Febbraio 1944

GUERRA CIVILE NEL MODENESE

 

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 Febbraio 1944

 MARTEDI 1 FEBBRAIO 1944

 I fascisti modenesi non sono preparati alle azioni della guerriglia partigiana, attuano ben poche difese e si troveranno quasi sempre in grosse difficoltà ad arginare lo stillicidio di agguati e di imboscate dei partigiani, i quali potevano godere di un grosso vantaggio, cioè quello di potersi mascherare con molta facilità. I Fascisti, presi in una morsa micidiale, con i tedeschi che dopo il tradimento badogliano erano sempre più diffidenti, con l'assillo degli approvvigionamenti alle popolazioni, con la ricerca della pacificazione nazionale, con le preoccupazioni dell'ordine pubblico e con il desiderio di riportare l'Italia in una posizione di dignità internazionale, malgrado la guerra sul territorio patrio ed i continui e micidiali bombardamenti e mitragliamenti degli aerei anglo-americani, si videro, in più, colpire alle spalle da una parte, anche se ristretta, dei loro fratelli.

In questa grigia giornata invernale, un partigiano in bicicletta, approfittando della fitta nebbia, riuscì a lanciare, mentre transitava per Via Saragozza, una bomba a mano nell'ingresso della Caserma "Galluppi". Vi fù molto panico e confusione in tutto il quartiere, ma non si ebbero a lamentare nè vittime nè feriti.

Dopo lo sbarco americano ad Anzio e Nettuno, si sviluppano furiosi combattimenti attorno alle teste di ponte su tutto l'agro pontino.

 MERCOLEDI 2 FEBBRAIO 1944

 Nella frazione di Sestola, Rocchetta Sandri, viene catturato da pattuglie tedesche in perlustrazione nella zona, un prigioniero inglese, tale Hudgson William Bernard da Souterland (Inghilterra), evaso il 12 Settembre 1943 dal campo di concentramento di Fossoli; venne scoperto in un casolare disabitato.(1)

 GIOVEDI 3 FEBBRAIO 1944

 A quanto risulta, da gran parte delle pubblicazioni della storiografia resistenziale, la decisione di dare inizio ad una attività di sabotaggio e di attentati, venne presa dal Partito Comunista, alla fine del mese di Gennaio del 1944. Designati a compiere queste azioni terroristiche furono i GAP (Gruppi armati partigiani).

Costituita in piccoli gruppi di 4 o 5 elementi, ciascuna cellula era autonoma e non conosceva la consistenza e le formazioni delle altre. Si trovavano in case abbandonate o per strada e loro compito era quello di seminare il panico tra le truppe tedesche e fasciste e compiere atti di sabotaggio contro obbiettivi di vario genere.

Le difficoltà iniziali, per trovare gli uomini adatti a tali compiti, furono parecchie, difatti l'azione diretta contro l'uomo non era accettata da molti dei primi partigiani e la direzione strategica del partito comunista optò, nella fase iniziale, per gli attacchi a sorpresa a base di dinamite e di bombe a mano, che davano la possibilità di meglio facilmente sottrarsi ad eventuali risposte.

Artificiere di questi primi gruppi fù il modenese Emilio Pò.(2)

Quanto l'iniziativa comunista sia stata determinante nel condurre la lotta partigiana nel modo più dirompente possibile, non è ormai il caso di starne a discutere, malgrado i vari tentativi delle frange democristiane, socialiste, azioniste, di accreditarsi parte del "merito" della guerra civile, in modo particolare in questi ultimi anni, dato che così non succedeva negli anni '50 quando questi partiti prendevano le distanze dai partigiani rossi che, sistematicamente erano processati per delitti commessi particolarmente nel post "liberazione".

Nella sola Provincia di Modena oltre 600 persone furono processate per queste azioni, anche se, nella quasi totalità vennero assolte, favorite dalla legge che considerava "azioni di guerra" molti degli episodi più tragici e delle vendette commesse sino a due anni dopo il 25 Aprile.

La storiografia di parte comunista ha sempre accusato le altri parti politiche del CLN di attesismo, di paura o addirittura di "connivenza" con il "nemico", in quanto il loro modo di comportarsi concedeva, secondo le teorie comuniste, tempo e spazio ai nazifascisti di organizzarsi.

I comunisti insistevano e forzavano la mano agli altri per intervenire con immediatezza attraverso l'azione violenta, affinché si potessero creare sempre di più i presupposti per avvelenare gli animi e portare a tutti i costi il paese in una situazione di guerra civile congeniale alla visione comunista di presa del potere. sistema tipico operato in tanti paesi europei dai servi delle centrali moscovite.

 "Agire subito, in città, dove era possibile colpire con piccolissimi gruppi anche sommariamente organizzati e preparare così il terreno per l'adesione militare di quanti non accettavano la RSI ed avevano comunque bisogno di punti di riferimento."(3)

 E questo modo di sviluppare azioni terroristiche andava messo in atto al più presto possibile perché:

 "non va’ del resto dimenticato che nonostante le difficoltà e i contrasti interni.......il fascismo modenese, violento, non rispettato né amato finché si vuole, a livello esteriore sembrava potesse riprendere il controllo della situazione provinciale su tempi anche abbastanza brevi, tanto da non doversi preoccupare eccessivamente di crearsi alleanze neppure tra i ceti medi.... e di voler veramente applicare nei confronti di tutti, le nuove linee sociali e politiche."(4)

 La socializzazione non era, dunque, solamente un pretesto propagandistico, bensì una reale volontà del Governo Fascista e andava attuandosi con una certa rapidità e incontrava grandissimi favori specialmente negli strati popolari e nella classe operaia; bisognava pertanto distogliere queste forze vitali della nazione, impegnate in un processo di rinnovamento gigantesco, considerando il particolare momento nel quale venivano messe in atto; era dunque urgente, per i comunisti, sviluppare una vera e propria azione militare, appoggiata e finanziata dal capitalismo americano e messa in atto dalla manovalanza marxista, attraverso azioni di disturbo, attentati, imboscate ed omicidi dei fascisti più esposti ed alle truppe tedesche, dato che i comunisti ben sapevano quale sarebbe stata la reazione di questi ultimi nei confronti della guerriglia.

Fascisti e tedeschi sono cosi, se si può dire, rimasti intrappolati in questa spirale perversa, tanto da dover impegnare buona parte delle loro energie a fronteggiare, a prevenire, ma purtroppo sempre molto più spesso, a reprimere, le azioni di questi "patrioti" che volevano gettare a tutti costi l'Italia nel caos: ecco creata la lotta tra fratelli, la guerra civile!

 VENERDI 4 FEBBRAIO 1944

 A Rubbiano di Montefiorino, un gruppo di uomini armati si fà consegnare danaro, biancheria e generi alimentari dal negoziante di quel piccolo centro, Sesto Zanotti. Un altro furto viene compiuto nella casa di Bondi Arrigo. Partigiani o bande di delinquenti comuni che si facevano passare per partigiani?

Intanto il Ministro delle Forze Armate, Rodolfo Graziani, firma in questa data il decreto per la chiamata alle armi delle classi 1922-1923-1924. Ne riportiamo il testo.

  "1) - I militari dell'esercito - sottoufficiali e truppa - appartenenti alle classi 1922-1923 e primo quadrimestre 1924 sono richiamati alle armi.

Gli appartenenti alle predette classi idonei al servizio incondizionato (ex sedentario) che comunque alla data del presente manifesto non si trovino alle armi dovranno presentarsi nel periodo dal 15 Febbraio al 25 Febbraio al distretto militare nella cui circoscrizione è compreso il Comune di leva, come specificato nel successivo n.4. Coloro che per ragioni di residenza o di temporanea dimora non si trovino nella giurisdizione del proprio distretto di leva dovranno presentarsi invece al distretto più vicino.

2) - Non debbono rispondere alla seguente chiamata: a) i chierici ordinati in sacris o religiosi che abbiano emessi i voti che facciano domanda di esenzione con la prescritta attestazione della curia vescovile (art. 3 del Concordato cona Santa Sede reso esecutivo con legge 27 Maggio 1929 n.10)

b) gli studenti in teologia degli ultimi due anni di propedeutica alla teologia avviati al sacerdozio, novizi degli istituti religiosi nonchè i giovani che si trovino come allievi internati in istituti cattolici all'estero a compiere studi preparatori per le missioni, semprechè non abbiano oltrepassato il 26° anno di età alla data di inizio alla presente chiamata e producano domanda documentata.

c) coloro che alla data del presente manifesto prestino servizio nella Guardia Nazionale Repubblicana e nel corpo degli agenti di custodia delle carceri;

d) coloro comunque reclutati nei corpi militari tedeschi ;

e) gli ex cittadini italiani naturalizzati volontariamente stranieri;

f) gli assunti per servizio volontario dell'Ispettorato generale del lavoro antecedentemente alla data del 1° Febbraio 1944;

g) gli appartenenti al Sovrano Militare Ordine di Malta che documentino essere attualmente in servizio presso Ospedali o altri enti similari;

h) gli appartenenti alla CRI limitatamente a quelli addetti agli ospedali o enti militari purché già in servizio presso detti enti almeno da tre mesi dalla data del presente manifesto presso detta Amministrazione;

i) il personale dell'amministrazione ferroviaria purché in servizio da almeno tre mesi dalla data del presente manifesto presso detta Amministrazione;

l) i detenuti.

3) - Gli studenti universitari della Facoltà di Medicina e Chirurgia delle predette classi e precedenti che nell'anno accademico 1943-44 sono iscritti al 2° anno almeno della facoltà stessa sono dispensati dalla presente chiamata e lasciati in congedo provvisorio per continuazione studi. Dal provvedimento però sono esclusi i giovani iscritti a qualunque corso accademico che:

a) alla data del presente manifesto non abbiano sostenuto con esito favorevole almeno tre esami qualunque della facoltà di Medicina e Chirurgia;

b) siano provvisti di altro titolo accademico;

c) abbiano ottenuto il passaggio alla Medicina da altra facoltà.

Per ottenere il rinvio gli interessati dovranno presentare domanda documentata ai Comandi di Distretto all'atto della loro presentazione.

4) - Data di presentazione:

a) per i militari che per leva, residenza o temporanea dimora devono presentarsi ai distretti dipendenti da Comandi militari regionali della Lombardia e dell'Emilia..omissis... Per i militari che si trovino nell'impossibilità di rispondere al richiamo perchè ammalati, i familiari dovranno, entro il giorno stabilito per la presentazione produrre certificato medico legalizzato dal Capo dell'Amministrazione Comunale vistato dalle autorità viciniore e da rinnovarsi ogni 10 giorni. Appena guariti tali militari dovranno raggiungere il Distretto.

Per coloro che siano comunque impossibilitati per gravi comprovati motivi a presentarsi al distretto per effetto della presente chiamata dovrà essere prodotto documento giustificativo vistato dal più vicino Comando Militare o di Polizia.

5) - Il presente manifesto vale agli effetti di legge come notificazione a tutti gli interessati.

6) - Coloro che senza esserne legalmente impediti non si presenteranno nel termine stabilito saranno denunciati al Tribunale Militare (Territoriale) di guerra.

7) - Il militare prima della partenza ha l'obbligo di restituire all'Ufficio Annonario Comunale, le carte annonarie e di abbigliamento a lui intestate, ritirando apposita ricevuta che sarà consegnata al Distretto di presentazione.

4 Febbraio 1944 XXII°

                    Il Ministro delle Forze Armate

                             GRAZIANI

 

SABATO 5 FEBBRAIO 1944

 Continuano, sull'appennino modenese le scorrerie delle bande partigiane o di chi si fà passare per tali. A San Vitale di Monchio un gruppo di uomini armati si presenta nella casa di Ennio Tincani(5), e si fà consegnare diecimila lire, mezzo maiale e altri generi alimentari. All'insegnante Lambertini Clementina rubano denaro e le strappano le pagelle scolastiche perchè vi era stampata l'effige di Mussolini.(6)

A Modena, una pattuglia della GNR riesce a catturare un ciclista che non si era fermato all'alt; venne trovato in possesso di una rivoltella con vari caricatori e di carte geografiche dell'appennino tosco-emiliano; interrogato dai militi l'arrestato dichiarò di aver fatto parte di formazioni partigiane, e secondo le disposizioni di legge emanate in quel periodo, venne immediatamente fucilato.(7)

 DOMENICA 6 FEBBRAIO

 A Sestola, nella Caserma della GNR viene celebrato l'annuale di fondazione della milizia con un rancio speciale al quale hanno preso parte le autorità del paese. La riunione veniva conclusa al canto degli inni di guerra e della rivoluzione.(8)

 LUNEDI 7 FEBBRAIO 1944

 A Nonantola il Dott. Ettore Rizzi viene sostituito, nella carica di Commissario Prefettizio, dal sindacalista Ascanio Boni.

Il quotidiano locale, in un comunicato, informa i modenesi che, con decreto del Capo della Provincia viene messa sotto sequestro  l'azienda dell'ottico Arturo Anderlini, che verrà fucilato tra pochi giorni per aver dato ospitalità a dei prigionieri inglesi.(9)

 MARTEDI 8 FEBBRAIO

 Continuano, nella zona appenninica, gli "approvvigionamenti" dei partigiani(10); a Vitriola di Montefiorino vengono visitati, nelle loro abitazioni, Arrigo Tonelli e Mucci Arturo; a Savoniero tocca contribuire a questi "sostentamenti" a certo Emilio Gualandri.

Con decreto del Capo della Provincia, viene vietata in tutta la Provincia di Modena la circolazione delle biciclette durante il periodo dell'oscuramento.(11)

Gli arditi modenesi rivolgono, tramite manifesto, un appello a tutti i loro concittadini, ecco il testo:

 "Modenesi, Arditi di tutte le guerre, giovani, operai, studenti!

Bisogna salvare la Patria e, con essa, il nostro avvenire.

Ricostituiamo i famosi Reparti d'assalto che ci diedero la Vittoria nel 1918.

Per entrare nelle nostre file è solo necessario essere italiani ed essere animati da una feroce volontà di vendicare l'onore della nostra Patria tradita e di combattere strenuamente per cacciare le orde anglo-americane che ne insozzano il sacro suolo.

Saremo potentemente armati con armi modernissime e micidiali, avremo pugnali affilatissimi e, soprattutto adopereremo queste nostre armi con tanta fede che distruggeremo il nemico in modo che nessun anglo-americano potrà ritornare al suo paese a raccontare come bene si gozzovigliava coi vini e con le donne d'Italia.

Ciascuno di noi riceverà un compenso giornaliero tale che non dovrà più avere alcuna preoccupazione di ordine economico per i suoi familiari.

Italiani della Provincia di Modena!

Modena non deve essere seconda a nessuna altra Provincia d'Italia poiché nella guerra 15-18, a Fiume, in Africa Orientale, in Spagna e nell'attuale guerra la percentuale dei volontari di guerra modenesi ha sempre superato la percentuale di tutte le altre Provincie d'Italia.

Questo vuol dire che noi siamo una razza sana di buoni guerrieri.

Più che la morte noi temiamo il disonore. E cancelleremo il disonore in cui è stata gettata la Patria da una Casa Savoia indegna di noi e da una cricca di generali vili e traditori.

I Savoia e Badoglio ci hanno creato la triste fama di essere un popolo di traditori e di vigliacchi. Noi lo dimostreremo con il nostro coraggio che sprezza la morte e, se occorre, con il nostro sangue generoso.

Noi siamo stati traditi ma ci vendicheremo!

E dimostreremo di essere degni di tutti quegli italiani che combatterono e sacrificarono la loro vita per dare e conservare l'indipendenza della nostra Patria, per darle e conservare un Impero che potesse dare pane e lavoro decoroso e sufficiente a tutti i suoi figli.

Vecchi, giovani arditi, aspiranti arditi!

Per la salvezza della Patria, per l'onore della Patria, per la grandezza della Patria: A NOI!

                      Gli arditi di guerra.

 MERCOLEDI 9 FEBBRAIO 1944

 In Piazza Roma si radunano i reparti militari della RSI di stanza nella nostra città, per giurare fedeltà alla rinata Repubblica. Dopo la suggestiva cerimonia, alla quale ha partecipato con notevole entusiasmo la popolazione modenese; i reparti inquadrati sfilano per le vie della città acclamati dalla folla.

Il Colonnello Costantino Rossi tenne un breve discorso agli Ufficiali ed ai soldati, bersaglieri, granatieri, fanti e militi della GNR. Questa la formula del giuramento:

 ”Giuro di servire e difendere la Repubblica Sociale Italiana nelle sue istituzioni e nelle sue leggi, nel suo onore e nel suo territorio, in pace e in guerra, sino al sacrificio supremo. Lo giuro dinnanzi a Dio e ai Caduti per l’unità, l’indipendenza e l’avvenire della Patria."

 GIOVEDI 10 FEBBRAIO 1944

 Il quotidiano locale dava notizia di un episodio che avrà, nei mesi successivi, altre innumerevoli ripetizioni; si trattava dello scoppio di una bomba, raccolta da un gruppo di ragazzi a Sassuolo, dove rimasero seriamente feriti sei bambini dai 5 agli 8 anni.

Purtroppo furono moltissimi, anche a guerra terminata, gli innocenti che rimasero dilaniati da ordigni bellici sparsi un pò ovunque su tutto il territorio.(12)

 VENERDI 11 FEBBRAIO 1944

 Sta’ per essere approvato, dal Governo della RSI il decreto legislativo per la socializzazione delle imprese. Questo importantissimo atto di governo che avrebbe dovuto dare una svolta decisiva nei rapporti tra imprenditori e lavoratori e che può essere ancora considerato di estrema attualità, proponibile per risolvere le tensioni tra capitale e lavoro, non ebbe la possibilità di essere sviluppato al meglio, anche se in tempi brevissimi, poté dare la dimostrazione pratica del pensiero mussoliniano. La socializzazione può considerarsi il programma più avanzato e moderno che si sia sviluppato nel XX° secolo e che potrebbe realmente superare gli ormai obsoleti concetti di lotta di classe del marxismo, in fase fallimentare, e le contraddizioni del capitalismo ancora oggi imperante nella maggior parte dei paesi del mondo industrializzato.

SABATO 12 FEBBRAIO 1944

 I partigiani mettono in atto una serie di attentati nei pressi delle Ferrovie dello Stato e sulla linea ferroviaria stessa. Venne fatto deragliare un treno con conseguenze, fortunatamente, limitate: rimasero feriti alcuni passeggeri.(13)

 DOMENICA 13 FEBBRAIO 1944

 Viene costituita, nella nostra città, presso la caserma, "Ciro Menotti", la Scuola Allievi Ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana.

Gli allievi che frequentarono questo corso provenivano dai Comandi Provinciali della Lombardia, Toscana e Veneto. Inizialmente il corso ebbe una presenza di 550 Allievi Ufficiali ed era comandato dal Colonnello Ignazio Battaglia.(14) 

 LUNEDI 14 FEBBRAIO 1944

 Da parecchio tempo le sirene, che segnalavano ai modenesi gli allarmi aerei e la possibilità di incursioni, laceravano l'aria sempre più frequentemente. Le formazioni aeree angloamericane avevano ormai conquistato la supremazia dei  cieli di tutta Europa e in particolare su quelli italiani; già moltissime città del Centro-Nord avevano subito pesanti bombardamenti e la possibilità di contrastare le centinaia di aerei delle forze alleate da parte della caccia italiana e tedesca, malgrado i numerosi episodi di eroismo dei pochi piloti della rinnovata aviazione repubblicana, andava sempre più riducendosi.

A Modena il terrore dal cielo arrivò di Lunedì, poco dopo l'ora di pranzo. L'allarme aereo aveva avvertito i cittadini, ma ben pochi si erano recati nei rifugi, che in realtà erano delle grandi buche ricoperte di sacchi di sabbia e di terra e che, data la loro limitata consistenza avrebbero tutt'al più protetto dagli spezzoni delle micidiali bombe sganciate dalle formazioni anglo-americane.

La maggior parte di cittadini era dunque rimasta nelle case e si limitava a guardare, come in tante altre circostanze, il passaggio di tutti quegli aerei. Il cielo era limpido, i bambini nei cortili o dalle finestre delle case si additavano quelle grosse macchine volanti che, malgrado l'altitudine, facevano un rumore assordante.

Tutti pensavano fossero diretti verso i grandi centri industriali del nord, dato che Modena poteva offrire solamente bersagli di ben limitata portata e di scarso interesse militare. Ma ormai la guerra terroristica, anche dal cielo, aveva preso il sopravvento sulla guerra guerreggiata. Così come gli agguati e le imboscate partigiane aumentavano via via di intensità con l'incrementarsi degli aiuti anglo-americani, anche la guerra aerea era programmata con incursioni esclusivamente terroristiche, su obbiettivi di ogni tipo e particolarmente contro le inermi popolazioni. Queste incursioni avevano lo scopo principale di spezzare il morale della gente comune che, ovviamente, veniva a trovarsi in prima linea e altro non poteva sperare se non in una veloce conclusione di tanto massacro.

La guerra psicologica, fatta appunto di azioni terroristiche, di bombardamenti a tappeto, di mitragliamenti continui, di spezzonamenti notturni, di continue trasmissioni radiofoniche tendenti alla frattura del fronte interno, fù un arma micidiale che i comandi delle potenze militari "alleate" misero in atto con spietata ferocia e con particolare dovizia di mezzi.

Modena era ancora, in quei giorni, una città piena di vita e di attività e la maggioranza della popolazione era rimasta, malgrado gli esempi della città vicine, come Bologna e Reggio Emilia, più volte duramente colpite: tutti confidavano sull'ipotesi che, ben difficilmente gli angloamericani, avrebbero attaccato un centro di scarsa importanza strategica.

Alle 13,30 si scatenò su Modena il finimondo; centinaia e centinaia di bombe piovvero dal cielo in pochi minuti; scene di panico avvennero ovunque, si correva fuori dalle case con il cuore in gola a cercare scampo, mentre tutto sussultava e la terra tremava come in un violento terremoto; una polvere bianca aveva coperto tutta la città colpita in vari quartieri.

Quando la nube cominciò a diradarsi, la tragedia apparve in tutta la sua vastità. vennero particolarmente devastate le zone della Sacca e di San Cataldo, molte bombe caddero attorno alla stazione ferroviaria che non subì gravi danni, era la zona dove abitava l'estensore di queste note e che subì pesantemente tutta la violenza di quella incursione al margine del cavalcavia che da Corso Vittorio Emanuele porta nella zona al di là della ferrovia; danni enormi al contrario subirono numerosi stabilimenti e case di abitazione civile nelle zone circostanti; saltò in aria la conceria pellami, nel luogo ove attualmente sorgono gli edifici delle scuole Ferraris; vennero colpite varie scuole elementari, le De Amicis, le Campori, le Carmelo Borg Pisani e fortunatamente le lezioni erano state terminate da poco; moltissimi palazzi vennero totalmente distrutti, specialmente in Viale Crispi; altre bombe caddero un pò ovunque: in Via Emilia Ovest, nei Viali del Parco e nei giardini pubblici. I morti furono oltre cento,(15) e parecchie centinaia furono i feriti. I danni alle cose incalcolabili.

Ha inizio in questo modo la serie dei pesanti bombardamenti che colpiranno la città e la Provincia modenese sino al termine della guerra; centri come Pavullo, Vignola e tanti altri paesi subirono enormi distruzioni e grosse perdite tra la popolazione civile. La maggior parte di questi bombardamenti non portò danni consistenti nè alle strutture dell'esercito tedesco, né alle strutture industriali e tanto meno agli obbiettivi militari; subirono invece distruzioni ingenti moltissimi monumenti ed opere d'arte, oltre alla distruzione di interi quartieri popolari.

Dopo il secondo bombardamento di Modena, come vedremo, vi fù anche un grosso dissidio nello schieramento clandestino antifascista. Và inoltre ricordato che molti degli obbiettivi da colpire, ma che in realtà quasi mai erano centrati, venivano comunicati alle forze angloamericane da speciali formazioni partigiane munite di radiotrasmittente ed in collegamento con i comandi militari anglo-americani.

Modena entra così nell'occhio del ciclone della guerra. Nessuno aveva più scampo, militari e civili erano continuamente bersagliati dagli attacchi aerei e dalle imboscate sulle strade; la città dopo questa bestiale aggressione cominciò a svuotarsi, tutti coloro che potevano rifugiarsi da amici o parenti nelle campagne, scapparono; ebbe inizio così il triste esodo degli "sfollati" con tutti i drammi umani che si portò dietro.(15bis)

I bombardamenti massicci i mitragliamenti a bassa quota su tutto ciò che si muoveva di giorno, il terrore notturno con i lanci isolati ed indiscriminati di bombe da parte di aerei che la popolazione chiamava "Pippo", avevano creato in tutti una vera e propria psicosi, d'altronde ben comprensibile, al minimo rumore di aereo.

I militari della RSI che rimasero vittime del primo bombardamento aereo su Modena furono:

il caposquadra della GNR:

ROSSI ITALO,(16)

il soldato:

SAGUATTI VINCENZO,(17)

e il sottotenente:

SAPIENZA DOMENICO.(18)

E il funzionario della Amministrazione civile, Direttore delle Off. Comunali del Gas di Modena:

BONI GUIDO (18bis)

MARTEDI 15 FEBBRAIO 1944

 Malgrado il terrificante bombardamento sulla città e mentre ancora si scavava alla ricerca di persone sotto enormi cumuli di maceri, il giornale locale esce con un ampio resoconto della bestiale incursione anglo-americana. Sottolineando inoltre:

 "il miserabile comportamento, il cieco egoismo dei soliti borghesi muniti di macchina, che non hanno sentito il bisogno di mettere a disposizione le loro vetture per i primi soccorsi,"(19)

MERCOLEDI 16 FEBBRAIO 1944

 Si cominciano a stilare  i primi bilanci dei gravissimi danni riportati dalla città in seguito all'incursione aerea. I caduti, man mano che venivano estratti dalle macerie, si andavano ad allineare, in uno scenario allucinante di corpi martoriati e di familiari alla ricerca dei loro cari, nelle navate della Chiesa di Sant'Agostino.  

In località Tenuta Buon Riposo Carroceto (Aprilia)  perde la vita il Sergente Maggiore 

MOLINARI GIOVANNI 

classe 1916, di Nonantola appartenente al 185° Regg. "NEMBO" 111° Btg. 7a Comp.

 GIOVEDI 17 FEBBRAIO 1944

 In Piazzale Sant'Agostino si svolgono i solenni funerali di 91 vittime del bombardamento aereo del giorno 14. La messa al campo viene celebrata da Monsignor Manzini, alla presenza di tutte le autorità civili, militari e religiose della città.

Intanto, in montagna, le formazioni partigiane che si sono concentrate nella Valle del Dolo, aumentano gradualmente in audacia. Un ottantina di questi "ribelli" si recano in Comune di Villa Minozzo, nel vicino reggiano: in frazione Morsiano si fanno consegnare, a mano armata, dal custode dell'ammasso granario di quel centro, farina, grano e grano turco in notevole quantità.(20)

A San Felice sul Panaro, per cause non accertate, resta ucciso il soldato, appartenente al 52° battaglione sussistenza:

IOVINE GIOVANNI.(2OBIS)

 VENERDI 18 FEBBRAIO 1944

 A Santa Lucia d'Isonzo, in uno scontro con i partigiani di quelle zone, resta ucciso il modenese, Capitano dei bersaglieri:

MORI PARIDE.(21)

A Palazzo Littorio, in Corso Ettore Muti, oggi Corso Vittorio Emanuele, alla presenza del delegato nazionale del Partito Fascista Repubblicano, Prof. Franz Pagliani, si tengono le elezioni per il rinnovo delle cariche della Federazione modenese.

Commissario venne eletto: Giovanni Tarabini. Componenti del Direttorio furono:

Rag. Luigi Baraldi, Volturno Bonacorsi, Avv. Carlo Cappello, Ing. GianCarlo Carlotti, Pietro Gandolfi, Pilade Lugli, Dott. Antonio Ricciardi, Sergio Rossi, Rag. Ugo Rovatti, Avv. Gian Paolo Solmi.

Il collegio dei Sindaci revisori venne composto da:

Dott. Andrea Balsamo, Dott. Renzo Lambranzi, Dott. Gino Martinelli.

L'operato del Commissario federale, Prof. Giovanni Tarabini fù sempre impostato su di un piano di moderatismo e di ricerca di equilibrio tra le due anime del fascismo repubblicano, quella di estrazione borghese e cattolica tendente al rifiuto della violenza e costantemente alla ricerca della pacificazione e quella più popolare e laica pronta a rintuzzare colpo su colpo ogni iniziativa ed ogni attentato portato dai partigiani agli uomini, tutti, del fascismo repubblicano.

Gli stessi avversari hanno riconosciuto l'equilibrio ed il buon senso di uomini come Tarabini che in moltissime occasioni intervenne presso i Comandi Militari tedeschi per evitare o almeno per cercare di ridurre, le rappresaglie.

 SABATO 19 FEBBRAIO 1944

 Alla presenza del Segretario del PFR, Alessandro Pavolini, viene ricordato a Ravenna, sua città natale, la figura di Ettore Muti, dove, dopo l'assassinio avvenuto durante i 45 giorni badogliani la salma venne trasportata e tumulata.

 DOMENICA 20 FEBBRAIO 1944

 Azione partigiana a Frassinoro: una cinquantina di uomini armati assalgono la caserma della GNR dove si trovano 5 militi, i quali, vista la superiorità numerica degli avversari, si arrendono ai "ribelli". Questi si impadroniscono di armi, tabacco, coperte e viveri ed inoltre "prelevano" il danaro liquido che si trovava nell'Ufficio postale: si appropriano inoltre, di notevoli quantità di grano che in buona parte veniva distribuito alla popolazione, poi, al sopraggiungere di una ventina di militi repubblicani provenienti da Montefiorino e con i quali ingaggiano una breve sparatoria, i partigiani si ritirano, abbandonando la zona.(22)

 LUNEDI 21 FEBBRAIO 1944

 In seguito all'azione partigiana di Frassinoro, il Comando repubblicano locale invita la popolazione a riconsegnare il grano che era stato distribuito.

Queste forme di distribuzione arbitraria di grano, che si verificarono in alcuni centri, secondo la visione partigiana avrebbero dovuto servire per accattivarsi le simpatie delle popolazioni e cercarne la collaborazione. In molti casi si verificò l'effetto contrario; si creava in molta gente una situazione di difficoltà e di rabbia, poiché in simili circostanze, si vedono i più furbi, i più svelti i più prepotenti ad accapparrarsi la maggior parte del bottino distribuito, a discapito dei più deboli e di coloro che rifuggono da simili situazioni caotiche, di conseguenza questi ultimi si venivano a trovare nell'impossibilità di ricevere i generi di prima necessità, che avrebbero dovuto essere distribuiti equamente con il razionamento ed il tesseramento, senza aver tratto profitto da quelle arbitrarie.

 MARTEDI 22 FEBBRAIO 1944

Il Tribunale fascista di Modena condanna a morte due noti concittadini, rei di aver dato aiuto e di aver ospitato nelle loro case dei prigionieri anglo-americani fuggiti dai campi di concentramento dove si trovavano internati. Si trattava dell'ottico modenese Arturo Anderlini e dell'antifascista di estrazione cattolica: Alfonso Paltrinieri. I due vennero fucilati al poligono di tiro della Sacca.

 A Podgorovitza (Montenegro) resta ucciso il modenese, milite del 72° btg. della GNR.

PAGANI MARIO.(23BIS)

 MERCOLEDI 23 FEBBRAIO 1944

 Il gruppo di partigiani comandati da Rossi e da quel Fini, già noto per altri episodi di ruberie e violenze, e che verrà ucciso dai suoi stessi compagni il 28 Febbraio, scorazza nella zona tra Palagano, Boccasuolo e Lama Mocogno. In quest'ultima località, compiono un "prelievo" alla succursale del Banco di San Geminiano; poi fanno irruzione nelle abitazioni di quattro fascisti, rubano tutto quello che è possibile portare via, li minacciano di morte, ma l'intervento del prete partigiano, Don Sante Bortolai, fà evitare l'uccisione. I quattro sono però costretti, a viva forza e sotto la minaccia delle armi, ad ingoiare le tessere del fascio.(24)

L'episodio viene anche narrato nel diario di una religiosa, Suor Imelde Ranucci, che non può essere tacciata di simpatie per i fascisti:

 "Questa sera i ribelli, tornati a Palagano, da alcuni giorni, fanno un buon bottino, spogliando le case di quattro fascisti, che essi ritengono i propagandisti del paese. Furono catturati oltre al Lenzotti (Stefano) e il Bernini (John, medico condotto) certi Marasti e Bonaccorsi. Rovistando in casa del Lenzotti impresario filofascista che era stato Podestà di Montefiorino, i partigiani trovarono una divisa da capomanipolo della Milizia. Rossi si infuriò e minacciò di ammazzare i quattro fascisti: lo dissuase Don Sante Bartolai, capo dei partigiani locali; Rossi si accontentò di far mangiare le tessere del fascio ai quattro disgraziati. Il Dott. Bernini, spaventato, il 27 abbandonò con la famiglia il paese che rimase così senza medico."(25)

 GIOVEDI 24 FEBBRAIO 1944

 In queste giornate i partigiani scorrazzano su buona parte dell'appennino modenese e reggiano, nell'alta valle del Dolo, approfittando del numero abbastanza consistente delle bande, per commettere ogni sorta di soprusi nei piccoli centri che, al massimo, erano presidiati da non più di cinque-sei militi della GNR.

Rapine negli uffici postali e nelle banche, minacce continue e violenze a fascisti , prelievi e furti nei negozi e nelle case private, creando un vero e proprio terrore tra le popolazioni; si creavano così i presupposti per l'invio di gruppi armati più numerosi, come poi successe, poiché quei pochi militi sparsi nei piccoli centri ben poco potevano fare per contrastare la prepotenza di gruppi consistenti e ben armati.(26)

 VENERDI 25 FEBBRAIO 1944

 Nascono le prime formazioni paramilitari femminili della RSI; le volontarie che aderiranno a questi corpi di Ausiliarie, saranno incredibilmente numerose tanto da mettere in difficoltà la stessa organizzazione dei reparti militari della Repubblica Sociale ; gli stessi responsabili non si aspettavano un numero così alto di giovani donne pronte ad assumersi così pesanti responsabilità. Sarà notevolmente più alto il numero delle donne fasciste a far parte di corpi militari o paramilitari, rispetto alle donne che, sull'altro fronte della barricata, o come staffette o come vere partigiane entreranno a far parte delle formazioni "ribelli"; così come sarà ben più pesante il contributo di sangue versato dalle prime, sia durante il periodo della guerra civile, che nel periodo immediatamente successivo al 25 Aprile.

Il quotidiano locale pubblicava, nella circostanza, questo comunicato:

 "Rispondendo ai desideri di molte donne italiane si vanno costituendo reparti ausiliari femminili che seguiranno le truppe italiane anche nelle immediate retrovie del fronte. L'arruolamento è aperto a tutte le donne anche non aderenti al P.F.R. di età dai 21 ai 40 anni Sono preferite le donne che conoscono la lingua tedesca e quelle capaci di guidare automezzi. Il trattamento economico sarà adeguato."(27)

 SABATO 26 FEBBRAIO 1944

 Il Prof. Franz Pagliani, nativo di Concordia e personaggio di spicco del Fascismo Emiliano e Nazionale, entra a far parte, chiamato da Mussolini, del nuovo Direttorio del P.F.R. e del quale faranno parte oltre al Prof. Pagliani i seguenti personaggi: Pietro Asti, Fulvio Balisti, Carlo Borsani, Alfredo Cucco, Giuseppe Dongo, Franco Corrado Marina, Giulio Gai, Carlo Giliolo, Bruno Gemelli, Gino Meschiari, Alessandro Palladini, Giuseppe Pizzirani, Sergio Stoppiani, Leo Tedeschini, Agostino Vandini e Aldo Vidussoni.

 DOMENICA 27 FEBBRAIO 1944

 Esce in questi giorni il primo numero del periodico quindicinale: "Sotto a chi tocca", sorto per iniziativa del 42° Comando Militare Provinciale. Veniva stampato  nella tipografia dell'Accademia Militare ed era diretto da Enrico Napolitano. Tra le tante firme, pseudonimi e abbreviazioni, troviamo quelle dei modenesi, Guido Sgorbati e Renato Bertacchini.

In questo giorno, in località imprecisata, resta ucciso il soldato del 42° cmp.

SEGHEDONI CELESTINO.(27BIS)

 LUNEDI 28 FEBBRAIO 1944

Nella zona di Carpi, e non si hanno notizie più precise, resta ucciso tale:

GHEZZI FRANCESCO.(28)

 MARTEDI 29 FEBBRAIO 1944

 In una serie di attentati gappisti in Comune di Modena, restano uccisi numerosi soldati tedeschi e fascisti oltre a dei civili.

Per un ordigno fatto esplodere nella autorimessa Lancia in Via Emilia Est, rimangono gravemente feriti tre soldati tedeschi ed un civile italiano che poi morirà in seguito alle ferite riportate, tale

 RENATO ANCESCHI(28bis).

A San Donnino della Nizzola veniva ridotto in fin di vita, mentre stava scendendo dal trenino della Sefta, il Colonnello della GNR, Germano Salvi.

In città, presso il Caffè del Popolo, in Via Canalino, luogo di raduno di militi della GNR, viene fatta esplodere una bomba che provoca sette feriti, due dei quali moriranno in seguito, mentre rimaneva uccisa sul colpo la giovanissima figlia del proprietario del locale, di sedici anni:

TOSI VALERIA.(29)

Altri attentati alle sedi ferroviarie vengono effettuati da gruppuscoli partigiani: vengono fatte saltare rotaie nei tratti della ferrovia Milano-Bologna, alla Crocetta e sul tratto Modena-Rubiera, mentre in Provincia un ordigno faceva saltare il binario della ferrovia Casalecchio-Vignola. Le Ferrovie provinciali subiranno danni sulla Modena-Mirandola presso Albareto, sulla Modena-Vignola in contrada San Lorenzo e sulla Modena-Sassuolo in località San Martino.(30)

In montagna, a Montefiorino, le bande partigiane provvedevano all'autofinanziamento con varie azioni: facevano irruzione nell'ufficio postale di Farneta derubando il danaro che si trovava in cassa; prelevavano dal negozio di tale Bertelli Maria a La Verna, chiodi per calzature, conserve, salumi e altri generi alimentari; anche nel negozio di tale Salvatori Sisto a Palagano venivano prelevati generi alimentari, così come al calzolaio Bonacorsi Filippo al quale venivano "prelevate" notevoli quantità di cuoio.(31)

 

NOTE

 1    cfr. Gazzetta dell'Emilia

2    cfr. ISR Rassegna n.1 pag. 33; il Pò venne fucilato alcuni mesi dopo ed al termine della guerra venne decorato di medaglia d'oro.

3    cfr. L. Casali: "Storia della Resistenza a Modena" pag. 252.

4    ibidem

5    Tale Ennio Tincani rimase ucciso il 18 Marzo 1944 nelle sanguinosa ed irrazionale rappresaglia di Monchio.

6    cfr. Gazzetta dell'Emilia del 6.2.1944

7    cfr. Gazzetta dell'Emilia del 10.2.44; si trattava di tale: Lanzanetti Eberardo.

8    cfr. Gazzetta dell'Emilia del 8.2.1944.

9    ibidem

10   cfr. E. Gorrieri: "La repubblica di Montefiorino" pag. 116.  Secondo questo autore, quando i furti erano effettuati da pochi uomini armati e che minacciavano rappresaglia in caso di denuncia si trattava di delinquenza comune; certo è che per le popolazioni di quelle contrade vessate, e dai delinquenti comuni e dalle bande dei "ribelli" che cercavano gli "approvigionamenti" tramite questo tipo di "autofinanziamento", era ben difficile fare il distinguo, e pure per coloro che "bene o male" erano incaricati a mantenere l'ordine, in quanto dovevano usare lo stesso trattamento e considerarli alla stessa stregua. Certo è che nella storiografia partigiana, quando si parla di "prelievi" o di autofinanziamenti" si usano eufemismi che servono solamente a mascherare ciò che le popolazioni locali conoscevano nel loro giusto termine.

11   cfr. Gazzetta dell'Emilia dell' 8.2.1944

12   ibidem del 10.2.1944

13   ibidem del 13.2.1944

14   cfr. G. Pisanò: "Gli ultimi in grigioverde".

15   Caduti civili del bombardamento del 14 Febbraio 1944:

Annovi Alfredo, Ansaloni Romeo, Artioli Roberto, Bandieri Franco, Bandieri Marco, Baraldi Domenico, Baricchi Pietro, Baschieri Walter, Benatti Celso, Bergamini Iris, Bonacini Bruna, Boni Guido, Borellini Ida, Boschetti Cesarina, Brandoli Alfeo, Buffagni Dolores, Camurri Lucia, Castelli Duilio, Cavalieri Giuseppe, Cavalieri Ildebrando, Cavani Edvige, Cavani Lorenzo, Cerlini Eugenio, Chiossi Vittoria, Cigarini Clementina, Cilloni Edda, Cravedi Alessandro, Delle Donne Sante, Ferraresi Giuseppe, Ferrari Teresa, Ferri Antonio, Ferri Simone, Forghieri Giovanni, Franci Gemma, Franzi Luigi, Fronzi Egidio, Gamberi Giuseppina, Garelli Giuseppe, Gasperini Ofelia, Giovanardi Carlo, Governatori Diego, Gozzi Maria, Gozzi Ubaldo, Grassi Ubaldo, Grenzi Alfredo, Gualtieri Gustavo, Guerzoni Giovanni, Guicciardi Vincenzo, Leonardi Edmondo, Malagoli Giovanni, Malaguti Romeo, Malavasi Antonio, Maletti Francesco, Maramotti Irma, Marchesi Onelio, Medici Clementa, Medici Irma, Medici Primo, Meletti Ornella, Menabue Raimondo, Meschiari Agostino, Meschiari Alberto, Miari Adele, Miglioli Cesira, Monari Leandro, Monesi Eugenia, Montorsi Angelo, Montorsi Giuseppe, Morselli Clementina, Nardini Giulia, Nardini Pia, Neviani Rosina, Oleari Ebe, Pagani Tommaso, Palazzi Andrea, Palazzi Marco, Panzetti Fausto, Papotti Giuseppe, Pellacani Marisa, Pini Arturo, Rampolli Alvaro, Rossi Italo, Rubbiani Massimiliano, Riccò Orlando, Sacchetti Alfeo, Sacchetti Wanda, Salotti Fernando,  Salvalai Alberto, Santunione Arcangelo, Scapinelli Carlo, Scapinelli Fausto, Schiavoni Francesco, Spallanzani Stella, Stefani Ermanno, Taletti Attilio, Toni Alfeo, Vaccari Licia, Vandelli Renzo, Vidoni Giordano, Volpi Renato, Zanasi Alete, Zanfi Angiolino e due ignoti di sesso femminile.

Da un elenco in Archivio Associazione Fam. e Caduti della RSI.

15bis dal ricordo dell'estensore di queste note che subì pesantemente il bombardamento del 14 Febbraio, abitando nei pressi del cavalcavia di Corso Vittorio.

16-17-18 cfr. elenco caduti.

18bis cfr. Martirologio

19   cfr. Gazzetta dell'Emilia del 15.2.1944

20   cfr. P. Alberghi: "Attila sull'Appennino", pag. 79.

20bis cfr. Martirologio - pag. 77

21   cfr. elenco caduti RSI

22   cfr. P. Alberghi, op. cit. pag. 81.

23   La maggior parte delle opere riguardanti la resistenza in Provincia di Modena, riporta ampi resoconti relativi alla fucilazione dei due antifascisti: Anderlini e Paltrinieri.

23bis cfr. Martirologio, pag. 98.

24   cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 120

25   ibidem

26   cfr. P. Alberghi, op. cit.

27   cfr. Gazzetta dell'Emilia del 25.2.1944

27bis cfr. Martirologio, pag. 89.

28   cfr. elenco caduti n. 343

28bis cfr. "Martirologio  pag. 125

29   cfr., G. Silingardi: "I giorni del fascismo ecc." pag. 159.

30   cfr. Gazzetta dell'Emilia del 5.3.1944

31   ibidem.

 

La giovane Tosi Valeria uccisa in un attentato partigiano il 29 Febbraio

 

 

 

 

 

 

 

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