9 - 30 Settembre 1943

GUERRA CIVILE NEL MODENESE

 

Torna a sommario

 9 - 30 Settembre 1943

   GIOVEDI   9 SETTEMBRE 1943

   Il messaggio del Maresciallo Badoglio, radiotrasmesso in tutto il Paese, è appena stato diramato e subito i tedeschi, a dimostrazione di quanto fossero all'erta, si muovono con tempestività incredibile.

  E’ immediatamente occupata l'Accademia Militare di Modena(1) assieme a tutte le altre caserme della città; il palazzo delle poste e dei telegrafi sono presidiati dalle forze germaniche assieme ad altri punti nevralgici; il Prefetto, Luciano Li Castri incaricato di reggere la Provincia di Modena dal 21 Agosto, scompare dalla circolazione.(2)

  In mezzo al fuggi fuggi generale, qualcuno accenna ad una timida difesa; un ufficiale del 6° Reggimento d’Artiglieria, avrebbe schierato sulla Via Formigina, una batteria di pezzi da 149/13, ma la sua resa sembra sia stata altrettanto immediata.(3)

  A Sassuolo vi fu l'unico scontro a fuoco, brevissimo, tra un presidio di soldati italiani al comando del Generale Ferrero(4), ed un reparto tedesco che stava per occupare il Palazzo Ducale ; vi furono parecchi feriti ed un morto tra i militari italiani(5), ma non risulta vi siano state vittime tra le truppe tedesche.

  A Monchio, proveniente dalle Piane di Mocogno, si sfascia come abbiamo visto nella parte storica, il raggruppamento degli Allievi dell'Accademia Militare di Modena formato da oltre 1200 uomini, ben armati e con tutto l’approvvigionamento.

  A Modena è fatto ciclostilare, su ordine di un Maresciallo della Wermacht, un avviso d’avvertimento alla cittadinanza modenese, nel quale si diceva, che ogni atto di sabotaggio alle attrezzature germaniche sarebbe stato punito, per la legge di guerra, con la fucilazione di cinque cittadini italiani, anche se non implicati negli atti d’ostilità; l'avviso fu firmato dal Commissario Prefettizio in carica, Giuseppe Giannuzzi.

  A Carpi si ebbero parecchi incidenti, tre persone furono uccise dai carabinieri, i quali cercavano di sedare i tumulti che si erano verificati davanti alle abitazioni di alcuni fascisti.(6) Anche a Maranello fu uccisa una nota figura d’antifascista.(7)

  A Spilamberto, tutti i militari di stanza nella zona e in modo particolare quelli addetti agli stabilimenti della SIPE ( società italiana prodotti esplosivi) furono abbandonati alla mercé dei tedeschi, così si dice nella storiografia comunista, a dimostrazione che nessuna forma, nemmeno embrionale, di resistenza esisteva nelle nostre zone e tantomeno partecipazione popolare, difatti:

    " lo stesso PCI locale non ricevette e non dette quella sera ai suoi organizzati nessuna precisa disposizione; quindi nella tarda serata, i militanti si ritirarono nelle proprie case, sia pure preoccupati e col presentimento che qualche cosa sarebbe accaduto".(8)

    Il primo modenese, di una certa notorietà a cadere eroicamente, in seguito al tradimento badogliano, fu l'Ammiraglio Carlo Bergamini di San Felice. Al comando della Corazzata Roma, il Bergamini affonda con la sua nave, al largo dell’isola Asinara, mentre, con parte della flotta italiana, si dirigeva verso Malta. Colpita da una bomba tedesca, sganciata da un aereo a bassa quota e che provocò lo scoppio della santa barbara, la potente nave italiana, vanto della nostra marina, affondò in brevissimo tempo e dei 2160 uomini che si trovavano a bordo solamente 347 si salvarono, tra loro il modenese Renato Ghelfi che fu per lungo tempo collaboratore dell'Ammiraglio Bergamini.

    VENERDI 10 SETTEMBRE 1943

    In seguito al precipitare degli avvenimenti, la popolazione è disorientata e sbigottita; l'incertezza del domani, la precarietà della situazione, la latitanza di qualsiasi forma di Governo, la velocità con cui le truppe tedesche s’impadronivano dei punti più importanti del paese, scatenarono la folla, che, sia a Modena sia in provincia, diede l'assalto a numerosi consorzi agrari, caseifici, fabbriche e mulini. La preoccupazione per l'immediato futuro era portata al parossismo. Nel capoluogo furono presi d'assalto i mulini Della Rosta sulla Via Giardini, dove tra l'altro rimase uccisa una donna, sembra schiacciata sotto un sacco di farina, il mulino della Scaglia, il mulino della ditta Della Casa ai Mulini Nuovi, l'ammasso del grano di Via F. Costa, quello del riso della Sacca, mentre un uomo perdeva la vita nell'assalto ai magazzini di formaggio sulla Via Formiggina.

  In Provincia vi furono saccheggi ad una fabbrica di salumi di Castelnuovo Rangone, a Ravarino fu dato l'assalto al Consorzio Agrario, a Casinalbo fu svuotato lo stabilimento della ditta Maletti.

  Intanto, la capitale d'Italia cade alle ore 16 di questo giorno, completamente nelle mani dei tedeschi che la conquistano senza colpo ferire, senza che da parte dei Comandi Italiani fosse organizzata la benché minima difesa; i vari generali che comandavano le Divisioni acquartierate attorno alla città, si daranno battaglia, al termine della guerra a suon di memoriali di accuse e contraccuse, sulla "mancata difesa di Roma".(9)

  Entro la giornata, tutta la Provincia modenese risulterà occupata dalle truppe germaniche; fu fatto affiggere un manifesto, a firma del loro Comandante, tale Michael, dove si dettavano norme alla popolazione; tra le quali l'istituzione del coprifuoco e del divieto di assembramento di più di cinque persone.

  A Vignola il Podestà, Secondo Favali, riassume in un manifesto le disposizioni tedesche sull'ordine pubblico.(10)

  Anche a Soliera vi fu un assalto ai magazzini del grano e furono asportati oltre 2500 quintali di farina e frumento.(11)

    SABATO 11 SETTEMBRE 1943

    Riapre in questo giorno la Federazione fascista modenese. Caratteristica del nuovo fascismo locale fu quella di essere costituito, sin dall'inizio e in modo prevalente, da giovani. Molti vecchi fascisti rimasero nell'ombra, anzi vi fu chi, passando in seguito sull'altra sponda cercò di rifarsi una nuova maschera.

    DOMENICA 12 SETTEMBRE 1943

    I Paracadutisti del Colonnello Otto Skorzeny, con un’improvvisa e brillante azione liberano Benito Mussolini, tenuto prigioniero in un albergo al Gran Sasso d'Italia.(12)

  Le truppe anglo-americane, mentre la flotta Italiana raggiunge l'isola di Malta per consegnarsi agli inglesi, consolidano la testa di ponte nel salernitano. Intanto tutte le città del Nord Italia sono presidiate dalle truppe tedesche. L'Italia, in questi giorni, è totalmente in mano agli eserciti stranieri.

  Il Commissario Prefettizio di Modena, Giannuzzi, in seguito agli assalti ai magazzini alimentari, fa’ pubblicare un manifesto, indirizzato ai modenesi affinché si restituiscano i generi asportati dai depositi; il manifesto così diceva:

  "Il Commissario Prefettizio ordina a tutti i cittadini che hanno prelevato abusivamente, o che comunque detengano generi alimentari contingentati o tesserati, di restituirli alla Caserma dei Vigili Urbani (Via Berengario) entro le ore 18 del 13 corrente. Saranno effettuati controlli e perquisizioni. Contro i trasgressori si procederà a termini della legge di guerra."

    LUNEDI 13 SETTEMBRE 1943

    Il primo proclama del nuovo Governo Nazionale Fascista, è lanciato da Berlino:

    "... L'Italia del fascismo si avvia ad attuare con fierezza la sua rivoluzione intellettuale, politica e sociale..." 

    Intanto, dal sud , dove si sono rifugiati, il Re e Badoglio chiedono al Capo di Stato degli Stati Uniti, Roosvelt ed al Re d'Inghilterra, Giorgio VI, la protezione delle truppe alleate.

    MARTEDI 14 SETTEMBRE 1943

    Mussolini, dopo la cattura e la prigionia al Gran Sasso,  finalmente liberato, s'incontra, per la prima volta dal 25 Luglio, con la sua famiglia, giunta pochi giorni prima a Monaco di Baviera.

 

  MERCOLEDI 15 SETTEMBRE 1943

 

  In Germania, Mussolini s'incontra con il Capo nazista Adolfo Hitler a poco più di settanta ore dalla sua liberazione e dirama le prime disposizioni, sintetizzate in sei punti fondamentali, che di seguito riportiamo:

  1°) - Ai fedeli camerati di tutt'Italia; da oggi 15 Settembre 1943 assumo nuovamente la suprema direzione del Fascismo in Italia.

  2°)  - Nomino Alessandro Pavolini alla carica provvisoria di Segretario del PNF, che da oggi si chiamerà Partito Fascista Repubblicano.

  3°) - Ordino che tutte le autorità militari, politiche amministrative e scolastiche, nonché quelle che vennero esonerate dalle loro funzioni da parte del governo della capitolazione, riprendano immediatamente i loro posti e i loro uffici.

  4°)  - Ordino l'immediato ripristino di tutte le istituzioni di Partito con i seguenti compiti: a) appoggiare efficacemente e cameratescamente l'esercito germanico che si batte sul territorio italiano contro il comune nemico; b) di dare al popolo, immediata, effettiva assistenza morale e materiale; c) di riesaminare la posizione dei membri del partito, in rapporto al loro contegno di fronte al colpo di Stato della capitolazione e del disonore, punendo esemplarmente i vili e i traditori;

  5) - Ordino la ricostituzione di tutti i reparti e le formazioni speciali della M.V.S.N.

  6) - Completando gli ordini del giorno precedenti ho incaricato il luogotenente generale Renato Ricci del Comando in capo della MVSN:

  Questi ordini, che sono le basi della costituzione della Repubblica Sociale Italiana, vengono diramati dalla radio la mattina del 16 Settembre. In ogni parte d'Italia i fascisti cominciano ad organizzarsi, presi dall'entusiasmo dell’avvenuta liberazione di Mussolini e del suo ritorno alla guida del nuovo fascismo repubblicano.

  Tutta la letteratura antifascista, continua a sostenere che la RSI e Mussolini stesso, non furono altro che dei fantocci nelle mani di Hitler.

  Ma in verità, Mussolini, di fronte alla tragica situazione alla quale andava incontro il suo paese, non ebbe nessun dubbio e nessun tentennamento nel riprendere in mano la guida della nazione, per fronteggiare, in primis la tracotanza tedesca che aveva occupato il suolo italiano e per riscattare l'onore della Nazione dopo il tradimento dell'8 Settembre.

  Moltissime sono le testimonianze che attestano la piena autonomia di Mussolini nella scelta fatta.

  Il ritorno del Duce sulla scena politica avvenne contro il parere dello Stato Maggiore germanico, così dichiara lo storico inglese Frederich W. Deakin, e l'unico favorevole, ma con una certa riserva, era l'amico Hitler.(14)

  Anche il filosofo italiano Julius Evola, presente a Rastenburg, all'arrivo del Duce è altrettanto categorico:

     "Mussolini proclamò la Repubblica per diretta iniziativa personale senza consultarsi con nessuno."(15)

    A Modena, intanto, in un articolo della Gazzetta dell'Emilia, che aveva appena ripreso le pubblicazioni dopo una sosta di alcuni giorni ed ancora sotto la direzione di Erminio Porta, si nota che:

     "con vivo gradimento della popolazione si sono rivisti circolare nelle loro funzioni, i tutori dell'ordine."

    GIOVEDI 16 SETTEMBRE 1943

    Aerei tedeschi lanciano su Modena dei manifestini che annunciavano la ripresa dell'attività politica di Benito Mussolini: il testo era cosi' concepito:

    "Il Duce in libertà! L'Italia vive e il più grande figlio della Patria dirige nuovamente le sue sorti. Con Lui l'Italia ha ricevuto la propria coscienza; si è costituito un Governo d'Italia Nazionale e Fascista.

  Esso sorge ed opera nel nome di Mussolini."(16)

    L'Agenzia Stefani dirama, su tutto il territorio nazionale, il comunicato di Mussolini giunto da Berlino attraverso l'agenzia ufficiosa germanica: "Deutches nachrtchten bureau".

 

  VENERDI 17 SETTEMBRE 1943

    Arriva a Roma il Segretario del Partito Fascista Repubblicano, Alessandro Pavolini il quale prende possesso della sede del Partito a Palazzo Colonna: alla radio, il nuovo segretario, lancia un appello agli italiani, invitandoli a stringersi tutti attorno a Mussolini.

    SABATO 18 SETTEMBRE 1943

    A Modena, il Console della Milizia, Luigi Venturelli, richiama i militi della 72° Legione a mettersi a disposizione per il servizio di ordine pubblico. Dalla radio di Monaco di Baviera, Benito Mussolini, tiene il suo primo discorso agli italiani, dopo la liberazione.(17)

    DOMENICA 19 SETTEMBRE

    Il diplomatico Luigi Bolla, dopo aver ascoltato alla radio la voce di Mussolini, pensa che la causa del Fascismo sia perduta e che esso sia fallito vergognosamente, ma deve costatare che, per i tempi che corrono, Mussolini è l'unica tutela nei confronti dei tedeschi, pur ritenendo impossibile, che "possa ancora essere il Duce".(18)

    LUNEDI 20 SETTEMBRE 1943

    Il Comando tedesco fa’ affiggere, in tutta la Provincia di Modena, un manifesto contenente l'ordinanza, che qui riportiamo: essa lascia intravedere con quanta durezza sia pronto a tenere in mano la situazione italiana:

    " Il Comando Superiore delle Forze Armate Germaniche in Italia ordina:

  1) chiunque asporti o danneggi oggetti di qualsiasi specie delle Forze Armate germaniche o italiane, specialmente armi, sarà fucilato secondo le leggi marziali;

  2) chiunque tenga nascoste armi e non ne effettui la consegna presso un Comando militare germanico entro 24 ore dalla pubblicazione di questo proclama sarà fucilato secondo la legge marziale;

  3) oggetti delle forze armate italiane, come automobili, cavalli, muli, veicoli, carburante, lubrificanti, attrezzi di qualsiasi genere ecc. sono da consegnare immediatamente presso il più vicino comando militare germanico;

  4) nei luoghi ove non esistono comandi militari germanici, le armi, gli oggetti di qualsiasi specie delle Forze Armate  dovranno essere consegnati al Podestà, il quale dovrà curarne il versamento sollecito al più vicino comando militare germanico;

  5) i militari italiani di qualsiasi grado, anche quelli appartenenti ai reparti scioltisi, dovranno presentarsi in uniforme presso il più vicino Comando militare germanico. I militari che non si presenteranno saranno deferiti al Tribunale Militare di guerra;

  6) il luogo di rifugio di prigionieri angloamericani evasi dovrà essere indicato all'autorità militare germanica; gli inadempienti saranno severamente puniti;

  7) chiunque, trascorse 24 ore dalla diffusione del presente proclama a mezzo radio, volantini e manifesti murali, darà alloggio o vitto o fornirà vestiti borghesi a prigionieri anglo-americani sarà deferito al Tribunale di guerra per l'applicazione di pene severissime;

  8) i Questori e i Podestà provvederanno alla emanazione di norme corrispondenti per i territori di loro competenza e saranno responsabili dell'esecuzione di quanto sopra.

  - Il Comando Militare Germanico."(19)

    MARTEDI 21 SETTEMBRE 1943

    Il coprifuoco, che dal 10 Settembre era entrato in vigore in città dalle ore 20 alle 6, viene spostato di un ora.

  La resistenza al nord è ancora totalmente inesistente; qualche foglio clandestino viene fatto circolare in alcune località; in uno di questi si legge uno dei primi appelli che incita a prendere le armi contro  tedeschi e fascisti.(20)

    MERCOLEDI 22 SETTEMBRE 1943

    Il quotidiano locale, Gazzetta dell'Emilia, che era stato diretto dal giornalista Erminio Porta, passa da questo giorno sotto la direzione dell'Avv. Enrico Cacciari, il quale, con i suoi articoli di fondo cercherà inizialmente di dare una scossa alla popolazione ed ai fascisti più tiepidi. In seguito, però, verrà a sua volta destituito in quanto, anche a parere di molti ambienti del fascio repubblicano modenese, la sua prosa violenta e la sua intransigenza esasperata, tendeva ad accendere troppo gli animi anche nel momento in cui l'opinione pubblica modenese era decisamente favorevole alle nuove formule della RSI.

    GIOVEDI 23 SETTEMBRE 1943

  Il Capo della RSI, Benito Mussolini, rientra in Italia atterrando all’aeroporto di Forlì e pone la sua residenza alla Rocca delle Caminate, costituendo immediatamente il nuovo Governo Repubblicano.(21)

  Nonostante le difficoltà, dovute alla situazione drammatica che si era venuta a creare, in seguito allo sfacelo dell'esercito e delle istituzioni, con la presenza sul territorio nazionale delle truppe tedesche prepotentemente padrone e terribilmente scottate dall'improvviso voltafaccia dell'alleato italiano, l'apparato amministrativo dello Stato non ancora occupato dalle truppe angloamericane, riprese a funzionare con eccezionale rapidità.

  A Modena, mentre l'antifascismo locale tentava a fatica di rompere l'isolamento che lo circondava, il nuovo fascismo repubblicano si andava riorganizzando con un impegno ed un attivismo del tutto diverso e maggiormente sentito di quanto, al contrario era andato scadendo il vecchio organismo del PNF, in particolar modo negli ultimi periodi prima del 25 Luglio.

    VENERDI 24 SETTEMBRE 1943

    Mussolini e l'apparato della RSI, cercano di ripristinare nell'Italia del Nord, l'ordine costituito che in modo incredibilmente rapido era passato sotto la prepotenza dell'apparato militare germanico.

  Prima di arrivare alla decisione di portare la Sede del Governo a Salò sul Lago di Garda, vi furono parecchie perplessità. In un primo tempo sembrava si dovesse scegliere la zona di Belluno, ove si trovava il Quartier Generale del Maresciallo Rommel; Mussolini avrebbe preferito come nuova sede del Governo, Merano o Bolzano(22). Venne alfine scelta la zona del Lago di Garda, ritenuta tranquilla, poiché, con le sue ville ed i suoi alberghi ben si prestava per l'insediamento dei Ministeri e di tutto il personale.

    SABATO 25 SETTEMBRE 1943

    Il Tenente Colonnello Von Bholen assume il Comando della Platzkommandatur, contemporaneamente all'insediamento del Comando militare tedesco del Nord Italia.

  Il Proclama n. 1 della platzkommandatur di Modena, così informava i cittadini modenesi delle norme cui ci si doveva attenere:

    "Comando Presidio Militare Germanico di Modena.

  1)  Il giorno 25 Settembre 1943 è stato istituito a Modena la Plazkommandatur. I suoi locali si trovano a Modena nell'Accademia Militare. Essi si trovano aperti al pubblico solamente nei giorni feriali dalle ore 8,30 alle 12 e dalle 14 alle 18.

  2)  Al Comando dei carabinieri di Modena sono sottoposte tutte le stazioni dei Carabinieri della Provincia. Gli altri servizi di ordine pubblico, quali Agenti di P.S., Agenti di Finanza, Vigili Urbani ecc., rimangono agli ordini dei propri Comandi secondo le leggi vigenti italiane.

  3)  I Carabinieri e tutti gli altri addetti ai servizi di ordine pubblico in uniforme portano sul braccio sinistro un bracciale bianco con la scritta "Polizei". Detto bracciale porta il timbro della Platzkommandatur.

  4)  Sono autorizzate a portare le armi: la Milizia, la Pubblica Sicurezza, le Guardie Carcerarie ecc. inoltre le persone che hanno un permesso speciale della Platzkommandatur.

  5)  Le armi da caccia con le relative munizioni sono da consegnarsi alla Questura. Esse devono essere provviste di un cartellino che porti il nome e il domicilio del proprietario. Ai consegnatari verrà rilasciata una ricevuta. Non sono tenuti a consegnare le armi e le munizioni i cacciatori in possesso del nullaosta rilasciato dal Partito Fascista e un porto d'armi, controfirmato dalla Platzkommandatur. Per la caccia stessa valgono le leggi italiane vigenti. Le armi antiche e quelle di valore artistico non sono da consegnare. La Platzkommandantur rilascia dietro richiesta un permesso per la tenuta in possesso di dette armi. Tutte le altre armi e munizioni che non furono riferite nel n.5 sono da consegnarsi immediatamente alla Platzkommandantur.

  6)  Il coprifuoco per la popolazione civile ha inizio alle ore 22 e termina alle ore 5 a datare dal 26 Settembre 1943. Tutti gli esercizi pubblici, ristoranti e caffè devono chiudere alle 21,30. Dopo il cessato allarme è permesso alla popolazione civile di recarsi alle proprie case. Il coprifuoco rientra in vigore 20 minuti dopo il cessato allarme.

  7)  Le automobili, gli autocarri e le motociclette potranno circolare solo se muniti di speciale autorizzazione rilasciata dalla Questura e controfirmata dal Comando Germanico Platzkommandatur.

  8)  Tutti i cittadini e le aziende creanti e manipolanti generi alimentari devono adempiere le proprie consegne complete e puntuali secondo gli ordini italiani.

  9)  Tutte le industrie ed i negozi devono riprendere le loro attività ad eccezione di quelli ai quali sono state impartite altre disposizioni.

  10) Oltre alla valuta italiana hanno valore quale mezzo di pagamento anche le banconote germaniche che devono essere accettate da chiunque, specialmente le banche, commercianti, fabbricanti, contadini e locali pubblici. Esse portano la dicitura :"Hauptvermaltung der Reichskreditkassen". Sono in circolazione i biglietti del seguente taglio; 50RM, 20RM, 5RM, 50 pfennig. Cambio: 100RM = L. 1000 ; 1RM = 10Lire. Non hanno valore le banconote della Reichbank e quelle della Retebank (cioè quei biglietti che non portano la dicitura "Haptvermaltung der Reichkreditkassen", come pure non ha valore moneta di metallo; questi biglietti e questo danaro non possono venire messi in circolazione nè dalle truppe germaniche ne dalla popolazione italiana.

  11) Il servizio postale, telefonico e telegrafico entrerà in funzione immediatamente nella città di Modena.

  12) Gli appartenenti alle forze armate germaniche possono viaggiare gratuitamente sulle Ferrovie e tramvie italiane; mentre sulle linee automobilistiche devono munirsi di regolare biglietto. Gli impianti telefonici e telegrafici possono venire utilizzati dai Comandi delle Unità delle forze armate germaniche e non sono soggette a pagamento. E' consentito alle forze armate germaniche l'uso di apparecchi privati. Al proprietario di tale apparecchio verrà rilasciato una dichiarazione della conversazione effettuata.

  13) E' proibito alla popolazione civile di dare alloggio agli appartenenti alle forze armate germaniche che non siano munite di talloncino di alloggio. I soldati che cercano alloggio sprovvisti del talloncino, devono venire indirizzati presso la Platzkommandatur o presso un altro comando germanico del luogo. Se vi fossero soldati che volessero ignorare tale ordine o vi fossero reclami da parte della popolazione civile per altri motivi, sono da segnalarsi presso la Platzkommandatur o presso il più vicino comando germanico.

  14) tutti gli attacchi contro appartenenti alle Forze Germaniche e tutti gli atti di sabotaggio contro gli impianti militari, saranno deferiti al tribunale militare germanico e puniti con la morte.

  15) Tutti gli ordini che furono pubblicati finora che avessero significato diverso da quelli pubblicati nel presente proclama devono considerarsi annullati.

  Modena 25 Settembre 1943

  Der Platzkommandatur - Ten. Colonnello Von Bohlen

    DOMENICA 26 SETTEMBRE 1943

    Alla presenza del Prof. Franz Pagliani(24), commissario per l'Emilia Romagna del nuovo P.F.R. e componente del Direttorio Nazionale, si riunisce, nella Caserma della Milizia in Corso Vittorio Emanuele II° il Direttivo di quello che sarà il vertice  del partito in Provincia di Modena. Alla riunione, presieduta dal Console Fornara, erano presenti: l’Avv. Gian Paolo Solmi, già Vice Federale, il Dott. Nino Saverio Basaglia, l'Avv. Enzo Ponzi.

  Venne nominato commissario Federale il Console Luigi Venturelli, che poco tempo dopo sarà sostituito dall'Avv. Solmi, e Capo della Provincia, inizialmente, il Console Generale della Milizia Bruno Calzolari, che poco tempo dopo riprese il servizio nella G.N.R., ed al suo posto venne destinato, Davide Fossa(25). Il Prof. Franz Pagliani rimase a Bologna in veste di Ispettore per l'Emilia Romagna.

  Mentre il fascismo modenese si andava rapidamente riorganizzando, moltissimi giovani, delle formazioni militari che si erano sfasciate dopo la capitolazione e molti di quelli di leva, andarono via via arruolandosi nelle file dell'esercito Repubblicano e vedremo in un altro capitolo in quale forma e percentuale; l'antifascismo, intanto, non riusciva ancora a darsi una parvenza di organizzazione.

  Gli sbandati erano ancora molti e buona parte di coloro che erano riusciti a raggiungere le loro case, se ne stavano ben nascosti cercando protezioni da varie parti, nella attesa di schiarirsi le idee o quanto meno, vedere quale poteva essere la parte con la quale potersi schierare.

  Nello sfacelo generale si era venuta a creare la problematica dei prigionieri "alleati" che, fuggiti dai campi di concentramento, si erano sparsi per l'Italia e cercavano aiuto.

  La popolazione italiana inizialmente li aiutò con generosità, ma poi con il Decreto n. 248 del 9 Ottobre, che comminava la pena di morte a coloro che prestavano aiuto al nemico, le cose cambiarono radicalmente.(26) In Provincia di Modena, all'8 Settembre, esistevano due campi di concentramento: il n. 47 a Modena, nella zona della Crocetta con circa 1000 prigionieri, ed il n. 79 a Fossoli, con circa 5.000 uomini. La maggioranza dei prigionieri, ebbe però, nel trambusto generale, la possibilità di evadere e di ritornare al di là delle linee del fronte.

  A questo proposito è giusto sottolineare che, nonostante la lotta partigiana sia stata in gran parte voluta e finanziata dagli angloamericani, quasi tutti gli ex prigionieri, che se fossero rimasti sul territorio italiano avrebbero potuto organizzare nelle zone occupate dai tedeschi, una quinta colonna che sarebbe stata estremamente utile alle formazioni dei militari italiani sbandati e di conseguenza avrebbe potuto operare a vantaggio della "resistenza", ma non ne vollero, assolutamente, sentir parlare di guerriglia; il loro unico scopo e desiderio era quello di raggiungere l'Italia del Sud per riunirsi ai loro Comandi.(27)

  Questi Comandi, ovviamente, preferirono strumentalizzare la guerra civile che si andava prospettando sul territorio italiano, sovvenzionandola con armi, denaro e tutti gli aiuti possibili; non avrebbero sprecato i loro uomini e la quinta colonna avrebbe ugualmente operato alle spalle dei tedeschi e dei fascisti con un rendimento maggiore, poiché sarebbero stati gli stessi italiani a mettersi contro i loro fratelli. Ma vediamo chi furono gli uomini, in Provincia di Modena, che si assunsero la responsabilità della dirigenza dei Comuni e delle sezioni del Partito Fascista Repubblicano, esponendosi così agli agguati ed agli attentati dei partigiani comunisti che miravano a creare il terrore, colpendo per primi, coloro che assumevano delle cariche pubbliche. Vedremo, nello sviluppo di questa storia, quanti di questi vennero assassinati durante i seicento giorni e quanti di loro vennero eliminati brutalmente al termine della guerra.

  E' certo ormai, che non furono né dei prezzolati e tanto meno dei venduti, quali, in tutti questi anni, la storiografia resistenziale li ha voluti far passare; agirono fondamentalmente in funzione del bene della popolazione; la loro posizione era, come si è detto, oltremodo difficile, non solamente per gli attentati dei partigiani, ma anche perché erano continuamente in lotta con il tedesco che, benché ancora alleato, risentiva del tradimento subito ed usava di conseguenza molta arroganza nei confronti degli italiani; inoltre non vanno dimenticati tutti i sacrifici che hanno dovuto sopportare per approvvigionare i loro comuni, in quei difficili momenti, e per il buon funzionamento delle strutture comunali, che sino alla fine hanno operato, ovunque e nel migliore dei modi possibile.

  Non è stato facile reperire tutti i dati per tutti i Comuni della Provincia di Modena e molti nomi mancano. La maggior parte di essi sono stati desunti dalle stampe dell'epoca e qualcuno dai ricordi di chi visse quei momenti.(28)

  Dei vari Comuni diamo l'elenco nominativo di coloro che si sono succeduti nelle varie cariche.

    COMUNE DI MODENA:

  Si alternarono nella carica di Capo della Provincia:

  Calzolari Bruno, Davide Fossa, Girgenti Mario, Pier Luigi Pansera e Mirko Manzotti.

  Podestà o commissari furono:

  Giuseppe Giannuzzi e Mirko Manzotti;

  Dirigenti del P.F.R. furono:

  Avv. Gian Paolo Solmi, Giovanni Tarabini, Francesco Cessari, Pietro Gandolfi e Pilade Lugli;

  Dirigente dei gruppi femminili:

  Sig.na Lina Grandi

  COMUNE DI BASTIGLIA:

  Podestà: Giuseppe Martinelli e Ugo Bargellini.

  COMUNE DI BOMPORTO:

  Podestà: Rodolfo Bornini, Giuseppe Montanari, Giulio Garuti.

  Dirigenti del PFR:

  Fioravante Azzali, Nino Dada, Giovanni Fregni, Giuseppe Montanari, Adelmo Grassigli, Aroldo Pignattari.

  COMUNE DI CAMPOGALLIANO:

  Podestà Alberto Ronzoni e Dante Tamellini.

  Dirigenti del Partito:

  Giulio Silvestri, Dirigenti femminili: Bruna Signorelli, Argentina Bigi Aguzzoli, Caffagni Santina e Lucia Vezzalini.

  COMUNE DI CAMPOSANTO:

  Podestà: Arturo Bergamini, Emilio Forlai, Battista Ferraresi.

  COMUNE DI CARPI:

  Podestà: Romolo Vezzani, G.B. Focherini, C.Alberto Ferraris, Guido Aguzzoli, Volturno Bonaccorsi.

  Dirigenti del Partito: Carlo Alberto Ferraris, Cesare Bruni, Plinio Paltrinieri, Augusto Leonardi, Libero Benassi.

  Dirigente femminile: Ida Orlandi Molinari.

  COMUNE DI CASTELFRANCO EMILIA:

  Podestà : Egidio Bernardini, Massimo Mazzoli,

  Dirigenti femminili: Lidia Vandelli, Bianca Moretti, Barbara Forlani.

  COMUNE DI CASTELNUOVO RANGONE :

  Podestà : Cesare Cambi e Giuseppe Ferrarini.

  COMUNE DI CAVEZZO:

  Podestà: Loris Bisighini, Federico Rebecchi, Germinal Geminiani;

  Dirigenti del Partito: Felice Zavatta, Casto Elmotti, Cabria Fausto, Erido Grisanti, Ennio Vezzalini.

  COMUNE DI CONCORDIA:

  Podestà: Roberto Solieri, Carlo Pederzoli;

  Dirigente femminile: Tonina Mazzucchelli.

  COMUNE DI FANANO:

  Podestà: Raffaele De Victoris Medori, Guglielmo Nardis, Guglielmo De Antonellis:

  Dirigenti del Partito: Antonio Migliorini, Augusto Borghi, Luigi De Toffoli.

  COMUNE DI FINALE EMILIA:

  Podestà: Antonio Corazzari e Nello Faleni;

  Dirigenti Femminili: Pia Bartolini, Gabriella Rebecchi, Bregoli Erminia.

  COMUNE DI FIORANO:

  Podestà: Marcantonio Ruini e Giovanni Ravazzini.

  COMUNE DI FIUMALBO:

  Podestà: Mario Morelli e Valentino Giambi;

  Dirigenti del Partito: Raffaele Lenzini,

  Dirigente femminile: Gabriella Giambi.

  COMUNE DI FORMIGINE:

  Podestà: Andrea Balsamo, Nunzio Ferrari, Curzio Lippi, Giuseppe Aloisi, Giuseppe Mellini.

  Dirigenti femminili: Bianca Ponzoni, Oriele Velati, Liliana Rossi Baggi.

  COMUNE DI FRASSINORO:

  Podestà: Luigi Gualtieri, Francesco Capitani e Giuseppe Piacentini.

  Dirigenti del Partito: Franco Piacentini, Florindo Facchini, Enrico Palandri, Vittorio Lenzini e Giuseppe Lamberti;

  Dirigenti femminili: Lina Palandri e Anna Manfredi.

  COMUNE DI GUIGLIA:

  Podestà: Giacomo Braggio e Adolfo Rinaldi.

  COMUNE DI LAMA MOCOGNO:

  Podestà: Adolfo Montanini.

  COMUNE DI MARANELLO:

  Podestà: Giuseppe Amorotti, Francesco Mandrini, Domenico Pongiluppi, Gustavo Goldoni.

  COMUNE DI MARANO:

  Podestà: Renzo Martinelli e Luigi Silvestri.

  COMUNE DI MIRANDOLA :

  Podestà: Luigi Pederzini, e Alberto Paltrinieri:

  Dirigenti del Partito: Alberto Paltrinieri, Tabacchi Ettore, Gardosi, Pozzetti.

  Dirigenti femminili: Maria Cerretti, Annalisa Restucci Degidi, Maddalena di Monte Cassano.

  COMUNE DI MONTECRETO:

  Podestà: Giuseppe Ballota, Emilio Liebl.

  COMUNE DI MONTEFIORINO:

  Podestà: Temistocle Tazzioli, Francesco Bocchi, Domenico Bartolai.

  Dirigenti del Partito: Achille Parenti, Francesco Bocchi, Ferrante Prati, Giovanni Muzzarelli.

  Dirigenti femminili: Dina Parenti, Anna Parenti, Albertina Bianchessi Bartolotti.

  COMUNE DI NONANTOLA:

  Podestà: Ettore Rizzi, Ascanio Boni, Nicodemo Vaccari.

  Dirigenti del Partito: Ascanio Boni.

  Dirigente femminile: Cesarina Nizzi.

  COMUNE DI NOVI

  Dirigente di Partito: Domizio Schiavi.

  COMUNE DI PAVULLO:

  Podestà: Orazio Castelli, Luigi Alvoni.

  Dirigenti del Partito: Luigi Alvoni, Bruno Rivaroli, Sveno Spalvieri, Walfredo Scarselli, Raffaele Durelli, Raffaele Ferrari.

  COMUNE DI PIEVEPELAGO:

  Podestà : Enea Barbieri, Ferdinando Paternò, Romolo Bortolotti, Giuseppe Vignocchi, Giuseppe Gullo.

  COMUNE DI PRIGNANO:

  Podestà: Tonino Mediani e Antonio Donini.

  COMUNE DI RAVARINO:

  Podestà: Bruno Pederzini:

  Dirigente del Partito Guido Montanari.

  COMUNE DI RIOLUNATO:

  Podestà: Ferruccio Migliori, Pietro Contri e Bruno Marchiò.

  COMUNE DI SAN CESARIO:

  Podestà: Paolo Lolli, Giovanni Bodoni, Ruggero Miani;

  Dirigenti del Partito: Goretti Michelangelo, Augusto Bosi e Fioravante Galli.

  COMUNE DI SAN FELICE:

  Podestà: Agostino Venturini, Luigi Goldoni, Antonio Monari.

  COMUNE DI SAN POSSIDONIO:

  Podestà: Domenico Pongiluppi e Lino Varini.

  COMUNE DI SAN PROSPERO:

  Podestà: Giuseppe Tusini e Giunio Martinelli:

  Dirigente del Partito: Aldo Pederzoli.

  COMUNE DI SASSUOLO:

  Podestà: Mario Frigeri, e Gaetano Rotondella.

  Dirigenti del Partito: Aldo Frigeri, Antonio Veroni, Roberto Fava, Ernesto Mussini;

  Dirigenti femminili: Lilia Barbieri, Norma Bazzani, Emma Frigeri, Adriana Cassani.

  COMUNE DI SAVIGNANO SUL PANARO:

  Podestà: Andrea Balsamo, Enrico Crespolani, Vincenzo Bellotti;

  Dirigenti del Partito: Giovanni Guerzoni, Antonio Garbellini, Erminio Crespolani, Bacchi Lazzari.

  COMUNE DI SERRAMAZZONI (MONFESTINO):

  Podestà Giuseppe Orlandi e Gisberto Leoni.

  COMUNE DI SESTOLA:

  Podestà: Guglielmo De Antonellis;

  Dirigenti del Partito: Augusto Borghi, Franchini Franco, De Toffoli.

  COMUNE DI SOLIERA:

  Podestà: Sergio Saltini, Mario Rebecchi, Eugenio De Liberis, Volturno Bonaccorsi;

  Dirigenti del Partito: Renzo Galli.

  COMUNE DI SPILAMBERTO:

  Podestà: Antonio Cavazzoni Pederzini, Luigi Barbieri, Giuseppe Montecchi, Odoardo Graziosi, Renato Manzini.

  COMUNE DI VIGNOLA:

  Podestà: Secondo Favali, Giovanni Renato Trenti, Giuseppe Bertinelli;

  Dirigenti del Partito: Mario Santachiara, Pietro Coppola;

  Dirigenti femminili: Paola Spettoli, Anita Fazioli, Tilde Francini.

  COMUNE DI ZOCCA:

  Dirigenti del Partito e Commissari: Vincenzo Minelli, Fiorigio Carlini, Paolo Giacobazzi, Dino Bianchi, C. Serra, Mezzacappa Domenico, Pistoni Mirko.

    N.B. In molti casi i podestà erano commissari nominati dal Partito.

    LUNEDI 27 SETTEMBRE 1943

    Alla Rocca delle Caminate, Mussolini riceve il nuovo Governo e stabilisce con esso le basi per una nuova costituente atta a creare il rinnovato Stato Fascista Repubblicano.

  Anche a Modena, la Federazione Provinciale si getta immediatamente in un opera di ricucitura del tessuto sociale, così violentemente lacerato dalla duplice frattura del 25 Luglio e dell'8 Settembre. Riprendono pertanto a funzionare in brevissimo tempo tutte le strutture pubbliche.

  Si comincia a tamponare la prepotenza tedesca; i comandi teutonici si erano impadroniti nel giro di quindici giorni di tutti i poteri, minacciando di rappresaglie le popolazioni civili; avevano fatto chiaramente capire cosa avrebbero fatto di tutto il territorio modenese, se non ci fosse stata, attraverso la costituzione della RSI, una ribellione da parte fascista alle loro intemperanze.

    MARTEDI 28 SETTEMBRE 1943

  Molti paesi del mondo riconoscono il nuovo governo della RSI. Tra i primi, il Giappone, la Bulgaria, l'Ungheria, la Croazia, la Cecoslovacchia e naturalmente la Germania.

  Il Furher così telegrafa a Mussolini:

     "Duce con gioia e soddisfazione ho ricevuto la Vostra comunicazione riguardante la costituzione del Governo Fascista Repubblicano. Mi onoro di comunicarvi che il grande reich tedesco riconosce il Governo da Voi costituito ed è deciso in fedele e cameratesca alleanza, di continuare la guerra fianco a fianco col Vostro Governo fino alla vittoriosa conclusione."

    Inizia nel contempo, la serie degli articoli di Benito Mussolini sul Corriere della Sera. Venivano pubblicati in forma anonima, sotto il titolo" Corrispondenza Repubblicana": la prima nota era intitolata "Parliamoci chiaro".

    MERCOLEDI 29 SETTEMBRE 1943

    Con l'assunzione delle funzioni di Capo dello Stato, da parte di Benito Mussolini, ha inizio, ufficialmente, la vita della Repubblica Sociale Italiana.

    GIOVEDI 30 SETTEMBRE 1943

    A Modena e Provincia, sono già numerosissimi i giovani volontari che spontaneamente, senza dover attendere i bandi ufficiali di chiamata alle armi, aderiscono alle nuove formazioni del Governo Repubblicano.

    NOTE

    1   La resa venne firmata dal Colonnello Alessandro Argiolas.

  2   cfr. L. Casali: "Storia della resistenza a Modena" pag. 150.

  3   cfr. E. Gorrieri: "La repubblica di Montefiorino" pag. 24.

  4   cfr. ISR Rassegna n. 10, pag. 94

  5   si trattava di certo Lino Morselli.

  6   cfr. G. Silingardi: " I giorni del fascismo ecc." pag. 139 e in Pacor-Casali: "Lotte sociali ecc." pag. 56. I caduti furono: Venerio Guerzoni,  Ivo Prandi e Umberto Malatesta.

  7   si trattava di certo Demos Malavasi.

  8   cfr. F. Borghi in: "L'an n'era menga giosta" pag. 220.

  9   Sulla mancata difesa di Roma esiste una fittissima letteratura basata sui memoriali dei generali addetti alla difesa della città eterna e di molti storici sia di parte fascista che di parte antifascista; rimandiamo il lettore alla bibliografia relativa.

  10  cfr. L. Casali op. cit. pag. 157.

  11  cfr. Pacor-Casali op. cit. pag. 79.

  12  Anche sulla "operazione Student" esiste una fittissima letteratura. Mussolini fu ben lieto di essere stato liberato e in quella occasione dichiarò che avrebbe preferito morire piuttosto che essere processato dagli americani al Madison Square Garden.

  13  cfr. Benito Mussolini in: "Il tempo del bastone e della carota" (Storia di un anno), supplemento del Corriere della Sera n. 190 del 9 Agosto 1944, in appendice pag. 48.

  14  cfr. W Deakin: "I seicento giorni di Salò"

  15  cfr. J. Evola in: " Con Mussolini al quartier generale di Hitler".

  16  cfr. Arch. Ass. Cad. della RSI.

  17  cfr. il discorso di Benito Mussolini da Radio Monaco del 18 Settembre 1943.

  18  cfr.L. Bolla in: "Perchè a Salò" pag. 103.

  19  cfr. Arc. Cad. RSI di Modena.

  20  cfr. Pacor-Casali, op. cit. pag. 80; il testo così diceva: "Esigenza suprema del momento: guerra ai tedeschi e ai fascisti! Solo con le armi in pugno contro il nemico tedesco e fascista ci sentiamo ancora uomini.

  21  Il nuovo Governo della RSI era così costituito: Ministro dell'Interno, Guido Buffarini Guidi; Ministro della Giustizia: Antonino Tringali Casalinuovo; Ministro delle Finanze: Domenico Pellegrini; Ministro per la Difesa Nazionale: Rodolfo Graziani; Sottosegretario per la Marina: Legnani Antonio; Sottosegretario per l’Aeronautica: Ernesto Botto; Ministro per l'Economia Corporativa: Sivio Gay; Ministro per l'Agricoltura: Edoardo Moroni; Ministro per le Comunicazioni: Giuseppe Peverelli; Ministro per l'Educazione Nazionale: Carlo Alberto Biggini; Ministro per la Cultura popolare: Fernando Mezzasoma; Membro di diritto: il Segretario del Partito: Alessandro Pavolini.

  22  cfr. W. Deakin, op. cit.

  23  cfr. Arch. Ass. Cad. RSI di Modena.

  24  Il Prof. Pagliani è nato a Concordia nel 1904; è stato Segretario dei Guf di Bologna e Federale di Modena. Laureato in medicina e chirurgia, divenne direttore dell'Istituto di Patologia Chirurgica dell'Università di Bologna; volontario di guerra; al  25 Luglio era vice- segretario dei Guf (Giovani Universitari Fascisti). Venne arrestato e condannato dal Tribunale Militare a tre anni di reclusione per ricostituzione del P.N.F.; farà parte dei giudici al Tribunale di Verona. A guerra conclusa scontò un lungo periodo di detenzione. Scarcerato, ha esercitato per lunghissimi anni la professione di chirurgo all'Ospedale di Perugia.

  Di un episodio, in questi primi tempi della RSI, il Pagliani è stato protagonista a Modena. Alcuni professori della facoltà di Medicina dell'Università modenese, sottoscrissero, nel periodo badogliano, un documento nel quale si plaudiva la fine del Regime. Da notare che quasi tutti i firmatari erano docenti Universitari durante il Fascismo ed avevano prestato il giuramento al Governo di Mussolini. La Gazzetta dell'Emilia, dopo l'8 Settembre, per la voce del direttore, Cacciari, si scatenò con violenti articoli contro costoro e, alcuni tra i più estremisti del nuovo Fascismo Repubblicano, ottennero dei mandati di cattura per alcuni di questi docenti i quali si rivolsero al loro collega Franz Pagliani affinché intercedesse per loro. Questi fece in modo che il fatto fosse esaminato sotto il profilo interno universitario e non politico, per cui, tutti i professori vennero rilasciati e del fatto non se ne parlò più. A questo proposito confronta anche: L. Casali in op. cit. pag. 252.

  25  cfr. L. Casali: op. cit. pag. 163.

  26  Il Decreto era così impostato: " Chiunque presti aiuto in qualsiasi modo a prigionieri di guerra evasi dai campi di concentramento o dai luoghi di pena ove sono custoditi e chiunque presti aiuto o conceda ospitalità ad appartenenti alle forze armate nemiche allo scopo di favorirne la fuga è punibile anche con la pena di morte."

  27  cfr. G. Franzini in: "Storia della resistenza reggiana", pag. 42.

  28  cfr. vari numeri della Gazzetta dell'Emilia del 15,16,30 Ottobre, 13,16,21 Novembre 1943 e 8 Febbraio 1944.

  .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna all'inizio