di anni ventotto, da Modena;

FONTANA FEDERICO,(64)

di anni trentatré, da Frassinoro;

CATELANI ALFREDO,(65)

di anni ventisei, da Sassuolo;

PEDRIELLI GIAN BRUNO,(66)

di anni venticinque, da Carpi:

BELLI GIUSEPPE,(67)

di trentanove anni, da Sassuolo

MOTOLESE FRANCESCO,(68)

di trentasei anni, da Bari;

LANIA FRANCESCO,(69)

di venticinque anni, da Reggio Calabria;

SANNA.....(70)

del quale non si hanno altri dati.

Malgrado esistano numerose testimonianze fasciste anche su queste uccisioni, preferiamo riportare quelle che abbiamo trovato nella storiografia partigiana e che non possono essere accusate di faziosità ; sono quelle riportate da quella componente storiografica antifascista ma non comunista che cerca di scaricare le responsabilità delle efferatezze compiute dal movimento partigiano su di una sola parte. Ma vediamo come erano trattati i prigionieri fascisti:

 "Quando giunsi a Montefiorino trovai le carceri piene di tedeschi catturati, fra i quali un medico, sorvegliati tutti da una decina di prigionieri russi, liberati dai partigiani. Trovai pure imprigionati diversi civili. Le torture viste non si possono raccontare perché forse molti non mi crederebbero. Ragazzi strettamente legati ai polsi con corde e appesi in punta di piedi, all'inferriata delle finestre e lasciati in tale posizione fino a quando il raggrumato aveva loro paralizzata la circolazione del sangue e rese le mani nere. Venivano quindi slegati e colpiti duramente, sebbene inermi. Gente picchiata a sangue..Tutti i prigionieri e che erano oltre una trentina ogni giorno venivano maltrattati e percossi...Giuro che non mi fù possibile mai intervenire, e quella volta che lo feci mi sentii minacciare aspramente col pericolo di prendere il posto del prigioniero. Con questo mi fu chiusa definitivamente la bocca e divenni spettatore delle più tragiche scene che mai abbia potuto vedere nè immaginare e che mi auguro non abbiano mai più a ripetersi, neppure in misura ridotta".(71)

 Malgrado nei tribunali partigiani fossero presenti tutte le componenti del CLN, si cerca di scaricare le responsabilità delle torture e delle uccisioni dei prigionieri di Montefiorino, esclusivamente sul partigiano "Nello", affermando che, in fondo, tutto questo non era altro che una conseguenza delle direttive seguite dai comunisti nella lotta partigiana e che questo Nello(72), non era altro che l'esecutore impazzito di un orientamento che non era esclusivamente suo.(73)

Ma, come abbiamo detto, le esecuzioni decretate dal comando partigiano erano il risultato di un verdetto voluto da tutti i componenti del CLN.

Coloro che affermano, a distanza di anni, di non essere stati d'accordo con tali metodi, avrebbero ben fatto, allora, a distaccarsi da questi uomini assetati di sangue, ma dal momento in cui, malgrado certi distinguo, il discorso della lotta partigiana viene anche esaltato da queste componenti minoritarie, abbiano anch'esse il coraggio di accettare le brutture che mettono loro stessi in risalto.

A Pavullo nel Frignano, viene ucciso tale:

SALSI EMIDIO.(74)

A Fanano altra uccisione nei riguardi di tale:

PASQUALI CLELIO.(75)

A Fiumalbo veniva prelevato dalla propria abitazione e poi ucciso a Saviglioli di Lucca dove la salma venne recuperata tempo dopo, tale:

CIACCI ALBERTO.(76)

A Monaco di Baviera rimaneva ucciso, in circostanze non precisate, il modenese camicia nera scelta della GNR:

CAITI EZIO.(77)

Sempre sul tormentato Appennino modenese i tedeschi, dopo gli attentati dei giorni 25 e 26, effettuano una rappresaglia , impiccando in località Cerretta, dove avevano subito gli attentati, tre partigiani ed un ex appartenente alla GNR, tale Giuseppe Lamberti, degli altri si conosce solamente il nominativo di certo Pietro Fontanini di Fontanaluccia, gli altri due sono rimasti sconosciuti.

A Modena veniva fucilato un altro partigiano.(79)

 NOTE

 1    cfr. E. Gorrieri: "La Repubblica di Montefiorino" pag. 330

2    ibidem

3    cfr. Elenco caduti RSI inumati al Sacrario di San Cataldo.

4    cfr. lettera del parroco di Gusciola, Don Angelo Santi all'Ass. Cad. RSI di Modena, e in "Valanga Repubblicana" del 15.12.44

5    ibidem

6    cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 295

7    cfr. Gazzetta dell'Emilia del 5.6.1944

8    cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 331; notizia desunta dalla cronaca "Perdessi".

9    cfr. elenco caduti RSI.

10   cfr. E. Gorrieri op. cit. pag. 348

11   ibidem, pag. 295

12   cfr. M. Campana: "Assalti e battaglie delle formazioni Sap" pag. 41, e in E. Gorrieri op. cit. pag. 331.

12bis cfr. Martirologio, pag.105.

13   cfr. G. Silingardi: "I giorni del fascismo e dell'antifascismo"

14   cfr. elenco caduti RSI n. 400

15   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 299.

16   cfr. elenco caduti RSI n. 450

17   cfr. elenco Caduti.

18   cfr. M. Campana, op. cit.

19   cfr. E Gorrieri, op. cit.

20   cfr. elenco caduti.

21   cfr. lettera del Comune di Camposanto alla Ass. Cad. RSI in data 8 Marzo 1956.

22   cfr. lettera del Comune di Carpi all' Ass. Cad.

23   cfr. Rassegna ISR n.3 pag. 8: si trattava di: Artioli Ermes e Artioli Giuseppe.

24   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 347.

25   ibidem

26   cfr. elenco caduti RSI.

27   cfr. Rassegna ISR n. 3; si trattava di certo, Pietro Caselli.

28   cfr. lettera del parroco Don Renzo Nicioli all'Ass. Cad. RSI.

29   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag.299.

30   ibidem

31   cfr. Gazzetta dell'Emilia.

32   cfr. lettera del Comune di Sestola all'Ass. Cad. RSI in data 16 Gennaio 1956, prot. 56.

33   ibidem

34   cfr. lettera del Comune di Zocca alla Ass. Cad. RSI del 28.1.1956 pro. 231.

35   ibidem

36   ibidem

37   cfr. elenco caduti ignoti della RSI in Arch. Ass. Cad.

38   ibidem

39   ibidem

40   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 300.

41   ibidem

42   cfr. Gazzetta dell'Emilia, gg. 23-24 Giugno : i morti in questo bombardamento furono:

Cappi Ugo, De Bonis Stella, Gibertini Giuseppe e La Grassa Stefano.

43   cfr. lettera del Comune di Pavullo del 16.1.1956 prot. 1261.

44   cfr. Rassegna ISR n. 3; si trattava di tale Getto Fontana.

45   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 332.

46   cfr. Pacor-Casali: op. cit. e Rassegna ISR n. 3; i partigiani fucilati dai tedeschi furono: Galliani Roberto, Montanari Orlandino, Panteri Giuseppe, Pascale Vito, Diacci Rino e Miselli Ugo.

47   cfr. A. Galli: "Pievepelago" pag. 43.

48   cfr. ISR n. 3: si trattava di: Arnaldo Retelli.

49   ibidem: i partigiani fucilati: Ferrari Carlo, Giberti Aldo, Prandini Bruno e Campioli Carlo.

50   cfr. lettera del Comune di Lama Mocogno del 23.2.1956 prot. 325.

51   cfr. Rassegna ISR n. 3: vengono impiccati nella Rocca di Pavullo, dai tedeschi: Oreste Mezzacqui e Giuseppe Zambelli.

52   cfr. lettera del Comune di Lama Mocogno, cit.

53      cfr. A Galli, op. cit. pag. 46

       53bis cfr. "Martirologio" pag. 81

54   cfr. lettera del parroco della Chiesa di B. Loreto in Cristo Re di Montefiorino, Don Renzo Nicioli, del 21.5.1957, in risposta alla richiesta del 'Ass. cad. RSI,  che ha compilato un elenco delle persone uccise nella sua parrocchia. Per Michelini Enrico cfr. anche lettera del Comune di Medolla del 16.1.1956.

55   ibidem

56   ibidem

57   ibidem

58   ibidem

59   ibidem

60   ibidem

60bis cfr. Martirologio, pag. 101

61 a 70 cfr. lettera parroco cit., Elenco caduti RSI e Martirologio.

71   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 385; da una relazione del Dott. Pellegrino Dignatici, che come dice il Gorrieri, non può essere sospettato di anticomunismo pregiudiziale, poiché si presentò anche alle elezioni del 1964 nelle liste del PSIUP.

72   Questo partigiano, come abbiamo già visto, e che verra ucciso dai suoi stessi compagni a fine Luglio 1944, così veniva descritto nel diario di Suor Imelde Ranucci, (E. Gorrieri, op. cit. pag. 347):

"E' l'eroe ormai, qui, leggendario vincitore dei repubblicani nelle imboscate di Savoniero e del Mulino del Grillo. E' audace e coraggioso, ma lo dicono troppo sanguinario, o meglio incosciente del suo giudizio di condanna che infligge personalmente senza nulla indagare, a quasi tutti gli individui un pò sospetti che gli vengono presentati, dei quali egli, assolutamente, non si fida e senza alcun processo li fà fucilare e seppellire sotto un palmo di terra. Sul monte, a levante di Palagano, si contano a decine le vittime che giacciono in una fossa comune, o sotto un pioppo.

Molti saranno stati responsabili, ma parecchi risultano veramente innocenti".

73   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag.384.

74   cfr. ESGC.Mo

75   ibidem

76   cfr. Elenco caduti RSI n. 224.

77   ibidem n. 168.

78   cfr. A. Galli, op. cit. pag. 48

79   cfr. Rassegna ISR n. 3: si trattava del vignolese, Cavedoni Guido.

 

 

 

Mezzacappa Domenico

ucciso a Zocca il 21 Giugno 1944

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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